SARZANA 16 • 20 maggio 2007
X Acoustic Guitar InternationalMeeting
Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE-Organo Ufficiale Associazione Dismamusica
Anno IX - N. XXXIV - Direttore Responsabile Gianni Cameroni
a cura della redazione
18. Passeggiando fra gli stand
di Massimiliano Antonioli
16. La lingua franca della liuteria
di Massimiliano Antonioli
15. L’anima della didattica
a cura della redazione
11. La cartina del X AGIM
di Alessandro de Cristoforis
10. A tu per tu con Paolo Giordano
di Cristiano Cameroni
Ritorno alle origini
8.
di Cristiano Cameroni
6. L’angolo dei bambini
di Alessandro de Cristoforis
4. La parola del Sindaco
Hanno collaborato a questo numero:
Alessio Ambrosi • Massimiliano Antonioli
• Anna Cristofaro • Alessandro De
Cristoforis
di Alessio Ambrosi e Gianni Cameroni
Supplemento editoriale a
Dismamusica Magazine
Anno IX - numero 34
Redazione: S&G Partners srl
Via Bainsizza, 30 - 20039 Varedo - MI
tel 0362 583672 - fax 0362 544356
www.sgstudio.it
Direttore Responsabile:
Gianni Cameroni
Direttore Editoriale:
Cristiano Cameroni
Progetto grafico e impaginazione:
S&G Partners srl
Stampa: Emme K srl
Fino Mornasco (CO)
Avventura a Sarzana
Catalogo Ufficiale
X Acoustic Guitar
International Meeting
3.
COLOPHON
Per il suo decimo compleanno la nostra manifestazione si meritava un
regalo particolare e la realizzazione di questo catalogo è un premio che,
d’accordo con gli amici di Dismamusica, abbiamo deciso di consegnare ad
“un’avventura” iniziata, con molto coraggio, dieci anni fa.
Chi l’avrebbe detto che, anno dopo anno, sarebbe stato possibile costruire
uno dei più importanti e stimati appuntamenti internazionali di chitarra acustica,
capace di richiamare all’interno della mura cinquecentesche della Fortezza Firmafede di Sarzana migliaia di appassionati, incantati ad osservare da vicino i migliori tra
musicisti, liutai, produttori e distributori di chitarre rigorosamente con cassa armonica di legno (con
qualche eccezione!)?
Noi sì. Con un po’ di spavalderia e anche molta paura, avevamo intuito l’esistenza in Italia di uno
spazio per la creazione e la crescita di una manifestazione musicale e fieristica totalmente acustica,
in grado di presentare novità e meraviglie in campo artistico e di mercato. Soprattutto avevamo captato “l’orgoglio acustico” che, con qualche vena malinconica, brillava negli occhi di tanti innamorati
ed addetti ai lavori faticosamente impegnati nell’emergere, ma pronti a seguire un progetto serio di
affermazione.
Questo catalogo vuole dare a musicisti, organizzazioni chitarristiche, giornalisti, espositori, produttori e distributori la consapevolezza di essere in ottima salute e la sua distribuzione in tutta Italia darà
testimonianza di queste liete riflessioni oltrechè stimolo per un costante lavoro di crescita insieme.
Grazie agli amici di Dismamusica, agli inserzionisti, a tutti i partners e benvenuti al decennale dell’Acoustic Guitar International Meeting!
Molti mi
Alessio Ambrosi
conoscono come il portavoce
ufficiale di DISMAMUSICA, l’associazione
italiana di riferimento nel mondo dello strumento musicale.
Ma da alcuni anni mi si trova “stampato” sui cataloghi di SHG a Milano (per il vintage e la liuteria elettrica) e, ora, anche sul catalogo dell’Acoustic Guitar International Meeting di
Sarzana, nel regno della chitarra acustica.
“Ma quanti cappellini hai?”, comincia a chiedermi chi mi incontra…
Facile rispondere: uno. Quello di DISMAMUSICA: un’associazione al servizio dello strumento musicale in senso lato, che mette a disposizione l’appoggio del suo staff di comunicazione anche ai
settori della liuteria acustica ed elettrica e anche (molti hanno già ricevuto il primo numero di AIARP
Notizie) al settore del pianoforte acustico.
Quando ho incontrato Alessio Ambrosi a Milano (l’idea è nata proprio durante l’ultimo SHG), di
fronte all’idea di realizzare il catalogo di Sarzana, non ho saputo fare altro che aderire con entusiasmo. Ora voi che visitate la Fortezza Firmafede avete tra le mani una pubblicazione ricca di
interviste, completa di una cartina e corredata di notizie sui prodotti, sull’offerta, sui
personaggi...
E naturalmente, essendo un catalogo, avete nomi e riferimenti degli espositori.
Non solo. Questo, per voi, è gratis grazie agli inserzionisti, che verranno poi
visti in tutta Italia perché spediremo questo stesso catalogo, come allegato,
a tutti i lettori di Dismamusica Magazine. Anche a questo serve un’associazione di riferimento…
Gianni Cameroni
Incontriamo il Sindaco Massimo Caleo nel suo
ufficio, nel sontuoso palazzo comunale di Sarzana,
dopo che un acquazzone ha reso tersa e frizzante
una giornata iniziata sotto il segno della pioggia.
Ci aspettavamo un po’ di anticamera, come di solito accade quando si chiede spazio per un’intervista
a un Primo Cittadino, ma abbiamo dovuto attendere meno del canonico quarto d’ora accademico.
Massimo Caleo ha volentieri risposto alle nostre domande sull’Acoustic Guitar
International Meeting, ma ha voluto far precedere ogni dichiarazione da un suo
personale saluto ai visitatori che affolleranno le sale della Fortezza Firmafede. “Il
turismo culturale di alto livello”, ha aggiunto, “come quello rappresentato dagli
appassionati di musica che vengono in occasione del Meeting, è certamente una
importante ricchezza per la nostra città. E sono veramente lieto di poter idealmente accogliere ogni visitatore dandogli il mio personale benvenuto in una cornice così suggestiva e prestigiosa come la Fortezza Firmafede”.
Il Sindaco ha anche commentato l’importanza di eventi di cosi ampio spessore
culturale, sia per l’intensa attività di incontri e convegni che si sviluppa attorno
al Meeting, sia per la grande quantità di concerti che ogni anno Alessio Ambrosi
riesce a inanellare attorno all’evento espositivo. “Quello che ci conforta”, ha detto a questo proposito, “è la qualità di quanto l’amico Ambrosi ha fatto in questi
anni, una qualità riconosciuta dai maggiori estimatori e critici musicali, una qualità che, credo, ci invidia tutta Italia”.
