CAMPIONATO GIORNALISMO MARTEDÌ 25 FEBBRAIO 2014 9 Scuola Media I. Masih Bientina Bientina - Buti Buti Bambini che cambiano il mondo L’esempio di Iqbal e Malala, paladini dei diritti dell’infanzia OGGI sembra che servano dei martiri per far capire alla società l’importanza di alcune questioni come quella riguardante i diritti dei bambini, riconosciuti persone a tutti gli effetti, titolari di diritti e di specifiche esigenze affettive, psicologiche, intellettuali. In nome dell’affermazione di questi diritti Iqbal Masih, un ragazzino pakistano, è stato ucciso il 12 aprile 1995. Costretto a lavorare in una fabbrica di tappeti per 14 ore al giorno incatenato a un telaio, tentò più volte di fuggire, fu riacciuffato, ma scappò nuovamente. Conosciuto il “Fronte per la liberazione del lavoro minorile”, partecipò a varie conferenze con l’idea di sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale per testimoniare la sofferenza sua e quella di tutti gli altri bambini, denunciando chi si arricchiva sfruttando il lavoro minorile. Grazie al suo impegno molte fabbriche di tappeti della sua città furono chiuse. UNA delle frasi che ci ha colpito di più è stata: «Nessun bambino dovrebbe impugnare uno strumento di lavoro. Gli unici stru- li. SOPRAVVISSUTA Malala tenne un toccante discorso all’Onu menti che dovrebbe tenere in mano sono penne e matite». Proprio come Malala, pakistana come lui che in un bellissimo discorso tenuto all’Assemblea Generale dell’Onu lo scorso luglio ha affermato tra l’altro che «un bambino, un insegnante, un libro, una penna possono cambiare il mondo» contro i soprusi che molte donne e i loro figli sono costretti a subire in tante parti del mondo. Anche Malala aveva ricevuto numerose minacce di morte. Un giorno, mentre andava a scuola i talebani sequestrarono il suo autobus e le spararono ferendola gravemente alla testa. Per fortuna Malala è sopravvissuta, non si è arresa e continua tuttora a difendere i suoi idea- MOLTE persone nel mondo si impegnano per salvaguardare dei diritti dell’infanzia. Nella nostra scuola queste storie e questi ideali sono molto sentiti e condivisi, a partire dai nostri insegnanti che nelle ore di lezione insistono continuamente sulla necessità di essere istruiti per affrontare il mondo che ci circonda, per evitare che qualcuno decida al posto nostro approfittando della nostra ignoranza, per non dire sempre sì a tutto quello che ci viene proposto senza aver riflettuto bene prima con la conoscenza. E’ capitato certamente a tutti, forse anche al nostro Dirigente scolastico, di non aver voglia di andare a scuola, almeno per un giorno, ma dobbiamo spazzar via questi pensieri di fronte alla straordinaria semplicità di persone coraggiose come Iqbal e Malala che hanno sacrificato la loro vita nel rivendicare un diritto fondamentale anche per i figli e le figlie di chi li aveva minacciati. PROGETTI IMPEGNO E AIUTI CONCRETI DELLE ISTITUZIONI TOSCANE. DIECI ANNI DI «SCREAM» Anche Buti fra le città «Amiche» dell’Unicef MANO TESA Sono 192 i paesi del mondo in cui opera Unicef IL COMUNE di Buti, dove si trova la nostra scuola, è sempre stato molto sensibile e attento ai diritti dell’infanzia. Il 14 novembre 2013 al Teatro “Francesco di Bartolo” è stato celebrato il 10˚ anniversario del progetto S.C.R.E.A.M contro lo sfruttamento dei minori, che ha coinvolto Provincia, Comitato Unicef, Regione Toscana, l’Università, la Scuola Sant’Anna, vari istituti scolastici della provincia di Pisa, molte realtà del non profit. La mattina del 4 dicembre la nostra città è stata nominata dall’Unicef “Amica dei bambini, delle bambine e degli adolescenti” con una cerimonia alla quale hanno partecipato le scuole del Comune con video e interventi che hanno stupito il sindaco, i suoi collaboratori e persino i rappresentanti dell’Unicef arrivati da Pisa per l’occasione. IL RICONOSCIMENTO comporta tra l’altro il conferimento della cittadinanza onoraria ai ragazzi di origine straniera nati nel territorio per una migliore integrazione. Ma che cos’è l’Unicef? E’ un’agenzia delle Nazioni Unite, nata nel 1946, per aiutare i bambini. Essa opera in 192 paesi tramite i suoi Comitati Nazionali. Il suo motto è: «Nessun angolo del mondo è così remoto da impedirci di salvare tutti i bambini e garantire i loro diritti». Malgrado gli sforzi sostenuti c’è ancora tanto da fare. Da un rapporto di “Save the children” del 2013, nel mondo si sono ridotte le discriminazioni di genere, ma a tante ragazze ancora è negata la frequenza alle scuole superiori. E ancora il 40% dei bambini in età scolare non va a scuola, la abbandona o è non riuscito ancora ad acquisire le competenze di base. LA REDAZIONE LA PAGINA è stata realizzata dagli studenti della III A dell’Ic ‘I. Masih’ di Buti: Eleonora Biagioni, Samuele Bianco, Jessica Buti, Matteo Caioli, Alessia Ciampalini, Tommaso Coronese, Alessandro Del Ry, Mirko Dell’Agnello, Massimiliano Frassi, Leonardo Landi, Hamzah Malih, Tommaso Prisco, Noemi Rossi, Noemi Sanchini, Davide Sella, Vanessa Spigai, Matilde Taliani, Camilla Tognarelli, Alessia Zenobi. Il dirigente scolastico è il professor Luigi Vittipaldi e l’insegnante tutor che ha seguito i ragazzi nella raccolta delle notizie e nella realizzazione del lavoro è la professoressa Elena Amerighi. L’INTERVISTA «Vita pubblica Anche i piccoli partecipino» LA NOSTRA classe ha deciso di intervistare il sindaco di Buti al quale abbiamo posto alcune domande. Perché è importante investire sui bambini? «I bambini sono il futuro di una comunità e a loro va data la maggiore formazione possibile perché un domani possano mettere in pratica quanto è stato loro insegnato in fatto di nozioni e di valori». Che impegni comporta il fatto che Buti sia diventato Comune amico delle bambine e dei bambini? «Ci impegnamo a favorire la partecipazione dei bambini alla vita pubblica; a sviluppare con le scuole tematiche legate all’infanzia con il “Progetto memoria”: studiare la storia passata per capire dove vogliamo andare». Qual è la situazione dell’infanzia nel territorio? «E’ abbastanza positiva, Buti è una realtà felice. C’è un calo demografico sensibile: i bambini sono diminuiti, ma la situazione dell’istruzione è molto migliorata rispetto al passato, se pensiamo che i nostri nonni dopo la scuola andavano a lavorare nei campi». Come possiamo contribuire ad aiutare i bambini lontani da noi che hanno bisogno di istruzione e di una tutela affettiva? «Basta collegarsi con il sito dell’Unicef e informarsi sulle varie iniziative di questa importante agenzia dell’Onu; potremmo pensare anche ad adottare i bambini a distanza con associazioni come Bhalobasa. Il costo è veramente basso: circa 140 euro all’anno. Se pensiamo a quanto costano i vari smartphone». ••