LA PREVENZIONE DEI DANNI DA
UCCELLI ALLE COLTURE AGRICOLE
Dr . Fr ancesco Santilli
Introduzione
Da sempre l’uomo ha dovuto proteggere le colture dall’attacco degli uccelli.
L’uso degli spaventapasseri probabilmente risale fin dagli albori dell’agricoltura.
Tuttavia negli ultimi tempi, sia per l’aumentata specializzazione dell’agricoltura,
sia per la diffusione di alcune specie, questo fenomeno si è indubbiamente
aggravato. Le cause di ciò sono diverse e non sempre di facile interpretazione.
Le modificazioni degli habitat agricoli (eliminazione delle siepi, monocoltura,
aumento delle dimensioni degli appezzamenti) hanno sicuramente giocato un
ruolo importante. Le specie generaliste, come molti corvidi, si avvantaggiano
degli
ambienti
meno
diversificati
dove
prosperano
incontrando
poca
concorrenza. Inoltre queste stesse specie si avvantaggiano delle fonti alimentari
di origine antropica (rifiuti, immondezzai ecc.).
Pertanto si è assistito negli ultimi anni ad un aumento dei danni causati da
volatili alle colture agricole e di conseguenza ad una richiesta di controllo da
parte degli agricoltori
Il controllo della fauna selvatica è regolato dalla legge 157/92 sulla
protezione della fauna selvatica e sul prelievo venatorio. Questa legge
stabilisce (art. 19) che il controllo di specie che arrechino danno alle produzione
zootecniche, agricole, forestali ed ittiche, debba avvenire mediante il ricorso a
metodi ecologici e solo verificata l’inefficacia di questi può essere autorizzato
l’abbattimento.
Specie responsabili
Storno
Lo storno (Sturnus vulgaris)è un uccello di piccole dimensioni appartenente
all’ordine dei passeriformi e alla famiglia degli sturnidi. Il piumaggio è nero
picchiettato di bianco crema. Presenta un becco appuntito e forte di colore
giallo durante il periodo riproduttivo e bruno in inverno.
In Italia la specie è considerata sedentaria e nidificante, migratrice regolare
e svernante.
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Recentemente si è assistito ad uno spostamento verso sud dell’areale di
nidificazione così, mentre in Italia la specie appare in evidente aumento,
nell’Europa del nord è in regresso.
Le femmina depone 5-6 uova e la schiusa avviene 15 giorni dopo. I piccoli
vengono accuditi per altri 10 giorni ed anche il maschio partecipa alla ricerca
del cibo.
Lo storno è tendenzialmente coloniale ed ha un comportamento fortemente
gregario.
Proprio in virtù di questo la sua azione sulle colture agrarie può essere
devastante. Ha una dieta prevalentemente insettivora durante il periodo
riproduttivo, mentre in autunno inverno più vegetariana (frutti e semi).
I danni più ingenti si registrano su frutteti, vigneti e oliveti durante la
maturazione dei frutti, ma anche su alcune colture agricole sia in fase di semina
che di maturazione (girasole, sorgo, mais). Inoltre, presso gli impianti
zootecnici, può causare una contaminazione del cibo e dell’acqua con le sue
feci.
Corvidi
Le specie potenzialmente più dannose sono la Cornacchia grigia (Corvus
corone cornix) e la Gazza (Pica pica). Sono specie che presentano un
comportamento alimentare non specializzato, che le porta ad agire come
predatrici, insettivore, frugivore e necrofaghe. Questo fatto ne ha causato una
notevole espansione numerica e territoriale favorita anche da tutte le fonti
alimentari succedanee fornite dall’uomo (immondezzai, spazzature ecc.). A
differenza della Gazza, la Cornacchia ha un comportamento più gregario ad
eccezione del periodo riproduttivo. Per questo motivo costituisce una pericolo
maggiore per le coltivazioni.
Le coltivazioni più colpite sono la frutta e gli ortaggi in fase di maturazione;
mais, girasole sorgo in fase di emergenza e maturazione.