Parlando del valore della musica, il sindaco di Sarzana ha poi sottolineato come
la sua diffusione, soprattutto tra i giovani, possa contribuire in modo significativo a migliorare i rapporti tra le persone, “...in quanto la musica”, ha detto, “porta
con sé un linguaggio di pace e di invito alla civile convivenza, nel rispetto delle
persone e nella gioia sia dell’ascolto che della produzione, che nessun’altra disciplina può vantare”.
L’amministrazione comunale di Sarzana, attraverso il Sindaco, plaude dunque
a questo evento culturale e musicale, che giunge quest’anno all’importante traguardo della sua decima edizione. u
di Cristiano Cameroni
I
l mio primo incontro con Cristina
Benefico è un incontro… telefonico. Lei a Lerici, io a Milano, siamo
costretti per motivi di tempo a rinunciare all’intervista “di persona” e a scegliere la
soluzione più informale del colloquio via telefono. Forse però è un bene; perché in questo modo, quasi stessi ascoltando la radio,
vengo colpito innanzitutto dalla sua voce.
Una cantante nel regno della chitarra
Cristina Benefico è una cantante. Anzi, ad
essere precisi occorre dire che è una cantante
raffinata. E forse un osservatore superficiale potrebbe pensare che questa condizione
basti a spiegare il tono particolare della sua
voce, così dolce e così diretto. Se si ascoltano fino in fondo le sue parole, però, si sente con chiarezza che la sua è una voce buona,
che trasmette emozioni e messaggi positivi
e che, sia questo puro “mestiere” o qualità intrinseca della persona, è capace di incantare.
Mi sbaglierò; ma l’incanto che Cristina trasmette è a mio parere uno dei motivi dell’enorme successo che ha accompagnato,
l’anno scorso, il debutto del Kids’ Corner, il
laboratorio/nursery da lei ideato e dedicato ai più piccoli visitatori dell’Acoustic Gui-
tar International Meeting. Forti dell’esperienza acquisita e degli entusiastici
consensi raccolti, gli organizzatori hanno deciso di riproporre anche quest’anno l’esperienza, aggiungendo nuovi obiettivi rispetto a quelli dell’anno
scorso e ampliando il programma delle attività in vista del più alto
numero di partecipanti attesi nel fine settimana. Sulla base di queste premesse, note a tutti attraverso il
circostanziato programma
della manifestazione, chiedo a Cristina di raccontare nel dettaglio la storia
di quest’idea.
La parola a Cristina
“Avevamo notato”, racconta Cristina, “che nella fortezza Firmafede, in occasione dell’Acoustic Guitar
International Meeting, si
aggiravano parecchi bambini. Quasi tutti, però,
avevano un’aria annoiata,
perché erano costretti a
seguire i propri genitori lungo il percorso della mostra e non potevano toccare nulla… Così, un po’ per offrire
un servizio alle famiglie in visita e un
po’ per rispondere ad una nostra esigenza… pedagogica, abbiamo inventato il Kids’ Corner. Lo scopo era quello di creare un’occasione di contatto fra
i bambini e la chitarra; e sulla base dei
risultati dell’anno scorso devo dire che
siamo riusciti a centrare l’obiettivo”.
La voce all’altro capo del filo ha un
attimo di esitazione; ne approfitto
per chiedere come funzioni, sotto il
profilo strettamente logistico, il
laboratorio.
Piccoli strumenti
per grandi numeri
“L’attività”, mi risponde Cristina, “è organizzata all’interno di un
piccolo spazio attrezzato. Il Kids’ Corner è dotato
di alcune chitarre didattiche
di misura ridotta, di alcune
chitarre-giocattolo e di un
piccolo strumentario che
comprende triangoli, maracas, legnetti, altre percussioni. Accanto a queste attrezzature
musicali ci sono poi fogli da disegno, pennarelli e matite colorate; e quest’anno ci saranno
anche materiali da manipolare, come il pongo. In sostanza c’è tutto l’occorrente per allestire e far funzionare un laboratorio creativo
per i più piccoli che coinvolgerà anche quest’anno i bambini di età compresa fra i due e
i dodici anni”.
Approfitto ancora una volta della pausa per osservare che si tratta di una “forbice” piuttosto
ampia, e che quindi non deve essere facile approntare un programma che possa garantire a
tutti un ampio coinvolgimento. È chiaro a tutti, credo, che un gioco pensato per un bambino
di due anni è del tutto inadatto alle aspettative
di un ragazzino di seconda media.
“Certo”, replica Cristina, “la flessibilità dei
maestri che lavorano nel Kids’ Corner è messa a dura prova. Anche perché l’affluenza è
piuttosto elevata. L’anno scorso abbiamo registrato, nelle giornate di sabato e di domenica, più di ottanta partecipanti. Ma, come si
dice, abbiamo fatto di necessità virtù; e abbiamo agito in modo mirato su ciascun gruppo di bambini differenziando contemporaneamente le attività”.
Dalla forma alla sostanza
Sono incuriosito e vorrei porre un’altra domanda alla mia interlocutrice. Decido invece di aspettare, e la risposta arriva da sola: “In
pratica succede più o meno così: al loro arrivo,
i bambini vengono accolti da una persona che
li indirizza alternativamente verso il maestro
di chitarra o verso la sezione del laboratorio
dedicata alla manipolazione… In altre parole, se il nuovo arrivato ha un’età compatibile
con quella del gruppo che sta lavorando con
il maestro di chitarra, viene inserito nel gruppo, viceversa gli vengono proposte attività di disegno o di manipolazione
propedeutiche all’incontro con lo
strumento. Al cambio del turno il panorama si inverte: chi
disegnava prende in mano gli
strumenti, chi suonava si sposta alle matite… Con questo sistema, ciascuno ha modo di apprendere alcune nozioni di base
sulla chitarra (come il nome delle sue
diverse parti e dei materiali con cui è costruita) e di provare direttamente a mettere le mani
sullo strumento. In pratica, si passa dalla conoscenza della forma ad un primo approccio
concreto allo strumento che suona”.
là del risultato… pittorico, il Kids’ Corner garantirà a tutti i partecipanti una gratificazione
importante, sia dal punto di vista formale sia
sotto il profilo della spettacolarità”.
