L AGRA MMATIC Federica Pellegrino editoria in rete: l’abc della newsletter ultima volta abbiamo visto che L’ DIRIGENTE 9-2004 una campagna di e-mail marketing dovrebbe rispettare i requisiti individuati nella legge delle quattro “i”.1 Ciò significa che l’azienda che sceglie internet come vetrina virtuale deve saper identificare il target, invitare i nuovi contatti a visitare il sito, incentivarli a partecipare e, infine, interagire con loro, vale a dire sviluppare relazioni one-to-one. Queste si realizzano attraverso la newsletter, una lunga e ben confezionata e-mail, inviata periodicamente nella casella di posta elettronica dei clienti e potenziali tali che ne hanno fatto richiesta. Un ottimo strumento per creare traffico sul sito, pubblicizzare i propri prodotti in tempo quasi reale e rinforzare quel senso di unione e di collettività che è parte del successo del marketing online. La crescente complessità di internet e l’avvento di sempre nuove ed elaborate tecnologie suggeriscono di affidare la realizzazione della newsletter a specialisti del settore, per esempio studi grafici e società informatiche. Tuttavia, se l’azienda ha risorse tali da poter coltivare specifiche professionalità che si occupino dell’attività redazionale, può curare la newsletter dall’interno, a patto che garantisca al personale addetto una formazione specifi- 56 9 Federica Pellegrino, esperta di scrittura professionale, ha all’attivo un’ampia esperienza di formazione nel campo della scrittura controllata, la collaborazione al periodico Guida agli Enti Locali de Il Sole 24 Ore per la rubrica “Manuale di Stile” e la collaborazione alla redazione della pagina web www.maldura.unipd. it/buro. È autrice di numerosi saggi sulla scrittura istituzionale e professionale, tra cui segnaliamo la “Guida alla scrittura istituzionale”, scritto in collaborazione con Michele A. Cortelazzo e pubblicato da Laterza Si può scegliere il “fai da te” o piuttosto ci si può affidare a esperti del settore, ma in ogni caso non guasta conoscere l’abc di questo straordinario strumento di marketing ca e costante. In ogni caso, sia che si opti per la redazione “fai da te”, sia che si scelga di esternalizzare l’attività, ci sono alcuni aspetti della newsletter che è bene conoscere. Contenuti intelligenti, mirati ed espressi con stile Al di là della forma, delle modalità di distribuzione o della gestione della mailing list, per produrre una newsletter che funzioni e che non si riduca a un foglio elettronico pieno zeppo di stupidaggini, il primo aspetto da curare è l’individuazione dei contenuti da trasmettere. Secondo Adam Southam, presidente della Reshare Corporation, società di software specializzata nella gestione di canali relazionali, “se il contenuto non è valido e rilevante [per il lettore], allora la newsletter può fare più male che bene”. I contenuti della newsletter possono essere informativi sui prodotti dell’azienda oppure più generici. Nel primo caso si gioca in casa, perché tutte le informazioni necessarie sono a portata di mano; nel secondo caso, invece, ci si può avvalere delle ricerche di società di servizi oppure di adeguate rassegne stampa, purché i dati raccolti siano rilevanti per i lettori. In ogni caso deve trattarsi di contenuti intelligenti, accattivanti, aggiornati e dietro ai qua- Parole in rete: ADSL Per permettere collegamenti a internet sulle normali linee telefoniche alla velocità di milioni di bit al secondo sono state messe a punto diverse tecnologie, definite xDsl. Attualmente la più efficace è l’Adsl, che sta per Asymmetric subscriber digital line. La sua efficacia è dovuta all’asimmetria esistente tra la velocità di trasferimento dati dalla rete verso l’utente (downstream) e quella in senso inverso (upstream): la prima è molto più elevata della seconda perché il volume di dati in risposta è sempre molto superiore al volume di dati inviati come richiesta. li sia evidente un lavoro serio. Un lavoro che è comunque facilitato dalle potenzialità della rete. Prendiamo il caso dell’editore di un qualsiasi periodico cartaceo: egli non ha modo di sapere l’uso che ne fa la gente, quali articoli vengono letti più volentieri o su quali C ADELLARETE proponendo qualcosa di imperdibile, evitate il clima da televendita di basso profilo. Gli studi di Nielsen hanno infatti dimostrato come i lettori considerino poco credibile un linguaggio eccessivamente promozionale. E attenzione agli specchietti per le allodole: mettere in vetrina - per esempio nel titolo - termini quali “offerta” o “gratis” potrebbe rivelarsi controproducente, perché si rischia che il messaggio venga bloccato dai filtri anti-spamming e non giunga mai alla casella del destinatario. Infine, la forma. Premesso che il bello è un concetto estremamente soggettivo, si potrebbe pensare che una newsletter dal formato elaborato e ricco di finezze grafiche sia un prodotto più bello e quindi migliore. Per gli esperti di usabilità, invece, sembra essere vero il contrario. Molti di essi - tra i quali il gruppo di Nielsen - confezionano newsletter esteticamente povere, che hanno il vantaggio non trascurabile di essere scaricabili molto rapidamente. Patti chiari, amicizia lunga no di conoscere quanto spesso una newsletter viene aperta, chi la apre e che cosa legge. Questi dati sono estremamente preziosi perché orientano la scelta delle informazioni attraverso la segmentazione del target2. Una volta scelti i contenuti, si pone il problema di decidere quanti inserirne in ciascun numero della newsletter. Jakob Nielsen suggerisce di non stressare i lettori e quindi di essere brevi e concisi. La newsletter deve essere solo una vetrina con spunti interessanti e link che permettano di accedere a informazioni più dettagliate, perché “è il sito web il luogo delle ricerche approfondite”. Quanto allo stile, è opportuno che si mantenga in linea con i tratti peculiari della comunicazione aziendale. E anche se state Una ricerca condotta dal Wall Street Journal ha messo in luce come grandi aziende americane investano cifre e risorse esorbitanti per intraprendere sofisticate campagne di e-mail marketing e non riescano nell’iniziativa – o comunque non con i risultati sperati – perché trascurano l’abc. Vediamo brevemente come non incorrere negli stessi errori. In primo luogo, l’e-mail marketing ha successo se l’utente avverte di avervi aderito liberamente. Può sembrare una contraddizione, ma l’azienda fidelizza meglio i clienti se lascia loro aperte non solo l’entrata ma anche l’uscita. È opportuno quindi che in ogni numero della newsletter venga spiegato all’utente, generalmente con poche righe in coda al testo, come cancellarsi dalla newsletter stessa. In secondo luogo, per mantenere un filo diretto con i propri clienti, è fondamentale rispettare la periodicità delle uscite. Esistono dei limiti teorici minimi e massimi da non superare, che dipendono in gran parte dalla natura della newsletter. Una newsletter può essere settimanale - la quotidianità la renderebbe alla lunga più una seccatura che altro - quindicinale, mensile o bimestrale. Tuttavia, il limite massimo di silenzio consigliabile è un mese, oltre il quale si corre il rischio di essere dimenticati o di essere considerati alla stregua di inopportuni spammer. È buona norma, infine, rispondere sempre ai messaggi e-mail dei clienti: è una maniera cortese per fidelizzarli a vita. Se poi i messaggi sono tanti e non è possibile dare una risposta a tutti in tempi ragionevoli, è il caso di dotarsi di un autoresponder, un software che risponde automaticamente ai messaggi in entrata con una e-mail generica. Un modo intelligente di prendere tempo pur mantenendo vivo il contatto. Uno strumento di business Se le funzioni principali della newsletter sono quelle di promuovere i propri prodotti, fidelizzare i clienti e stimolare il feedback, la newsletter può trasformarsi anche in uno strumento di business. Può cioè ospitare spazi pubblicitari attraverso l’inserimento di link a siti sponsor o di banner multicolore (si è visto però che i link funzionano meglio dei banner). Alcune newsletter hanno riscosso un successo clamoroso in questa direzione. Pietro Veragouth, nel suo Il marketing online e i suoi strumenti operativi, cita il caso di “eXpofile”, la newsletter del portale “tsnn.com”, che in un paio d’anni da una semplice e-mail di informazioni interne è diventata un raffinato e prezioso strumento di marketing, sponsorizzato da diverse grandi aziende. 1 Vedi Il giornale del dirigente, n. 4-2004 2 Per saperne di più date un’occhiata ai siti “Email Labs” (www.emaillabs.com) e “imakenews. com” (www.imakenews.com). 57 9 DIRIGENTE 9-2004 pubblicità cade più spesso l’occhio. L’editore di una newsletter, invece, ha il vantaggio di disporre di un mezzo estremamente flessibile che può, proprio come un abito, essere tagliato su misura dei bisogni dei lettori. Esistono infatti degli strumenti di analisi che permetto-