Colombi e tortore
Il Colombo di città (Columba livia) è la specie che più frequentemente
causa danni alle coltivazioni. Non essendo classificabile come specie selvatica i
danni da questa specie non sono indennizzabili ai sensi della legge 157/92. Il
Colombaccio (Columba palumbus), specie all’interno di aree dove la caccia è
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interdetta, può causare seri danni alle semina di soia e spinacio (Gorreri e Joalè
1993). La Tortora (Streptopelia turtur) e la Tortora dal collare orientale
(Streptopelia decaocto) sono responsabili di danni alle colture di piano campo in
modo particolare sorgo e girasole in fase di emergenza, ma soprattutto in fase
di maturazione.
Passeri
Anche i passeri (Passer domesticus e Passer montanus) in virtù del loro
comportamento gregario sono responsabili di attacchi alle coltivazioni del
girasole del frumento e del sorgo in fase di maturazione.
Fagiano
Il Fagiano (Phasianus colchicus) può causare seri danni alle coltivazione
solo se presente ad alte densità. Ciò può avvenire all’interno di Zone di
Ripopolamento e Cattura o altri istituti faunistici pubblici o privati. I danni
maggiori si verificano nella fase di emergenza di varie colture erbacee (mais,
sorgo, girasole, barbabietola) e talvolta su uva e ortaggi in fase di maturazione.
La prevenzione
La dissuasione visiva
E’ il metodo da sempre usato per salvaguardare le coltivazioni
(spaventapasseri). Gli uccelli infatti sono molto diffidenti verso ciò che è nuovo
e che richiama situazioni di pericolo. Tale fenomeno ha comunque una durata
limitata, ma comunque variabile a seconda della specie e della situazione.
Recentemente alcune aziende hanno messo a punto dei palloni terrifici che
posizionati in giusto numero allontanano i volatili. Sono basati su disegni che
richiamano gli occhi dei predatori. Vengono forniti in kit composti da 3 palloni di
colore diverso. Alternando i vari colori senza mescolarli si prolunga l’effetto
deterrente. Il numero di palloni da utilizzare per unità di superficie può essere
estremamente variabile, ma con circa 10 palloni per ettaro si ottiene un buon
effetto deterrente. Devono sistemati in posizione sopraelevata rispetto alle
coltivazioni da proteggere. Ogni colore non deve essere usato per più di tre
settimane. Alcuni test scientifici hanno dimostrato un effetto repellente sui
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vigneti di circa tre settimane per lo storno e di due settimane per gli altri
passeriformi (McLennan et al 1995).
Un altro sistema piuttosto semplice ed economico è l’uso di strisce
riflettenti. Si tratta di strisce argentate, bianche o rosse, (ne esistono anche di
iridescenti), larghe 4 cm che vengono vendute in rotoli da 100 o 250 m. L’effetto
repellente è dato dal riflesso, ma anche dal rumore che emettono mentre sono
scosse dal vento. Possono essere utilizzate in vario modo. Lungo i filari delle
viti, tipo decorazione natalizia negli alberi di dimensioni maggiori, posizionate su
dei supporti sopra i campi di cereali o negli ortaggi in file distanti da 3 a 7 m.
Questa attrezzatura ha fornito risultati soddisfacenti nella prevenzione dei danni
da uccelli su girasole, miglio e mais in fase di maturazione (Dolbeer et al 1986),
mentre non è risultata efficace sul mais in fase di emergenza (Conover e
Dolbeer 1989). Trovano comunque il loro utilizzo ideale sui frutteti e i vigneti per
la facilità con cui possono essere posizionate lungo i filari.
In linea generale si può affermare che questo tipo di prodotti risulta più
efficace nell’allontanare le specie che si alimentano in gruppi numerosi rispetto
a quelle che manifestano un comportamento meno gregario (Dolbeer 1986).
Uno dei limiti dei sistemi di dissuasione visiva è costituito dalla loro relativa
immobilità che consente agli animali di percepirne l’innocuità rapidamente. Per
questo motivo sono stati messi appunti degli spaventapasseri che ruotano su se
stessi azionati dal vento. Un’altra possibilità è costituita da aquiloni su cui è
impressa la sagoma di un rapace. Il vento fa muovere questi aquiloni
similmente ad un uccello predatore. In mancanza di vento il dispositivo viene
sospeso in aria con palloni di elio. Questo sistema è stato in grado di diminuire i
danni da uccelli su frutteti e sui cereali (Conover 1982, 1984).