Questa volta non riesco a trattenere la curiosità e chiedo a Cristina di “svelare il mistero”.
“In realtà non c’è nessun mistero”, risponde lei.
“Semplicemente, i nostri insegnanti prepareranno insieme ai bambini un piccolo brano abbastanza facile da poter essere montato in poco
tempo. Il pezzo sarà costituito da una sezione
di base suonata dall’insegnante e da una serie
di interventi aggiuntivi che potranno essere suonati dai bambini usando le
posizioni più semplici e le corde
vuote. L’esperimento raggiungerà l’apice nel pomeriggio di domenica, quando tutti i bambini
saranno invitati a salire sul palco dell’Acoustic Guitar International Meeting per ricevere l’attestato di frequenza. Qui, quasi a fare
da “apertura” per il grande concerto finale, la piccola orchestra di chitarre proporrà
al pubblico il breve pezzo preparato nel laboratorio, condividendo in questo modo il palcoscenico con i grandi artisti che calcheranno le
scene la sera del 20 maggio”.
Una gratificazione per tutti
Un “grande” ricordo
La solidità di questo meccanismo è già stata
sperimentata l’anno scorso con esito più che
positivo: chi c’era ricorda senz’altro la simpatica mostra di disegni realizzati dai bambini
che i responsabili del Kids’ Corner hanno allestito in maniera del tutto estemporanea all’interno dell’area-laboratorio. È ancora Cristina
a parlarne: “In realtà l’idea della mostra è stata
un po’ una sorpresa anche per noi… eravamo
partiti al buio e non ci aspettavamo certo una
risposta così entusiasta; quest’anno ci aspettiamo una conferma, e speriamo di poter allestire una seconda mostra. In ogni caso, al di
Mentre Cristina parla, si ha l’impressione
che sia già lì, sul palco live, e che ci stia
semplicemente descrivendo le cose in tempo reale. Quel che è certo, al di là dell’entusiasmo contagioso che anima le sue parole,
è che un’esperienza di questo tipo segnerà senz’altro i piccoli protagonisti del Kids’
Corner, che ricorderanno a lungo di essersi
esibiti accanto ai più grandi chitarristi del
mondo. E che in futuro, imbracciando una
chitarra, non potranno fare a meno di ripensare con un sorriso alla cinque giorni di
Sarzana… u
N
on capita molto spesso di intervistare
contemporaneamente più interlocutori. Così, quando finalmente riusciamo a fissare un incontro con Max Ormea e
Roberto Sanlorenzo, sono in lieve imbarazzo.
Non so bene a chi rivolgere le mie domande
e nutro anche qualche dubbio sulla possibilità di “catturare” con successo tutte le affermazioni attribuendole alla persona giusta. Bastano però poche parole per capire quanto io sia
fuori strada. Sia Max che Roberto mi riservano un’accoglienza straordinaria, quasi fossimo
vecchi amici; e per quanto la voce tranquilla
li accomuni nel manifestare immediatamente
un senso di calma e di sicurezza profonda, la
loro diversa personalità emerge con chiarezza
da ogni singola espressione. Davvero, mi stavo perdendo in un bicchier d’acqua.
La ricerca della felicità
Rincuorato da quest’inizio, chiedo quali sono
gli obiettivi del seminario Essere Suono che i
due musicisti tengono in Fortezza fra sabato e domenica.
“La finalità ultima”, racconta Roberto Sanlorenzo, “è la ricerca della felicità. E non solo
nei confini del nostro seminario, ma in tutta
la vicenda umana di un musicista. Io e Max
siamo amici da tanti anni; abbiamo suonato moltissimo insieme, abbiamo lavorato sulla meditazione e sul respiro. E ci siamo accorti che queste esperienze cambiavano il nostro
modo di suonare. Eravamo sempre più capaci di esaminare le nostre emozioni. Riuscivamo ad osservare il nostro vissuto –che è fatto
di corpo, sensazioni ed emozioni– per trasformare questa ricchezza in espressione. Attraverso la meditazione siamo riusciti ad osservare con un occhi nuovi tutto ciò che il
mondo esterno provocava in noi. Abbiamo
visto cambiare il nostro modo di esprimerci, e abbiamo visto che questo influiva moltissimo anche sulle aspettative che il pubblico nutriva nei nostri confronti”.
Perché Sarzana
Max annuisce e si dichiara completamente
d’accordo; in questa sorta di bolla di tranquil
lità che si è venuta a creare intorno a noi riesco ad intravedere quanto concreto sia questo tipo di approccio e quanto superficiale sia,
per contrasto, la realtà frenetica nella quale
siamo abituati a muoverci. Ed è proprio pensando a questo contrasto che rivolgo a Max la
seconda domanda: “Ascoltando le vostre parole è tutto chiaro; ma la stessa tranquillità,
che mi pare propedeutica a qualsiasi meditazione, si potrà trovare anche all’Acoustic Guitar International Meeting? Voglio dire, la presenza di migliaia di visitatori non rischierà di
disturbare il vostro lavoro? E quindi, se me
lo permettete... perché avete scelto di venire
proprio a Sarzana con questa proposta?”
La domanda è provocatoria, ma Max non
perde il suo bon ton, e mi risponde così: “Il
primo motivo è semplicissimo: siamo a Sarzana perché Alessio Ambrosi, quando gli
abbiamo lanciato questa proposta, ha su-
bito detto di sì, aderendo con quell’entusiasmo che è tipico della curiosità e dell’interesse. Bisogna dare atto ad Alessio di avere colto
l’aspetto innovativo della nostra proposta nonostante lui non nutra, a quel che ne so, un
interesse particolare nei confronti del pensiero yoga e della meditazione in genere. In secondo luogo direi che fra la nostra proposta e
il Meeting si è creato da subito un sentire comune molto positivo... La manifestazione di
Sarzana ha sempre saputo curare tutti i dettagli comunicando allo stesso tempo l’energia potente che le deriva anche dalla location.
A questo proposito mi piace ricordare la risposta che Alessio mi diede quando gli chiesi perché mai insistesse tanto con la Fortezza
Firmafede. Ricordo che mi disse esattamente
che il luogo che ospita l’Acoustic Guitar International Meeting deve essere un posto
memorabile”.
