Anno XLV - N. 1 Gennaio-Febbraio 2009 L’esempio Publilio Siro ca. 50 a.C., mimo romano di origine antiochena, diceva: quando l’anziano agisce male, il giovane impara a comportarsi male. E un proverbio tedesco: “i giovani cinguettano secondo come hanno udito cantare i vecchi”. Il cattivo esempio è una piaga morale che può degenerare fino a raggiungere livelli molto bassi e avvilenti, come ci informa troppo spesso la cronaca di questi tempi. La Bibbia non di rado stigmatizza l’anziano che depone la dignità della sua esperienza e si getta nel vizio, divenendo così cattivo maestro. Ricordiamo l’episodio della onesta Susanna insidiata dai due personaggi (Daniele Cap. 13). Non dimentichiamo che si devono insegnare i valori etici non tanto a parole, ma con l’esempio o l’azione. Ci sono genitori che sbraitano contro i figli degeneri e loro per primi, sono pronti nella vita ad essere ingiusti, corrotti, triviali, superficiali. Seneca nelle “Lettere a Lucilio” scriveva: “Lunga è la strada dei precetti insegnati, breve ed efficace quella degli esempi”. Lapidaria la condanna di Gesù verso gli scribi ed i farisei: “Dicono e non fanno” (Mt 23,3). Oggi siamo molto attenti ad addebitare le colpe del mondo ad altri, ma assomigliamo a quei malati che sono a letto con la febbre Coloro che hanno la febbre non trovano nessuna posizione buona; non sono rimasti ancora un quarto d’ora in una posizione, che già vorrebbero cambiare la posizione e trovarsi in un altro letto. La colpa non è del letto, ma della febbre che li tormenta. Si girano e rigirano, si voltano e rivoltano, ma sempre trovano qualcosa che non va. Danno la colpa al letto, non si accorgono che il male non è del letto più o meno ben fatto, ma della febbre che hanno dentro. La cura della febbre: cambiare nella nostra vita quanto non vi è di coerenza; essere persone che vivono quello che insegnano. d.F. Anno Paolino Anno Paolino PRIMO VIAGGIO MISSIONARIO Ora seguiamo Paolo nel primo viaggio missionario a Cipro e in Asia Minore: tre anni almeno di cammino, di predicazione, di fughe ed il ritorno verso la metà degli anni quaranta, sotto l’imperatore Claudio. La spedizione è stata decisa dalla chiesa di Antiochia. Gli Atti degli Apostoli, al cap. 13, parlano di un’ispirazione divina che suggerisce l’iniziativa e ne designa i protagonisti: “Riservate Barnaba e Saulo per l’opera per la quale li ho chiamati”, cioè per la predicazione ai pagani, a cui Paolo era già destinato sin dal momento della conversione. Infatti, una visione aveva ordinato ad Anania, cristiano di Damasco, di introdurre ufficialmente nella Chiesa l’ex persecutore Saulo, “perchè egli è per me uno strumento eletto per portare il mio nome dinanzi ai popoli, ai re, ai figli di Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome”. Così, dopo le prime esperienze a Damasco, a Gerusalemme, a Tarso e ad Antiochia ora egli è pronto a portare il nome di Cristo “dinanzi ai popoli”. ”Dopo aver pregato e digiunato (i capi della chiesa di Antiochia) imposero loro le mani e li accomiatarono”. L’atto dell’imporre le mani non è una consacrazione, ma un segno di corresponsabilità della Chiesa antiochena per l’opera che si inizia e un’invocazione del sostegno divino ai missionari. Partono nell’anno 45 o 46: Barnaba, Saulo e (QUINTA PARTE) Giovanni “detto anche Marco”, un giovane che essi hanno portato con sé da Gerusalemme; gli Atti lo indicano come loro aiutante. Scesi da Antiochia a Seleucia, che è il porto della metropoli siriaca, s’imbarcano poi per la prima destinazione: l’isola di Cipro, patria di Barnaba. Cipro, famosa per le miniere di rame, i folti boschi e il “buon olio e buon vino” decantati dallo storico Strabone, ha un’estensione di circa diecimila chilometri quadrati. È stata via via soggetta all’Assiria, all’Egitto, ad Alessandro Magno poi ancora all’Egitto, e dal 58 a.C. sarà sotto Roma fino al 395 d.C. (salvo il periodo dal 47-30 a.C. in cui sull’isola regna Cleopatra, per concessione di Giulio Cesare e poi di Marco Antonio). I tre missionari sbarcano nell’ex capitale Salamina dove “cominciarono ad annunciare la parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei”. Gli evangelizzatori prendono contatto soprattutto con le comunità ebraiche. Il giorno adatto era il sabato, con la riunione in sinagoga per la lettura del(Continua a pagina 2) Sommario Comunità cristiana Cronaca locale Angolo dei ricordi Notizie dal Comune Arfanta: paese mio Voce di Corbanese Parrocchia di Tarzo Alpini Anagrafe Offerte 1-3 4-7 8 9 10 11-13 14-16 17-18 19 20 «Voce amica» pagina 2 (Segue dalla prima pagina) la Legge dei Profeti, presenti fedeli ebrei, i circoncisi, e anche i pagani simpatizzanti non circoncisi, detti “timorati di Dio”. Secondo l’usanza ebraica i fedeli di passaggio venivano invitati a prendere la parola: “fratelli, se avete qualche esortazione per il popolo, parlate.” era questo il momento. Paolo e Barnaba allora rivolgevano ai fratelli l’annuncio del Vangelo, con discorsi che si rifacevano dapprima all’antica storia di Israele, alle promesse divine e alla parola dei Profeti, per proclamare poi: il protagonista della nuova alleanza, l’Unto del Signore annunciato nelle profezie: Gesù di Nazareth crocifisso e risorto. Saulo viene chiamato Paolo. Lasciata Salamina percorrono l’isola nel senso della lunghezza (circa 150 km) e raggiungono Pafo, la nuova capitale in cui risiede il governatore romano, il pro console Sergio Paolo: “persona saggia”, come lo descrive negli Atti Luca. Egli, come altri suoi colleghi, è incuriosito dalle esperienze religiose orientali, tant’è che nel suo seguito c’è anche un mago ebreo, un certo Bar-Jesu o Elimas, che gli Atti chiamano “falso profeta”. Costui capisce subito che il fascino di Paolo è un pericolo per il suo prestigio e fa di tutto perché il proconsole non parli con lui. Ma Sergio Paolo vuole, invece, conoscere la fede che vanno predicando. Così, l’Apostolo fissa Bar-Jesus negli occhi e gli grida: “o uomo pieno di frode e di malizia, figlio del diavolo, nemico di ogni giustizia, quando cesserai di sconvolgere le vie dritte del Signore? Ecco la mano del Signore è sopra di te: sarai cieco e per un certo tempo non vedrai il sole”. Subito il mago perdé la vista e brancolando cercava chi lo guidasse per mano. Quando vide l’accaduto, il proconsole credette. Sergio Paolo, così, diventa la prima alta autorità romana, convertita al cristianesimo. A questo punto gli Atti lasciano cadere incidentalmente una piccola notazione riguardante l’Apostolo: “Saulo, detto anche Paolo, disse...”. È la prima volta che Saulo riceve questa nuova denominazione. Secondo alcuni (tra cui san Gerolamo e sant’Agostino) l’Apostolo ha scelto questo nome in segno di omaggio a Sergio Paolo, il proconsole convertito. Però, era piuttosto frequente nell’ambiente ebraico portare due nomi, uno di origine israelitica, l’altro di origine greca o latina. È il caso, per esempio, dello stesso Giovanni (Marco). Sembra probabile che l’Apostolo come cittadino romano avesse sin dalle origini due nomi. Dopo la predicazione a Pafo, i tre si imbarcano per l’Asia Minore (Turchia), approdando ad Attalia, poi raggiungono Perge di Panfilia, da cui parte la strada che porta in Galazia, attraverso impressionanti fo- ti dev’esserci stato un gran discorrere in città intorno alla parole di Paolo. Venuto il sabato, accorre una moltitudine imprevista, anche molti pagani. Con scandalo degli Israeliti più attaccati all’antica legge la loro riunione fra correligionari è diventata una manifestazione pubblica, mentre Paolo trascina l’uditorio dichiarando superata la Legge mosaica. Ecco allora che alcuni di essi lo interrompono Roma. Basilica di San Paolo con un vivace contraddittorio, scagliandosi contro la nuova dottrina reste di pini, di abeti e di cedri e, più in alto, le gole selvagge del monte (“bestemmiando, dicono gli Atti”). “allora Paolo e Barnaba con franTauro. A questo punto c’è una defezione. chezza dichiararono: era necessa“Giovanni si separò da loro e ritor- rio che fosse annunziata a voi per primi la parola di Dio, ma poiché la nò a Gerusalemme”. Paolo e Barnaba continuano e, dopo respingete e non vi giudicate degni parecchi giorni di cammino faticoso, della vita eterna, ecco che ci rivolarrivano ad Antiochia di Pisidia, giamo ai pagani”. La sinagoga non capoluogo della regione e abbastan- è più il punto di riferimento per tutti: za ricca per la concia e il commercio la comunità ebraica della città si didelle pelli. Come sempre, i missio- vide una parte rimane legata all’annari si presentano nella Sinagoga di tica Legge, un’altra invece si unisce sabato. Poi, l’invito dei capi della si- a gruppi di pagani, accettando la nagoga a parlare; ecco il discorso di dottrina predicata da Paolo. Gli Atti Paolo: “e noi vi annunciamo la buo- dicono che “la parola di Dio si difna novella, che la promessa fatta ai fondeva per tutta la regione”. Paolo padri si è compiuta, poiché Dio l’ha e Barnaba rimasero a lungo nella attuata per noi, loro figli risuscitan- zona, forse per mesi, spostandosi do Gesù... vi sia dunque noto, fra- qua e la in altri centri abitati contitelli, che per opera di Lui, vi viene nuando a predicare: diventati essi annunziata la remissione dei peccati punto di riferimento e di diffusione e chiunque crede riceve giustifica- della nuova fede. zione da tutto ciò da cui non vi fu Ma gli Ebrei fedeli alla “sinagoga” possibile essere giustificati mediante alimentano una campagna contro di loro, servendosi di “donne pie di alto la legge di Mosè”. Il discorso ha un enorme successo, rango” e dei “notabili della città”. Le tanto che si chiede ai due di ritor- autorità influenzate dalle donne di nare il sabato successivo: “sciolta importanti famiglie pagane, ma simpoi l’assemblea, molti Giudei e pro- patizzanti per l’ebraismo, si mettono seliti seguirono Paolo e Barnaba, contro Paolo. Gli Atti accennano a ed essi, intrattenendosi con loro, una “persecuzione”, senza dire in li esortavano a perseverare nella che cosa consista. Paolo e Barnaba grazia di Dio”. Nei giorni seguen- vengono espulsi da Antiochia di Pi- O OL O G L M AN DE HIS C TE A C Angelo di Dio Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Così sia. Angelus Dei Angelus Dei, qui custos es mei, me tibi commissum pietate superna illumina, custodi, rege et guberna. Amen. I sette sacramenti Battesimo, Cresima, Eucaristia, Confessione, Estrema Unzione, Ordine (sacerdotale), Matrimonio. I 7 vizi capitali Superbia, avarizia, lussuria, ira, gola, invidia, accidia I quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio 1° Omicidio volontario, 2° Peccato impuro contro natura, 3° Oppressione dei poveri, 4° Frode nella mercede degli operai. Gennaio-Febbraio 2009 sidia e “scossa contro di loro la polvere dei piedi”, si mettono in marcia verso un’altra città: Iconio, lontana 120 chilometri. La popolazione è prevalentemente composta da veterani, da funzionari romani, da Galatei ellenizzati ed ebrei. Centro tessile probabilmente offre a Paolo la possibilità di esercitare il suo mestiere di “facitore di tende”. La predicazione nella sinagoga produce il solito effetto: adesione di una parte degli ebrei al cristianesimo, con una parte della popolazione pagana e reazione dell’ambiente israelitico tradizionalista. Ma quando ci fu un tentativo dei pagani e dei Giudei con i loro capi per maltrattarli e lapidarli, essi se ne accorsero e fuggirono nelle città di Listra e Derbe e là continuavano a predicare”. (Atti 14,4-7). Listra è ad una quarantina di chilometri da Iconio e, come Derbe, appartiene alla regione della Licaonia: altopiano stepposo, agricoltura di pura sussistenza, centri urbani con scarse attività. Non si parla di una sinagoga a Listra: le famiglie di ebrei devono essere poche. Qui Paolo e Barnaba hanno per ascoltatori soprattutto dei campagnoli legati ad antichi culti politeisti, un po’ riverniciati di paganesimo ufficiale. E proprio sotto gli occhi di questa gente avviene un fatto prodigioso: “Paolo risana un uomo paralizzato alle gambe, avendo colto nel suo sguardo la “fede di essere guarito”. La gente pensa che siano dei in forma umana e chiamavano Barnaba “Zeus (Giove)” e Paolo “Hermes (Mercurio)” perchè era lui il più eloquente” (Atti 14,12). Vogliono subito onorare i due Dei con un sacrificio, arriva il sacerdote di Zeus, si preparano dei tori da immolare alle porte della città, ma l’anima ebrea di Paolo e Barnaba è sconvolta da questa manifestazione di idolatria. Essi si “strappano le vesti”, lacerando la parte superiore delle loro tuniche nel gesto tipicamente ebraico di reazione a uno scandalo. E fermando i preparativi, gridano: “cittadini, perchè fate questo? Anche noi siamo esseri umani mortali come voi, e vi predichiamo di convertirvi da queste vanità al Dio vivente che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutto ciò che in essi si trova. Egli, nelle generazioni passate ha lasciato che ogni popolo seguisse la sua strada; ma non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge e stagioni ricche di frutti, riempiendo di letizia i vostri cuori”(Atti 14,15-17). Questi pagani vengono invitati a conoscere il vero Dio partendo dall’osservazione delle leggi che regolano la natura. Paolo sa adattare l’annuncio del messaggio evangelico con grande abilità a situazioni ed uditori diversi. Riusciti con fatica a calmare la folla Paolo e Barnaba non giungono però a tirarla stabilmente dalla loro parte. Poco dopo se la ritrovano ne(Continua a pagina 3) «Voce amica» Gennaio-Febbraio 2009 (segue da pagina 2) mica su incitamento degli ambienti ebraici di Antiochia, di Pisidia e di Iconio. Paolo viene lapidato nella città stessa in cui ha compiuto il miracolo. Credendolo morto, viene trascinato fuori dall’abitato e abbandonato lungo la strada. “Allora gli si fecero attorno dei discepoli, ed egli, rialzatosi, entrò in città. Il giorno dopo partì con Barnaba alla volta di Derbe” (Atti 14,20). Lasciano, comunque, un embrione di Chiesa, un gruppuscolo di cui fa parte anche il giovane Timoteo, figlio di madre ebrea e di padre greco, destinato a diventare fedelissimo collaboratore di Paolo. A distanza di anni l’Apostolo gli scriverà: “Mi ricordo, infatti, della tua fede schietta, fede che fu in tua nonna Loide, poi in tua madre Eunice e ora, ne sono certo, anche in te” (2Timoteo 1,5). Derbe è a circa cinquanta chilometri da Listra, e gli Atti ci dicono che Barnaba e Paolo hanno predicato anche qui, “e fatto un numero considerevole di discepoli” (14,21). A questo punto il primo viaggio missionario potrebbe ritenersi concluso. Antiochia di Siria, il punto di partenza, si trova a 250 chilometri; tra un soggiorno e l’altro sono ormai passati anni, è ora di tornare. A Derbe finisce il lavoro di prima predicazione, di annuncio iniziale. Così, da Derbe, incomincia una marcia a ritroso: Paolo e Barnaba tornano a visitare i discepoli di Listra, di Iconio e di Antiochia di Pisidia. Il frutto del loro soggiorno è la trasformazione dei primi nuclei in comunità organizzate e rinfrancate. Ecco il racconto degli Atti:”...ritornano a Listra, Iconio e Antiochia, rianimando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede poiché dicevano, è necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio. Costituirono per loro in ogni comunità alcuni anziani e dopo aver pregato e digiunato li affidarono al Signore nel quale avevano creduto”. (14, 21-23) L’IMPRESA AFFIDATA DA DIO E’ CONCLUSA Attraversano ancora la Pisidia e poi la Panfilia; raggiungono Perge, la cittadina in cui Giovanni (Marco) li ha lasciati, e vi si fermano un po’ per predicare. Poi raggiungono la cittadina portuale di Attalia e “di qui fecero vela per Antiochia (di Siria)) là dove erano stati affidati alle grazie del Signore per l’impresa che avevano compiuto” (Atti 14,26), Sono ritornati al punto di partenza, cioè ad Antiochia dove era loro stata affidata l’impresa. LE BEATITUDINI DEL PAPA’ Beato il papà che chiama alla vita e sa donare la vita per i figli. Beato il papà che non teme di essere affettuoso. Beato il papà che sa pregare con i figli. Beato il papà che dà sicurezza con la presenza ed il suo amore. Beato il papà che sa giocare e perdere tempo con i figli. Beato il papà per il quale i figli contano più degli hobby. Beato il papà che sa ascoltare e dialogare anche quando è stanco. Beato il papà che è convinto che un abbraccio vale più di un rimprovero. Beato il papà che cresce assieme ai figli e li aiuta a diventare se stessi. Beato il papà che non li sommerge di cose, ma li educa alla sobrietà e condivisione. Beato il papà che non si ritiene perfetto e riconosce i propri limiti. Beato il papà che cammina con i figli verso orizzonti elevati. 