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Anno III - n.4 aprile 2008
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CHIAIA
S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ
il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo
Edizioni
Iuppiter Group
The end
POST ELEZIONI
CHIAIA MAGAZINE
2
MONNEZZA? MAI PIÙ
Massimiliano De Francesco
olitologi, dove siete? Dove sono le vostre penne sedute? E le forbite premonizioni? In che pamphlet vi siete rifugiati? Le invocazioni sono d’obbligo perché quasi nessuno, appartente
a questa casta apocalittica, aveva previsto l’esito delle urne. Il Senato? Sarà un
pareggio. La Campania? Reggerà con D’Alema. De Mita? Può farcela. Casini? Sarà
la vera sorpresa. «Più dottrinarii e teorici della politica conosco - scriveva Ansaldo - più mi convinco che non c’è nulla di più terribile di uno stupido che incontra un’idea». Chi stupido non lo è stato affatto è stato il napoletano: è lui il vero vincitore di questa tornata elettorale.
La novità assoluta. Spesso accusato di libidine di servitù, di essere un fuoriclasse nel baciare la mano di chi lo colpisce,
stavolta s’è levato gli schiaffi dalla faccia
con rabbia, orgoglio e, diciamolo pure,
un senso di goduria. Il plebiscito per il
Cavaliere è un «vattene!» a Bassolino. Senza appello, grande quanto la bocca del
Vesuvio, gridato anche da chi non è mai
stato berlusconiano. Insomma, il napoletano, votando Pdl, ha portato le valigie
a Palazzo Santa Lucia e a palazzo San
Giacomo, nella speranza che governatore prima e sindaco poi, decidano al più
presto di lasciare scettro e poltrona.
Ma non sarà così. O almeno non ci sono
dai palazzi segnali di partenza. Anzi. Se
gli uomini del re (Velardi in testa) minimizzano la batosta, il fenomeno di questi giorni è la «bassolinizzazione» della
Iervolino. Dopo il capitombolo elettorale, infatti, la trovata del rimpasto in giunta comunale, già adottata di recente alla Regione, è la vacua strategia di fingere movimento e rinnovamento. Sarà presentata, vedrete, come una salutare terapia d’urto, come una vincente risistemazione di deleghe e competenze ad
una squadra di assessori che, chi più e
chi meno, visto il responso delle elezioni, non gode certo del consenso popolare. Il rimpasto è indigesto per due ragioni: rimanda la fine di un governo e illude chi lo propone di risollevare il personale indice di gradimento. Indice che la
Iervolino, meno di un anno fa, puntava
P
contro chiunque osasse attaccarla sull’emergenza rifiuti. Basta aprire, ad
esempio, quel frigorifero della realtà che
è l’archivio dei giornali per ritrovare la
sindaca che, nel giugno 2007, nel polemizzare con il sindaco di Torino Sergio
Chiamparino, il quale la invitava, insieme a Bassolino, a dimettersi per lo scandalo monnezza, sbottò: «La gente crede
in noi, ci ritiene capaci di dare risposte
concrete. A Napoli, l’emergenza rifiuti
l’abbiamo ereditata e non creata, ma siamo stati capaci di affrontarla e risolverla. Per quanto riguarda la Regione vale
lo stesso criterio e la stessa affermazione.
Chiamparino è invidioso perché la nostra gente crede in noi e finché avremo
il consenso della nostra gente andremo
per la nostra strada e resteremo al nostro
posto». Il 18 agosto 2007, in un’intervista
a firma di Conchita Sannino su la Repubblica, la Iervolino rilanciò: «Senza alcuna presunzione, pensando a questi anni di governo al Comune, Regione e Provincia, penso che se la gente avesse sofferto tutto questo distacco non avrebbe
confermato con tanto consenso i suoi
eletti. Per la gente il governatore non è
Bassolino, ma Antonio. E a me non dicono “signor sindaco”, ma “Rosetta”. E
mi piace».
Venuta a mancare la volontà del popolo,
scudo e alibi contro legittime critiche, la
Iervolino incassa, vacilla e rimpasta,
mentre Bassolino, che il jolly del rimpasto già se l’è giocato, imbullonato alla
poltrona, impossibilitato a scendere tra
la gente, vive e sopravvive nel Palazzo
come un topastro azzoppato che non
molla il formaggio. Non è più un uomo,
ma un «rattopardo», nuova specie di animale politico che passa le ore a rodersi
di rabbia. Niente azione, solo razione:
questa è la sua filosofia. Per dominare la
noia, il rattopardo, non essendo un topo
da biblioteca, ai saggi crociani preferisce
un altro tipo di lettura, molto più produttivo: quella dei Por. Esperto imbattibile della toponomastica del potere, dopo la sentenza delle urne, conoscendo a
meraviglia logiche ed appetiti della sua
società dei topi, al grido «Soli si perde»,
ha lanciato nella mischia l’idea della
grande coalizione per le future amministrative. Un’idea che affossa il Pd e promuove un intruglio affaristico-clientelare in cui c’è posto per tutti. Una raccolta indifferenziata, in cui c’è posto anche per i roditori di Nusco e Ceppaloni,
e, perchè no, anche per il «rosodendro»
Pecoraro Scanio. Obiettivo del rattopardo: allontanare il gattone di Arcore e, soprattutto conservare la gestione del formaggio. Vedremo.
Intanto, nell’attesa del premier Berlusconi, mentre l’assessore regionale al turismo Claudio Velardi promuove il brand
Napoli con la campagna «Monnezza a
chi?», noi preferiamo «Monnezza? Mai
più». Una speranza che, attualmente,
non alberga nei sogni del rattopardo e
dei suoi topastri.
m a ga z i n e
CHIAIA
SA P E R V I V E R E L A C I T TÀ
Anno III n. 4 - aprile 2008
Direttore Editoriale
Nino De Nicola
Direttore Responsabile
IL MORSO DELLA TARANTA
di PAOLO D’ANGELO
ADERISCI ALL’INIZIATIVA «COMPRIAMO UNA CASA A BASSOLINO»
Alvaro Mirabelli
Art Director
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Responsabile Saper Vivere
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Quelli di Chiaia Magazine
Leo Aruta, Antonio Biancospino, Aurora Cacopardo,
Antonella Carlo, Paolo D’Angelo, Giada De Francesco,
Rossella Galletti, Rita Giuseppone, Francesco Iodice,
Massimo Lo Iacono, Malatesta, Annalicia Mozzillo,
Renato Rocco, Francesco Ruggieri, Nicola Sellitti,
Massimiliano Tomasetta, Tommy Totaro
Stampa
Arti grafiche Litho 2
Via Principe di Piemonte, 118 Casoria
Reg. Tribunale di Napoli n. 93 del 27 dicembre 2005
i trovo a Verona e si sa che ogni buon Napoletano
M
quando si trasferisce al nord, da un lato sente sempre la mancanza per la propria terra, dall'altro si rende
conto, però di come stiamo inguaiati, in qualità della
vita, servizi, strade, e bla bla bla, problemi che tutti
conosciamo da tempo. Vorrei comunque mandare un
saluto da Verona al nostro buon Governatore Bassolino,
oramai da troppo tempo preso ingiustamente di mira
perche additato come unico colpevole per le miserie di
questi giorni della nostra terra. Caro Governatore, ho
saputo che al massimo tra un anno lascerai l'incarico,
incarico che nel bene e nel male hai mantenuto con
grande fatica e dedizione in tutti questi anni e nonostante tutti i problemi che da anni hanno martoriato la nostra regione. Tu da solo ti sei fatto carico di tutte le responsabilità per il macello di questa regione, senza neanche la riconoscenza dei tuoi compagni di partito che con
te hanno condiviso scelte e strategie . Durante la campagna elettorale molti hanno cercato di non farsi vedere in
tua compagnia, consigliandoti addirittura di lasciare il
tuo incarico. Ingrati, ingrati per tutto ciò che da te in
tutti questi anni hanno avuto senza chiedere nulla in
cambio. Tutti noi sappiamo che nei momenti più difficili
sono proprio gli amici di sempre a voltarci la faccia. Caro
Bassolino non sei né il primo né l'ultimo ad aver affrontato questo tipo di situazione, classica di un politico in
discesa libera.
Ho letto sui giornali che nonostante il tuo duro lavoro di
questi anni non sei riuscito nemmeno a comprare un
appartamento: questa è una cosa incredibile. Vorrei
proporre a tutti i Napoletani una colletta per dare anche
a te il sogno di ogni Italiano: la casa di proprietà. Dopo
tanti anni di duro lavoro credo sia il minimo di riconoscenza che ogni Napoletano onesto debba riconoscerti.
Per chi è d'accordo scriva a Chiaia Magazine
([email protected]) indicando nome, cognome e
la frase: «Compriamo una casa a Bassolino».
PRIMO PIANO
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3
Palestra De Amicis, la burla dei lavori
ESCLUSIVA. Dal 21 marzo il cantiere è fermo e le condizioni della struttura sono
peggiorate. L’architetto Pane denuncia: «Sospetto che manchi il progetto esecutivo»
Da sinistra: l’ingresso della palestra De Amicis e gli interni come appaiono attualmente
Laura Cocozza
embrava fatta: il 30 gennaio i lavori di ristrutturazione erano stati finalmente avviati. Invece, per la
palestra della scuola De Amicis
le vicissitudini continuano. Il
cantiere è fermo dal 21 marzo, nell'attesa che i tecnici dell'impresa incaricata decidano
sul da farsi. Pare, infatti, che
una prima soluzione per il rifacimento delle due travi perimetrali del solaio, si sia rivelata impraticabile a causa della eccessiva lunghezza prevista per le travi (13,30 metri),
che avrebbe comportato l'utilizzo di autoarticolati nella
strettissima via Bausan. Prima
dello stop, le sole opere intraprese sono state la demolizione del solaio e di alcune strutture perimetrali. Purtroppo,
non è stata approntata nessuna copertura di protezione dell'immobile, col risultato che le
piogge dei giorni scorsi hanno
finito per peggiorarne le condizioni. Si apre quindi una
nuova pagina del «cahier de
doléance» riguardante l'annosa questione della palestra del
III circolo didattico De Amicis.
S
La storia. Una vicenda per la
quale sembrava essersi aperto
uno spiraglio il 30 gennaio di
quest'anno quando, cioè, l'assessore comunale alla Pubblica Istruzione e all'Edilizia Scolastica, Giuseppe Gambale,
seppure in extremis, decise di
mantener fede all'impegno
preso il 23 novembre con i coordinatori della Consulta
Chiaia per Napoli, a loro volta
sollecitati da un gruppo di circa 600 mamme indignate, capeggiate dall'architetto Antonella Pane.
Per la cronaca, il 23 novembre,
nel corso di un incontro tra la
Consulta e il Sindaco Iervolino, l'assessore Gambale, contattato telefonicamente, aveva
indicato la data di fine gennaio per l'inizio dei lavori. Tuttavia, avvicinandosi tale data
senza alcuna notizia dall'assessorato comunale, la Consulta annunciava a mezzo
stampa che avrebbe organizzato per il 30 gennaio un sit-in
di protesta nel cortile della
scuola. Sit-in trasformatosi poi
in manifestazione perché, due
ore prima dell'annunciata protesta, arrivarono i camion della Edilgest, impresa del con-
sorzio Edilpartenope, incaricato dei lavori. In quella occasione sia le mamme che i promotori della Consulta avanzarono la richiesta di conoscere
la delibera del provvedimento
e il progetto di ristrutturazione, assicurando nel contempo
che avrebbero vigilato quotidianamente sui lavori.
Lo stato attuale. A metà febbraio, la Pane, in qualità di
portavoce delle mamme della
De Amicis, ha richiesto all'Ufficio Trasparenza del Comune
copia della delibera del provvedimento, del progetto esecutivo e della relazione tecnica riguardanti la messa in sicurezza della palestra. Riguardo al provvedimento, è stato
appurato che il sindaco Iervolino aveva approvato il progetto del recupero statico della palestra con un decreto sindacale, datato 29 gennaio 2008
(da notare che il sit-in era previsto per il 31). Nel decreto stabiliva il relativo quadro economico, per un importo pari a
398.247,28 euro.
Per garantire tale copertura finanziaria, autorizzava, a norma della legge Falcucci, ad at-
tingere alcune risorse economiche previste per altri capitoli di spesa, ma rimaste inutilizzate.
Per quanto riguarda, invece, la
richiesta di visionare il progetto esecutivo e la relazione
tecnica, l'Amministrazione,
appellandosi all'articolo 22
legge 241/90 che enuncia una
serie di eccezioni alla regola
della trasparenza degli atti
pubblici, ha rifiutato all'architetto Pane l'accesso ai documenti. L'architetto però, codice alla mano, ha reiterato la
richiesta, ritenendo infondato
il ricorso alla legge 241/90 da
parte dell'amministrazione comunale.
Mamme in campo. Carte nel
cassetto, dunque, e trasparenza alla malora. Ma perché la
Pane tiene tanto ad ottenere
il progetto esecutivo? «Sono
un tecnico del Tribunale e architetto da 25 anni ed è mia
convinzione che in questo cantiere i lavori stiano procedendo a braccio. Temo inoltre continua la professionista che si stia lavorando sulla base di una vecchissima concessione edilizia che, secondo
me, non tiene conto delle varianti. Il che comporterebbe,
nella migliore delle ipotesi
che, una volta ultimati i lavori, la palestra non ottenga l'agibilità».
L'architetto Pane non ha intenzione di fermarsi. Agli inizi di aprile ha già inviato via
mail al sindaco, al presidente
della prima Municipalità, agli
assessorati comunali all'Educazione e allo Sport, quattro
richieste. Innanzitutto di far
riprendere immediatamente i
lavori, in modo da garantire
la data di consegna del 30 agosto 2008. In secondo luogo di
provvedere subito a una copertura temporanea dell'edificio della palestra. Quindi, di
operare un controllo sul progetto esecutivo per accertare
che vengano rispettate tutte
le norme che consentano, a lavori ultimati, di ottenere l'agibilità della palestra. Infine,
di consentire l'accesso al cantiere ad un tecnico designato
dalle mamme della De Amicis
per documentare e rendersi
conto dello stato di avanzamento dei lavori.
Il match continua. Di sicuro
però non nella palestra.
PRIMO PIANO
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CAOS
CANTIERI
antieri e caos. Ingabbiati
nella mappa dei sensi unici e degli stop a sorpresa,
accerchiati da ruspe e transenne, testimonial controvoglia dello shock da traffico più invasivo
degli ultimi anni, i cittadini di
Chiaia la prendono col fatalismo di sempre: la consolazione
parziale al sacrificio attuale è il
beneficio imminente di un
quartiere riqualificato, sia pure
a scacchiera. Ma il boccone resta
amaro comunque: partenze, ripartenze, accelerazioni, frenate, da San Ferdinando a via Tasso il festival dei basoli e del catrame procede a sussulti e complica la vita. 5 i nodi cruciali:
via Tasso, via Filangieri, via Carducci, Riviera di Chiaia e via
Santa Caterina da Siena.
