www.chiaiamagazine.it Anno III - n.5 maggio 2008 Distribuzione gratuita maaga gazziinnee m CHIAIA S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo Piazza Santa Maria degli Angeli Edizioni Iuppiter Group Elisabetta Gambardella, ex assessore DOPPIO TAGLIO Una piazza perde i suoi alberi senza che nessuno ne sappia niente. L’assessore all’Arredo e Decoro urbano «tagliato» malgrado stesse lavorando sodo per Chiaia. Le sorprese del Comune non finiscono mai a giugno arriva CHIAIAtour Inserto Speciale su A R T E • M O D A • R E L A X • PA S S I O N I • E V E N T I • T U R I S M O • P E R S O N A G G I Prenota il tuo spazio pubblicitario • Tel. 081 19361500 SOS CHIAIA MAGGIO 2008 - CHIAIA MAGAZINE Come migliorare la Municipalità 1? Scrivi a: AI NOSTRI LETTORI Invitiamo i nostri lettori a indicarci cosa non va nel quartiere e a proporci soluzioni per rendere più vivibile la città. Contiamo su di voi. Le lettere, firmate con nome e cognome, vanno inviate a Chiaia Magazine Via dei Mille, 59 - 80121 Napoli oppure alla e-mail [email protected] NUMERI UTILI EMERGENZE-SICUREZZA CARABINIERI 112 Stazione CC (via Orazio 73) Tel. 081.681122 Stazione CC (Ferrantina a Chiaia 1) Tel. 081.417486 POLIZIA 113 Comm. Posillipo (via Manzoni 249) Tel. 081.5983211 Comm. S. Ferdinando (Riv. di Chiaia 185) Tel. 081.5980311 POLIZIOTTI DI QUARTIERE Tel. 335.5292755 (Pattuglia Chiaia) Tel. 349.2142396 (Pattuglia S. Ferdinando) Tel. 347.0752926 (Pattuglia Santa Lucia) POLIZIA STRADALE Tel. 081.5954111 SOCCORSO STRADALE Tel. 081.803116 VIGILI URBANI Tel. 081.7513177 Unità oper. Riviera di Chiaia 105 Tel. 081.7619001 VIGILI DEL FUOCO 115 GUARDIA DI FINANZA 117 PRONTO SOCCORSO 118 AMMINISTRAZIONE MUNICIPALITÀ 1 Sede Consiglio Tel. 081.7644876 Anagrafe decentrata Tel. 081.7950501 SANITÀ PRONTO SOCCORSO LORETO-CRISPI Tel. 081.2547256 GUARDIA MEDICA LORETO-CRISPI Tel. 081.7613466 OSPEDALE PAUSILIPON Tel. 081.2205111 OSPEDALE FATEBENEFRATELLI Tel. 081.5981111 - 081.5757220 DISTR. SAN. 44 Assistenza Anziani Tel. 081.2547715 Assistenza Diabetologica Tel. 081.2542928 Assistenza Veterinaria Tel. 081.2547074 [email protected] IL PUNTO. SVOLTA SULLA SICUREZZA E SCONCERTANTE RIMPASTO di NINO DE NICOLA Sicurezza in città: forse è tempo di svolta. Se il centrosinistra ha fallito, il nuovo corso, promesso dall'Esecutivo Berlusconi, alimenta speranze a lungo mortificate. Napoli inizia a coltivare aspettative fondamentali per il proprio futuro: l'obiettivo è la liberazione dalla delinquenza, ripensando anche alle vittime innocenti restate sul terreno per colpa della malavita. L'augurio, perciò, è che ci sia un'azione forte, indispensabile in una democrazia sana, per restituire al territorio legalità e vita. Il fenomeno delinquenziale, infatti, è devastante e colpisce a morte anche il tessuto pro- Ripristino corsia autobus nella nuova via Carducci Il Mattino del 6 maggio riporta la notizia che stanno per concludersi a giorni i lavori di Via Carducci e che la strada sarà riaperta completamente al traffico, liberata dalle transenne che hanno ostacolato per parecchio tempo il regolare transito delle auto. Questa comunicazione non può che interessare soprattutto i residenti e i commercianti di via San Pasquale a Chiaia che, dall’inizio dei lavori di via Carducci, stanno sopportando disagi indescrivibili a causa del passaggio, deviato per questa strada degli autobus. Il transito per una via così angusta, oltre a causare continue vibrazioni dei palazzi, ha comportato vari avvallamenti del manto stradale, con elevato smog che rende irrespirabile l’aria di tutto la zona. Poiché sono quasi finiti i lavori di riqualificazione di via Carducci, ed in previsione di quelli auspicati per via San Pasquale (unica arteria di rilievo della zona a non essere prevista dal piano di arredo urbano del quartiere Chiaia), i residenti di via San Pasquale sono in vigilante attesa che venga immediatamente ripristinata la corsia preferenziale per il transito dei bus in via Carducci. Giorgio Merola Mergellina-via Posillipo: emergenza parcheggi La mia protesta è quella di tutti gli abitanti della zona compresa tra Mergellina e via Posillipo. duttivo della nostra città. Perciò la sicurezza diventa fattore chiave della rimonta economica e civile. Senza di essa, infatti, non c’è impresa disposta a rischiare, non c’è turismo né occupazione né pace sociale né le libertà elementari. Un popolo che cammina a occhi bassi, schiavo di una minoranza feroce e parassitaria, è un'immagine avvilente che deve sparire per sempre dai nostri orizzonti. E con la sicurezza, auspichiamo trasparenza del governo cittadino. Ma i segnali sono sconfortanti: il recente rimpasto di deleghe e titolari, attuato in Giunta dal sindaco Iervolino, obbedisce a logiche indecifrabili. Sconcertante l'esempio dell'estromissione dell'assessore Gambardella, amministratrice capace e diligente della cosa pubblica, sempre disponibile al confronto per la risoluzione dei problemi. S.Maria degli Angeli e la piazza «negata» La vignetta di Malatesta Vorrei sapere il vostro parere sulla distruzione effettuata in piazza Santa Maria degli Angeli per l’inizio dei lavori della fermata di Chiaia della Linea 6 della metropolitana. La piazzetta, solo da qualche anno liberata dalle automobili in sosta e dai parcheggiatori abusivi, era diventata un piacevole luogo di incontro delle mamme con i bambini in carrozzina, luogo di giochi dei piccoli della zona e luogo di sosta per gli anziani, c’erano delle nuove panchine in legno, alberi secolari e altissimi che ombreggiavano la piazza. Non credevo ai miei occhi quando ho visto gli alberi tagliati in piccoli tronchi, le panchine divelte, foglie e rami sparsi ovunque e non c’era nessun operaio a lavorare. Era proprio necessario privare gli abitanti di un piccolo spazio verde così raro nella nostra città? Rossana Muca Paghiamo ogni anno la quota alla Napolipark per il rinnovo del permesso di sosta, ma non troviamo mai dove sostare: le aree ormai sono di proprietà dei vari parcheggiatori abusivi che stringono, forse, rapporti con gli uomini addetti al controllo. La situazione peggiora nel periodo estivo, soprattutto in quel tratto che va dal Circolo Posillipo a Palazzo Donn’Anna. Auto parcheggiate in doppia fila e nei divieti di sosta, motorini sui marciapiedi, arroganza di chi parcheggia in modo incivile. A nulla valgono le nostre proteste. La polizia municipale passa di tanto in tanto, emette multe, porta via le auto, si vedono le ganasce e poi, purtroppo, ritorna tutto come prima. Quelli della Napolipark dichiarano che non dipende da loro... Inutile poi parlare dei tanti permessi per invalidi che, di sera, compaiono nella zona. Lettera firmata Tabelloni pubblicitari: finalmente una svolta Leggo con piacere sui quotidiani (e ringrazio Chiaia Magazine che sulla questione è stato tra i primi giornali ad occuparsene) che verranno divelti, al più presto, quei tabelloni pubblicitari che deturpano il paesaggio e ostacolano anche il passaggio dei pedoni. Iniziamo con quelli scandalosi di piazza Vittoria che ingabbiano, senza pietà, i giardini della zona. Pasquale Profili m a ga z i n e CHIAIA SA P E R V I V E R E L A C I T TÀ Anno III n. 5 - maggio 2008 Direttore Editoriale Nino De Nicola Direttore Responsabile Alvaro Mirabelli Art Director Massimiliano De Francesco Responsabile Saper Vivere Laura Cocozza Redazione Iuppiter Group Via dei Mille, 59 - 80121 Napoli Tel.: 081 19361500 - Fax: 081 2140666 [email protected] Società Editrice Iuppiter Group Via dei Mille, 59 - 80121 Napoli Concessionaria pubblicitaria Dedacom Via Vecchia delle Vigne, 5/d - 80078 Pozzuoli Tel.: 081 19303427 - Fax: 081 3031473 Quelli di Chiaia Magazine Beppe Airoldi, Leo Aruta, Antonio Biancospino, Aurora Cacopardo, Antonella Carlo, Paolo D’Angelo, Giada De Francesco, Antonella Esposito, Rossella Galletti, Rita Giuseppone, Francesco Iodice, Massimo Lo Iacono, Malatesta, Annalicia Mozzillo, Renato Rocco, Francesco Ruggieri, Nadia Russo, Nicola Sellitti, Fabio Tempesta, Massimiliano Tomasetta, Tommy Totaro Stampa Arti grafiche Litho 2 Via Principe di Piemonte, 118 Casoria Reg. Tribunale di Napoli n. 93 del 27 dicembre 2005 2 IL MORSO DELLA TARANTA di PAOLO D’ANGELO CHI SBAGLIA NON PAGA ari amici, non volevo tornare sul tema Bassolino, anche C perché ne siamo tutti un po’ pieni…, ma tante sono le email che ci avete inviato per l’iniziativa «Compriamo una casa a Bassolino», lanciata nel numero di aprile. Il signor G. Criscuolo ha scritto: «Compriamo a Bassolino una casa a Pianura, possibilmente dove doveva sorgere il campo da golf». Il lettore M.Esposito: «Troviamo una casa al governatore nella sua Afragola, così può recuperare il suo rapporto con il territorio». La signora Assunta, invece, dice «Bisogna comprare una casa a Bassolino a Venezia, magari vicino a quella di Cacciari: può essere che il contatto con il sindaco veneziano lo aiuti a capire gli errori e gli orrori commessi». Carmine è più duro: «Villa in una discarica, con giardino di ecoballe: questa è la casa che immagino per Antonio Bassolino», mentre G. Fontanella si domanda: «Ma il governatore non c’è l’ha già una casa a Posillipo? E’ sua o in affitto?» Giorgio B.: «Come è possibile che in tutto questo tempo il governatore della Campania non sia riuscito a comprarsi neanche un monolocale? Non ci credo». F. Grande: «Non dobbiamo comprare una casa a Bassolino, dobbiamo solo augurarci che si compri degli occhiali per vedere come ha ridotto, insieme ovviamente ad altri, Napoli e la Campania». Ricordo un popolo di una città che cercava di diritto una sua chiara, forte e nuova collocazione tra le principali città europee. Oggi vedo il fallimento, il bluff, una regione e una città in ginocchio, ferite nell’orgoglio, fregate, tradite e poi schiacciate da una politica arida e senza più radici, morta, soprattutto al sud. Una politica agonizzante e priva di idee al passo con i tempi. Durante la seconda campagna elettorale per la Regione Campania di Bassolino mi ricordo una frase che Michele Santoro disse al futuro governatore durante una conferenza stampa al Circolo degli artisti a piazza Trieste e Trento: «Il fatto che io sono un uomo di sinistra non significa che tu non mi debba delle spiegazioni». Ecco questa frase mi è rimasta dentro ed è la risposta che voglio dare a quelli che criticano il nostro giornale, autonomo e fuori dalle logiche di potere, di essere la penna che critica la sinistra per mano della destra. Quando un uomo ha avuto un incarico e sbaglia, ha sbagliato e basta: che sia di destra o di sinistra non ha importanza. Il problema, però, è che ovviamente da sempre i politici che sbagliano non pagano mai. Caro Bassolino, forse molti di noi ti hanno creduto perché anche tu ci credevi nel cambiamento, ma come diciamo dalle nostre parti «ti si perso pa’ via» e la politica snaturata dei nostri giorni te l’ha permesso. Ora però, a parte la riunione dei ministri a Napoli, dobbiamo capire chi ci darà delle soluzioni vere per risolvere l’emergenza immondizia. Altrimenti, parafrasando Massimo Troisi «non ci resta che … la lega». PRIMO PIANO MAGGIO 2008 - CHIAIA MAGAZINE 3 Montedidio, il ciclone della «Linea 6» IL CASO. Debutto shock del cantiere del metrò. In piazza S. Maria degli Angeli alberi abbattuti senza preavviso. Dopo il giallo, la schiarita. Lavori fino al 2012 IL CORSIVO di MASSIMILIANO DE FRANCESCO SODOMA i viene una voglia fottuta di andare via da TsensoNapoli. Ti svegli, ogni mattina, con un di sconfitta che giri nel caffè con quel Alvaro Mirabelli inque maggio: ore 11. Piazza Santa Maria degli Angeli, nel cuore di Chiaia antica. Scene da un'apocalisse. Ruspe, seghe elettriche, camion, martelli pneumatici, operai: c'era una volta una piazza tranquilla, adesso arriva un cantiere. Il sito, poche ore prima, è stato ufficialmente consegnato dal Comune all'Ansaldo per l'avvio dei lavori della Stazione Chiaia del metrò (Linea 6). E così, in 2 ore, la storica piazza è sottosopra: rivoltata, martellata, decapitata. L'impatto è ciclonico e fa vittime illustri: passano a miglior vita, dopo un secolo di onorata carriera decorativa, 8 pini da venti metri l'uno. 8 giganti affettati fino alla radice. Lo shock. La gente, naso all'insù, cerca rami e chiome che non esistono più: poi lo sguardo si spegne sugli 8 monconi. Un pugno nello stomaco. E un interrogativo rabbioso: che c'entra il sacrificio dei pini, tra l'altro distanti dal centro della piazza che è il punto chiave del cantiere, con la costruenda fermata? Chi chiama i carabinieri, chi chiama i vigili, chi resta impietrito come mamme e bimbi della scuola elementare «D'Annunzio»: l'insurrezio- C ne monta in un amen. Neanche due ore e il cantiere si ritrova già il suo primo bastone tra le ruote: un record. I lavori si bloccano in attesa di chiarimenti. Alla Direzione dei lavori tocca sfoderare i permessi: roba autorevole, che smorza i bollori. Tutto in regola, compreso l'olocausto dei pini: lo prevede la delibera CIPE che in questo caso è vangelo. L'Ansaldo ha ragione, la gente ha torto. Punto e basta. I lavori riprendono. Dura da digerire. Soprattutto perché in questo caso ha pesato il difetto di informazione: scivolone dei vertici Ansaldo, di solito accorti sulla comunicazione. Ammonisce Fabio Chiosi, presidente di Chiaia, finestre della Municipalità sulla piazza: «Lavori inevitabili. D'accordo. Ma d'ora in avanti l'operazione dovrà marciare in modo partecipativo. Vigileremo». Le spiegazioni targate Ansaldo sul debutto shock inflitto al quartiere sono, infatti, arrivate fuori tempo massimo: «Inevitabile il taglio dei pini: l'apparato radicale si era esteso a tutta la piazza. Impossibile scavare senza eliminarli». Il giallo. Storia chiusa? Neanche per sogno. I giorni successivi si è scatenato l'inferno. Al fronte della protesta antiAn- saldo si sono aggregati comitati di quartiere e associazioni ambientaliste. Ma