Recentemente si sono ottenuti buoni risultati con L’Helikite. Si tratta di un
pallone di mylar del diametro di 70 cm gonfiato con elio e rivestito con una
“vela” di nylon a forma di aquilone. I movimenti impressi dal vento sono in grado
di diminuire l’assuefazione da parte degli uccelli; inoltre la notevole altezza a cui
può essere sospeso (fino a 60 m) consente la protezione di ampie superfici con
un costo contenuto.
Alcuni test hanno evidenziato che questo strumento è in grado di
allontanare varie specie di uccelli dalle aree dove sono indesiderati (Baxter
2002, Santilli et al. 2004, Santilli et al. 2007, Seaman et al 2002, Gorreri et al.
2009)
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E’ importante che i dispositivi di dissuasione visiva vengano posizionati
prima che le colture vengano attaccate, ma occorre anche evitare che
rimangano troppo a lungo sul terreno in modo da limitare il più possibile
l’assuefazione. E’ pertanto fondamentale rimuoverli subito dopo la raccolta o
cessato il periodo di pericolo di attacco alle colture.
La dissuasione acustica
Gli animali sono messi in allarme da suoni e rumori non familiari e pertanto
diversi dispositivi si basano su questi principio.
L’attrezzatura più utilizzata è il detonatore a gas propano. E’ costituito da
una camera di scoppio dove una quantità prefissata di gas viene rilasciata ed
incendiata da una candela. Viene alimentato con bombole di gas propano.
L’esplosione è molto rumorosa e l’intervallo fra uno scoppio ed un altro viene
regolato da un timer. E’ un sistema semplice ed economico e che non richiede
la presenza di un operatore. Per contro il rumore può essere mal tollerato dalle
persone e pertanto è bene utilizzarlo lontano dalle abitazioni. Inoltre, poiché
funziona ad intervalli regolari causa velocemente assuefazione e quindi la sua
efficacia è limitata a pochi giorni. Questo dispositivo viene utilizzato per la
prevenzione dei danni da varie specie di uccelli su cereali invernali, sorgo, mais
e girasole sia in fase di emergenza che di maturazione, ma può essere
impiegato anche nei frutteti e nei vigneti. Deve essere posizionato in posizione
sopraelevata rispetto alle colture e spostato ogni pochi giorni per diminuire
l’assuefazione. La frequenza di scoppio da impostare è variabile a seconda
della specie avicola e delle coltura da proteggere (mediamente fra i 5 e i 15
minuti). Può essere utile osservare l’intervallo fra un attacco ed un altro e di
conseguenza impostare il timer. Un intervallo troppo breve infatti può favorire
l’assuefazione, mentre uno troppo lungo può risultare inefficace. Un detonatore,
se spostato regolarmente, può proteggere una superficie fra i 4 e gli 8 ha.
L’efficacia di questo strumento migliora se associato ad un dispositivo di
dissuasione visiva (Conover 2002).
Esistono poi alcune attrezzature che combinano la dissuasione visiva con
quella acustica. Il cosiddetto “farfallone” o “razzo acustico-visivo” è costituito
da un detonatore a gas in cui lo scoppio aziona lo scorrimento di un sagoma a
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forma di farfalla su un’asta lunga alcuni metri. Su questa sagoma è impressa
una grafica simile a quella riportata sui palloni terrifici.
Più sofisticato è l’utilizzo di dissuasori acustici basati sull’emissione di
distress call (grida di angoscia) e alarm call (grida di allarme)della specie da
allontanare combinato con richiami di uccelli predatori. Le grida di angoscia
sono emesse quando un animale è stato catturato con lo scopo di spaventare il
predatore ed indurlo a lasciare la presa (Conover 1994). Le grida di allarme
sono emesse quando viene avvistato un predatore. Gli uccelli reagiscono a
questo verso rifugiandosi sui rami degli alberi da cui possono osservare il
predatore stesso da una posizione sicura.