Il valore dell’autenticità
Alle parole di Max fa eco Roberto: “Se
posso aggiungere qualcosa, direi che Sar-
zana può essere descritta con quattro immagini. A Sarzana io ho potuto vedere, in tutti
i partecipanti, una profonda ricerca dell’autenticità. Che, naturalmente, si accompagnava ad
un forte entusiasmo. Sono valori che, insieme
al senso di appartenenza ad una famiglia comune, provocano nelle persone un’inquietudine
positiva che le spinge a cercare nuove esperienze
abbandonando del tutto la paura. Ecco, Sarzana per me significa questo; e non ti nascondo
che tutto ciò esercita su di me un fascino non
comune, perché la ricerca autentica dell’esperienza è l’aspetto più importante anche del
nostro modo di porci nei confronti della musica e del mondo. Ricorderò infine che la radice sanscrita della parola yoga è yug, che significa –per l’appunto– unione”.
Parlando di quest’anno
Devo confessare che le immagini
proposte da Roberto hanno davvero un forte potere evocativo. Mi vedo già fra i corridoi
della Fortezza, circondato da persone buone. Ho quasi timore di rompere l’incantesimo con le mie parole, ma tant’è, l’intervista va
fatta. E allora, con uno scarto brusco, chiedo a
Max di parlare di ciò che si farà nel corso degli incontri di Essere suono.
Max non ha esitazioni: “Quest’anno alzeremo un po’ il tiro rispetto a quanto abbiamo
proposto nel 2006. Divideremo le due giornate fra seminari, meditazione e incontri con
i musicisti. E dico incontri proprio perché non
si tratta esattamente di concerti. Nei concerti
normali il pubblico ha un ruolo passivo, quasi si trovasse di fronte a professionisti che, nel
tempo stabilito, riversano a comando suoni capaci di suscitare emozioni preconfezionate. Noi vogliamo invece che chi partecipa
riscopra un ruolo attivo; quindi pensiamo a
questi incontri come ad una celebrazione... un
momento nel quale tutti, musicisti e pubblico, vengono messi sullo stesso piano per poter
partecipare della medesima esperienza”.
Far crollare le barriere
“Esatto”, commenta Roberto. “I nostri incontri
con i musicisti saranno preceduti da un’introduzione alle tecniche yoga; e questa fase propedeutica favorirà la formazione di un clima
amichevole in cui il grande esperto riuscirà a
condividere il suo essere suono con tutti i presenti.
Naturalmente per poter arrivare a questo sarà
necessario far crollare delle barriere importanti, come il senso di rispetto che chiunque nutre nell’avvicinare uno strumento sconosciuto
in presenza di un maestro di livello mondiale.
L’anno scorso alcuni dei partecipanti non osavano quasi prendere in mano il sitar in quanto non erano capaci di suonarlo e
temevano di urtare la sensibilità
del maestro... Ma il nostro modo
di agire non prende in considerazione gli aspetti tecnici, che hanno un ambito
specifico; a noi interessa provocare delle esperienze perché maturino in capacità espressive.
Il nostro modo di procedere è preso a prestito
da quello dei grandi maestri spirituali, che non
impongono una dottrina in modo cattedratico, ma fanno sorgere domande profonde che
coinvolgono tutta la persona. Ecco, nell’invitare ai nostri seminari dei grandi musicisti è
come se portassimo lì dei diapason potentissimi che faranno risuonare gli altri diapason che
si sono raccolti intorno a loro”.
Ancora una volta, l’immagine usata da Roberto è molto bella; ed è anche molto calzante,
perché anche solo ascoltando le parole degli
organizzatori di Essere Suono ci si sente contagiati e pronti a vibrare sulla stessa lunghezza d’onda.
Ripenso per un attimo ai corridoi della Fortezza, alle facce intente a cercare, con lo strumento giusto, la strada di una vita. Per riuscire infine, come dicono Max e Roberto, a
rompere la barriera ed essere suono. u
Che differenza c’è tra uno scooter italiano e qualsiasi altro scooter economico?
Nessuna! Entrambi ti portano dove vuoi andare!
Ma...allora...perchè te lo sei comprato?
ITALIAN STYLE: PER GODERTI LA VITA!
ITALIAN SOUND:
per godere la tua musica!
w w w . s r - t e c h n o l o g y . c o m
Roberto Fontanot è, insieme al prof. Antonio Selmo, il relatore di un seminario estremamente
innovativo nel campo della liuteria per chitarra acustica. Gli abbiamo chiesto di raccontarci le sue idee.
di Alessandro De Cristoforis
R
oberto Fontanot indossa una maglietta arancione e un paio di jeans.
La sua stretta di mano è decisa; e
lo sguardo acuto, che si muove rapidamente da un punto all’altro della stanza passando dal sorriso alla concentrazione, denota in lui una vivacità intellettuale ed una
curiosità fuori del comune. Non si stanca
di osservare che “la vita non è abbastanza
lunga per poter andare a fondo di tutti i
progetti”, e a chiedergli un’intervista si ha
quasi l’impressione di rubargli del tempo
prezioso. Riusciamo comunque a sottrargli
una mezz’ora abbondante durante il Guitar Festival di Soave perché ci parli del suo
personalissimo cammino di ricerca.
La curiosità: un modo di essere
“Se vogliamo cercare un punto d’inizio del
mio percorso,” esordisce Roberto, “dobbiamo risalire al mio modo di essere, che si riflette da sempre su tutto ciò che faccio. Io
sono fondamentalmente una persona molto curiosa. Di scoprire il perché delle cose,
di trovare una spiegazione –e spesso una soluzione– ai problemi che incontro strada facendo. In questo mio bisogno di conoscere, che
ha tutte le caratteristiche di una passione
sfrenata, sono guidato da un metodo scientifico estremamente rigoroso ed obiettivo.
Sono un meccanicista, e affronto ogni nuova
domanda cercando di inserirla in un rapporto causa-effetto che possa darmi un quadro
sufficientemente preciso della situazione”.
Ci fermiamo per qualche istante a
salutare i componenti del Bermuda Acoustic Trio che sono
venuti a salutare Roberto, quindi il discorso prosegue: “Con queste premesse, il motivo che mi
ha spinto ad approfondire in maniera scientifica i problemi della fisica
del suono è improvvisamente chiaro. Mi sono imbattuto in
situazioni che non mi soddisfacevano e ho tentato di trovare soluzioni oggettivamente buone. In questo mi hanno aiutato le collaborazioni internazionali attraverso
le quali ho conosciuto le persone giuste –
chitarristi, liutai, fisici. Loro mi hanno insegnato soprattutto a pormi le domande giuste...
ecco tutto”.