il colpo di scena è stato lo stop ai lavori, imposto l'8 maggio da Stefano Gizzi, neosovrintendente ai Beni Ambientali e Architettonici, che in ballo non ha tirato l'inviolabilità dei pini, ma l'intero progetto della nuova stazione al quale la Sovrintendenza non avrebbe ancora concesso il nulla osta. Morale: cantiere bloccato di nuovo. Per il Comune un provvedimento ingiustificato: «L'unica a fare testo - hanno replicato a Palazzo san Giacomo - è la delibera CIPE del 30 agosto 2006 che spazza via dubbi e fraintendimenti, avendo approvato il progetto della Stazione Chiaia in ogni dettaglio, compreso l'abbattimento dei pini. Non solo: la Sovrintendenza è stata regolarmente avvisata il 17 di aprile». Insomma, tante ombre e una sola certezza: il braccio di ferro tra Comune e Sovrintendente. L'Ansaldo, invece, ha adottato la linea morbida, invitando Gizzi a cercare un'intesa. Una tattica che ha funzionato se finalmente un accordo è stato raggiunto. L’Ansaldo ha consegnato a Gizzi i dettagli mancanti e il cantiere ha riaperto i battenti. Cose napoletane, insomma. Un risultato concreto, intanto, lo ha spuntato anche Fabio Chiosi: «Abbiamo concordato con l'Ansaldo due corridoi protetti per l'accesso dei bimbi alla scuola “D'Annunzio” e l'installazione di speciali teli filtrati per impedire alla polvere del cantiere di entrare nelle aule» La futura stazione. Se presente e futuro prossimo, allora, si presentano a base di ruspe, transenne e disagi, conviene consolarsi con la prospettiva di una piazza che nel 2012 sarà riconsegnata al pubblico in forma smagliante. Già, perché, almeno a dar retta al grafico del progetto, il look si preannuncia superbo. In superficie tanto verde, l'obelisco spostato nello slargo verso vico Santo Spirito e, al centro della piazza, una cupola di cristallo dalla concezione ardita: si tratterà della seconda uscita della Stazione Chiaia del Metrò, destinata a servire i cittadini di Pizzofalcone, Montedidio e Nicotera. La cupola, inoltre, sarà il tetto trasparente e luminoso di un ipogeo a 10 piani che raggiungerà via Chiaia (all'altezza del Ponte), dove è prevista la prima uscita della Stazione Chiaia, e che poi, ovviamente, scenderà alla quota più profonda dove è prevista la fermata della linea su ferro. po' di zucchero che credi di avere. Vai al cinema e t’imbatti nei santi di Gomorra tra benedizioni di sangue, miracoli di cocaina e liquefazioni di rifiuti. Vai per strada e l’isteria batte il tempo tra fuochi, monnezza, cantieri e canteri. Dove vai vai annusi rabbia che, mai come ora, è contro le istituzioni locali. Vai a piazza Santa Maria degli Angeli a Montedidio, fino al giorno prima trionfante d'alberi, e non ritrovi più l'ombra di un pino, ma tanta legna, perché deve aprire il cantiere per la Stazione Chiaia del metrò. Nessuno si era preso la briga di avvisare la città. Che ci frega della città? Vai al Comune e, qualcuno, parla di «difetto di comunicazione» che somiglia tanto ad espressioni tipo «effetti collaterali»: butti la bomba, poi si vedrà. Bastava una conferenza stampa - spesso organizzate per amenità e imbecillità culturali - o un’assemblea aperta alla cittadinanza per illustrare il perché di quel sacrificio di verde. Niente. Un taglio netto al buonsenso. Sindaco e assessori, forse, erano troppo presi dalle trattative per il rimpasto, jolly della disperazione politica che la Iervolino, imitando il socio Bassolino, ha pensato di giocarsi per ritardare un capitombolo certo. Vai a scorrere, poi, i nomi della nuova giunta e l’iniezione illuministica di tecnici non nasconde una defenestrazione tutta politica, un taglio improvviso come i pini di Montedidio. Fuori Elisabetta Gambardella, assessore al Decoro e Arredo urbano che, pur non essendo immune da critiche (vedi il ritardo nella soluzione della tabellonistica selvaggia), su Chiaia aveva dato vita a un costruttivo dialogo con il territorio. Un esempio: prima dell'avvio dei cantieri per il restyling delle vie del centro, spiegò insieme al suo staff, in un'assemblea pubblica al Pan, come sarebbe cambiato il quartiere e a quali disagi si sarebbe andati incontro. Un’assemblea accesa e riuscita. Perché, allora, la Gambardella a casa? Per incapacità? Per vicinanze politiche non gradite a qualcuno? Buona la seconda: nel Pd è con l'ala di Massimo Paolucci, ex assessore alla Mobilità, da tempo in rotta con Bassolino. Questa è la politica che fotte Napoli. Al cinema danno Gomorra. In città danno Sodoma. PRIMO PIANO MAGGIO 2008 - CHIAIA MAGAZINE L’INTERVISTA Alfonso Papa: «Che nessuno tocchi Abele» Trent’anni e passa di perdonismo spinto, di malinteso garantismo pro reo, di norme penitenziarie e di procedura penale capaci di sfasciare la certezza del diritto e della pena. Nessuno stupore, allora, che l’Italia si ritrovi azzannata alla gola dal crimine organizzato e da quello di strada, devastata dai professionisti della recidiva e dell’impunità, annichilita da un’immigrazione indiscriminata. Il Paese non voleva la luna, ma solo legalità. Non è successo. Ora si tratta di risorgere dalle macerie. Lo ha capito il Pdl che la propria credibilità, in materia di sicurezza, l’ha affidata ad un pool di superesperti, incaricandoli di redigere un programma-pilota sui temi della Giustizia. Tra gli artefici del documento l'ex piemme Alfonso Papa (nella foto), una lunga militanza direttiva all’interno del Ministero di Grazia e Giustizia, attualmente deputato. Che mette in fila i cardini del progetto: «Occorre puntare su inasprimento e razionalizzazione delle pene. E intervenire sull’esecuzione della condanna per renderla certa. Sono previsti una riduzione dei casi di sospensione condizionale della pena ed un inasprimento dei casi di recidiva. Un passaggio chiave, poi, è la legge obiettivo per la creazione di circa 300 nuovi istituti penitenziari. Poi il processo civile: qui è necessario puntare su istituti alternativi al contenzioso, come la mediazione. Indispensabili, inoltre, interventi ordinamentali per rivitalizzare le strutture e l'azione della Giustizia. In materia di intercettazioni, intervenire con leggi contro l'abuso mediatico di uno strumento peraltro prezioso. Su mafia e camorra, poi, non servono parole ma fatti: i sociologismi della sinistra sono serviti a poco. Capitolo immigrati: benvenuto chi rispetta le regole e lavora, 4 MISSIONE SICUREZZA L’EMERGENZA. Dopo il flop del pacchetto Amato, sale l’aspettativa per il nuovo piano anticrimine. Intanto a Chiaia cresce l’allarme rapine. Il fenomeno delle bande giovanili nessuno sconto a chi delinque. Allo straniero che commette delitti, purtroppo, la normativa lacunosa consente larghe frange di impunità: ed è qui che invertiremo la tendenza. Campi Rom: in questo caso consentire forme di insediamento senza i presupposti minimi di umanità e decenza, come è stato fatto finora, è un invito a delinquere e autorizza i soggetti a sentirsi al di sopra delle regole: ed è questo che scatena intolleranza e rivalsa. E a proposito degli operatori delle forze dell'ordine: sono i più esposti e sovente i più soli. Gli uomini in divisa, e alludo anche al contesto napoletano, sono spesso frustrati per la scarsa cultura della legalità dominante a tutti i livelli, per la mitezza della risposta giudiziaria nelle condanne, per la sottovalutazione dell'attività investigativa. Non è più tollerabile. Dunque, un recupero del momento repressivo, senza abusi, non è solo recupero delle regole, ma anche sostegno per il lavoro delle forze dell'ordine». Fin qui la cornice teorica della maxiriforma: impresa titanica. Ma possibile. «Anche in onore conclude Papa - delle vittime innocenti del crimine: è giusto che nessuno tocchi Caino, purchè ci sia chi difenda i milioni di Abele del popolo italiano» (a.m.) Alvaro Mirabelli N apoli: voglia di tolleranza zero. Ed è il minimo in una città in cui la percezione dell’insicurezza è ai massimi storici e la fiducia nelle istituzioni sotto i tacchi. Un tracollo di credibilità in cui probabilmente c'entra pure il flop del Pacchetto Sicurezza per Napoli, varato nel 2006. Prometteva 1000 uomini: mai visti. Preannunciava una superrete di videosorveglianza: mai decollata. Figuraccia mondiale. E nessuna meraviglia che il già rilevante senso di impunità della Malanapoli sia schizzato alle stelle. Aspettando la svolta. Ingoiata la delusione, resta intatta adesso la realtà di una città che il magistrato Roberto Donatiello così descrive nella sentenza di condanna degli assassini di Carmela Attrice: «In alcune parti della città di Napoli non vi è nulla della civiltà, ma solo una condizione paragonabile a quella di molti paesi africani in preda alla guerra civile». Il contagio malavitoso, del resto, è invasivo: da tempo, infatti, il crimine da trasferta si è impossessato di quartieri tranquilli come Chiaia, Posillipo o il Vomero, specialmente durante i week end. Ne sanno qualcosa a piazza San Pasquale dove ormai, con ciclica regolarità, volano le coltellate. Ma a Chiaia come altrove ar- ginare l'antistato è praticamente impossibile: poliziotti e carabinieri sono contati. E le maglie delle leggi premiali sono assai larghe. Perciò, in attesa degli inasprimenti previsti dal pacchetto sicurezza del neoministro agli Interni Roberto Maroni, la questura napoletana si arrangia coi mezzi che ha e non molla la presa sul territorio. Identikit dei delinquenti. E' il caso del Commissariato ChiaiaSan Ferdinando, diretto da Pasquale Errico: gli uffici al terzo piano della Riviera di Chiaia 185, non hanno l'aria di un distretto di frontiera, ma la tensione operativa è palpabile. Dirigenti e agenti sanno che l'emergenza numero uno sono i reati contro il patrimonio, diretta conseguenza della ricchezza del quartiere che attira balordi da tutte le parti. «Di solito chi scippa, rapina o ruba proviene da fuori: lo fa per sfruttare il vantaggio di non essere una faccia nota in zona», confermano al Distretto. Ma rapine, scippi e furti non sono l'unico nervo scoperto di Chiaia: chi credeva la Napoli bene immune dalla piaga dell'estorsione commette un errore. I recenti arresti in zona Torretta stanno lì a dimostrarlo: «Estorsori dell'ultima generazione, - spiegano gli esperti di polizia giudiziaria del locale Commissariato - sopravvissuti alle epurazioni inflitte dalle forze dell'ordine ai clan locali. E anche qui, come dappertutto, vale la regola di fidarsi degli uomini della legge: i commercianti devono denunciare senza timore. L'estorsione, infatti, è un reato silenzioso proprio PRIMO PIANO MAGGIO 2008 - CHIAIA MAGAZINE 5 UN PROGETTO PER IL RITORNO ALLA «NORMALITÀ» Arriva «Pin», il libro che insegna a far rinascere la città Sicurezza, tassello cruciale della vivibilità napoletana: e proprio su di essa e su altri snodi critici della capitale sudista un gruppo di professionisti partenopei ha edificato un progetto di «ritorno alla normalità». Il patto di ferro tra 6 avvocati e 2 architetti, spaccato esemplare della voglia di contare della società civile, decolla due anni fa dietro le insegne del sodalizio «L’Ego di Napoli». La pattuglia si rimbocca le maniche e insegue un’impresa ambiziosa: mettere nero su bianco un programma operativo per la rinascita. Risultato: 2 anni di studi trascorsi a far pelo e contropelo a 30 metropoli del pianeta per mutuarne soluzioni e programmi da trasferire poi, eventualmente, nella cornice napoletana. Infine il capolinea dell’avventura con la presentazione, ad aprile, di un libro dal titolo al passo coi tempi: «PIN. Programma perché conta sul silenzio e la paura delle vittime». In ogni caso, gli investigatori sanno benissimo che a Chiaia le zone critiche sono tre: Torretta, Pallonetto e quel pezzo di Quartieri Spagnoli che ricade nel quartiere San Ferdinando. Tre aree a tessuto malavitoso assai radicato, gomito a gomito con la città «normale»: qui per gli «onesti» la vita è durissima, qui bande e clan, decapitati a ripetizione, si rigenerano a ritmi industriali. La strada, insomma, è in salita, ma di diverso rispetto al passato c'è il fatto che per la prima volta qualcuno, tra gli addetti ai lavori, inizia a parlare di bonifica strutturale e massiccia delle tre aree. Fin qui il crimine indigeno. Quello d'importazione, invece, trova terreno fertile nella movida del quartiere: per contrastare le invasioni barbariche e controllare le notti a rischio, il Commissariato di Chiaia si è messo d'accordo con gli uomini della 6° Unita Operativa dei Vigili Urbani. Ma non basta. «A peggiorare le cose - rivelano i poliziotti di Chiaia - ci si mettono anche gli occasionali: minorenni, studenti, bravi ragazzi, che rapinano e picchiano i coetanei, per il gusto di una bravata». I poliziotti di quartiere. Scenario complesso e f luido, quindi, quello di Chiaia, soprattutto per il numero di Innovazione Napoli. Attiva Napoli. Inserisci il PIN» (Ed. Guida). Metafora trasparente questa che è chiaro rimando alle soluzioni concrete indicate nel volume ed individuate come codici di accesso alla futura resurrezione della città. E poi il contenuto: 220 pagine di spunti preziosi sulla gestione della «cosa urbana», assemblate dalla regia dell’avvocato Raffaele Di Monda, ideatore del progetto, e articolate in una serie di saggi sul governo del territorio, figli dell’indagine condotta su scala mondiale dai professionisti napoletani. Da Londra a Cannes, dall’Islanda al Giappone, ad esempio, provengono i moduli virtuosi che gli autori di «PIN» hanno «copiato» per poi adattarli allo scenario partenopeo: e così Irene Bellome, avvocato, si è occupata del versante cultura; Giulio Del Vecchio, avvocato, di immigrazione; Vincenzo Fusaro, avvocato, di sicurezza; Maria Cristina Majello e Maria Grazia Pirri, archi- punti caldi da tener d'occhio: cinema, teatri, imbarchi, grandi alberghi, pub, negozi grandi firme. E proprio su questo territorio, dal gennaio 2003, la questura ha piazzato altre antenne: sono i poliziotti di quartiere che a Chiaia sono 8, divisi in 4 pattuglie (Chiaia, San Ferdinando, Santa Lucia e via Toledo). Li dirige l'ispettore capo Elia Lombardo che così sintetizza il ruolo dei suoi uomini: «Il poliziotto di quartiere è una cinghia di trasmissione tra la gente e le istituzioni. Ecco perché il radicamento nel territorio è fondamentale. E decisivo è il rapporto di fiducia con residenti, studenti, commercianti e operatori economici». Un approccio che a Chiaia, dice Lombardo, si è dimostrato vincente col cittadino comune, mentre invece i commercianti si sono dimostrati più refrattari ad instaurare rapporti. La rete commerciale, in ogni caso, è monitorata con scrupolo: soprattutto i nuovi arrivi. E le ragioni sono evidenti: potrebbe trattarsi di capitali riciclati. «Il rammarico vero, però, - prosegue il dirigente - è l'assenza di collaborazione delle scuole: abbiamo proposto cooperazione, lezioni di legalità, ma abbiamo trovato un interlocutore freddo». L'augurio di Lombardo è quello di sempre: «Più uomini, più mezzi». tetti, di urbanistica; Elvira Ricciardi, avvocato, di ambiente; infine Francesco Romano, avvocato, di viabilità e trasporti. A casa loro intanto le strategie, «rubate» dai napoletani, si sono dimostrate vincenti: innestarle sul suolo napoletano è ovviamente un’altra storia. Ma è ad esempio percorribile il modulo londinese della sicurezza, citato da «PIN»: il riferimento è il progetto «Safer Neighbourhoods» che attribuisce un ruolo fondamentale al corpo dei vigili urbani. E su quel cliché sarebbe opportuno modellare la riorganizzazione dei 2160 agenti municipali napoletani, assegnando ad ogni Municipalità una quota adeguata di poliziotti municipali. Ogni Municipalità andrebbe poi suddivisa in 4 microzone e in ognuna di esse piccole stazioni mobili. 