133. GIOVANNI XIII, romano, 1.10.965 – 6.9.972 A cinque mesi dalla morte di Leone VIII, sebbene i romani avessero chiesto la reintegrazione di Benedetto V, fu eletto Giovanni XIII con la approvazione dell’imperatore Ottone I che sperava in questo modo di avere dalla sua parte il papa, ma il clima politico della città era divenuto soffocante. Giovanni XIII venne aggredito ed esiliato in Campania, ma riuscì a fuggire aiutato dall’imperatore con il quale era riuscito ad entrare in contatto. Il 14 dicembre 966 rientra a Roma e Ottone I lo raggiunse a Natale e mise a ferro e a fuoco la Città. Con la protezione dell’imperatore Giovanni XIII riuscì a sganciarsi dai forti condizionamenti della nobiltà romana e riottenere alcuni territori dello Stato Pontificio, tra i quali Ravenna. Rimase però fortemente sottoposto alla autorità imperiale. Morì nel settembre del 972. pagina 3 PROCESSO DI FORMAZIONE DELLE PARROCCHIE a) In un primo tempo, la Chiesa romana manda un Vescovo in una città (nel nostro caso: Opitergium), dove già è raccolta e formata una numerosa e importante comunità di fedeli. Il Vescovo si circonda di un suo clero e consolida e rafforza la posizione della sua Chiesa cittadina. Questa è la Chiesa Cattedrale primitiva, la Sede Vescovile, il centro dell’amministrazione diocesana. Ma essa non è che il nucleo di quello che sarà la Diocesi in futuro, che avrà uno sviluppo territoriale e organizzativo graduale e lento, a seconda del progredire e del consolidarsi dell’evangelizzazione. Il territorio, che formerà in seguito la Diocesi, coincide per lo più col territorio che è soggetto all’amministrazione civile della città in cui il Vescovo ha sede. Nel nostro caso coincide col territorio dell’agro opitergino, che si estende dal Piave al Livenza, dal mare e dalla laguna alle prealpi (i montes opitergini di Plinio). b) In un secondo tempo, con l’espandersi dell’evangelizzazione nei dintorni della città vescovile e nei centri minori della regione, il Vescovo manda un sacerdote (pievano) o un gruppo di sacerdoti a risiedere in ciascuno di essi e ad erigervi delle chiese per il servizio delle nuove comunità cristiane: sorgono le Pievi. c) In un terzo tempo, le Pievi, nell’ambito e nei luoghi più discosti del loro distretto, erigono, o lasciano che i fedeli erigano, altre chiese secondarie, nelle quali esse mandano di tanto in tanto, specialmente nelle Domeniche e nelle Feste principali, un sacerdote per le più essenziali necessità del culto; e se avviene anche che questo sacerdote possa risiedere permanentemente presso la sua piccola chiesa, egli non riceve spesso alcuna autonomia o pienez- I PAPI DELLA CHIESA 134. BENEDETTO VI, 19.1.973 - …6.974 Monaco di origine tedesca, venne eletto papa con il nome di Benedetto VI. Alla morte dell’Imperatore Ottone I la nobiltà romana ritenne di poter mettere di nuovo le mani sul papato. Il movimento capeggiato dal console Crescenzio I, figlio di Teodora II, insorse contro il papa e nel 974 lo incarcerò a Castel S. Angelo in attesa del processo. Il rappresentante imperiale, conte Siccone di Spoleto, accorse invano a Roma per chiederne il rilascio. Eletto papa con il nome di Bonifacio VII il diacono Frantone fece strangolare Benedetto VI da un prete di nome Stefano, nella speranza di prendere il suo posto, ma morì anche lui assassinato nel 985. za di poteri: è considerato sempre come un incaricato o coadiutore della chiesa pievana, la quale in nulla resta menomata nei suoi diritti e nei suoi doveri, e resta territorialmente intatta: ecco le Cappelle. Il sacerdote incaricato di servirle è detto semplicemente Cappellano. d) In un quarto tempo, questo sacerdote, che risiede permanentemente presso la sua Cappella, riceve a un dato momento anche il potere di esercitarvi, più o meno largamente, secondo il mandato avuto del Vescovo e dal suo Pievano, la cura d’anime: ecco la Cappella curata, o Curazia, o Rettoria. Il sacerdote è detto Curato o Rettore. e) Finalmente, il Curato o Rettore, con la costituzione o consolidazione di un beneficio, mediante il quale può vivere, ricevere tutte le facoltà che gli occorrono, anche di erigere nella sua chiesa il battistero, di assistervi ai matrimoni e di avere un cimitero proprio. In tal modo può svincolarsi totalmente dalla dipendenza verso la Pieve: ed ecco la Parrocchia. Storicamente, la Pieve, da cui la parrocchia deriva, sarà detta Chiesa matrice, la Parrocchia Chiesa filiale. In molti casi questo passaggi si compiono per evoluzione naturale delle cose, senza che sia emanato un apposito decreto vescovile di erezione. Un bel giorno, quella che era chiamata Chiesa curata o Rettoria, una volta conseguite le facoltà essenziali, viene chiamata, popolarmente od ufficialmente, negli atti curiali, parrocchia. In altri casi, il Vescovo innalza la Chiesa curata al rango di Parrocchia in actu visitationis, durante una visita pastorale, specialmente se vi è la insistente domanda dei fedeli, o vi sono delle controversie da dirimere, e lo fa con regolare decreto. Ma talvolta avviene che il (Continua a pagina 4) 135. BENEDETTO VII, romano, 10.974 – 10.7.983 Dopo tante controversie venne eletto papa, candidato da Ottone II, il vescovo di Sutri con il nome di Benedetto VII. Fu un papa di compromesso e si adoperò per ricucire i contrasti tra la nobiltà romana e l’imperatore, del quale però non riuscì a liberarsi del tutto. Si dedicò al rafforzamento degli ordini religiosi, a cominciare dall’abbazia di Monte Cassino. Egli considerava i conventi e i monasteri una grande risorsa contro il continuo indebolimento della Chiesa. Alla sua morte Roma ripiombò nel caos delle lotte tra fazioni. L’imperatore che si trovava nel mezzogiorno impegnato nella lotta con i saraceni, accorse subito nella città per pensare ad un successore del Papa. pagina 4 (segue da pagina 3) decreto emanato, per una ragione o per l’altra, non abbia poi effetto, e che la erezione della Chiesa curata in Parrocchia si debba fare effettivamente una seconda volta, più tardi o molto più tardi. Di tali decreti, sempre riguardo alle Parrocchie più antiche, non si trova né originale, né copia nell’Archivio della Curia, o perché non furono conservati, o forse anche per il fatto che le carte e i documenti più antichi sono andati distrutti o dispersi. Non esiste quasi nulla nell’Archivio della Curia che sia anteriore, più o meno, all’anno 1450. I più antichi atti delle Visite pastorali risalgono al 1474 e quelli delle nomine dei Pievani e dei Parroci e della loro istituzione nei benefici al 1445. Nella Diocesi di Treviso risale all’anno 1581 (Sinodo del Vescovo Francesco Corner). Da notare che Il duomo di Oderzo anche una Parrocchia o Chiesa filiale poté, e può ancora adesso, divenir generatrice, nei suoi confini, per scissione, di altre Parrocchie; e che nuove Parrocchie poterono e possono esser formate da lembi, uniti insieme, di Parrocchie limitrofe diverse. Ma anche queste Parrocchie di nuova creazione dovranno alla fine riconoscere storicamente la loro derivazione dalla Pieve o dalle Pievi primitive. Da notare ancora che la pratica iniziativa di fondare delle Cappelle e delle Parrocchie poté talvolta in passato esser presa, in un dato distretto ed entro i limiti di una o più Pievi, non dal Vescovo o dal Pievano, ma da un Ordine religioso, senza intesa, o d’accordo con essi: per esempio dall’Ordine Benedettino, come avvenne nella nostra Diocesi nella Pieve di S. Maria di Busco, dove i Benedettini Pomposiani ebbero un monastero dal secolo XII alla metà del XV. Le Cappelle o Parrocchie però, fondate od officiate dall’Ordine religioso (nel nostro caso: S. Benedetto di Piavon entro i confini della Pieve di Oderzo, S. Nicolo di Candolè, S. Mauro di Campo di Pietra e S. Lorenzo della Bidoggia - parrocchia già da tempo soppressa - non vennero sottratte per questo alla giurisdizione del Vescovo diocesa- no e alla dipendenza verso la loro Pieve. Ciò avrebbe potuto verificarsi soltanto se, fin da principio, la Chiesa Romana avesse emanato una disposizione speciale per dichiarare esente dalla giurisdizione episcopale un dato territorio: è il caso delle Abbazie o Prelature nullius, che non esistettero mai e non esistono nella nostra Diocesi. Anche i Benedettini Cistercensi (Pomposiani) dell’Abbazia di S. Bona di Vidor, colà venuti circa l’anno 1110 e rimastivi fin verso l’anno 1370, nei confini dei loro possessi eressero, od officiarono se preesistenti alla loro venuta, alcune Cappelle, che in parte divennero poi Parrocchie: S. Maria in Vidor, S. Maria in Castello di Vidor, la Cappella ora distrutta della villa di Nosledo, S. Pietro (ora S. Martino) di Mosnigo nell’ambito delle Pieve di Col S. Martino, e S. Leonardo di Moriago nell’ambito della Pieve di Sernaglia. Queste Parrocchie devono però sempre riconoscere come Matrice la loro rispettiva Pieve, e non la Chiesa dell’Abbazia di S. Bona. VICARIATI O FORANIE II raggruppamento delle Parrocchie per Vicariati, o Congregazioni foraniali, o Foranie, risale, nella nostra Diocesi, al principio del Seicento, e fu fatto la prima volta per attuare le raccomandazioni del Concilio Provinciale Aquileiese I, tenuto nella Cattedrale di Udine dal 19 al 27 ottobre 1596 dal Vescovo Leonardo Mocenigo, venuto in Diocesi nel 1599. Questi nella sua Relazione del 25 gennaio 1604 alla S. Congregazione del Concilio sullo stato della Diocesi, scriveva che ut dioecesim commodius regere et quae in ea gerebantur facilius conoscere posset, septem Vicarios Foraneos constituerat, cum certa limitata facultate, ac cum onere referendi si quid in eorum Vicariatu accidisset vel reperissent quod provisione aliqua episcopali indigeret”. Ora i Vicariati, trasformati ed accresciuti secondo le necessità dei tempi o l’opportunità, sono diciannove. “Da Mons. Angelo Maschietto” Parliamone I fioretti di PAPA LUCIANI Gennaio-Febbraio 2009 Luciani aveva un ricordo grande per la Mamma. La ricordava spesso, anche quando divenne Papa. Diceva: “Mia mamma mi accompagnava in chiesa e ai santuari della Madonna; lei mi accompagnava quando andavo a falciare il fieno. Doveva anche intervenire spesso perchè a scuola il piccolo Albino era vivace. Ascoltava da lei la lettura delle lettere di papà e si ricordava quando non c’era lavoro… Quando era in seminario era ancora ala mamma che si interessava come passava il tempo libero delle vacanze. Quando era Vicario Generale a Belluno la mamma spesso gli diceva. Vienimi a trovare più spesso! Mamma mi hanno dato un incarico grande….e lei: Io ti penso…ti accompagno con la preghiera perché tu possa fare bene il tuo lavoro. Sulla immagine della mamma sua, Bortola Tancon, Luciani scriverà di proprio pugno: “Vivas in Christo!”. Dedicò il suo primo libro “Catechesi in briciole”: “Alla soave memoria della mamma mia prima maestra di catechismo”. Incontrandola in cielo, il figlio Papa Giovanni Paolo I le avrà detto: Grazie, mamma! Anche le mamme di oggi potrebbero imitarla! DF ETA’ DELLA TRASFORMAZIONE Per la prima volta la Pro Loco di Tarzo in collaborazione con il Comune organizzerà un Cineforum. I film avranno come tema l’adolescenza e le trasformazioni tipiche di questa età. Le problematiche dell’adolescenza viste attraverso le immagini dei film potranno essere d’aiuto per addentrarci, discutere e capire maggiormente questa fase di transizione e di cambiamento, dove possono avvenire trasformazioni talvolta determinanti per il resto della vita. Non sempre risulta facile per genitori ed educatori sintonizzarsi con adolescenti che sono nel pieno del loro scombussolamento psicologico causato dal cambiamento sia corporeo sia emotivo. Il cinema per la sua particolare struttura permette di attivare meccanismi di proiezione e di identificazione che consentono allo spettatore di entrare dentro la storia portandovi i suoi vissuti. A partire da questi processi, favoriti dalla potenza delle immagini che suscitano un’immediatezza di risposte emotive, sarà poi possibile attraverso la discussione, aiutata dagli psicoterapeuti che presentano il film, elaborare meglio le caratteristiche di questa età complessa. Per tutto ciò, questa iniziativa di cineforum è rivolta in particolar modo all’adulto sia esso insegnante, genitore o educatore. I film proiettati sono i seguenti: Venerdì 20 marzo 2009 “Il calamaro e la balena” di Noah Baumbach, 2005 Venerdì 27 marzo 2009 “Neverland (Un sogno per la vita) di Marc Foster, 2005 Venerdì 3 aprile 2009 “Stand by me (Ricordo di una estate) di Rob Reiner,1986 Le proiezioni si terranno presso l’aula magna della scuola media di Tarzo alle ore 20,15 Gianna Albertin un centro di ascolto per bambini, ragazzi e genitori Si chiama “Parliamone” il nuovo progetto attuato dell’assessorato ai servizi sociali del Comune di Tarzo in collaborazione con la Provincia di Treviso. “Parliamone” è un centro di ascolto e di consulenza psicologica rivolto ai bambini e ai ragazzi di età compresa tra i sei e i quattordici anni, agli insegnanti e ai genitori. Lo sportello è aperto al pubblico tutti i giovedì dalle ore 16 alle 18 nei locali della biblioteca comunale in via Roma. Il servizio è gestito dalla dottoressa Antonietta Germanà. Ogni colloquio con la psicologa, da prenotare prima per telefono, avverrà ovviamente nel massimo rispetto della privacy e dalla tutela del segreto professionale. Il centro di ascolto psicologico offre un luogo dove si costruisce lo “spazio” per i giovani, per parlare ed essere ascoltati, per esprimere le proprie emozioni e sentirsi accettati, per riflettere ed essere sostenuti. Inoltre, offre la possibilità concreta, ad ogni genitore, di poter avere a disposizione un “luogo” ed un “tempo” di ascolto e di confronto su aspetti utili a comprendere il processo di crescita e di sviluppo dei bambini e dei ragazzi. M.T. Gennaio-Febbraio 2009 Con 10 euro si può andare al cinema, o mangiarsi una pizza o un hamburger con patatine e avanzare qualcosa, ma sono sufficienti, anche, per un grammo di “droga” e assicurarsi una serata “diversa”con gli amici. Qualcuno la versa gratis in un bicchiere per una prova omaggio, in vista di futuri guadagni. Val la pena, dunque, di aprire gli occhi e cercare di vedere meglio il mondo degli adolescenti, senza voler scavare il pozzo, già profondo, delle preoccupazioni dei genitori, ma con il fine di aiutarli a capire i loro figli. Vediamo i risultati di un dossier elaborato dal una scuola lombarda sull’argomento. CANNABIS: il 40,1% dei diciannovenni l’ha fumata almeno una volta negli ultimi 12 mesi, COCAINA: il 6,3% degli studenti l’ha sperimentata almeno una volta. EROINA: il 2,2% quelli che l’hanno provata almeno una volta. STIMOLANTI: uno su 15 dei 15enni ne ha fatto uso nell’ultimo anno. «Voce amica» GIOVANI SCHIAVI DELLE LIBERTA’ GENITORI essere presenti sempre, ma non “gendarmi” Vanno costruiti legami saldi e profondi con i figli, per aiutarli in questa età di forti turbolenze. Sembra difficile, ma è assolutamente necessario. CONSIGLI per mamma e papà Osservate i cambiamenti inattesi ed esaminate con attenzione quei segnali che indicano che c’è qualcosa che non va nella vita dei ragazzi: § perdita di motivazione allo studio e peggioramento nell’andamento scolastico § assenze, ritardi poco giustificati, difficoltà nel rapporto con gli insegnanti § richieste ripetute di colloqui da parte dei docenti § inaspettati e frequenti esiti negativi o, addirittura, bocciature § intensificazione di richieste eccessive e continue di privacy § uso di incensi, deodoranti per nascondere altri odori § cambiamenti nello stile di conversazione con gli amici (aumento della segretezza, uso di parole in codice…), frequentazioni di nuovi amici poco noti § comparsa di abbigliamento o accessori che testimoniano simpatia verso il mondo della droga (braccialetti, magliette con la foglia di marijuana) § aumento insolito delle richieste di soldi o prestiti § comparsa di strumenti per il fumo (cartine da tabacco, pipe, filtri…) § inusuale comparsa di prodotti inalabili e accessori correlati (solventi, colle, lacche…) § aumento d’uso di collutorio o di caramelle balsamiche, scomparsa di determinate medicine dalla farmacia di casa, in particolare psicofarmaci Tutti gli studi affermano che l’intervento contro la droga è più efficace quanto prima avviene la scoperta. Per questo motivo occorre: 1. essere informati sull’argomento per conoscerne la realtà prima di un possibile coinvolgimento diretto 2. informarsi sulle sostanze più note, i loro nomi, nomignoli e i rischi connessi 3. non sottovalutare il consumo di sostanze legali, come le sigarette e l’alcol 4. notare sbalzi