Dossier
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PANORAMA della SANITÀ • n°38 • ottobre 2011
Il Nisan presenta il rapporto sulla sperimentazione 2007-2009
I costi standard non
superano la prova
nella realtà
di Anselmo Terminelli
Nell’incontro promosso da Federsanità Anci sono state evidenziate numerose contraddizioni sui costi reali delle prestazioni sanitarie che mettono a dura prova l’avvio del
nuovo regime dei costi standard
D
rg sottostimati di circa
il 40% e boom delle spese alberghiere e extra: i costi standard dei
ricoveri ospedalieri non superano
la prova della sperimentazione avviata nel 2007 e promossa da Federsanità Anci con il Nisan, e i cui
risultati sono stati presentati la
scorsa settimana a Roma nel corso
dell’incontro “Costi standard: dalla teoria alla sperimentazione”
Il Nisan, Network italiano sanitario per la condivisione dei costi
standard, è stato fondato dall’Ente ospedaliero Ospedali Galliera
di Genova, dalla Provincia Autonoma di Bolzano, dall’Azienda
Ussl 18 di Rovigo e dalla Casa
Sollievo della Sofferenza di S.
Giovanni Rotondo e annovera oggi
una ventina di Aziende sanitarie
associate che gestiscono in condivisione i singoli risultati dei
costi standard delle attività sanitarie elaborati secondo uno strumento tecnico omogeneo di elaborazione dei costi (Cso, Controllo strategico ospedaliero) basato sul metodo di analisi dei
costi Abc (Activity based costing).
tore del comitato direttivo del
Nisan e direttore generale del Galliera di Genova, ha riguardato nel
triennio oltre 1milione e 100mila
ricoveri e nel solo biennio 20082009 ben 760mila ricoveri effettuati in 841 reparti, con un volume
di spesa di circa 5,107 miliardi.
Il primo dato che balza agli occhi
di tutti è la sottostima delle tariffe
dei Drg, che coprono, in media,
appena il 62% dei costi sostenuti
dalla struttura. Una sottostima
questa, come ha evidenziato Lagostena, che penalizza molto
l’azienda. Ma se la media del
passivo è del 38%, nei singoli
casi si arriva a un “passivo” di ben
Tabella 1 – Sbilanciamento della spesa di alcuni Drg
La sottostima
che penalizza
La sperimentazione, come ha spiegato Adriano Lagostena, coordina-
il 215%, come nel caso del Drg
542 (tracheostomia con ventilazione meccanica) in ricovero outlier o a un “attivo” del 58%
come il Drg 234 in ricovero day
hospital. Una situazione questa
abnorme che all’incontro di Roma
hanno tutti denunciato, mentre il
capo dipartimento Qualità del
ministero della Salute, Filippo
Palumbo, intervenuto al convegno, ha annunciato l’istituzione
di un tavolo per la revisione dei
Drg. Revisione, ha specificato
Palumbo, che deve avvenire insieme alle Regioni.
Il boom delle spese comuni (ambulatori, pronto soccorso eccete-
Fonte: Nisan, 2011
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PANORAMA della SANITÀ • n°38 • ottobre 2011
Tabella 2 – Spesa dei Drg nelle aziende oggetto della sperimentazione.
La spesa è sottovalutata del 38%
Fonte: Nisan, 2011
Tabella 3 - Incremento della spesa nel triennio 2007- 2009 nelle
aziende oggetto della sperimentazione
Fonte: Nisan, 2011
ra) e alberghiere ha raggiunto il
29%, con un aumento nel triennio della sperimentazione di ben
il 25,4%, un cifra considerevole
se si pensa che nello stesso periodo la spesa del personale è aumentata di appena il 2,3%. In
diminuzione i costi di produzione “netti” di ben 4 punti, dal 75%
nel 2007, al 71% del 2008-2009.
L’indagine del Nisan – Federsanità
Anci ha evidenziato anche che la
spesa per l’attività di ricovero nel
periodo 2008/2009 è scesa al 59%
del totale della spesa ospedaliera.
Nel 2007 era pari al 69%. “Questo
10% - specifica ancora Lagostena è andato a incrementare le attività
territoriali (diagnostica, specialistica e day hospital), il cui finanziamento oggi corrisponde ai due
quinti delle risorse delle strutture
ospedaliere”.
Un tema centrale
per la governance
in Sanità
All’incontro, in rappresentanza
dell’assessore regionale del Veneto che è coordinatore degli assessori alla sanità regionali, è intervenuto Andrea Tramarin il quale ha evidenziato che le Regioni
attendono molte risposte per l’avvio del regime dei costi standard,
così come previsto dal Dlgv. 68/
2011, a iniziare dal destino che
avranno i Lea fino alla definizione delle regioni “benchmark”.