11, poi, dovrebbero essere le squadre preposte al controllo del territorio: 7 da assegnare alla viabilità e 4 sul fronte del microcrimine. Perché il contrasto all’illegalità, suggerisce Fusaro, investe non solo il gesto criminoso ma anche il disprezzo delle regole della viabilità. (a.m.) EROI DIMENTICATI Maurizio Estate, resta la rabbia Da sinistra: Maurizio Estate vittima dei rapinatori; via Vetriera, scenario dell’omicidio avvenuto il 16 maggio 1993. Oggi l’assassino è a piede libero. 4.033 i morti ammazzati dal 1980 ad oggi a Napoli e provincia (ma ogni settimana la cifra lievita): tutti uguali di fronte a Dio, ma non nel cuore degli uomini. Già, perché, nella città mattatoio, sotto i colpi dei macellai spesso ci sono finiti anche gli innocenti e rassegnarsi è impossibile. Una strage, servita solo a far numero nella contabilità del lutto. E’ tutta qui la rabbia: nei 28 anni di inerzia istituzionale di fronte alle bestie con licenza di uccidere e certezza di farla franca. Vallo a spiegare, ad esempio, ai familiari di Emilio Albanese, picchiato a morte il 4 maggio 2005 da baby-rapinatori; vallo a spiegare alla famiglia di Silvia Ruotolo, vittima casuale l'11 giugno 1997 di uno scontro a fuoco tra cosche; e vallo a spiegare ai familiari di Maurizio Estate, giustiziato il 16 maggio del 1993 da una coppia di scippatori che aveva affrontato per difendere una passante in largo Vetriera, a un passo dal centro chic. Maurizio: 23 anni, cuore grande, faccia pulita e nessuna voglia di fare il martire. Doveva sposarsi alla fine di maggio. Quel giorno aiutava il padre Giuseppe nell'officina meccanica. Lo scippo vennero a farglielo sotto il naso. Scarne sequenze di nera: due canaglie su motorino consumano lo strappo ai danni di una signora, lui li affronta e li mette in fuga. Loro tornano e gli sparano. Maurizio muore tra le braccia del padre. Una croce in più che però ha aperto un conto ed un solco tra la famiglia di Maurizio e lo Stato. Giovanni Estate, il fratello di Maurizio, spiega perché: «Oggi l'assassino di Maurizio è libero. Ma non basta. Nel '93 chiedemmo al Ministero degli Interni che Maurizio fosse riconosciuto vittima di mafia: il presupposto era l'associazione a delinquere degli assassini. E i due carnefici di Maurizio avevano ammesso di far parte di una banda dei Quartieri Spagnoli. Ci hanno risposto dopo 8 anni: richiesta bocciata». Giovanni è rabbioso: «E ci brucia pure che quell'angoletto di via Vetriera non sia stato ribattezzato largo Maurizio Estate: sarebbe stato un simbolo, un monito per tutti i “cornuti” della malavita. Perché Maurizio è morto qui, a Chiaia. Il rifiuto del sindaco ci ha ferito». «All'epoca, però, - ricorda Giovanni - un pezzo grosso fece pure di peggio. Era un uomo delle istituzioni. Mi sussurrò: “Tuo fratello doveva farsi gli affari suoi”». A proposito: la cerimonia di commemorazione di Maurizio Estate si è tenuta a via Vetriera il 16 maggio. Il primo cittadino aveva altro da fare. (a.m.) QUARTIERISSIME MAGGIO 2008 - CHIAIA MAGAZINE 6 Cambiamo le macchinette mangiasoldi IL CASO. Funicolare di Chiaia: i distributori di biglietti non restituiscono il resto L’aumento del ticket «Unico Campania» di 10 centesimi ha aggravato il disagio Rita Giuseppone uanto costa viaggiare utilizzando i mezzi pubblici? Fino a qualche mese fa bastava un euro per usufruire di bus, metropolitane, treni della circumvesuviana e funicolari nell’arco di novanta minuti. Da quando il consorzio «Unico Campania» ha fissato il prezzo del titolo di viaggio base, cioè quello utile per spostarsi all'interno dell'area urbana, alla somma di un euro e dieci centesimi sono fioccate le lamentele dei consumatori, costretti a pagare di più a Napoli che in altre città d’Italia (a Roma, ad esempio, nonostante le distanze coperte dai mezzi pubblici siano notevolmente maggiori, il costo del biglietto è di un euro) Q per un servizio che in pratica è rimasto lo stesso: inaffidabile e a singhiozzo. Purtroppo la beffa consiste nel fatto che, per quello stesso servizio, molti cittadini si sono trovati a pagare anche dieci, quaranta, addirittura novanta centesimi di euro in più. Infatti, da quando il biglietto è aumentato, molti cittadini hanno segnalato la mancata funzionalità delle macchinette per l'emissione automatica dei titoli di viaggio presenti nelle stazioni di metro e funicolare. La maggior parte di esse non dà resto, sia nel caso che gli utenti abbiano inserito un euro e venti, un euro e cinquanta centesimi o addirittura la moneta da due euro. In questi casi, come sottolinea l’imprenditore Lello Colella riguardo alla funicolare di Chiaia, viaggiare con i mezzi pubblici può costare molto di più: «E’ una sorta di presa in giro - spiega in quanto questa è la tratta più breve d'Europa». In effetti, spendere più di un euro per percorrere in funicolare il tratto che separa piazza Vanvitelli dal Parco Margherita sembra davvero un'esagerazione. Ma l’errore, a detta del Consorzio Unico Campania, è dei cittadini, come tiene a precisare proprio uno dei manutentori delle famose macchinette mangiasoldi poste all’ingresso della funicolare al Parco Margherita: «Gli utenti di qui sono pigri», ironizza il dipendente del consorzio. «E’ molto semplice da spiegare - prosegue - le macchinette non accettano monete da due euro perché in giro ce ne sono tantissime contraffatte. Inoltre, qualora non venisse erogato il resto residuo, questo non viene incassato dal Consorzio, bensì va a vantaggio dell’utente successivo. Molte macchinette, tra cui quelle in dotazione al Parco Margherita, hanno in basso un software con display in grado di stampare automaticamente il tagliando e che accettano tutti i tipi di monete, anche banconote da cinque e dieci euro, erogando puntualmente il resto. Se non dovesse bastare, il fruttivendolo vicino alla stazione ha la rivendita ufficiale dei tagliandi o altrimenti si possono acquistare all’edicola di piazza Amedeo». Diversamente, conviene munirsi di monetine da dieci centesimi in modo da evitare che il tragitto in cerca del biglietto sia più lungo di quello in funicolare. IL CERCHIO DÀ CONSIGLI AL NUOVO GOVERNO In questi giorni è in distribuzione il nuovo numero de «Il Cerchio», la rivista diretta da Giulio Rolando che propone un «Memorandum per il nuovo Governo». Nel periodico, infatti, vengono affrontati temi cruciali come «la Costituizione che verrà», la globalizzazione, il nodo della legalità, l’emergenza immigrazione e il problema, così attuale in questo momento, del rilancio del turismo. Tra riflessioni, proposte, interviste (segnaliamo quella di Anna Maria Liberatore Sabini ad Antonio Ghirelli sul ruolo della stampa) e un ampia sezione sugli approfondimenti culturali, da leggere l’editoriale di Rolando che illustra un ambizioso progetto: la costituzione di una Fondazione per uno «Stato Nuovo». TECNOLOGIA&AMBIENTE Via Filangieri, ecco la macchina differenziata Gestione corretta del ciclo dei rifiuti: un obiettivo possibile, a patto che ci siano cultura ambientale, istituzioni capaci, imprenditori responsabili. E su questo sfondo è decisivo il ruolo della tecnologia innovativa: un panorama in cui, se è dominante il ruolo dei grandi impianti (cdr, termovalorizzatori etc.), sgomitano però anche piccole attrezzature di ultima generazione, come quelle addette alla raccolta differenziata presso esercizi privati o pubblici come bar o scuole. E’ il caso di una macchina (nella foto), apparsa da qualche tempo all'ingresso della Torteria in via Filangieri: l'apparenza è quella di un distributore di bibite o sigarette. In realtà l’apparecchio è in grado di preselezionare rifiuti come i contenitori in plastica e alluminio delle bevande, separandoli al proprio interno secondo le diverse tipologie per renderne più agevole il riciclo, una volta raccolti. I clienti del noto bar si limitano ad inserire attraverso l’apertura bottiglie e lattine: poi ci pensa il meccanismo a differenziare il materiale. Spiega Nicolas Bouris, amministratore delegato di RD Italia, ditta partenopea che ha importato la macchina dalla norvegese «Tomra»: «Per i cittadini è un incentivo a smaltire correttamente plastica e alluminio. Chi inserisce una certa quota di contenitori, ha diritto ad un piccolo premio: ad esempio un caffè che può ottenere al bancone della Torteria, presentando lo scontrino rilasciatogli dall'apparecchio. L’esperimento - aggiunge Bouris - sta ottenendo successo». Ed è per questo che sono in arrivo altri 12 esemplari da installare in città. (a.b.) QUARTIERISSIME MAGGIO 2008 - CHIAIA MAGAZINE 2 1 7 4 3 Parco Margherita, scatti dal degrado LA DENUNCIA. Nella strada del liberty napoletano, festival di buche e voragini Il marciapiede della funicolare ostacola il traffico e le chiese sono assediate dai rifiuti Laura Cocozza volte le immagini contano più delle parole. Le foto sono state scattate giovedì 15 maggio e ci sembrano emblematiche del degrado di quella che dovrebbe essere una zona residenziale. Via del Parco Margherita: una strada con edifici di gran pregio architettonico, espressione del liberty napoletano. Una via «primaria» cioè una delle 62 strade di Chiaia larghe più di 8 metri, che il Comune avrebbe dovuto affidare ad un’impresa in regime di Global service, sia per la manutenzione ordinaria che straordinaria. «Ma la gara di appalto non è mai partita - spiega il presidente della Municipalità 1 Fabio Chiosi - e il Comune ha delegato alle Municipalità anche l’onere della manuntenzione di queste strade oltre che di quelle secondarie. Purtroppo, però, il budget destinato ai Servizi Tec- A 6 5 7 9 8 Benvenuti al Parco Margherita. 1. L’ingresso da piazza Amedeo con strada dissestata e immondizia. 2. Il marciapiede della funicolare segnato dal passaggio delle auto. 3. Voragine al centro della strada all’altezza del civico 49. 4. Immondizia davanti ad una finestra. 5. Buche all’ingresso di un locale notturno. 6. Immondizia davanti al convento dei Carmelitani Scalzi. 7. Buca killer all’altezza del civico 32. 8. Sampietrini abbandonati e scale di San Pasquale impraticabili. 9. Chiesa di S. Maria dell’Anima. 10. Marciapiede all’altezza del civico 73 10 nici Municipali è rimasto invariato: 150.000 euro l’anno pari a 7 centesimi al metro quadro. Una miseria». Stando così le cose, la Municipalità riesce ad intervenire solo sulle pertinenze, rattoppando qua e là. Ma, come testimoniano le foto, al Parco Margherita bisognerebbe intervenire su tutta la pavimentazione stradale e dei marciapiedi. La beffa più riuscita? L’unico marciapiede che è stato rifatto è quello della funicolare, che andrebbe subito ridimensionato perchè crea intralcio al traffico. Ma forse, a distruggerlo saranno le auto costrette a salirci sopra. Intanto una buca killer attende chi scende dall’autobus all’altezza del civico 32 e l’immondizia impedisce di accedere alle scale di San Pasquale, di entrare nella chiesa di Santa Maria dell’Anima e nel convento dei Carmelitani Scalzi. Che abbiano deciso di eliminare i problemi eliminando i cittadini? QUARTIERISSIME MAGGIO 2008 - CHIAIA MAGAZINE 8 Monte Echia, un recupero da 17 milioni L’INCHIESTA. Persi i fondi europei del 2007 per una imperdonabile distrazione, adesso il Comune ci riprova. Per il momento disponibili solo 5 milioni di euro Oscar Medina Santa Lucia la prendono con fatalismo. Alla cieca rassegnazione ci sono arrivati dopo vent'anni di chiacchiere targate Comune: inchiodata al palo, l'«Operazione Monte Echia» resta per ora un puro esercizio di calligrafia progettuale. Ai luciani infatti i periodici squilli di fanfara di Palazzo San Giacomo sul recupero del mitico contrafforte che, dall'alto dei suoi 80 metri, domina il Chiatamone non fanno più né caldo né freddo. Scettici, indifferenti: e probabilmente anche all'oscuro di un retroscena che, se dovutamente pubblicizzato, avrebbe provocato una mezza insurrezione nel quartiere. La grande illusione. Il fatto risale al 2006: se ne accorsero in pochi, compresi i giornali che alla notizia riservarono qualche modesto ritaglio: gli effetti, però, sul destino di Monte Echia furono devastanti. Cronaca stagionata, dunque, ma così illuminante ed esplosiva da meritare un rilancio, soprattutto alla luce della recente invasione di poveri cristi tra i locali fatiscenti del Castello di Lamont Young. La storia è quella classica delle occasioni perse, quelle che fanno indignare, e comincia nel 2005 quando la giunta Iervolino approva con una delibera un piano di salvataggio globale del comprensorio, firmato A Da sinistra: veduta dal basso di Monte Echia; le antiche rampe di Pizzofalcone che conducono al Castello Lamont Young da un super-pool di specialisti: nel documento c'è la resurrezione del complesso collinare con un massiccio restyling su vari fronti, dalla messa in sicurezza del costone tufaceo alla riqualificazione del belvedere, dall'ascensore di collegamento tra Santa Lucia e il piazzale panoramico al risanamento conservativo di Villa Ebe (ndr. il castello Lamont Young). Distrazione fatale. La delibera innesca speranze e quantifica il costo del sogno in 11 milioni di euro. Ma omette una sfumatura cruciale: non indica fonti di finanziamento. Insomma: non c'è un centesimo ed è corposo il sospetto di un'operazione di facciata. I conti, però, li fa qua- drare poco dopo la Regione Campania che i soldi ce li ha: sono fondi europei, previsti nel POR (Programma Operativo Regionale) per finanziare i progetti di restauro proposti dai Comuni. E così spuntano gli 11 milioni per Monte Echia. Per garantirseli, l'amministrazione Iervolino deve solo indire il bando di gara per affidare i lavori entro il 31 dicembre 2006. C'è tutto il tempo, ma in Comune si «distraggono»: nessuno muove un dito. Capodanno 2006 è ormai alle spalle quando qualcuno a Palazzo San Giacomo si accorge che il termine per accedere ai fondi europei è ormai scaduto. Non ci sono spiegazioni. Né scuse. Né logica. 