Via Tasso. Sull'arteria collinare
non tutto è filato liscio: un esordio ad ostacoli quello vissuto dal
cantiere spuntato tra largo Madre Teresa di Calcutta e piazza
Europa. Ora l'intero tratto è in
stand by: conclusi infatti, il 20
marzo scorso, i lavori di predisposizione del fondo stradale
con la posa del binder (lo strato
di preparazione su cui andrà sistemato l'asfalto), si tratta ora
di attendere i tempi fisiologici
di assestamento dello stesso binder per poi eseguire, a metà
maggio, la pavimentazione in
asfalto e chiudere il discorso.
Per metà maggio, del resto, saranno conclusi anche i lavori di
consolidamento statico del costone di tufo che si trova a valle
del civico 466. Capitolo viabilità:
nel tratto interessato resta per
adesso il senso unico in discesa,
C
Via Tasso, il cantiere alla confluenza con Corso Vittorio Emanuele
Via Carducci, i lavori a piazza Amendola
Riviera di Chiaia, la ristrutturazione della corsia preferenziale
4
L’EMERGENZA
Da San Ferdinando
a Posillipo: mappa
dei disagi e
delle transenne.
Cinque i nodi: via
Tasso, via Filangieri,
via Carducci,
Riviera di Chiaia, via
S. Caterina da Siena
La vignetta di Malatesta
ma con due eccezioni: agli automobilisti residenti a Parco
Comola Ricci, provenienti da
largo Madre Teresa, è consentita la salita fino all'ingresso del
Parco e agli automobilisti residenti a Parco Matarazzo è consentita la salita verso piazza Europa. E se il restyling della parte alta di via Tasso ha le settimane contate, a fine maggio dovrebbe chiudere i battenti anche il secondo cantiere inaugu-
rato nel frattempo sull'arteria
collinare, quello cioè compreso
tra l'imbocco di viale Maria Cristina e l'incrocio con corso Vittorio Emanuele. Anche qui è in
atto l'intervento di sostituzione
dei cubetti di porfido con asfalto drenante e fonoassorbente: si
sta lavorando sulla corsia preferenziale, poi si passerà alla corsia in salita che attualmente è
percorribile dai veicoli.
Via Filangieri. Procede secondo
PRIMO PIANO
LETTERA ALL’ASSESSORE GAMBARDELLA
Lo scempio delle installazioni pubblicitarie
Raffaele Aragona
Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di Raffaele
Aragona ad Elisabetta Gambardella, assessore all’Arredo
e Decoro urbano del Comune di Napoli.
Gentile Signora,
immagino che Lei abbia avuto notizia della mostra fotografica La città disturbata, presente per tutto il mese di
febbraio a «la Feltrinelli» di Piazza dei Martiri: credo
proprio di sì, data l'eco piuttosto ampia che ne ha dato la
stampa cittadina e gli inviti diramati sia per via Internet
che in forma cartacea. Non so se Lei abbia avuto la curiosità di visitarla e di assistere al video dallo stesso titolo e
sullo stesso tema; avrebbe dovuto, visto che il tema riguardava, sia pure indirettamente, l'arredo urbano che è nella
ragione dell'omonimo assessorato, nonché nelle competenze di chi professionalmente se ne sta in questo momento occupando per quanto attiene le strade di Chiaia con i
lavori che investono e investiranno il quartiere per qualche tempo. Avrebbe certamente dovuto riceverne notizia,
visto che già nel novembre scorso si è svolto il convegno
Napoli potenziale comprendente anche i risultati di questo
reportage fotografico sulle orrende installazioni pubblicitarie che hanno invaso le nostre strade. Immagino che
la tabella di marcia, nonostante le battute d'arresto imposte
da un marzo insolitamente piovoso, l'intervento di riqualificazione dell'asse Filangieri/dei
Mille/Colonna. Il cantiere è attualmente operativo in via Filangieri. Non si affievoliscono,
invece, gli echi polemici che
scortano la criticatissima postazione dei taxi, attualmente
allineati sul marciapiede antistante la Libreria Feltrinelli:
una collocazione estremamente infelice che, secondo l'assessore municipale alla Manutenzione Urbana Alberto Boccalatte e il presidente delle «Nuove Botteghe dei Mille» Nino De
Nicola, «riduce ad un impraticabile budello la già ristretta
carreggiata di via Santa Caterina a Chiaia», complicando il lavoro dei tassisti e scoraggiando
la clientela ad usare il taxi per
i prevedibili blocchi stradali che
si creano in via Filangieri a causa dei lavori. «La ragionevole alternativa - sostengono Boccalatte e De Nicola - è quella di
spostare per qualche settimana lo stazionamento in piazza
dei Martiri, lungo il marciapiede di Palazzo Partanna. Ma
l'assessore comunale al Traffico
Gennaro Mola è ferocemente
ostile a qualunque violazione
non Le sia sfuggito un mio scritto su Il Mattino del 29
gennaio scorso cui hanno fatto séguito gli interventi di
Tullio d'Aponte e di Giuseppe Ossorio; i quali, con me,
esprimevano il disagio di ritrovarsi in una selva di mostruosità e con me auspicavano la possibilità di un rimedio, sia pure tardivo. So bene che non è possibile con un
sol colpo di bacchetta magica rimediare al mal fatto ed
eliminare tutte queste nefande intrusioni; ho però nutrito
la speranza che lo sconcio potesse gradualmente essere
eliminato. Ciò anche a leggere le recenti dichiarazioni
dell'Assessorato che dicono di monitoraggio in corso per
la formazione di una mappa atta a individuare gli episodi
più eclatanti in quanto a dispregio dei luoghi. So bene
tutto questo, e comprendo; ma proprio per questo non
riesco ad accettare come sia ancora rimasto in piedi
l'impianto pubblicitario sistemato nel Largo Santa Caterina a Chiaia (vedi foto), a immediato ridosso dell'accesso di
quello che sarebbe dovuto essere quasi il sagrato della
Chiesa (oggi, invece, quasi interamente occupato da una
struttura di bar); un ingombro di poco conto rispetto alle
altre mastodintiche mostruosità presenti in città, ma del
tutto antiestetico nella singolarità della sua posizione e
per giunta pericoloso per i passanti a causa della sua
conformazione. Un tabellone che qualunque assessore,
qualunque architetto, qualunque storico dell'architettura,
dell'area pedonalizzata di piazza dei Martiri».
Via Carducci. Lo scadenzario
dei lavori prevede il completamento ufficiale del restyling
per metà giugno. Tuttavia i
tecnici dell'assessorato comunale al Decoro Urbano puntano
a concludere l'opera per la seconda decade di maggio. I residenti, intanto, puntano il dito
su uno dei punti chiave del recupero, vale a dire piazza
Amendola. Ma i lavori non c'entrano: qui lo spazio recintato
del cantiere, durante i week
end, viene puntualmente violato nottetempo dalle auto in
sosta selvaggia del popolo della movida. Inciviltà a tutto gas.
Controlli zero.
Riviera di Chiaia. Sull'asse interno del lungomare i cantieri
sono spuntati come funghi. Innanzitutto la corsia preferenziale: su di essa insistono i cantieri dell'Azienda Napoletana
di Mobilità. L'intervento riguarda l'installazione delle
nuove rotaie, destinate ai tram
Sirio. Un primo segmento, quello da largo Pignatelli a piazza
Vittoria, doveva essere completato entro marzo: si slitterà invece a fine aprile. Intanto l'operazione di adeguamento ai
nuovi tram è decollata anche
sul tratto di preferenziale compreso tra largo Pignatelli e piazza della Repubblica. Ciò che invece sfugge ad ogni previsione
è la durata dei 2 cantieri, aperti dalla società Ansaldo in largo
Pignatelli e in piazza della Repubblica, per la realizzazione
di due stazioni della Linea 6 del
Metrò.
Via Santa Caterina da Siena.
Andamento lento per l'ambiziosa riqualificazione urbanistica dell'asse urbano da piazza
Santa Caterina da Siena a piazzetta Cariati (ma il recupero riguarda anche i 100 metri di
Corso Vittorio Emanuele, adiacenti alla piazzetta). Qui si procede per minicantieri: l'intervento, attualmente, si concentra su via Santa Caterina da Siena e investirà in tempi stretti
anche l'omonima piazzetta fino all'inizio dei Gradoni di
Chiaia, compreso un segmento
di vico Mondragone (fino all'edicola). In questo tratto si procederà ad oltranza per poter
consegnare i lavori entro giugno. Poi il cantiere si sposterà
di nuovo a piazzetta Cariati e
a corso Vittorio Emanuele dove si conta di lavorare a pieno
regime soprattutto nei mesi
estivi, per incidere il meno
possibile sulla viabilità.
qualunque Direttore dei Lavori dovrebbe essere pronto a
svellere con le proprie mani, tanto è marcia l'idea di chi
ebbe a sistemarlo in quel punto, tanto è incredibile la
disattenzione di chi, pur operando materialmente per la
sistemazione della nuova pavimentazione e la nuova
configurazione del marciapiedi, non ha ritenuto di eliminarlo. Termino invocando un segnale positivo; chiedendo
di poter sperare che rientrino nel progetto anche queste
piccole-grandi operazioni che non costano nulla, ma che
possono incominciare a cancellare le brutture oggi esistenti. Le invio molti cordiali saluti.
LA POLEMICA
Gennaro Mola, assessore al traffico, proprio non vuol
saperne di spostare altrove i taxi parcheggiati lungo le
fioriere di piazza dei Martiri, a partire dalla Caffettiera
per arrivare fino a piazzetta Santa Caterina. Risultato: il
tratto di strada, già collassato dai cantieri del restyling, è
strangolato anche dalle auto gialle in sosta. E gli effetti
sono traffico, smog e clientela dei taxi ormai in fuga.
A chi, intanto, gli suggerisce di spostare lo stazionamento
lungo il marciapiede di Palazzo Partanna, risponde: piazza dei Martiri non si tocca
QUARTIERISSIME
CHIAIA MAGAZINE
«Tasse e degrado: rischio di chiudere»
LA PROTESTA. Vandali, burocrazia, imposte: commercianti e artigiani assediati
dalle emergenze. La stilista Alessandra Piperno: «Via Carducci? Terra di nessuno»
LA PROPOSTA
Stop all’inquinamento
con i motorini elettrici
ncasso di marzo: 30 euro»: le
basta una manciata di parole per incorniciare la sua
tragedia. Che le pesa come un macigno. Che soprattutto la offende.
Perché a costringere all'angolo
Alessandra Piperno, titolare di un
atelier sartoriale in via Carducci, è
stato un diabolico intreccio di circostanze. Lei, però, inseguita dai
conti in rosso e dalle emergenze, di
una cosa è sicura: di non essere un
caso limite. La sua storia di stilista
artigiana, infatti, scandita da numeri di alta acrobazia per sopravvivere, riflette quelle di tanti colleghi, messi in ginocchio da una
città matrigna. Già, perché dipanare la matassa di guai di Alessan-
«I
dra significa processare sia il malgoverno delle istituzioni che un
pezzo di Napoli lazzarona. E così
Alessandra Piperno è letteralmente scoppiata e il conto ai responsabili lo presenta ora con una denuncia pubblica: un conto fatto di
tasse che se la mangiano viva, di
adempimenti burocratici che le
scatenano crisi di panico, di canaglie di strada che le hanno distrutto
23 targhe e rubato 7 tabelle (cioè le
insegne per pubblicizzare il suo
atelier che sulla pubblica via ha solo una vetrina mentre l'ingresso è
all'interno di un palazzo), di teppisti che le hanno divelto 8 piante,
di ben 43 denunce rivelatesi inutili. Un inventario di malanni che
lei ha stampato su un cartellone di
protesta che ora espone sul tratto
di marciapiede su cui affaccia la
sua vetrina. «Il colpo di grazia - dice - me lo hanno dato i lavori in corso e la mancanza di parcheggi:
clienti spariti. Il vandalismo invece è una vecchia storia: nasce con
le invasioni barbariche che, soprattutto di notte, hanno desertificato la zona. Se si aggiungono i cavilli burocratici e fiscali che aggrediscono l'artigiano (vedi Asl, Servizio Artigianato, Inps, Inail, Partita Iva, camera di Commercio, Tarsu), il quadro è completo. Lo Stato
non mi difende, pretende solo: ho
trascorso un anno da un ufficio all'altro, solo per aprire l'attività».
NUMERI UTILI
EMERGENZE-SICUREZZA
CARABINIERI 112
Stazione CC (via Orazio 73)
Tel. 081.681122
Stazione CC (Ferrantina a Chiaia 1)
Tel. 081.417486
POLIZIA 113
Comm. Posillipo (via Manzoni 249)
Tel. 081.5983211
Comm. S. Ferdinando (Riv. di Chiaia 185)
Tel. 081.5980311
POLIZIOTTI DI QUARTIERE
Tel. 335.5292755 (Pattuglia Chiaia)
Tel. 349.2142396 (Pattuglia S. Ferdinando)
Tel. 347.0752926 (Pattuglia Santa Lucia)
POLIZIA STRADALE
Tel. 081.5954111
SOCCORSO STRADALE
Tel. 081.803116
VIGILI URBANI
Tel. 081.7513177
Unità oper. Riviera di Chiaia 105
Tel. 081.7619001
AMMINISTRAZIONE
MUNICIPALITÀ 1
Sede Consiglio Tel. 081.7644876
Anagrafe decentrata Tel. 081.7950501
SANITÀ
PRONTO SOCCORSO LORETO-CRISPI
Tel. 081.2547256
GUARDIA MEDICA LORETO-CRISPI
Tel. 081.7613466
Riceviamo e pubblichiamo un ampio stralcio
della lettera inviataci
dal lettore Giancarlo
Pinto.
«Sono un chiaiese doc e ho un
sogno: seguire un tg nazionale che, oltre a dare notizie
da Napoli di morti di camorra, di collegamenti dall'immondizia, di turisti scippati,
dia risalto al fatto che la Municipalità1 è favorevole ad installare nel proprio territorio
impianti per la ricarica di
mezzi elettrici. Da più parti,
infatti, continuiamo a ricevere informazioni che l'alternativa ai motori a scoppio, che inquinano il pianeta, siano biciclette, scooter o auto a trazione elettrica. I costi di ricarica, ad esempio, sono irrisori in
confronto al petrolio ed in commercio ci sono scooter che, con 47 centesimi, hanno un'autonomia di 80 km. (altri addirittura con 27 centesimi ne fanno 200). Inoltre, essendo mezzi elettrici, sono esentati dalla tassa di possesso per 3 anni mentre le più importanti assicurazioni praticano uno sconto del 50% sul premio RC. Al Nord molti Comuni
incentivano l'acquisto di mezzi a «zero emissioni»: Napoli dovrebbe
imitarli. Certo il costo d'acquisto è più elevato, ma si ammortizza in
fretta perché si risparmia sul carburante e la spesa di esercizio è inesistente. Dal punto di vista ambientale, poi, inquinamento atmosferico e acustico sono pari a zero. Da un anno ho un maxiscooter e non
ho cambiato neanche una vite. A volte per la ricarica energetica veloce mi aiuta un amico come Ciro Rei (vedi foto), gestore del bar Moccia nei pressi del liceo Umberto: ed è come ricaricare un cellulare. Quindi mi schiero per la mobilità ecosostenibile. Napoli, ad esempio, imiti Firenze che è dotata di 150 colonnine per la ricarica. Anche scegliere
mezzi elettrici può essere un atto d'amore per Napoli.