d’umore, irritabilità, apatia, depressione, eccitazione, ansia, ostilità o rabbia 5. farsi insospettire dalla tendenza ad evitare vecchi, buoni amici ed eludere le domande riguardanti i luoghi e gli amici frequentati 6. non sottovalutare le frequenti bugie e l’impulso a frugare negli oggetti altrui fino a rubare 7. rilevare la perdita di motivazione e interesse rispetto alle precedenti abitudini o alle attività gradite sino a quel momento 8. allarmarsi per il continuo isolamento dalla vita familiare, ma anche dalla relazione con i compagni di scuola 9. rilevare con attenzione sonnolenza e rallentamento fisico, difficoltà ad addormentarsi, tremori, agitazione e nervosismo 10. prestare attenzione agli occhi, per notare se sono rossi o con le pupille dilatate, e anche al modo di parlare che diventa confuso. NO ALLE CATTIVE COMPAGNIE SI AGLI ADULTI PRESENTI L’avere amici che fanno uso di droghe è uno dei pagina 5 fattori associati al consumo di sostanze illegali. Uscire quasi ogni sera e andare in discoteca, al bar e alle feste è il secondo comportamento associato all’uso di droghe. Percepire attenzione dai genitori e sentirsi accolti da loro sono, invece sono fattori più frequentemente associati al NON USO di stupefacenti. ALCOL: le donne sono più a rischio Un tempo si diceva, con sollievo, che i ragazzi italiani, se confrontati con i coetanei stranieri, erano meno toccati dal vizio dell’alcol. Non è così negli ultimi 10 anni. Cresce il consumo, anche tra i ragazzi più giovani, il cosiddetto “underage drinking“, che riguarda 20 ragazzi su 100 tra gli 11 e i 15 anni e c’è una forte crescita di consumo di alcolici fuori pasto tra gli adolescenti. Dal Nord Europa è arrivata anche una moda pericolosa, il “binge drinking”: si beve in una sola serata o in una festa una quantità smodata di alcol col puro fine di ubriacarsi. Secondo una mappatura proposta dall’Istat, i comportamenti rischiosi riguardano due fasce d’età distanti: anziani dopo i 65 anni e ragazzi tra gli 11 e i 17 anni. “Gli adolescenti sono particolarmente vulnerabili”, mette in guardia Antonello Vanni in “Adolescenti tra dipendenze e libertà” (San Paolo), “perché quanto prima un individuo inizia a bere, tanto più rischia di sviluppare problemi connessi all’alcol negli anni successivi. Secondo alcune indagini i giovani che iniziano a bere prima dei 15 anni corrono il rischio quattro volte maggiore di diventare alcolizzati rispetto a quelli che iniziano a 21 anni”. Ad acuire i rischi è il fatto che nel corpo degli adolescenti non sono ancora presenti gli enzimi utili a “digerire” l’alcol, condizione peggiorata nelle ragazze dal fatto che la dotazione enzimatica nel loro caso è la metà di quella a disposizione dei coetanei maschi e che la loro minore massa corporea e di liquidi rende più difficile diluire l’alcol. Cominciano a bere a 11 anni Il 93,0% dei fumatori di cannabis consuma anche alcol. Il 19,9% dei ragazzi tra gli 11 e i 15 anni consuma precocemente alcol. Il 20,5% degli adolescenti tra i 14 e i 17 anni consuma alcolici fuori pasto. L’11,4% dei giovani tra i 16 e i 17 anni beve episodicamente in una sola serata una quantità smodata di alcol con l’intenzione di ubriacarsi. LE NUOVE DIPENDENZE Non ci sono solamente le droghe e l’alcol a minare la vita di tanti ragazzi. In qualche caso rischi e disagi arrivano da strumenti “innocui” e spesso di “grande utilità” nella quotidianità dei ragazzi e anche degli adulti, come i telefonini e il computer. Si parla di “nuove dipendenze” ben descritte nel testo scritto da Cesare Guerreschi, New Addictions. Le nuove dipendenze. Internet, lavoro, sesso, cellulare e shopping compulsivo. Il cellulare è la prima causa di comportamenti di abuso non correlati a sostanze, ma arriva dal Giappone l’allarme della diffusione dello hikikomori, un disagio del comportamento che spinge sempre più all’isolamento. Non sono più rari i ragazzi che dimostrano sintomi come l’assoluta difficoltà a staccarsi dal computer e la preoccupazione continua di vedere quanto accade su Internet, nella propria posta, su chat e Messenger. Villa Bianca progetto Atl@nte L’Istituto delle Suore Francescane di Cristo Re che gestisce la casa di riposo Villa Bianca di Tarzo e la Banca di Credito Cooperativo delle Prealpi insieme per un importante progetto: la realizzazione di una cartella clinica informatizzata riferita agli anziani ospiti della struttura. L’intesa fra Giovanni Sallemi, direttore di Villa Bianca, e Carlo Antiga, presidente della Banca Prealpi, è stata siglata nei giorni scorsi. Il locale istituto di credito ha garantito il suo sostengo al progetto proprio per il suo carattere “pilota”, che consente la sperimentazione, anche in ambito locale, di un sistema di informatizzazione del fascicolo e della documentazione clinica degli ospiti, ma anche di ogni dato qualitativo e quantitativo riferito al complesso dell’organizzazione del centro. L’auspicio è che il buon esito di questo progetto sperimentale possa fungere da volano per l’attivazione di iniziative simili, e indurre la Re- DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI anno 1948 TUTTI GLI UOMINI HANNO: Art. 1 Diritto all’uguaglianza Art. 2 Divieto di ogni discriminazione Art. 3 Diritto alla vita Art. 4 Divieto di schiavitù Art. 5 Divieto di tortura Art. 6 Diritto alla personalità giuridica Art. 7 Diritto all’uguaglianza dinanzi alla legge Art. 8 Diritto di ricorso alla legge Art. 9 Divieto di detenzione arbitraria Art. 10 Diritto al giudizio Art. 11 Diritto alla presunzione di innocenza Art. 12 Diritto alla privacy Art. 13 Diritto alla libertà di movimento gione e gli Enti territoriali preposti a sostenere in futuro il progetto ed una sua applicazione diffusa sul territorio. Il nuovo sistema informativo per la gestione complessiva socio sanitaria dei dati riferiti agli anziani ospiti, denominato Atl@nte, permette di entrare scientificamente nel merito dell’operatività offrendo una tracciabilità di ogni singola azione clinica e non. L’adozione del sistema informativo consentirà di aiutare il team di operatori a svolgere il servizio offrendo chiara visibilità del percorso operativo, attraverso la preventiva programmazione degli interventi, la pianificazione e le azioni di verifica dei risultati. La volontà è quella di consentire, in futuro, ai famigliari degli ospiti di Villa Bianca di poter seguire anche via Internet il progetto assistenziale messo in atto. I risultati operativi del progetto Atl@nte, nelle fasi di sperimentazione previste per gli anni 2009/2010, saranno presentati periodicamente alla comunità locale ed ai tecnici di settore – operatori socio sanitari presenti nel territorio dell’ULSS 7. Martina T. Art. 14 Diritto di asilo Art. 15 Diritto alla nazionalità Art. 16 Diritto al matrimonio ed alla famiglia Art. 17 Diritto alla proprietà Art. 18 Diritto alla libertà di culto e di pensiero Art. 19 Libertà di opinione ed espressione Art. 20 Diritto alla libertà di associazione Art. 21 Diritto alla partecipazione politica Art. 22 Diritto alla sicurezza Art. 23 Diritto al lavoro Art. 24 Diritto al riposo Art. 25 Diritto al sostentamento Art. 26 Diritto all’istruzione Art. 27 Diritto alla cultura ed al progresso Art. 28 Diritto al mondo giusto Art. 29 Diritti e doveri verso la società Art. 30 Inalienabilità dei diritti Università degli Adulti della Vallata In questo numero di “Voce Amica” si completa il calendario degli incontri. 3 marzo: Mattino: Prof. Gianalberto Zorzi - Primario in medicina fisica Ospedale Treviso Pomeriggio: Maestro Sergio De Stafani - Poesie dialettali 10 marzo: Mattino: Dott. Girolamo Da Dalto - Direttore Generale Banca Prealpi di Tarzo Pomeriggio: Dott. Carlo Scaramazza - Esperto nell’arte dei tappeti 17 marzo: Mattino: Prof. Mauro Masat - Cardiochirurgo Primario Ospedale di Treviso Pomeriggio: dott. Alberto Cunial - Comandante Polizia Giudiziaria Tribunale Pordenone 24 marzo: Mattino: Avvocati Maria A. e Pompeo Pitter - Giuristi del Foro di Pordenone Pomeriggio: Sig. Francesco Dal Bo - Musicista 31 marzo: Mattino: Prof. Severino De Pieri - Docente Università - Direttore COSPES e ISRE/SISF Pomeriggio: Dott. Francesco Saita - Astrofisica 7 aprile: Vacanza Pasquale 14 aprile: Collegio “Don Bosco” di Pordenone, Mattino: Avv. Emo Ros - Dott. Foro Giuridico di PN Pomeriggio: Dott.ssa Barbara Tomasella - arte 21 aprile: Mattino: Avv. Sandro De Nardi - Docente Diritto Costituzionale Università di Padova Pomeriggio: Sig. Valdino Franceschinis - Esperto culture orientali 28 aprile: Mattino: Notaio Gaspare Gerardi- Notaio Pomeriggio: Prof. Giulio Fanti- Sindonologo - Docente Università di Padova 5 maggio: Mattino: Prof. Bruno Lucci - Neurologo. Direttore Sanitario UILDM di PN-Docente Università UD Pomeriggio: Visita alla Cantina Collesel di S. Stefano Valdobbiadene 12 maggio: Mattino: Prof. Gianluigi Nicolosi - Primario Specialista Cardiologo Ospedale PN Pomeriggio: Lotteria 19 maggio: Mattino: Dott.ssa Giovanna Terzariol Studiosa d’arte Pomeriggio: Avv. Paolo Fabrizio- Studioso di Storia Postale 26 maggio alla Villa Albergo di Soligo: Mattino: Proff. Luisa e Beppe De Filippi- Dottori Ricercatori Università di Torino Pomeriggio: Chiusura del Corso in allegria Antonio Pancot Gennaio-Febbraio 2009 Il dottor Bach e i suoi fiori (parte 2a) La fitoterapia «Voce amica» pagina 6 Prima della sospensione per le festività natalizie, trattando dei fiori di Bach, c’eravamo ripromessi di dare qualche notizia sulla loro preparazione. Si tratta – come tutte quelle di cui ci siamo occupati in questa rubrica – di una preparazione ben accessibile anche in ambiente domestico. Lo dice in fondo lo stesso Bach: “In questo sistema di guarigione, tutto può essere fatto direttamente dalla gente; persino, se si desidera, la ricerca delle piante e la preparazione dei rimedi.” Per evitare i frequenti equivoci è meglio rifarci anche per quest’ultima alle parole stesse dello scopritore: “I rimedi andrebbero preparati vicino al luogo in cui la pianta cresce, in quanto i fiori andrebbero usati immediatamente dopo essere stati colti. Si prenda una scodella di vetro sottile piena d’acqua pulita, preferibilmente di fonte pura o ruscello. Immersivi i fiori, li si lascino galleggiare in modo tale da ricoprire la superficie del liquido, senza però che i fiori si sovrappongano; quindi li si tenga alla diretta luce del sole fino a quando non diano segni di appassimento (il tempo varia da due a sette ore). Dopo di che si levino delicatamente i fiori e si riempia a metà con l’acqua della scodella una boccetta, aggiungendovi per l’altra metà del brandy come conservante. Queste boccetta così preparate con i vari fiori costituiranno il nostro kit di rimedi e potranno essere conservate indefinitamente” (mancando il sole, Bach suggerisce di utilizzare il fuoco sottoponendo a breve ebollizione il liquido con i fiori immersi). I prodotti così ottenuti non sono solitamente utilizzati tali e quali, ma vengono sottoposti a diluizione, nel modo seguente: se ne prendano due o tre gocce e le si metta in una boccetta da 30 ml, da riempire con acqua e, se ne è necessaria la conservazione per lungo tempo, con un po’ di brandy, agitando poi bene il tutto. “Quella così preparata – scrive Bach – è la medicina che viene somministrata, in dose di cucchiaino, secondo il necessario. Nei casi gravi potrebbe essere necessario ogni ora. Nei casi comuni, quando il malato ha un disturbo cronico, ogni volta che ne sente la necessità, siano 8 o 10 volte al giorno, o solo 1 o 2”. Bach consiglia anche – qui discostandosi dall’omeopatia ortodossa – la contemporanea assunzione di più d’uno dei suoi rimedi nel caso di dubbio sulla scelta più appropriata o in quello in cui siano allo stesso tempo presenti nel malato stati d’animo diversi. Piero C. «Voce amica» Gennaio-Febbraio 2009 pagina 7 L’ACCANIMENTO TERAPEUTICO La morte è scandalo e sconfitta, tutto nell’uomo si ribella ad essa. Tuttavia il morire fa parte del nostro destino in maniera ineluttabile. Ogni minuto scandito dall’orologio ci avvicina all’evento, certo ma imprevedibile, della nostra morte. La malattia, il decadimento fisico, la vecchiaia, sono sogni sgradevoli che preparano però l’uomo al momento del distacco da questo mondo. Quindi, si potrebbe dire che alla morte non si deve ribellare, né pensare che esistono strumenti umani per sfuggire ad essa. La modernità ha, in tal senso, prodotto delle false soluzioni allo scacco della morte. In particolare, il positivismo scientista ha instillato nella cultura contemporanea l’idea che la medicina sia la soluzione per sconfiggere la signora vestita di nero. Questo equivoco attribuisce alla medicina un potere pressoché divino, consistente nel decidere – talvolta insieme al paziente, ma non sempre – della vita e della morte dell’uomo. IL COMPITO DELLA MEDICINA La medicina ha invece il compito – il dovere morale e giuridico – di lottare incessantemente e senza risparmiarsi contro ogni malattia. Questo combattimento fra medico e malattia ha però un esito finale scontato, segnato dalla sconfit- ta: nell’ultimo atto della commedia della vita – anche dopo quelle molte vittorie parziali che sono le guarigioni – ogni paziente muore. Se lo scopo essenziale della medicina fosse guarire i pazienti, se ne dovrebbe dedurre che essa insegue uno sforzo immane e irraggiungibile. Invece, l’essenza della medicina è la cura. Il prendersi cura del paziente è sempre possibile. Per questo sarebbe meglio dire che esistono “pazienti inguaribili“, mentre nessun paziente è “incurabile“. Come si vede da queste riflessioni, la modernità oscilla fra due errori opposti e terribili: a) presumere che la medicina (in quanto scienza esatta, empirica) sia onnipotente, possa vincere ogni ostacolo e sia “fonte di salvezza”; e che quindi essa sia l’unica vera risposta al bisogno di salvezza dell’uomo; b) b) ritenere che la medicina, quando si rende conto di non poter guarire il paziente, debba fermarsi, lasciando che “la natura faccia il suo corso”; cioè facendo intenzionalmente morire il malato, astenendosi dal curare o somministrandoli sostanze letali. Le due posizioni si sostengono a vicenda e diventano sempre più forti nella società in cui viviamo DECALOGO ANTITRUFFA 1) BORSEGGI. I borseggiatori operano in luoghi affollati e talvolta in gruppo, urtando spintonando. CONSIGLI: Non dilungatevi in strada dopo essere entrati in Banca o in Posta. Non tenere grosse somme nella borsetta o portafoglio. Le chiavi di casa tenerle separate dai soldi. Conservare a casa fotocopia dei documenti: carta di identità, patente, bancomat ecc. 2) TRUFFE SUCCESSIVE AI PRELIEVI. Nessun Ente, Banca, Posta, Gas, Luce, ecc. manda i dipendenti a controllare i soldi ricevuti. 3) MAGHI E CARTOMANTI. Non parlare con estranei della tua vita privata e tanto meno di quella di conoscenti. Hanno capacità implicite di carpire la buona fede. 4) GIOCHI D’AZZARDO E FACILI VINCITE. Al gioco vince chi gestisce il sistema. Non accettare telequiz, o telefonate con facili cruciverba od altro. Mai comporre i numeri che iniziano con 892 e 899, il costo di ogni chiamata è di 15 euro. nella quale il volontarismo – cioè l’autodeterminazione arbitraria delle persone - diventa l’unica bussola dell’agire umano. Producendo questo scenario schizofrenico: i familiari si aspettano che il medico guarisca sempre il loro congiunto, e se il malato muore sono pronti a trascinare in giudizio il “sacerdote in camice bianco “ che ha fallito la sua missione. D’altro lato di fronte al malato in coma o in stato vegetativo, i parenti chiedono alla medicina di porre fine alla vita. Cioè di uccidere. CURE PROPORZIONATE E CURE ORDINARIE La chiesa offre alcuni criteri ragionevoli per distinguere l’omicidio – tale è ogni azione diretta a provocare la morte del malato - da un uso sensato e moralmente buono nei mezzi terapeutici. A) il paziente non ha mai il diritto di procurarsi o di farsi procurare la morte. B) il paziente ha diritto a morire in tutta serenità, con dignità umana e cristiana. C) ognuno ha il dovere di curarsi e farsi curare; questo significa che i medici ed i loro collaboratori dovranno somministrare i rimedi ritenuti utili e necessari. E’ evidente, ad esempio, che garantire cibo e acqua (alimentazione e idratazione non sono terapie) significa fornire ciò che è sempre utile e necessario. L’intervento medico ha senso solo quando non nuoce (principio già elaborato da Ippocrate) e solo se produce qualche effetto benefico significativo; in caso contrario, esso non migliora il quadro clinico del paziente. L’atto medico è particolarmente doveroso quando da esso dipende la vita del paziente, e una sua omissione potrebbe provocare come conseguenza diretta la morte. D) quando un mezzo terapeutico è straordinario, non è obbligatorio farvi ricorso. Articoli per VOCE AMICA Si ricorda ancora di preparare possibilmente gli articoli e le foto su supporto informatico. Articoli in formato Word, Foto in formato jpg. Si ringrazia per la collaborazione. Avviso agli anziani e non solo, integriamo quando già riportato nel precedente numero di V.A. 5) SCONOSCIUTI ALLA PORTA. Talvolta si presentano falsi ufficiali pubblici. Non aprite e fatevi dire il loro nome. Telefonate al 112 o 113. 