11 milioni di euro in fumo per una giunta che piange miseria da sempre. La sindaca, appena sbarcata da Marte, accusa: «Una cosa di gravità inaudita. Il sindaco non dimenticherà». Lo dice a sé stessa? Lo dice ai suoi? Non si sa. Di sicuro c'è solo il passo falso da antologia. Una figuraccia da manuale che archivia il passato prossimo della vicenda. Il presente. Oggi, però, il Comune sta abbozzando una ripartenza. E lo scenario si presenta così. La spesa complessiva per il recupero è lievitata a 17.663.000 euro ed è distribuita su 4 progetti definitivi. Ed ecco il costo di ogni singolo intervento e relativa copertura finanziaria: (1) Restauro del costone tufaceo: l'importo è di 1.773.000 euro e non c'è copertura, (2) Riqualificazione del Belvedere e realizzazione dell'ascensore: l'importo è di 4.800.000 euro e c'è copertura parziale grazie ad un mutuo di 1.807.000 euro, (3) Restauro di Villa Ebe: l'importo è di 5.840.000 euro e c'è copertura parziale con 3.340.000 euro, garantiti dalla Regione, stavolta coi fondi POR 2000/2008, (4) Recupero Rampe di Pizzofalcone: l'impor to è di 5.250.000 euro e non c'è copertura. Meno male: mancano solo 12 milioni e mezzo di euro e poi il gioco è fatto. QUARTIERISSIME MAGGIO 2008 - CHIAIA MAGAZINE 9 Grenoble, tanta Francia nel napoletano CULTURA. Intellettuali e linguisti hanno discusso su genialità e ricchezza del dialetto partenopeo di ANTONELLA ESPOSITO GIUSTIZIA AI RISPARMIATORI Rossella Galletti necessario che ci si torni ad interrogare sul riconoscimento del napoletano come lingua, nel momento in cui il fil rouge che unisce l’Italia agli altri stati europei è la globalizzazione. Ma i ricercatori e gli intellettuali partenopei, riunitisi all’Istituto Grenoble il 5 maggio scorso, hanno messo in luce la pari dignità di questa lingua viva e le lingue morte (il latino e il greco) di cui noi oggi siamo eredi. Motivo per il quale secondo Luigi Rispoli, che ha presentato una legge sulla tutela della Lingua Napoletana, è necessario promuovere una politica che faccia assurgere il napoletano a lingua della cultura ufficiale, impegno che va assunto dalla Regione e dagli altri Enti Locali. Titolo dell'incontro «Les Gallicismes dans le dialect napolitain». Sotto la direzione di Umberto Franzese, dallo scrittore Sergio Zazzera alle professoresse Valeria Iacobacci e Patricia Bianchi, dal linguista Carlo Iandolo all'architetto Franco Lista, dal napoletanista Renato De Falco al ricercatore Nicola De Blasi e a Francesco D'Episcopo, tutti concordi nel riconoscere che gran parte del valore e della peculiarità del napoletano risiede nella sua origine poliglottica. «Il dialetto napoletano - ha ricordato Renato De Falco - è il risultato di una serie di influen- L’ORA LEGALE a nipote, e alla fine capirete perché, accolgo con soddiD sfazione la recente decisione delle Sezioni Unite della Cassazione che ha condannato Poste Italiane S.p.A. (già Ente È Da sin.: Umberto Franzese, Valeria Iacobacci, Francesco D’Episcopo (foto Iugliano) ze linguistiche derivanti dalle undici dominazioni succedutesi in otto secoli di storia: dai normanni e gli angioini al decennio napoleonico, i nostri cugini d’oltralpe hanno lasciato un segno profondo nella cultura e nella parlata napoletana testimoniata dalla toponomastica come dai cosiddetti gallicismi». D'uso comune le reminiscenze francesi nella gastronomia e nella canzone partenopea: da crocchè a pommarola, che deriva dal francese pomme d'amour, a ‘a sciantosa da chant. Per Franco Lista la genialità del sistema linguistico napoletano è il risultato delle intelligenze multiple che si dispiegano al suo interno, come quella mu- sicale: «Si va dalla produzione elegante - ha detto l'architetto - “Fortunato tene 'a robba bella” del venditore ambulante di Montesanto, protagonista della canzone dedicatagli da Pino Daniele, a quella volgare, dello sfottò ”o vide quant' 'o tengo luongo?” del venditore di spighe». A concludere Nicola De Blasi, il quale sta lavorando ad un dizionario storico della lingua napoletana, ha precisato che «parlare di francesismi significa parlare della provenienza delle parole. E quando si parla di parole non si può perdere di vista la storia. Napoli non è mai stata una capitale invasiva e accentratrice, ma ha tratto molto dalla provincia, da fuori». Poste Italiane) a corrispondere ad un possessore di Buoni Fruttiferi Postali i tassi d'interesse stampati nella tabella a tergo dei detti buoni. Normale, direte voi: e invece no. Già, perché le Poste Italiane avevano trovato il modo di non corrispondere gli interessi dichiarati inizialmente. Per molto tempo infatti ha costituito consolidata corrente giurisprudenziale il riconoscimento all'Ente emittente (le Poste) di un privilegio, quello cioè di liquidare un importo diverso rispetto a quello riportato a tergo dei Buoni: le Poste potevano farlo grazie ad una serie di Decreti Ministeriali pubblicati di volta in volta sulla Gazzetta Ufficiale e che di volta in volta abbassavano i tassi d'interesse. Inutile dire che tali Decreti abbattevano in maniera tangibile il tasso di remunerazione fino, quasi, a renderlo impercettibile. Il tutto con notevole danno per gli investitori-possessori: costoro, infatti, al momento del disinvestimento (ndr. per incassare tutto il capitale occorre attendere la naturale scadenza del contratto) erano costretti a “bere” per non “affogare” e si accontentavano, quindi, di un minor guadagno piuttosto che intraprendere un giudizio di rivalsa con tutte le sue lungaggini. Ma chi sono generalmente i possessori di tali titoli? Si tratta per lo più di persone della vecchia generazione che affidavano all'Ente Poste Italiane i loro risparmi, anche quelli di una vita, facendo affidamento sulla solidità economica dell'Ente. Non poche volte mi è capitato di sentir dire che la moglie portava in “dote” Buoni Fruttiferi Postali o, ancora, che le spese del matrimonio venivano pagate con la liquidazione di qualche buono. Al momento dell'incasso però il risparmiatore si vedeva opporre una serie di eccezioni che scoraggiavano da un lato qualsiasi forma di reazione nei confronti dell'Ente mentre, dall'altro, portavano ad un rinvio del ricevimento nuziale o, addirittura, al cambio della moglie! Con questa sentenza Poste Italiane riconquista, suo malgrado, la “faccia” e forse il grado di “affidabilità” perso, via via nelle aule dei Tribunali. Mia madre, con i titoli ereditati da mia nonna, oggi, alla luce di questa pronuncia, avrebbe organizzato un banchetto nuziale più ricco e gli invitati non racconterebbero di una festa passata a bere gassose! QUARTIERISSIME MAGGIO 2008 - CHIAIA MAGAZINE 10 Molosiglio, un passaggio per gli anziani L’IDEA. Un lettore propone la realizzazione di una scala di collegamento tra via Acton e i giardini della Litoranea. Un’utile scorciatoia per chi è diretto alla Asl n nostro lettore, Francesco Ruotolo, avendo appreso dalle pagine di Chiaia Magazine dell'imminen nte recupero del campetto del Molosiglio da destinare ai ragazzi del quartiere S. Ferdinando, rilan ncia una vecchia, lodevole iniziativa: realizzare, in un corridoio confinante col campetto, un passag ggio pedonale di collegamento tra via Acton e lo stesso Molosiglio. Ciò al fine di rendere più agevvole e breve il percorso dei cittadini (soprattutto anziani, invalidi o disabili), diretti all'Ambulaatorio della Asl Na 1 ed attualmente costretti ad un lungo giro. Riceviamo e pubblichiamo la propossta. U «Premettendo che il livello di civiltà di un popolo si misura dalla sensibilità che lo stesso Il corridoio tra il campetto del Molosiglio e i campi da tennis della Canottieri ha nell'affrontare i problemi dell'infanzia e della vecchiaia, ho constatato che di recente un gruppo di volontari, con l'appoggio della Municipalità 1, ha recuperato alla fruibili- tà dei bambini del quartiere una piccola area, in passato adibita a parcheggio e compresa tra la discesa di via Acton, i giardini del Molosiglio e il Circolo Canottieri, e ne ha ricavato un campetto sportivo. Manifestando allora soddisfazione per un piccolo ma significativo episodio a favore dell'infanzia del quartiere S. Ferdinando, constato che, tra il campetto e i campi da tennis del Circolo Canottieri, vi è un corridoio (forse privato ma inutilizzato), largo circa 4/5 metri e lungo circa 20 metri: ricordo, allora, che nella seconda metà degli anni '90, il sottoscritto, all'epoca consigliere circoscrizionale, promosse una petizione popolare, firmata soprattutto da donne e anziani, con cui si chiedeva «di rendere possibile l'accesso a tale corridoio (se privato, quale servitù di passaggio) a quanti, provenendo dalla scala di via Cesario Console, vorrebbero più L’ARTE DI PASQUALE CIUCCIO ALLA GALLERIA FRANCO RICCARDO BETTY BEE, GIOIELLI D’ARTE IN MOSTRA DA VENTRELLA Dopo il successo della mostra tenutasi al Maschio Angioino nel gennaio 2007, Pasquale Ciuccio (nella foto) ritorna a Napoli e propone una personale con nuovi lavori realizzati su carta negli spazi della galleria Franco Riccardo Artivisive in via Chiatamone 63. Mostra visitabile fino al 15 giugno, dal lunedì al venerdì, dalle ore 15.30 alle 20.00. Per info: 0815444300 Betty Bee sbarca nel cuore di Chiaia, precisamente a via Carlo Poerio 11, negli spazi di Ventrella Gioielli. Qui, fino al 16 giugno, resteranno in esposizione i preziosi, dal design inedito, creati dall’artista napoletana e lavorati a mano, in tiratura limitata, dagli orafi della storica gioielleria. Quattro creazioni dai nomi suggestivi (Cristo Nero, Iuppeppì, La Sirena, Lick and go) da indossare al collo, al ventre, alla caviglia, ai polsi. AL DENZA SFIDA CALCISTICA PER SCOPI BENEFICI alle voci che girano in città. Al termine della partita i partecipanti si trasferiranno al Virgilio Club dove, alla presenza degli altri soci, si svolgerà la cerimonia di premiazione della squadra vincitrice e il gemellaggio tra i due club giovanili. L'appendice sociale al Virgilio Club, che prevede anche una festa fino a tarda notte, sarà l'occasione per annunciare quali saranno i beneficiari dei fondi ricavati dalla vendita dei biglietti della partita e dalle offerte raccolte durante la festa. Un momento di impegno sociale, dunque, che, come da tradizione, punta a sostenere le iniziative assi- Partita del cuore tra Rotaract e Leo In campo, e stavolta letteralmente, per una missione benefica i giovani iscritti ai club Rotaract e Leo di Napoli: fedeli alla consegna di svolgere servizio a favore della comunità, le giovani leve dei Rotary e dei Lions hanno organizzato una sfida calcistica tra le rappresentative dei due sodalizi, in programma il 30 maggio (alle 20.30) sul campo Denza in via Tito Lucrezio Caro. Un match che si preannuncia aggueritissimo, stando celermente raggiungere i giardini pubblici e soprattutto l'Ambulatorio della Asl 1, ubicato a pochi passi dal mare». Chiedo, pertanto, che si completi la lodevole iniziativa sociale, iniziata col restituire all'infanzia il campetto sportivo, realizzando anche, nell'area compresa tra tale campetto e il Circolo Canottieri, un corridoio di passaggio che, a mo' di scorciatoia, consenta il raggiungimento diretto dell'Ambulatorio e dei giardini pubblici, agevolando (specie quando è cattivo tempo o c'è sole forte) quanti, in particolare gli anziani, provengono da Santa Lucia e adiacenze senza costringerli ad arrivare al termine della discesa di via Acton o risalire fino all'ascensore di piazza Plebiscito» stenziali nei confronti di giovani bisognosi o di quartieri disagiati. E tutti d'accordo i giovani organizzatori Rotaract e Leo nel superare la simpatica rivalità in nome di una giusta causa. Tra essi Antonio Cecere (Rotaract Napoli Nord), Vincenzo Russo (rappresentante distrettuale Rotaract Distretto 2100), Basilio Angrisani (resp. sportivo per la Campania del Rotaract Distretto 2100), Marcantonio Del Prete (presidente del Distretto 108ya del Leo Club), Pierluigi Rosa (resp. sportivo Leo Distretto 108ya) e Michele Francese (resp. Leo per i rapporti con altri club). Infotel 328.9295712 (p.f.) QUARTIERISSIME MAGGIO 2008 - CHIAIA MAGAZINE 11 All’Istituto Bernini crescono campioni BUONE NOTIZIE. Due allievi della scuola di via Arco Mirelli hanno vinto la gara nazionale di tecnica automobilistica e autoriparazione promossa dalla Toyota Laura Cocozza ll’Istituto Bernini, nel cuore di Chiaia, crescono campioni. La scuola tecnico professionale di via Arco Mirelli, infatti, due fuoriclasse ce li ha già. Si chiamano Gioacchino Russo e Marco Tortora, 19 e 17 primavere, vincitori della gara a squadre nella seconda edizione nazionale T-Tep di tecnica automobilistica e autoriparazione promossa dalla Toyota Motor Italia. Un successo che richiedeva abilità ma soprattutto self control e rispetto delle regole. Qualità che Gioacchino e Marco hanno dimostrato di aver appreso sotto la guida tecnica dei professori Carlo Caccavale e Sergio De Vincentiis e la guida teorica di un gruppo di docenti, capeggiato dalla professoressa Laura Reale. I due campioncini seduti nel loro regno - l’aula di esercitazione Toyota al Bernini - fanno a gara a chi ha più entusiasmo. «All’inizio eravamo carichi d'ansia - racconta Gioacchino - come è logico che sia di fronte ad una competizione. Sapevamo che avremmo dovuto confrontarci con altre tredici squadre, 26 allievi che come noi volevano vincere. Ci siamo subito resi conto che la strumentazione che avremmo dovuto usare, più nuova e all’avanguardia, era diversa da quella con cui ci esercitavamo di solito. Abbiamo capito, poi, che potevamo superare questa difficoltà con la nostra preparazione tecnica». La gara, tenutasi a Terni, consisteva LA SEGNALAZIONE A di MASSIMO GALLOTTA LE BICI-SPOT LASCIATE SUI MARCIAPIEDI ià da tempo compaiono G sui marciapiedi, legate ai semafori, ai segnali stradali o ai pali della luce del nostro quartiere, delle biciclette in tre giorni ininterrotti di prove differenziate, otto in tutto, di cui tre di diagnosi (motori, elettrica ed elettronica), tre di meccanica (motori, cambio e autotelaio), una prova tagliando e un questionario tecnico. Ogni prova doveva essere realizzata nel tempo massimo di 30 minuti. Gli alunni del Bernini alla fine hanno ottenuto il primo posto assoluto nella classifica a squadre e il secondo posto assoluto nella classifica individuale, conquistato da Gioacchino Russo. «È stata un’esperienza bellissima - esclama Gioacchino - e allo stesso tempo terribile: studiavamo da mattina a sera, spronati dai professori Caccavale e De Vincentiis». Marco sorride e annuisce alle parole di Giocchino: «E’ stata dura, ma la passione per le auto ti fa superare qualsiasi cosa». Entrambi hanno in famiglia un parente con un'autofficina e hanno cominciato a entrare in confidenza con i motori molto presto. La decisione di Marco di iscriversi al Bernini è stata fulminante («Sono venuto al Bernini con mio padre, ho visto l'aula, ho conosciuto i professori ed il giorno dopo sono tornato per l'iscrizione»); per Gioacchino, invece, l'approdo al Bernini è stato più tortuoso. «Mi ero iscritto al liceo scientifico, nonostante il mio istinto mi spingesse verso il mondo delle auto. Poi ebbi un incidente che mi costrinse a letto per un po' e persi un anno di studio. Così decisi di cambiare scuola. Prima lo studio mi interessava poco, qui invece - continua Gioacchino - ho capito che anche materie come l'italiano, la matematica e l'inglese sono importanti per il mio futuro lavorativo, per esprimermi correttamente con un cliente, per comunicare con un altro esperto straniero di motori o per fare il bilancio di una mia futura attività». A proposito del futu- ro, cosa desiderano i campioni d'Italia? Un sogno li accomuna: lavorare per il cavallino rampante. «La Ferrari sarebbe il massimo ma anche ovviamente la Toyota o il gruppo Fiat. Le nostre domande infatti saranno indirizzate soprattutto a queste tre aziende». Gioacchino pensa di intraprendere anche l'università: «Mi piacerebbe continuare gli studi, iscrivermi ad ingegneria e magari nel frattempo lavorare». Marco invece è più cauto «Non voglio ancora esprimermi sull'università, anche per non scontentare nessuno dopo. Deciderò d'impulso, come è successo per il Bernini». Sicuramente i sogni dei due campioni di Chiaia non rimarranno fermi ai box. Da Sinistra: foto 1: Sergio De Vincentiis, Marco Tortora, Gioacchino Russo e Carlo Caccavale; foto 2: Gioacchino Russo durante la prova di diagnosi motore. rotte e vecchie, verniciate di giallo, che credo vengano utilizzate come mezzo pubblicitario. Mi è capitato di assistere a un portatore di handicap che, oltre a dover affrontare le famigerate barriere architettoniche, si è trovato anche una bici di queste come ostacolo. Mi chiedo: questa trovata pubblicitaria dura in eterno? Le bici-spot non dovrebbero essere rimosse una volta che l’evento da pubblicizzare è finito? QUARTIERISSIME MAGGIO 2008 - CHIAIA MAGAZINE 12 Via Imbriani, il mercatino divide ancora LA POLEMICA. Il governo di Chiaia: «Il futuro è il polo mercatale a viale Dohrn» Il consigliere comunale Venanzoni replica: «Inopportuno ogni trasferimento» S cintille tra il Governo della Municipalità 1 e Diego Venanzoni, consigliere comunale del centrosinistra. La contesa è sul mercatino di via Imbriani (nella foto). Sull'inopportunità della presenza della struttura in pieno centro si sono già espressi a più riprese il presidente Fabio Chiosi e Alberto Boccalatte, assessore mun. alle Attività Produttive. E proprio quest'ultimo, inoltre, è l'ispiratore di una delibera municipale, recentemente approvata, che affronta di petto l'emergenza del commercio ambulante nel territorio Chiaia-Posillipo-San Ferdinando, formulando il progetto di un futuro polo mercatale in viale Dohrn in cui concentrare le principali bancarellopoli del quartiere (Torretta, piazzetta Eritrea e, appunto, Imbriani). Venanzoni non ha risparmiato obiezioni all'iniziativa, soprattutto a proposito di una delocalizzazione degli ambulanti di via Imbriani. Il consigliere ha prima dichiarato di non avere preconcetti sulla partenza degli ambulanti da via Imbriani, ma poi stranamente ha definito il trasferimento una decisione frettolosa, soprattutto in mancanza di un progetto, aggiungendo poi di non trovare indecorosa la presenza degli ambulanti nel cuore di Chiaia. La sensazione, a questo punto, è che i rilievi tecnici di Venanzoni non sembrano essere il vero fulcro della sua BREVI BRANCACCIO RILANCIA IL PROGETTO ZTL scelta di campo: affiora invece, come già in passato, una difesa a spada tratta della permanenza degli ambulanti in via Imbriani, forse dettata da una lodevole premura sociale, ma tecnicamente assai fragile. A lui ha replicato Chiosi: «Venanzoni non sa che il mercatino di via Imbriani è nato da una spericolata operazione clientelare ed elettorale del centrosinistra che, nel 1998, legalizzò una serie di abusivi sparsi nella zona, dando vita a quell'obbrobrio. E non sa che, nel corso degli anni, la Circoscrizione prima, e la Municipalità poi, hanno sempre chiesto la pedonalizzazione della strada. Ignora, poi, o fa finta di non sapere, che la maggior parte dei residenti riceve disagi elevatissimi e che la zona non sopporta più quel tipo di ambulantato. Venanzoni la smetta di strumentalizzare per ottenere consensi». Il quadro clinico del mercatino di via Imbriani lo fa Alberto Boccalatte: «Non è aria destinata a mercato, occupa una strada che è l'unico accesso ad altre vie cittadine, crea rallentamenti al traffico con relativo smog e pericoli per i pedoni. E sottrae posti auto. Aggravano il tutto i camion degli ambulanti, parcheggiati in permanenza nell'arteria. Non secondaria l'assenza di servizi igienici. E spesso la strada resta assai sporca. Da tempo infine i residenti si lamentano del rumore, provocato all'alba dal montaggio delle bancarelle». Tutte buone ragioni, secondo Boccalatte, per puntare sul polo mercatale di viale Dohrn.(a.b) Rimasto a marcire sulla carta per l'incapacità dell'assessorato comunale alla Viabilità, il progetto della Zona a Traffico Limitato a Chiaia è ora rilanciato da una delibera di giunta della Municipalità 1. Spiega Alfonso Brancaccio (nella foto), assessore municipale alla Mobilità e ideatore del nuovo dispositivo «verde»: «Il titolare comunale della delega al Traffico ha sempre sostenuto che l'iniziativa è impraticabile perché mancano vigili che ne impongano il rispetto. Dovremmo dedurne che Napoli è l'unica città al mondo dove le cose non si fanno perché tanto nessuno le rispetta: così tutto diventa impossibile ed è comodo alibi per non fare». La ZTL, invece, come spiega la delibera, esiste in tutti i centri delle grandi città europee. A Chiaia, in particolare, costituirebbe un alleggerimento del caos prodotto dai numerosi cantieri e risponderebbe alla domanda di vivibilità sollecitata da residenti e commercianti. La formula proposta da Brancaccio prevede un'area pedonale da attuare il sabato e la domenica (24 ore su 24) con accesso dai tre varchi di via Morelli, piazza S. Pasquale e piazza Amedeo. CASALE DI POSILLIPO HA IL SUO GIARDINO Finalmente, il 4 maggio scorso, è stato inaugurato il giardino del Casale di Posillipo, ricavato dalle vecchie cisterne dell’Arin. Prima della riqualificazione, l’area era una discarica a cielo aperto, coperta da una fitta vegetazione da cui sono state rimosse carcasse d’auto e rifiuti. Grande soddisfazione alla Municipalità 1 per il restyling della zona, recuperata grazie a una battaglia che da 10 anni, la Circoscrizione prima e la Municipalità poi, hanno portato avanti con determinazione e tenacia. Il presidente Fabio Chiosi, sulla vicenda ha dichiarato: «Con il giardino del Casale di Posillipo si è realizzato un sogno. Devo dare atto al consigliere Marcello Matrusciano (nella foto), residente della zona, di un impegno costante in questi anni per la realizzazione del giardino». CIAO AFRICA di BEPPE AIROLDI HIC SUNT TERRONES a mia amica Sabrina, Lsciuta nata a Bergamo ma crea Torre del Greco, «CHIAIA PER NAPOLI» A PONTICELLI Il «Movimento Società Civile Chiaia per Napoli», il 15 maggio, ha inaugurato un ciclo di incontri sulle emergenze della città con un’assemblea pubblica, tenutasi nella Sala Polivalente della Circoscrizione di Ponticelli (nella foto), dal titolo: «Sicurezza ed emergenza Rom: più Stato sul territorio». Paolo Santanelli, Giuseppe Marasco e Nino De Nicola, animatori del Movimento Società Civile, si sono confrontati con i comitati civici«Insieme per Ponticelli» e «Rinascita per Ponticelli». All’incontro, in una sala gremita, hanno partecipato anche alcuni rappresentanti del comitato «Bagnoli Punto e Capo». sostiene che i nordici nascono al nord e i terroni dappertutto. Ha ragione, se si considera che l’epiteto in questione ha perso la sinonimia di meridionale per acquisire quella di villano, incivile: insomma di non rispettoso del prossimo. Io sono razzista. Non verso i meridionali o i negri o gli ebrei..., ma mi stanno particolarmente sui lanzichenecchi gli scostumati, quelli cioè per i quali il prossimo semplicemente non esiste. Piccola parentesi: quando per la prima volta gli antichi romani vennero in contatto con gli svedesi, decisero che questi dovevano appartenere ad una razza inferiore poiché avevano capelli biondi ed occhi azzurri. Tornando ai cafoni penso che si distinguano per due comportamenti: gridano e suonano il clacson senza ragione. La figlia di un mio amico, in ritorno da Amsterdam, mi ha confessato sconcertata: «Beppe, pensa, sono stata in un pub e nessuno alzava la voce». Ho solo una soluzione per i clacson dipendenti: obbligare per legge ad avere all'interno della vettura un secondo clacson. Secondo me funziona. All’assioma di Sabrina, su cui sono d’accordo, devo però aggiungere che da queste parti la concentrazione dei cui sopra è superiore al resto del mondo. Hic sunt terrones. c h i a i a m a ga z i n e SAPERVIVERE SOCIETÀ • COSTUME • RELAX • MOVIDA • EVENTI • CURIOSITÀ Wine and the City, una Napoli da bere L’EVENTO. Il vino protagonista dal 20 al 25 maggio di un tour che conta ben 70 happening tra moda, magia e arte. Il carnet degli appuntamenti da non perdere Alice Gatto al 20 al 25 maggio Napoli ospita il primo evento diffuso dedicato al vino e al buon bere italiano. «Wine and the city» è il nome di questo inedito tour metropolitano che in 6 giorni coinvolge circa 50 indirizzi tra boutique di abbigliamento, gioiellerie, alberghi, gallerie d’arte, atelier di artisti e stilisti, oltre a ristoranti, enoteche e wine bar. Risultato: oltre 70 happening per un originale itinerario cittadino. L’evento nasce da un’idea di Donatella Bernabò Silorata come «fuori salone» di Vitignoitalia ed è realizzato in collaborazione con Nuccia Langione e la DSL comunicazione con il sostegno del Comune di Napoli, che lo ha inserito nel «Maggio dei Monumenti». La mappa del circuito, che coinvolge i quartieri di Chiaia e del centro storico, sarà delineata dallo stendardo con il logo della manifestazione esposto dai partecipanti. Alcuni offriranno degustazioni durante tutta la durata dell’evento. Tra questi, Team Leo in Piazza Amedeo. Gli hair stylist di tendenza più gettonati del momento, invitano le donne ad un «Happy style hour»: dalle 17 in poi aperitivo con Barbera d’Asti e musica lounge, tra una messa in piega ed una consulenza d’autore per un cambio di look. Da Bottiglieri Design, in vico Belledonne, autentica tana per i cultori dell’interior design, si potrà invece indugiare tra colori, vetri ed accessori sorseggiando Falanghina dei Campi Flegrei mentre Sistema Uno in Piazza San Pasquale proporrà un’esposizione di bicchieri da degustazione e decanter. Il Penguin Cafè, enoteca, ristorante e libreria di via Santa Lucia, per l’occasione dedica al vino un abbinamento diverso ogni sera, cominciando dalla musica e proseguendo con il cinema, i formaggi, i libri e le parole. Ogni sera «Incontridivini» con Diego Nuzzo: ditegli il vostro film preferito e vi dirà cosa bere, oppure