NOVITÀ ® rchives Miscela esclusiva di 3 componenti chiave per la guarigione delle ferite ?D9#>clkXd`eX#8i^`e`eX ® ?D9(B-Idrossi-B-Metilbutirrato) 2-3-4-5 ● ● ● ● of medical therapy Metabolita della leucina Aumenta la ritenzione di Azoto promuovendo l’anabolismo proteico Riduce il breakdown delle proteine muscolari Effetto anti-infiammatorio >clkXd`eX ● ● ● Stimola la riparazione tessutale stimolando la sintesi del collagene Supporta la sintesi proteica Supporta l’integrità intestinale e la funzione immunitaria 8i^`e`eX ● ● ● 1-9-10-11 Supporta la sintesi proteica Stimola la sintesi e la deposizione del collagene Supporta la funzione immunitaria INDICAZIONI Posologia consigliata: 2 bustine al giorno LESIONI DA PRESSIONE ULCERE DEL PIEDE DIABETICO ULCERE VENOSE DELLE GAMBE USTIONI FERITE CHIRURGICHE PERDITA DI MASSA MAGRA Profilo Nutrizionale di Abound Unità di prodotto: 1 bustina Valore energetico Kcal L. Arginina L. Glutamina Carboidrati Zuccheri (Saccarosio) HMB Lipidi Fibra Calcio mg Sodio ARANCIO per busta da 24 gr NEUTRO per busta da 19 gr 91 75 7,4 7,4 7,9 1,2 1,3 0,02 0 215 tracce 7,4 7,4 3,8 0 1,3 0,02 0 215 tracce NAOMPC2180 - Gen. 2010 6-7-8 Anno II Volume 1 Numero 3 Novembre 2009 Direttore Responsabile: Franco Falcone Direttore Scientifico: Carlo Giurbino Autorizzazione del Tribunale di Salerno n. 1027 del 04/09/07 Copyright © 2010 Momento Medico S.r.l. Via Terre Risaie, 13 - Zona Ind.le - 84131 Salerno Tel. 089/3055511 (r.a.) - Fax 089/302450 E-mail: [email protected] Tutti i diritti di traduzione, riproduzione, adattamento parziale o totale con qualsiasi mezzo (compresi microfilms, copie fotostatiche o xerografiche) sono riservati alla Momento Medico Coordinamento Editoriale a cura del Dipartimento Medico Report congressuale L’importanza della nutrizione enterale di lunga durata nel trattamento delle patologie croniche Grafica, Impaginazione, Fotocomposizione, Edizione e Stampa Momento Medico 6. Karna E et al. 2001. 7. Peng X et al. 2005. 8. Rathmacher JA et al. 2004. 9. Stechmiller J et al. 2005. 10. Wilmore DW. et al. 2001. 11. Barbul A et al. 1990. Allestimento Legatoria Industriale Mediterranea Roma, 18 Febbraio 2009 MOMENTO MEDICO www.abound.net bb ABOUNDCONGR1109 i dd 1 Periodico quadrimestrale 09OT1471 - 11/09 Disponibile nei gusti: - Arancio Lista: 59439 - Neutro Lista: 59441 Confezione: 30 bustine Bibliografia: 1. European Pressure Ulcer Advisory Panel. 2004 2. Alon T et al. 2002. 3. Kuhis Da et al. 2007. 4. Hsieh L et al. 2006. 5. May PE et al. 2002. Archives® of Medical Therapy 9 11 2009 17 12 11 rchives ® of medical therapy Indice I FOS: l’importanza della fibra dal punto di vista del microbiologo 2 Prof. Lorenzo Morelli Università Cattolica del Sacro Cuore - Piacenza Lo Studio Jevity FOS/Esperienze cliniche 6 Dr. Federico D’Andrea SOC Dietetica e Nutrizione Clinica Ospedale Maggiore della Carità Novara La gestione della nutrizione enterale territoriale di lunga durata: vantaggi clinici legati ad una formula arricchita in FOS 10 Dr. Emanuele Ceccherini Servizio di Nutrizione Clinica Ospedale S. Donato - Arezzo L’importanza della nutrizione specifica nella gestione delle complicanze del paziente diabetico 13 Prof. Patrizio Tatti U.O.C.A. di Endocrinologia e Diabetologia Azienda Sanitaria Locale Roma H Strategie nutrizionali nella nutrizione enterale di lunga durata nel paziente diabetico 16 Prof. Maurizio Muscaritoli Dipartimento di Medicina Clinica Università degli Studi La Sapienza di Roma Esperienza clinica con Glucerna® Select nel paziente di lunga durata 22 Dr.ssa Paola Pantanetti U.O. di Diabetologia Dipartimento di Medicina - Fermo Criteri farmacoeconomici nella nutrizione enterale di lunga durata Dr.ssa Roberta Di Turi* Dr. Angelo Claudio Palozzo° *U.O.C. Farmacoeconomia e Farmacoepidemiologia - ASL Roma A °Direttore U.O.C. Farmacia - Istituto Oncologico Veneto IRCCS di Padova 28 ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 2 ® of medical therapy I FOS: l’importanza della fibra dal punto di vista del microbiologo L. Morelli L’apparato digerente è colonizzato da moltissimi microrganismi che, nel loro insieme, costituiscono la fl ora batterica intestinale, più correttamente definita microbiota intestinale. Il microbiota è in perfetta simbiosi con l’organismo ospite dove svolge numerose funzioni (metaboliche, trofiche e protettive) necessarie al mantenimento della salute dell’ospite. In condizioni normali, esso tende a rimanere costante, ma può subire alterazioni in diverse condizioni patologiche o parafisiologiche. Lo studio del microbiota intestinale è estremamente difficile, perché la maggioranza delle specie batteriche non è coltivabile in laboratorio. Le stime attuali indicano una presenza di 1010-1011 batteri per grammo di contenuto intestinale con una netta prevalenza degli anaerobi. La dieta influenza la composizione della flora microbica intestinale. In particolare, le fibre alimentari svolgono diversi effetti favorevoli nell’intestino, tra cui quello di fornire un habitat ottimale per il microbiota intestinale (Tabella 1). In generale, gli alimenti ricchi di fibre favoriscono la crescita degli anaerobi, mentre gli alimenti poveri di fibre favoriscono la crescita degli aerobi. Tabella 1. La fibra è utile al microbiota? Simple classification of dietary constituents Constituent Use Water To provide body fluid and to help regulate body temperature Carbohydrates As fuel for energy for body heat and work Fats As fuel for energy and essential fatty acids Proteins For growth and repair Minerals For developing body tissues and for metabolic processes and protection Vitamins For metabolic processes and protection Indigestible and unabsorbable particles, including fibre To form a vehicle for other nutrients, add bulk to the diet, provide a habitat for bacterial flora and assist proper elimination of refuse http://www.fao.org/docrep/w0073e/w0073e04.htm Nei pazienti in nutrizione artificiale senza fibre sono state osservate alterazioni sia quantitative che qualitative del microbiota intestinale. Schneider e coll. hanno riportato un aumento degli aerobi ed una riduzione degli anaerobi nei pazienti in nutrizione enterale (NE), rispetto ai soggetti di controllo con normale alimentazione per via orale (Figura 1). ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 ® 3 ® of medical therapy log CFU per gram wet feces log CFU per gram wet feces log CFU per gram wet feces Figura 1. La nutrizione artificiale e la flora 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 -1 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 -1 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 -1 Total flora 3.1 Definition A prebiotic is a non-viable food component that confers a health benefit on the host associated with modulation of the microbiota. *† Controls TEN 3.2. Qualifications 1. Component – not an organism or drug; a substance that can be characterized chemically; in most cases this will be a food grade component. TPN Aerobic flora 2. Health benefit – measurable and not due to absorption of the component into the bloodstream or due to the component acting alone; and over-riding any adverse effects. * *† Controls TEN Tabella 2. Definizione di prebiotico 3. Modulation – shows that the sole presence of the component and the component and the formulation in which it is being delivered changes the composition or activities of the microbiota in the target host. Mechanisms might include fermentation, receptor blockage or others. TPN Anaerobic flora * * A prebiotic can be a fibre but a fibre need not be a prebiotic. http://www.fao.org/ag/agn/agns/files/Prebiotics_Tech_Meeting_Report.pdf *p<0.01 † p<0.05 Controls TEN TPN Schneider et al., 2000 Nei soggetti in nutrizione parenterale (NP) è stata, invece, osservata una marcata riduzione sia della flora batterica aerobica che di quella anaerobica. Secondo la recente definizione della FAO, “un prebiotico è un componente alimentare non vitale che conferisce un beneficio alla salute dell’ospite, associato alla modulazione del microbiota” (Tabella 2). I prebiotici sono composti naturalmente presenti negli alimenti che non vengono digeriti durante il transito nel tratto gastrointestinale, ma raggiungono inalterati il colon dove vengono fermentati stimolando selettivamente la crescita e l’attività di alcune specie microbiche endogene, con effetti favorevoli sulla salute dell’ospite. Tra i prebiotici, i frutto-oligosaccaridi (FOS) costituiscono un gruppo di sostanze la cui efficacia è ben documentata. Dal punto di vista chimico, i FOS sono polimeri lineari di fruttosio con una molecola di glucosio in posizione terminale (Figura 2). I FOS non vengono digeriti, né assorbiti nell’intestino tenue a causa dei legami β-glicosidici tra le unità di fruttosio e raggiungono intatti il colon dove vengono utilizzati selettivamente da alcuni gruppi batterici (in particolare, bifidobatteri). Questi batteri sono dotati di fruttosidasi, enzimi capaci di idrolizzare il legame di tipo β(2-1) che unisce fra loro le unità di fruttosio. ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 4 ® of medical therapy Figura 2. Cosa sono i FOS? FOS - Frutto-oligosaccaridi Miscela di oligosaccaridi formati da una molecola di glucosio legata con 2, 3 o 4 unità di fruttosio. I legami fra le unità di fruttosio sono di tipo β(2-1). Ruminococcus nei pazienti in NE di lunga durata. I ruminococchi sono batteri fortemente anaerobici presenti nell’intestino di molte specie animali e dell’uomo. Essi costituiscono il 3% del microbiota intestinale nell’uomo e producono una sostanza dotata di una forte azione anti-clostridium, denominata ruminococcina. Inoltre, la somministrazione di FOS appare in grado di controllare la diarrea causata da Clostridium difficile (Tabella 4). Tabella 4. I FOS sono sostanze naturalmente presenti in una varietà di alimenti vegetali quali cipolle, asparagi, carciofi, aglio, porro, ecc. (Tabella 3). Sono prodotti anche industrialmente partendo dal saccarosio, attraverso l’unione di molecole di fruttosio per azione della β-fruttofuranosidasi fungina. È stato dimostrato che una dieta enterale contenente FOS aumenta la presenza di batteri del genere Una dieta enterale contente FOS aumenta la presenza dei batteri del genere Ruminococcus I ruminococchi producono una sostanza ad azione anti-clostridica I FOS controllano da soli la diarrea causata da Clostridium difficile Figura 3. Analisi TGGE Tabella 3. I FOS sono presenti in natura Ruminococcus obeum in una varietà di alimenti vegetali come le cipolle, gli asparagi, il carciofo, l’aglio, il porro, ecc. Sono però prodotti anche industrialmente partendo dal saccarosio, attraverso l’unione di molecole di fruttosio per azione della β-fruttofuranosidasi fungina FOS Solubili FOS RA0 RA30 RA60 CC0 CC15 CC30 PG0 PG30 DR0 DR30 ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 ® 5 ® of medical therapy L’isolamento dei ruminococchi con le tecniche tradizionali di analisi microbiologica è molto difficile, e la loro determinazione richiede l’impiego di tecniche di diagnostica molecolare come la TGGE (Temperature Gradient Gel Electrophoresis). In uno studio, condotto dal nostro gruppo su pazienti in NE, la somministrazione di FOS è stata associata ad un aumento significativo della presenza dei ruminococchi dopo 30 e 60 giorni Tabella 5. Background & Aims: Ten percent to 20% of patients relapse after successful treatment of their Clostridium difficile-associated diarrhea. We set out to determine if the prebiotic oligofructose could alter the fecal bacterial flora and, in addition to antibiotic treatment, reduce the rate of relapse from C. difficile infection. Results: One hundred forty-two patients were recruited. Relapse of diarrhea was more common in those taking placebo (8.3% oligofructose vs 34.3% placebo, p<0.001, 2 14.35). Patients who relapsed stayed in the hospital longer than those who did not (53 vs 26 days, p<0.021; 95% CI, 2-28), and there was a longer period of time from commencing metronidazole or vancomycin and their diarrhea settling (6 vs 3 days; p<0.007; 95% CI, 1.0-5.0). Conclusions: Fecal cultures confirmed the prebiotic effect of oligofructose. Patients taking oligofructose were less likely to develop further diarrhea than those taking the placebo. di trattamento, mentre nei pazienti trattati con fibre solubili non è stata riscontrata alcuna variazione di rilievo (Figura 3). La stimolazione della crescita dei ruminococchi, che producono la ruminococcina, una sostanza ad azione anti-clostridium, potrebbe spiegare l’effetto anti-clostridium dei FOS. In un recente studio, condotto su pazienti in nutrizione orale con diarrea da Clostridium difficile, il trattamento con FOS ha ridotto significativamente le recidive di diarrea, confermando l’efficacia clinica di questi prebiotici (Tabella 5). In conclusione, è possibile evidenziare variazioni nel microbiota intestinale riconducibili all’uso dei FOS, anche nei soggetti in NE. Questi effetti sembrano promettenti e aprono nuove prospettive di ricerca in ambito clinico (Tabella 6). Tabella 6. Conclusioni È possibile evidenziare variazioni nella flora batterica intestinale riconducibili all’uso di FOS, anche nei soggetti in nutrizione enterale Questa gestione alimentare della flora apre prospettive di outcomes clinici ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 6 ® of medical therapy Lo studio Jevity FOS/Esperienze cliniche F. D’Andrea Nei pazienti in nutrizione artificiale sono state identificate alterazioni della flora batterica intestinale (FBI), associate a disturbi delle funzioni intestinali quali diarrea e stipsi. Nei pazienti in nutrizione enterale (NE), è stata riportata in particolare una marcata riduzione del numero di bifidobatteri con un aumento significativo dei clostridi. Diversi studi hanno valutato l’effetto di miscele per NE contenenti prebiotici e fibre dietetiche di varia natura sulla stipsi e/o sulla diarrea, con risultati spesso discordanti o scarsamente significativi. Anche alcuni trial randomizzati con probiotici hanno riportato risultati incostanti o contraddittori. In generale, gli studi sono pochi, di dimensioni ridotte e con casistiche molto eterogenee sia in termini di metodologia di studio che di prodotti utilizzati. Allo scopo di indagare l’impatto della NE di lunga durata sulla FIB, il nostro gruppo ha condotto, in collaborazione con il prof. Lorenzo Morelli, uno studio nel 2001 al fine di: - valutare la FBI in pazienti in NE di lunga durata; - evidenziare eventuali modifiche nella FBI dopo utilizzo di FOS (10 g/die per 15 giorni); - rilevare possibili risposte cliniche (su stipsi e diarrea) e/o eventuali effetti collaterali (Tabella 1). In totale, sono stati arruolati 27 pazienti, per lo più anziani (età media: 72 anni) e con patologia prevalentemente neurologica (vascolare o degenerativa). La durata media della NE era di 240 giorni. I parametri nutrizionali evidenziavano una situazione di sostanziale normonutrizione. Il disegno dello studio prevedeva un primo prelievo di feci con provetta dosata, seguito dal- Tabella 1. Esperienze cliniche con una miscela arricchita in FOS nella NE di lunga durata Valutare la flora batterica intestinale (FBI) in pazienti in NE di lunga durata Evidenziare eventuali modifiche nella FBI dopo utilizzo di FOS: 10 g/die per 15 gg Rilevare possibili risposte cliniche e/o eventuali effetti collaterali Trial FOS 2001 ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 ® 7 ® of medical therapy la somministrazione di FOS (almeno 10 g/die) con miscela isocalorica ed isoazotata per 15 gg, al posto della precedente miscela. Successivamente, è stato eseguito un secondo prelievo di feci ed è stata somministrata nuovamente ai pazienti la precedente miscela senza FOS per 1 settimana. Infine, al termine di questa settimana è stato effet- Tabella 2. Materiali e metodi I. prelievo di feci con provetta dosata Somministrazione di FOS (almeno 10 g/die) con miscela isocalorica/isoazotata per 15 gg II. prelievo di feci con provetta prov dosata Ritorno a miscela senza FOS per 1 settimana III. prelievo di feci con provetta dosata tuato un terzo e ultimo prelievo fecale (Tabella 2). I gruppi microbici controllati sono stati: bifidobatteri, lattobacilli, enterobatteri e clostridi. I risultati del primo prelievo hanno mostrato una notevole riduzione dei bifidobatteri e degli anaerobi in generale, con un significativo aumento degli aerobi e soprattutto dei clostridi (Figura 1). Dopo due settimane di terapia con FOS il numero dei clostridi si è notevolmente ridotto, mentre vi è stato un leggero aumento dei bifidobatteri. Tali risultati, per altro preliminari, confermano l’importante effetto dei FOS sui clostridi, che è stato superiore a quello sui bifidobatteri (Figura 2). Dopo 1 settimana dalla eliminazione dei FOS, non sono state osservate variazioni significative (Figura 3). Le impressioni dal punto di vista clinico, per quanto limitate a causa della breve durata dello studio, hanno evidenziato una regolarizzazione Figura 1. Risultati Figura 2. Risultati Distribuzione principali gruppi microbici nelle feci di soggetti in nutrizione enterale al momento zero Distribuzione principali gruppi microbici nelle feci di soggetti in nutrizione enterale dopo 2 settimane di nutrizione con FOS Distribuzione gruppi microbici, nelle feci di soggetti sani, controllati nel trial FOS 2001. Log per grammo di feci 2 3 4 5 6 7 8 Bacteroides Eubacterium Bifidobacterium Lactobacillus Enterobatteri Enterococcus Clostridium Lieviti Log per grammo di feci 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Bacteroides Eubacterium Bifidobacterium Lactobacillus Enterobatteri Enterococcus Clostridium Lieviti NB. Nessuna evidente correlazione con patologia, stato nutrizionale e precedente impiego di fibra Distribuzione principali gruppi microbici nelle feci di soggetti in nutrizione enterale al momento zero. Log per grammo di feci 2 3 4 5 6 7 8 Bacteroides Eubacterium Bifidobacterium Lactobacillus Enterobatteri Enterococcus Clostridium Lieviti Log per grammo di feci 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Bacteroides Eubacterium Bifidobacterium Lactobacillus Enterobatteri Enterococcus Clostridium* Lieviti *I livelli + elevati sono stati riscontrati nei soggetti sottoposti a terapia antibiotica ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 8 ® of medical therapy I risultati di questo studio hanno evidenziato Figura 3. Risultati la presenza di una importante modificazione Distribuzione principali gruppi microbici nelle feci di soggetti in nutrizione enterale dopo 1 settimana dalla eliminazione di FOS quantitativa e qualitativa della FBI nei pazienti in NE di lunga durata. In particolare, è stata osservata una riduzione complessiva della FBI, con Log per grammo di feci 2 3 4 5 6 7 8 Bacteroides Eubacterium Bifidobacterium Lactobacillus Enterobatteri Enterococcus Clostridium Lieviti Distribuzione principali gruppi microbici nelle feci di soggetti in nutrizione enterale dopo 2 settimane di nutrizione con FOS. Log per grammo di feci 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Bacteroides Eubacterium Bifidobacterium Lactobacillus Enterobatteri Enterococcus Clostridium Lieviti notevole diminuzione o assenza dei bifidobatteri e con un significativo aumento dei clostridi (Tabella 4). Tabella 4. Conclusioni FBI sostanzialmente diversa rispetto a quella dell’adulto sano Presenza di una FBI generalmente ridotta (e che tale rimane anche dopo FOS) dell’alvo nei pazienti con stipsi, un minor utilizzo di lassativi ed una minore incidenza di episodi diarroici in coincidenza con la somministrazione di antibiotici. La terapia con FOS è stata generalmente ben tollerata; l’unico effetto collaterale di rilievo è stato il meteorismo addominale, in particolare nei primi giorni di trattamento, effetto verosimilmente legato all’azione specifica dei prebiotici, che ha determinato un aumento della fermentazione a livello intestinale (Tabella 3). Tabella 3. Aspetti clinici IMPRESSIONI Regolarizzazione dell’alvo in pazienti con stipsi Minore utilizzo di lassativi Minore incidenza di episodi diarroici in coincidenza con la somministrazione di terapia antibiotica Addome meteorico nei primi giorni di trattamento Assenza di bifidi Significativo aumento dei clostridi (che tuttavia si riducono dopo FOS) Importante presenza di Candida (?) Risvolti clinici da approfondire In un successivo studio, condotto dal nostro gruppo in collaborazione con il Servizio di Dietetica e Nutrizione Clinica dell’Ospedale S. Giovanni Battista-Molinette di Torino (Dott.ssa A. Palmo), abbiamo confrontato l’effetto sulla FBI di una miscela contenente FOS rispetto ad un’altra miscela contenente fibre solubili (PHGG) in pazienti in NE di lunga durata. Lo scopo dello studio è stato quello di valutare il momento di comparsa delle alterazioni della FBI in soggetti in NE (per disfagia neurologica insorta acutamente), come pure di determinare l’eventuale differenza di azione sulla FBI delle miscele con FOS o con fibre solubili (Tabella 5). ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 ® 9 ® of medical therapy Tabella 5. PHGG e FOS in NE di lunga durata Valutare il momento di comparsa delle alterazioni della FBI in soggetti in NE (per disfagia neurologica insorta acutamente) Valutare l’eventuale differenza d’azione sulla FBI di miscele per NE con FOS o fibre solubili Effetti dei FOS sulle IGA secretorie mediante dosaggio delle IGA fecali F. D’Andrea, S. Riso, L. Morelli, M.C. Callegari, M. Zanardi, A. Palmo A tale scopo, sono stati studiati 10 pazienti con patologia ischemica cerebrale acuta in NET per disfagia. Tali soggetti avevano verosimilmente un’alimentazione normale prima dell’evento neurologico acuto e, quindi, anche una flora batterica normale. Cinque di questi pazienti sono stati trattati con FOS e gli altri cinque con PHGG. I campioni fecali, prelevati a 0, 7, 15 e 30 giorni dall’inizio della NE, sono stati sottoposti ad analisi microbiologiche e genetiche tramite Thermal Gradient Gel Electrophoresis (TGGE) (Tabella 6). Tabella 6. Materiali e metodi 10 pazienti con patologia ischemica cerebrale acuta in NET per disfagia totale Campioni fecali prelevati al T0, T7, T15 e T30 dall’inizio NE Gruppo FOS: 5 pazienti Gruppo PHGG: 5 pazienti Analisi microbiologiche Analisi genetiche (TGGE) Queste analisi hanno evidenziato la presenza di una modificazione sia quantitativa (riduzione) che qualitativa (riduzione dei lactobacilli e bifidobatteri) della FBI già al tempo 0 in entrambi i gruppi: tale dato dimostra che l’alterazione della FBI è molto precoce e si verifica subito dopo l’inizio della NE. Dopo trattamento, è stata osservata una riduzione dei clostridi esclusivamente nel gruppo FOS, mentre nel gruppo PHGG vi è stata una riduzione delle colonie di lieviti (Candida) (Tabella 7). Tabella 7. Risultati Modificazione quantitativa e qualitativa della FBI già al tempo 0 in entrambi i gruppi Riduzione dei clostridi solo nel gruppo FOS Riduzione dei lieviti (Candida) solo nel gruppo PHGG Presenza nel gruppo FOS del ceppo Ruminococcus caratterizzato da una nota azione anticlostridica L’importante riduzione dei clostridi riportata nel gruppo FOS appare correlata alla presenza di ceppi di Ruminococcus caratterizzati da una potente azione anti-clostridium. Questi risultati molto promettenti dovranno essere confermati in studi di maggiori dimensioni e durata, con l’obiettivo di formulare miscele per NE sempre più efficaci per realizzare una nutrizione artificiale che sia il più possibile fisiologica. ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 10 ® of medical therapy La gestione della nutrizione enterale territoriale di lunga durata: vantaggi clinici legati ad una formula arricchita in FOS E. Ceccherini Negli ultimi anni si è verificato un notevole incremento del numero di pazienti in nutrizione enterale domiciliare (NED). La disfagia funzionale è l’indicazione più comune alla NE di lunga durata. La tipologia dei pazienti trattati comprende pazienti con esiti di traumi cranici, stroke, sclerosi laterale amiotrofica, sclerosi multipla, Parkinson, morbo di Alzheimer e patologie rare. Le alterazioni dell’alvo sono fra le complicanze più frequenti della NE di lunga durata (Tabella 1). Tabella 1. Complicanze nella NE di lunga durata Complicanze degli accessi Complicanze metaboliche Alterazioni dell'alvo DIARREA Interessa il 67% dei pazienti ospedalizzati in NE Comporta un aumento dei costi e della morbilità STIPSI È la complicanza più frequente nei pazienti domiciliari in NE di lunga durata Comporta un aumento delle richieste di intervento a domicilio ed un peggioramento della qualità di vita La diarrea è frequente soprattutto nei pazienti ospedalizzati durante la fase di induzione, mentre è abbastanza infrequente nei pazienti domiciliari. L’alterato assorbimento dei nutrienti (per edema intestinale, appiattimento dei microvilli), l’eccessiva osmolarità o l’elevata velocità di infusione possono causare diarrea. Tuttavia, la comparsa di diarrea non deve essere attribuita acriticamente alla sola NE, in quanto possono intervenire altri fattori come l’infezione da Clostridium difficile. Nei pazienti al domicilio, la sintomatologia diarroica può essere espressione di una pseudodiarrea da fecaloma, una diagnosi che spesso sfugge al medico di famiglia che non ha l’abitudine all’esplorazione rettale. La stipsi è la complicanza più frequente nei pazienti in NED di lunga durata. Essa comporta un aumento delle richieste di intervento al domicilio ed un peggioramento della qualità di vita del paziente. L’alterazione della motilità intestinale, l’immobilità del paziente, gli effetti dei farmaci e la modificazione della flora batterica intestinale sono fattori importanti nella genesi della stipsi. La fibra è stata introdotta nelle formule per NE per perseguire due scopi: ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 ® 11 ® of medical therapy Tabella 2. NE di lunga durata: le fibre • Gli anziani spesso soffrono di problemi gastrointestinali (costipazione e diarrea) • Spesso presentano intolleranza ai glucidi • Di solito assumono diete a basso contenuto di fibre La fibra è stata introdotta nelle formule per nutrizione enterale per perseguire due scopi: A) Influenzare favorevolmente la funzione intestinale prevenendo l’insorgenza di alterazioni dell’alvo (diarrea, stitichezza), mantenendo il trofismo della mucosa intestinale e modulando la flora batterica B) Ottimizzare l’assorbimento di glucidi e lipidi nei pazienti diabetici - influenzare favorevolmente la funzione intestinale prevenendo l’insorgenza di alterazioni dell’alvo (diarrea, stitichezza), mantenendo il trofismo della mucosa intestinale e modulando la flora batterica; - ottimizzare l’assorbimento di glucidi e lipidi nei pazienti diabetici (Tabella 2). Le fibre possono essere classificate in solubili e insolubili: le solubili sono fermentabili, fa- voriscono la crescita della biomassa batterica e aumentano gli acidi grassi a catena corta; quelle insolubili non sono fermentabili, aumentano il peso umido delle feci e la capacità di trattenere acqua nel colon (Tabella 3). I fruttoligosaccaridi (FOS) a catena corta sono fibre alimentari solubili, molto diffuse in natura nella frutta e verdura, che possiedono effetti prebiotici (Figura 1). Figura 1. Prebiotici Le sostanze che svolgono un effetto prebiotico sono soprattutto LE FIBRE ALIMENTARI SOLUBILI. Sostanze molto diffuse in natura nella frutta e verdura FRUTTO-OLIGOSACCARIDI A CATENA CORTA (FOS) asparagi, carote, cipolle, carciofi, patate, barbabietole, aglio e banane I FOS a catena corta raggiungono inalterati Tabella 3. NE di lunga durata: le fibre FIBRE SOLUBILI FIBRE INSOLUBILI (gomma arabica, inulina oligofruttosio) (polisaccaride di soia, cellulosa, amido resistente) Fermentabili Non fermentabili l’intestino dove vengono fermentati dalla flora batterica residente. La loro assimilazione da parte dei batteri probiotici aumenta la massa fecale batterica e la produzione di acidi grassi a catena corta. I FOS si oppongono alla proliferazione dei batteri pa- Aumento della biomassa batterica Aumento peso umido delle feci togeni e rappresentano una fonte di energia per l’epitelio del colon; inoltre, influenzano il me- Aumento degli acidi grassi a catena corta Aumento capacità di trattenere acqua nel colon tabolismo dei grassi e dei carboidrati e controllano la glicemia (Tabella 4). ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 12 ® of medical therapy Tabella 4. NE di lunga durata: le fibre Tabella 5. La nutrizione enterale di lunga durata: le fibre e la funzione intestinale FOS Dietary fibre can contribute to normalisation of bowel function in tube-fed elderly subjects (A). ESPEN Guidelines on Enteral Nutrition 2006 • La somministrazione di 5-10 g/die non crea meteorismo e si oppone alla proliferazione di patogeni • Sono fonte di energia per l’epitelio del colon, influenzano il metabolismo dei grassi e dei carboidrati e controllano la glicemia • La loro assimilazione da parte dei batteri probiotici aumenta la massa fecale batterica e la produzione di importanti metaboliti (acidi grassi a catena corta) Le linee guida ESPEN del 2006 consigliano l’uso delle fibre e affermano che “le fibre possono contribuire alla normalizzazione delle funzioni intestinali (diarrea, stipsi) nei soggetti anziani in NE, nutriti attraverso sondino o PEG” (Tabella 5). Si raccomanda di somministrare fibre solubili e insolubili nella dose di 15-30 g/die. L’introduzione delle fibre deve essere graduale per evitare effetti collaterali gastrointestinali. In conclusione, la somministrazione di una formula per NE contenente un’adeguata misce- 15-30 g/die somministrati come: • Diete con fibre solubili, insolubili • Supplementazione di A) fibre solubili B) fibre insolubili • L’introduzione delle fibre deve essere graduale per evitare effetti collaterali gastrointestinali la di fibre insolubili, solubili e prebiotiche è in grado di ridurre l’incidenza di entrambi i fenomeni, diarrea e stipsi (Tabella 6). Tabella 6. Conclusioni La somministrazione di una formula per NE contenente un’adeguata miscela di FIBRE INSOLUBILI, SOLUBILI e PREBIOTICHE (FOS) riduce l’incidenza di entrambi i fenomeni, diarrea e stipsi ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 ® 13 ® of medical therapy L’importanza della nutrizione specifica nella gestione delle complicanze del paziente diabetico P. Tatti Le complicanze croniche del diabete mellito sono generalmente suddivise in microvascolari e macrovascolari (Figura 1). Le prime interessano i piccoli vasi e sono caratteristiche del diabete; le seconde coinvolgono i grossi vasi e non sono distinguibili dalle lesioni aterosclerotiche presenti nei pazienti non diabetici, anche se compaiono più precocemente. L’insorgenza delle complicanze microvascolari è associata all’intensità e alla durata di esposizione all’iperglicemia, mentre le complicanze macrovascolari possono essere presenti già prima dell’esordio clinico della malattia e sono associa- Figura 1. Le complicanze del diabete Microvascolari Macrovascolari Occhi Reni Nervi Cuore Cervello Arti inferiori Acute Ipoglicemia Iperglicemia te ad altri fattori di rischio cardiovascolare (CV) come l’ipertensione e la dislipidemia. Due importanti trial clinici, il DCCT (Diabetes Control and Complications Trial) nel diabete di tipo 1 e l’UKPDS (U.K. Prospective Diabetes Study) nel diabete di tipo 2, hanno dimostrato una relazione tra l’iperglicemia cronica e le complicanze microvascolari. Nel DCCT, il rischio relativo di sviluppare complicanze microvascolari è risultato correlato al livello della emoglobina glicata (HbA1c) (Figura 2). In questo studio, la terapia intensiva ha tuttavia prodotto benefici addizionali, non spiegabili con la sola riduzione dei livelli di HbA1c; infatti, a parità di valori di HbA1c, il rischio di complicanze è stato inferiore nei pazienti in trattamento intensivo rispetto ai soggetti trattati convenzionalmente. Per spiegare tale risultato è stato suggerito che altri fattori, come l’iperglicemia postprandiale e la variabilità glicemica, potrebbero contribuire al danno vascolare. A tal proposito, lo studio DECODE ha dimostrato che la presenza di iperglicemia dopo 2 ore dal carico orale di glucosio è associata ad un aumento significativo della mortalità da tutte le ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 14 ® of medical therapy Figura 2. DCCT: Rapporto tra HbA1c e rischio di complicanze microvascolari Figura 3. High and Low GI Foods The 2-hour blood sugar response of a high GI food vs a low GI food 15 13 11 9 7 5 3 1 Reference Food Test Food Nefropatia 40% Glucose 100% Neuropatia Glucose Rischio relativo Retinopatia Microalbuminuria 6 7 8 9 HbA1c (%) 10 11 12 Time Glucose, GI = 100 Time Lentils, GI = 40 Skyler. Endocrinol Metab Clin 1996;25:243–254 Figura 4. Coefficiente di variazione della glicemia a digiuno 1 Probabilità di sopravvivenza cause ed è un fattore predittivo di mortalità CV migliore della glicemia a digiuno. Il consumo di alimenti a basso indice glicemico, che non causano un rapido aumento della glicemia dopo ingestione, può quindi essere utile per ridurre l’iperglicemia postprandiale e per migliorare il compenso glicemico nel paziente diabetico (Figura 3). Oltre alle fluttuazioni legate ai pasti, diversi studi hanno evidenziato gli effetti dannosi della variabilità glicemica a digiuno. Per esempio, Muggeo e coll. hanno dimostrato che i pazienti con un elevato coefficiente di variazione della glicemia a digiuno presentano una sopravvivenza marcatamente ridotta rispetto ai soggetti con un coefficiente di variazione più basso (Figura 4). In corso di iperglicemia cronica l’esaltata produzione epatica di glucosio (neoglucogenesi) comporta perdita di tessuto magro e di tessuto adiposo. Questo stato catabolico contribuisce a 0.9 0.8 <11.2 0.7 11.2-18.4 0.6 0.5 >18.5 0 1 2 3 4 5 Anni creare una condizione di malnutrizione cronica che può favorire l’insorgenza e ritardare la riparazione delle lesioni interferendo con la sintesi di proteine fondamentali per la guarigione delle ferite (Figura 5). ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 ® 15 ® of medical therapy Figura 5. Le conseguenze della temibile neuropatia sensitiva/arteriopatia Tabella 1. Il puzzle della disglicemia e le complicanze Per riassumere, l’iperglicemia a digiuno, l’iperglicemia postprandiale, la variabilità glicemica e la glicemia media a lungo termine (rappresentata dalla HbA1c) sono tutti fattori che concorrono a determinare le complicanze micro- e macrovascolari del diabete (Tabella 1). Probabilmente, anche le alterazioni minori della glicemia contribuiscono al danno cardiovascolare; inoltre, lo stato catabolico favorisce l’insorgenza e la progressione di alcune complicanze. Per ridurre il rischio di danni microvascolari è quindi fondamentale la correzione del complesso della “disglicemia.” Nel caso dei danni macrovascolari, la terapia è più ambiziosa e deve includere l’ipertensione, la dislipidemia e gli altri difetti metabolici (Tabella 2). Glicemia a digiuno Tabella 2. Messaggi critici Glicemia post prandiale HbA1c* HbA1c x 28.7-46.7 Lo stato catabolico Altro Per ridurre il rischio di danni microvascolari è centrale la correzione del complesso della “disglicemia” Per i danni macrovascolari la terapia è più ambiziosa e deve includere l’ipertensione, la dislipidemia e gli altri difetti metabolici ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 16 ® of medical therapy Strategie nutrizionali nella nutrizione enterale di lunga durata nel paziente diabetico M. Muscaritoli La nutrizione enterale (NE) viene definita longterm quando la sua durata è superiore alle 4 settimane. Di solito, la NE long-term (NE-LT) dura diversi anni e nella maggioranza dei casi viene effettuata attraverso una PEG (gastrostomia endoscopica percutanea). I soggetti in NE domiciliare (NED) sono soprattutto pazienti medici cronici in condizioni cliniche relativamente stabili, che sono affetti da malattie neurologiche degenerative (Alzheimer, Parkinson, aterosclerosi, sclerosi laterale amiotrofica, stati vegetativi permanenti, ecc.) e cerebrovascolari (esiti temporanei o permanenti di accidenti cerebrovascolari), neoplasie, insufficienza d’organo e fistole digestive. Gli scopi della NE-LT possono essere diversi e includono: mantenimento o recupero dello stato nutrizionale; mantenimento e/o recupero dello stato funzionale; prevenzione delle conseguenze della malnutrizione; e mantenimento delle funzioni vitali nei pazienti in stato vegetativo permanente o persistente (Tabella 1). Il diabete mellito e l’intolleranza al glucosio sono frequenti comorbidità nei pazienti in NE-LT. La prevalenza del diabete nei pazienti istituzionaliz- zati sottoposti a NE a lungo termine è piuttosto elevata. In uno studio condotto su 141 pazienti cronici istituzionalizzati, è stato dimostrato che il 47% dei soggetti aveva una storia nota di diabete e il 44% un diabete non diagnosticato. Gli autori hanno inoltre osservato che l’emoglobina glicata (HbA1c) è un marker affidabile per lo screening dei pazienti diabetici la cui sopravvivenza è risultata peraltro inferiore rispetto ai soggetti non diabetici. Tabella 1. Nutrizione enterale long-term FINALITÀ Mantenimento dello stato nutrizionale Recupero dello stato nutrizionale Mantenimento/recupero dello stato funzionale, ove prevedibile Prevenzione delle conseguenze della malnutrizione (immunodepressione, ulcere da pressione, …) Mantenimento delle funzioni vitali nei pazienti in SVP ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 ® 17 ® of medical therapy Ad oggi, non è chiaro se nel paziente diabetico sia preferibile impiegare una diete-formula specifica o una formula standard con controllo glicemico mediante somministrazione insulinica. In realtà, il ricorso alle dieta-formula specifiche nel paziente diabetico è tuttora relativamente modesto per una serie di motivi tra cui: scarsa conoscenza della categoria di prodotti specifici; indisponibilità del prodotto presso i Servizi Farmaceutici Territoriali; costo relativamente elevato; mancanza di linee guida; e scarsa convinzione di efficacia da parte del medico. Inoltre, la valutazione degli outcome è limitata dalla mancanza di un consenso sui markers di efficacia (glicemia, fabbisogno insulinico, HbA1c, lipidemia, micro e macro-angiopatia acuta e/o cronica). Gli interventi terapeutici per controllare la glicemia includono la dieta, i farmaci e l’esercizio fisico (Figura 1). Gli obiettivi della terapia nutrizionale medica per il paziente diabetico in NE-LT sono: promuovere il controllo glicemico (insieme ai far- Figura 1. Therapeutic interventions parameter affecting glycemia Monitoring Exercise/ physical activity Diet Glycemia Monitoring Monitoring Medications maci e all’esercizio fisico); migliorare il profilo lipoproteico e prevenire le complicanze vascolari; mantenere un peso ottimale; e ridurre la quantità di farmaci utilizzati per il controllo glicemico (Figura 2). Figura 2. Goals of medical nutrition therapy LT-EN patients with diabetes Promote glycemic control (in concert with medications and exercise) Macronutrient composition Improve lipoprotein profile and prevent vascular disease complications Maintain optimal body weight