Disturbi alimentari I FATTORI CHE PREDISPONGONO UN INDIVIDUO A UN DISTURBO ALIMENTARE, NON SONO ANCORA COMPLETAMENTE CHIARI. L’INTERAZIONE TRA: FATTORI BIOLOGICI FATTORI PSICOSOCIALI FATTORI CULTURALI CONTRIBUISCE ALL’ESORDIO E AL MANTENIMENTO DELLA MALATTIA Anoressia nervosa Nella popolazione femminile le percentuali oscillano tra lo 0,3 al 3,7% L’età maggiormente coinvolta è quella che va dai 14 ai 18 anni L’anoressia è il disturbo mentale con maggiore mortalità (15%) Manifestazioni dell’anoressia nervosa Paura ad acquistare peso Percezione distorta riguardo se stessi Amenorrea nella donna o ritardo del menarca ANORESSIA NERVOSA CARATTERISTICHE FAMILIARI TIPICHE inglobamento, iperintrusione dei familiari, l’iperprotezione dei genitori nei confronti dei figli, la rigida adesione ai ruoli nella famiglia e l’evitamento di conflitti aperti. CONFLITTO INCONSCIO TRA DIPENDENZA E SEPARAZIONE/ INDIVIDUAZIONE rifiutando il cibo, che dovrebbe nutrire il corpo, la paziente blocca le sue capacità di diventare una donna adulta e indipendente. La malnutrizione causa anche l’interruzione delle mestruazioni, il che può servire ad alleviare l’ansia in un’adolescente che considera minacciosa la prospettiva della femminilità. Panoramica storica Anni ‘30: alta prevalenza di anoressia; Anni ‘40-’50: diminuiscono i casi di anoressia; Anni ’60-’70: nuovo aumento sino al picco degli anni ’80; Anni ’80-’90: vero e proprio problema psichiatrico nonché argomento “alla moda”. Culto dell’aspetto emaciato. Caratteristiche del disturbo Maggioranza di donne (rapporto 9 a 1); Scatenato da eventi stressanti che mettono alla prova senso di identità e capacità personali; Famiglia in cui l’investimento sul successo è forte; Figlie compiacenti costrette ad essere perfette con sottostante senso di impotenza; Inizia con il sottoporsi ad una dieta ma data la vulnerabilità genera forte senso di autocontrollo; Caratteristiche del disturbo Inganna tanto gli altri quanto se stessa; L’Anoressia ha diverse analogia con tossicodipendenza e alcolismo, in particolare per dipendenza e diniego della propria condizione Prende avvio una dinamica interna indipendente da fattori che l’hanno originata; Comorbidità DEPRESSIONE DISTURBO DISTURBI OSSESSIVO ANSIOSI COMPULSIVO Tipologie di intervento OSPEDALIZZAZIONE TERAPIA AMBULATORIALE STRUTTURE SPECIALIZZATE nonostante le terapie risultino diverse a seconda delle teorie di riferimento gli obiettivi sono unanimi: Costruzione di abilità sociali e di coping Gestione del disagio e di cambiamenti fisici Terapia familiare Pioniere nello studio di tale malattia è Bruch,(anni’70) psicoanalista tedesca, autrice del libro: “La gabbia dorata: L’enigma dell’anoressia mentale”. Minuchin (1974) i disturbi alimentari colpiscono le famiglie invischiate L’anoressia diventa l’unica autonomia possibile Chiarezza dei confini La chiarezza dei confini (regole che definiscono chi partecipa e come) Alcune famiglie concentrano l’interesse su sé stesse, il risultato è che la distanza diminuisce e i confini si confondono. La differenziazione del sistema familiare si indebolisce. Altre famiglie sviluppano confini eccessivamente rigidi. la comunicazione tra i sottosistemi diventa difficile e le funzioni di difesa della famiglia sono danneggiate. Nel funzionamento dei confini questi due estremi sono chiamati: invischiamento e disimpegno Confini eccessivamente rigidi Confini chiari Confini eccessivamente rigidi Confini chiari Confini diffusi Confini diffusi Famiglie Invischiate Famiglie Disimpegnate Famiglie Invischiate Famiglie Disimpegnate P M P P P M M F M F F F F F F F Senso distorto dell’indipendenza Assenza di sentimenti di appartenenza e di lealtà nei confronti della propria