10
Fra costruzione e riparazione
“In questo,” domando mentre Roberto si
concede un breve intervallo, “non sei stato
ostacolato dal tuo doppio ruolo di costruttore e di riparatore?”,
“Tutt’altro!”, esclama Fontanot. “Come costruttore devo moltissimo alla mia attività
di riparatore, che mi ha insegnato
a progettare prevedendo i problemi più comuni in modo
da prevenirli. E come riparatore devo molto al Roberto Fontanot costruttore, che mi ha regalato
tecniche di intervento e
una visione delle cose che
non avrei mai immaginato.
Diciamo pure, con un termine scientifico che mi è molto caro, che c’è come una osmosi tra
le due parti della mia attività. È una dialettica fondamentale, decisiva; e ti dirò di
più... a mio modo di vedere, questo aspetto manca soprattutto ai grandi produttori, i
cui reparti di produzione comunicano molto poco con i laboratori dedicati alla riparazione. Ed è un vero peccato...”.
Mentre fisso sulla carta le ultime parole di
Roberto, mi sorge spontanea un’altra domanda: “In che modo la trasmissione di
queste esperienze ha seguito l’impostazione del metodo scientifico?”.
La necessità dell’analisi
“Il punto,” mi risponde soddisfatto Fontanot, “è proprio qui. Perché non mi bastava
avere fatto tesoro delle preziosissime osservazioni che i musicisti più preparati e i ricercatori più autorevoli mi avevano regalato col passare degli anni. Occorreva trovare
il sistema di raccogliere in modo sistematico tutte quelle informazioni; e con la parola sistematico intendo dire che bisognava
tradurre le singole osservazioni in un linguaggio matematico, razionale, misurabile
e riproducubile... Era necessario inventare
un sistema che permettesse di analizzare in
modo estremamente accurato le caratteristiche fondamentali di una chitarra e trasformarle in un modello matematico complesso che permettesse di studiare fin nei
minimi dettagli l’essenza dello strumento originale. È stato così che, insieme a tre
ingegneri elettronici provenienti da settori
imp Pubbl Sarzana
diversissimi, abbiamo cominciato a lavorare ad un sistema di misurazione e di analisi
che rappresenta quanto di più sofisticato c’è
in circolazione. Il progetto è stato condotto
presso i laboratori dell’università di Padova, e con il sostanziale contributo delle apparecchiature che sono disponibili per chi,
come me, lavora in quel contesto. Abbiamo usato sistemi di ripresa del suono capaci di frequenze attorno ai 120.000 Hz... ti
puoi immaginare a quale livello di precisione siamo arrivati. Naturalmente occorreva
dotarsi di un sistema in grado di generare
una sollecitazione meccanica ugualmente
precisa e riproducibile sui diversi strumenti
a cui avremmo lavorato –e su questo punto abbiamo collaborato intensamente con
Giovanni Unterberger, fino ad arrivare alla
soluzione attuale”.
La lingua franca
“Fatto questo”, continua il mio interlocutore,” abbiamo codificato un grande numero di parametri per descrivere nei dettagli
tutte le caratteristiche acustiche dello strumento. Una serie di impronte digitali, diciamo, che una volta catturate ci permettono
di risalire in qualunque momento all’identità di quello strumento. Ora, tutto questo
lavoro rappresenta a mio parere un traguardo importantissimo: per la prima volta esi-
27-04-2007
15:26
ste una lingua franca in grado di comunicare con precisione scientifica il valore delle
soluzioni adottate nella costruzione degli
strumenti musicali di liuteria”.
Le applicazioni possibili
Mi prendo la libertà di osservare che non
tutti possono permettersi un impianto di
analisi da 120.000 Hz...
“Certo,” continua Roberto. “Ed è per questo
che abbiamo prodotto una versione consumer dello stesso progetto, che funziona con
normali componenti hi-fi e garantisce una
accuratezza pari al 95% di quella ottenuta
in laboratorio. A questo punto, le ricadute
possibili sono tantissime... Pensiamo a cosa
possa significare, per un liutaio, la possibilità di archiviare per sempre le impronte digitali di uno strumento che, una volta costruito, verrà venduto... Oggi, i piccoli artigiani
lavorano praticamente a memoria, confrontando le caratteristiche dei loro strumenti
appena finiti con l’immagine mentale di
quelli realizzati dieci o venti anni prima.
Con il nostro sistema, che presenterò nei
seminari di questi giorni, uno strumento
venduto è sempre disponibile, nella lingua
franca dell’analisi scientifica, per poter essere confrontato con i suoi successori. Aiutando l’artigiano a crescere sempre nella direzione più opportuna...” u
Mercoledì 16 Maggio - dalle 15.00 alle 18.00
La fisica acustica per comprendere e migliorare la produzione.
Giovedì 17 maggio - dalle 15.00 alle 18.00
Realizzare ed utilizzare un laboratorio acustico da “liuteria”.
Venerdì 18 Maggio - dalle 15.00 alle 18.00
Sistemi di amplificazione per strumenti acustici.
11
Pagina 1
I
l nome di Paolo Giordano è da sempre legato in modo particolare all’Acoustic Guitar International Meeting.
La brochure di quest’anno dice di lui che è
uno dei più grandi chitarristi acustici italiani,
conosciuto e stimato in tutto il panorama internazionale della chitarra; e a questa presentazione non occorre aggiungere altro, se non
il fatto che Paolo è anche una persona aperta, cordiale e molto profonda soprattutto dal
punto di vista umano.
Gli appuntamenti che lo vedono protagonista quest’anno riveleranno molte delle sfaccettature della sua personalità artistica. Paolo sarà infatti presente presso lo stand della
Martin, di cui è apprezzatissimo endorser
ufficiale; inoltre lo si potrà ascoltare in concerto domenica 20; infine sarà data occasione a chi lo desidera di assistere ad un suo
workshop nell’ambito del Corso di Formazione Didattica e tecniche per Chitarra acustica in programma mercoledì 16.
Parlando del Meeting
Coinvolto com’è in tutte o quasi le iniziative che prenderanno corpo in questi giorni, Paolo ha il privilegio di vedere l’Acoustic
Guitar Meeting da molte angolazioni diverse; ed è proprio facendo leva su questa sua
veste di osservatore d’eccezione che gli chie-
di Alessandro De Cristoforis
diamo di parlarci di quello che l’Acoustic
Guitar Meeting rappresenta ai suoi occhi.