L’utilizzo di emettitori di distress call è stato giudicato uno dei sistemi più
efficaci per allontanare gli storni dai dormitori e pertanto è un metodo molto
utilizzato per allontanare questi volatili dalle rimesse cittadine (Dinetti e GalloOrsi 1998). In ambito rurale è risultato efficace nell’allontanamento degli storni
dai vigneti e dei fringuelli dalle coltivazioni di cereali (Bomford e O’Brien 1990) e
l’azione dissuasiva sembra più persistente rispetto agli altri sistemi acustici
(Spanier 1980). Tuttavia non tutti concordano sull’efficacia di questo metodo ….
I migliori dispositivi sono quelli che consentono di programmare diverse
sequenze di richiamo combinandole in vario modo. In questo modo è possibile
diminuire l’effetto di assuefazione. Inoltre occorre disporre di un adeguato
numero di altoparlanti in grado di coprire l’intera area da proteggere. E’ un
metodo adatto per superfici non troppo estese (max 5 ha) e di elevato pregio
(ortaggi, frutteti e vigneti). Naturalmente i migliori risultati si ottengono con i
richiami della specie che si intende allontanare. Di conseguenza se si vuole
scacciare un branco di storni da un vigneto occorre disporre della registrazione
di richiami di angoscia e di allarme dello storno.
Questi dispositivi devono essere azionati prima che le colture siano
attaccate ed è conveniente spostare gli altoparlanti di tanto in tanto.
Occorre tenere presente che gli uccelli probabilmente, udendo delle grida di
angoscia, si aspettano di vedere un predatore nelle vicinanze. Se ciò non
avviene possono percepire che si tratta di un falso allarme e di conseguenza
ignorare il richiamo. E’ perciò buona norma associare queste attrezzature a
palloni terrifici o a sagome di predatori (Nakamura 1997)(Conover 1985).
Benché tuttora spesso reclamizzati, gli apparecchi basati sull’emissione di
ultasuoni non rappresentano uno strumento efficace per l’allontanamento dei
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volatili. E’ noto infatti che gli uccelli non sono in grado di percepire queste
frequenze (Brand e Kellog 1939a, b).
Esclusione meccanica
Uno dei metodi più efficaci per ridurre i danni da uccelli è quello di
proteggerli con delle reti. Tale sistema è però è molto dispendioso e può essere
giustificato solo su colture di elevato pregio come vigneti ed ortaggi di
dimensioni contenute. Tuttavia recentemente sono state sviluppati dei sistemi di
dispiegamento di reti per la protezione dei vigneti, che possono essere montate
e smontate facilmente con un trattore (Fuller-Perrine e Tobin 1993) (Taber e
Martin 1998).
I Repellenti
I prodotti a base di antrachinone (Morkit? ) sono il sistema più efficace per
prevenire i danni sulle semine di mais e barbabietola da parte di corvidi, fagiani
e altri volatili.
Si tratta di una polvere bagnabile che viene distribuita sul seme su cui
forma una pellicola che poi rimane sulla plantula. Provoca disturbo e malessere
negli animali che se ne nutrono e che pertanto sviluppano un condizionamento
avversativo ed evitano l’alimento trattato (Avery et al. 1997). Per questo motivo
può essere utilizzato anche solo su una certa percentuale di semi risparmiando
sul costo di somministrazione.
Per proteggere i frutti in fase di maturazione sono stati sperimentati diverse
sostanze repellenti. Fra queste il methiocarb ha dimostrato una buona efficacia
(Guarino et al 1974) ed è pertanto registrato in alcune nazioni. Tuttavia elevate
concentrazioni di residui di questo prodotto rinvenute sulla frutta per il consumo
umano stanno causando il ritiro delle autorizzazione al suo impiego.
Altre sostanze come il methyl-anthralinate (Mason et al. 1989) ed il
cinnamamide (Crocker et al 1993) hanno fornito risultati apprezzabili. Il limitato
impiego come repellenti per volatili, però, scoraggia le industrie chimiche a
sostenere gli alti costi per la registrazione di questi prodotti.