famiglia Senso distorto dell’indipendenza Rapporto con l’esterno: centrifugo Assenza di sentimenti di appartenenza e di lealtà nei confronti della propria famiglia Rapporto con l’esterno: centrifugo Mancanza di differenziazione tra i singoli soggetti e tra i singoli sottosistemi Mancanza di differenziazione Senso distorto dell’appartenenza tra i singoli soggetti e tra i sottosistemi Rapporto consingoli l’esterno: centripeto Senso distorto dell’appartenenza Rapporto con l’esterno: centripeto Possiamo avere differenti tipologie di famiglia se consideriamo le distanze interpersonali cioè dei membri tra loro abbiamo: famiglia disimpegnata:caratterizzata da separatezza fisica ed emotiva. “Ognuno per se” famiglia invischiata:caratterizzata da un ravvicinamento emotivo estremo “Uno per tutti, tutti per uno”L’attenzione è concentrata all’interno e vi sono pochi rapporti con l’esterno per cui le transazioni evolutive o le perdite diventano eventi particolarmente problematiche. famiglie connesse:la vicinanza emotiva viene meglio bilanciata con tolleranza e rispetto. La distanza della famiglia e ambiente esterno Famiglie bilanciate: manifestano abilità nel risolvere tensioni. Esse sono coinvolte in attività del mondo esterno e da questi rapporti sanno arricchire la propria vita familiare Famiglia centripeta Cercano gratificazioni soprattutto all’interno della famiglia. Sopprimono i sentimenti negativi ed esaltano quelli positivi.Tendono a legare i figli e a renderne difficile l’emancipazione. I figli presentano tratti compulsivi I sintomi comprendono gravi stati ossessivo compulsivo, depressione e anoressia Non ci sono confini chiari e i genitori parlano al posto dei figli … Non c’è identità individuale Famiglie centrifughe Le gratificazioni provengono dall’esterno, tendono ad espellere i propri figli prima che il processo di individuazione sia completo Sono famiglie inclini alle famiglie bordline Sono frequenti le manifestazioni di rabbia, e litigi violenti. Un’atmosfera “terra di nessuno” i cui supporti e le cure sono scarsi o nulli Ogni membro si trova da solo e la sfiducia e l’insoddisfazione portano ad assumere comportamenti bordline Il paziente, allora, non è solo colui che subisce ed esibisce un sintomo, ma, paradossalmente, diviene esso stesso un sintomo: quello di una famiglia disfunzionale L’ attaccamento è un particolare legame o relazione stabile che si instaura tra il bambino e la persona adulta che si prende cura di lui a partire dalla nascita, sulla base degli scambi interattivi e comportamentali che si svolgono tra i due. Queste esperienze relazionali precoci si cristallizzano in modelli operativi interni o stati della mente in relazione all’attaccamento, che guideranno il bambino permettendogli di anticipare il comportamento dell’altro e di pianificare un’adeguata linea di risposta. Sicuro Insicuro – evitante Insicuro - ambivalente (Ainsworth M.) Approccio multidisciplinare Medici, nutrizionisti, psicologi,psichiatri… BULIMIA Ingestione in un certo determinato tempo (meno di due ore) di una grande quantità di cibo. Durante l’abbuffata il soggetto sente di perdere il controllo e termina solo quando non vi è più nulla da mangiare o per malessere. BULIMIA NERVOSA i fattori implicati variano da individuo ad individuo. Le abbuffate sono spesso vissute come fuga transitoria dal rigido controllo sia del contesto alimentare che di altre aree della vita. Le condotte di eliminazione assumono il significato di annullare questo errore e di riacquistare il senso del controllo. Bulimia – Panoramica storica 1970: rapida diffusione; 1980: DSM-III la identifica semplicemente come disturbo dal alimentazione incontrollata, definizione poi rivelatasi insoddisfacente