“Sarzana”, dichiara Paolo “è un’isola felice. Il
fatto che sia cresciuta a dismisura è un merito di cui bisogna dare atto agli organizzatori; grazie a loro questa manifestazione,
oggi, è davvero capace di portare all’attenzione di tutto il Paese il mondo affascinante
della chitarra acustica. A questo però, che è
un dato oggettivo, vorrei aggiungere qualche
osservazione personale. E citerò il caso di
un mio allievo a cui da
anni continuavo a ripetere: ‘vieni a Sarzana!’; e lui non trovava
mai il tempo di venire.
Ebbene, l’anno scorso
è finalmente venuto, ed
è rimasto letteralmente folgorato! Camminava fra gli stand quasi attonito, era estasiato
dal clima che si respirava qui, e l’unica cosa
che mi ha detto quando ci siamo rivisti è stata: ‘Paolo, ma io dove sono stato tutti questi
anni? Come facevo a non conoscere questo
mondo?’. D’altra parte sono sicuro che questa stessa esperienza è comune a molti altri,
12
proprio perché l’Acoustic Guitar International Meeting è davvero qualcosa di unico nel
nostro Paese. Il clima che si respira in questi giorni, con la gente che si mette a suonare
sull’erba, con i concerti continui, con questo
grande senso di libertà che si coglie, è un clima da evento degli Anni Settanta, è qualcosa
di raro e di prezioso che ogni volta ti sorprende come un regalo inaspettato”.
A proposito
di quest’anno
L’entusiasmo di Paolo
si contiene a fatica; gli
chiediamo quali siano
le aspettative che nutre
nei confronti di questa
edizione, e la risposta
è fulminea: “L’Acoustic Guitar International Meeting è sempre
una grande conferma.
Da Sarzana non ci si
aspetta niente, perché
questi giorni sono davvero un grande regalo: non stai più nella pelle perché vuoi sapere cosa ci sarà, chi incontrerai, anche se
sai che sarà bellissimo. E l’unico rammarico che ti resta è che dopo qualche giorno tutto questo finisce... Ci vorrebbero non
uno, ma due o tre Acoustic Guitar Meeting
sparsi per tutta Italia, in modo da diffondere ulteriormente questi messaggi bellissimi. La chitarra acustica ha bisogno di essere proposta anche in altri settori, perché
non gode della stessa notorietà della chitarra elettrica, ma è un mondo davvero infinito e sempre sorprendente”.
L’emozione delle Martin
Le parole di Paolo fluiscono decise, sincere;
lui stesso, nella sua qualità di insegnante e
di musicista in vista, si batte in continuazione per dare maggiore visibilità alla chitarra
acustica; il suo stesso ruolo di dimostratore
ufficiale Martin è, a nostro parere, un mezzo
per raggiungere un pubblico ampio con un
messaggio forte e autorevole.
“Sicuramente questo ruolo, di cui sono grato al
distributore italiano della Martin, Eko, mi dà
la possibilità di contattare un numero elevatissimo di persone e di trasmettere loro il mio entusiasmo. E ti dirò di più: essere stato chiamato a suonare queste chitarre è stato per me un
grande onore, perché questi strumenti rappresentano la storia della chitarra acustica in Italia e nel mondo. Una storia gloriosa che ci auguriamo possa continuare a svilupparsi sempre
di più, insieme alla musica e insieme alle manifestazioni come il Meeting.” u
di Massimiliano Antonioli
D
avide Mastrangelo collabora da dieci anni con
l’Acoustic Guitar International Meeting. Chitarrista raffinato, insegnante “per vocazione”, è il fondatore del Centro Studi Fingerstyle di Bibbiena, in provincia
di Arezzo; un luogo dove sono disponibili una biblioteca e
una mediateca interamente dedicate alla chitarra fingerstyle e dove si organizzano concerti, seminari e workshop su
questo argomento. Il suo ruolo a Sarzana è fondamentale: a
lui si deve infatti l’organizzazione di tutta la parte didattica
della manifestazione. Come coordinatore, è lui a stabilire le
impostazioni di base dei corsi di formazione che precedono
il momento espositivo. Ed è quasi inevitabile che la nostra
prima domanda verta su questo punto. Dopo le
rapidissime presentazioni, e dopo l’altrettanto
rapido passaggio dal “lei” al “tu”, gli chiediamo
di illustrare quali siano gli obiettivi del corso di
formazione in programma quest’anno dal 16 al
18 maggio.
L’impostazione globale
“Lo scopo dei corsi,” spiega Davide, “è quello di portare a Sarzana i più grandi maestri
internazionali della chitarra per metterli a contatto con il pubblico dei chitarristi italiani interessati a questo tipo di approfondimento. I nostri corsi si rivolgono
a persone che vantano già una certa conoscenza della chitarra e del suo repertorio, e richiedono un impegno abbastanza significativo in termini di tempo. Chi
si iscrive versa un contributo economico –
senza il quale non riusciremmo a sostenere le spese per
l’ospitalità dei docenti– e si impegna a frequentare i seminari per tre giorni, sette ore al giorno”.
Al di là dei numeri
Il corso di formazione dedicato alla didattica per chitarra è
giunto ormai alla sua terza edizione. È logico aspettarsi che
Davide, che organizzava i seminari dell’Acoustic Guitar International Meeting ancora prima che venise istituito il corso attuale,
abbia una percezione chiara dell’andamento di questa iniziativa.
Gli chiediamo quindi se, al di là dei numeri, che sappiamo essere positivi, può parlarci di quello che è il suo riscontro. “Così
su due piedi,” risponde Davide, “direi che il riscontro più bello
l’abbiamo ottenuto nel vedere dipinte sui volti dei partecipanti la felicità e la soddisfazione. Stando ai commenti che abbiamo raccolto, tutti questi ragazzi –molti dei quali vengono dall’estero– tornano a casa con un ricco bagaglio di nuove
informazioni; ma quello che li eccita di più è la
possibilità, che qui hanno, di vedere i loro artisti
di riferimento nella luce di un’angolazione inconsueta. Durante i tre giorni di corso, il docente e i ragazzi condividono gran parte del proprio
tempo, spesso mangiano insieme... Gli stessi docenti ci hanno spesso ringraziato per quanto questa esperienza ha dato anche a loro”.