confidategli quale vino bevete e vi dirà cosa leggere. In via Caravaggio alla pizzeria La notizia di Enzo Coccia, menù degustazio- MOSTRA 1/ AL BLU DI PRUSSIA D Le «radici» di Foscati ne creato ad hoc: il «murzillo saporito» in abbinamento all’Asprinio e la pizza «Ciropedia» assieme al Gragnano. Costo: 15 euro. Tra gli appuntamenti «one date» segnaliamo invece il 20 maggio «il Percorso dei sensi» proposto dallo Spa Caffè di Maxi ho, in via Carlo Poerio, tra benessere, fashion flawer, gastrono- mia e musica, Il 21 il vernissage, sempre a via Carlo Poerio, presso l’atelier di Vincenzo Oste, jewel designer che ha realizzato una serie di inediti tappi gioiello in bronzo, bagnati in argento e oro. Lo stesso giorno, alle 19,30 per gli amanti dell’occulto, Tarocchi&vino nel garden showroom di Galleria Ele- na, in via M. Schipa. A seguire il 22 dalle 16,30 alle 20, presentazione della nuova collezione di gioielli in corallo firmata Ileana della Corte, nel negozio di via Calabritto. Infine, il 23 nella storica maison di cravatte Marinella l’appuntamento da non perdere per i gentlemen: nodi&calici dalle 18 alle 20. Si chiama «City Roots/Naples» (le radici della città) la ricerca fotografica di Massimiliano Foscati che sarà in mostra fino al 30 maggio «Al Blu di Prussia» in via Filangieri. Milanese, una laurea in architettura e la fotografia nelle vene, Foscati ha la città come oggetto della sua indagine artistica, che ha già rivolto su Milano, Firenze, Roma, Como ed altre realtà urbane, andando alla ricerca delle radici. A Napoli espone sei immagini di grandi dimensioni, visioni del Vesuvio, di San Martino, del centro antico (Santa Chiara, Palazzo della Posta), icone individuate come rappresentative delle radici, appunto, della città. Le foto sono realizzate con una macchina digitale volutamente a bassa risoluzione «perchè - spiega lo stesso autore - mi interessa porre in visione l’elemento che sta alla base della tecnologia digitale, il modulo quadrato pixel. La mia formazione, il mio interesse per la fotografia di paesaggio, mi ha portato a cercare di applicare questo elemento alla città e più in generale al paesaggio, nel tentativo di proporre un possibile rinnovamento della fotografia di genere». La mostra, curata da Federica Cerami, si inserisce pienamente nel più attuale dei dibattiti sulla fotografia, o meglio, sull’identità del medium fotografico. Dibattito che ruota attorno alla questione se la tecnologia digitale abbia cambiato non solo il modo di fotografare ma anche lo sguardo del fotografo. «City Roots» fornisce di certo un contributo a questa diatriba. MOSTRA 2/ ASSOCIAZIONE ARIANNA Confidenze partenopee È la Ruota per gli Esposti della Real Casa Santa dell'Annunziata, sulla quale dal 1520 al 1870 venivano lasciati i gettatelli, i bambini abbandonati nelle strade o nei fossati, lo sfondo della mostra d'arte contemporanea «Confidenze...partenopee», collettiva, che accoglie più di 60 artisti napoletani e non, curata da Imma Maddaloni, presidente dell'Associazione Arianna Arte, in collaborazione con LineaDarteOfficina creativa, di Gennaro Ippolito e Giovanna Donnarumma. In un scambio interculturale, tutti gli artisti danno vita ad un'immagine di Napoli lontana da quella mostrataci dai media nel corso degli ultimi mesi: è la Napoli dei fermenti culturali che oggi purtroppo riusciamo a scorgere solo in filigrana. «La nostra collettiva si dà alla città come i vecchi carbonari, eterni briganti dell'arte - spiega Gennaro Ippolito - È una discarica creativa; e la nostra creatività è chiusa in queste quattro mura». È la Napoli dell'arte, dunque, quella che implode in questo maggio nel succorpo della SS. Annunziata. Pittura, fotografia e scultura escono dai propri confini per debordare nell'interdisciplinarità. Raccontando il folclore partenopeo, tradizione e sperimentazione si intrecciano nello spazio espositivo della mostra: i luoghi fisici e mentali simbolo della città, come il Maschio Angioino, S. Biagio dei Librai e Pulcinella, sono fonte di ispirazione degli autori più all'avanguardia. (r.g.) SOCIETÀ&COSTUME MAGGIO 2008 - CHIAIA MAGAZINE Guardiani, debutto glamour SHOPPING Ad un mese dall’apertura battesimo vip per la boutique di via Filangieri Il patron della griffe: «Napoli bella, ma senza turisti» Laura Cocozza s lo pillo È LO SPILLO EVENTI GAMBERO ROSSO È in corso, a Città della Scienza, l'iniziativa denominata Città del Gusto, kermesse della buona tavola, firmata dal Gambero Rosso, il noto marchio di qualità dell'enogastronomia italiana. In agenda eventi enogastronomici, il Wine Bar e stage formativi: un primo livello dei corsi, altamente professionale, è dedicato a ristoratori dal curriculum consolidato. Un secondo livello, di natura amatoriale, prevede stage aperti a tutti gli appassionati: si tratta di un vero training sul campo con cui il partecipante, in un clima piacevole e conviviale, scopre la propria vena gastronomica sotto gli occhi di grandi chef italiani e stranieri. Tra le tematiche: la cucina vegetariana, le verdure, le torte salate, il pesce azzurro, i primi di pesce etc. Direzione: Francesca Riganati. Per Info: [email protected] stato un vero e proprio evento mondano l’happening firmato Alberto Guardiani per il «battesimo» della nuova boutique in via Filangieri. Tanti i volti noti dello spettacolo e della buona società napoletana che hanno festeggiato la recente apertura. Per citarne alcuni: Sal Da Vinci, Antonio e Michele, Cristina Donadio, lo stilista Alessio Visone, lo scrittore Vittorio Paliotti, Diego Napolitano (nipote del Presidente) e la moglie Renata, Marisa Leonetti di Santo Janni, Federica de Gregorio Cattaneo di S.Elia, Selvaggia Visocchi, Stefano Cimaglia delli Santi Gonzaga, Elisabetta D’Andria. Tra gli invitati presenti anche i direttori delle boutique del lusso, nel pieno rispetto dei buoni rapporti di vicinato. Dodici anni dopo il debutto del primo monomarca Alberto Guardiani in via Calabritto (il primo in assoluto nel mondo), il patron della griffe ha deciso dunque di rafforzare la presenza del marchio sul territorio campano. Accompagnato dalla moglie Rossella e dalla sorella Wanda, responsabile del marketing e della comunicazione, è giunto in città per brindare assieme al direttore Paolo Rosetti e ai già tanti estimatori delle sue calzature. «Da tempo dichiara Guardiani - cercavamo una superficie espositiva più grande in zona dove poter dare maggior spazio a tutta la produzione. Non appena si è creata la possibilità abbiamo colto l’occasione». Più modelli «in vista» dunque, non solo per la collezione uomo, il fiore all’occhiello della griffe, ma anche per la collezione donna e junior. L’imprenditore marchigiano ingrandi- IL VARO AL CIRCOLO SAVOIA TORNA IN MARE LO YACHT «LA SPINA» È stata una serata all'insegna del lusso, del glamour e del ritorno al passato quella del 24 aprile. L'occasione: la cerimonia inaugurale del restaurato yacht La Spina I-1, che, costruito nel 1929 su commissione del marchese Francesco Spinola, ha versato per quasi trent'anni in condizioni di abbandono. In presenza del presidente del Circolo, Giuseppe Dalla Vecchia, dei protagonisti del restauro, gli armatori Federico Cuomo e Gianpietro Perin, Francesco Saverio Lauro e Vincenzo Cafiero, Stefano Faggioni dello Studio Faggioni Yacht Design, Andrea Buondonno, general manager di Aprea Peninsula Navis di Sorrento, Alfonso Mele presidente dell’omonima fondazione, e di 300 ospiti, è stato “svelato” La Spina, ormeggiato in andana alla banchina Santa Lucia presso il reale Yacht Club Savoia di Napoli. Madrina il notaio Amelia Cuomo. Alla visita della barca è seguita una serata di gala nei saloni del club e sulla terrazza prospiciente il borgo Marinari, con musica dal vivo anni ‘20 e un ricco buffet. Lo yacht, che ha poi ottenuto il 3 maggio il «Premio Italia per la Vela per il miglior Restauro di barche d'epoca» al 25° Trofeo Accademia Navale di Livorno, ha preso il largo per un tour attraverso i litorali del Mediterraneo. Sarà all'Argentario per il Sailing Week a Porto Santo Stefano, dal 18 al 22 giugno e tornerà sulla costa partenopea il 25 giugno, in occasione del V raduno de Le Vele d'Epoca a Napoli. (r.g.) 14 SGUARDI LONTANI di FRANCESCO IODICE IL PALAZZO DEI FANTASMI edificio di tufo, addossato alla L’ costa della collina di Posillipo, si affaccia per tre dei suoi lati sul sce il retail non solo a Napoli ma anche a Milano dove, in Corso Venezia, a breve aprirà un secondo monomarca. Resta inalterato il terzo e ultimo punto vendita italiano, quello di Roma. Nel capoluogo partenopeo, dunque un investimento importante. Con quali prospettive? «In questo caso - spiega Guardiani puntiamo sui clienti territoriali. Diversamente da Milano e Roma, Napoli sconta un peccato mortale: la disorganizzazione dell’offerta turistica. Molti visitano la costiera e le isole senza passare assolutamente per la città. Non solo. Ma l’offerta non è neanche rapportata alle aspettative del viaggiatore che arriva qui immaginando ristoranti al chiaro di luna con cucina a base di pesce e contorno di musica e brezza marina. Sfido chiunque a trovare un posto così in città». mare: il bigio palazzo non è diroccato, ma non fu mai finito; le sue finestre sono alte e larghe, senza vetri; nei portoni, dove sono scomparsi gli scalini della soglia, entrano con allegro rumore ghirigori di flutto azzurro. Di notte, il palazzo appare intensamente nero, rimane cupo, rifulgono solo le stelle e sotto le volte danzano le volute dell'onda marina. Ogni tanto si ha l'impressione che un lumicino attraversi lentamente le sale e disegni ombre fantastiche nel vano delle finestre. Forse sono ladri? O forse fantasmi? Sì, sono fantasmi che, come in un sogno, scompaiono e vengono sostituiti da un'intensa luce che illumina sale e finestre. Siamo in una notte del 1637: tutta la nobiltà spagnola e napoletana è accorsa a una delle magnifiche feste organizzate da Donna Anna Carafa di Medina Coeli. Nella grande sala, altera, adornata da un ricchissimo abito rosso, con un lieve sorriso sulla bocca, con la mano da baciare protesa verso i cavalieri Grandi di Spagna, sta lei, la padrona di casa. Poco dopo comincia la rappresentazione nel teatrino in fondo al grande salone. Gli attori - per una gran moda venuta dalla Francia sono dei nobili. Donna Anna è la più bella, la più adulata, la più ricca, la più temuta. È anche la più felice? È anche la più amata? No, perché assiste alla scena d'amore fra il suo amante, il principe Gaetano di Casapesenna, e la sua giovane nipote, Donna Mercede de las Torres. I due si abbracciano con tanta verosimiglianza sulla scena che la sala intera scoppia in applausi. Sola, sul trono, sotto la sua corona ducale, Donna Anna impallidisce e si morde le dita, divorata dalla gelosia. È l'alba, il palazzo si svuota. Nelle settimane seguenti le due donne, incontrandosi, si lanciarono stilettate micidiali: Donna Anna ebbe la conferma della tresca fra Gaetano e Mercede. Poiché niente supera l'odio di una donna respinta, la nobildonna mise in atto una vendetta terribile. Donna Mercede fu esiliata in un misterioso convento perchè colta da improvvisa vocazione religiosa; il principe fu inviato su un campo di battaglia ove trovò la morte. Ma allora quei fantasmi sono quelli degli amanti? Sì! Oh cari, allora state ancora insieme? Potessimo anche noi incontrare il nostro amore dopo la morte! SOCIETÀ&COSTUME MAGGIO 2008 - CHIAIA MAGAZINE 15 Megaparty e video a sorpresa per Lorenza IL COMPLEANNO. Per i primi 40 anni della moglie, l’imprenditore Ninni De Santis ha organizzato una festa al Green Park Tennis. Alla consolle l’estro di Gianni Miele esta a sorpresa per Lorenza Licenziati, conduttrice televisiva, che festeggiava i suoi primi 40 anni. Organizzatore del surprise party il marito, l'imprenditore Ninni De Santis coadiuvato da un team composto da Gianni Miele (disk jockey della serata), Alexandra Costa e Giovanni Taiani. Per l’occasione Taiani, editore di Televomero, ha prodotto un video trailer sulla vita artistica di Lorenza titolato “Anteprima 40 anni” che è stato proiettato sul mega F screen del Tennis Park Posillipo, location della festa, affidato all’organizzazione della efficientissima Giuliana Ingarami. Sullo schermo, le immagini delle prime trasmissioni di una Lorenza giovane debuttante in programmi televisivi regionali. A fare gli onori di casa il presi- dente del Circolo, l’avvocato Giuseppe Di Gennaro. Dopo la cena, la serata si è protratta fino a notte fonda, con un intermezzo canoro stonatissimo di alcuni partecipanti impossessatisi della tastiera. Soddisfatto Ninni De Santis, ideatore della serata, per la riuscita sorpresa. Lorenza infatti credeva di andare ad una romantica cena col marito e si è ritrovata contornata da amici e dai figli che aveva lasciato a letto a casa. E la cena romanti- ca? «È solo stata rimandata» assicura Ninni. Le immagini della serata sono state realizzate dalla fotografa dei vip, Gilda Valenza Tra i presenti: gli avvocati Guido e Cristiano Licenziati con la moglie Liana, le imprenditrici Sabrina De Santis ed il marito Antonio, Angela De Santis con il marito Giuseppe, la conduttrice Alexandra Costa e l’ingegnere Marco Arcuri (fratello dell’attrice Manuela), il magistrato Francesca Tuccillo ed il marito l’avvocato Luigi, Carlo Palmieri con la moglie Luisa Carlino, Furio Marco e Luca Stasi, il chirurgo Giuseppe Capone, il commercialista Michele Fortunato con Antonella, l'imprenditrice Alessandra Bocchino con Fabrizio Jemma, Annachiara Gravagnuolo, i costruttori Fabio Merolla e Cesare Foà con Mara, Francesco Fiore, il consigliere comunale Luciano Schifone, Cecilia Pingue, Carlo Missaglia, Giampiero e Claudia Mirra, Alberto Rivieccio e Maresa, Francesco de Marco e Mariella De Rosa (amici del cuore venuti da Cosenza), il professor Paolo Giacobbe ed Annalisa Garofalo. Da Sinistra: foto 1: Ninni e Lorenza