6) ACQUISTO DI PRODOTTI FALSI. Acquirenti in buona fede: attenti al luogo ed al prezzo. Acquirenti in mala fede: incorrete in sanzioni civili, penali ed amministrative. Può esserci rischio anche per la salute, in particolare quella dei bambini. 7) VENDITE CON CONTRATTO PER STRADA O A DOMICILIO. E’ sempre possibile esercitare il diritto di recesso entro 10 giorni tramite lettera raccomandata. Non firmate moduli se non avete letto e capito il contenuto. Chiamate il 117. 8) VENDITE TELEFONICHE. Vedi punto 7. Vale il diritto di recesso. Conservate la raccomandata con ricevuta di ritorno. Per i contratti telefonici o televisivi si può recedere in qualsiasi momento, Legge 40/2007. 9) MOLESTIE TELEFONICHE. Nessuno può prendere i nostri dati dall’elenco telefonico per fare offerte di vario tipo. Tuttavia le telefonate sono spesso assillanti, tenete nota della ditta e segnalatela all’Autorità garante della privacy. 10) OFFERTE AGGRESSIVE. Sono vietate le visite non gradite. Fare sollecitazioni telefoniche o con altri mezzi. Coinvolgere i bambini per l’acquisto. Attenzione alle presunte vincite, alle informazioni non veritiere sui prodotti, alle offerte gratuite, alle pressioni psicologiche per concludere un contratto. Numeri utili - Carabinieri 112 - Polizia di Stato 113 - Vigili del Fuoco 115 - Guardia di Finanza 117 - Guardia Medica 118 - Comune 0438.926411. pagina 8 Angolo dei ricordi «Voce amica» LA BORGATA di RESERETTA (Continua dall’ultima pagina) Momenti di svago e di vera allegria per ragazzi e ragazze, ma anche di timore per quando, al ritorno a casa, trovavano madri non sempre contente di quei passatempi dei figli. Reseretta aveva anche un barbiere ambulante, attività portata avanti tra gli anni 1940-50 da Salezze Luigi (detto Biciòle), per “negozio” aveva la strada che attraversava la borgata e per arredo uno sgabello per i clienti, era sposato con Zanetti Rosa ed aveva 5 figli, svolgeva la sua attività anche nei paesi vicini della vallata. Un mulino si trovava in basso verso Prapian più o meno sotto quella zona un tempo chiamata con il vecchio toponimo le cesure, la ruota era azionata dall’acqua delle risorgive di Resera e Reseretta che arrivava ad un laghetto fatto apposta per tenere la riserva d’acqua per far girar la ruota, l’invaso fu poi coperto quando il mulino fu dismesso intorno alla fine degli anni ‘40 del 900 ed il terreno preparato alla coltura della vite. Era detto lo stuon dei foschi, perchè di loro proprietà e precisamente di Gabriele De Martin (Gabriel Fosco) che lì teneva anche i muli per il trasporto di biade e farine; l’attività fu poi rilevata dai Sacchet. Facevano di mestiere i sanser Michelon Francesco (Chechin Miazzo) e Domenico Faraon (Meno Paulon), che era quello del mediatore e mercante di bestiame, mestiere che li portava per le compravendite nei vari mercati della zona, fino anche a Feltre ed oltre a questo erano chiamati in svariate famiglie a sistemarne l’eredità nei trapassi generazionali; lavori questi che poi portarono avanti i rispettivi figli Michelon Antonio e Mario Faraon fino a quando questi mestieri tramontarono col sopraggiungere del progresso. Costruttori di ceste e gerle di tutte le misure erano Piero Re e successivamente Stefano Faraon (Stefen) che con il figlio Beniamino rilevò casa e podere che furono di Giuseppe De Martin (Bepi Fosco) e poi dei figli Cesare e Meto emigrati in Canada. Giobatta De Martin (Tonin) era il vecchio cacciatore della borgata con il suo porto d’armi del 1926. Qualche signora si ricorda poi della Maria Martina dove le ragazze andavano ad imparare a pontar. Michelon Francesco era uno dei pochi in paese che girava con carretta e cavallo, aveva 12 figli! Il più vecchio, Giovanni fece il trasportatore (cariòt), mentre il secondo maschio, Paolo, dopo avere imparato il mestiere di falegname in borgo Silan da Chechi Ambrosio, aprì la sua attività di falegnameria proprio a Reseretta in quella Foto del 1929, da sinistra: la Amalia Dal Col (Bora), Zandonella Luigi con la sua sposa Zandegiacomo Augusta nel giorno del loro matrimonio. casa che fu poi abitazione del fratello Angelo. Prodotti del laboratorio erano: serramenti, letti, credenze e mobilia, casse da morto, carri e carriole, attività che fu poi trasferita in via Corona in quella che fu poi abitazione della figlia Anna. Nella zona dove abita la signora Maria vedova di Da Ros Antonio (Toni Corpo), andando verso la zona detta dei castellich, c’era una vecchia cava di ghiaia che il comune utilizzava per la manutenzione delle strade quando non era ancora giunta l’asfaltatura; negli anni ‘40 era preposto allo scavo nella cava Da Ros Domenico (padre di Antonio) originario di Cappella che nella cava trovò tragicamente la morte mentre stava cavando ghiaia, travolto da una frana staccatasi dal costone dove stava lavorando.. E’ anche la borgata dei due capitelli: quello in basso, nel borgo e quello in alto sulla strada Tarzo-Resera; il primo, costruito sul terreno donato da Michelon Angelo, vide tutta la borgata adoperarsi nella sua costruzione o nel portare materiale o (i ragazzi) andando a chiedere offerte a Colmaggiore, Fratta, Corbanese con Michelon Antonio che teneva i conti, tante uova furono vendute per questo capitello! Il capitello si fece! Piero Gregoletto (Fefe) e Pietro Da Re andarono ad acquistare la statua della Madonna e così fu che all’inizio degli anni ‘50 il capitello fu benedetto! Il 21-11 di ogni anno da allora c’è la messa, e la sagra era completa con l’arrivo da Resera della Orsolina dei buzolà, con il banchetto dei biscotti, gli spaghi di liquirizia e i lecca-lecca. Pradal Giacobbe (Cobe), colorito personaggio della borgata, invece di dare un’offerta per il capitello pensò di farne uno lui sul terreno di sua proprietà ed ecco sorgere più o meno nello stesso periodo l’altro capitello, che venne poi abbellito dalla famiglia Zanetti (Tetuza) quando acquistarono la proprietà del Cobe con annesso capitello. Il suddetto Giacobbe fu personaggio un po’ sopra le righe, in Reseretta ave- va stalle sui faè (zona oltre il ruscello che scende da Resera più vicina a quella borgata) nel borgo e sui castellich, tra questi posti spostava saltuariamente le mucche che teneva e la notte rimaneva a dormire nella stalletta dove al momento aveva il bestiame; se lo ricorda ancora bene Armando Dal Col quando scendendo da Longarone dove abitava con la famiglia, per stare con il nonno materno, non poteva dormire nel comodo letto a Reseretta, ma doveva seguire il nonno nelle varie “transumanze” e quindi dormire nei fienili, con una giacca sotto ed una coperta sopra, ed alle 3 di mattina alzarsi per “varnare” le mucche e fare tutto il resto...., non è un caso se poi andasse a finire a dormire sotto ad un castagno ed il nonno andare in giro a cercarlo! Il Giacobbe aveva una spiccata propensione verso gli affari, il mercanteggiare, negli anni ‘20 con carretto e cavallo vendeva pignate e mercanzia varia su fino a Ponte nelle Alpi e se gli avanzava merce arrivava fino a Longarone. Verso la fine degli anni ‘20 acquista il primo camioncino (cosa rara a quei tempi) e lo guida Luigi Angelo Dal Col (Pin Bora) suo genero (da Reseretta anche lui), che dopo aver fatto il carpentiere e vari altri lavori in Francia, tornato in Italia fece la patente per così guidare il camioncino del suocero nei commerci col bellunese; dopo qualche anno, nel 1929, il Pin Bora mise in piedi un chiosco a Rivalgo (frazione di Longarone) per 1 - 2 anni a cui seguì l’acquisto di un negozio in Piazza Libertà a Longarone, ebbe 3 figli Alice del 1931, Giacomo del 1933 ed Armando del 1935, quest’ultimo seguendo una forte passione per la natura è divenuto uno tra i maggiori maestri/creatori di bonsai al mondo (titolare del giardino della serenità in Tarzo). Parte della famiglia perì nel 1963 nella catastrofe del Vajont. L’emigrazione fu anche per Reseretta fenomeno amaro, duro ed importante e che coinvolse generazioni e generazioni di tutte le famiglie del borgo che nella maggior parte dei casi si trovavano in situazioni economiche di estrema povertà (nell’800 la pellagra fu fenomeno esteso, che più di ogni altro denotava le critiche situazioni famigliari) senza avere una possibilità di poter cambiare la situazione se non con il partire verso quegli Stati che qualche possibilità la davano. Dalle emigrazioni stagionali verso gli stati dell’Europa centrale, all’emigrazione della seconda metà dell’800 in America Latina, fino al ‘900 con un’emigrazione volta a molti paesi in tutto il mondo, ma anche verso città italiane, si ricorda una famiglia De Martin di Reseretta partita per le bonifiche pontine (nel Lazio) e lì rimasta; furono veramente in tanti casi piccole e grandi epopee, storie che meriterebbero esser raccontate e che in tanti casi non è rimasto più nessuno a poterne tramandare il ricordo, morte e sepolte col passaggio delle generazioni. Zandonella Luigi fu Pietro classe Gennaio-Febbraio 2009 1903 era di Dosoledo nel Comelico superiore, dopo il militare, nel 1923 raggiunge il fratello Rocco in Svizzera per lavoro, facevano gli arrotini, negli anni successivi conosce ad una festa di italiani la figlia di Zandegiacomo Eugenio di Auronzo e della Amalia Dal Col (Amalia Bora) di Reseretta, Zandegiacomo Augusta che nel 1929 diverrà sua moglie. Nel 1931 vengono a Reseretta, c’è la vecchia casa di Mattio De Martin (Mattio Fosco) isolata, sulla strada per le polse in vendita, a Luigi il posto piace, acquistano casa, spediscono i mobili e nel 1933 la famiglia abita a Reseretta mentre lui continua a lavorare in Svizzera in vari paesi. Per vari anni lavorò nei dintorni di Zurigo alla “Pucher Guier” (macchine per l’agricoltura) qui avevano bisogno di operai e lui sapendo bene il tedesco ed avendo guadagnato sul lavoro la fiducia dei responsabili, riuscì a mandare a Tarzo decine di contratti di lavoro, altri ne mandò poi per l’agricoltura, molte famiglie del paese beneficiarono di queste opportunità grazie alla transazione di Luigi e non erano occasioni facili da avere e molti ancora si ricordano cosa voleva dire a quei tempi, avere un contratto di lavoro in mano! Lavorò, poi, in altre aziende anche tedesche nel campo dell’industria pesante (1938) per ritornare definitivamente a Reseretta dalla famiglia nel 1952 e cominciare una vita fatta di agricoltura e del suo vecchio mestiere: l’arrotino. In dialetto l’affilare oggetti si dice guar, quindi lui che era l’affilatore era il gua e da tutti in paese era conosciuto con questo soprannome anche perchè seppur per hobbi continuò questa attività, aveva una bicicletta autocostruita con ruota molitoria in casa, fuori prendeva su forbici, rasoi, coltelli...., a casa lavorava e poi riportava lui stesso i pezzi affilati. Quindi Reseretta ebbe per molti anni anche il proprio gua. Questa non è che una (anche se esemplare) di quelle tante vite che meriterebbero esser raccontate: la Mora Fosca, Amalia Bora, Lidia Bora, Cobe Pradal, Chechin Miazzo, al gua, curaulo, i Dal Gobbo Beca, i Zanetti Zetuza..... sembra impossibile vista adesso la borgata che potesse “contenere” tutta questa vita” senza quella che non siamo arrivati sicuramente a raccontare! Anche Reseretta come le altre borgate era piccolo paese nel paese con le sue peculiarità date dalle caratteristiche del posto e dall’intraprendenza dei suoi abitanti che nel tempo ne determinarono l’impronta. Un sincero ringraziamento per le informazioni ed i ricordi a Benito Zandegiacomo ed alla madre Maria Pierina De Martin, a MichelonWalter ed alla moglie Rosanna, a Zandonella Luciano, ad Dal Col Armando, a Michelon Franca, a Pante Amabile e Pante Angelina. Bruno M. «Voce amica» Gennaio-Febbraio 2009 Notizie dal Comune ELEZIONI EUROPEE, AMMINISTRATIVE E REFERENDUM A cura di Francesco Introvigne – Responsabile Area Si svolgeranno sabato 6 (15-22) e domenica 7 giugno 2009 (722) le Elezioni Europee, con l’accorpamento delle Elezioni Amministrative (quest’ultime non interessano il nostro Comune). Non è stata ancora fissata, invece, la data del Referendum: si sta discutendo tra l’accorpamento del 6-7 ed il 14 giugno. Voteranno in Italia, nei rispettivi Comuni di iscrizione, gli elettori residenti (APR), mentre voteranno all’estero, per corrispondenza, gli elettori residenti all’estero (AIRE). L’attuale corpo elettorale risulta così formato: Comune di Tarzo Elettori Elettrìci Totale. Votanti a Tarzo (APR) 1724 1935 3659 Votanti all’estero (A.I.R.E.) 333 306 639 2057 2241 4298 TOTALE OPERE PUBBLICHE Ristrutturazione del municipio Si tratta del primo stralcio dei lavori che, complessivamente, porteranno alla riqualificazione di tutta l’area intorno alla sede municipale. L’intervento consiste nel restauro conservativo e nel consolidamento statico della struttura, della copertura, del solaio della soffitta raggiunta da una nuova scala di collegamento, nella realizzazione di impianti tecnologici e servizi igienico-sanitari. Il costo preventivato è di 350 mila euro (113.000 € di contributo Regionale; 60.000€ un contributo del Bim Piave e per la parte restante il Comune accenderà un mutuo). La prima fase dei lavori, concentrati sulla parte alta dello stabile, consentirà di recuperare gli spazi del sottotetto, rendendoli agibili e permettendo la creazione di nuovi uffici. Successivamente, si andrà a ristrutturare anche il resto dell’edificio. La ditta Tonet s.r.l di Santa Giustina (Bl) ha vinto l’appalto per questo primo intervento - Il piano complessivo comprende anche lo spostamento della biblioteca, che sarà trasferita in un ambiente più consono e spazioso.(L’Amministrazione sta attendendo un contributo regionale che dovrebbe coprire interamente le spese). Le diverse modifiche che si andranno a compiere sull’area trasformeranno la parte retrostante la sede comunale in una sorta di corte interna, destinata a diventare luogo di ritrovo. Area dell’istituto comprensivo, Nei prossimi mesi cambierà decisamente aspetto anche l’area dell’Istituto Comprensivo, dove sarà attuato un progetto che ne consentirà la sistemazione definitiva, per il quale è già stato raggiunto un accordo con la Banca Prealpi. Ponte di Castellich E’ cominciato l’intervento per la sistemazione dell’incrocio in località Castellich che prevede la realiz- pagina 9 ww.comune.tarzo.tv.it C O M I TAT O B I B L I O T E C A Prima riunione del nuovo comitato biblioteca comunale convocato dall’assessore alla cultura Andrea De Polo. Erano presenti i membri eletti dal Consiglio Comunale: Roberta Tomasi, Davide Curreri, Carla Candiani, Luciano Cesca, Valeria Azzalini, Renata Sopracordevole Lanzi, oltre ai rappresentanti delle Associazioni e gruppi organizzati presenti sul territorio. Roberta Tomasi è stata nominata presidente, Davide Curreri vice presidente, Carla Candiani segretaria. Il nuovo Comitato affiancherà da subito i sodalizi attivi nel Comune per lo svolgimento delle varie iniziative culturali e sociali. Primo appuntamento in calendario è stata la mostra del libro, resa possibile grazie alla partecipazione di una decina di volontari. Un successivo incontro del comitato si è svolto il 4 febbraio in sala consiliare, zazione di una nuova intersezione a raso tra la strada provinciale 635 e la via Castellich. Per coprire le spese dell’importante opera sono stati messi a bilancio complessivamente 475 mila euro (245.000 € quale contributo della Regione, 100.000 € per opere da Veneto Strade, il resto sarà a carico del Comune). In questo progetto è prevista anche per la messa in sicurezza della strada che da località Fornaci arriva a Nogarolo. Strada di Mondragon E’ prevista la sistemazione della strada Corbanese - Mondragon, dove lo scorso dicembre si è verificata una frana. Le piogge incessanti hanno causato un grande smottamento che aveva interessato la carreggiata, rimasta allora chiusa al traffico per diversi giorni e probabilmente lo sarà anche nei prossimi se continua a piovere. Per intervenire in questa zona ed in altri tratti del percorso, la Provincia ha stanziato una somma di 90 mila euro. Nuovi marciapiedi a Tarzo Sono pronti i nuovi ed eleganti marciapiedi lungo via Roma. Con l’intervento