in quanto non sottolineava le preoccupazioni per peso, immagine corporea e atti compensatori; 1987: DSM-III-R conia la nuova etichetta di bulimia nervosa; Caratteristiche del disturbo Maggioranza di donne (rapporto 9 a 1); Forte tensione precedente l’abbuffata; Tra un episodio e l’altro spesso digiunano Nel pieno dell’episodio la persona si sente posseduta; Inizia l’abbuffata, si abbassa la tensione, sopraggiungono però vergogna e senso di colpa; Dopo aver vomitato si sente tranquilla ma segue quasi immediatamente il disagio e il ciclo si ripete; Caratteristiche del disturbo Il ciclo bulimico viene paragonato ad una condotta dipendente che si rinforza potentemente; Riuscendo a mantenere il peso normale nascondono facilmente il problema; Le abbuffate si verificano in solitudine e di nascosto Sono indotte da stati depressivi di umore, stress interpersonale, sentimenti di insoddisfazione Trattamento Psicologico:gruppi di auto-aiuto Ps. Cognitivo-comportamentale Farmacologico: antidepressivi Tipologie di intervento APPROCCIO PSICODINAMICO: Trattamento a breve termine che unisce controllo del comportamento alimentare e sottostanti problemi emotivi TERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE: Trattamento a breve termine che unisce automonitoraggio del comportamento alimentare, tecniche per il controllo delle abbuffate mettendo alla prova cognizioni distorte TERAPIA INTERPERSONALE: terapia a breve termine che si concentra sui problemi interpersonali senza occuparsi della sintomatologia Idealizzazione della magrezza Diete Ossessione per la linea QUESTI TRE FATTORI AUMENTANO IL RISCHIO DI DISTURBI ALIMENTARI? Il fatto che, nel corso degli ultimi trent’anni, si siano affermati ideali fisici di magrezza sempre maggiori, assieme a un aumento dell’incidenza di disturbi dell’alimentazione, non prova che quest’ultimo fenomeno sia la conseguenza dei tre fattori. È comunque importante ricordare ( Kirkland, 1986 ) che in discipline sportive, come ad esempio la danza, la combinazione di ambiente competitivo requisiti di magrezza comporti l’aumento della probabilità che i soggetti soffrano di disturbi dell’alimentazione Famiglie “anti grasso” Nelle famiglie delle bulimiche la lotta contro l’obesità è più evidente. Ci si “butta” sul cibo per ridurre il disagio emotivo e risolvere i problemi. Elevata percentuale di genitori che ha precedenti di obesità Al contrario nelle famiglie delle anoressiche vi è una “rinuncia” al cibo. La grassezza simboleggia i “peccati della carne”, indolenza, sciatteria e autoindulgenza Obesità: Aspetti Sociali Nelle società occidentali odierne gli obesi costituiscono una categoria disprezzata. Lo stereotipo morale dell’obesità implica attributi quali la pigrizia, l’indulgenza verso se stessi e l’avidità; al contrario, la magrezza è simbolo dell’autocontrollo e della raffinatezza. Nonostante l’obesità sia un problema che riguarda da vicino anche gli uomini, la questione della grassezza NON è sessualmente neutra; ancora una volta gli stereotipi esercitano sulle donne l’influsso più potente e vincolante. Anche per l’obesità ci sono differenze etniche e culturali; i neri infatti preferiscono le donne più floride. La minore riprovazione sociale dell’obesità nelle donne nere spiega probabilmente la più bassa prevalenza di disturbi dell’alimentazione nella popolazione afroamericana. I DISTURBI ALIMENTARI ì Richard A. Gordon “Anoressia e Bulimia”. Anatomia di un’epidemia sociale, Raffaello Cortina Editore, 2004. Mara Selvini Palazzoli “L’anoressia mentale”, Raffaello Cortina Editore, 2006. Mara Selvini Palazzoli, S. Cirillo, M. Selvini, A. M. Sorrentino “Ragazze anoressiche e bulimiche”. La terapia familiare, Raffaello Cortina Editore,1998