Number of calories Reduce medication use Le linee guida ESPEN del 2006 affermano che “le formule a basso tenore di carboidrati e con un elevato contenuto di acidi grassi monoinsaturi (MUFA) sembrano migliorare il rischio cardiovascolare nei pazienti diabetici, ma non hanno dimostrato benefici clinici (probabilmente a causa della breve durata della maggioranza degli studi)”. Tuttavia, quando sono state stilate queste linee guida, non sono stati presi in considerazione i risultati di una rassegna sistematica (Tabella 2) che ha dimostrato, in un’ampia serie di casistiche di pazienti diabetici, che l’uso di formule specifiche ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 18 ® of medical therapy Tabella 3. Standard vs. diabetes-Specific nutritional formulas Tabella 2. Standard per il diabete migliora il controllo glicemico e ha un effetto positivo sulla glicemia postprandiale, sull’area sotto la curva della glicemia e sui picchi glicemici. In confronto alle formule standard, le formule diabete-specifiche contengono una maggiore quantità di MUFA e di fibre ed una minore percentuale di carboidrati (Tabella 3). Per esempio, sia Glucerna® (DSF) che Glucerna® Select (FDC) hanno un basso tenore di carboidrati ed un maggiore contenuto di grassi ricchi in MUFA rispetto alle formule standard, per facilitare il controllo glicemico (Figura 3). Diabetes-Specific Oral or tube-feeding Oral or tube-feeding High in rapidly-digested carbohydrate Modified slowly digested carbohydrate Low in fat Modified fat: favors monounsaturated fats (MUFA) Fiber content varies High in fiber May compromise glycemic control in patients with diabetes Defined nutrient composition to enable better glycemic control May require more attention to maintain blood glucose levels in good control May translate into reduce need for additional insulin to maintain good glycemic control Figura 3. Glucerna® composition vs standard formula Glucerna® Usage Glucerna® Select Type 1 diabetes, type 2 diabetes, impaired glucose tolerance from metabolic stress Jevity (Standard) General Calories 1 kcal/ml 1 kcal/ml 1 kcal/ml Protein 44 g/L (17%) 50.0 g/L (20%) 44 g/L (17%) Fat 54.4 g/L (49%) 54.4 g/L (49%) 35 g/L (29%) Carb 95.6 g/L (34%) 95.7 g/L (31%) 155 g/L (54%) Fiber 14.4 g/L 21.1 g/L 6.7 g/L NutraFlora® FOS & 14.4 g/L soy fiber 14 g/L Complete and balanced; meets EU FSMP regulations for micronutrient levels Complete and balanced; meets EU FSMP regulations for micronutrient levels Complete and balanced; meets EU FSMP regulations for micronutrient levels Vitamins and Minerals ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 ® 19 ® of medical therapy Glucerna® Select presenta un sistema ottimizzato di carboidrati a basso indice glicemico (composto da maltodestrine a lenta digestione, fruttosio e maltitolo), una maggiore quantità di fibre con prebiotici (fruttoligosaccaridi, FOS), un maggiore contenuto di proteine e una elevata percentuale di MUFA e di acidi grassi omega-3 (Figura 4). A differenza delle normali maltodestrine che vengono rapidamente assorbite facendo aumentare la glicemia, l’impiego di maltodestrine modificate a lenta digestione consente di ridurre la risposta glicemica postprandiale (Figura 5); inoltre, una certa quantità di maltodestrine modificate riesce a raggiungere il colon dove viene fermentata dalla flora batterica e trasformata in acidi grassi a catena corta (SCFA) che hanno effetti trofici sulla mucosa colica. Glucerna® Select contiene fruttosio, uno zucchero a basso indice glicemico che viene metabolizzato a livello epatico dove attiva la glucochinasi favorendo l’ingresso di glucosio nel fegato e riducendo in tal modo la glicemia. L’elevata quantità di acidi grassi monoinsaturi e di omega-3 può avere un effetto protettivo nei confronti delle malattie vascolari. In particolare, in uno studio è stato dimostrato che la combinazione MUFA più omega-3 migliora clinicamente la circolazione in pazienti diabetici di tipo 2 con dislipidemia. Glucerna® Select ha una percentuale elevata di proteine di alta qualità che aiutano a mantenere la massa magra, preservare l’integrità cutanea, sostenere le funzioni immunitarie e facilitare la guarigione delle ferite. Uno studio cross-over randomizzato in doppio cieco, condotto su 48 pazienti con diabete di tipo 2, ha valutato l’effetto della somministrazione di Glucerna® Select sulla risposta glicemica postprandiale in confronto a Glucerna® e ad una formula enterale standard (Tabella 4). La risposta glicemica alla somministrazione di Glucerna® Select è stata significativamente Figura 4. GLUCERNA® Select Le caratteristiche principali Figura 5. Importanza dei carboidrati normali vs carboidrati a lenta digestione • CHO a lento rilascio • IG=16 • Ridotta risposta PPG Fruttosio/Maltitolo • Favoriscono il metabolismo epatico del glucosio • Maltitolo: fonte di fruttosio Digestione normale (maltodestrine) Digestione lenta (maltodestrine modificate) GLUCERNA® SELECT MUFA + ω-3 • Sostituiscono i grassi saturi • Migliorano l’assetto lipidico • Migliorano circolazione e salute cardiovascolare Prebiotici/Fibre • Migliorano l’assetto lipidico • Promuovono la salute intestinale Modified from Jenkins et al.,1982 Diabetologia 23:477 ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 20 ® of medical therapy Methods Subjects - 48 patients with type 2 diabetes Randomized, double-blind, cross-over trial Glucerna® (DSF), Glucerna® Select (SDC), or standard nutritional formula (STDN) Adjusted plasma glucose, mg/dL Objective To compare blood glucose response of Glucerna® Select to standard nutritional formula in people with type 2 diabetes STND DSF SDC 150 120 a Glucose (mmol/min) (Thousands) Figura 6. Glucosio plasmatico Tabella 4. Glucerna® Select postprandial blood glucose response a a a 20 16 12 8 4 0 b STND c DSF Test formula SDC a 90 a 60 a b b c c b b a b b 30 c c b b 180 240 c 0 0 30 45 60 90 120 b MTT time (min) Meal tolerance test (MTT) - Fasted subjects consumes 8 fl oz beverage w/in 10 minutes. - Blood samples obtained at time 0, and 30, 60, 90, 120, 180 and 240 min inferiore a quella di Glucerna® e della formula standard, sia in termini di picco glicemico che di area sotto la curva (AUC) del glucosio, a parità di calorie somministrate (Figura 6). Anche la risposta insulinica con Glucerna® Select è risultata significativamente inferiore, sia come picco che come AUC, rispetto a Glucerna® e alla formula standard (Figura 7). Un dato interessante di questo studio è l’osservazione che i livelli plasmatici postprandiali di glucagon-like peptide-1 (GLP-1) sono risultati significativamente più elevati dopo somministrazione di Glucerna® Select rispetto alla formula standard (Figura 8). Il GLP-1 e il glucose-dependent insulinotropic peptide (GIP) sono due incretine sintetizzate e rilasciate Figura 7. Insulina plasmatica 10 STND DSF SDC 60 48 Insulin (U/ml/min) (Thousand) Data on File (Study SRDB09) Ross Products Division, Abbott Laboratories January 2003 dalle cellule enteroendocrine intestinali in risposta ai pasti, che stimolano la secrezione insulinica per azione diretta sulle beta-cellule pancreatiche attraverso meccanismi glucosio-dipendenti. Adjusted plasma insulin, μIU/mL Variables - Adjusted blood glucose response over 4 hours - Adjusted insulin response over 4 hours - GLP-1 (change from baseline, 30 and 60 min) Voss, Garvey, et al. Nutrition 24 (2008);990-997 a a 8 b 6 2 0 STND a DSF SDC Test formula a a 36 b 4 a b b b a b a 24 b a b c c b 12 b b b b 0 0 30 45 60 90 120 180 240 MTT time (min) Voss, Garvey et al. Nutrition 24 (2008);990-997 ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 ® 21 ® of medical therapy Figura 8. Glucagon-like peptide 1 B A 20 10 8 STND DSF SDC 6 a STND DSF SDC Adjusted plasma GLP-1 (pmol/L) Plasma GLP-1 (pmol/L) 16 12 8 a, b a a 4 2 4 0 b b 0 30 60 MTT time (min) 0 30 mim 60 mim Time post-consumption Voss, Garvey et al., Nutrition 24 (2008);990-997 In condizioni fisiologiche, la loro azione contribuisce in maniera rilevante alla secrezione insulinica nella fase postprandiale precoce, che è deficitaria nel diabete di tipo 2; inoltre, inibiscono la secrezione di glucagone. Uno studio recente ha dimostrato che la somministrazione di glutamina aumenta significativamente i livelli circolanti di GLP-1 e GIP e le concentrazioni di insulina in vivo e può rap- presentare un nuovo approccio terapeutico per stimolare la secrezione insulinica nei pazienti diabetici. In conclusione, le formule diabete-specifiche possono migliorare il controllo glicemico e il profilo lipidico nei pazienti diabetici in NT di lunga durata. Sono, tuttavia, necessari ulteriori studi con campioni più numerosi, per confermare l’efficacia clinica di queste formule specifiche. ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 22 ® of medical therapy Esperienza clinica con Glucerna® Select nel paziente di lunga durata P. Pantanetti Le alterazioni del metabolismo glucidico sono un problema comune nei pazienti ospedalizzati. In Italia, i pazienti diabetici noti sono il 4% della popolazione e la prevalenza di diabete mellito nei pazienti ospedalizzati è intorno al 10%. La correlazione tra iperglicemia e mortalità è ben documentata nei pazienti ospedalizzati. In uno studio, che ha registrato una maggiore mortalità nei pazienti con iperglicemia nel postoperatorio, la mortalità è stata quasi cinque volte superiore nei soggetti con iperglicemia neo-diagnosticata rispetto ai soggetti normoglicemici. Questo dato dimostra chiaramente che l’iperglicemia acuta peggiora la prognosi nei pazienti critici. In generale, l’iperglicemia nei pazienti in nutrizione artificiale implica: un maggiore rischio di disidratazione e di malnutrizione; un aumento dello stress ossidativo con conseguente danno tissutale, ossidazione delle LDL e sviluppo di processi aterosclerotici; un incremento dell'aggregazione piastrinica e del rischio trombotico; un maggiore rischio di dislipidemia e soprattutto di ipertrigliceridemia; e un maggiore rischio di complicanze e infezioni (Tabella1). La nutrizione e il controllo glicemico rappresentano un binomio indissolubile nella gestione dei pazienti diabetici. In questi pazienti, l’obiettivo della nutrizione artificiale è quello di ottimizzare il controllo glicemico (Tabella 2). Ciò significa migliorare la risposta immunitaria riducendo il rischio di infezioni (l’incremento di 1 mmol/l di glicemia è sufficiente ad aumentare il rischio relativo di infezioni urinarie e cutanee del 6-10%), favorire la cicatrizzazione delle feri- Tabella 1. Complicanze dell’iperglicemia nei pazienti in nutrizione artificiale 1. Maggior rischio di malnutrizione e disidratazione 2. Aumento dello stress ossidativo che favorisce lesioni tissutali, ossidazioni delle LDL e sviluppo di processi aterosclerotici 3. Aumento dell’aggregazione piastrinica e del rischio trombotico 4. Maggior rischio di dislipidemia e soprattutto ipertrigliceridemia 5. Maggior rischio di complicanze ed infezioni ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 ® 23 ® of medical therapy Tabella 2. Nutrizione artificiale e iperglicemia Ottimizzare il controllo glicemico significa: • Aumentare la risposta immunitaria, riducendo il rischio di infezioni (Ç di 1 mmol/L di glicemia Æ 6-10% del RR di infezioni urinarie e cutanee) • Favorire la cicatrizzazione e guarigione delle ferite • Migliorare lo stato di idratazione • Preservare l’integrità della cute • Ridurre le complicanze micro e macrovascolari Benfield T et al., Diabetologia 2007 te, migliorare lo stato di idratazione, preservare l’integrità cutanea e ridurre l’insorgenza delle complicanze micro e macrovascolari. A tale scopo, è importante definire un target glicemico ottimale nei pazienti ospedalizzati in nutrizione enterale (NE). La definizione di controllo glicemico proposta da Finney et al. comprende 6 livelli (Tabella 3). Nella nostra esperien- Tabella 3. Qual è il “target” glicemico nei pazienti ospedalizzati? Definizione di controllo glicemico Ipoglicemia <80 mg/dl Intensivo 80-110 mg/dl Accettabile 111-144 mg/dl Intermedio 145-180 mg/dl Mediocre 181-200 mg/dl Iperglicemia >200 mg/dl Finney SJ et al.JAMA 290:2041-2047;2003 Serum Glucose Goals Critically ill patients : 80-120 mg/dl Non-critically ill patients: 100-150 mg/dl Il controllo glicemico si attua attraverso un approccio multimodale, che comprende anche la modulazione dei nutrienti della dieta za clinica utilizziamo i seguenti valori di cutoff: 80-120 mg/dl nei pazienti critici e 100-150 mg/ dl nei pazienti non critici. In ogni caso, il controllo glicemico deve essere attuato attraverso un approccio multimodale, che comprende anche la modulazione dei nutrienti della dieta. Attualmente, sono disponibili 2 tipi di formule specifiche per diabetici: - formule ad elevato contenuto glucidico (5560% delle calorie totali, sotto forma di amido e fruttosio) e basso contenuto lipidico (30% delle calorie totali); - formule a basso contenuto glucidico, in cui una parte dei carboidrati è stata sostituita dagli acidi grassi monoinsaturi (MUFA) fino ad arrivare al 35% delle calorie totali. Le formule a basso contenuto glucidico permettono di ottenere un migliore controllo glicemico nei pazienti diabetici, con riduzione della glicemia media e della glicemia a digiuno e/o postprandiale. Una rassegna sistematica ha dimostrato che l’uso di formule specifiche per diabetici migliora il controllo glicemico e ha un effetto positivo sulla glicemia postprandiale (Figura 1) e sui picchi glicemici (Figura 2) rispetto alle formule standard. Glucerna® Select è una formula enterale specifica per diabetici, normocalorica, iperlipidica, iperproteica, a basso indice glicemico e ridotto carico glicemico con una miscela unica di carboidrati (CHO) a lento assorbimento, particolarmente indicata nei pazienti diabetici o con iperglicemia da stress (Tabella 4). Una delle caratteristiche di Glucerna® Select è quella di contenere CHO a lento rilascio e basso ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 24 ® of medical therapy Figura 1. Enteral nutritional support and use of diabetes-specific formulas for patients with diabetes A systematic review and meta-analysis Significatively lower post-prandial rise in blood glucose Study Peters et al. (1989) Sanz-Paris et al. (1998) Sanz-Paris et al. (1998) del Carmen Crespillo et al. (2003) Comparison (Study lenght) Post-prandial rise in glucose concentration (All trials RCT) Diabetes Trial Standard Effect (95% CI) specific size favourable favourable 10 (10:10) -1.87 (-2.94 to -0.8) Diabetes specific (high MUFA, fructose, fibre) vs standard formula (short-term, oral) Diabetes specific (high MUFA, fructose, fibre) 40 (20:20) vs standard formula (fructose, fibre) (insulin, short-term, oral) Diabetes specific (high MUFA, fructose, fibre) 12 (7:5) vs standard formula (fructose, fibre) (sulphonylurea, short-term, oral) Diabetes specific (high MUFA, fructose, fibre) 11 (11:11) vs standard formula (short-term, oral) Meta-analysis diabetes specific vs standard (Short-term only) Test for heterogeneity Q test 14.203, 3df, p=0.003 -0.16 (-0.78 to 0.46) 0.04 (-1.1 to 1.19) -1.63 (-2.6 to -0.65) -0.71 (-1.14 to -0.27)* Craig et al. (1998) Diabetes specific (high MUFA, fructose, fibre) 34 (14:13) vs standard formula (fibre) (long-term, tube) McCargar et al. (1998) Diabetes specific (high MUFA, fructose, fibre) 34 (16:16) vs standard formula (fibre) (long-term, oral) Mesejo et al. (2003) Diabetes specific (high MUFA, fructose, fibre) 61 (26:24) vs standard formula (long-term, tube) Meta-analysis diabetes specific vs standard (Long-term only) Test for heterogeneity Q test 1.065, 2df, p=0.587 Meta-analysis diabetes specific vs standard (All studies) Test for heterogeneity Q test 16.253, 6df, p=0.012 The analysis was based on change from baseline results * Diabetes specific decreased post-prandial rise in glucose concentration by 1.8 mmol/L; 95% CI (0.54, 1.73) (Short-term studies) * Diabetes specific decreased post-prandial rise in glucose concentration by 0.69 mmol/L; 95% CI (-0.0, 1.49) (Long-term studies) * Diabetes specific decreased post-prandial rise in glucose concentration by 1.03 mmol/L; 95% CI (0.58, 1.47) (All studies) Short-term: Single meal or continuous feed with follow-up <24 hours Long-term, Follow-up between 5 days and 3 months -0.38 (-1.15 to 0.38) -0.4 (-1.1 to 0.3) -0.38 (-0.94 to 0.18) -0.38 (-0.76 to 0)* -0.52 (-0.81 to -0.24)* -6 -4 -2 0 2 4 6 Standardised mean difference (95% confidence interval) Diabetes Care, Volume 28, N° 9, Settembre 2005 indice glicemico che riducono la risposta glicemica postprandiale; inoltre, la presenza di fruttosio favorisce il metabolismo epatico del glucosio. I MUFA migliorano l’assetto lipidico e producono effetti benefici sulla circolazione e sulla salute cardiovascolare. Infine, le fibre e i prebiotici promuovono la salute intestinale (Figura 3). Recentemente, abbiamo condotto uno studio clinico su 10 pazienti diabetici in NE di lunga durata (Tabella 5). Tutti i pazienti (6 maschi e 4 femmine, età media 72 anni) erano affetti da disfagia totale secondaria a patologie neurologiche. In tutti i pazienti è stata effettuata una valutazione basale e a di- ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 ® 25 ® of medical therapy Figura 2. Enteral nutritional support and use of diabetes-specific formulas for patients with diabetes A systematic review and meta-analysis Lower peak blood glucose concentration Study Peak blood glucose (All trials RCTs) Effect (95% CI) Diabetes Standard specific favourable favourable Comparison (Study lenght) Trial size Hofman et al. (2004) Diabetes specific (high MUFA, fructose, fibre) vs standard formula (short-term, tube) 12 (12:12) -1.23 (-2.11 to -0.35) Hofman et al. (2004) Diabetes specific (high MUFA, fructose, fibre) vs standard formula (short-term, oral) 10 (10:10) -1.35 (-2.33 to -0.37) Meta-analysis diabetes specific vs standard (All studies) Test for heterogeneity Q test 0.071, 1df, p=0.79 -1.28 (-1.94 to -0.63)* -3 The analysis was based on peak glucose results * Diabetes specific decreased peak blood glucose by 1.59 mmol/L; 95% CI (0.86, 2.32) Short-term: Single meal or continuous feed with follow-up <24 hours -2 -1 0 1 2 3 Standardised mean difference (95% confidence interval) Diabetes Care, Volume 28, N° 9, Settembre 2005 Tabella 4. Glucerna® Select Formula enterale specifica per pazienti diabetici o con iperglicemia da stress - NORMOCALORICA (1 kcal/ml) - IPERPROTEICA: 20% delle calorie totali 50 g proteine in 1000 ml (1000 Kcal) - a basso INDICE GLICEMICO - a ridotto CARICO GLICEMICO - Iperlipidica Æ 49% delle calorie totali - 54,4 g/l di grassi totali Æ 2/3 sotto forma di acidi grassi monoinsaturi (MUFAs) - Fonte lipidica Æ olio di girasole arricchito in acido oleico, olio di canola, lecitina di soia CARBOIDRATI 95,7g/l (compresi 21,1 g di fibra) - 26% maltodestrine 6% Fibersol 2 23% fruttosio 20% maltitolo 17% polisaccaride di soia 8% FOS stanza di 3 e 6 mesi dall’inizio del trattamento con Glucerna® Select. Come indicatori di compenso glico-metabolico sono stati utilizzati i livelli di emoglobina glicata (HbA1c) e gli indici di variabilità glicemica. Sono stati inoltre misurati i seguenti parametri: BMI, pressione arteriosa, Figura 3. GLUCERNA® Select Le caratteristiche principali (frutto-oligosaccaridi a catena corta) • CHO a lento rilascio • IG=16 • Ridotta risposta PPG Miscela unica di carboidrati a lento assorbimento e minimo impatto glicemico IG=16 Fruttosio/Maltitolo • Favoriscono il metabolismo epatico del glucosio • Maltitolo: fonte di fruttosio GLUCERNA® SELECT MUFA 35,8 g/l 66% dei grassi totali 32% delle calorie totali Le