si è sistemata ed allargata la carreggiata e sono stati realizzati i necessari parcheggi. I lavori, totalmente a carico del Comune, sono venuti a costare circa 110 mila euro. Vari ritardi nella esecuzione dell’opera sono imputabili al maltempo ed alle modifiche che si sono rese necessarie in corso d’opera, soprattutto nella parte in cui i nuovi marciapiedi, a sbalzo, hanno interferito con l’area della parrocchia. Marciapiedi a Fratta e Colmaggiore. L’opera avrà un costo complessivo di 595 mila euro, di cui 150.000 € dai dividendi Asco Piave, 267.750 € da un contributo regionale, finalizzato alla realizzazione di quest’opera, per la parte restante il Comune ha acceso un mutuo. Sono in fase di elaborazione i progetti definitivi ed i lavori che collegheranno le due località ai marciapiedi della Corona partiranno tra la fine dell’anno corrente e l’inizio del 2010. dove è stato formalizzato - assieme alle associazioni - il calendario delle manifestazioni per tutto il nuovo anno 2009, disponibile anche sul sito internet del comune. Mostra del libro e letture animate Anche quest’anno, in concomitanza con la festa della Candelora l’assessorato alla cultura e la Biblioteca Comunale hanno organizzato la Mostra del Libro. Nonostante i venti di crisi le vendite sono andate molto bene. Sicuramente un buon incentivo per gli acquirenti è stato lo sconto del 30% applicato sui prezzi di copertina. I tarzesi hanno avuto a disposizione più di 1800 titoli fra novità letterarie, dizionari, manuali, romanzi e grandi classici; cui va aggiunto l’angolo dedicato agli autori locali, ove sono state messe in vendita anche opere di difficile reperimento. Considerato che in paese non vi è una libreria, la Mostra del Libro si conferma un’ottima opportunità, anzi, un vero appuntamento da non perdere per la popolazione di Tarzo!! Un particolare ringraziamento va a tutti i volontari che hanno lavorato molto e con particolare dedizione per la realizzazione di questo evento. Mercoledì 28 Gennaio, in occasione della mostra del libro, si è svolta l’iniziativa “Letture Animate” rivolta ai bambini della scuola materna ed elementare. Le nostre lettrici, Alessandra, Carla, Caterina, Daniela e Nives hanno raccontato e recitato storie e scenette sul carnevale, tra le quali la bella e spesso dimenticata storia dello zio Tonto, meglio conosciuto come Barba Zhucon. Dopo aver allietato i bimbi, il pomeriggio si è concluso con un dolce rinfresco per tutti a base di biscotti, castagnole, crostoli e frittelle. La partecipazione è stata molto numerosa e, visto l’entusiasmo da parte dei piccoli spettatori, già si prevedono altri incontri di letture animate in biblioteca nel prossimo futuro. Daniela F. Vian bibliotecaria Arfanta «Voce amica» Paese mio Arfanta • Arfanta • Arfanta • Arfanta • Arfanta • Arfanta • Arfanta pagina 10 IN PREPARAZIONE DELLA PASQUA Proponiamo il calendario delle celebrazioni eucaristiche e liturgie che ci accompagneranno nel cammino verso la S. Pasqua: ♦ Ogni venerdì dal 27 febbraio alle 16.30, in chiesa, Via Crucis per bambini ed anziani. ♦ Venerdì 27 marzo alle 20.30, si svolgerà nella nostra parrocchia la Via Crucis Foraniale animata dai Gruppi Giovani Parrocchiali della “Vallata”. Si partirà dalla chiesetta di S. Rocco in Resera per giungere alla Chiesa Parrocchiale di S. Bartolomeo Apostolo. Il tema prescelto è: “La Via Crucis della Solidarietà”. Presiederà il rito don Ezio Segat Assistente Commissione Giovani “La Vallata”. Tutta la comunità è invitata. Gennaio-Febbraio 2009 Brevi di cronaca La settimana santa 5 aprile - Domenica delle Palme ore 9,15 Benedizione dei rami di olivo e processione dalla canonica. Santa Messa Lunedì – Martedì – Mercoledì Santo Ore 16 – 18,30 Santa Messa ed Adorazione 9 Aprile - Giovedì Santo ore 8,30 in Cattedrale per la Santa messa crismale. ore 18 S. Messa in Coena Domini 10 aprile - Venerdì Santo – Astinenza e digiuno ore 15 a Corbanese celebrazione della passione e morte di Gesù Ore 17 via Crucis 11 aprile - SABATO SANTO – a Corbanese Veglia pasquale Ore 20 Liturgia della Luce, della Parola, Battesimale e Liturgia Eucaristica (S. Messa) DOMENICA DI PASQUA Ore 9,30 Santa Messa Solenne di Pasqua 13 aprile - Lunedì di Pasqua 9,30 Santa Messa VOI SIETE IL SALE E LA LUCE…VENITE E VEDRETE…” E’ ripreso nel nuovo anno, con gioia ed impegno il percorso foraniale di preghiera per giovani. Venerdì 23 gennaio, ci siamo incontrati nella chiesa parrocchiale di Tarzo soffermandoci sul tema della Giornata Mondiale della Gioventù di Toronto 2002: “Voi siete il sale della terra e la luce del mondo”. Attraverso le varie tappe della veglia e con l’aiuto di alcuni segni tra cui il sale, la luce e la terra abbiamo cercato di capire che Lui ha fiducia, ripone delle speranze in noi e noi non possiamo deluderLo. Egli ci chiama a seguirLo, senza esitazioni, diffondendo a quanti incontriamo la Sua Parola. Venerdì 20 febbraio invece ci siamo radunati nella chiesa di Premaor (Miane). Il tema scelto è tratto della G. M. della G. di Parigi 1997: “Maestro, dove abiti? Venite e vedrete”. In questa occasione abbiamo meditato su dove abita Gesù? Egli è presente nelle varie situazioni che la vita mette davanti ogni giorno. Egli ci invita ad andare a vedere, a conoscerLo ed amarLo.. Il prossimo appuntamento: la Via Crucis Foraniale Giovanile (vedi preparazione alla santa Pasqua) Auguro a tutti i giovani e alle loro famiglie una buona Quaresima e una serena S. Pasqua. Valentina Pozzo di S. Patrizio Sono in corso le operazioni di raccolta oggetti e “donazioni varie” per il Pozzo di S. Patrizio che verrà organizzato in occasione delle festività di San Bartolomeo, la parrocchia ringrazia fin d’ora il buon cuore di quanti parteciperanno alla raccolta, alla gestione e soprattutto offriranno gli oggetti. Anche nel periodo della crisi, troveremo tutti un buon motivo per partecipare a buone opere. Ricordiamo i compiuti da Andrea Gregoletto e gli facciamo i nostri migliori auguri. NA CAMINADA A REFANTA Ricordo POSSAMAI ANTONIO 14 /09/1938 Il Gruppo Ricreativo organizza per DOMENICA 31 MAGGIO la gita annuale a SIRMIONE e PESCHIERA del GARDA. Per info 0438/584938 e 0438/587023. 95 anni UN PANE PER AMOR DI DIO: ricordarsi di portare le vostre scatolette durante la Settimana Santa. “…GIOVANI: Gita a Sirmione e Peschiera 13/02/2008 E’ già passato un anno da quando ci hai lasciati…Finisce la vita terrena rimane viva la luce del tuo ricordo che ci accompagna ogni giorno. Viviamo con la certezza che non siamo soli e da lassù tu e il nostro caro Eros ci guardate e ci guidate con sincero amore. La famiglia Dovunque tu sia de star, tu vede che sto paese lè fat par caminar. Se na matina tu parte dal Talpon e tu va do verso al mulin tu gira a sinistra prima de ‘ndar fora confin. A lè un troi stret, e con na sudada tu riva su al casinet. Tu te senta sue banche, che là lè un posto ciet tu varda sote e tu vede al mulinet. Continua sua cresta a caminar e davanti le case dei Tomasi te toca passar. Continuando su quea cresta a destra tu vede al col dea Mondaresca. Sentete un sciant, poda al bachet e varda lontan da ‘na banda lè Pieve, da quel’altra Vittorio e davanti Conaian. Co tu sé destracà, tu ciol su al to bachet e tu torna caminar davanti le urezie tu à da pasar. Ades lè tuta riva in do e con quatro pas tu se rivà. Tu vede le case de Pol e al capitel al bivio del Talpon lè ancora quel. Pino FESTA DELL’EPIFANIA La«VVoce oce amica» di Corbanese Martedì 6 gennaio giorno dell’Epifania e della Santa Infanzia, nel pomeriggio don Angelo ha riunito in chiesa i bambini accompagnati dai genitori e nonni per una benedizione speciale. Prima ha accolto un bambino che domenica 11 gennaio ha ricevuto il santo battesimo, ha, infine, benedetto i bambini che si sono riuniti intorno all’altare ed hanno dato un bacio a Gesù bambino. Al termine della celebrazione alcuni ragazzi di 5 elementare, con l’aiuto delle loro mamme, hanno rappresentato con semplicità la nascita di Gesù. Francesco Borsoi pagina 11 ORARI PER LA SETTIMANA SANTA 5 aprile - Domenica delle Palme ore 10,30 a Corbanese benedizione degli olivi e processione ore 15,30 – 17 Inizio Adorazione eucaristica e vesperi Lunedì – Martedì – Mercoledì Santo ore 8,30 Santa Messa ed inizio adorazione fino alle ore 11,30 ore 15 – 18 Adorazione e canto dei vesperi 9 Aprile - Giovedì Santo ore 8,30 in Cattedrale con il Vescovo per la Santa messa crismale. ore 19,30 S. Messa in Coena Domini e accoglienza dei sacri oli consacrati dal Vescovo al mattino. 10 aprile - Venerdì Santo – Astinenza e digiuno ore 15 celebrazione della passione e morte di Gesù.. La celebrazione si svolge in tre parti: 1° liturgia della Parola, 2° adorazione della Santa Croce, 3° Comunione dell’Assemblea. Bacio del Crocifisso: Medita e Prega in silenzio. ore 20 Solenne via Crucis fino al Calvario – Ornare la case con i lumini. 11 aprile - SABATO SANTO – Veglia pasquale ore 20,30 Liturgia della Luce e della Parola, Liturgia Battesimale ed Eucaristica (S. Messa) DOMENICA DI PASQUA orario festivo con solenni celebrazioni alle ore 7,30 e 10.45 sante Messe a Corbanese 13 aprile - Lunedì di Pasqua ore 7,30 e 10,45 sante Messe a Corbanese Durante la Messa delle 10,45 verrà celebrato il Battesimo CONFESSIONI: prima delle sante messe o durante il periodo di adorazione. Sabato Santo confessore straordinario. UN PANE PER AMOR DI DIO: ricordarsi di portare le vostre scatolette durante la Settimana Santa. CALENDARIO LITURGICO QUARESIMALE ANAGRAFE BATTESIMI 1. Collodel Ettore di Mirko e Poloni Chiara. Nato a Vittorio Veneto il 23 ottobre 2008 e dopo il rito di accoglienza celebrato il 6 gennaio 2009 viene battezzato il giorno 11 gennaio 2009. Padrini: Tomasi Marianna e Michele Battiston. NELLA CASA DEL PADRE 1. DE BASTIANI SEVERINO fu Sebastiano e Baldassar Angela. Nato a Tarzo il 14 agosto del 1914, da adolescente emigrò a Napoli e poi come aviatore militare a Ciampino. Partecipò alla guerra di Abissinia. Nel 1950 si sposa con Lina Zuanella, figlia del podestà di Tarzo Augusto, e ebbe la gioia dei figli Gianfranco e Fanny. Condusse una vita di lavoro, come autista in vari cantieri e presso le fornaci di Revine. La malattia e gli anni piano piano, quasi di nascosto, minavano la sua fibra e dopo alterne speranze l’olio della sua esistenza si è consumato presso l’Istituto Padre Pio. Concluse il suo viaggio terreno a 94 anni, il giorno 4 gennaio 2009. Il suo funerale venne celebrato nella chiesa di Corbanese il giorno 9 gennaio con grande partecipazione di amici e conoscenti. Ora riposa nel cimitero di Tarzo. 2. ZANDEGIACOMI ALBINA fu Vincenzo e fu Emilia Marchetti, ved. di Antonio Morandin. La sua lunga vita di 96 anni fu intessuta di lavoro e di impegno familiare, di amore e serenità. Accettava la battuta di spirito e la sottile ironia. Finché ha potuto ricevette la Comunione ogni mese. Poi vennero le giornate di solitudine, sempre arricchite dalla fede; la salute diventò fragile ed Albina bisognosa di attenzione e cure. Concluse il suo viaggio terreno il 6 gennaio 2009 ed il suo funerale si celebrò il giorno 8 gennaio e poi accompagnata al nostro cimitero in attesa della resurrezione Ogni venerdì in chiesa via crucis - Ore 15,30 per donne e bambini - Ore 20 per giovani ed adulti come assicura la nostra fede. 3. STRINGHER ANTONIO fu Angelo ed Amabile Battiston. Coniugato con Adelina Salvador concluse la sua esistenza a 80 anni il 16 gennaio 2009. Persona molto religiosa e praticante, buono di animo e carattere, molto vicino al figlio Domenico e alle persone che avevano bisogno. Dava spesso il suo contributo per le adozioni a distanza, in accordo con la moglie. La sua salute fu un alternarsi di speranze e sofferenze e nell’ultimo periodo fu ospitato presso l’Istituto Padre Pio. Il suo funerale venne celebrato nella nostra arcipretale il giorno 19 gennaio, reso solenne dalla partecipazione della Schola Cantorum e poi accompagnato al cimitero. 4. CASAGRANDE ALDO di anni 70, celibe. Una vita riservata, di lavoro e piccoli servizi. Morì in modo improvviso il 15 gennaio 2009 ed il suo funerale fu celebrato il giorno 17 gennaio nella nostra chiesa arcipretale e poi tumulato nel cimitero di Madonna di Loreto. 5. DE MARTIN EMMA ved. De Coppi Alfonso, di 95 anni. Trascorse la vita prima a Rolle, poi Reseretta, a Tarzo e Corbanese. Nella vecchiaia fu ospite della casa di riposo di Conegliano e poi di Tarzo dove mori in villa Bianca il giorno 20 febbraio 2009. Donna discreta e buona, riservata nei suoi sentimenti ed affetti. Affrontò difficoltà e tristezze con serenità e dignità. Le esequie religiose furono celebrate il giorno 23 febbraio nella nostra parrocchiale e poi tumulata nel cimitero di Tarzo dove riposa il marito. 6. ZAVA ETTORE fu Giuseppe e Regina Paolin, coniugato con Zanette Carmela. Fu sempre legato da un grande amore per la famiglia, per le due figlie e per i nipoti. Concluse la sua esistenza il 22 febbraio 2009 a 86 anni: chi semina bene raccoglie buoni frutti. La sua attività di camionista lo condusse in varie parti d’Italia, per alcuni anni fece anche il servizio per le scuole di Tarzo. Il suo funerale venne celebrato il 24 febbraio nella nostra arcipretale con numerosa partecipazione di fedeli e poi accompagnato al cimitero di Madonna di Loreto. 7. SANTINI GIOVANNI di anni 70. Nato a Venezia il 4 gennaio 1939 ricevette le basi di buona educazione presso il collegio Cavanis e poi, sempre a Venezia, si laureò in Economia e Commercio all’Università Ca’ Foscari. A Corbanese risiedeva, da circa 10 anni, insieme alla moglie Rosanna Alaimo ed ai figli Francesco e Martina. Uomo discreto, lavoratore preciso, riservato nei suoi sentimenti, affrontò con serenità e dignità le difficoltà della vita e la malattia che pose termine alla sua esistenza. Morì il 22 febbraio 2009 lasciando nel dolore la moglie ed i figli. Il suo funerale fu celebrato il giorno 25 febbraio e poi tumulato nel nostro cimitero. Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese Gennaio-Febbraio 2009 «Voce amica» pagina 12 Gennaio-Febbraio 2009 Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese CLASSE 1939 in festa Sabato 28 febbraio noi settantenni di Tarzo ci siamo ritrovati per festeggiare questo importante traguardo della nostra vita. La giornata di festa è iniziata con un ringraziamento al Signore partecipando, quindi, alla Santa Messa celebrata nella parrocchiale di Corbanese dal parroco don Angelo Lucchetta. E’ poi proseguita con un allegro convivio in un rinomato ristorante del Felettano, ove fra succulenti piatti e canzoni dei nostri “favolosi anni 70”, le ore sono trascorse piacevolmente con qualche nostalgia nel ricordare il passato e le persone care che non sono più tra noi, ma anche la gioia per la vita vissuta. Ci siamo, infine, salutati augurandoci un prossimo incontro, in attesa del traguardo degli 80. Classe 1939 – N. Nozze d’Oro GRUPPO ALPINI Programma anno 2009 Gennaio: il giorno 5 panevin, il 25 Commemorazione Battaglia di Nikolaiewka ed il 30 Assemblea soci Febbraio: il 14 Banco Farmaceutico ed il 24 Ultimo di carnevale Marzo: l’8 assemblea delegati al “Dina Orsi” di Conegliano, il 22 Festa di San Giuseppe. Aprile: il 4 pulizia del Calvario, il 19 a Collalto per il 40° del Gruppo, il 25 anniversario della Liberazione e a Mareno per il 50° del Gruppo. Giugno: il 2 Festa della Repubblica, il 21 Annuale Gita Alpina ed il 28 a Cima Vallona per il 42° anniversario. Luglio: il giorno 5 a Col di Nava per il 60° raduno nazionale. Agosto: il 30 annuale pranzo alpini. Settembre: il 6 a Cison per il 38° Raduno al bosco Penne Mozze ed il 27 a Rovigo per il raduno Triveneto Ottobre: il 15 anniversario Fondazione truppe alpine, a metà mese castagnata per le scuole materne ed elementari. Novembre: l’8 Anniversario della Vittoria e delle FF.AA., l’11 San Martino, il 21 Santa Messa e cena sociale ed il 28 colletta alimentare. Dicembre: il giorno 5 Cena sezionale ed il 24 Santo Natale con distribuzione pinza e vin brulè. Mario e Palmira hanno festeggiato il loro 50esimo anniversario di matrimonio. Prima, con una santa messa, è stato ringraziato il Signore per i tanti anni trascorsi insieme e chiesta la grazia di viverne tanti ancora in buona salute. Poi la giornata è stata festeggiata con un pranzo con figli, nipoti, parenti ed amici. Il 27 dicembre l’alpino Siro GALLON con la moglie Cesarina REDIO, hanno celebrato il loro 50° di matrimonio attorniati dai figli, nipoti e parenti. Nello stesso giorno anche la figlia Antonietta con Battista ha festeggiato il 30° anniversario, mentre la figlia Patrizia con Claudio il 25° anno di matrimonio. Si sono riunite tre date importanti, per