con due dei tre figli, Raffaele e Maria Clara; foto 2: Luisa Carlino, Carlo Palmieri, Lorenza, Piero Ansaldi, Marilisa Rea, Ninni, Michele Fortunato, Antonella Serpieri; foto 3: Marco Arcuri, Lorenza ed Alexandra Costa. foto 4: Ninni, Furio Stasi e Giuseppe Di Gennaro, Lorenza, Angela De Santis, Maria Clara De Santis, Giuseppe Cavuoto, Mila Michilli, Sabrina De Santis, Antonio Nicolella. Foto di Gilda Valenza. RIFLETTORI I 5 SENSI PRESENTANO LA NUOVA LANCIA DELTA Il 29 aprile lo showroom Lancia Regina, in Via Campana a Pozzuoli, è stato teatro di un evento esclusivo: l'anteprima della nuova Lancia Delta. Una serata speciale, all'insegna dei 5 sensi. Innanzitutto la vista, sollecitata dalla splendida sfilata a cura di Sabina Albano: un'estemporanea di circa 60 modelli estivi, proposti dalle giovani indossatrici della scuola di portamento Gaylord and You accompagnati dai gioielli della designer napoletana Lucia Gangheri. Poi l’olfatto con le delicate fragranze delle Viole Delta di Syngenta Flowers, quindi l’udito con le immagini digitali del fotografo Riccardo Conte Demolite e la musica live di Sasà Giglio. A seguire il tatto, stimolato dalla morbidezza dei tessuti e della pelle, e infine il gusto, solleticato dalle prelibatezze del Sushi Finger Food accompagnato dalle bollicine del Berlucchi. ARRIVA LA DONNA SIMPLE CHIC DI BROOKSFIELD Come preannunciato, ha appena aperto in via Chiaia 130 il nuovo negozio Brooksfield dedicato alla donna. In vetrina abiti ed accessori per una lady sofisticata che si ispira allo stile di Grace Kelly, musa ispiratrice della collezione simple chic Brooksfield Donna Primavera Estate 2008. Brooksfield rivisita l'eleganza degli Anni Cinquanta, educata nella forma e composta nella linea, e si affida ad una moda bon ton ma che esalta il lato sexy, password dell'appeal di ogni donna. Esempio di una riuscita combinazione tra lo stile anglosassone e la fantasia della tradizione sartoriale italiana, ogni capo di abbigliamento, improntato alla naturalezza, evita ciò che è appariscente a favore di uno stile elegante, misurato e personale. Le giacche sono avvitate, le camicie, le t-shirts e le polo fascianti, i pantaloni diventano skinny, come il modello Audrey. I tessuti più preziosi sono rasi, georgettes, shantung fantasia, lini, taffettas superfemminili, leggeri ed impalpabili. Le camicie sono quasi tutte realizzate in tessuti rigati dai disegni esclusivi. Il jeans fa da padrone nell'area di collezione più casual chic, accompagnato da polo unite e rigate in piquet, con colli tennis o camicia, in tessuti oxford e shantung fantasia per un look più bon ton. INAUGURATO BLACKWOOD AL VOMERO Nel cuore del Vomero, in Piazza Vanvitelli, ha aperto i battenti Blackwood. Non una semplice birreria ma una vera casa dublinese. L'iniziativa si deve ad un gruppo di giovani imprenditori napoletani, tra cui Giuliano Regina, Angelo Scarpato e Giancarlo Santopaolo, che hanno inaugurato il nuovo locale. Arredato off course in legno scuro, con mobili e richiami irish style, il pub aperto a pranzo e cena offre un menu completo: dai panini freddi a base di roast beef e bresaola all’hamburger di chianina, dalle insalate ai piatti unici, miscelando sapori della tradizione anglosassone con ingredienti colorati della cucina mediterranea, passando anche per il gusto esotico del kebab. Non solo: il locale rompe i classici schemi del pub e diventa teatro di un rilassante aperitivo nel pomeriggio accogliendo i suoi avventori in una veranda all'aperto dove i suoni del jazz si mixano alla musica lounge. SOCIETÀ&COSTUME FIORI E MONNEZZA. Alla Tabaccheria Postiglione di Largo Ferrantina a Chiaia, si cercano le combinazioni giuste per sbancare il lotto. Gli argomenti non mancano, tra calcio rovente, festival della monnezza e il nuovo governo sprint a lavoro. Alberto Postiglione, come al solito, spalanca i suoi occhi chiari e sentenzia: «Consiglio di giocare, almeno per 9 estrazioni, il terno dei fiori: 5 (il mese) - 81 (i fiori) - 56 (le & terni favole MAGGIO 2008 - CHIAIA MAGAZINE rose). Questo è un terno da inseguire sulle ruote di Milano, Napoli, Roma e Bari. Per chi, invece, è un’amante dell’oroscopo - continua Postiglione - propongo la combinazione del toro: 69 (il toro) - 77 (le corna) - 37 (la forza). Numeri da giocare per 6 estrazioni, possibilmente per l’estrazione del sabato, sulle ruote di Napoli, Palermo e Bari». L’ambo del momento, sempre stando alle voci che girano in tabaccheria, è 1 (l’Italia) e 60 (il numero della squadra di governo di Berlusconi), da giocare su Roma e su tutte le ruote. Infine, un terno sull’ultima incredibile giornata di campionato: 15 (il calcio) - 35 (la suspense) - 90 (la paura). Ovviamente da giocare sulle ruote di Roma e Milano. 16 L’ideale è un generale che vince sulla carta e perde sul terreno. Il saggio è colui che si rifiuta di capire la vita. Renato Rocco SALUTE&BENESSERE SFIZI&NOTE di MASSIMO LO IACONO Piccoli consigli di «sicurezza alimentare» IL MAGGIO DELLA MUSICA Annalicia Mozzillo* è anche musica di Mario Pilati (compositore proprio riC’ evocato in questa rubrica nel numero scorso) nella rassegna di Primavera 2008 che «Maggio della musica - Maggio dei monumenti» propone, già dal primo incontro, a villa Pignatelli, nella consolidata collaborazione con la Soprintendenza Speciale del Polo museale napoletano. Il concerto con musiche di Pilati vede impegnato il pianista Dario Candela, artefice primo della «Pilati-Reanaissance», con Luca Signorini, il più noto violoncellista attivo a Napoli oggi, sia al San Carlo sia al «Centro di musica antica», dove si è proposto anche come curatore di sorprendenti (e certo anche opportunamente discutibili) progetti trasversali. Due artisti, entrambi in qualche modo napoletani, sono impegnati per questo concerto dedicato alla «Notte dei musei», e così pure anche gli altri appuntamenti di questo ciclo sono incentrati sulla valorizzazione e collaborazione di artisti di casa, dal duo Pieranunzi-de Fusco al quartetto «Savinio», e suoneranno anche Michele Campanella, Sandro de Palma, direttore artistico del sodalizio organizzatore, David Romano ed avrebbe dovuto suonare all'inaugurazione, però, all’auditorium di Sant'Elmo, il fascinoso decano dei pianisti napoletani, Aldo Ciccolini. Tutti questi concerti sono uniti da uno spunto felicissimo, il Romanticismo, con il suo più prestigioso epigono, Brahms, ed il bizzarro Lizst. La risposta del pubblico già dal primo è stata entusiasta, poiché Schumann, Mendelssohn, Brahms, e qualche altro artista dell'epoca, da un secolo ormai sono nel cuore del pubblico che mai sembra stancarsi di riascoltarne i capolavori, con cui ha familiarità. Perciò la risposta affettuosa e sollecita dei presenti è una certezza, ed è anche notevole la familiarità dei presenti con questi musicisti, ed i loro capolavori, selezionati dalla direzione tra i più consolidati capisaldi del repertorio. E pochissimo altro del resto si desidera dopo i cicli con Mozart e Beethoven. Intanto, il sodalizio sta preparando le valigie per la trasferta ad Ankara, ospite dell'Istituto Italiano di Cultura. Oggi i consumatori sono sempre più attenti a ciò che mangiano (sia in termini di quantità che di qualità) ed è giusto pretendere un forte impegno di controllo da parte del settore produttivo agroalimentare e da parte degli organi preposti. Bisogna però anche ricordare che gli alimenti hanno sempre contenuto, oltre ai nutrienti indispensabili per il benessere del nostro corpo, sostanze o agenti potenzialmente tossici. Così nell'ultimo passaggio della catena «sicurezza alimentare» è proprio il consumatore che ha la responsabilità dell'acquisto e dell'uso corretto del cibo che consuma. Dovrà essere ben informato e in grado di leggere le etichette del prodotto (valori nutrizionali, data di scadenza, metodi di cottura…) al fine di proteggere se stesso e i suoi familiari da eventuali rischi. Per esempio è bene sapere che la lettera «E» seguita da un numero indica che nel prodotto è presente un additivo autorizzato nell’Unione Europea e che gli ingredienti sono riportati in ordine di quantità decrescente. Ecco un vademecum per la sicurezza alimentare tra le mura domestiche: variare la scelta degli alimenti per ridurre i rischi di ingerire in modo ripetuto sostanze estranee presenti; per anziani, bambini e donne in gravidanza evitare il consumo di prodotti crudi o poco cotti: uova, zabaione, carne al sangue, pesce crudo, frutti di mare; attenzione alle conserve casalinghe, specialmente quelle in salamoia o sott'olio; non lasciare raffreddare una pietanza troppo a lungo, dovreb- LIBRIDINE Arte, amore e fantasia in «Banet & Storia di Anna» Aurora Cacopardo Il libro «Banet & storia di Anna» a cura di Valeria Jacobacci (Grauseditore), può essere definito un bel libro. Senza pretese filosofiche, come spesso accade oggi, in tante scritture in libertà, senza astruse manipolazioni linguistiche e sintattiche ma semplice e puro e perciò autentico nell’ispirazione e nella forte valenza estetica. Nel libro sono presenti due chiavi di lettura: uno è quella espressa da Carlo Rossi Filangieri, nipote della nobildonna protagonista del romanzo, che struttura l’argomento con sentimento ed azione, l'altra è espressa da Valeria Jacobacci docente e scrittrice che ha sa- puto trasferire nella fluidità narrativa la dimensione storica degli avvenimenti. I protagonisti del libro ci catturano e ci intrigano. Anna Rossi Filangieri e Rubin Sarfer, pittore ebreo noto con il nome d'arte Rodolphe Banet, per sfuggire alle persecuzioni razziali, nascono nello stesso anno, il 1901, lei a Napoli, lui a Varsavia; spiriti inquieti vagano per le strade d'Europa fino a quando si incontrano, si amano, si sposano. La loro vita sarà un susseguirsi di luci ed ombre, passioni, incomprensioni, gelosie ma anche una ricerca interiore sullo sfondo di un’Italia e di un’Europa attraversate da correnti culturali, avanguardie artistiche e letterarie, guerre e rivoluzioni. La Jacobacci - da sempre in- be essere messa in frigorifero entro due ore dalla cottura (un'ora in estate); scongelare gli alimenti di origine animale con il microonde o lentamente in frigorifero; evitare il contatto nel frigo di alimenti di diversa natura: per esempio le uova vicino ai formaggi, o la verdura con la carne; non riporre nel frigorifero un'eccessiva fiducia: non svolge nessuna azione battericida e non conserva gli alimenti in eterno! *Dietista. Per domande e consigli: [email protected] teressata alla storia di Napoli e di quei personaggi che meglio esprimono le peculiarità e le contraddizioni - da una posizione di lontananza salva il sentimento d'amore e i ricordi dei due protagonisti. («Ormai sei famoso, vendi i tuoi quadri, cosa dirai nell'intervista?». «Dirò che ho attraversato il mondo con uno scopo: incontrarti, sei tu la terra promessa»). Il merito dell’autrice, sostenuta da una calda umanità e una prosa attenta ad ogni accadimento, è aver posto in evidenza ciò che la vita, emozionalmente intensa ma formalmente controllata, porta davanti a noi. Il lavoro, dunque, è anche un romanzo interiore, intriso di suggestive immagini (foto di quadri, di persone, di campagne, di alberi) che attraverso un’accurata commistione sentimentale e linguistica, recupera memoria ed identità. SOCIETÀ&COSTUME MAGGIO 2008 - CHIAIA MAGAZINE 17 Paliotti: «La mia amata strega è nata qui» CULTURA. Lo scrittore napoletano svela perché il suo ultimo romanzo si svolge tra Chiaia e Posillipo. La storia di Marisa, simbolo di un mondo inquieto e stressato Aldo De Francesco i sento una strega; sono una strega; spero che non vedrai in me una strega; stasera, non so definirmi che una strega; mi trovi davvero una strega? Sin da quando ero ragazzo, queste espressioni, molto frequenti, per non dire ossessionanti nel linguaggio o negli approcci femminili, mi hanno sempre incuriosito, oggi si direbbe, intrigato». A parlare così non è un personaggio del «Paese delle Streghe» di Andrè Norton, ma è Vittorio Paliotti, il noto scrittore napoletano, autore del romanzo: «Dentro di me una strega» (Tullio Pironti Editore), appena uscito e subito al centro di lusinghieri commenti. «Sentire per una vita simili espressioni - aggiunge - a volte pronunciate come un vezzo, una sorta di noia esistenziale, altre come il bisogno di essere comprese; mi ha convinto a conoscere meglio questo tipo di strega, a dargli una identità, un nome. Era chiaro che non potesse essere la strega dei boschi magici, incantati dei vecchi sillabari ma quella, invece, di un nuovo sillabario urbano, di una Napoli circoscritta, che si dimena in una esistenza agiata e insoddisfatta, di tutt’altro se- «M La copertina del libro «Dentro di me una strega»; l’autore Vittorio Paliotti gno da quella dei miti». Paliotti evita però di schedare questa sua città, non la definisce né post-industriale né rampante né decadente né neocapitalista. Non importa farlo, anche se l’ambiente della sua strega ci rimanda a inequivocabili luoghi dei cosiddetti quartieri bene, Chiaia-Posillipo, addirittura a un parco - il parco Ruffo - in cui Marisa, la protagonista posseduta da Susanna, una strega finita sul rogo nel 1600, consuma di fronte a un panorama da cartolina illustrata la sua prima e travolgente esperienza sessuale, da «adultera invasata». Per scongiurare però il rischio di una malintesa generalizzazione su un quartiere, «bene ma anche per bene» - in cui dopo tutto tiene casa, che è altro dal dire freddamente abita - Paliotti chiarisce subito: «Perché qui? Perché qui c’è uno straordinario campionario di donne, nel significato di ricchezza e di varietà umana. E’ stato naturale attingervi per un’idea più credibile di ambienti e personaggi. Certe situazioni, gli stessi intrecci, da me immaginati, possono nascere e verificarsi prevalentemente in ambienti come questi. Assurdo pensare che la mia strega potesse