linee guida ADA ed EASD raccomandano nel diabete l’assunzione di 60-70% delle calorie in forma di CHO e MUFAs: Glucerna® Select Æ 64% CHO+MUFAs MUFA + ω-3 • Sostituiscono i grassi saturi • Migliorano l’assetto lipidico • Migliorano circolazione e salute cardiovascolare Prebiotici/Fibre • Migliorano l’assetto lipidico • Promuovono la salute intestinale ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 26 ® of medical therapy Tabella 5. Studio clinico: L’esperienza clinica del Glucerna® Select nel paziente di lunga durata* Figura 4. Studio clinico: L’esperienza clinica del Glucerna® Select nel paziente di lunga durata Outcomes In tutti i pazienti è stata effettuata una valutazione basale e a distanza di 3 e 6 mesi dall’inizio del trattamento con Glucerna® Select Indicatori di compenso metabolico: Emoglobina glicata Indici di variabilità glicemica Pz 1 Pz 2 Pz 3 Pz 4 Pz 5 Pz 6 Pz 7 Pz 8 Pz 9 Pz 10 8 Valori di HbA1c BMI Pressione arteriosa Glicemia Assetto lipidico, albumina Emocromo Elettroliti plasmatici Funzionalità epatica e renale 10 6 4 2 0 Tempo 0 3 mesi Tempo 6 mesi Livelli di colesterolo 200 Colesterolo totale • 10 pazienti diabetici affetti da disfagia totale: 6 maschi e 4 femmine • Età media 72± 8 anni • BMI: 21,6± 3,4 Kg/m2 • PEG/SNG 7/3 • Nutrizione Enterale Continua (24 h) tramite SNG/PEG con Glucerna® Select HbA1c 12 150 100 *Pantanetti P. Atti Congresso Regionale SID-AMD Marche Diabete 2009 - 22 Maggio 09 Sirolo (AN) Pz 1 Pz 3 Pz 2 50 0 Tempo 0 3 mesi 6 mesi Trattamento insulinico 35 30 25 20 15 10 5 0 Minimo Media Max Tempo 0 3 mesi 6 mesi Tempo Variabilità glicemica 8 6 ADRR glicemia, assetto lipidico, albumina, emocromo, elettroliti plasmatici, test di funzionalità epatica e renale. In tutti pazienti è stata documentata una riduzione statisticamente significativa sia della HbA1c, che è stata ridotta da 8, 9 a 7, 2, sia del fabbisogno insulinico medio (Figura 4). Per quanto riguarda l’assetto lipidico, non sono state riscontrate variazioni significative. Ma il dato più interessante su cui riflettere riguarda la variabilità glicemica che, a parità di emoglobina glicata, può presentare variazioni più o meno notevoli. Complicazioni microangiopatiche di questa tipologia di pazienti, sono legate alle oscillazioni della glicemia che va tenuta opportunamente sotto controllo. La variabilità glicemica è stata calcolata utilizzando gli indici di Kovatchev [indici di rischio Unità di insulina Tempo 6,7 5,1 4,1 4 2,6 2,2 2 2 1 1,6 1,5 pz 7 pz 8 1,9 0 pz 1 pz 2 pz 3 pz 4 pz 5 pz 6 pz 9 pz 10 Pazienti *Pantanetti P. Atti Congresso Regionale SID-AMD Marche - Diabete 2009 – 22 Maggio 09 Sirolo (AN) ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 ® 27 ® of medical therapy ipoglicemico, iperglicemico e la media giornaliera delle escursioni glicemiche (LBGI, HBGI) e range del rischio medio giornaliero (ADRR)] utilizzando i dati provenienti dall’autocontrollo glicemico. Il dato più interessante riscontrato con Glucerna® Select è da attribuire alla minimizzazione della variabilità glicemica. La terapia insulinica è stata quindi impostata in modo tale da ottenere bassi valori di HbA1c, tenendo conto dei bassi valori di variabilità glicemica ottenuti con l’utilizzo di Glucerna® Select. In sintesi, i risultati dello studio dimostrano che l’uso di Glucerna® Select è associato ad un miglioramento dei valori glicemici medi. Inoltre, è stata riscontrata una riduzione statisticamente significativa della HbA1c dopo 6 mesi (8,9 vs 7,2%; p<0,001), così come una riduzione significativa del fabbisogno medio insulinico (p<0,004). I risultati mostrano una variabilità glicemica contenuta. Infine, è stata osservata una tendenza alla riduzione, anche se non significativa, dei valori di colesterolo totale (Tabella 6). In conclusione, le alterazioni del metabolismo glicemico sono frequenti nei pazienti in NE. La normalizzazione glico-metabolica migliora la prognosi dei pazienti critici diabetici. La risposta insulinica a breve termine risente delle componenti delle miscele nutrizionali. Glucerna® Select possiede tutte le caratteristiche per migliorare il controllo glico-metabolico, migliorare l’efficacia della terapia insulinica e ridurre i costi connessi alla gestione delle malattia diabetica. Studi prospettici randomizzati sono richiesti per confermare questi risultati (Tabella 7). Tabella 6. Risultati Tabella 7. Conclusioni L’utilizzo della miscela Glucerna® Select ha evidenziato un miglioramento della media dei valori glicemici rilevati Le alterazioni del metabolismo glicemico sono frequenti nei pazienti in nutrizione enterale Inoltre si è apprezzata una riduzione statisticamente significativa dell’emoglobina glicata dopo sei mesi Normalizzazione glico-metabolica migliora la prognosi dei pazienti critici diabetici (8,9 vs 7,2 % p<0,001) La risposta insulinica a breve termine risente delle componenti delle miscele nutrizionali Tendenza alla riduzione, anche se non significativa dei valori di colesterolo totale Glucerna® Select possiede tutte le caratteristiche per migliorare il controllo glico-metabolico, migliorare l’efficacia della terapia insulinica e ridurre i costi correlati alla gestione delle malattia diabetica Riduzione del fabbisogno medio insulinico (p<0,004) Minimizzazione della “variabilità glicemica” Studi prospettici randomizzati sono richiesti per confermare questi risultati ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 28 ® of medical therapy Criteri farmacoeconomici nella nutrizione enterale di lunga durata R. Di Turi A.C. Palozzo Lo scopo della farmacoeconomia è valutare le priorità nell’allocazione delle risorse tra programmi farmacoterapeutici alternativi calcolandone il rapporto fra costi e conseguenze. L’obiettivo primario non è spendere meno, ma spendere meglio, razionalizzando l’uso delle risorse e scegliendo secondo priorità documentate da dati obiettivi. Un’analisi dei costi che abbia un valore generalizzabile richiede valutazioni cliniche comparative (placebo o gold standard) e l’uso di indicatori di efficacia tradizionali (sopravvivenza/ mortalità, % di eventi generati o evitati, tempi di degenza) o specifici (anni di vita guadagnati, QoLYs, NNT). Il più delle volte gli studi farmacoeconomici esaminano i costi diretti, cioè quelli relativi alle risorse direttamente impiegate nel trattamento, ma possono includere anche una stima dei costi indiretti, relativi a risorse non correlate al trattamento. In termini pratici, i principi di valutazione farmacoeconomica si traducono in tecniche specifiche di analisi. La tecnica più semplice è l’analisi di minimizzazione dei costi che riguarda trattamenti equivalenti in termini di efficacia; in questo caso, si valutano i costi scegliendo il trattamento meno costoso. L’analisi costo-efficacia valuta due o più alternative terapeutiche i cui risultati non sono equivalenti in termini di efficacia, misurando contemporaneamente i costi e le conseguenze dei trattamenti. L’analisi cost-saving è una forma particolare di analisi costo-efficacia che rileva una maggiore efficacia a fronte di costi minori. Spesso, gli studi valutano il rapporto tra l’incremento dei costi e l’incremento di efficacia, che prende il nome di ICER (Incremental Cost-Effectiveness Ratio) o rapporto costo-efficacia incrementale. L’ICER indica l’aumento dei costi per unità di effetto guadagnato; matematicamente, Figura 1. Esempi di valutazione di costi incrementali Aumento del costo (CA-CB ) ICER*= Aumento dell’efficacia (E A-EB ) costo 5.000 € per paz. - costo 4.000 € per paz 2,5 anni sopravv. per paz. - 2,4 anni sopravv. per paz. = 1.000 € /0,1 anni = = 10.000 € = costo per anno di vita guadagnato CA = Costo medio di A (trattamento in esame) CB = Costo medio di B (trattamento di riferimento) EA = Efficacia di A (trattamento in esame) EB = Efficacia di B (trattamento di riferimento) * ICER=incremental cost effectiveness ratio Matematicamente rappresenta la pendenza di una retta ed indica l’aumento dei costi per unità di effetto guadagnato ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 ® 29 ® of medical therapy è il rapporto tra differenza dei costi e differenza degli effetti. Nell’esempio in Figura 1, il trattamento in esame comporta un aumento dei costi pari a € 1.000 (€ 5.000 - 4.000) a fronte di un incremento di sopravvivenza di 0,1 anni (2,5 - 2,4). Dividendo € 1.000 per 0,1 anni di vita, si ottiene un costo di € 10.000 per anno di vita guadagnato; in altre parole, occorrono € 10.000 di risorse aggiuntive per guadagnare un anno di vita. I risultati delle analisi costo-efficacia possono essere espressi graficamente utilizzando il piano di cost-effectiveness (Figura 2). Sull’asse orizzontale è rappresentata la differenza di efficacia tra i due trattamenti, sull’asse verticale la differenza di costo. Diversi studi clinici, condotti in vari Paesi, hanno confrontato la nutrizione enterale (NE) con la nutrizione parenterale (NP), riportando un sostanziale vantaggio della NE rispetto alla NP in termini di minori costi, con risultati diversi a seconda del Paese in cui è stato condotto lo studio (Tabella 1). Questi studi si riferiscono alla NE Tabella 1. Nutrizione artificiale: vantaggi economici della NE vs NP Patient group Reduction in cost p-value Study Year Country McClave 1997 USA Pancreatitis 76.9% 0.001 Sand 1997 Finland GI surgery (cancer) 76.5% N/R Bower 1986 USA GI surgery 73.6% 0.001 Braga 2001 Italy GI surgery (cancer) 72.5% N/R Adams 1986 USA Laparotomy (trauma) 63.9% N/R Trice 1997 USA Surgery (trauma) 62.9% N/R Hamaoui 1990 USA Abdominal surgery 56.9% 0.001 Bauer 2000 France ICU (not surgery) 48.0% 0.0001 Barzotti 1994 USA Head injury 46.4% N/R Abou-Assi 2002 USA Pancreatitis 23.4& 0.0004 Zhu 2003 China GI surgery (cancer) 11.8% <0.05 N/R= not reported National Collaborating Centre for Acute Care, February 