ringraziare il Signore con una santa messa nella chiesa di Corbanese, e per festeggiare l’amore duraturo e gioioso che li ha tenuti uniti in questi anni. Congratulazioni ed auguri dalla comunità parrocchiale a tutti questi sposi cristiani. Piero e Liliana Battiston «Voce amica» pagina 13 Panevin 2009 AL ME PAESE Se caminando vae su par Castagnera E me sente su un prà, Vede tut Corbanese come chel’stà. Al vede coi oci de cinquanta ani prima: Era na cesa, e qualche casa, ciara da bas E in zima. Ades a lè bele case e qualche capannon (i è bruti), ma col so lavoro, àl fitùal Lè diventà pàron Lè anca na costa col Calvario, e lè un bel veder. Che tuti intorno i vorìa aver Stò paese, lè un dei pì bei Dove che vien ùa, fruti e fighi, anca quei. Al calt e al frèt no lè de stì posti qua E al càivo ghe lo ason a chi che lo à. Cossì quando che vae in giro par al mondo a vardar Ghe dighe a tuti che al me paese lè al pì bel star. Pino Anche quest’ anno, il Gruppo alpini Corbanese insieme con la Pro loco, hanno organizzato il “pan e vin”. I lavori per la realizzazione di questo evento è iniziata negli ultimi giorni del 2008 quando, con l’ausilio di tre trattori abbiamo cominciato la raccolta della legna da ardere e che ci ha visti impegnati per un giorno. Successivamente è stata la volta della costruzione fisica del falò che è stato realizzato con l’opera di uno speciale mezzo modificato apposta per tale uso. Naturalmente anche quest’anno ci siamo ritrovati per organizzare e preparare tutto ciò che serviva, allo svolgimento della serata, tra cui salsiccie, muset ecc… L’accensione del Panevin è stata preceduta dalla cerimonia di benedizione del fuoco presso la chiesa di Falzè di Piave che da qui prelevato attraverso delle fiaccole è stato portato di corsa da otto marciatori fino a Corbanese. Quest’anno, a differenza dello scorso siamo stati aiutati dal tempo che sì era freddo, ma tutto sommato bello, ed infatti la gente si è presentata molto più volentieri. Il Gruppo alpini e la Pro loco intendono ringraziare tutti coloro che in un modo o nell’altro hanno contribuito affinché tutto si svolgesse nel verso giusto. Ricordi quando te ne sei andato, ma quelli occhioni non hanno mai smesso di brillare, perché ti ricordano così, perché ogni giorno ti vedono così e sentono, ancora, i tuoi abbracci e le tue storie, perché sentono che ci sei ed ogni giorno continui a tenermi per mano. Miriam E’ la forza del tuo amore, della tua musica, del tuo sorriso che è ancora viva nei nostri cuori e ci fa vivere così con te, per sempre. Ciao Tua moglie Delia, i figli Roberto, Annarosa e Carlo ed i tuoi tanto amati nipoti Gilberto, Laura, Enrico, Ludovico e Filippo. *** Campardo Giovanni Piovesana Ircano 26.08.1928 – 21.02.2008 Sembra Ieri, ma è già passato un anno dalla tua scomparsa. Avrei molte cosa da dirti, ma non trovo le parole giuste. Ti dico solamente che manchi a tutti noi. Con affetto i tuoi cari. *** Giuseppe Antiga Caro Bepi, tante cose sono cambiate da quando ti addormentasti una sera di marzo cinque anni fa. E’ strano, ma più passa il tempo e più ti sentiamo vicino, come se tu fossi qui con noi. Stringher Domenico ed Antonio Dopo poco più di due anni papà Antonio ha raggiunto il figlio Domenico. Siete sempre nel cuore dei vostri cari. All’improvviso mi svegliai, era solo un sogno ….ma uno dei più belli che avessi mai fatto. E il pensiero volò subito a te, alla tua immagine. Tu, così alto, bello e forte. Tu, che stringevi la mia manina così piccola e fragile che tanta voglia aveva di crescere. Io e te, mano nella mano, a passeggiare in silenzio, quel silenzio che mi faceva sentire al sicura. Gli occhi brillavano di gioia, con te nulla di brutto mi sarebbe accaduto. Quegli occhioni che si incantavano quando raccontavi le storie fantastiche che leggevo sui libri di scuola: la campagna di Russia combattuta al gelo, il rientro in Italia a piedi e con una medaglia al valore; la guerra in Etiopia e la seconda guerra mondiale. Quelli occhioni brillavano perché eri tu, nonno Nani, ad averle vissute tutte quelle storie ….. e, poi, altre che abbiamo vissuto insieme. Le giornate al parco giochi, le partite a carte, dove tu, barando, perdevi pur di vedermi ridere. Ricordo il tuo sorriso quando abbiamo tolte le rotelline dalla mia adorata bicicletta rossa. Sono trascorsi dieci anni da Grosso Giulio Caro nonno sono già due mesi che non sei più tra noi. Mi ricordo che un giorno nelle nostre passeggiate abbiamo visto passare un aereo nel cielo e tu dicesti: io un giorno lo prenderò quell’aereo ed andrò in cielo. Ricordo, anche quando si andava in passeggiata da soli per prendere i fichi per la nonna. Ci manchi tanto, in particolare alla nonna. Caro nonno, terrò sempre caro il braccialetto che tu mi hai regalato e sono sicura che mi porterà sempre fortuna. Ti ricorderò sempre e ti porterò sempre nel mio cuore. Ti voglio un bene grande come l’Universo. Tua nipote Sara Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese Gennaio-Febbraio 2009 Voce Amica «Voce amica» Tarzo www.parrocchiaditarzo.it pagina 14 Gennaio-Febbraio 2009 Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo CARRO MASCHERATO: “ALLEGRA FATTORIA” Consiglio pastorale parrocchiale Scuola dell’Infanzia di Tarzo Il gruppo dei “papà” che hanno i loro bambini alla scuola e ..., non solo, hanno preparato il bellissimo carro della “Fattoria”. La Fattoria è il tema didattico che la scuola sta elaborando di giorno in giorno in questo anno scolastico. I bambini sono molti affascinati dagli animali e dal loro mondo ... Il tema: L’Allegra Fattoria rappresenta, infatti, un luogo privilegiato di una realtà “accessibile e ricca” sia dal punto di vista emotivo che conoscitivo. In questo carro i bambini si sono mascherati volentieri da animali della fattoria e vi hanno partecipato con gioia e allegria insieme ai loro genitori. Un grazie va a tutti questi papà che hanno collaborato per la realizzazione di questo progetto, collaborando con la scuola, in un contesto di festa paesana nel clima di carnevale. sr. Leontina F. ORME DI PACE Sono le impronte di Gesù che abbiamo seguito con i ragazzi dell’ACR in questi mesi di gennaio e febbraio per capire cosa possiamo fare per realizzare la Pace. Nel mese di gennaio, tradizionalmente dedicato alla pace, ci siamo avvicinati alla figura di San Francesco, grande esempio di amore e di fratellanza, con scenette e racconti che ci hanno condotto a riflettere anche sui problemi e sulle necessità del mondo d’oggi. Questo lavoro si è concretizzato in un cartellone e uno slogan che è stato portato alla festa della pace che si è svolta domenica 25 gennaio a Soligo. Purtroppo la presenza dei ragazzi di Tarzo è stata molto limitata e questo è davvero un peccato in quanto la festa è riuscita molto bene e i ragazzi presenti, fra tanti giochi e divertimenti hanno interiorizzato l’importanza della collaborazione per risolvere i problemi e portare la pace. La prima domenica di febbraio, come ogni anno, è “la giornata per la vita”; in questa occasione i ragazzi dell’ACR e tutti gli aderenti all’Azione Cattolica propongono l’iniziativa “un fiore per la vita”. Dopo la Santa Messa sono state vendute delle primule il cui ricavato viene devoluto alla casa Mater Dei di Vittorio Veneto che aiuta le giovani madri in difficoltà. Durante la quaresima con i ragazzi dell’ACR affronteremo il tema dell’importanza dell’acqua prendendo in esame la realtà brasiliana dove l’acqua è davvero un bene prezioso per la sua scarsità. Invitiamo tutti i ragazzi delle elementari e delle medie a partecipare il sabato pomeriggio dalle 15 alle 16 alle attività dell’ACR. I LAVORI IN PARROCCHIA NUOVI PRESTITI GRAZIOSI RICEVUTI: N.11 € 1.000; N.12 € 1.000; N.13 € 10.000; N. 14 € 3.000. A tutti i donatori viene rilasciata specifica ricevuta numerata e firmata; la restituzione non avverrà prima di 24 mesi (salvo necessità particolari). Il Contributo, come “erogazione liberale” di Ditte e Imprese, usufruisce del beneficio fiscale deducibile dal reddito d’impresa. Modalità per la contribuzione: 1) Direttamente in Canonica da parte di persone maggiorenni o rappresentanti di enti ed associazioni. (tel.0438 586205). 2) Con bonifico bancario, a favore della Parrocchia di Tarzo, presso la B.C.C. Prealpi di Tarzo, le filiali della Prealpi o la propria Banca, con le seguenti coordinate: C/C n.15584 intestato a “Parrocchia della Purificazione della Beata Vergine di Tarzo” IT69 A0890462130000000015584. Portare, poi, la ricevuta del bonifico in Canonica. - Nella nostra comunità, a causa della crisi in atto, ci sono diverse famiglie (tarzesi) che sono in difficoltà e che hanno “bussato alla porta della parrocchia” per chiedere aiuto. Persone che non avrebbero mai pensato di trovarsi in questa situazione, ma la crisi le ha davvero colpite. Esse chiedono il nostro aiuto per poter tirare avanti dignitosamente fino a quando non potranno ritornare alla normalità. Sono famiglie che hanno bambini, che hanno un mutuo per la casa da pagare. La parrocchia sente il dovere di aiutarli, sia con una raccolta di generi alimentari, che con offerte di denaro. Le offerte si ricevono in canonica interpellando il parroco Don Francesco. Anche la comunità ha il dovere morale di aiutare il prossimo nel limite delle possibilità. Cerchiamo di pensare a queste famiglie che stanno vivendo un disagio che può succedere a qualsiasi persona. Questo è il momento di mettere in atto la carità cristiana. FEDE, SPERANZA, CARITA’: Una comunità annuncia ciò che celebra e celebra ciò che vive. Il vissuto quotidiano non può essere qualcosa di diverso da ciò che è l’ascolto della Parola di Dio, che ci insegna ad amare il prossimo. Donare è gioia. - Il C.P.P. di Tarzo, insieme alle parrocchie di Revine - Lago, Arfanta e Corbanese, ha pensato di fare degli incontri quaresimali come lo scorso anno. Un incontro in ogni singola parrocchia, in ogni serata partecipa un parroco diverso che farà da relatore. Il primo è stato fatto da S.E. il Vescovo nella chiesa di Lago sul tema “Anno Paolino - II Battesimo”, ovvero la riscoperta del nostro battesimo. Presenza assai gradita, l’incontro era aperto a tutte le parrocchie della Vallata. L’anno Paolino ed il Battesimo è il tema che stiamo sviluppando anche a livello di Piano Pastorale. I prossimi incontri alle ore 20,30: lunedì 9 marzo nella chiesa di Arfanta, lunedì 16 a Tarzo, lunedì 23 marzo a Corbanese e lunedì 30 a Revine. Speriamo che questo cammino spirituale possa essere di aiuto a molti. Gli incontri sono aperti a tutta la comunità e ci auguriamo siano graditi e partecipati come lo sono stati lo scorso anno. - Le persone che abitualmente (e gratuitamente ) puliscono la Chiesa chiedono urgentemente un aiuto per poter fare una “bella pulizia pasquale”. A causa dei lavori di restauro la Chiesa necessita di una pulizia straordinaria. Anche questo è un servizio che rientra nell’ambito della Carità cristiana. Fino ad ora le persone sono state poche e sempre quasi le stesse, ora chiedono un aiuto concreto: per informazioni contattare la Signora Meneghel Erminia di Fratta. Un sincero ringraziamento va ai nostri cari lettori per tutto quello che verrà fatto in merito alle due proposte di aiuto. Nel salutarvi ricordiamo che: “La via della croce non è cosa di altri tempi, ma essa esiste ancor oggi nella vita di uomini e donne che, coinvolti nella sofferenza fisica o morale, tormentati da eventi negativi quali miseria e degrado, si sentono soli e indifesi. Gente che vive ai margini delle nostre moderne società che si fanno chiamare civili? La via della croce è l’abbandono e la solitudine di molti anziani, di giovani e di bambini, che vivono al di fuori di questa ‘maledetta’ società devota al consumismo, devota al dio denaro, devota allo sballo, ecc. Ma tutte queste croci non sono che un ‘vessillo di speranza e di salvezza’ perché anche Gesù Cristo le ha portate tutte per Noi”. Un cordiale saluto dal C.P.P. «Voce amica» pagina 15 SETTIMANA SANTA 2009 Gesù Cristo è la nostra Speranza DOMENICA DELLE PALME 5 aprile: Festa dei GIOVANI Ore 10.15 In Asilo — benedizione dei rami di ulivo. Ciascuno si procuri, prima della celebrazione, il ramo di ulivo. Processione alla Chiesa in onore di Cristo Signore. Non viene celebrata la Messa a Nogarolo. Ore 15 Inizio delle 40 Ore di adorazione L’adorazione continua fino alla Messa delle ore 19. LUNEDÌ - MARTEDÌ - MERCOLEDÌ SANTO 6–7–8 aprile Ore 8.30 S. Messa e inizio dell’adorazione fino alle ore 10 Ore 14.30 Continuazione dell’Adorazione al Signore. Ore 18.30: Solenne Adorazione Parrocchiale. Il mercoledì sarà animata dall’Azione Cattolica. CONFESSIONI: durante l’adorazione GIOVEDÌ SANTO 9 aprile Ore 8.30 In Cattedrale: S. Messa Crismale concelebrata dal Vescovo con tutti i sacerdoti della Diocesi. Consacrazione degli Oli Santi: Catecumeni – Crisma - Infermi, Ore 20 S. Messa in “Coena Domini” Accoglienza dei Oli Santi consacrati dal Vescovo - Lavanda dei piedi alle persone che nella comunità svolgono un servizio pastorale VENERDI SANTO 10 aprile Astinenza e digiuno Ore 15 Gesù muore in croce. Rifletti e prega — fa un po’ di meditazione Festa DELLA CANDELORA Pronti…mezzo…via… si parte con la 20a edizione della Festa della Candelora che la Pro Loco di Tarzo organizza con il patrocinio dell’Amministrazione comunale. - Apre la manifestazione sabato 24 la premiazione del concorso di disegno per le Scuole Medie, arrivato alla 10a edizione. I ragazzi si sono espressi in maniera notevole, anche grazie al validissimo supporto dell’insegnante, dimostrando padronanza della materia e realizzando ottimi lavori con colori e pennelli. Buoni anche i lavori della scuola elementare. Presenti i sindaci di Tarzo e Revine Lago Bof e Zardet. - Domenica 25, in collaborazione con il Carnevale di Marca si è svolta la 27 a sfilata di carri Mascherati. Vasco Rossi cantava “Una splendida giornata” ma dobbiamo dire che e stata una giornata perfetta per noi e per Tarzo: sole, caldo, bancarelle con prodotti e specialità, tantissima gente lungo il percorso divertita dal passaggio dei carri mascherati. Anche questa una maniera per promuovere il turismo. - Il sabato successivo, organizzato in collaborazione con l’assessorato alla cultura del comune, si è svolto l’incontro con l’autore Franco De Biasi che ha presentato il suo libro dal titolo “MIANE NELLA GRANDE GUERRA”. Grande passione e un grande lavoro racchiuso in queste pagine che meritano di essere scoperte da tutti. Bravo Franco! - Domenica 1° febbraio presso la palestra comunale c’è stato un incontro di Basket in maschera; anche questo è carnevale. La Festa Patronale ha il suo culmine lunedì 2 febbraio, giorno della Candelora, con le S. Messe e la benedizione delle candele. Tanta gente in particolare ragazzi, anche, per la presenza di un grandioso parco giochi allestito nell’area adiacente le scuole. La Celebrazione della Passione e Morte di Gesù: Bacio al Crocifisso e S. Comunione Il Crocifisso resterà in chiesa alla adorazione e alla preghiera dei cristiani. Ore 20 Solenne VIA CRUCIS: Chiesa – Via Roma – Via Marconi – Bressa – Via Introvigne – Via Belvedere – conclusione e Benedizione. SABATO SANTO 11 aprile VEGLIA PASQUALE Ore 20.30. Accoglienza nel cortile della parrocchia. Benedizione del fuoco - Processione con il Cero pasquale acceso - Accensione delle candele - Annuncio della Pasqua - Lettura della Parola di Dio - Benedizione dell’Acqua - S. MESSA di PASQUA. DOMENICA DI PASQUA 12 aprile Le Celebrazioni avranno il consueto orario festivo LUNEDI’ di PASQUA 13 aprile Ricordarsi: - Di confessarsi durante la Settimana Santa - Il Venerdì Santo portare in chiesa il salvadanaio “Un Pane per amor di Dio”. - Di avere in famiglia nelle acquasantiere l’ACQUA SANTA di PASQUA e farsi il segno della croce mattino e sera in ricordo del Battesimo. - PER LA BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE far trovare in casa: Candela benedetta, Ulivo e Acqua Santa. giornata si è conclusa con l’estrazione dei numeri vincenti della lotteria. Un appuntamento attesissimo da molta gente vista anche la portata dei premi (…e che premi!!!) e la quantità di biglietti venduti. Il tutto come sempre condito dalle nostre specialità gastronomiche, rinomate in tutta la Marca e dai buonissimi crostoli prearati dalle nostre cuoche. - Durante tutta la festa è rimasta aperta la mostra del libro presso le ex scuole elementari, Un record di presenze. Un ringraziamento va a tutti i volontari che hanno garantito questo servizio. - Un grazie va alle Associazioni del Comune che si sono impegnate nella vendita dei biglietti della lotteria, cogliamo l’occasione per ricordare che il Consiglio ha deciso di aumentare ad un euro per ogni biglietto venduto la quota a favore delle stesse Associazioni. (All’Asilo di Tarzo 2000 €, a quello di Corbanese 1500, all’AC Vallata 2250, all’UC Vallata 600, all’AC Tarzo RevineLago 1500, al Volley Tarzo 1000 €.) Anche quest’appuntamento fa della nostra una Pro Loco sempre attiva e attenta non solo alle feste, ma anche alla cultura e alla solidarietà del nostro territorio. Come sempre un grazie a tutti coloro che collaborano alla buona riuscita delle nostre manifestazioni, agli sponsor e a tutti i volontari, senza dei quali nulla sarebbe possibile. - Vi aspettiamo numerosi alle tre serate di cineforum che previste per il 20, il 27 marzo e il 2 aprile nell’aula magna delle Scuole Medie e che avranno come tema il rapporto tra adolescenti e adulti. Per informazioni consultate il sito www.prolocotarzo.com. Nel prossimo numero di Voce Amica vi aggiorneremo sull’Assemblea dei soci e relativo pranzo sociale che si terrà il domenica primo marzo. A tutti un cordiale saluto. per la Pro Loco - Luciano Piaia Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo Gennaio-Febbraio 2009 Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo pagina 16 «Voce amica» VILLA BIANCA “TUTTI AL TEATRO...” Finalmente è arrivato il Natale e quest’anno per noi “nonne” di Villa Bianca è stato un Natale un po’ particolare……perché???, ma perché è arrivato il TEATRO...e non un teatro qualsiasi, ma il Teatro fatto da noi. Quando Franco (l’animatore ) ci ha fatto la proposta, i primi commenti sono stati...”setù mat!”