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QUARTIERISSIME
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Parco Comola Ricci, trappola per topi
IL CASO. Tregua armata tra Steg, società proprietaria della strada, e i condomini
Fallita la mediazione istituzionale, i lavori si arenano sul solito scoglio: chi paga?
Alvaro Mirabelli
uemila in trappola:
le recenti frane
hanno picchiato
duro e il futuro è a rischio. Perciò, a questo
punto, i residenti di Parco Comola Ricci hanno
esaurito gli ultimi scampoli di pazienza. Da anni,
infatti, a scandire la vita
dei 58 condomìni della
strada privata ci pensano
le voragini: e ogni capriccio del suolo innesca lo
scontro frontale tra la
gente del Parco e la Steg
Tecnogestioni s.rl., dal '99
proprietaria della strada.
Anche l'ultimo smottamento, ad esempio, quello lungo la rampa che
sbocca a corso Vittorio
Emanuele, ha isolato il
nodo di sempre: chi deve
mettere mano alla tasca
nel caso di opere di manutenzione straordinaria
necessarie a mettere in sicurezza suolo e sottosuolo di un parco che ha il
D
collasso facile? Interrogativo che ha generato contenziosi a cascata tra abitanti e padroni della via
privata. E non basta: la
«guerra del Parco» è poi
straripata dalle aule giudiziarie sulle scrivanie
del prefetto e degli amministratori comunali,
chiamati dallo scorso autunno a fare da arbitri.
Come nel caso di Giorgio
Nugnes, assessore comunale alla Difesa del Suolo
e di Fabio Chiosi e Alberto Boccalatte, rispettivamente presidente e assessore alla Manutenzione della Municipalità 1:
tutti soggetti pubblici finiti in mezzo ai privati
che litigano perché, a parte la controversia su chi
paghi i danni, è in gioco
la pubblica incolumità di
2.000 persone. Ecco perché, all'inizio, le istituzioni sono entrate nella
faccenda in punta di piedi, limitandosi a media-
re. Ma poi l'urgenza del
pericolo ha convinto il
Comune ad usare la forza: un'ordinanza sindacale del 22 novembre ha
intimato, infatti, alla Steg
di eseguire subito la messa in sicurezza del dissesto sulla rampa d'uscita
verso corso Vittorio Emanuele e di esibire poi, entro 10 giorni, un certificato di eliminato pericolo. Cosa che la società non
ha fatto. Così, il 18 marzo,
dall'ennesimo summit
tra le parti, organizzato
in prefettura, è emersa innanzitutto una certezza:
che l'ordinanza era finita
nel dimenticatoio. E poi
sono spuntate 2 ipotesi:
la prima, quella che il Comune eseguisse i lavori in
danno alla Steg (per poi
farsi risarcire dalla società), è stata subito bocciata dall'assessore Nugnes e
la seconda, quella con cui
la Steg ha proposto ai residenti di comprarsi la
strada per 2 milioni di euro, si è arenata sullo scetticismo dei condomini.
Unica consolazione: la
promessa della Steg di ripresentarsi presto con un
progetto di messa in sicurezza della rampa dissestata. «Il primo aprile,
però, nell'ennesimo incontro alla presenza dell'assessore Nugnes, l'amministratore della Steg,
Eduardo Tramontano, si
è limitato ad esibire un
semplice preventivo di
spesa (200mila euro) - racconta l'assessore municipale Boccalatte -, ribadendo che in ogni caso
non toccava alla Steg pagare. Non solo. Tramontano ha detto no anche
alla proposta che fossero
i residenti ad eseguire eccezionalmente i lavori in
danno per poi farsi rimborsare dalla società». Aggiunge l'ingegnere Luca
Pagano, presente alle
trattative come rappre-
sentante dell'associazione “Parco Comola Ricci”
che raccoglie 7 condomìni su 58: «Abbiamo perfino dimostrato che il 90%
dei condomini, come da
contratti di compravendita originari, non è tenuto a spese straordinarie. La Steg, però, resta irremovibile sulla sua pretesa: e cioè ripartire gli
oneri tra società e condomini, e non solo sul dissesto in questione ma anche su tutti i contenziosi
in atto tra noi e loro. In
caso contrario la Steg non
è intenzionata ad intervenire per il ripristino
della sicurezza sulla rampa. Stanno facendo leva
sulla nostra emergenza».
A questo punto si è spazientito persino l'assessore Nugnes: e così, visto
che la Steg non aveva obbedito all'ordinanza sindacale che la obbligava ad
intervenire, è passato alla
denuncia presso la Pro-
cura». Toni bellicosi anche dalla Municipalità di
Chiaia: «Abbiamo sollecitato l'Avvocatura del Comune ha denunciare la
società visto che - spiega
Boccalatte - l'inottemperanza ad un ordinanza
sindacale configura reati
previsti dagli articoli 650
e 677 del Codice Penale».
Tutt’altra campana in casa Steg: «Il punto - dice
Tramontano - è un altro
ed è decisivo: secondo i
contratti originali di compravendita, gli oneri di
manutenzione ordinaria
e straordinaria della strada sono a carico dei condomini. E anche la legge
assegna tali oneri a chi
già esercita il diritto della servitù di passaggio: ed
è il caso di Parco Comola
Ricci. La Steg, poi, ha speso in passato 1.500.000
euro: ora non è più disponibile». Dunque: muro
contro muro. E sulla rampa il pericolo resta.
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Campetto del Molosiglio, stop inatteso
L’INCHIESTA. Il restyling della struttura, destinata ai ragazzi del quartiere, subisce
una brusca frenata: si ritira l’impresa vincitrice dell’appalto. L’amarezza del parroco
Alvaro Mirabelli
uaglioni della favela,
infanzia e giochi blindati tra buio e degrado dei
vicoli: così, per avere luce ed
ossigeno, i ragazzini del Pallonetto scendono a valle. E lì, a
Santa Lucia, si accontentano
di qualche pallonata abusiva
tra le traverse dei benestanti.
Non pretendono la luna e
nemmeno sanno che la soluzione è a portata di mano.
Basterebbe il campetto del
Molosiglio, spazio comunale
creato negli anni '50 in cui
hanno giocato a pallone
intere generazioni di scugnizzi luciani. La struttura, però, a
partire dagli anni '90, è andata lentamente in malora, anzi
riciclata, complice la negligenza degli amministratori comunali, ad autoparcheggio o a
rimessaggio di barche: un
autentico scippo sulla pelle
dei bimbi.
Il parroco e gli scugnizzi. In
missione per conto di Dio,
invece, don Giuseppe, parroco
di Santa Lucia a Mare, quello
spicchio di Molosiglio lo ha
messo in cima alla lista delle
sue priorità perché la risposta
alla fame di spazio dei ragazzini del quartiere era proprio
lì, in quel fazzoletto di 150
metri quadrati con tanto di
spalti e qualche francobollo di
verde. Così, dal gennaio del
2004, il parroco si è messo a
bussare a tutte le porte istituzionali possibili, compresa
G
A sin: il campetto del Molosiglio tra degrado e abbandono. A destra: Don Giuseppe, parroco della chiesa di Santa Lucia a Mare
quella del sindaco, pur di
ottenere la gestione del campo. Risultato: tante anticamere e un pugno di mosche. Una
sola certezza: la struttura,
ormai a pezzi, esigeva un
restyling radicale. In compenso era pronto il progetto di
riqualificazione, che però
marciva nei cassetti di Alfredo
Ponticelli, assessore comunale
allo Sport.
Falsa partenza. Poi, fortunatamente, lo scorso autunno,
un'accelerazione provvidenziale con l'indizione della gara
d'appalto. Obiettivo: rifare il
campetto in 60 giorni. Importo a base d'asta: 100mila euro.
E alla fine, visto che l'appalto
era al ribasso e vinceva chi
proponeva il prezzo più contenuto rispetto all'importo di
partenza, l'ha spuntata una
ditta con un'offerta di 60mila
euro. Entusiasta Ponticelli:
«Un campetto per ogni Municipalità: e questo è il primo
passo». Storia chiusa, allora?
Purtroppo no. Qualche giorno
fa la ditta vincitrice si è rifatta
i calcoli, ha concluso che non
le conveniva e si è ritirata. E
perciò, punto e a capo: ora
entra in lizza la ditta arrivata
seconda. E una nuova procedura significa tempi più
lunghi. «E' il sistema che è
scellerato: il Comune, per
risparmiare a tutti i costi,
indice appalti col sistema del
ribasso. Non mi stupisco
allora - osserva tagliente il
presidente della prima Municipalità Fabio Chiosi - che la
ditta aggiudicataria, dopo
aver verificato i costi reali,
abbia ritenuto che per 60mila
euro non valeva proprio la
pena. Ed è anche peggio rincara Chiosi - quando un'impresa, dopo aver chiesto un
importo ridicolo, per portare
a termine l'incarico finisce col
risparmiare su sicurezza del
cantiere, materiali e manodopera. Coi pessimi risultati che
sappiamo. Nel caso del Molosiglio, lo stallo va superato in
fretta ».
L'incognita della gestione.
Chiosi è tra gli sponsor storici
della restituzione del campet-
to ai bambini di S. Ferdinando. E su una cosa non è disposto a transigere: «Fatto il
campetto, toccherà scegliere a
chi affidare la gestione. Deciderà il sindaco d'autorità? Se
lo scordi. L'art. 22 della riforma sul decentramento è
chiaro: “La Municipalità è
competente nella gestione e
concessione dei mini-impianti
sportivi comunali”. Governo
di quartiere e primo cittadino
- avverte il presidente - dovranno trovare un'intesa».
Sulla trincea del Molosiglio,
intanto, ci resta anche il
parroco: un occhio al cielo e
l'altro ai politici, don Giuseppe rivendica i diritti del Pallonetto e dei suoi scugnizzi.
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Chiaia, sfida tra i campioni di Pes 2008
TENDENZE. Il torneo per i playstation-dipendenti
si disputerà il 18 maggio all’Ostello della Gioventù
narrestabile la febbre per la
playstation. Imbattibile, poi,
la passione per Pes 2008 (per
playstation 2), il gioco del calcio
più amato dai players partenopei che, a maggio, diventerà protagonista di uno dei tornei più
attesi in città. Chi, infatti, alla
domenica allo stadio preferisce
dare calci a un pallone nel mitico Bernabeu, vestire la maglia
di Kakà o dribblare meglio di Lavezzi, non può che iscriversi al
Primo Torneo Pes 2008 di
Chiaia Magazine. Data dell’evento: domenica 18 maggio;
campo di battaglia sportiva: l’Ostello della Gioventù di Mergellina (Salita della Grotta 23); numero dei giocatori: 128. L’organizzazione dell’evento è affidata ad un esperto del settore, Fabrizio Tavassi, chiaiese doc e
campione internazionale di Tekken, gioco di combattimento tra
i più celebri al mondo. «Ormai
la playstation è un cult e il gioco del calcio è un autentico sballo - dice Tavassi -. Con lo staff di
Chiaia Magazine abbiamo deciso di organizzare, nel corso di
tutto l’anno, una programma di
tornei che oltre alla competizione comprenderà anche un
carnet di eventi correlati che
spazieranno dalla musica all’arte, dalla moda al favoloso
mondo dei new media». I videogiochi del terzo millennio ormai sono tra le forme di intrat-
L’ORA LEGALE
di ANTONELLA ESPOSITO
IL «DIVORZIO VELOCE»
I
ra le proposte legislative emerse nell'ultimo periodo
T
figura nuovamente l'introduzione del «divorzio veloce»,
ritornato alla ribalta delle cronache grazie al presidente
Gli amanti del Pes 2008 mentre giocano all’Ostello della Gioventù di Mergellina
tenimento preferite dai giovani
(e dai meno giovani). Internet,
poi, ha alimentato questa passione in mille modi: c’è chi si
sfida on line comunicando con
il sistema skype; chi si scambia
informazioni e segreti per superare ostacoli virtuali (soprattutto per giochi di strategia); chi,
invece, apre blog per dispensare
consigli e organizzare raduni di
appassionati. «A Napoli - continua Tavassi - iniziano ad aumentare i tornei di Pes e cresce
l’interesse per i videogiochi. Ad
aprile, ad esempio, c’è stato il
Torneo Internazionale di Tekken
che si è svolto alla Mostra d’Ol-
tremare e ha visto un’affluenza
di pubblico inaspettata. Il target
dei partecipanti ai tornei va dai
15 ai 35 anni ma, soprattutto
per quelli di calcio, ci sono dei
giocatori over 40 che sono degli
autentici fuoriclasse».
Chi è interessato al Primo Torneo Pes 2008 di Chiaia Magazine e desidera iscriversi alla competizione può mettersi in contatto direttamente con Fabrizio
Tavassi ai numeri 347.2918471/
331.2179321 o consultare il sito
www.chiaiamagazine.it. Quota
di iscrizione 15 euro. Nel corso
dell’evento ci sarà un break con
musica e un ricco buffet. (a.b)
Sarkozy. E' modello da imitare? Il nostro ordinamento, di
tradizione cattolica, si è spesso affannato a creare un sistema
di tutela della famiglia nel momento cruciale della crisi
coniugale. Sono, infatti, note a tutti le vicende, spesso rocambolesche, di una separazione o di un divorzio, così come è
nota la tutela che la legge accorda al coniuge cui viene affidata la prole nel corso dei citati procedimenti. Il punto
normativo sulla questione, allora, non può prescindere dalla
novella 54/2006 con cui il legislatore, ad oltre trent'anni
dall'introduzione del diritto di famiglia, ha innovato anche
questo specifico settore, sia pure creando numerosi problemi
interpretativi: il riferimento è soprattutto all'art. 155 quater
c.c. che impone al giudice, in sede di separazione e divorzio,
di attribuire la casa familiare tenendo conto prioritariamente dell'interesse dei figli. Diritto che, tuttavia, viene meno nel
caso che l'assegnatario non abiti o cessi di abitare stabilmente nella casa familiare o conviva more uxorio oppure contragga nuovo matrimonio. Quindi la novella, se da un lato
non si è molto discostata dall'orientamento della Cassazione,
dall'altro ha legislativamente dato un valore economico
all'assegnazione della casa, giustificando anzi in tal modo la
riduzione dell'assegno a carico dell'obbligato nel caso in cui
l'altro coniuge si sia visto assegnare la casa familiare dal
giudice. E, dulcis in fundo, tempi duri per quelle convivenze
more uxorio consumate nell'abitazione familiare in danno
del coniuge non affidatario della prole. Ma c'è di più. Il
Tribunale di Napoli, con orientamento che farà scuola forse
anche per gli altri «ermellini», ha precisato che il coniuge
che chiede la revoca del provvedimento di assegnazione,
deve comunque fornire la prova della nuova convivenza
inaugurata dall'altro coniuge.
