6 17 MARZO 2013 OGGI “A 7 MAGAZINE ARTE Il “mago dell’argento” alla Montclair State University. Dalla Roma della “Dolce Vita” allo studio di Maplewood (NJ) L’ alchimista Vitali vera e che, secondo Vitali, “fecero altretDurante l’incontro l’artista ha parlato con di Cristina meno tanto bene all’Italia di allora del Piano Marshall”. toni pacati e pieni di ironia della sua vita persoPivetta Formatosi all’Accademia delle Belle Arti e al nale iniziata nella magica atmosfera della Roma MOR vincit omnia”, l’amore vince su tutto. Questo è il motto latino che ha forgiato la vita di Ubaldo Vitali. Ripetuto più volte durante l’evento in suo onore intitolato “The Italian Artistic Legacy in Contemporary Silversmithing”, tenutosi giovedì 28 febbraio presso la Montclair State University, potrebbe sembrare a prima vista una frase di rito. In realtà racchiude la motivazione di un’esistenza artistica e umana. Infatti, Vitali ha fatto di questo motto la bandiera di una vita ispirata prima di tutto all’amore per la moglie Anita Vitali, laureatasi alla Montclair University nel 1971, per la quale lasciò l’Italia ed emigrò negli Stati Uniti nel 1967, ma anche all’amore per la sua Roma, per l’universalità dell’arte, e per un lavoro che è molto di più di un’occupazione e rappresenta invece una sintesi esistenziale e concettuale. L’incontro organizzato dall’Inserra Chair in Italian and Italian American Studies, all’interno della sua articolata programmazione annuale al campus, e co-sponsorizzato dal Programma di Storia dell’Arte e dal Coccia Institute alla Montclair University, insieme al Consolato d’Italia a Newark, verteva sull’influenza dell’arte italiana sul lavoro come argentiere e restauratore che Vitali svolge nel suo studio di Maplewood, NJ. Vitali è il primo argentiere, il primo italiano, e il primo residente del New Jersey a vincere la prestigiosa MacArthur Fellowship, assegnata ad artisti e scienziati che mostrano eccezionale creatività attraverso il loro lavoro. L’artista è stato introdotto dalla Dott.ssa Teresa Fiore e dalla vice-console Dott.ssa Clelia Di Rienzo di fronte ad un numeroso pubblico di più di duecentocinquanta tra studenti, professori e persone interessate all’arte venute da varie parti del NJ così come da New York per questo evento inserito nella ricco programma dell’Ambasciata Italiana “2013 Anno della Cultura Italiana negli USA”. Alla lectio di Vitali è seguita una conversazione con Ulysses Grant Dietz, curatore della sezione di Arti Decorative del Museo di Newark e grande ammiratore dell’argentiere romano, suo vicino di casa, e la proiezione di uno spezzone del documentario in fieri sul lavoro di Vitali realizzato dall’Art Institute of Chicago. Ubaldo Vitali ha voluto fare un omaggio alle muse che l’hanno ispirato nel lavoro e nella vita, precisando che la creatività può essere alimentata dovunque e non appartiene soltanto a luoghi ricchi d’arte e di storia come la sua città d’origine. Tuttavia, l’artista, nato nella città eterna nel 1944, ne ha lungamente decantato le bellezze durante la serata. Il concetto di amore a cui si ispira Vitali comprende opere cinematografiche indimenticabili quali "Roma Città Aperta", "La Strada", "Ladri di Biciclette" che rappresentano l’Italia povera del dopoguerra, così come "Roman Holiday" e "Three Coins in the Fountain" o i classici di Fellini che ebbero invece il merito di mostrare l’altra faccia di Roma e dell’Italia, forse più leggera ma non per questo Collegium Fraternitatis, Vitali ha ricordato i suoi maestri. Prima di tutto, Luigi Montanarini, rappresentante della Scuola Romana, di cui ha ricordato la frase “Il linguaggio dell’anima è sconosciuto finché non diviene pittura”. In queste poche parole si riflette la filosofia di Vitali l’alchimista, cioè di colui che fa del processo continuo di trasformazione di energia e materiali una missione di vita alla ricerca della purezza, della leggerezza, e di ciò che è bello eternamente. Se nei secoli è spesso prevalso l’aspetto