PARCHI LETTERARI C anne al vento e antiche chiese, le dame Pintor e il fiume Cedrino, feste popolari e aspri paesaggi: luoghi e memorie del mondo di Grazia Deledda rivivono nel Parco letterario che la Sardegna ha dedicato alla scrittrice Premio Nobel per la letteratura. Un percorso che attraversa la Barbagia, le Baronie meridionali e il Nurkara, dalla costa orientale a quella occidentale. Del Parco letterario Deledda, inaugurato nel luglio 2001, fanno parte dieci comuni: Nuoro, Orosei, Orune, Bitti, Galtellì e, in provincia di Sassari, Ittiri, Mara, Romana, Monteleone Roccadoria, Villanova Monteleone. Un ampio territorio, nell’ambito del quale sono propo170 Sopra: la basilica di San Pietro a Galtellì, del XII secolo: diroccata nelle descrizioni di Canne al vento e oggi recuperata da un restauro. In alto: una targa del Parco letterario Grazia Deledda a Galtellì. Sotto: la casa natale della scrittrice a Nuoro. sti numerosi itinerari per i visitatori, che vengono adeguatamente informati, guidati e soprattutto coinvolti con una serie di offerte che fondono letteratura, etnografia, paesaggio e archeologia. Quattro sono i percorsi tematici per vivere questo Parco letterario ispirato dai luoghi vissuti e descritti dalla Deledda: “Viaggi emozionali”, “Insieme nel parco”, “Antichi saperi”, “Riti sardi”. La prima porta del parco è a Nuoro, dove si può visitare la casa natale della scrittrice, dal 1983 trasformata in museo: raccoglie oggetti e arredi originali, fotografie e prime edizioni delle sue opere e, al pianterreno, ricostruisce gli ambienti della vita contadina e pastorale del Nuorese descritti nel romanzo autobiografico Cosima (orario: 9-20 in estate, 9-13 e 15-19 da ottobre a metà giugno; telefono 0784/ 25.80.88). L’itinerario tocca poi la chiesetta della Solitudine, dove è sepolta la Deledda, il rione di Santu Predu, dove passeggiava da ragazza, e il monte Ortobene. A Galtellì, nella dolce Baronia, rivivono le atmosfere e i personaggi di Canne al vento, il romanzo più famoso: un “viaggio emozionale” tra la casa delle dame Pintor (dove anche la Deledda soggiornò un’estate), ben restaurata nel centro storico, la basilica di San Pietro, il poderetto di Efix, il fiume Cedrino, il monte Tuttavista; nell’atmosfera “luce di luna”, in Nurkara e Baronia, si evoca il In alto: la torre di Sant’Antonio a Orosei. A destra, dall’alto: Grazia Deledda a 29 anni e la scrittrice ritratta con la nipote Mirella nel 1924. dell’ovile di Basilio, dove si può sperimentare con le proprie mani la lavorazione del formaggio e dove anche i bambini possono provare a mungere le pecore; oppure anche la “cucina di Cosima”, che svela i segreti della gastronomia sarda e dei dolci tradizionali. In ogni angolo riappare dunque la Sardegna di un tempo, si ripresentano i personaggi di una tradizione ancora viva, il pastore, i danzatori, i cantori, le panificatrici, gli artigiani e le comunità riunite da feste e riti di un ricco calendario. Il folklore sardo rivive in varie località del Nord dell’isola, con sagre popolari e feste religiose: la sagra di San Francesco di Lula a Nuoro, descritta nel libro Elias Portolu; il Matrimonio tradizionale e la festa di Nostra Signora di Bonu Ighino a Mara; la processione in barca di Santa Maria ‘e Mare a Orosei; la sagra della Madonna del Miracolo a Bitti, per citarne solo alcune. Per informazioni e prenotazioni, ecco i riferimenti delle Porte del Parco: Nuoro 0784/25.70.25, Galtellì 0784/9.01.50, Monteleone Roccadoria 079/92.52.13. Vincenzo Ceppellini PENNA MODERNA IN UN MONDO ANTICO G Fotografie Archivio Storico Il Dagherrotipo Fotografie di Gianmario Marras I luoghi di Grazia Deledda Dove le canne si piegano ancora al vento popolo misterioso dei folletti, delle fate e degli spiriti erranti, e la notte trascorre con il “sospiro delle canne” del Cedrino. Al mattino si può fare colazione da Efix con giuncata, miele, papassinos, guelfos, gattò, casadinas e l’immancabile pane carasau. A Galtellì si svolge anche una delle feste popolari più ricche di incontri, di balli, di contatti con il mondo della vecchia Sardegna, la festa de Su Cristos. La terza porta del parco è Monteleone Roccadoria, piccolo borgo medievale del Nurkara, arrampicato sulla cima di Su Monte, dove è possibile riscoprire l’armonia e il fascino antico della natura, della storia e delle tradizioni popolari. Ma le atmosfere deleddiane si ritrovano in tanti altri luoghi, come la grotta di Sa Ucca ‘e su Tintirriolu di Mara, il nuraghe Pibirra, le tombe ipogee di Sos Coroneddos a Ittiri, la casa di Giuseppe Fiore a Orune e il piccolo borgo di Lollove in cui l’autrice ambientò il romanzo La madre. I visitatori che prendono parte ai vari pacchetti vengono forniti di mappe che illustrano dettagliatamente percorsi e luoghi, con un continuo contrappunto tra le pagine della scrittrice e i luoghi in cui sono ambientati usi ed episodi. Si può leggere, quindi, guardare, scoprire, immaginare ma, grazie all’inventiva degli organizzatori, anche fare, giocare, provare. Alcuni pacchetti infatti propongono l’apprendimento pratico di antichi mestieri, quali panificazione e vinificazione, ma anche esperienze ludiche, come il gioco da tavolo “giocando con Grazia”, che può dar vita a un piccolo torneo, o la “caccia al manoscritto”, una singolare caccia al tesoro nel vecchio rione di Santu Predu; o addirittura un laboratorio alle pendici del monte Orobene per vivere l’esperienza Gianmario Marras PARCHI LETTERARI razia Deledda (Nuoro 1871-Roma 1936) compì pochi studi regolari nel paese natio, ma si interessò con molta passione al mondo della tradizione sarda. Divenne scrittrice di successo sin dalle prime prove (i romanzi Anime oneste ed Elias Portolu furono subito tradotti all’estero), affermandosi presto come collaboratrice dei principali periodici nazionali. Raggiunse il culmine della fama con il conferimento nel 1926 del Premio Nobel per la letteratura. La sua bibliografia essenziale comprende una ventina di romanzi importanti, tra cui Cenere, Marianna Sirca, Il paese del vento, Cosima, La madre, lavori teatrali come L’edera, diverse raccolte di novelle, numerosi componimenti in versi e molti articoli. Dal romanzo Cenere fu ricavato nel 1916 l’unico film interpretato da Eleonora Duse, diretto da Febo Mari; la televisione ha attinto dai suoi romanzi per gli sceneggiati Le vie del peccato del 1946 e L’edera del 1950, diretto da Augusto Genina. 171