Tutte queste norme, quindi, sono incompatibili con l'auspicato «divorzio veloce», salvo che non lo si voglia riconoscere
solo per i matrimoni senza figli.
Kefyr, il nettare della salute
Remy Gelo - Via Ferdinando Galliani 29/A
Telefono: 081.667304
a microflora intestinale umana, complessa e abbondante, si traduce in un ecosistema di fondamentale importanza per la vita. I fattori che lo influenzano sono molteplici: alimentazione e condizioni di igiene; terapie antibiotiche
ed eventi infettivi; assunzione orale di batteri; ridotta attività fisica, stress e consumo di cibi raffinati sottoposti a processi industriali di sterilizzazione. Su questo delicato scenario occorre, dunque, intervenire, integrando l’alimentazione con i cosiddetti alimenti "funzionali" e "probiotici". Di cosa si tratti, è presto detto. Già all’inizio del secolo scorso Ilya Ilyich Mechnikov,
scienziato russo e Nobel nel 1908 per i suoi studi sull’immunologia, osservando che alcuni popoli di pastori del Caucaso
godevano di particolari condizioni di buona salute e di una longevità eccezionale per quell’epoca, aveva attribuito al latte fermentato e specialmente ad un alimento denominato kefyr, al-
L
la base della dieta caucasica, la capacità di influire positivamente sulla salute umana. Nettare squisito e benefico, progenitore dello yogurth, il kefyr è dunque una bevanda tipica
della tradizione medio-orientale: il suo nome deriva dal turco
"keyif", traducibile col termine "benessere", e da millenni è elemento primario nell’alimentazione di numerose comunità. Il
kefyr, quindi, la cui famiglia è quella dei latti fermentati, ha radici antiche ed esotiche: ne parla la Bibbia e, secondo la tradizione islamica, Maometto in persona avrebbe donato i primi grani di kefyr (detti anche "grani del Profeta") ad alcuni pastori. Oggi, fortunatamente, la bevanda gode di un giusto rilancio: il suo identikit nutrizionale/terapeutico di alto profilo e il
suo gusto amabile gli attribuiscono chance formidabili sul mercato della salute. E a questo punto entra in gioco Chiaia, perché è qui che viene prodotto il kefyr: e precisamente nel la-
boratorio dell’azienda Remy (alla Riviera di Chiaia) che è approdata alla preparazione del kefyr dopo una lunga esperienza, maturata nella lavorazione e trasformazione del latte, visto
che già nel 1919 si produceva gelato artigianale nella latteria
di Vittorio Corradini a Porta Capuana. Il marchio, adesso, è
giunto alla quarta generazione e non contempla solo la produzione di gelato di alta qualità, ma anche (dall’inizio degli anni ’90) di alimenti fermentati, come appunto yogurth e kefyr.
In questo senso, anzi, l’azienda Remy ha certamente il primato
di aver proposto alla sua clientela alimenti "funzionali": e proprio il "RemyKefyr" viene oggi commercializzato nel punto-vendita di via Galliani. Visto poi che la gola esige la sua parte, l’assortimento di kefyr non offre solo la classica versione cremosa e frizzante, ma anche i gusti al caffè, fragola, mirtilli, banana, carota, amarena, albicocca e altri, dolcificati col fruttosio.
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QUARTIERISSIME
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Pausilipon, sì alla «Casa della speranza»
IL PROGETTO. Accordo tra l’Ospedale e la Regione per ristrutturare Villa Dini in
un alloggio per le famiglie che assistono i piccoli degenti. Tempi dei lavori: 2 anni
Nicola Sellitti
n ex residenza per suore
che diventa alloggio e ristoro per famiglie con
bambini in cura all'ospedale
«Pausilipon». Era uno dei progetti principali dell'Associazione Spider Campania, onlus che unisce
le associazioni più attive della
struttura pediatrica napoletana
impegnate a garantire sostegno
ai bambini affetti da patologie
oncologiche. Tra esse anche l'associazione dei genitori «Carmine
Gallo» che ha adottato l'idea di
trasformare Villa Dini, incustodito rudere neoclassico in via Posillipo di proprietà del Presidio
Ospedaliero Pausilipon, in una
«Casa della speranza» per le famiglie costrette a frequenti viaggi dalla provincia di Napoli per
assistere i piccoli ammalati. Ed
ecco le linee guida del progetto di
U
Ospedale Santobono-Pausilipon
ristrutturazione della residenza
ottocentesca, curato da professionisti dell'Istituto Nazionale di
Bioarchitettura: dieci unità abitative per madre, bambino e padre, bisognosi di restare nelle vicinanze dell'ospedale per un limitato periodo di tempo; strut-
ture comuni per degenti e visitatori (bar, un piccolo market); un'area «dormitorio» per i papà che di
notte dormono nella propria automobile.
L'iniziativa per la Casa alloggio è
stata poi presentata dall’associazione Spider alla Sovrintendenza,
al Genio Civile e al Comune di
Napoli. Positivi i pareri degli enti interpellati, che hanno anche
segnalato alcune modifiche al
progetto iniziale.
Lo scoglio successivo per la Spider
(e per la «Carmine Gallo») consisteva nell'ottenere dalla Direzione Generale del Santobono-Pausilipon un comodato d'uso per la
ristrutturazione e la conseguente gestione della Casa Alloggio.
Cosa che, però, si è rivelata impraticabile perchè in realtà il rudere non apparteneva più al Pausilipon: Villa Dini, infatti, è stata
venduta per 99 anni al Demanio
Regionale che, però si è impegnato, secondo gli accordi, a ristrutturare lo stabile per ricavarne la sospirata Casa Alloggio. Successivamente il demanio dovrebbe concedere la struttura in
comodato d'uso all'Azienda Santobono-Pausilipon. O almeno co-
CONCERTO ALL’AUGUSTEO
PER I BAMBINI DEL PAUSILIPON
IL «BOSCO» DI PEP LLAMBIAS
IN MOSTRA ALLA STUDIO TRISORIO
Iniziativa solidale firmata da «Spider Campania Onlus, Associazione per la Rete Regionale a tutela del bambino oncologico» con sede presso l'ospedale Pausilipon e dall' «Associazione Anema e Core»: l'incasso del concerto (21 aprile al Teatro Augusteo) del chitarrista Guido Lembo (nella foto) è devoluto
alla creazione di una Rete Oncologica Pediatrica in Campania. Infotel 081.5754268
Giovedì 9 maggio, alle ore 19, presso lo Studio Trisorio di Napoli (Riviera di Chiaia 215), si inaugura
per la prima volta in Italia, la mostra dell’artista
spagnolo Pep Llambìas dal titolo «All’interno del
bosco». Le opere di Llambias, creativo poliedrico
che spazia dalla pittura alla scultura, dal disegno
all’installazione, fanno parte di importanti collezioni sia private che pubbliche come il Museo
d’Arte Contemporanea di Mallorca.
CENTRO DISABILI DI MARECHIARO
gazzi diversamente abili e ai loro genitori. Un esperimento che ha raccolto consensi sia sul piano del recupero comportamentale dei piccoli frequentatori, grazie
ad attività di laboratorio, manuali, teatrali e musicali, che li hanno resi più autonomi, sia responsabilizzando senza pietismi gli stessi genitori, inducendoli a nutrire maggior fiducia nelle capacità di rimonta dei ragazzi. «Il Centro di Marechiaro - spiegano appunto i genitori - ha
rappresentato tra l'altro un punto di riferimento essenziale per una formazione,
indirizzata a noi, rendendoci consapevoli che la mancata autonomia dei ragazzi
era la conseguenza di un eccesso di protezione da parte nostra. Il percorso di for-
L’assessore promette: si apre tra 2 mesi
Da quando, il 27 febbraio, ha chiuso temporaneamente i battenti l'Istituto San
Francesco d'Assisi a Marechiaro a causa di
interventi urgenti per adeguare la struttura alle norme sulla sicurezza, i genitori
dei ragazzi disabili di Chiaia-Posillipo sono preoccupati per la sospensione delle attività di assistenza che i giovani portatori
di handicap ricevono dall'Istituto. Da tempo, infatti, il San Francesco d'Assisi ospita
il «Progetto Mario e Chiara», laboratorio di
educazione e formazione, rivolto ai ra-
sì si spera. Le associazioni che
formano la Spider sono stati ricevute in Regione poco prima delle feste natalizie, ricevendo ampie
rassicurazioni sui fondi europei
già assegnati per la valenza sociale del progetto. Ma in quanto
tempo? E i criteri dei lavori? Così
Marie France Boccalatte, vicepresidente dell'Associazione Carmine Gallo: «L'Agenzia Regionale Sanitaria e l'assessore alla Sanità Angelo Montemarano hanno preventivato sette-otto mesi
per le necessarie gare d'appalto e
2 anni per la consegna della Casa Alloggio». Il 19 febbraio scorso,
infine, l’assessore regionale alle
Politiche Sociali Alfonsina De Felice e il Direttore del SantobonoPausilipon Nicola Mininni, con
le ultime firme al progetto, hanno ribadito la volontà di procedere rapidamente alla ristrutturazione della villa.
mazione ha rivoluzionato il rapporto con
i nostri figli». Un piccolo, grande miracolo, dunque, sul cui futuro si addensano però le nubi di una chiusura a tempo indeterminato che spaventa i protagonisti del
«Progetto Mario e Chiara»: «Non è in discussione l'urgenza di lavori tecnicamente
necessari, - spiegano i papà e le mamme quanto la prospettiva di una lunga attesa».
Il 10 aprile, però, si è aperto uno spiraglio: due giorni prima delle elezioni,l’assessore alle Politiche Sociali Giulio Riccio
(nella foto), ha convocato le famiglie, assicurando non solo di aver trovato i fondi,
senza però precisare dove, ma promettendo anche la riapertura del Centro entro 50 giorni. Che coincidenza! (p.f.)
QUARTIERISSIME
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Via Toledo, impazza il balletto dei basoli
IL CASO. La strada dello «struscio», di recente riqualificata, è già un percorso
ad ostacoli. Tra le altre emergenze l’invasione delle baby gang e degli ambulanti
Rita Giuseppone
apoli è una delle poche
città al mondo in cui
paradiso e inferno convivono gomito a gomito. Non di
rado i turisti restano stupiti di
come le vie più illustri e panoramiche e le zone più chic si trovino a ridosso dei quartieri più
popolari che hanno fatto la storia di questa città ma che ora
soccombono nel degrado, assediati da povertà, noncuranza e criminalità organizzata.
Capita anche passando per via
Toledo, zona di shopping e di
passeggio per turisti, residenti
e lavoratori che vi si recano dai
vicini uffici dei numerosi edifici per trascorrere qualche minuto all’aria aperta. Basta voltare l’angolo, uno dei tanti
punti d’intersezione del reticolato ippodameo cittadino, ed
ecco che ci si trova ai Quartieri Spagnoli, nati come «base
d’appoggio» dei soldati del Viceré Don Pedro de Toledo, oggi
noti per le pittoresche botteghe, le trattorie, i «bassi» e, purtroppo, per storie di criminalità che affondano le radici nella povertà e nel degrado.
La cosiddetta «movida violenta» e una scriteriata gestione
dei lavori di riqualificazione
del manto stradale fanno sì che
via Toledo sia diventata una vera e propria «terra di nessuno»
abbandonata alla mercé di sciami di vandali in motorino che
sfrecciano tra le bancarelle di
fortuna allestite dai numerosi
LA SEGNALAZIONE
N
di MASSIMO GALLOTTA
LE MEZZE
STRISCE DI
VIA ARCOLEO
llarme rosso in via Arcoleo,
A
angolo piazza Vittoria: qui,
l'attraversamento (vedi foto) è
tra i passaggi più importanti,
ma più pericolosi di Chiaia.
Fino allo scorso anno queste
strisce pedonali erano servite
venditori ambulanti della zona. Vittime di queste baby gang
non solo i passanti ma anche
oggetti inanimati, come i manichini del negozio «Intimissimi» che, spesso, vengono tirati
giù come in una specie di competizione sportiva. Ci spiegano
le commesse: «Il negozio è sulla strada, siamo abituati a questi atti di vandalismo. Quando
abbiamo aperto, due anni fa,
subimmo subito un furto ma le
forze dell'ordine si presentarono soltanto dopo tre quarti d'ora». Gli fanno eco le ragazze
che lavorano al vicino «Golden
Point»: «Ormai non vale più la
pena di chiamare la polizia - ci
spiega la responsabile - la maggior parte dei furti riguarda atti di taccheggio, d'estate spariscono addirittura i costumi, ci
lasciano soltanto le scatole vuote. Non è una novità, così come
durante il periodo di Carnevale, quando le nostre vetrine so-
no oggetto del ripetuto lancio
di uova ed altri oggetti”. Il taccheggio sembra essere un problema frequente per i negozianti della zona. Il megastore
della «Benetton» ha installato
un sistema di videosorveglianza proprio per evitare questi
spiacevoli episodi che sembrano essere all'ordine del giorno.
Lo conferma anche il personale della «Sisley»: «Sono tantissimi i capi che spariscono per
mano di qualche cliente disonesto. Anche se il momento
più critico resta quello della
chiusura, quando nelle casse
confluiscono gli introiti della
giornata. Al mattino ci capita
di vedere ogni tanto delle volanti ma di sera spariscono e
abbiamo paura». Un timore
giustificato visto che, proprio
al calar del buio, si sono verificati gli ultimi episodi di violenza proprio nel tratto finale
di via Toledo che porta in piaz-
za Trieste e Trento, ritrovo dello «struscio» serale e teatro di
frequenti incidenti quali aggressioni e rapine, nonché di
quello che potrebbe essere soprannominato «il balletto degli ambulanti». Venditori abusivi di merce contraffatta che
s'incontrano ogni dieci metri e
che, ogni giorno, come le gazzelle di una giungla di asfalto,
devono smontare le bancarelle
e correre più veloce dei leoni,
per sfuggire ai controlli delle
forze dell’ordine. Come se non
bastasse, nonostante i recenti
lavori di restyling, torna alla ribalta la questione della pavimentazione stradale: anche se
si tratta di una zona a traffico
limitato, via Toledo è difficilmente percorribile anche a piedi, vista l'ingente quantità di
buche e basoli divelti (vedi foto)
che contribuiscono a conferirle un'immagine d'incuria ancora maggiore.
da un semaforo che poi è stato
abolito per migliorare la viabilità. Pessima idea. Oggi, infatti, il
passaggio pedonale, ormai
incustodito, è diventato, data la
posizione cruciale che registra
un carico di traffico elevatissimo, a rischio estremo per i
pedoni mentre non sono infrequenti gli incidenti. Le stesse
strisce sono ormai sbiadite. La
situazione ripropone la drammatica mancanza di rispetto
per il pedone che esiste in
questa città.