esoterico e misterioso di questa scienza, Vitali ha il merito di ridare il giusto peso all’alchimia come disciplina complessa, fusione di filosofia, matematica, maestria artigianale, conoscenza della chimica e della natura dei materiali, a cui Vitali unisce lo studio dell’architettura, della scultura, e della storia. Insomma, Vitali è molto di più di un raffinato argentiere. E’ un artista a tutto tondo che concepisce l’alchimia come il fuoco che fonde il suo sfaccettato sapere e lo plasma in un oggetto. Altri maestri citati da Vitali sono stati Alcide Ticò, di cui ha ricordato, oltre all’apparizione nel film del 1953 "Roman Holiday" con Gregory Peck, la frase “Fate errori con passione” che Vitali ha proposto ai presenti come modo per affrontare la vita. Inoltre, sono stati fondamentali per la sua formazione gli scultori Andrea Spadini, Pietro Lombardi e Pericle Fazzini. Di quest’ultimo, creatore della controversa opera “The Resurrection” datata 1977 ed esposta in Vaticano, Vitali ha ricordato la frase “Distillare lo spirito dalla materia”, un altro dei princìpi ispiratori dell’alchimista la cui funzione è quella di “ottenere i tesori della natura, seguendo la natura stessa ed evitando gli errori generati dalla fretta e dalla noia”. della "Dolce Vita" degli anni ’50 e '60. Si è soffermato in particolare sul centro storico della capitale dove trascorse la maggior parte della giovinezza tra lo studio del padre, l’Accademia, la scalinata di Piazza di Spagna, ed in particolare Via Margutta. La descrizione accurata e pittoresca di Vitali ha anche incluso i punti d’incontro obbligatori per gli intellettuali italiani ed internazionali: dal famoso Caffè Greco del 1760 frequentato da Guttuso e De Chirico ai caffè Canova e Rosati di Fellini e Pasolini fino ai ristoranti Cesaretto e Re degli Amici e la trattoria Otello alla Concordia proprio di fronte al suo studio. Nel condividere questo squarcio di storia culturale romana, l’intenzione di Vitali non era certo di autocelebrarsi ma di fornirci un autoritratto quanto più completo possibile della sua giovinezza. Un tempo nel quale, seguendo le orme del nonno che era un restauratore di opere d’argento per la Soprintendenza delle Belle Arti, Vitali imparò il mestiere da giovane prima di trasferirsi. Arrivato con tutti i suoi strumenti di lavoro dall’Italia a Newark negli anni caldi delle rivolte sociali, fu in realtà accolto a braccia aperte e cominciò quasi subito ad avere lavori commissionati da Tiffany, a New York, dove però gli fu consigliato di aprire uno studio in proprio. Questo fu un rischio ma anche l’inizio di una carriera folgorante e originale che lo portò a creare per Bulgari, Cartier, Steuben Glass, così come per rappresentanti di Stato e Chiesa, dal Papa ad Andreotti fino al Presidente degli Stati Uniti che nel 1973 gli commissionò un regalo per lo Scià dell’Iran. Vitali è un maestro dalle doti uniche ma umile e pronto a riconoscere il valore delle muse del passato così come dei suoi collaboratori di oggi, che ha presentato alla fine dell’incontro. Durante la sua presentazione, alcuni dei suoi splendidi pezzi d’argento erano in esposizione al Conference Center in una sala da cui si gode la vista di New York all’orizzonte. Tra gli altri abbiamo potuto ammirare eleganti servizi da tè e caffè, intricati candelabri, caraffe sinuose, terrine per risotti e persino un simpatico cappello da cowboy, tutti pezzi ispirati a brani musicali classici, pittura astratta o movimenti della natura, in quel tipico intreccio di mondi che è il processo creativo di Vitali, tanto importante quanto la sua tecnica sopraffina di artista e artigiano. Le parole non fanno giustizia alla bellezza e alla complessità delle creazioni di Ubaldo Vitali, ma questo incontro fatto anche di parole ha dato pieno spazio al valore artistico delle sue opere. Chi si aspettava di ammirare un misterioso alchimista ha trovato invece un artista con i piedi ben piantati nel suo studio e le mani piene di calli