Il rapporto con il palco
Questo dato è particolarmente significativo. Sappiamo bene come l’insegnamento della musica, e di
questa musica in particolare, risenta in Italia di un
clima non del tutto favorevole. Chiediamo a Davide
come i corsi da lui coordinati si pongano rispetto ai
corsi di musica che si svolgono all’estero e rispetto a
quanto si fa nelle scuole del nostro Paese.
“Rispetto al panorama estero non saprei... anche perché i docenti che abbiamo avuto in passato non danno
quasi mai lezioni individuali, alle quali preferiscono la formula
del workshop, che poi è anche quella che usiamo noi. Nei con-
fronti della situazione italiana direi invece che la differenza più
grande sta nel rapporto con il palco. Di norma, nelle scuole di
musica la lezione è organizzata intorno ad un problema tecnico
o esecutivo... Qui a Sarzana c’è invece una grossa attenzione per
ciò che avviene durante il concerto. La condivisione delle esperienze da parte dell’artista porta ad una serie di riflessioni intorno al modo di porsi sul palco... A questo occorre aggiungere
poi la possibilità concreta di assistere ai concerti in cartellone,
che sono sempre moltissimi e di altissimo livello qualitativo. A
questo punto è quasi ovvio sottolineare che il lato spettacolare rappresenta una delle caratteristiche salienti, e quindi anche
delle attrattive principali, dei nostri corsi”.
Il rapporto con “il resto” del Meeting
Il rapporto con il “resto” del Meeting, vale a dire la parte espositiva e il cartellone dei concerti, è il centro dell’ultima domanda. Visto che di concerti si è già parlato, chiediamo a Davide
se si trova d’accordo con noi nell’affermare che l’alto spessore culturale ormai universalmente riconosciuto all’Acoustic International Guitar Meeting deve molto proprio ai corsi che lui
coordina. “La domanda,” si schermisce Davide con un sorriso, “è un po’ imbarazzante. Non saprei proprio, sicuramente c’è del vero in quello che dici, ma penso che il valore fondamentale che ci muove sia il desiderio di diffondere il più
possibile la cultura della chitarra acustica. Questa è la cosa
più importante, questo è ciò per cui lavoriamo. Se proprio
vuoi tornare all’espressione di prima, questa è proprio la nostra vocazione...”. u
17
Chitarre personalizzate da MN Guitars
Alla scoperta dell ’universo Wilder Davoli
La passione per la liuteria ha radici lontane nella vicenda umana e professionale di Marcello Norero. Appassionato di chitarra e
impegnato dal 2000 nella lavorazione del legno, il fondatore della
MN Guitars è sempre alla ricerca di nuove sperimentazioni.
La sua produzione conta già chitarre classiche da studio e da concerto, acustiche, mini jumbo; nell’ultimo periodo, le sue energie
sono state dedicate alla costruzione di due chitarre classiche solid body (thin line). Le essenze di riferimento sono acero, mogano, palissandro, abete, ebano, cedro; ma spesso Marcello studia
alternative anche inconsuete insieme al committente per poter
costruire la “chitarra su misura”.
“Tutti i legni” –ci ha dichiarato Norero– “provengono da una falegnameria specializzata nella fornitura
di materiali per la produzione di strumenti musicali. E in ogni caso, al di là del lato estetico, che è certamente molto importante, io do la priorità assoluta alle caratteristiche tecniche. La scelta dei materiali
e la progettazione della struttura interna sono fondamentali per la ricerca di un ottimo equilibrio del
suono, inoltre ci sono altri accorgimenti di trasmissione -come il ponticello- ed estetici
(spessore e raggio della tastiera, forma del corpo, disegno della paletta...) che contribuiscono alla creazione di uno strumento di qualità”. u
MN GUITARS
www.mnguitars.com
saletta 9
Concerto per gli studenti della Val di Magra
Sabato alle ore 11.30 l’appuntamento
per tutti è con il concerto degli studenti della Val di Magra, il momento culminante del progetto pilota di
educazione alla chitarra acustica.
Organizzato dall’Associazione Culturale Armadillo Club e realizzato all’interno del
Progetto Musica della Fondazione Cassa di Risparmio della Spezia, il progetto ha coinvolto gli studenti delle scuole elementari
e medie della provincia di La Spezia con
un intenso programma di avvicinamento
al mondo della chitarra acustica. u
18
C’è davvero da perdersi nello spazio
sempre ricco di strumenti di gran pregio
di Wilder Davoli. La serie delle “meraviglie” si apre quest’anno con una BT-60:
una chitarra baritono custom firmata dal
liutaio canadese Larrivée e prodotta solo
in due esemplari. Con la sua voce potente
e profonda, come ci ha svelato Willy Davoli, “sembra una chitarra, ma suona come
un pianoforte a coda!”.
Particolarmente interessanti, fra le novità, anche gli ibridi prodotti dalla statunitense Gold Tone, di cui Wilder Davoli ha
da poco avviato la distribuzione in Italia.
Sono il Mando-banjo, il Do-jo (Dobro +
Banjo), il Banjitar (corpo con banjo e manico da chitarra) e il Banjolele (corpo da
banjo e manico da ukulele). A questi
strumenti si affiancano i più classici
mandolini, banjo, le chitarre weissenborn, gli ukulele e le chitarre
resofoniche roundneck e squareneck.
Queste ultime, in particolare, sono progettate da Paul
E. Beard e, nonostante il
prezzo contenuto, possono offrire grandi soddisfazioni, al pari di parecchi strumenti di
marchi più blasonati.
Davvero
curiose
sono poi le chitarre proposte dal liu-
WILDER DAVOLI
www.wilderdavoli.it
taio svizzero Brunner:
si tratta di acustiche “da
viaggio” che possono essere montate e smontate nel giro di 30 secondi
e che, grazie ad un meccanismo “quasi ad orologeria”, si ripiegano su se stesse fino ad occupare pochissimo spazio.
Nel campo degli accessori, infine, la novità più evidente è rappresentata dalla
nuova distribuzione delle corde a marchio Cleartone. Prodotte negli USA e
adottate, fra gli altri, dal
liutaio Larrivée –che
ha deciso di montarle su tutti i propri strumenti– e dal chitarrista
Tommy Emmanuel, le
corde Cleartone sono
particolarmente brillanti e offrono una potenza sonora decisamente inconsueta.