DIARIO
DELLA
MUNICIPALITÀ 1
CHIAIA MAGAZINE
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A viale Dohrn il futuro polo mercatale
LA DELIBERA. La giunta Chiosi propone di unificare i mercatini rionali di Chiaia
finiti sotto accusa per il caos, i servizi inesistenti e la mancanza di aree di sosta
ercatini e commercio
ambulante. Delle due
l'una: a Napoli le regole
o sono completamente saltate o
non ci sono mai state. Una
faccenda scivolosa che all'assessorato comunale al Commercio,
più abituato a subire i fermenti
economici che a indirizzarli, è
sgusciata di mano da un pezzo.
E la conferma è arrivata di
recente proprio da ChiaiaPosillipo-San Ferdinando. Se
infatti l'onda lunga del blitz
delle forze dell'ordine al mercatino di Posillipo scuote ancora
la cronaca, ora le luci si riaccendono anche sulle altre aree
critiche. A Chiaia, infatti, «Bancarella City» ha tre capitali: il
punto di piazzetta Eritrea,
quello di largo Torretta e quello
di via Imbriani (nella foto). Che
adesso finiscono di nuovo sotto
processo. E per un mucchio di
buone ragioni, almeno a dar
retta a chi da tempo sogna un
riordino della geografia mercatale del quartiere. E' il caso del
governo della Municipalità1
che in cima alle critiche sui 3
mercatini ci mette innanzitutto
l'inadeguatezza dei siti. Piazzetta Eritrea: lo spazio è di difficile
accesso e fa a cazzotti col circostante contesto residenziale. E
non basta perché in tempi
stretti sarà interessato ai cantieri della Linea 6 del metrò. Largo
Torretta: il mercatino, attualmente caotico e non funzionale,
sarà anch'esso investito a breve
dallo spostamento dei sottoservizi previsti per la metropolitana. Infine, visto che il veleno è
M
SPECIALE ELEZIONI: COSÌ HA
VOTATO LA MUNICIPALITÀ 1
sempre in coda, Via Vittorio
Imbriani: la bancarellopoli,
discussa da sempre, nel cuore
della Napoli bene è indicata
come un corpo estraneo nel
tessuto economico circostante.
Inoltre mette in ginocchio la
circolazione automobilistica,
sottrae posti auto e crea caos.
Tre scrupolose diagnosi che il
presidente Fabio Chiosi e i suoi
assessori (Maurizio Tesorone,
Alberto Boccalatte, Alfonso
Brancaccio e Silvana
D'Ippolito) hanno messo nero
su bianco in una recente delibera di giunta, aggiungendo che
le 3 aree non sono neanche
servite da parcheggi e servizi.
Nella delibera, però, c'è anche la
terapia anticaos: un Polo Mercatale della prima Municipalità
che, nei piani di Chiosi e della
sua squadra, spalancherebbe ai
consumatori di Chiaia le prospettive di una piccola rivoluzione. «In altre città, infatti, -
puntualizza la delibera - le aree
mercatali di media grandezza
hanno favorito il commercio,
diventando fattori di attrazione.
E' opportuno allora concentrare
gli ambulanti in un'unica,
grande zona con strutture
moderne, funzionali, gradevoli,
dotate di servizi e spazio per il
parcheggio». Ma quale spazio
può offrire tutte queste credenziali? Il sito indicato dalla
delibera è Viale Dhorn. E adesso
un passo indietro. Mercatino di
Posillipo: per ora l’area resta
sotto sequestro per mancanza
di un regolamento mercatale,
occupazione abusiva, danneggiamenti e assenza di servizi
igienici. «Se il Comune vuole, la
soluzione c’è - propone Boccalatte -. In attesa del dissequestro,
gli ambulanti possono essere
spostati temporaneamente sulla
vicinissima via Tito Lucrezio
Caro: dopo una veloce verifica
tecnica, ovviamente».
Politiche 2008. Come il resto d'Italia, anche Napoli ha attribuito fiducia con largo margine ai moderati del Pdl. E anche a
Napoli, il distacco che il centrodestra di Berlusconi ha inflitto
al centrosinistra di Veltroni è stato del 9% circa. Il Popolo della
Libertà ha prevalso in ben 22 dei 29 quartieri storici di Napoli.
Vediamo, però, in particolare come si è pronunciata la Municipalità 1, prendendo in esame solo le principali coalizioni.
Risultati al Senato (votanti 44.542). I consensi del territorio
San Ferdinando-Chiaia-Posillipo si sono così distribuiti: 51,5 %
per Berlusconi Presidente (22.439 voti); il 37,7 % per Veltroni
Presidente (16.424 voti); il 4,79 % per Casini Presidente (2.087
voti); il 2,65 % per Bertinotti Presidente (1.156 voti); l'1,13 % per
Santanchè Presidente (491 voti). Vediamo ora i dati quartiere
per quartiere. San Ferdinando: il 52,24 % per Berlusconi
Presidente; il 36,14 % per Veltroni Presidente; il 3,72 % per
Casini Presidente; il 3,65 % per Bertinotti Presidente; l'1,25 %
per Santanchè Presidente. Chiaia: il 49,8 % per Berlusconi
Presidente; il 39,42 % per Veltroni Presidente; il 4,89 % per
Casini Presidente; il 2,67 % per Bertinotti Presidente; l'1,06 %
per Santanchè Presidente. Posillipo: il 53,79 % per Berlusconi
Presidente; il 35,83 % per Veltroni Presidente; il 5,37 % per
Casini Presidente; l'1,92 % per Bertinotti Presidente; l'1,16 %
per Santanchè Presidente.
Risultati alla Camera (votanti 48.933). I consensi del territorio
San Ferdinando-Chiaia-Posillipo si sono così distribuiti: il 50,28
% per Berlusconi Presidente (24.066 voti); il 38,02 % per Veltroni Presidente (18.197 voti); il 4,95 % per Casini Presidente
(2.367 voti); il 2,45 % per Bertinotti Presidente (1.173 voti);
l'1,45 % per Santanchè Presidente (695 voti). Vediamo ora i dati
scomposti quartiere per quartiere. San Ferdinando: il 51,43 %
per Berlusconi Presidente; il 36,83 % per Veltroni Presidente; il
3,96 % per Casini Presidente; il 3,09 % per Bertinotti Presidente; l'1,15 % per Santanchè Presidente. Chiaia: il 48,41 % per
Berlusconi Presidente; il 39,67 % per Veltroni Presidente; il 5,15
% per Casini Presidente; il 2,58 % per Bertinotti Presidente;
l'1,51 % per Santanchè Presidente. Posillipo: il 52,69 % per
Berlusconi Presidente; il 36,02 % per Veltroni Presidente; il 5,3
% per Casini Presidente; l'1,77 % per Bertinotti Presidente;
l'1,58 per Santanchè Presidente.
NUOVE BOTTEGHE
DEI MILLE news
CIAO AFRICA
• QUOTA
ASSOCIATIVA
CONSIDERAZIONI «BAGNATE»
Nino De Nicola, presidente delle Nuove Botteghe dei Mille, e il direttivo dell’associazione
ringraziano tutti i soci
per l’appoggio dimostrato nelle iniziative e
nelle battaglie condotte
in nome del quartiere e
per migliorare la vivibilità di Chiaia in questi
anni. Non resta che
insistere in questa
direzione, rinnovando
lo spirito associativo
che caratterizza la
categoria dei commercianti. È partita, intanto, la campagna di
iscrizione alle Nuove
Botteghe dei Mille,
primo centro commerciale della città. Quest’anno la quota associativa è di 50 euro. Coloro
che sono interessati
possono contattare
Gianni Gagliardi, segretario del sodalizio, al
numero 339/8841654.
di BEPPE AIROLDI
uando piove, un detto
Q
popolare fa pensare ad
un comportamento del
governo. Scrivo prima delle
elezioni (anche se Chiaia
Magazine uscirà dopo...)
per cui non so a chi sia
diretto l'epiteto. Penso
invece che chiove; (punto e
virgola in omaggio a Bartezzaghi) e cumme c...o chiove.
Quattro considerazioni:
primo, mi sono stancato di
sentire parlare di siccità,
del fatto che devo farmi la
doccia con meno acqua...,
visto che con tutta la pioggia che è scesa (e scende)
hai voglia e fa'. Basta raccoglierla. Secondo: si devono
tassare le bottiglie di acqua
minerale (insisto che il
superfluo deve servire a
dissetare il sud del mondo).
Terzo: nessuno conosce la
Piscina Mirabilis! Uno dei
monumenti sotterranei più
importanti del mondo,
lungo 70 metri e alto 20 in
quel di Bacoli e che serviva
come cisterna per il rifornimento idrico della flotta
militare romana posta là
sotto in Acqua Morta e
rifornito da un sistema di
acquedotti strabiliante (p.e.
Arco Felice) viene posposto
all’attenzione dei turisti a
mostre di mutande di
improbabili «artisti» americani. Quarto: non diamo
solo la colpa agli altri, ma
laviamoci anche i panni
sporchi in famiglia. Poi
pubblicizziamo questa
città. Per esempio con gli
ombrelli.
Caro Velardi, visto che sei
assessore al turismo della
Regione Campania, perché
non fai riempire le piovosissime città del nord del
mondo di ombrelli con il
logo «Napule, chiste è ‘o
paese do sole». Saresti
anche filologicamente
corretto: l'oggetto in questione non nasce per difenderci dall'acqua, ma per
farci ombra.
c h i a i a m a ga z i n e
SAPERVIVERE
SOCIETÀ • COSTUME • RELAX • MOVIDA • EVENTI • CURIOSITÀ
Al Naìs in mostra i bambini di Manina
FOTOGRAFIA. Al book bar di via Ferrigni la prima personale di Fabrizia Cesario
60 scatti dedicati ai bimbi malgasci. Il ricavato a favore di una associazione onlus
Rossella Galletti
asciate danzare il
vento, lasciate cantare il silenzio, lasciate suonare l'oceano»: è
il grido di libertà del poeta malgascio Roger Kha ad
accompagnare il sorriso
della bambina con gli occhi seminascoti sotto un
largo cappellone (nella foto). La foto è uno dei 60
scatti inediti, in esposizione fino alla fine di aprile
(probabile la proroga per
tutto il mese di maggio) al
Naìs di via Ferrigni, frutto
di un viaggio in Jeep attraverso i villaggi del Madagascar. I bambini e gli
scenari della natura sono i
soggetti prediletti da Fabrizia Cesario. Classe
1979, nata a Napoli, fin da
piccola è stata attratta dall'arte del cogliere l'attimo
da fissare in una immagine. Ed a questa arte ha dedicato da sempre il suo
tempo libero, arrivando ad
affinare la sua esperienza
nel mondo della fotografia ottica. Oggi è alla sua
prima mostra, «Tsaiky Tsara Bambini belli e buoni».
20 foto in bianco e nero,
unico effetto utilizzato,
che rende con efficacia la
nostalgia per un paese lontano - uno dei cinque più
poveri al mondo - esposte
alle pareti del Naìs. E 40 foto a colori, proiettate senza interruzione sul plasma. Nosy be e Nosy komba sono le isole di pace dove sono stati immortalati,
ad aeternum, i volti di quei
bambini: sguardi spensierati e immagini di un universo ancora incontaminato dalle logiche post-moderniste; occhi di innocenti non sottoposti allo
stress e all'ansia da prestazione; bambini che scrutano incuriositi l'uomo
bianco e giocano istintivamente con il paesaggio naturale che li circonda: mare, terra, sabbia, vegetazione le loro protesi.
L'artista ha ritenuto di fondamentale importanza legare la sua opera all'associazione no-profit «I Bambini di Manina del Madagascar». Una scelta dettata
dal desiderio di completare la valenza estetica delle
foto con una precisa utilità sociale. Dunque, parte
del ricavato dalla vendita
sarà devoluto a beneficio
dell’associazione che da
anni si prodiga per l’isola
africana. Insegnante di fi-
MOSTRA 1/GIOVANI ARTISTI
«L
Napoli Menti Aperte
A sinistra: foto tratta dalla mostra di Fabrizia Cesario. A destra: l’interno del Naìs
losofia in pensione, Manina è arrivata in Madagascar nel '97 da semplice turista: «Ho cominciato - racconta la fondatrice del sodalizio - pagando la retta
scolastica ad alcuni bambini. La voce si è diffusa e
molti si presentavano nelle scuole dichiarandosi come “i bambini di Manina”.
Sono tutti adottati da me».
La sua scelta di vita è stata
di trasferirsi a Nosy Be (isola grande) e prodigarsi per
chi aveva bisogno d’aiuto.
In rispetto alla dignità e
per la crescita economica
e culturale del Magadascar, tutte le scuole e le altre strutture assistenziali
da lei costruite sono di proprietà dei malgasci. Spiega infatti Manina: «Questo
popolo ha una grande domanda di cultura e una
grande dignità. Non cerca
carità, ma solo un lavoro».
L'ultima richiesta che sta
tentando di esaudire è una
scuola di agricoltura dove
i giovani, normalmente
dediti alla pesca, possano
imparare anche a coltivare
la terra. Per saperne di più:
www.bambinidimanina.org.
«Napoli Menti Aperte»: doppio appuntamento con
l'Arte e la creatività in movimento. Questo il tema
dell'evento d'arte contemporanea, organizzato il 18 e
il 22 aprile dall'«Auregon», la società di marketing e
comunicazione dell'industriale Enrico Auricchio. Ad
ospitare il primo dei due meeting, entrambi all'insegna dell'incontro tra giovani, arte e cultura, gli uffici
di rappresentanza della società, in viale Gramsci 12,
con il vernissage e l'inaugurazione della galleria
espositiva, scandita dalle opere firmate da Marco
Coda, Tina Ponticelli, Luca Illiano, Gaetano Alfano e
Claudio Marineo. Occasione
propizia anche per un animato
round di confronto sulle nuove
frontiere espressive. Ad accogliere il secondo atto della kermesse,
ulteriore apertura della Auregon
nei confronti dei giovani creativi
coinvolti, gli spazi della ex sede
di rappresentanza dell'Alilauro,
supporter dell'evento, in via
Caracciolo 11: clou dell’appuntamento l’inaugurazione della
«Stalla» che ospiterà le mucche di
resina, protagoniste della CowParade 2008 di Capri. Enrico Auricchio, presidente di Auregon, non
ha dubbi: «Sono i giovani, con le
loro risorse artistiche, - ha dichiarato - l'unico strumento per superare l'empasse in cui
si trova oggi Napoli». In sintonia con lui anche Salvatore Lauro, patron di Alilauro: «La nostra idea di
sostenere i giovani emergenti e di indossare perciò i
panni dei “mecenate” proviene dalla consapevolezza
del ruolo che abbiamo nella società e dall'intenzione
di riscoprire la dimensione etica». (a.b.)