2006. Nutrition support in adults Oral nutrition support, enteral tube feeding and parenteral nutrition. National Collaborating Centre for Acute Care, London. Available from www.rcseng.ac.uk Figura 2. Nuovo trattamento + costoso QUADRANTE 4 Nuovo trattamento + costoso e + efficace Predomina il vecchio trattamento Nuovo trattamento - efficace C Nuovo trattamento - costoso ma - efficace QUADRANTE 3 QUADRANTE 1 Massimo ICER Nuovo trattamento - costoso Nuovo trattamento + efficace Predomina il nuovo trattamento QUADRANTE 2 Il piano di cost-effectiveness > Modificato da: Briggs, Gray 1999 short-term, utilizzata principalmente nell’ambito della immunonutrizione, mentre in letteratura vi sono pochissimi studi sulla NE long-term. Una metanalisi relativamente recente, che ha preso in esame 55 studi per un totale di 9187 partecipanti, ha riscontrato una riduzione della mortalità al limite della significatività statistica (“borderline”) in pazienti ospedalizzati trattati a lungo termine (long-term care, ≥35 giorni) con integratori dietetici. In uno degli studi esaminati in questa metanalisi, quello di Larsson et al., ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 30 ® of medical therapy Tabella 2. Tabella 3. Esempi di valutazioni economiche applicate alla metanalisi Long term NE in Hospital pts Tecnica di valutazione: analisi costo efficacia Endpoint clinico: sopravvivenza Punto di vista: SSN Orizzonte temporale: 26 settimane Tipo di costi: diretti la riduzione della mortalità è stata significativa, come indicato dal fatto che l’intervallo di confidenza non attraversa la linea di equivalenza. Questo studio è stato quindi selezionato come esempio per effettuare un’analisi costo-efficacia sulla integrazione nutrizionale in ambito ospedaliero (Tabella 2). Lo studio di Larsson et al. ha valutato l’effetto di integratori dietetici in pazienti anziani ospedalizzati (n=501), randomizzati in due gruppi: uno sperimentale trattato con un supplemento di 400 kcal al giorno e l’altro di controllo che ha ricevuto solo la normale dieta. Lo stato nutrizionale dei pazienti è stato misurato al ricovero e dopo 8 e 26 settimane. Il 28% dei pazienti aveva segni di malnutrizione proteico-energetica al ricovero. Nel sottogruppo di 300 pazienti ben nutriti al basale, la mortalità è risultata significativamente inferiore nei pazienti trattati con il supplemento (8,6%) rispetto ai controlli (18,6%). I dati di efficacia di questo studio sono stati utilizzati per condurre un’analisi costo-efficacia con la sopravvivenza come endpoint clinico, con il punto di vista del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e con un orizzonte temporale di 26 settimane (Figura 3). Nell’analisi, sono stati inclusi solo i costi diretti. Tabella 3. Costo/die dietetici Prodotti prezzi di acquisizione per il SSN sono da intendersi al netto degli sconti obbligatori per legge, e al lordo di quelli temporanei Dieta Dieta standard alto costo Prezzo max cessione SSN 1000 Kcal Dose integrativa giornaliera Costo max tratt. /die (400 Kcal) 1,02 € 13,6 € 400 Kcal 400 Kcal 0,48 € 5,44 € Ricoveri Costo/die Costo/26 settimane Medicina generale 321 € 58.378 € Broncopneumologia 329 € 59.958 € Costo medio 325 € 59.168 € Reparto ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 ® 31 ® of medical therapy Tabella 4. Calcolo dei costi (26 sett) Costo Prodotti: prezzo SSN x consumo medio giornaliero Dieta standard € 0,48 x 182 gg = € 87 Dieta costo elevato € 5,44 x 182 gg = € 990 Dieta ST Dieta HC Costo medio degenza € 59.168 € 59.168 Costo medio nutrizione € 87 € 990 € 59.256 € 60.158 Costo totale ricovero Per il calcolo dei costi diretti, sono stati considerati i costi giornalieri per l’acquisto dei prodotti dietetici e il costo medio di degenza (Tabella 3). Il costo complessivo dei prodotti dietetici per l’intero periodo di studio di 26 settimane è risultato pari a € 87 per la dieta standard (ST) e € 990 per la dieta a costo più elevato (HC) (Tabella 4). Aggiungendo il costo medio di degenza, il costo totale di ricovero ammonta a € 59.256 per la dieta ST e € 60.158 per la dieta HC; quindi, una differenza non significativa. Per il calcolo del guadagno di sopravvivenza, è stata considerata una sopravvivenza media di 6 mesi, dato che l’età media pesata di questa popolazione era di 80 anni. Quindi, tenuto conto dei dati sulla sopravvivenza a 6 mesi nel sottogruppo di pazienti ben nutriti, è stata calcolata una sopravvivenza di 0,934 anni/paziente nel gruppo dei pazienti trattati e di 0,859 anni/paziente nel gruppo non trattato, con un guadagno di sopravvivenza pari a 0,075 anni per paziente. I costi generali di degenza sono stati trascurati perché ritenuti uguali e sono stati considerati solo i costi per gli integratori. Assumendo un costo incrementale variabile da € 87 a € 990 per paziente, a seconda del tipo di integratore, il costo di un anno di vita guadagnato risulta compreso tra € 1.133 e € 13.200 (Tabella 5). In altre parole, il costo massimo per un anno di vita guadagnato è pari a € 13.200. A questo punto, dobbiamo chiederci se un costo di € 13.200 per anno di vita guadagnato può essere accettabile per il nostro SSN. In media, un costo di US$ 50.000 per anno di vita incrementale è giudicato accettabile negli USA. In Italia, un costo per anno di vita incrementale compreso fra € 12.000 e 60.000 è considerato accettabile secondo la metodologia proposta da Messori et al. (Tabella 6). Nel Regno Unito, il National Institute for Clinical Excellence (NICE) considera accettabile un costo inferiore a £ 20.000 e inaccettabile un costo superiore a £ 30.000; un costo compreso tra £ 20.000 e 30.000 può essere accettabile in alcune condizioni. Sulla base di queste considerazioni, l’intervento di integrazione nutrizio- Tabella 5. Analisi costo-efficacia (trattamento per 26 sett, pazienti ben nutriti) Risultati dal punto di vista del SSN COSTO x PAZ./ 26 sett (€) GRUPPO A (integr. dieta) GRUPPO B (controllo) LOS % media SOPRAVV. (gg) a 6 mesi tra 59.256 e 60.158 NS 59.168 NS Costo incrementale LYs (anni di vita guadagnati) 0,913 tra € 1.133 e € 13.200 0,859 ANNO II - VOLUME 1 NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 32 ® of medical therapy nale proposto nell’esempio può essere giudicato accettabile. In conclusione, gli studi di farmacoeconomia rappresentano uno strumento fondamentale per decidere in maniera razionale l’allocazione delle risorse, soprattutto nell’attuale situazione di scarsità di risorse, e dovrebbero essere parte integrante degli studi di efficacia clinica (Tabella 7). Tabella 6. Accettabilità del costo per anno di vita incrementale Costo per anno di vita incrementale: US$ 50.000 Mark et al. N Engl J Med 1995; 332: 1418-1424 Costo per anno di vita incrementale: € 12.000 - 60.000 Messori et al. Pharmacoeconomics - IRAs 2003; 5: 53-67 Appraisal committee, National Institute for Clinical Excellence (NICE), UK: valori-soglia utilizzati (2002) Importo ΔC/ΔLYS* (UK£) < 20.000 20.000 - 30.000 > 30.000 * Life-years saved Accettazione programma sanitario Sì Sì, ma con limitazioni No Tabella 7. Considerazioni • I titoli dei lavori pubblicati non sempre rispecchiano il tipo di valutazione effettivamente realizzato e un intervento che faccia risparmiare costi non è necessariamente economicamente efficace • Uno studio di farmacoeconomia deve possibilmente essere realizzato come parte integrante di uno studio di efficacia clinica • Per la variabilità delle situazioni rilevate è indispensaile produrre sempre un’analisi di sensibilità • La maggior parte delle pubblicazioni farmacoeconomiche fa riferimento a situazioni spesso diverse da quelle italiane, per cui il trasferimento dei risultati dei lavori attuati all’estero non può essere automatico • Il rapporto fra i costi e i vantaggi di un intervento terapeutico è caratteristico del contesto sociale ed organizzativo nel quale viene utilizzato. È quindi essenziale che ogni realtà organizzativa generi i propri dati e le proprie valutazioni farmacoeconomiche • L’eterogeneità degli approcci metodologici utilizzati rende chiara l’esigenza di linee guida emanate dalle autorità pubbliche, in cui siano stabiliti chiaramente dei criteri metodologici generali da rispettare NOVITÀ ® rchives Miscela esclusiva di 3 componenti chiave per la guarigione delle ferite ?D9#>clkXd`eX#8i^`e`eX ® ?D9(B-Idrossi-B-Metilbutirrato) 2-3-4-5 ● ● ● ● of medical therapy Metabolita della leucina Aumenta la ritenzione di Azoto promuovendo l’anabolismo proteico Riduce il breakdown delle proteine muscolari Effetto anti-infiammatorio >clkXd`eX ● ● ● Stimola la riparazione tessutale stimolando la sintesi del collagene Supporta la sintesi proteica Supporta l’integrità intestinale e la funzione immunitaria 8i^`e`eX ● ● ● 1-9-10-11 Supporta la sintesi proteica Stimola la sintesi e la deposizione del collagene Supporta la funzione immunitaria INDICAZIONI Posologia consigliata: 2 bustine al giorno LESIONI DA PRESSIONE ULCERE DEL PIEDE DIABETICO ULCERE VENOSE DELLE GAMBE USTIONI FERITE CHIRURGICHE PERDITA DI MASSA MAGRA Profilo Nutrizionale di Abound Unità di prodotto: 1 bustina Valore energetico Kcal L. Arginina L. Glutamina Carboidrati Zuccheri (Saccarosio) HMB Lipidi Fibra Calcio mg Sodio ARANCIO per busta da 24 gr NEUTRO per busta da 19 gr 91 75 7,4 7,4 7,9 1,2 1,3 0,02 0 215 tracce 7,4 7,4 3,8 0 1,3 0,02 0 215 tracce NAOMPC2180 - Gen. 2010 6-7-8 Anno II Volume 1 Numero 3 Novembre 2009 Direttore Responsabile: Franco Falcone Direttore Scientifico: Carlo Giurbino Autorizzazione del Tribunale di Salerno n. 1027 del 04/09/07 Copyright © 2010 Momento Medico S.r.l. 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European Pressure Ulcer Advisory Panel. 2004 2. Alon T et al. 2002. 3. Kuhis Da et al. 2007. 4. Hsieh L et al. 2006. 5. May PE et al. 2002. Archives® of Medical Therapy 9 11 2009 17 12 11