Francesco Massicci, capo dell’Ispettorato generale per la spesa
sociale della Ragioneria dello Stato (che ha dato il nome al tavolo
che esamina tra l’altro gli obiettivi raggiunti dei piani di rientro
regionali) ha evidenziato la validità dei costi standard nell’ottica
di una “moderna governance nella Sanità” in quanto, ha detto,
oggi rappresentano il solo mezzo
“che ha il pastore per portare
avanti il gregge”.
Il presidente di Federsanità-Anci,
Angelo Lino Del Favero, in conclusione dell’incontro ha evidenziato che “il tema dei costi standard è centrale nella governance
delle Regioni e delle aziende sanitarie, quindi è ovvio – ha proseguito - che il mondo delle aziende sanitarie si sia associato per
mettere in comune i dati e i costi
di una serie di prestazioni”. Proprio per questo, ha ricordato Del
Favero, Federsanità Anci ha siglato nell’aprile scorso un accordo
nazionale triennale con il Nisan
(cfr. Panorama della Sanità, n.20/
2011) per promuovere tra i 166
soci di Federsanità Anci, “una
nuova cultura dell’efficacia e dell’efficienza attraverso un sistema
già validato sul campo da un
gruppo di aziende che si sono
messe in rete per elaborare, gestire e soprattutto condividere i costi
standard delle attività sanitarie”.
La sperimentazione del Nisan continua quindi e si apre, per il momento, a quanti, associati a Federsanità Anci, vogliono partecipare.
La “terapia” del Nisan
Intanto Adriano Lagostena, dopo
aver illustrato i dati della sperimentazione triennale, ha dato
anche una “terapia”, ovvero “una
strategia che affronti il problema
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Costi standard e livelli essenziali di assistenza
L’applicazione
del federalismo
al settore sanitario
di Marzio Scheggi*
Considerazioni sul decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 “disposizioni in materia di
autonomia di entrata delle Regioni a statuto ordinario e delle Province, nonché di
determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario”
Premessa
Il fatto che il federalismo costituisca una scelta per tanti versi obbligata per una gestione efficiente
e responsabile delle risorse pubbliche non ha ormai bisogno di
ulteriori dimostrazioni e conferme. Nell’ormai lontanissimo 1996
pubblicavo un articolo nel quale
riportavo le conclusioni di un gruppo di studio dell’Università Bocconi che aveva ad oggetto un tema
già allora attualissimo “Il control-
lo della spesa pubblica”. Commentando tali conclusioni il prof.
Elio Borgonovi evidenziava che
uno dei punti di convergenza dell’analisi era “L’esigenza di collocare il tema della spesa pubblica
all’interno di un nuovo sistema di
rapporti tra Stato ed enti locali che
sia veramente fondato sui principi
del decentramento e della responsabilizzazione e nel quale entrino
nuovi elementi di razionalità economica, che possono derivare sia
dall’ applicazione di nuovi schemi concettuali al rapporto Stato
Enti locali, sia da una nuova visione di politica economica. Essa
rinuncia all’utopia di uno Stato
impegnato a garantire equità e ridistribuzione della ricchezza da
un lato ed equilibrio economico
generale e controllo dell’indebitamento dall’altro, e propone una
più realistica impostazione secondo la quale lo Stato definisce i
livelli dei servizi che intende ga-
1. analizzando la differenza costo
standard-costo effettivo per Drg/
tipo ricovero/disciplina (reparto)
di dimissione e per attività/fattore
produttivo, ogni azienda potrebbe disporre così di una “bussola”
su come e dove intervenire;
2. inoltre, in tal modo, il recupero di efficienza delle aziende con
costi reali superiori ai costi standard, permetterebbe di “trovare
lo spazio” per adeguare le tariffe
relative a Drg “sotto finanziati”,
con contenuto “innovativo” (ad
esempio, nuovi tipi di farmaci) o
“strategico” (ad esempio, per
avviare reali politiche di indirizzo);
3. infine, con tale meccanismo, si
eviterebbero “tagli lineari” indiscriminati tra regioni, tra aziende
e all’interno della stessa azienda.
Infine, ha concluso Lagostena, è
necessario “rendere il sistema tariffario più coerente con l’andamento reale dei costi, spostando,
ad esempio, l’8% del tariffato
complessivo dai Drg più ‘sovrastimati’ a quelli maggiormente
‘sottostimati’.
segue da pagina 17
dei costi in Sanità”, basata essenzialmente “su tre azioni”.
Per prima cosa è necessario ridurre
i costi comuni e alberghieri, adottando uno standard. Poi avviare
“una politica di benchmarking utilizzando il costo standard per Drg/
tipo ricovero/disciplina (reparto)
di dimissione e per attività/fattore
produttivo quale strumento per
una politica coerente di riduzione
dell’inefficienza”.
Questa impostazione, specifica
ancora Lagostena, comporta almeno tre vantaggi fondamentali:
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I costi standard non superano la prova nella realtà