MOSTRA 2/ LUCIO DIODATI
I colori di Arlecchino
Un'arte teatrale, che coinvolge ed irretisce per la drammaticità e per l'efficacia dei suoi segni. Un lavoro curioso, che rimescola le suggestioni delle grandi avanguardie novecentesche, dal cubismo al surrealismo. Sono
soltanto alcuni dei commenti legati alle opere di Lucio
Diodati, classe 1955, che ha concluso da poco la sua
personale «I colori di Arlecchino» a Marano, presso le
Associazioni «New Umour Sound»
ed «Arianna», quest’ultima spesso
protagonista di «collettive» a
Chiaia. Dopo aver riscosso l'ammirazione di un critico imprevedibile
come Vittorio Sgarbi, Diodati
continua a presentare i risultati
della sua ricerca espressiva ad un
pubblico d'élite: e se è difficile,
guardando le opere in mostra,
non pensare all'eredità indimenticabile di Amedeo Modigliani, di
certo Diodati ha una personalità
decisa, che non si limita ad un
rapporto forte con la tradizione
figurativa europea. Al gioco imprevedibile delle forme si accoppia,
dunque, la magia libera ed irrazionale dei colori, che
vestono le emozioni e le malinconie di un tempo distratto. Visi femminili, allungati ed interrogativi, si
protendono sugli orizzonti del presente, testimoniando
la “curiositas improspera” di donne punite dalla vita:
Diodati si rivela così straordinario interprete di paesaggi umani intensi e sofferti, in cui la realtà borghese
viene, allo stesso modo, irrisa e compatita. (a.c.)
SOCIETÀ&COSTUME
CHIAIA MAGAZINE
Shopping, new entry a Chiaia
ITINERARI
Giro di valzer
per grandi
griffe tra nuovi
arrivi e chiusure
illustri. Gucci
raddoppia.
Brooksfield
donna apre
a via Chiaia
Laura Cocozza
s
lo pillo S
LO SPILLO
COMICON DECIMA EDIZIONE
Il rosso è il colore della decima edizione di Napoli COMICON, il Salone internazionale del Fumetto che si svolgerà
quest'anno dal 24 al 27 aprile 2008, per
la prima volta in quattro giorni, come
di consueto al Castel Sant'Elmo di
Napoli. Rosso come il fuoco e il sangue,
come l'erotismo, come la passione,
come la stagione politica del '68 di cui
ricorre il quarantennale. Il percorso si
compone di tre segmenti. Il Comicon
rosso: ovvero le mostre progettate e
realizzate dallo staff di Comicon e che
saranno esposte fino al 23 maggio al
Castel Sant'Elmo; poi le mostre esterne
al Castello, che fanno parte del circuito
del Comicon(off), e le mostre in collaborazione con realtà editoriali, separate
idealmente dal tema principale di
quest'edizione e che prendono il nome
di Comicon(ot).
Per info: www.comicon.it
e finora siete riusciti
nell'impresa di non
cedere alle lusinghe
di centinaia di vetrine che
vi chiamano, incuranti
dello sforzo che state
facendo per non indebitarvi, non cantate ancora
vittoria. Altre grandi firme
aprono nuovi spazi nelle
strade dello shopping
napoletano griffato. Di
brutto c’è che sostituiscono negozi storici e librerie.
Di buono c’è che il panorama commerciale si arricchisce di proposte stilistiche. Nel tempio degli
antiquari, a via Morelli, le
prime due novità. All’angolo con via Vannella
Gaetani ha da poco aperto
Jeckerson, che propone la
sua collezione maschile
dai tagli contemporanei,
realizzati in funzione del
massimo comfort. Mentre,
poco più su, sta per trasfe-
rire la propria sede Angels
of love, finora in via Filangieri. Anche in quest’ultima ci sono stati nuovi
arrivi. Quasi in contemporanea hanno aperto Alberto Guardiani, e Alviero
Martini Prima classe. Il
primo ha occupato lo store
di grandi dimensioni ad
angolo con via Chiaia, ex
Ruco Line, mentre il marchio caratterizzato dalla
cartina geografica su tutti
gli accessori e i complementi di abbigliamento,
ha preso il posto di Gabriella Spatarella. Nel
frattempo, negli spazi un
tempo di Telemarket
fervono i lavori per il
futuro trasferimento di
Damiani da via Calabritto.
La maison di alta gioielleria ha ceduto infatti i suoi
locali al vicino Gucci che li
utilizzerà per l’apertura di
un nuovo store esclusivamente dedicato all’abbigliamento maschile. Lavori
NEGOZI STORICI
PEDONE OTTICI, A NAPOLI DAL 1855 NEL SEGNO DELLA QUALITÀ
Gli ottici «Pedone» sono a Napoli dal 1855: una
storia lunga, che parte dal capostipite di famiglia, Vincenzo e arriva sino a qui, ai quattro
negozi di via Toledo, via Filangieri, via Carducci e via Luca Giordano. Anni di scommesse e di ricerca, nelle dimensioni dell'oculistica
e della moda, non possono non avere lasciato
traccia: oggi, entrando in ciascuna delle sedi di
«Pedone», si ha la sensazione di muoversi in un
elegante atelier. Ne parliamo con i titolari,
Francesco e Vincenzo Pedone che, senza sacrificare il gusto e la raffinatezza dell'esposizione, hanno un occhio privilegiato sulla convenienza dei prezzi e dei prodotti. Dopo aver
lanciato l'attesa linea da sole «Balenciaga», in
esclusiva a Napoli nei negozi Pedone, France-
sco e Vincenzo non intendono deludere nessuno: dal 19 aprile sino al 7 giugno, infatti, chi
acquista montatura e lenti da vista progressive o oftalmiche, se decide di aggiungere anche
un paio da sole avrà in omaggio le lenti colorate Essilor, Rodenstock ed Hoya. «Abbiamo
scelto di dedicare un'opportunità particolare
ad un'utenza composita, che deve conciliare salute ed estetica, necessità e benessere», affermano Francesco e Vincenzo Pedone, «la vera
scommessa dell'ottica si concretizza nella capacità di abbinare la professionalità scientifica ed i canoni della moda: gli improvvisati non possono lanciarsi in un settore così delicato e noi, dalla nostra parte, abbiamo una tradizione davvero prestigiosa» (a.c.)
14
SGUARDI
LONTANI
di FRANCESCO IODICE
LA MALIARDA
DI MERGELLINA
a Chiesa di Santa Maria di PieLstrutturazione
digrotta, prima dei lavori di ridel 1853 ad opera
in corso anche a via Santa
Caterina (piazza dei Martiri) dove Anna Biagini sta
per aprire il suo primo
punto vendita a Napoli, al
posto della storica libreria
Guida. Sempre in zona, si
vocifera, inoltre, che
Ermanno Scervino stia
per aprire un nuovo punto
vendita per le sue collezioni uomo e bambino negli
ambienti che in precedenza hanno ospitato la filiale
della Banca dell’Irpinia. A
via dei Mille è uscito di
scena Domus, tradizionale
punto di riferimento
dell’antiquariato napoletano. Al suo posto pare
ormai certo il trasloco di
Pinko, brand di moda per
giovani donne. E per
concludere il capitolo
delle new entry non va
dimenticato l’imminente
debutto di Brooksfield
donna, in via Chiaia 130,
marchio storico dell’azienda torinese Mistral.
dei Borboni, presentava all'interno
statue lignee di scuola senese e
splendidi dipinti. In particolare,
sulla parete destra subito dopo l’
entrata, si imponeva all'attenzione
dei visitatori il bellissimo quadro
del pittore Leonardo da Pistoia «San
Michele che atterra Lucifero».
Quando si visita un luogo, è indispensabile avere quella capacità immaginativa di evocare persone assenti, di suscitare fantasmi, di raccontare fatti del passato. Il quadro
ora non c' è più, ma la storia che
ispirò il dipinto è rimasta. Donna
Isabella, dama spagnola della corte vicereale, per sua fortuna dotata
di una straordinaria bellezza, era come molte gentildonne della sua
avvenenza - innamorata di se stessa : si ammirava nello specchio, si
guardava le braccia sode e rosee, si
trovava seducente e si era convinta che nessun’altra donna potesse
raggiungere il suo splendore, ma
soprattutto che non potesse essere
di un solo uomo. Messer Diomede
Carafa, alto funzionario del vicerè,
fu una delle vittime di questa divoratrice di uomini per la quale
perse letteralmente la testa. La fatalona ostentava però indifferenza.
Una sera , durante un ricevimento
nel grande salone del suo palazzo,
donna Isabella si dimostrò molto
più disponibile con il nostro povero Diomede che credette di arrivare al culmine della felicità: dopo
un anno di inutile corteggiamento,
inaspettatamente la fascinosa disse a Carafa di amarlo. Chi si è follemente innamorato, sa bene di
che si tratta e non aspetta certo la
fredda descrizione dell’ indifferente cronista. Ma, come si sa, il fumo
dura poco: l’NGF (Nervous Growth
Factor), il mediatore recentemente
scoperto dall’università di Stanford
e responsabile di tutte le pazzarje
degli innamorati, dopo sei mesi decresce fino a scomparire. E infatti
così fu per Isabella che progressivamente andò raffreddandosi fino
a tradire Carafa con Giovanni Verrusio, un suo amico d’infanzia. Don
Diomede non resse alla delusione
e scelse la vita religiosa: fu vescovo
di Ariano, commissionò ad un pittore per la chiesa di Piedigrotta il
dipinto di San Michele e Lucifero.
Ci fu solo un piccolo particolare: il
vinto Lucifero appariva ancora bello, ma aveva il volto di donna Isabella. Fu così che una donna divenne il «diavolo di Mergellina».
SOCIETÀ&COSTUME
CHIAIA MAGAZINE
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Napoli Soscia, il «cenaforum» è servito
LA NOVITÀ. Il piacere del convivio e della cultura: uno chef e un manager lanciano la
formula «metti una cena a tema». A via Ascensione un nuovo club per i buongustai
tavola gli stereotipi di
largo consumo sono stati
decisamente banditi: già,
perché l'associazione culturale
«Napoli Soscia», in via Ascensione 6, punta invece sulla
riscoperta di capitoli inediti
della gastronomia napoletana
e sulle suggestioni della sperimentazione. Il risultato è una
cucina di mare, rivisitata alla
luce della tradizione culinaria
partenopea: non quella, appunto, dei menu nazionalpopolari, ma quella che affonda
le sue radici in sofisticati
ricettari locali, ripescati dall'esilio della memoria e abilmente reinterpretati. In poche
parole: cultura e buona tavola
a braccetto, operazione che
esige le carte in regola per fare
centro. Proprio le credenziali
esibite da uno chef di alto
profilo come Marco Di Vicino
e da un imprenditore come
Antonio Esposito, ambedue
convinti, all'inizio della propria avventura comune, che
l'idea di partenza fosse la
ricerca e la sperimentazione e
che il punto d'approdo dovesse
essere una cucina depositaria
di magisteri antichi e al contempo originale, attentamente
dosata sul senso delle misura e
sul rifiuto della stravaganza
eccessiva, e tuttavia seducente
e corposa. Così, proprio su
A
questo sfondo si sono incrociate, nel 2003, le parabole professionali di Marco e Antonio.
Di Vicino, 29 anni, golden boy
della ristorazione napoletana,
autentico cuoco di razza, già
vanta, malgrado la giovane
età, un passato di rango nel
mestiere. Alle spalle gli studi
alla Scuola Alberghiera, un
intenso apprendistato in
numerosi ristoranti e l'esperienza al famoso ristorante «Al
Passetto» di Cortina d'Ampezzo, lo chef nel 2003 incontra
Esposito, patron del ristorante
«Il Barrique», noto ritrovo di
buongustai. Ed è subito feeling. Al «Barrique» Marco ci
resta 3 anni nei panni di chef
di punta. Per il fantasista delle
pentole ed il manager col
pallino della ristorazione di
qualità consensi a pioggia: ma
sono ancora esercizi di riscaldamento. Nel 2006 il rapporto
è ormai un sodalizio alla pari:
la coppia, infatti, decide di
assecondare un sogno in
comune e rileva l'associazione
culturale «Sottovento», ribattezzandola «Napoli Soscia»,
calembour giocato sull'assonanza soscia/sushi. L'identikit
è quello di un club culturale
col doppio talento del ritrovo
sociale ed enogastronomico,
ostile ai cliché e ai palati
facili, ma orientato invece
sull'esplorazione di una cucina «non appiattita - spiegano sugli spaghetti a vongole o
sull'etichetta “pizza e mandolino”, dimensioni legittime
ma non esaurienti della napoletanità. Crediamo, invece, in
una città all'inseguimento di
stimoli cosmopoliti, in grado
di offrire al turista un profilo
alto dell'accoglienza: ai visitatori della città, infatti, capita
spesso di “inciampare” in una
cucina scontata. Noi, viceversa, proponiamo piatti suggestivi ed inediti e il valore
aggiunto di una materia
prima freschissima». Esercizi
di stile che puntualmente
finiscono a tavola, soprattutto
in occasione del Cenaforum:
«E' un appuntamento fisso,
dedicato ai soci e articolato spiegano i due patron - in una
serie di cene a tema, concepite
per riscoprire il piacere della
compagnia e del convivio». In
questo Cenaforum di primavera i protagonisti sono il pesce
azzurro, il trinomio favepiselli-carciofi, la cucina
pugliese e il tris patate-melanzane-peperoni.
Da Sinistra: foto 1: Lo chef Marco
Di Vicino; foto 2: l’ingresso di
Napoli Soscia; foto 3: una delle sale
dell’associazione culturale enogastronomica
IL GRAN CAFFÈ CIMMINO CONQUISTA MILANO
Miracolo a Milano. All'ombra della Madonnina ha aperto i battenti la sede “padana” del Gran Caffè Cimmino,
glorioso marchio della pasticceria e della gastronomia
partenopea. Napoli, dunque, sbarca nella capitale meneghina, esportando l'eccellenza della propria tradizione d'arte bianca e buffet salati. Ed è la prima volta, in 100
anni, che lo storico locale dei fratelli Antonio e Salvatore Fantini oltrepassa le frontiere sudiste per sistemarsi nella centralissima via Larga, a un passo da piazza Duomo.
