Matrici modulari di elettrodi Modular arrays of electrodes B. Caudana Il groviglio di fili conduttori per connettere un apparato di misura a elettrodi disposti in matrici bidimensionali limita fortemente la realizzazione di tali matrici. Il problema del groviglio peggiora man mano che la superficie dotata di elettrodi o la densità di elettrodi cresce. Fotoincisione o serigrafia con inchiostri conduttivi sono probabilmente le sole tecniche adatte per una produzione a basso costo di schiere di elettrodi monouso. Tuttavia, l’uso di fotoincisione o serigrafia monostrato su supporti isolanti flessibili limita ulteriormente la complessità massima possibile della matrice di elettrodi a causa dei limiti topologici e meccanici intrinseci alle tecniche monostrato. Tecniche multistrato, come quelle usate per i circuiti stampati, non sono adatte perché rendono la matrice più rigida e pesante, cioè inadatta a seguire la curvatura corporea e ad essere appesa alla pelle. Abbiamo ideato unità modulari bidimensionali di elettrodi che sono componibili e che ri- The tangle of wires needed to connect electrodes laid out on a bidimensional array to a measurement system imposes serious constraints on the layout of such arrays. This tangle problem worsens when either the surface equipped with electrodes or the electrode density increases. Photoengraving and screen-printing with conductive ink are probably the only techniques suitable for a low cost mass production of disposable electrode arrays. However, using either photoengraving or serigraphy on flexible single layer insulating substrates further limits the maximum complexity of the array because of intrinsic topological and mechanical constraints of single layer techniques. Multilayer techniques, like the ones used for printed circuit boards, are not suitable because they make the array stiffer and heavier, i.e., unsuitable to adapt to body curvature and to stick on the skin. We devised bidimensional modular units of electrodes that are compoundable and whose Matrice bidimensionale da 64 elettrodi composta da 4 moduli da 16 elettrodi ciascuno montati ad incastro su una cornice di Mylar. Di lato i due moduli complementari da 16 elettrodi con relative uscite per connettori ZIF. Il modulo da 16 elettrodi può essere montato in n esemplari nella direzione Y. Ripetendo il modulo base, si possono realizzare striscie da 32, 48, e più elettrodi per ottenere l’espansione nella direzione X. Altri tipi di moduli (es.: moduli da 16x1 elettrodi) possono essere adottati. Bidimensional array of 64 electrodes, made of 4 modules of 16 electrodes each, inserted in a Mylar frame. Two complementary modules of 16 electrodes, each one with its output tracks for ZIF connectors are shown. The 16-electrode module can be mounted in n exemplars in the Y direction. By repeating the basic module, stripes of 32, 48, and more electrodes can be made using the same principle to allow expansion in the X direction. Other types of modules (e.g. a 16x1 electrode module) can also be built. 47 realization remains feasible despite increasing surface and electrode density. These modules, compoundable as “fish scales”, allow us to overcome topological limits of monolayer layouts and to greatly reduce limitations due to mechanical separation of conductive tracks. Thus, we can produce arrays with a virtually unlimited number of electrodes in both dimensions, while keeping the length and complexity of the connection tracks comparable to those of the basic modules. This idea is applicable independently of configuration and shape of electrodes, interelectrode distance, materials, and mechanical techniques adopted to join basic modules in ways that maintain a constant interelectrode distance between any two modules. Some of these modules have been realized using silver plated copper on a Mylar substrate. Figure illustrates modularity and “fish scale” assembly concepts. mangono realizzabili al crescere della superficie e della densità di elettrodi. Questi moduli, grazie alla loro componibilità “a squama di pesce”, ci permettono di superare i limiti topologici dei “layout” monostrato e di ridurre in modo considerevole i limiti meccanici imposti dalla separazione delle tracce conduttive. In questo modo possiamo realizzare matrici con un numero virtualmente illimitato di elettrodi in entrambe le dimensioni di una superficie, pur mantenendo la lunghezza e la complessità delle tracce di connessione comparabili a quelle del modulo base. Questa idea è applicabile indipendentemente dalla configurazione e forma degli elettrodi, dalla distanza interelettrodica, dai materiali, e dalle tecniche meccaniche per congiungere i moduli base in modo da mantenere una distanza interelettrodica costante tra ciascun modulo. Alcuni di questi moduli sono stati realizzati in rame argentato su supporto di Mylar. La Figura illustra i concetti di modularità e assemblaggio a “squama di pesce”. 48