Il controllo letale
La riduzione della densità delle specie avicole che causano danni
all’agricoltura attraverso interventi di abbattimento, pur essendo stata tentata in
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passato in varie occasioni, è in linea di massima una strategia con un rapporto
costi benefici del tutto sfavorevole. La stessa attività venatoria non sembra in
grado di realizzare una diminuzione numerica di molte delle specie di volatili in
oggetto. Inoltre questi metodi non sono spesso accettabili da un punto di vista
sociale ed umano.
Tuttavia degli interventi mirati e localizzati, laddove vi sia effettivamente un
elevato rischio di danneggiamento, possono risultare efficaci. L’abbattimento
tramite arma da fuoco di un limitato numero di animali può avere un effetto
rafforzativo degli altri metodi dissuasivi ed in modo particolare della dissuasione
visiva ed acustica. L’abbattimento di pochi uccelli contemporaneamente
all’utilizzo di un cannone a gas è in grado di migliorare l’efficacia di questo
apparecchio (Dolbeer 1994). Ugualmente, l’utilizzo dell’arma da fuoco in
presenza di dispositivi per la dissuasione visiva permette agli uccelli di
associarli ad una reale situazione di pericolo ed di conseguenza ad migliorane
l’efficacia.
Azioni sull’habitat e sulle tecniche agricole
I danni economicamente più rilevanti avvengono entro un raggio di 8 km dai
siti di rimessa dei volatili, per cui può essere vantaggioso seminare colture
meno attrattive come soia, patate o cereali invernali nei campi a poca distanza
dai posatoi. L’esigenza di rotazione e la necessità di effettuare coltivazioni
soggette a contributo, rendono spesso difficile l’applicazione di questo principio.
Una possibile opzione è quella di scegliere varietà o cultivar meno
suscettibili a danni da uccelli. Il sorgo è sicuramente una delle coltivazioni più
attrattive per gli uccelli e proprio per questo motivo sono state selezionate delle
varietà definite Bird Resistent (BR). Queste si caratterizzano per l’elevato
contenuto di tannino che ne riducono l’appetibilità ed il valore nutrizionale
(Grimaldi et al 1987). Le varietà più indicate sono quelle che contengono
tannino nelle fasi precoci ma che ne sono prive quando il seme arriva a
maturazione (Bullard 1988). In questo modo è possibile produrre una granella di
elevata
qualità
idonea
all’impiego
zootecnico,
limitando
i
rischi
di
danneggiamenti da uccelli.
Per quanto riguarda il mais le varietà che si sono dimostrate più resistenti
agli attacchi degli uccelli selvatici sono quelle con le brattee più spesse e che
ricoprono integralmente la pannocchia (Dolbeer et al 1982, 1984, 1986a).
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Purtroppo però tali varietà sono anche meno produttive rispetto alle altre ed il
loro utilizzo non è sempre conveniente (Dolbeer 1986b).
Alcune varietà di girasole sono meno vulnerabili agli attacchi degli uccelli in
quanto le loro caratteristiche morfologiche ostacolano il raggiungimento dei
semi o la loro apertura da parte dei volatili. Queste caratteristiche
comprendono: il capolino piatto o convesso, rivolto verso il basso e circondato
da lunghe brattee, distanza fra capolino e fusto maggiore di 15 cm, guscio del
seme spesso (Seiler and Roger 1987; Mah et al. 1990; Mah e Nuechterlein
1991). Le varietà da olio, che hanno un seme con guscio più sottile, soffrono
maggiormente di danni rispetto a quelle a basso contenuto oleoso (Bullard
1988). Inoltre gli ibridi caratterizzati dagli acheni rossastri sono meno suscettibili
agli attacchi da avifauna in quanto contengono antociani che li rendono meno
appetiti (Mason at al. 1989). Tuttavia occorre tenere presente che le varietà più
resistenti agli uccelli possono risultare meno produttive di quelle commerciali
(Dolbeer et al. 1986c).
Programmare la prevenzione
L’efficacia dei metodi di prevenzione è molto variabile e dipende da
numerosi fattori: l’appetibilità delle colture, la disponibilità di fonti trofiche
alternative, la vicinanza dei siti di rimessa, la consistenza e la densità della
specie che causa il danno, la perizia e l’assiduità e la tempestività con cui i vari
metodi vengono messi in atto.