E così la Milano da bere scopre una Napoli che, invece,
è davvero tutta da mangiare. L'arancino di riso, il cornetto
doc, il babà, la frittatina di maccheroni, la sfogliatella, la
pastiera, la pizzetta: una batteria di delizie, ambasciatrici
di una civiltà antica, un biglietto da visita sontuoso che la capitale del Sud esibisce per rilanciare la
propria popolarità sulla piazza nordista. La nuova sede, luminosa e accogliente, è dotata di tavoli non
soffocati da soppalchi di sorta, dell'angolo pasticceria, del bar con la macchina del caffè a mano e della zona ristorante con lo stesso goloso repertorio esibito presso gli storici punti di via Filangieri e via
Petrarca. E nel locale c’è anche una cucina per preparazioni espresse. La regia del Gran Caffè di via
Larga è affidata ad Ernesto Doria, il bar ad Emilio Parrella, mago del caffè shakerato.
RIFLETTORI
S’MOVE NIGHT TRA MUSICA E GADGET
Lo S'Move Lab, il club aperto a Napoli nel 1992 dal P.R. Mario
Cirillo, e dal Dj Dario Tofano (nella foto tra Cristina Di Stasio e
Alessio Visone), con la complicità del creativo Patrizio Squeglia,
ha festeggiato il 15° anniversario al grido di "Let's S'MoveTonight!" Uno slogan che si è tradotto soprattutto in una lunga
sequenza musicale che, alle proposte dei Dj resident Enzo Cipolletta e Andrea Gambardella, ha aggiunto la verve di una
delle coppie più intriganti del nuovo panorama musicale internazionale: Harley & Muscle, il duo milanese, unico riferimento in Italia per la scena deep-house. Nel corso del party,
studiato apposta per s'muovere gli animi di quanti, negli anni, sono rimasti fan e frequentatori dello S'Move, appetizers
e finger food e, in distribuzione gratuita per tutti gli ospiti,
sexy gadget sui generis (tra cui i cosiddetti “lovering”) e sorprese a tiratura limitata (come la t-shirt del compleanno).
Avviato negli stessi spazi del Caffé della Luna, lo S'Move nel
tempo è mutato non solo nell'estetica ma anche negli spazi:
il bar si s'muove infatti oggi in più ambienti, a metà strada
tra “High Tech” e “Architettura organica”, mettendo in comunicazione Via dei Sospiri con Via Ferrigni in un affascinante intrico di materiali, luci e design. (t.t)
DOPO MEZZANOTTE AL SUOR ORSOLA
Suor Orsola Benincasa. Il 4 e l'8
aprile una giuria, composta da
Annamaria Di Stefano, Stefano
Causa, Antonella Fusco e Luigi
Coiro, ha selezionato le opere di
28 artisti, destinate alla mostra
«Dopo Mezzanotte». L'esposizione si è svolta dal 17 al 24 aprile negli spazi dell'Università in via
Suor Orsola 10: premiati, quali
migliori autori, Vincenzo Ferrara e Maria Giovanna Ambrosone. Oltre a loro hanno partecipato: Paola Adamo, Annamaria
Amura, Violeta Caldres, Angela
Campanile, Nicola Caroppo, Giovanna Veglia, Francesco Cutolo, Floriana D'Ammora, Gianfranco Dalena, Alfonso De Negri, Paola Del Prete, Oriana D'Urso, Tommaso Latina, Simone
Manzo, Francesca Maresca, Serena Marra, Roberta Martucci,
Marco Matta, Annamaria Pagano, Passo, Alfonso Pinelli, Dario Pironti, Pasquale Rossi, Gianluca Tartaglia, Fabio Testa, Luca Trieri e Annalisa Torelli.
SOCIETÀ&COSTUME
LA PRIMAVERA DEL CAVALIERE. Alla Tabaccheria Postiglione di Largo Ferrantina a Chiaia, dopo la vittoria schiacciante del Berlusca e la «figuraccia» di Bassolino e compagnia bella, non c’è pace: i giocatori del lotto danno i numeri
e sperano che dall’urna della Fortuna esca il terno delle
meraviglie. Alberto Postiglione ammicca e assicura: «Consiglio vivamente di giocare il terno della liberazione 1 - 4 - 25
&
terni favole
CHIAIA MAGAZINE
sulle ruote di Napoli, Roma e Milano almeno fino all’insediamento del nuovo governo Berlusconi». Ma non finisce
qui. Tra le combinazioni preferite dalla gente c’è l’ambo 1 71 (non chiedeteci perché il 71!) e il terno 1 - 11 - 72 (11, la
sconfitta; 72, la meraviglia). «Ma - tiene a precisare Postiglione - ognuno interpreta gli eventi a modo suo. Posso solo dire
che i numeri che non mancano mai nelle giocate dei napoletani sono il 25 e il 71. Io consiglio di giocarli comunque
sempre abbinati ai numeri 32 e 38 e di puntare sulle ruote
di Milano e Napoli». Ultima combinazione: 4 - 9 - 32. Terno
da inseguire almeno per 9 estrazioni. Buon governo a tutti!
16
Il Dalai Lama
ha la lingua tagliente.
I cinesi hanno
gli occhi a mandorla:
quando sono tristi
piangono orzata.
Renato Rocco
SALUTE&BENESSERE
SFIZI&NOTE
di MASSIMO LO IACONO
Vitamine, le migliori amiche della tavola
LA GRANDEZZA DI MARIO PILATI
Annalicia Mozzillo*
a Esi, benemerita editrice in Chiaia, di tanto in tanto
Lconvegno
coinvolta in imprese musicali, ha pubblicato gli atti del
del 2003 in onore di Mario Pilati, tenutosi in Conservatorio. Il musicista precocemente scomparso nel 1938,
vanto della cultura italiana tra le due guerre, è oggi assai
familiare al nostro pubblico. Altro che Pergolesi e Paisiello: è
proprio Pilati il compositore napoletano più e meglio eseguito in città oggi: merito delle figlie, di Laura soprattutto, che
dalla lontana Losanna cura la scoperta della musica paterna.
Con lei ormai si sono mosse tutte le associazioni prestigiose
della città, a partire ovviamente dalla «Scarlatti», ed a breve lo
farà anche «Maggio della musica», e tanti validissimi artisti
partenopei, con il pianista Dario Candela, pioniere di questo
impegno artistico e culturale. Dopo tante esecuzioni, il
volume, il «Centro studi Pilati» di Palazzo Carafa di Maddaloni, nato proprio per iniziativa di Dario Candela, che conserva
quella parte di biblioteca di Pilati, integrazione di quanto è
stato donato dalle eredi al nostro Conservatorio. Al «Centro» è
stato presentato il libro con il gustoso affresco storiografico
della città, del Conservatorio e del musicista e teorico, con
l'esegesi concreta di pezzi di Pilati, con utili riproduzioni di
pagine delle sue partiture. Interessante il confronto tra
questo disegno della vita musicale a Napoli negli anni Venti e
Trenta con una prima intensa rievocazione di quel periodo
curata da Livio de Luca, qualche anno fa. Più avvincente
forse d’ogni altro lo studio di Mayrhofer sull’incompiuta
opera «Piedigrotta», ispirato alla gran festa, massimo riferimento popolare sacro e profano di Chiaia, su libretto dell'Altucci, mitico docente dell’«Umberto». Bisogna auspicare che
per una volta gli atti di un convegno - come i cataloghi delle
mostre del resto, spesso ugualmente accantonati dopo l’evento - raggiungano destinatari operosi, che li valorizzino,
piuttosto che farne cimelio triste del danaro speso per la
ricerca, talvolta dotta ma sterile.
Quando il medico militare olandese Eijkman giunse in Indonesia
alla fine del secolo XIX per studiarvi il Beri-beri non sapeva che
stavaper dare inizio ad un'epoca
di importanti scoperte per la medicina e di floridi affari per la
farmacologia. Infatti oggi più di
mille miliardi di euro all'anno
(85 milioni di confezioni) sono
spesi per l'acquisto di integratori,
antiossidanti e fermenti lattici.
Fino ad allora l'idea dominante
era che le malattie fossero sempre
causate dalla presenza di qualcosa di estraneo e non dalla mancanza di un «quid». Così in pochi
decenni furono isolati gruppi di
molecole organiche caratterizzate dal fatto di essere prive di
valore calorico eppure indispensabili per il nostro organismo:
queste permettono l'estrazione
dell'energia dagli alimenti, sono
fondamentali in processi di demolizione, costruzione e riparazione dei tessuti e nei meccanismi di difesa.
Per chi voglia migliorare la qualità della propria alimentazione
è importante sapere che la famiglia delle vitamine si divide in
due rami principali: le liposolubili (A, D, E, K) e quelle idrosolubili ( la C e quelle del gruppo B).
Questa caratteristica avalla ancora di più la regola di non penalizzare interi gruppi di alimenti nei regimi ipocalorici; per
esempio: una drastica riduzione
dei grassi può sacrificare oltre
misura l'approvvigionamento
delle vitamine liposolubili. Quindi un'alimentazione ricca di frutta e verdure è certamente in grado di coprire il normale fabbisogno vitaminico ma si ricordi che
solo l'alternanza crea una relativa completezza di questo. Recenti studi, inoltre, legittimano l'importante attività antiossidante
(ovvero limitare il danno cellulare provocato dai radicali liberi)
di alcune vitamine ma sempre in
dosaggi non superiori al fabbisogno giornaliero; bisogna ricor-
LIBRIDINE
Di Bonito: storie flegree tra santi, miti e rivoluzioni
Aurora Cacopardo
In Italia, oggi, si esige un ripensamento del
valore della laicità, oltre le semplificazioni
ed i pregiudizi. La causa va individuata nel
rafforzamento e nel reingresso delle religioni nella sfera pubblica per cui la religiosità che sembrava relegata e, in qualche
modo tollerata all'interno del perimetro
della soggettività, tende a venire allo scoperto, e ritrova fiato per un discorso che
vuole essere valido anche in ambito pubblico. Appare perciò quanto mai interessante il libro di Rosario Di Bonito «Santi,
Massoni e Rivoluzionari nei Campi Flegrei»
(Adriano Gallina Editore) un vero e proprio
viaggio nel tempo e nei luoghi della selvaggia Calabria nella quale secondo testi e
formulazioni che l'autore ritiene però poco attendibili sarebbe nato San Gennaro, Vescovo di Benevento, martirizzato a Pozzuoli - patrono di Napoli. Dalla Calabria dicevamo alla splendida isola di Procida visitata dal Cardinale Barberini, legato pontificio, continua il viaggio di Di Bonito. Non
meno interessante è la dotta ricerca sul culto della madonna del Buon Consiglio che,
proveniente da Genazzano, località in provincia di Roma, giunge e si sviluppa a Cappella frazione di Monte di Procida. Si tratta di una stratificazione di culti, in questo
caso la dea Fortuna Primigenia di Praene-
dare, infatti, che se un eccesso di
vitamine idrosolubili viene eliminato rapidamente con le urine
non altrettanto accade con quelle liposolubili che, depositandosi nel tessuto adiposo, possono
provocare anche delle manifestazioni tossiche.
Ecco alcuni suggerimenti per
non perdere le vitamine durante
la cottura o la conservazione degli alimenti: non lasciare la frutta sbucciata e tagliata alla luce;
cuocere le patate con la buccia;
aggiungere del succo di limone
alla macedonia; conservare la verdura alla temperatura di refrigerazione; non conservare l'olio d'oliva alla luce così come il latte.
*Dietista. Per domande e consigli:
[email protected]
ste viene cristianizzata per giungere
nell'800 ad Ischia poi a Procida ed infine a
Cappella. Intrigante è la storia della ricerca del Graal nelle grotte del Monte Barbaro che domina il Golfo Flegreo. Di Bonito ci
dà notizie anche di una Loggia massonica
presente a Pozzuoli tra il 1906 e il 19l6.
Si sofferma, infine, con molta puntualità
sulle scorrerie saracene dall'alto medioevo
in poi. Dalla distruzione di Miseno nell'846
a quella di Pozzuoli nel 1154. L'autore sottolinea come dopo tale disastroso evento i
Normanni decisero di erigere torri e castelli
lungo la costa tirrenica fino ai campi Flegrei, torri di guardia che divennero nel tempo delle vere e proprie fortificazioni. La
trattazione del libro è, in alcuni punti, suggestiva, l'esposizione competente rivela solidi studi e coinvolge il lettore per la vivacità con cui sono presentati gli eventi.
SOCIETÀ&COSTUME
CHIAIA MAGAZINE
17
Il Cervantes celebra lo «spagnolo» Croce
CULTURA. L’Istituto dedica al filosofo un ciclo di incontri che si concluderà il 30
aprile a Palazzo Filomarino. In mostra le edizioni iberiche delle opere crociane
Antonella Carlo
n progetto ambizioso, di ampio
respiro culturale,
pensato e curato nei minimi particolari». Così José
Vicente Quirante Rives,
direttore dell’Istituto «Cervantes», definisce il ciclo di
incontri «Benedetto Croce e
la cultura spagnola». Si
tratta di un ciclo di conferenze e dibattiti, in programma per tutto il mese di
aprile nella sede di via
Nazario Sauro ed all'Istituto
Italiano di Studi Storici, che
riscopriranno aspetti inediti di uno dei più grandi
studiosi e filosofi italiani.
«Benedetto Croce è stato il
primo ad andare contro
l'eredità manzoniana, occupandosi, con attenzione ed
interesse, della cultura
iberica nella sua dimensione diacronica», spiega Quirante Rives, «riconoscendo
questa straordinaria prerogativa intellettuale, abbiamo riunito alcuni dei più
grandi esperti europei, che
possano illustrare le caratteristiche di un viaggio di
osmosi culturale. Nel definire un mese intero di convegni e tavole rotonde, abbiamo avuto la collaborazione
«U
A sinistra: Benedetto Croce; a destra: José Vicente Quirante Rives,
direttore dell’Istituto Cervantes
ed il supporto della “Società
napoletana di storia patria”
e dell'“Istituto Italiano per
gli studi storici”».
La sessione inaugurale degli
incontri è stata aperta il 2
aprile: i professori Giuseppe
Galasso, Juan Carlos Marset, Giuseppe Mazzocchi ed
Alberto Varvaro hanno
ritrovato le coordinate di
una ricerca puntuale e
curiosa, capace di cogliere i
tratti di un inedito gemellaggio di pensiero. A seguire
(17 aprile), riflessioni su
«Croce, il teatro e la poesia
spagnola» con i professori
Augusto Guarino ed Antonio Gargano; ancora, a fine
mese (24 aprile) i professori
Aurelio Musi e Carlos
Hernando Sanchez si occuperanno dei rapporti tra
Napoli e la penisola iberica
nelle opere del filosofo di
Pescasseroli. Grande conclusione, il 30 aprile a Palazzo
Filomarino, con una tavola
rotonda intitolata «Benedetto Croce e gli intellettuali
spagnoli»: i professori Fulvio Tessitore, Giuseppe
Cacciatore, Vicente Gonza-
lez Martin e Nieves Algaba
Pacios spiegheranno che la
cultura neolatina ha un
grande ed ineludibile sostrato comune.