.... “ma ghe vol tose zovene e no vecie bacuche come noi altre...”, ma qualche altra di noi “lò sempre dita che somèie a Sofia Loren...”... “ e mi son sputada ala Lolobrigida”. Insomma regnava un po’ di smarrimento, ma anche una certa dose di eccitazione per questa nuova avventura. E così per la tradizionale festa di Natale abbiamo messo in Maggio-Giugno 2008 Gita turistica La Pro Loco organizza una gita con mete Parma e Mantova nei giorni 4 e 5 aprile. Parma: visita al centro storico, del Teatro Farnese, Duomo e Battistero. Escursione a Fontanellato con visita al Castello e una sosta ad un salumificio. Il giorno 5 visita ad un caseificio ed arrivo a Mantova città della famiglia Gonzaga. Si possono visitare il Duomo, la Basilica di S. Andrea, il Palazzo Comunale, la Rotonda di S. Lorenzo, la Reggia ed il palazzo Ducale. Rientro nella tarda serata. Quota di partecipazione 190 €, per informazioni sig. Luigi 338.2343809 e sign.a Silvia 340.2436914. Immagini e memoria dal 1867 al 1958 scena il racconto di Guido Cozzano “La notte Santa” che narra la nascita di Gesù. Il lavoro da fare era tanto, preparare le scenografie, imparare le parti da recitare e i canti da cantare ed infine le tante prove della recita. Ma prima di tutto bisognava decidere i ruoli.... Che baruffe!!.... “ Mi fae la Madona...”... “ E’ no, la Madona la fàe mi che son pi zovena...”...e subito la risposta.. “ te sarà la pi novena, ma te par la pi vecia...”. E così tra una battuta e l’altra siamo riuscite a decidere i ruoli e siccome nessuno voleva fare l’asinello e il bue abbiamo deciso di disegnarli. A novembre abbiamo incominciato il lavoro ed ecco che un gruppetto di noi armate di pennelli e colori ha passato tutti i lunedì pomeriggio a colorare case, prati, montagne, altre invece erano sempre con il foglietto in mano per imparare la propria parte. Il venerdì pomeriggio ci ritrovavamo tutte assieme per le prove di canto. Le ultime due settimane sono state assorbite dalla prove della recita. Non vi dico quanto abbiamo riso. Le Suore ci hanno procurato anche i costumi e sembravamo proprio personaggi della Bibbia. Ah! Dimenticavo abbiamo anche ingaggiato qualche attore esterno, due splendide bambine hanno fatto gli angioletti mentre un bambino ha fatto il pastore. Ed infine la ciliegina sulla torta... un bambinello di appena tre mesi figlio di una infermiera che lavora presso al nostra Casa. E’ stata una gran festa che ha permesso a tutte noi di assaporare ancor più il Natale in armonia e sentodoci anche protagoniste. 106 anni La Pro Loco di Tarzo vuole riportare alla luce il nostro passato con una mostra fotografica che faccia memoria. Una iniziativa, questa, che consentirà a molti di riscoprire il territorio e forse anche i loro antenati. Si potranno rivisitare le tradizioni, le feste, il costume, il folclore, la vita militare, i ritratti di singoli, di gruppi e di famiglie. I volti di persone che hanno lasciato un segno nel paese, i vecchi mestieri che oramai vanno scomparendo insieme agli anziani, ma potranno parlare anche di scuola, emigrazioni, manifestazioni religiose, classi e aggregazioni sociali, del territorio com’era, ora privato di reperti archeologici (fontane, archi, capitelli). Il tutto esposto in 11 Sezioni che illustrano l’evoluzione della società nel periodo che Villa Bianca in festa per i 106 anni di Augusta De Bin Gottardi, la nonna più anziana di Tarzo. Intorno a lei hanno preso parte ai festeggiamenti la figlia, il direttore dell’istituto Giovanni Sallemi, le Suore, il personale della struttura e il sindaco Gianangelo Bof, che ha portato alla signora Augusta un bouquet di fiori rossi e gli auguri dell’Amministrazione comunale. Il direttore, a nome della comunità di Villa Bianca, ha rivolto a nonna Augusta queste parole: «Sentiamo di doverla ringraziare. In qualche modo dà speranza a tutti noi, che vediamo davanti molti anni ancora da vivere. Ci inorgoglisce poi sapere che in Villa Bianca si vive a lungo e a breve festeggeremo altri ultracentenari. Siamo sempre alla ricerca di ricette per la lunga vita, forse Augusta ci insegna che per vivere a lungo bisogna tener cari i propri affetti, amare ogni giorno, ricercare l’incontro con ogni persona e ringraziare quotidianamente chi ci ha donato la vita». va dal 1867 al 1958. Le famiglie del paese, e alcune emigrate da tempo in altri Comuni, nonché gli archivi Diocesano e Parrocchiale, hanno fornito oltre duemila fotografie. Dopo una accurata scelta: ingrandite, o evidenziate nei particolari raccontano la storia di Tarzo. Questo servirà anche ad affinare la coscienza delle persone, che si renderanno conto dell’importanza del rispetto per il paesaggio nel quale vivono, poiché anche questa è tutela della qualità della vita. La fotografia è testimonianza architettonica ed espressione artistica, documento di una realtà che si trasforma negli anni. Le didascalie individueranno il luogo trattato, i personaggi, il mestiere, ma anche la famiglia, l’anno e il gruppo familiare che ha dato in visione le immagini storiche. Vista la ricchezza del materiale raccolto è venuta spontanea l’esigenza e l’importanza di realizzare, a completamento dell’opera stessa, anche un catalogo con foto e testi esemplificativi. Il lavoro di raccolta, di osservazione, di scelta ed altro è svolto da Bruno Michelon, Francesco Casagrande, Marco Franceschet e Pancot Antonio. E’ questo un grosso impegno che va realizzandosi con grande (segue a pag 17) (segue da pagina 16) serietà, proponendo una mostra che darà certamente grande prestigio non solo alla Pro Loco, ma a tutta la comunità. Sono oramai tre anni che il gruppo lavora con passione. Ora il lavoro è arrivato alla fase di scelta e di collocamento, nelle rispettive sezioni, del materiale oggetto della mostra e del catalogo. Le foto verranno stampate da una ditta esperta in questo campo su appositi pannelli di un metro quadrato. Sono pannelli molto leggeri ma resistenti, dello spessore di 3 mm. Le foto in genere avranno le dimensioni di cm 40x30 eccezione fatta per alcune di queste che richiedono una dimensione maggiore, soprattutto quelle di gruppi, e questo, per una più chiara individuazione dei personaggi. La mostra si articolerà, come già detto, in Sezioni. Ogni settore è concluso in sé, ma trae, dal rapporto con tutti gli altri, completezza di significato. All’inizio di ogni Sezione ci sarà una breve introduzione sull’argomento. Questo serve per dare al visitatore uno spazio di riflessione per un esame più approfondito. La mostra verrà aperta nel periodo della Festa dell’Emigrante. Questa raccolta di foto aiuta a rivivere una realtà scomparsa che ha resistito fino agli albori della modernità, alla vigilia della grande mutazione dell’umanità. La raccolta di questi documenti fotografici ci invita a indugiare dentro la memoria, a guardare il mondo dei nostri padri, dei nostri nonni per offrire una testimonianza d’amore per chi non c’è più. Se il tema centrale del lavoro è un tema storico, intorno a questo si dispiegano altre molteplici tracce delle memoria: quelle dell’infanzia. L’ingenuità che le è propria e che appartiene a tutte le infanzie dell’uomo, è ciò che rende quest’ultimo consapevole delle sue “mutilazioni” attuali, e delle promesse e potenzialità che sono state tradite dall’individuo civilizzato, “ma che una volta nel suo passato nebuloso furono realizzate”. L’esperienza passata di felicità, mai completamente dimenticata si trasforma, quindi, nel desiderio di ricreare nuovamente quello stato. In una parola è ciò che noi chiamiamo “speranza”. Antonio Pancot «Voce amica» pagina 17 E VENDETTA DIVENNE AMORE: AI PIEDI DI NÉMESIS per la quinta volta di “Due giorni in trincea” (Continua dal numero precedente) Dalle finestre lavorate e squadrate, si legge l’esile ed elegante andamento della Cengia Polin. Tutti d’accordo nello sfidare l’uggiosità del giorno per recarsi laggiù, quasi in preghiera, a ripercorrere tracce di uomini dal passo leggero come camosci e lo sguardo limpido come l’azzurro del cielo che oggi non riusciamo ad avere. E allora su, fino alle postazioni per le mitragliatrici mentre nebbie sottili fanno pensare di essere vittima di uno strano incantesimo. Ed è lungo risalire fra le prime ombre fino alle caverne: una luce sottile sfugge come coda di stella cadente dalla finestra del baracchino in cui ancora sopravvivono gli arredi e a cui si accede su gradini scolpiti, lavorati e firmati dagli Alpini che vissero quassù dopo avere messo in fuga gli avversari. Infatti, qui, tremendi furono gli scontri fra forze opposte. In seguito ad essi gli Austriaci non solo ipotecarono Némesis, ma persero anche tutte le importanti posizioni di Fontananegra. Le ombre della sera sembrano scendere dalle spaccature della roccia, dalla grande parete mentre vapori violacei posano le loro ali sulle rocce rese accese da un pallido raggio di sole al tramonto. La minestra calda stretta fra le mani ghiacciate, la luce dei lumi, il vino caldo, i miei racconti, il silenzio sacro della memoria, il silenzio dei momenti in cui l’uomo ritrova sé stesso, il silenzio perfetto, come un vuoto che appaga, come se il mondo non esistesse più o non fosse ancora stato creato. La sua voce è dolcissima e benché il terreno sia duro e l’umidità penetri fino sotto le pelle, qui, il cuore di Némesis è il più dolce e il più comodo dei ripari. Questo è l’addio a questo giorno ormai fatto di ricordi. E prima di abbandonarmi alla notte, non posso fare a meno di ripensare all’addio di Némesis al Cap. Emanuel Barborka mentre i nostri soldati, gli Alpini, seppellivano il valoroso comandante nemico fra quelle nude pietraie a cui egli aveva sacrificato la vita. Si era spento portando con sé i volti dei suoi uomini orribilmente feriti, le urla dei colpiti, i rantoli dei morenti, il significato orrendo della guerra. Ma lì attorno fiorivano precoci le stelle alpine. Erano forse il dono di Némesis che, con quel gesto, voleva allontanare da sé l’immagine del dolore. E il giorno si sveglia confuso di fronte ai ricordi, ma anche a tanta bellezza. Le ghiaie immote si accendono di guizzi vitali. Come schegge d’anima perse nell’azzurro, i tozzi monoliti sparsi qua e là catturano ognuno il proprio raggio di sole, uno dopo l’altro, discretamente, come fiammelle votive accese ai piedi di altari di cattedrali di culto secolari. Salgono ad illuminare marmi squisiti il cui rosso corallo si fonde con il ”quasi nero” di immani colate mentre creste sottili cercano di scalfire un cielo dall’azzurro perfetto in cui solo il sole riesce a creare sfumature di azzurro e di blu. Ma è solo un attimo, solo un’illusione e così siamo costretti a rinunciare alla salita alla cima della Tofana di Ròzes. Ci dispiace, molto, ma le larghe e comode svolte della strada militare incanalano pensieri e sentimenti verso arcani segreti. Ancora una volta ci troviamo a Fonatananegra, città fantasma, labirinto di ricordi fra cui il pallido sole crea inganni mascherando le tracce dell’odio e nascondendo muri sgretolati di ricoveri e baracche scenografia abbandonata di una guerra fatta tutta a mano, di una guerra, tutto sommato leale, in cui non c’era bisogno di nascondersi dietro i comandi digitali di sofisticate attrezzature per nascondersi al nemico, ma bastava un masso, bastava aspettare il buio della notte per avere un alleato prezioso nelle insidie e negli agguati. Siamo di nuovo così nei pressi del vecchio Rifugio Tofana, costruito nel lontano 1886, devastato dalla guerra, ricostruito in forma tutta nuova nel 1921 e dedicato alla memoria del Gen. Antonio Cantore. Con nostalgia e con rammarico, lucide di pioggia, ammiriamo quinte di sogno, lucide placconate convesse in cui si fondono tutti i possibili rossi e rosa che sublimano in forme possenti, nella squadrata perfezione, rigata da cenge orizzontali, di quel pulpito naturale che è la Punta Giovannina, chiamata in guerra dagli Austriaci “Kanzelgeschütz”, il “Pulpito Armato”, che contrastava la posizione di Némesis, un pulpito che era solito impartire benedizioni e prediche un po’ troppo pungenti. Lassù gli Italiani avevano, infatti, piazzato un cannoncino e – per farlo tacere – il 22 ottobre 1915, l’Alfiere Kajetan Jelinek si arrampicò su una cengia di Némesis che si faceva sempre più stretta mentre la Montagna scintillava carica di neve, di promesse e di luci. Il Rifugio Dibona è vicino. Sentiamo con tristezza il momento del distacco. Come è difficile lasciarsi dopo essere stati rinchiusi nel cuore dei Monti. Il loro segreto è proprio – forse – quello di unire gli uomini, di farli tornare alla loro semplicità ed essenzialità, di spogliarli del superfluo della vita quotidiana. E come sembra triste e vuoto il mondo di sempre... Quasi per beffa, il sole insiste ora ad illuminare la rosa immane parete di Tofana, cancellando i più piccoli segni dell’odio. (segue a pag 18) Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo Gennaio-Febbraio 2009 «Voce amica» Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo pagina 18 Maggio-Giugno 2008 (segue da pagina 17) Ma lassù, le ombre del Masarè riportano ai giorni del dramma, a quei giorni dove, nel cuore di Tofana, ogni colpo di moschetto si tramutava in fragore di tuono e ogni razzo dischiudeva allo sguardo insospettate visioni. Ci voltiamo tutti, quasi istintivamente, a pensare a tutto ciò che ci siamo lasciati alle spalle. Forse tutti, ripensiamo a Nèmesis addolcita dallo scorrere del tempo, non più gendarme, ma dolcissima illusione che conforta un cielo pieno di stelle con i suoi raffinati contorni. Una sottile falce di luna orna il suo capo regale e confonde – in un voluttuoso gioco d’ombra – la vista sulle rocce cariate e deturpate dai segni dell’odio. Rivedo per un attimo, con gli occhi del cuore, il Masarè, pietraia sospesa, insensata, che ha trovato la sua pace in un silenzio totale in cui le parole del dolore e l’angoscia della tragedia non trovano spazio. Alzo le mani verso il cielo e, nell’ultimo frammento di questo giorno straordinario, cerco di catturare le stelle come fossero frammenti del mio cuore diviso fra sentimenti in tumulto, come fossero schegge di luce e d’anima ritrovata. Némesis, “vendetta” ha perso ogni velleità e si è trasformata in amore, amore per quei semplici eroi che seppero veramente fare dei Monti la loro casa. Abbiamo ripercorso la guerra, l’abbiamo ricordata, ma solo per non dimenticarci del dono prezioso della Pace. Antonella Fornari GRUPPO ALPINI TARZO Sezione di Vittorio Veneto Il Gruppo di Tarzo annovera ben 247 iscritti, parte dei quali domenica 15 febbraio 2009, presso la sede del Gruppo, ha celebrato l’Assemblea generale, non elettiva, alla presenza del Presidente sezionale Angelo BIZ. Il Capogruppo Gian Pietro Gregoletto, a chiusura del 2° anno del suo mandato, ha esposto la relazione sulla corposa attività svolta nel 2008 ed ha tracciato le linee guida del 2009; su entrambe le esposizioni l’Assemblea si è positivamente espressa all’unanimità. Sono stati rievocati gli appuntamenti importanti vissuti, tra cui: la tre giorni di aprile, con le celebrazioni del 40° di