La prevenzione, per essere efficace, deve quindi essere programmata dagli
enti predisposti alla gestione della fauna selvatica (Amministrazioni Provinciali,
Ambiti Territoriali di Caccia, Enti Parco ecc.) e deve necessariamente
coinvolgere e le categorie interessate (in modo particolare agricoltori e
cacciatori).
Il primo strumento di cui dotarsi è quello di una mappa dei danni. L’utilizzo
di un GPS e di un SIT consente di effettuare questa operazione con rapidità e
precisione. Sovrapponendo la mappatura di più anni sarà possibile ottenere una
mappa del rischio di danneggiamento. A questo punto, individuate le aree e le
aziende agricole più esposte al a rischio di danneggiamenti, si potranno
concentrare su queste le iniziative di prevenzione utilizzando le metodiche più
indicate a seconda dei casi, compreso l’abbattimento. Naturalmente il
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coinvolgimento attivo degli agricoltori è una condizione essenziale nella messa
in opera del piano.
L’attivazione del piano sarà più facile nel caso in cui i danni si concentrato
su aree ben definite e sono determinati da poche specie, mentre saranno
maggiori le difficoltà ove i danni si disperdono su aree molto vaste,
coinvolgendo un numero elevato di agricoltori con una media di indennizzo per
azienda relativamente basso.
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Schede di alcuni strumenti utilizzabili per la prevenzione dei
danni da volatili alle colture agricole
Aquilone gonfiabile “Helikite? ”
E’ uno strumento efficace grazie al continuo movimento che
limita l’assuefazione dei volatili. Può essere posizionato ad
altezze elevate (fino a 60 m) consentendo la protezione di
ampie superfici (da 1 a 4-5 ettari per helikite). Per contro è
piuttosto laborioso (necessita di elio), può impigliarsi nella
vegetazione ed è limitato dalle condizioni meteo (vento e
pioggia)
Impiego consigliato: ortaggi in fase di maturazione, cereali
in semina-emergenza.
Possibile abbinamento: tutti i sistemi di dissuasione
acustica e visiva.
Riferimenti bibliografici:
Santilli F., Azara S., Galardi L., Gorreri L., Perfetti A., 2004 Un nuovo metodo ecologico per la
prevenzione dei danni da uccelli alle colture agricole. Quaderno ARSIA 4/2004, Firenze, pp21.
Seamans T.W., Blackell B.F., Gansowski J.T. 2002 Evaluation of Alssopp Helikite as bird scaring
th
device. Proc. 20 Vertebr. Pest Conf: 129-134.
Palloni “Predator”
E’ un metodo semplice che si basa sui disegni aposematici presenti
sul pallone. E’ adatto a superfici limitate. Dopo 15-20 giorni tende a
perdere efficacia per assuefazione. E consigliata la sostituzione
periodica con palloni di diverso colore.
Impiego consigliato: Vigneti, frutteti, ortaggi in fase di maturazione
Possibile abbinamento: tutti i sistemi di dissuasione acustica e
visiva.
Riferimenti bibliografici:
Gorreri L, Moscardini G. 1997 I danni provocati alle colture agrarie da parte della fauna
selvatica nei Parchi Naturali. Parco Regionale Migliarino, S.Rossore, Massaciuccoli. Pisa 67 pp.
McLennan JA, Langham NPE, Porter RER 1995 Deterrent effect of eye-spot balls on birds. New
Zealand Journal of Crop and Horticultural Science, 23, 139-144.
Shirota Y, Sanada M and Masaki S 1983 Eyespotted balloons as a device scare gray starling:
Applied entomology and zoology 18: 545-549.
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Nastri riflettenti
Si tratta di nastri di materiale riflettente (mylar). Sfruttano
la l’innata neofobia degli uccelli. E’ un metodo semplice e
molto economico. L’efficacia è comunque limitata nel
tempo e non si prestano per superfici di ampie
dimensioni.
Impiego consigliato: Vigneti, frutteti, ortaggi e in fase di
maturazione, cereali.