ma con una visione rinascimentale e idealista del mondo. “Seguite i vostri sogni”, “Non abbiate paura di sbagliare”, “L’amore vince su tutto” ha ripetuto Vitali, che in questo modo ci ha lasciato molto di più che la sua immagine d’artista donandoci quella ben più preziosa di un uomo saggio. La programmazione Inserra continua con il terzo e ultimo appuntamento per la stagione, giovedì 11 aprile alle 6pm con una relazione della Prof. Eugenia Paulicelli sul ruolo della moda nel cinema del boom italiano. La serata sarà arricchita da proiezioni di spezzoni di film e fotografie, da modelli in esposizione e da musica ispirata ai film di Fellini e Antonioni. Per maggiori informazioni si veda: www.montclair.edu/inserra/events (o si contatti [email protected]). Nelle foto, Ulysses Grant Dietz (a sinistra) con Teresa Fiore e Ubaldo Vitali, nonché due delle opere dell’“alchimista” dell’argento: il “Cappello da cowboy” e un “Servizio da caffè” (© Jessica Pomponio) Danza: l’eccellenza italiana in un festival a Manhattan N Premiata anche Elena Albano direttrice artistidi Elena International Dance Festival è il primo del suo genere a coinvolgere danzatori, compagnie e coreo- ca di Aconcoli Dance e docente di tecnica Graham Greco grafi italiani e statunitensi in una cornice di scam- presso il Centro studi Coreografici Teatro Carcano ELL’ANNO della celebrazione delle eccellenze italiane in America, c’è un’eccellenza che torna, per la seconda volta, nei teatri di Manhattan. L’Italian International Dance Festival, voluto e fondato da Antonio Fino, ballerino calabrese di casa a New York, con la collaborazione di Tabata Caldironi e Gianluca Blandi, apre per il secondo anno le sue porte a ballerini italiani e non per celebrare la danza in tutte le sue forme. L’appuntamento è il 21 marzo all’Alvin Ailey Dance Theatre e il 22 al Julia Richmond Theatre del Talent Unlimited, liceo pubblico dedicato alle “performing arts”. Oltre a fornire borse di studio, l’Italian bio e collaborazione. Questa è, in realtà, la seconda creatura di Antonio Fini, il quale ha precedentemente fondato l’Alto Jonio Festival, che porta artisti americani – e non solo – a Villapiana, sulle coste della Calabria Jonica per una settimana di coreografie e premi. Quest’anno, l’ Italian International Dance Festival celebra il 2013 Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti premiando la leggenda della danza italoamericana “Luigi” (Eugene Louis Faccuito), colui che ha fatto ballare tutte le grandi stelle di Broadway e Hollywood e che proprio il 21 marzo festeggerà 88 anni. Luigi riceverà l’IIDF “A Heart for Art” Lifetime Achivement Award per una carriera eminente nella danza in America e nel mondo. Milano eAlexAtzewi, direttore artistico dell’Atzewi Dance Company. Ovviamente, il Festival non si occupa solo di dare premi. Il 22, ad esempio, il pubblico avrà la possibilità di assistere alle esibizioni di Atzewi Dance Company, Aconcoli Dance, Dancing with Noa Guy, Mare Nostrum Elements di Nicola Iervasi e Kevin Albert e della Michael Mao Dance con un estratto dal “Messa da Requiem” di Verdi dedicata ai duecento anni della nascita del grande compositore. In più, sono previste masterclass, incontri, scambi culturali e la proclamazione del vincitore del concorso fotografico Dance with your Heart”. Insomma, due giornate piene di danza e di Italia nel cuore di Manhattan. Per maggiori informazioni, consultare il sito www.italianidf.com. 17 MARZO 2013 MAGAZINE DOMENICALE DI AMERICA OGGI www.oggi7.info OGG I 7 “Io camminerò” Sciascia mafioso? Leonardo Sciascia e la manifestazione a Portella della Ginestra il Primo Maggio 1947 La storia di Cosa Nostra in un saggio dello scrittore di Racalmuto L’arresto di Vito Genovese, Portella della Ginestra e la “scomparsa” di De Mauro SERVIZIO A PAGINA 5 Primo Piano \ Francesca Massimino “Scherzi” di mafia? PAG. 4 Arte \ Montclair State University L’alchimista Ubaldo Vitali PAG. 9 Lirica \ Saimir Pirgu Un Alfredo albanese al Met PAG. 7