rifondazione del Gruppo, l’adunata sezionale e le manifestazioni per la ricorrenza del 90° della grande guerra, le celebrazioni al “Bosco delle Penne Mozze”, la visita a Mathausen e Salisburgo, quella a Nervesa della Battaglia con le scolaresche, la “Serata Montagna” oltre, naturalmente, le varie adunate e le tradizionali feste alpine. Nell’illustrazione del pro- Assemblea generale del Gruppo Il saluto del Presid ente sezionale Angelo Biz gramma 2009, ricco come sempre, riproposto nel successivo incontro conviviale con autorità, amici, familiari e rappresentanti delle Associazioni, il Capogruppo ha rinnovato a tutti l’auspicio per un impegno comune e coeso verso quella comunità di intenti e di valori che da sempre hanno caratterizzato il Gruppo e l’Associazione. Un particolare ringraziamento è stato rivolto al segretario del Gruppo Carlo DALLE CRODE, uscente, ed al subentrante Giuseppe TOFFOLI. Gratitudine, sostegno ed incoraggiamento sono stati pure espressi dall’Assessore Vincenzo SACCHET, in rappresentanza dell’Amministrazione e dal Presidente della BCC delle Prealpi Carlo ANTIGA, nonché dal Presidente della Pro Loco di Tarzo, Arrigo DE POLO, che ha ricordato la fattiva collaborazione intrattenuta dai due sodalizi. A PROPOSITO DEL FAGIANO DI MONTE Da qualche giorno a questa parte, l’aria è cambista. Anche se il sole stenta a farsi strada tra le nuvole e la neve raffredda ancora le colline più a nord. Basterà pazientare un altro po’ ed una. mattina ci faremo sorprendere dal canto del cuculo, venuto a richiamare dal letargo tutte le creature dei boschi e dei monti. Verrà la stagione degli amori e l’aria si riempirà di canti e colori. Ma fino a quando durerà tutto questo? Qualche giorno fa ho sentito dire alla, televisione che il fagiano di monte, o gallo forcelle-, è destinato a sparire dalle nostre montagne a causa dei cambiamenti climatici. L’innalzamento delle temperature mal si addice a questo animale il cui habitat ideale risiede nella zona del circolo polare artico. I fagiani di monte, insieme all’urogallo e alle pernici, sono rimasti a farci compagnia al ritirarsi dei ghiacci, migliaia di anni fa, trovando sulle nostre montagne le condizioni ideali per vivere. Ora che il clima sta cambiando, questi animali si trovano disorientati, a disagio e ri- schiano l’estinzione. Ma temo, saremo in pochi ad accorgercene; forse alcuni cacciatori che, per quanto male se ne dica, sono invece quelli che meglio conoscono la natura, se praticano questo sport con vera passione e rispetto di un’etica, e qualche altro appassionato, non di certo le nuove generazioni che sanno tutto sulle migrazioni degli gnu e sulle abitudini di leoni e coccodrilli in Africa ma ben poco sugli animali di casa nostra. Eppure non servirebbe fare molta strada. E’ stato con sorpresa, infatti, che il primo giorno dell’anno ho incrociato sul sentiero per il bivac- co dei Loff sul Passo San Boldo un bel esemplare di femmina di forcelle dalla lunga coda. Era corsa velocissima a nascondersi sotto gli aghi di una conifera, dove trascorrono generalmente gli inverni maschi e femmine, separati. Certo, altra cosa sarebbe stata vedere un maschio, molto più bello nei colori del piumaggio e soprattutto per la forma inconfondibile della coda a lira, ma anche la femmina è pur sempre molto diversa dal fagiano comune, più grande e di una bellezza selvaggia e libera. Sarebbe proprio triste se le radure dei nostri monti non risuonassero più del loro canto allo sciogliersi delle nevi quando, nel rituale per l’accoppiamento, fatto di salti, colpi d’ala e soffi, fanno tremare la terra e scuotono i mughi, o se il sorgere del sole sui boschi d’alta montagna non si accompagnasse più al “tech-tech” dell’urogallo, o ancora se gli estremi silenzi delle montagne dimenticassero il lamento delle mutevoli pernici. Sarebbe proprio un triste generazione questa, che si vedesse privata di tanta bellezza. Michela Piaia «Voce amica» pagina 19 Anagrafe BATTESIMI 1. DELLA PIETA’ SAMUELE di Gianantonio e di Mattiuz Giacomina, residenti a Tarzo in via Rujo, nato a Conegliano il 18.6.2008, battezzato nella nostra chiesa arcipretale l’11 gennaio 2009, dopo il rito di accoglienza celebrato il 7.12.2008. Madrina: Moz Chiara da Tarzo. 2. DELLA PIETA’ ELIA di Gianantonio e di Mattiuz Giacomina, residenti a Tarzo in via Rujo, nato a Conegliano il 18.6.2008, battezzato l’11 gennaio, dopo il rito di accoglienza celebrato il 7.12.2008. Padrini: Marcolin Roberto e Mattiuz Anna Maria da Parè di Conegliano. 3. ZANON ALESSIO di Stefano e di Carpenè Paola, residenti a Tarzo in via Belvedere, nato a Vittorio Veneto il 7.8.2008, battezzato nella arcipretale di Tarzo l’11 gennaio, dopo il rito di accoglienza celebrato il 7.12.2008. Padrino: Zanon Andrea da Follina DEFUNTI 1. PAJER IDA. Nata a Venezia il 24.1.1919 ha trascorso con il fratello gran parte della sua vita, lavorando con professionalità in una fabbrica di orologi, anche quando questa si trasferì in Germania lei andò a lavorare nella stessa azienda. Poi con il fratello aveva comperato una casa a Tarzo in via Bressa e dove insieme trascorsero gli ultimi anni di vita. Alla morte del fratello, Ida viveva da sola, aiutata da persone buone che la assistevano. Concluse il suo viaggio terreno all’ospedale di Vittorio Veneto il 16.1.2009. Il suo funerale venne celebrato nella chiesa di Tarzo il giorno 19 gennaio e poi accompagnata al cimitero in attesa della resurrezione. 2. TOMASI PIA. Era nata il 12 gennaio 1931 a Tarzo, come i fratelli Costantina, Lucio e Paolo. Salvo una breve parentesi di lavoro a Milano, condusse la sua vita di casalinga a Nogarolo, sposatasi con Antoniazzi Bortolo ebbe la gioia di tre figli: Antonio, Maria e Daniele. Prima soffrì per la morte del marito Bortolo, poi gli anni, le fatiche e il lavoro resero fragile la sua esistenza e gli ultimi anni li trascorse a Villa Bianca, dove a 78 anni concluse il suo pellegrinaggio terreno il 6.2.2009. Viene ricordata per il suo amore alla famiglia e per la sua fede vissuta con convinzione e fedeltà. Al suo funerale nella Chiesa di Tarzo, il giorno 9 febbraio, con il parroco concelebrarono i sacerdoti Mons. Massimo Magagnin, Parroco della Chiesa di Santa Maria delle Grazie di Conegliano e Mons. Antonio Della Giustina, parroco di Collalbrigo, suoi parenti. Venne poi accompagnata al Cimitero. 3. GAMBIN DOMENICO di anni 87, ved. di Casagrande Gemma. Era nato a Moriago d. Battaglia il 14 ottobre 1921. Poi si trasferì a Refrontolo dove esercitò la professione di agricoltore; negli anni successivi si trasferì a Tarzo. Dal matrimonio con Gemma ebbe la gioia di vedere prolungarsi la propria vita nelle due figlie Lucia e Silvia. Verso il 1957 emigrò in Svizzera, dove rimase per 26 anni qualificandosi come distinto professionista muratore. Incontrò la triste esperienza della guerra, con il carico di morte, di dolore e di violenza. Trascorse anche un periodo di prigionia in Austria. Ritornato abitò nella sua casa costruita con sacrifici e fatica ad Introvigne. Faceva parte della Associazioni Alpini e degli Ex Internati. Morì all’Ospedale di Vittorio Veneto il 9.2.2009; il suo funerale venne poi celebrato l’11 febbraio e poi accompagnato al cimitero. LA SPECOLA IERI E OGGI La specola Vaticana è l’osservatorio astronomico e centro di ricerca scientifica della Chiesa cattolica e fa capo al Governatorato della città del Vaticano. È tra gli osservatori più antichi al mondo. La sua origine risale al 1578, quando Gregorio XIII fa erigere in Vaticano la “torre dei venti” e vi invita gli astronomi e i matematici gesuiti del Collegio romano per preparare la riforma del calendario. Da allora, la Santa sede ha sempre dato appoggio alla ricerca astronomica collaborando con la Compagnia di Gesù. Nel 1891 Leone XIII, per contrastare le accuse di oscurantismo rivolte alla Chiesa, fonda l’osservatorio sul colle Vaticano, dietro la Basilica di San Pietro. Dai primi anni del novecento l’Osservatorio è affidato alla compagnia di Gesù. Alla Santa sede servivano infatti astronomi esperti per collaborare al progetto internazionale della Carte du Ciel che mira a ricostruire una mappa completa del firmamento visibile. Agli inizi degli anni trenta, l’aumento delle luci elettriche che rende difficile le osservazioni, spinge Pio XI a trasferire la Specola nella sua residenza estiva di Castel Gandolfo. Qui, intorno al 1935, viene rifondato e affidato ai gesuiti un moderno osservatorio. Sempre a causa dell’inquinamento luminoso, nel 1981, per iniziativa del gesuita George V. Coyne direttore della specola dal 1978 al 2006- viene fondato un secondo centro di ricerca, il Vaticano Observatory Researh group, a Tucson, Arizona. Attualmente nella sede di Castel Gandolfo, si organizzano conferenze e corsi di formazione. La specola Vaticana è tra i protagonisti delle celebrazioni per l’anno internazionale dell’astronomia. Oltre a un convegno in programma dal 21al 26 giugno a Sassone(Roma), intitolato “astronomy: a common Ground for Sharing Humanity’s concerns”, organizza con l’istituto nazionale di Astrofisica e i musei Vaticani la mostra Astrum 2009 dedicata al patrimonio storico italiano e Vaticano. Infine, insieme alla Pontificia Accademia Delle scienze la Specola organizza una settimana di studi sull’astrobiologia.(6-11 novembre). La Specola Vaticana sarà inoltre co-sponsor del convegno internazionale di rilettura storico-filosofica e teologica del caso “Galilei” che si terrà a Maggio a Firenze, curato dall’istituto Stensen dei gesuiti, e, a ottobre, della sesta conferenza internazionale sui fenomeni astronomici, organizzata dall’istituto veneto di Scienze, lettere ed arti. (Da “Popoli”, n. 2, 2009) Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo Gennaio-Febbraio 2009 Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo pagina 20 Gennaio-Febbraio 2009 O F F E R T E CHIESA Battesimo Della Pietà Samuele e Elia 100 €, Battesimo di Zanon Alessio 100 €, Famiglia Cancian 40, NN 300, Tona Mauro 50, De Bastiani Donato e Ines 10, NN 20, Bucchi 10, NN 500, NN 160, Bez Maria 5, Dal Gobbo Pietro 150, Funerale di Pajer Ida 100 e offerte in chiesa 13.81, Dalle Crode Carlo 100, Scouts TV 30, Faraon Maria 50, NN 30, Bellinaso Pante Amabile (Cinisello Balsamo) 30, E.G. 100, Busta Ringraziamento (n° 59) 1.027, Meneguz Erminia 20, Iselle-Poli 10, Mazzucco Maria 10, NN 20, NN 37, Gruppo Alpini di Tarzo 30, Introvigne Zanetti Angela 10, Fornelli 50, De Coppi Lino e Adriana 20, NN 20, Funerale Gambin Domenico le figlie 100, offerte in chiesa 81.67 e per opere parrocchiali 46.60, Funerale di Tomasi Pia i figli 100, offerte in chiesa 41.88 e per opere parrocchiali 18.90, Faraon Giuseppe 50, Balbinot R. 10, Scouts TV 20, Vendita ferro 2.030, Offerte festive 1.035,98, Offerte feriali, 214.16, Stampa 339.7, candele votive 1.069,54 €. Spese: toner fotocopiatrice 90 €, Comune Tarzo: fornitura acqua 123.87, Tassa Rifiuti 174 e DIA 100, Quota parrocchiale Azione Cattolica 60, Luce 478.56, Liturgia (particole, vino) 102.7, Cereria 490, Stampa: 415.7, ONPI (estintori) 91.20, Varie 54, Bolli spediz. Certif. emigranti 7, varie pulizia chiesa 33, foglietto domenicale La Nostra Messa 89.10, Lavori Chiesa acconto 1.000, riscaldamento 2.480.81 €. SCUOLA MATERNA Meneguz Erminia 5 €, Iselle-Poli 10, De Coppi Lino e Adriana 40, Contributo volontario genitori 2.000, Biglietti lotteria Pro Loco 2000. Spese.: Personale 14.229, Comune di Tarzo fattura acqua 427, Thema attività 1470, Alimentari 1.671,74, CESA commercialista 613.91, ONPI estintori 76.20. Luce 518,41, riscaldamento 2851,28. CHIESA NAGAROLO In memoria di Tomasi Pia, i fratelli Lucio e Costantina e cognata Luigina 100 €. Spese: Luce 36.88, acconto ditta Comin campane 700. CHIESA FRATTA Spese: Luce 50.24 € VOCE AMICA Tarzo: NN 10 €, Tomasi Luana (Monfalcone) 10, Mazzucco Maria 30, Tomasi Sergio 15, Del Lago- “VOCE AMICA” Direttore responsabile Don Mario Fabbro Direttore: Mons. Francesco Taffarel Iscriz. Al n. 705 Reg. Stampa Tribunale TV 1-6-88 Stampa: TIPSE - Vittorio Veneto Michelon 20, Cadalt Steeven 20, NN 50, Casagrande Stefano (Tailandia) 30, De Polo Nicola 20, Ramus 40, Favero Gino (Australia) 20, Da Dalto Gina 10, Dalle Crode Carlo 20, NN 20, Zuanella Luciana 20, Da Ros Mirella 20, Bellinaso Pante Amabile (Cinisello Balsamo) 30, E.G. 10, Meneguz Erminia 15, Iselle-Poli 10, Dalle Nogare Giovanna 10, Fam. Pancotto Antonio 20, Carpenè Benita 30, Dal Gobbo Clementina 10, Casagrande-Bernardi (Revine) 20, Introvigne Sergio (Germania) 100, NN 20, De Coppi Lino e Adriana 30, Tomasi Carlo (Campalto VE) 13, Cecchin Flavia 15, Faraon Giuseppe 30, Possamai Angela 15. Totale 733 € Corbanese: Via Castagnera Bassa 145 €, vie S. Giuseppe, Siviglia, Borgo Madonna 50, Via Callesella e Martiri 44, via Madonna 20, Amiche salone Liviana 52, Gruppo Alpini Corbanese 50, Fam. Dal Col Fiori Fiorella e fratelli 30, fam. Stringher Lina 10, fam. Grosso Dima 25, fam. Piovesana Ircano 10, Favero Evaristo 12, Antoniazzi Bruno 15, Meneguz Cicci 15, Antoniazzi Luciano 15, Antoniazzi Lina 15, Schinariol Silvio 15, Tomasi Angelo Illara 20, Botteon Elda 15, Tomasi Gianfranco 15, De Coppi Amelia 15, Possamai Luis 20, Antiga Delia 18, Antiga Emilio 20, Grosso Vittorino 15, De Pizzol Di ma 10, Possamai Luisa Rosalba 15, Franceschet Lucia 15, Franceschet Maria 12, Franceschet Rina 12, Cominetti Giancarlo 20, Cancian Giovanni 12, Lorenzet anna 20, Possamai Sergio 15, Foltran Elena 20, Cesaretto Rosina 12, Casagrande Bruno e Rina 25, Casagrande Simone 12, Battiston Antonia 20, Casagrande Angelo 15, Zanette Leopoldo 15, Favero Maurizio 15, Da Ros Remo 12, De Coppi Vittorio 15, Serena S. 50, Pizzol G. 20, De Zanet Castagnera 15, Marcon Anna 12, De Pizzol Mario 20, Vie varie 30.Totale 1100 €. Arfanta: 129,40 €. Totale entrate: 1962,40 € Spese: Tipografia 1218,34, Buste sacco per emigranti 45, Bolli spedizione del giornale 320. Tipografia fatt. 500 del 28.11.2008: 1329.90. Totale spese 2913,24 € Angolo dei ricordi LA BORGATA di RESERETTA Reseretta tranquillo e vecchio borgo immerso nel verde di una piccola valle, raggiungibile attraverso dei sentieri panoramici un tempo aveva una sua vitalità……. (Continua dal numero precedente) L’osteria il dopolavoro o Enal richiamava persone dalla vicina Resera e dalle case sparse dei dintorni, oltre a questo “locale pubblico” c’era più d’una frasca, quella alle case palughet e quella dai Miazzi (famiglia Michelon) appena sotto. Erano poi saltuariamente luoghi di ritrovo dove ballare al suono della fisarmonica di Piero Re, della chitarra di Gerardo Zandegiacomo detto il Popi, del mandolino di Vittorio Zandegiacomo e del volino di Piero Zandegiacomo (che suonava anche la fisarmonica), il cortivo delle case palughet dalla Mora Fosca e dalla famiglia Zuchetti, dove fra gli anni 1920-30 c’era un gioco delle bocce cui faceva da cornice una gran vite di uva frambola, ed il cortivo dai Tonin dove aveva casa Angelo Michelon (Miazzo) con la moglie Augusta Da Re (Gusta Reda). (Continua a pagina 4) Marzo 1. Rito di accoglienza del Battesimo 3. 1° Incontro quaresimale presieduto dal Vescovo. 4. Pieve di Soligo: Corso per operatori liturgici e musicali 8. A Chiarano: Assemblea Missionaria diocesana 9. Arfanta: 2° Incontro quaresimale per la Unità pastorale 11. Pieve di Soligo: Corso operatori liturgici e musicali 16. Tarzo: 3° Incontro quaresimale per la Unità pastorale 17. Commissione Liturgica 18. Incontro Catechisti – A Pieve di Soligo: Corso operatori liturgici e musicali 19. A Nogarolo: festa del Patrono San Giuseppe 21. Ritiro Ragazzi prima Confessione 23. Corbanese: 4° Incontro quaresimale per la Unità pastorale 24. Giornata dei missionari martiri 25. Pieve di Soligo: Corso operatori liturgici e musicali 27. Arfanta:Via Crucis animata dai Giovani della Forania 27. Tarzo: Incontro Genitori ragazzi di terza media 28. Ritiro dei ragazzi della Prima Comunione 29. Festa dei Trevisani nel mondo 30. Revine: 5° incontro quaresimale della unità pastorale Aprile 5. Domenica delle Palme e inizio della Settimana Santa 10. Via Crucis Parrocchiale a Via Belvedere 11. Veglia Pasquale 12. Pasqua di Resurrezione 16. A Follina: Consiglio Pastorale Foraniale 18. Ritiro dei ragazzi della Cresima 19. Celebrazione del Battesimo 24. Palio dei chierichetti 26. Prima Comunione Redazione e Collaboratori di questo numero Tarzo: Parroco, Nicola De Polo, suor Leontina, David e Roberto Casagrande, Antonio Pancot, Francesco Introvigne, Bruno Michelon, Martina Tonin, Rachele Frare, Piero C., Luciano Piaia. Corbanese: Parroco, Liviana Favero, Damian Renata, De Nardo Davide. Arfanta: Don Angelo,Valentina Resera, Maria Teresa Tomasi, Milva Faraon.