Possibile abbinamento: tutti i sistemi di dissuasione
acustica e visiva.
Riferimenti bibliografici:
Gorreri L, Moscardini G. 1997 I danni provocati alle colture agrarie da parte della fauna
selvatica nei Parchi Naturali. Parco Regionale Migliarino, S.Rossore, Massaciuccoli. Pisa 67 pp.
Dolber RA, Woronecki PP and Bruggers RL 1986 Reflecting tapes repel blackbirds from millet,
sunflowers, and sweet corn. Wildl Soc Bull 14: 418-425
Bombarda a gas
E’ uno dei più utilizzati sistemi di allontanamento dei
volatili. E’ semplice ed economico, ma provoca
assuefazione nel giro di pochi giorni. A causa del rumore
è spesso mal tollerato dai “vicini”
Impiego consigliato: Cereali e colture industriali in fase
di semina ed emergenza. Cereali e girasole in fase di
maturazione. Frutteti ed ortaggi.
Possibile abbinamento: E’ sempre consigliabile
abbinarvi un sistema di dissuasione visiva.
Riferimenti bibliografici:
Conover M 2002 Resolving Human- Wildlife Conflicts. Lewis Publishers USA. 418 pp.
Gorreri L, Moscardini G. 1997 I danni provocati alle colture agrarie da parte della fauna
selvatica nei Parchi Naturali. Parco Regionale Migliarino, S.Rossore, Massaciuccoli. Pisa 67 pp.
Stephen WJD 1961 Experimental use of acetylene exploders to control duck damage. Trans.
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propan exploders for reducing blackbird damage to ripening sunflowers. Proc. Vert. Pest Conf.
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Aquilone riflettente
E’ un piccolo aquilone di mylar che, azionato dal vento,
gira su se stesso. E’ semplice, ma non troppo robusto.
La sua efficacia è da verificare, ma verosimilmente
simile alle strisce riflettenti.
Impiego consigliato: Vigneti, frutteti, ortaggi e in fase
di maturazione, cereali e colture industriali in fase di
emergenza e maturazione.
Possibile abbinamento: Potrebbe essere utilmente
alternato all’Helikite quando il vento non consente il
dispiegamento di questo.
Riferimenti bibliografici:
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Piramide a specchi rotanti
E’ una piccola piramide costituita da specchi che ruota su se
stessa azionata da un motore elettrico a energia solare.
E’ un apparecchio semplice, totalmente automatico, ma
piuttosto costoso. La sua efficacia è da verificare. Sembra
che gli specchi di colore rosso siano più efficaci.
Impiego consigliato: Ortaggi, cereali e colture industriali in
fase di emergenza e maturazione.
Possibile abbinamento: bombarda a gas o altri sistemi
acustici
Riferimenti bibliografici:
Seamans T.W., Barras S.C. e Z.J. Patton, 2003.Are birds scared by rotating mirrors?
Procedings of the Bird Strike Committee USA/Canada 2003 Conference, Toronto, pp. 1-8.
Distress call
Si tratta di apparecchi che emettono il richiamo di
angoscia della specie che si intende allontanare.
Il metodo viene utilizzato per allontanare gli storni dalle
rimesse cittadine, i gabbiani ed altre specie pericolose
dagli aeroporti. Viene utilizzato anche a protezione
degli impianti di acquacoltura.
Impiego consigliato: Vigneti e oliveti a rischio di
attacco da storno
Possibile abbinamento: tutti i sistemi di dissuasione
visiva
Riferimenti bibliografici:
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Nakamura K 1997 Estimation of effective area of a birds scarer. J. Wildl. Manage. 61, 925-934.
14
Repellenti chimici
Si tratta di polveri bagnabili a base di antraquinone con le quali le
sementi (mais, riso, barbabietola) vengono conciate. Provocano
disturbo e malessere negli animali che se ne nutrono e che pertanto
rapidamente imparano ad evitare l’alimento trattato.
Impiego: prevenzione dei danni su cereali da parte di corvidi,
passeriformi e fagiani in fase di semina ed emergenza.
Possibile abbinamento: Riferimenti bibliografici:
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