muoversi tra Calata Capodichino, Secon- digliano, ai Vergini, dove le streghe hanno un diavolo per capello, nemmeno il tempo per fantasticare o annoiarsi. Una cosa però posso dire: quest’opera rifugge da qualsiasi giudizio morale o etichettatura. Anzi quanto più sembrano scabrose alcune vicende, tanto più se ne può trarre una luce caricaturale, satirica, comica, in cui i primi grandi maestri furono Aristofane, Plauto e i commediografi del nostro ‘600. Ecco se proprio devo chiedere qualcosa - incalza l’autore - vi invito ad avere indulgenza per Marisa, protagonista di piaceri fantasticati, metafora assoluta di un mondo disorientato, insoddisfatto, inquieto, stressato. Che è qui e altrove. Tornando, in conclusione, al campionario, cui ho attinto, tengo molto a dire che a Chiaia ci sono davvero le donne più belle del mondo. Non è un caso - prosegue Paliotti - che alcuni palazzi gentilizi di questo quartiere, risalenti all’‘800, siano stati elevati per omaggiare favori e grazie muliebri. A cominciare da palazzo Partanna, in cui ho la fortuna di abitare un’ala accanto, che fu donato da re Ferdinando IV alla sua amante, la duchessa di Floridia». Che chissà quante volte «il re lazzarone» chiamò «la mia adorata strega». LA TRAMA GALEOTTA FU LA SEDUTA SPIRITICA Susanna, una strega vissuta nel Seicento e morta sul rogo, compare durante una seduta spiritica fatta per gioco. a Marisa Del Monte Perez, giovane e bellissima esponente della buona società, domiciliata in un panoramico superattico a via Petrarca, sposata con Giorgio, ingegnere in una filiale napoletana di una prestigiosa azienda di Milano. Marisa, che fino a quel momento si sentiva perfettamente realizzata come moglie e come madre, viene accusata da Susanna di non aver mai assaporato i veri piaceri che l'amore può dare, a patto che si vinca ogni inibizione. Marisa accetta l'accusa e, nella incarnazione della strega Susanna, si lancia in un vortice di piaceri sempre più eccitanti e appaganti. Sadomasochismo, giochi altamente erotici, spionaggio, intrighi politici e terrorismo sono gli ingredienti di una storia rovente che è ambientata nei quartieri di Chiaia e Posillipo. LA STORIA IL LIBRO DI MARIA ORSINI NATALE E SABATINO SCIA ADELAIDE E LA VOGLIA DI VITA «Favole a due voci» tra lupi e tartarughe Il suo nome è Adelaide Ciotola, il suo destino è soffrire, la sua forza è saper soffrire, il suo talento è credere nella vita. Non è un caso che il suo libro s’intitoli «Voglia di vita», una voglia che non passa neanche nel corso delle lunghe giornate in ospedale, tra sogni, occhi spalancati nella speranza, silenzi, piccole gioie, rabbia, amore. Adelaide è del 1999 e dalla vita, finora, non ha avuto che imboscate. Dopo 40 giorni dalla nascita, viene ricoverata in terapia intensiva per problemi respiratori. I medici la curano e la dimettono, diagnosticando una semplice bronchite. Il destino non fa diagnosi, ma agisce, spesso, senza senso. Sceglie Adelaide come fiore da calpestare. Altre crisi respiratorie, ricoveri d’urgenza, mesi e mesi di corsie ed esami, poi il responso: quel fiore ha la sindrome del lobo medio. La sofferenza ha un nome, il destino della piccola Adelaide è una malattia che procura broncopolmoniti e collassi polmonari. Medici in azione, familiari in un abbraccio: le terapie cortisoniche aiutano il respiro di quel fiore, ma ne pregiudicano lo stomaco. La paura di mangiare, l’anoressia alle costole: la piccola subisce un delicato intervento. Un’altra prova, tanto coraggio. Adelaide, tra ricadute e terapie, va a scuola, adora ballare e, con quello sguardo che non arretra né conosce disperazione, desidera un futuro. Nel suo libro di colori e di cuori c’è tutto questo: bene, male, tempesta e quiete. Fuor di pagina, nella vita di tutti i giorni, c’è, invece, una speranza: Adelaide respira con un solo polmone e, per una vita un po’ più normale, deve volare negli Stati Uniti per un intervento di «rigenerazione polmonare». Servono soldi. Chiaia Magazine c’è: presto sarà organizzata una raccolta fondi per Adelaide e la sua voglia di vita. I fiori non vanno mai calpestati. (m.d.f.) Rossella Galletti In un bosco fatto di alberi profumati e di fiori in tutte le stagioni, la vecchia tartaruga Menia, destatasi dal letargo, scopre che un dittatore lupo di nome Scirac sta mettendo a repentaglio la vita degli abitanti del bosco: durante un comizio di protesta, e con il prezioso aiuto di tutti i pappagalli e i merli del mondo, una parola riecheggerà per l'eternità: Pace. È un grido di speranza a riportare all’universo onirico il lettore, catapultato bruscamente nella cruda realtà, in «Favole a due voci» (Graus Editore, 2007, pagg. 118, euro 13,50), il frutto del nuovo connubio letterario tra Maria Orsini Natale e Sabatino Scia. Dopo il debutto del romanzo «La favola del cavallo», l’autrice di «Francesca e Nunziata» e il giovane scrittore si cimentano in un libro di favole scritto a quattro mani. Dall’ingestibile narrazione di Scia a quella della Natale, la quale come una sorta di mamma letteratura riporta il letto- re alla ragione, dissolvendo gli enigmi dell’ordito di parole dipanato da Sabatino, il passo è breve: lo scritto dell’uno, in realtà, contempla e presuppone quello dell’altro. Non è un caso che i protagonisti delle favole di Sabatino Scia siano lupi, tartarughe o asini: cantando le vicissitudini del mondo animale, prende corpo quel desiderio di libertà che spesso i dogmi culturali impediscono all’uomo di esprimere. Ed è qui che la produzione artistica di Scia prende il volo. È Francesco D'Episcopo, nella prefazione al libro, a focalizzare la peculiarità del favolista: «La sua è una favola sostanzialmente eretica, estrema, tutta giocata su una sorta di schizofrenia del cuore e della mente». Da qui il carattere sperimentale della sua favola che, pur svolgendo la consueta funzione etico-morale, deborda nella fiaba, terra per antonomasia della fantasia. Non gliene vorranno Fedro e Propp se egli non rispetta tutte le regole. La Natale compensa con sapienza i testi ribelli di Scia, rendendo esplicita la morale delle favole e spiegando quei passaggi più inaccessibili dell'animo dello scrittore: dall'utopia della pace facile all'accettazione della furia della natura che investe anche l'umanità: «e quei giovani in un baleno sparirono nei flutti. Nessuno seppe più nulla di loro. Il mare li aveva tanto sfigurati... avrebbe voluto, se avesse potuto, solo accarezzarli... avrebbe voluto, se avesse potuto, fermare la sua furia». EVENTI&CURIOSITÀ PAUSA BLOG LIBRERIA FELTRINELLI http://leoaruta.simplicissimus.it SEDE DI PIAZZA DEI MARTIRI Infotel 081.402395 ATTRARRE LETTORI carnet di maggio di LEO ARUTA ome attrarre lettori sul blog? La blogosfera (l’insieme dei blog su internet) in fondo è come la vita reale: se facciamo visita agli amici poi essi verranno a casa nostra. Ciò vuol dire che dovremo visitare i blog degli altri e lasciare commenti, ciò non ci darà la certezza che poi gli altri verranno da noi ma, di sicuro, saranno in molti che decideranno di ricambiare la visita. Ci sono anche altri modi per farsi conoscere e per attrarre visitatori. Ad esempio sarà bene iscriversi alle piattaforme di «social networking». Ne esistono svariate e ne parleremo approfonditamente nei prossimi numeri. Per ora ci limiteremo a prenderne in esame un paio: «MyBlogLog» e «MyBlogCatalog» (www.mybloglog.com e www.myblogcatalog.com) che ci rilasciano i cosiddetti «widget» che incolleremo nei nostri blog e che hanno la funzione di segnalarci il passaggio di altri utenti iscritti a queste piattaforme. Sapremo così chi è passato da noi in modo da ricambiare la visita. Un’altra cosa molto importante, anzi, fondamentale sono i link. Ogni volta che incontrate un sito o un blog che vi piace potrete tenerne traccia incollando nel vostro blog il suo indirizzo web (url). Questa cosina da poco in realtà rappresenta il sistema nervoso di internet. Grazie ai link, infatti, le informazioni viaggiano in tempo reale nel web e si diffondono in modo virale. Ovviamente ciò dipende dal fatto che anche gli altri linkeranno voi, generando in tal modo una rete cruciale. Saranno in tantissimi ad arrivare a voi attraverso i link e voi stessi arriverete su siti o blog utilizzando i link degli altri. Infine, i tre siti del mese: http://192.com/maps (Londra come non l'avete mai vista!); http://ineyewear.com (volete vedere come vi stanno quegli occhiali che vorreste comprare? Caricate una vostra foto ed il gioco è fatto); http://www.harleysocial.com (per i cultori del mito Harley Davidson). C MAGGIO 2008 - CHIAIA MAGAZINE 27. In «L’anima del vino» Massimo Donà, docente universitario di Filosofia e musicista jazz, spiega cosa c'entri il filosofare con la bevanda di Bacco. La tesi è: si può bere da responsabili. Nel bicchiere, insomma, è opportuno versare anche qualche goccio di metafisica. Al libro è allegato un cd jazz che Donà ha dedicato al vino. Interviene l'autore. Al termine degustazione doc. Ore 18.30 28. La Bompiani pubblica l’ultimo libro di Andrea De Carlo «Durante», storia di un vagabondo improbabile, fuori di testa, mezzo hippy e mezzo messia, e pure sciu- 18 pafemmine tenebroso. Favoletta new age-rockettara fuori tempo massimo: già visto! Interviene De Carlo. Ore 18 30. Quanto costa la Chiesa ai contribuenti italiani? Chi gestisce la marea di denaro che ogni anno passa dallo Stato alle istituzioni ecclesiastiche? Come vengono usati questi soldi? Se lo chiede e risponde, documenti alla mano, un segugio da cronaca come Curzio Maltese: il libro è «La Questua» (Ed. Feltrinelli). Maltese incontra il pubblico. Ore 18 Fino al 30 maggio. Il titolo della mostra è chilometrico: «Appunti sulle maree e sulla vita di una città del Nord del Mozambico». Col suo ultimo reportage fotografico Paolo Messeca esplora la vita della città di Pemba. Affresco corale, un po' buonista, di una cultura indigena che conserva il sorriso, malgrado la povertà. FELTRINELLI E «NAPOLI SOSCIA» LA POESIA Una serata per Fratel Vincenzo Dolente preghiera Mercoledì 7 maggio, alla Libreria Feltrinelli di piazza dei Martiri, è stato presentato il dvd «Il Camorrista di Dio», dedicato al missionario Fratel Vincenzo. Il documentario, ideato e realizzato dallo psicologo Beppe Airoldi - che ha anche condotto brillantemente la serata, coadiuvato dalla supervisione di Patrizia Gigli - racconta la storia di Vincenzo Luise, scugnizzo napoletano durante il dopoguerra che, in seguito a una crisi religiosa, diventa missionario camilliano e si trasferisce nel Burkina Faso, paese dell'Africa sub-sahariana, tra i più poveri del mondo. Ogni mattina, Fratel Vincenzo si alza presto e con il suo furgone pieno di medicine, cibo e santini, inizia il suo lavoro per le anguste e polverose strade e capanne tra malaria, colera, febbre gialla, lebbra e soprattutto Aids. «Non cambierei - dice fratello Vincenzo mentre cura un lebbroso - un secondo di questa vita per 100 anni in Italia o in un altro paese». All’incontro erano presenti tra gli altri Mariano D'Antonio, Felice Piccinino, Cesare Polito, Massimilia- Riceviamo e pubblichiamo una breve poesia dal titolo «Dolente preghiera» inviataci da Antonella Esposito (nella foto), titolare dell’edicola di piazza dei Martiri che coltiva, da tempo, la passione per la letteratura. Chiunque desideri inviare brevi componimenti poetici (max 30 versi) alla redazione di Chiaia Magazine, può scrivere a [email protected] oppure può inviare i suoi versi all’indirizzo Chiaia Magazine Via dei Mille, 59 - 80121 Napoli. «Nel silenzio irreale/ di questo sacro luogo,/ vorrei urlare, ma un nodo mi stringe in gola./ Ascolta tutta la mia disperazione, quante anime in pena/ si rimettono alla tua clemenza?/ Parla, a questi tuoi figli travolti dal caos,/ soggiogati da falsi dei, inghiottiti, inesorabilmente,/ dalla smania di vivere,/ in una dimensione senza ritorno./ In questo sacro rifugio,/ ritrovo me stessa,/ tanta serenità/ e un calore che non ha nulla di umano». no Troiano, Vittorio Guida, padre Michele Pellegrino e fratello Moises Martin Bosca. La serata, poi, è proseguita al «Napoli Soscia», associazione culturale enogastronomica di via Ascensione, in cui, grazie allo staff dell’associazione, tra un bicchiere di Fiano, un delizioso ragù preparato dallo chef Marco Di Vicino, una chiacchiera e un sogno, Airoldi ha coinvolto un manipolo di intellettuali e giornalisti per stilare un programma d’azione in Africa che riesca seriamente, con una strategia già pronta di vaccini, a salvare eserciti di bambini da una morte certa. Maria Diani INIZIATIVE CHIAIA MAGAZINE MAGGIO 2008 - CHIAIA MAGAZINE UN GIORNALE PER IL RILANCIO DEL MADE IN NAPLES Arriva «Chiaiatour», tutto sul saper vivere Novità editoriale per l’estate 2008: la Iuppiter Group raddoppia e, dopo Chiaia Magazine, lancia «Chiaiatour» il patinato sul saper vivere. Missione del nuovo giornale (previste, per il momento 4 uscite all’anno) è il rilancio del Made in Naples. Grande spazio verrà dato alla moda, all’arte, alle passioni, agli eventi, ai percorsi enogastronomici e al lifestyle. Il giornale sarà diretto da Laura Cocozza. Presentazione con megafesta prevista per fine giugno. FINALMENTE TUA LA EXCLUSIVE CARD ScoprimiPrendimiUsamiScoprimiPrendimiUsamiScoprimiPrendimiUsamiScoprimiPrendimiUsamiScoprimi LA BACHECA DI 19 m a ga z i n e CHIAIA • DOVE PUOI TROVARCI In oltre 500 punti selezionati: negozi, teatri, cinema, bar, discoteche, banche, boutique, studi professionali, gallerie d’arte, ristoranti, circoli sportivi e in tutti gli eventi culturali e mondani. Distribuzione capillare palazzo per palazzo; gazebi nei punti strategici della città per la presentazione del numero e delle iniziative del mensile. Chiaia Magazine è in distribuzione anche a Milano negli spazi del nuovo Gran Caffè Cimmino (Via Larga - piazza Fontana). 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