«Abbiamo convocato degli
umanisti, degli storici, degli
specialisti», continua Quirante Rives, «così il nostro
pubblico potrà ascoltare
dibattiti ricercati, sempre
aperti alle problematiche
del presente. Abbiamo
scelto un focus privilegiato
sul tema del confronto
interculturale, che riteniamo basilare nel parlare non
soltanto del nostro passato,
ma soprattutto del nostro
presente».
Curiosità ed aneddoti saranno riservati a tutti i cultori
della filosofia, dell'arte e
della letteratura mediterranea: in questa prospettiva, a
Palazzo Filomarino ed alla
Biblioteca Rafael Alberti del
Cervantes, è stata inaugurata una mostra sulle edizioni
spagnole, più o meno rare,
delle opere di Benedetto
Croce. I bibliofili avranno di
certo pane per i loro denti,
mentre i curiosi ed i non
addetti ai lavori capiranno
che la cultura non parla
mai una sola lingua. E che
la cultura, ieri come oggi,
ama viaggiare.
LA CITAZIONE
«FU DEMOLITORE
DI STEREOTIPI»
«Croce contribuì ad una
profonda revisione dello
stereotipo dello spagnolismo:
e cioè l’identificazione della
Spagna come impero del
male nei circa due secoli
della sua egemonia in Europa, come sinonimo di corruzione, parassitismo, malgoverno, come braccio armato
della Controriforma, come
responsabile di tutti i mali
della penisola italiana sotto
un ferreo dominio imperiale,
eccetera. Grazie a Croce
abbiamo cominciato a capire
la funzione della Spagna in
Italia, il contributo che ha
dato alla formazione di una
via napoletana allo Stato
moderno con tutte le sue luci
e le tante ombre che forse
scontiamo ancora adesso, il
rapporto di scambi tra Spagna e Italia, il ruolo ambiguo
del barocco spagnolo come
decadenza ma anche come
contributo del siglo de oro,
dell’arte, della letteratura,
del teatro alla modernità».
(Aurelio Musi su «la Repubblica»
del 1° aprile 2008)
L’INIZIATIVA
RISTAMPATO IL LIBRO DI COMPAGNONE
PRENOTA UN ROMANZO IN ALBERGO
Mater Camorra, così ti avveleno Napoli
E’ stato presentato a fine marzo il progetto «Prenota la tua lettura in
albergo», ideato da Mauro Giancaspro (nella foto), direttore della Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli che mette a disposizione una lista di settanta titoli, dieci per ogni genere letterario, dai
romanzi d'amore, all'horror, romanzi storici, gialli, avventura, fantascienza e fumetti. Ad ogni genere, poi, sarà abbinato un vino tra cui il
Falerno rosso, il Terre Cerase di Villa Matilde, il Centomoggia e il
Fontanavigna dell'azienda Terre del Principe di Castelcampagnano,
partner dell'evento. Un soggiorno in albergo, quindi, che da aprile a
dicembre, sarà all’insegna della letteratura; il cliente, al momento
della prenotazione richiede il libro che desidera
trovare al momento del
suo arrivo. Sulle pagine
bianche del book, il lettore
sarà invitato a scrivere la
sua personale passione.
Il primo albergo ad aver
aderito all'iniziativa «Leggi
un libro, ti cambia la vita!»
è il Grand Hotel Parker's
del Corso Vittorio Emanuele, uno dei più antichi
ed eleganti alberghi di
Napoli che ha visto tra i
suoi ospiti Vittorio Emanuele II, Lenin, Oscar
Wilde e Robert Louis. L'auspicio è che altre biblioteche e altri alberghi
italiani adottino l'idea.«Abbiamo pensato che affidarsi alla lettura di
un libro - ha dichiarato Giancaspro - piuttosto che fare zapping in
camera d'albergo fosse una soluzione capace di promuovere la lettura».
Il progetto prevede, infine, oltre all’abbinamento libro-vino, anche
visite guidate per i turisti alla scoperta dei numerosi e rari tesori della
Biblioteca e un viaggio attraverso i papiri di Ercolano, gli stupefacenti
manoscritti miniati, gli autografi di Leopardi e di Tasso, di San Tommaso e di Ungaretti, le collezioni di globi seicenteschi, i cimeli di
caccia e i reportage fotografici di Elena d’Aosta. (a.b.)
Rossella Galletti
A dieci anni dalla scomparsa di Luigi Compagnone, ritorna nelle librerie «Mater
Camorra» (Marlin, 2007, 12
euro) a cura di Toni Iermano. Il libro nel quale Compagnone, venti anni prima
di Saviano e del suo «Gomorra», prendeva amaramente atto del sistema camorristico come immanente alla città di Napoli. «Mater
Camorra», nato reportage
del primo grande processo
di camorra del '900, il cosiddetto processo Cuocolo,
che portò nelle carceri una
quarantina tra compagni
camorristi, compagni picciuotti e giovinotti onorati,
diventò opera di rilevante livello letterario per lo stile
mordace e ironico, quasi violento, del suo autore; ed opera di grande acume storico
per aver rivelato, in tempi
in cui i Poteri Superiori coprivano con un velo di ridicola abiezione la realtà criminale di Partenope, l'imponente inf luenza che la
«Grande Mamma» esercitava ed avrebbe esercitato sulla società napoletana. Questa mamma «dalle mille e
pesanti mammelle dispen-
sava velenoso latte alla Cittàmadre e al suo sterminato
entroterra».
Partenope, Neapolis, Napoli, nei secoli è stata per lo
scrittore donna che genera
liquame, tanfo: si contorce
su se stessa, l'ex capitale borbonica, e non riesce ad andare avanti perché ha le caviglie incatenate dalla nonstoria; dall'essere sempre
uguale, dal dare luce a figli
contaminati dallo stesso germe. Mai come oggi è stato
così attuale, forse premonitore, il grido di indignata
rassegnazione dell'autore:
Napoli ha partorito il colera,
nel '73, la diossina, nel 2008:
il marcio dell'Italia trova posto in questa martoriata terra del Sud. «Luigi è proiettato in Napoli come luogo della non storia che finisce con
la sconfitta di Masaniello.
Quest'analisi è assolutamente attuale e non anacronistica» ha detto Marco
De Marco alla recente presentazione del libro alla Feltrinelli, in cui sono intervenuti anche Toni Iermano,
Silvio Perrella e l'avvocato
Vincenzo Siniscalchi. Compagnone era maestro della
parola, e attraverso questa
riusciva a plasmare i testi di
fitto simbolismo. Per Perrella agognava la tragedia e
la sua funzione catartica,
unica e impossibile speranza per la salvezza della città.
L'altra camorra, quella della
borghesia, della politica,
quella che allunga i suoi tentacoli in un disegno discendente era per lo scrittore la
più insidiosa.
Scriveva Compagnone nell’
‘87 nella dedica del libro a
Myriam Urga: «Cara
Myriam, se fossi un qualunquista ti direi che qua è tutta una camorra. Invece non
è vero: c'è anche un po' di
mafia».
EVENTI&CURIOSITÀ
PAUSA BLOG
di LEO ARUTA
LIBRERIA FELTRINELLI
http://leoaruta.simplicissimus.it
SEDE DI PIAZZA DEI MARTIRI
Infotel 081.402395
A CACCIA DI LETTORI
carnet di aprile
tutti fa piacere avere nuovi lettori nel
proprio blog, però dobbiamo tener
presente che internet è un mare magnum e il nostro blog non è che uno dei
tanti milioni esistenti. Cosa fare allora
per attrarre lettori? I metodi sono tanti
ma la regola fondamentale è cercare di
scrivere cose interessanti, originali ed
autentiche. Ovviamente possiamo anche
scrivere cose lette altrove ma, in tal caso,
sarà bene citare le fonti. Innanzitutto
sarà bene decidere una linea editoriale.
Di cosa vorremo occuparci? Il nostro sarà
un blog generalista o monotematico?
Comunque sarà importante parlare di
argomenti che conosciamo abbastanza.
Non avventuriamoci in tematiche che
sappiamo in maniera superficiale e,
prima di pubblicare i nostri articoli,
documentiamoci. Evitiamo, poi, di diffamare o offendere le persone. E questa
cosa teniamola presente anche quando
lasceremo commenti in giro, eviteremo
così di mettere nei guai i blogger che ci
ospitano e che sono responsabili anche di
quanto lasciamo scritto da loro. Un'altra
regola importante è che bisogna essere
concisi, nessuno avrà mai tempo e voglia
di sciropparsi un sermone lunghissimo. I
post, tra l'altro, devono colpire immediatamente il lettore che ha deciso di curiosare nel blog. Quindi occorre scegliere
titoli brevi quanto accattivanti. Sarà
buona norma arricchire i post con immagini perché colpiscono subito l'immaginazione ed inducono il lettore a soffermarsi a leggere . Anche postare video è
una cosa positiva quanto facile. Su Youtube i video hanno delle informazioni a
corredo, per inserirne uno nel vostro.
blog dovrete copiare il codice cosiddetto
embedded, indi dovrete incollarlo nel blog.
I metodi per fare questa semplice operazione cambiano a seconda della piattaforma di blogging utilizzata (Wordpress,
Splinder, Typepad etc…)
A
CHIAIA MAGAZINE
18. «L’Opera di periferia», nuovo test teatrale di Peppe
Lanzetta, è cruda, scomoda, viscerale. Storia di una tragedia del ghetto, dolente affresco di periferia, una madre
e un figlio in bilico sul rasoio dell'illecito. Se ne discute
con l'autore. Ore 18.30.
21. Riaccende i riflettori sulla sua Sardegna Salvatore
Niffoi, tracciando in «Collodoro», il suo ultimo romanzo,
l'ennesimo profilo a tutto tondo dell'umanità isolana.
Un paesino antico, la sua gente, la minaccia di un annientamento ambientale. Ore 18.
18
29. «Pavarotti visto da vicino» non è una rivisitazione biografica di big Luciano. E’ la favola vera di un grande della ribalta, narrata dal maestro Leone Magiera, legato a
Pavarotti da lunga frequentazione umana e professionale. Indagine sui misteri di una voce e di un interprete inarrivabile. Ore 18.
Fino al 22 aprile. E’ l’ora dei fumetti d'autore. Con le vignette della mostra «Star Trash - Sacchetti in mondovisione» Simona Bassano di Tufilo ci regala un affresco
agrodolce dell'emergenza monnezza in Campania. E, sempre nel segno dei fumetti, è in agenda dal 23 al 30 aprile
la mostra «Luigi Tenco - Una voce fuori campo»: i disegni
sono di Luca Genovese, i testi di Luca Vanzella. L’obiettivo è quello di raccontare, con lo strumento delle bandes
dessinées, la vita del celebre cantautore.
MANINNI GALLERY ART
OPERA COMICA DI DE GIOVANNI
Alba Alberti, il senso del colore
La cena di Kairòs
Alla «Maninni Gallery Art & Champagne», in via Monte di Dio 75, venerdì 4 aprile si è svolto il vernissage della mostra di Alba Alberti. L'esposizione che resta fino al 3 Maggio, espone le opere più significative della Alberti, pittrice di fama internazionale, figlia di austriaci che,
nata e cresciuta in Germania. si trasferì a Vienna per studiare biologia
e scoprì la passione per la vita sottomarina. All'inizio degli anni '90 si
trasferì a Milano. Cominciò a dipingere per hobby, da autodidatta.
Nel 1998 alla galleria Scheibler di
Colonia scoprì profonde affinità fra
gli elementi fondanti della sua pittura e l'espressionismo astratto di
Ernst Wilhelm Nay. Da allora Alba
Alberti ha intensificato lo studio dei
collegamenti tra forma e colore partendo dall'interpretazione cromatica degli spazi. I colori utilizzati, come lei stessa afferma, sono quelli
naturali e basilari altrimenti si rischia di far violenza allo spazio e alla sua libertà. I suoi quadri possono
apparire come paesaggi sottomarini oppure nature morte e perfino
scenari lunari, in una fascinosa am-
Attraverso un susseguirsi di battute e di
situazioni esilaranti si snoda il libro Le
beffe della cena (Kairòs edizioni, 61 pagine, 5
euro), la cui trama è incentrata su di una
diffusa forma di intrattenimento: la cena
in piedi. L'opera di Maurizio De Giovanni,
mette a nudo tutti i rischi di questa forma
di intrattenimento, a cui solo pochi fortunati sono finora scampati. Sfogliando
questo piccolo manuale ci si rende conto
di leggere e di (ri)vivere un’esperienza,
apparentemente innocua, dietro alla quale
si nasconde un vero incubo. Un incubo
che nasce nel momento in cui si decide di
accettare l'invito e che prosegue e si sviluppa con una miriade di spiacevoli situazioni, ben messe in evidenza dallo scrittore.
Tutto ha inizio con il «ci vediamo lì»,
semplice frase che sta ad indicare il luogo
della cena, ma che, rivelandosi ricca di
insidie, sfocia in una vera caccia al tesoro,
alla fine della quale ci si ritrova con una
spiacevole sorpresa fatta di: persone che
non si conoscono (e che mai vorremmo
conoscere), frastuoni infernali (composti
da grida e musica) e cibi immangiabili e
veloci, il tutto accompagnato dalla tremenda costrizione di rimanere per tutto il
tempo della cena in piedi.
biguità soffusa di malinconia. All'interno della galleria una stanza
resta risevata per l'esposizione permanente di Diego Santanelli, la cui
pittura, basata su tecnica mista e
assemblage di vari materiali, ma soprattutto partendo da immagini fotografiche che fanno da palcoscenico per la rappresentazione del
particolare, è intrisa sempre di emozioni intense in cui il dolore è il tema predominante ed ispiratore.
Maninni Gallery Art & Champagne
Via Monte di Dio, 75 - Tel. 081-0322350
[email protected] - Orario 10-13 17-20
Nadia Russo
INIZIATIVE CHIAIA MAGAZINE
CHIAIA MAGAZINE
SOLIDARIETÀ&VOLONTARIATO
Feltrinelli, arriva «Il Camorrista di Dio»
Il 7 maggio alle ore 18.00, alla Libreria Feltrinelli di piazza dei Martiri sarà presentato il dvd «Il camorrista di
Dio», ovvero la storia di fratello Vincenzo (nella foto), missionario in
Burkina Faso. Il documentario è sta-
to ideato e curato dallo psicologo
Beppe Airoldi. Chiunque è interessato all’acquisto del dvd - i cui proventi andranno a fratello Vincenzo - può
contattare Beppe Airoldi al numero
338.2266165.
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Il professore Angerio Filangieri di Candida Gonzaga, ci chiede di operare alcune rettifiche in relazione all'articolo intitolato «La Iacobacci e la
storia di Anna», pubblicato nel numero di dicembre 2007 di Chiaia Magazine. Secondo le
puntualizzazioni del professore, il signor Carlo
Filangieri va in realtà menzionato come Carlo
Rossi Filangieri. Inoltre l'artista Anna Rossi Filangieri è erroneamente indicata come «discendente dall'illustre casata partenopea»: la pittrice Anna Rossi Filangieri, invece, non va indicata come discendente della casata Filangieri.
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