Da non dimenticare, infine, la gamma di
plettri in resina sintetica a marchio Wegen
dedicata ai chitarristi
manouche e quindi
particolarmente interessante alla luce del programma di quest’anno del Meeting. E, nel campo dell’elettronica, i nuovi pre-amplificatori per
chitarra acustica con accordatore cromatico incorporato della finlandese BBand. u
salette 10-11
L’anima tonda
delle corde del Doge
Markbass F1
arriva d ’estate
Non tutti sanno che
il nome Dogal deriva
dall’aggettivo dogale,
che significa letteralmente relativo al Doge.
Il riferimento storico,
che rimanda alla gloriosa tradizione musicale della Serenissima, è
d’obbligo quando si parla della Dogal Strings, l’azienda di Cannaregio –il sestiere di
Venezia che va dalla laguna al Canal Grande– che vanta ormai più di cinquant’anni di
esperienza nella produzione artigianale di
corde per strumenti musicali.
Fra le numerose linee di corde che Dogal
porta a Sarzana, un posto di primo piano spetta senz’altro alle Dogal Live Round
Core. Sono corde realizzate a mano con un
avvolgimento in lega di bronzo fosforoso
che si sviluppa su di un’anima di acciaio al
carbonio dalla sezione tonda. Proprio la presenza dell’anima tonda è la caratteristica distintiva delle Live Round Core. Sviluppata interamente da Dogal, questa soluzione
può essere ottenuta solo attraverso l’uso di
macchine artigianali, e permette di raggiungere prestazioni molto elevate. A differenza
di quanto accade alle corde con anima esagonale, che sviluppano una tensione di oltre
60 kg, le Round Core hanno una percentuale di carbonio molto superiore alla norma e
sviluppano una tensione inferiore ai 50 kg
(circa 8 kg. per corda). Il carico ridotto permette alla tavola armonica di vibrare più facilmente; e la sonorità complessiva risulta
più uniforme e ricca di armonici, mentre la
“vita” media delle corde è notevolmente al-
L’arrivo sul mercato della testata F1,
previsto per l’estate 2007, non rappresenta solo un momento importante per
la commercializzazione di un nuovo
prodotto Markbass: secondo l’azienda
chietina si tratta addirittura di un nuovo
capitolo di una storia che segna il successo del marchio in Italia e nel mondo. La F1 è pronta a raccogliere l’eredità della Little Mark II, che a due anni
dall’introduzione è diventata uno standard per le sue caratteristiche di leggerezza, dimensioni, potenza e suono.
La nuova testata F1 ha dimensioni dimezzate rispetto alla Little Mark II
e pesa solo 2,1 Kg. In un unico spazio rack 500W@4ohm di potenza
(300W@8ohm) preamp solid state e finale digitale, 4 bande di eq, filtri VLE e
VPF per personalizzare il proprio suono, uscita XLR bilanciata e loop effetti.
La F1 è il frutto di un’avanzata tecnologia state-of-the-art: potenza, chiarezza e risposta super-veloce con perfetta
riproduzione nei dettagli dello stile esecutivo.
Può essere montata a rack, ha in dotazione la propria bag, e viste le dimensioni e il peso, può tranquillamente essere inserita nella tasca posteriore della
custodia morbida dello strumento. u
DOGAL STRINGS
www.dogalstrings.it
saletta 24
MARKACOUSTIC PARSEK
www.markbass.it
saletta 14
19
...passeggiando fra gli stand
Dal mondo, con amore
Un ampli... resofonico
Potrebbero bastare queste poche parole per descrivere l’attività di
Narada suoni del mondo, un’azienda che nasce dall’amore per la musica. Come ci ha svelato Carlos Santa Maria, il fondatore italo-argentino di Narada: “L’amore per la musica ci ha portato alla ricerca
di fonti sonore che ci ofrissero spazi sempre piu vasti nell’universo
del suono. Questa ricerca si è allargata al punto di spingerci a viaggiare per vari Paesi del mondo e sta coinvolgendo molti artisti che,
insieme a noi, condividono questo interesse”.
Oggi, Narada organizza incontri e corsi per riscoprire, conoscere e
sperimentare questo importante canale di espressione. E, oltre ai concerti che
vedono protagonisti grandi musicisti provenienti da ogni angolo del pianeta, propone un ricco catalogo di strumenti d’importazione e di percussioni di
produzione propria.
Oud, bouzuki, mandole, sitar, santur, charango, tabla... il panorama è vasto,
come vasto è l’orizzonte che si schiude a chi frequenta il laboratorio di liuteria
e l’esposizione di Narada Suoni del mondo a Capolona, in provincia di Arezzo. Come dice Carlos Santa Maria, Buona Musica!!! u
È il modello JAM 400 Custom Reso-Acoustic
“Bob Brozman signature” presentato da SR Technology in occasione dell’ultima MusikMesse,
che si è svolta a Francoforte alla fine dello scorso mese di marzo. Il nuovo combo, che mantiene
la struttura del JAM 400, è stato sviluppato dagli ingegneri della SR Technology in collaborazione con Bob Brozman; l’obiettivo era quello di
dare vita all’amplificatore ideale per il chitarrista
acustico, e stando alle parole di Bob la sfida è stata ampiamente vinta.
“Ho scelto di lavorare al progetto di questo amplificatore” –scrive Brozman nella lettera di presentazione del JAM 400 Custom ResoAcoustic– “con gli straordinari ingegneri della SR
Technology, che sono specializzati nella costruzione di sistemi PA di grosse dimensioni, per
il semplice fatto che i musicisti acustici professionisti hanno bisogno che il loro suono abbia una qualità pari a quella dei grandi impianti. Il progenitore dei cosiddetti amplificatori
per chitarre acustiche è l’ampli per chitarra elettrica, che è stato costruito con lo scopo dichiarato di lavorare in una gamma ristretta di frequenze. Il progenitore dell’amplificatore JAM
400 Reso-Acoustic è... l’AMPLIFICATORE, che è stato progettato per garantire un suono pulito, dettagliato, capace di offrire una fedeltà assoluta su tutta la gamma delle frequenze. Devo confessare che, quando l’abbiamo acceso per la prima volta, sono rimasto strabiliato dalla potenza e dal dettaglio offerti da questo sistema compatto... e quindi posso dire di
ritenermi molto soddisfatto del risultato raggiunto. I tagli di equalizzazione che ho incluso
nel Reso-Acoustic nascono dall’esperienza accumulata nei concerti tenuti nelle situazioni
più diverse in anni e anni di tour. È davvero meraviglioso, oggi, poter disporre di un amplificatore in grado di enfatizzare le frequenze buone e di risolvere qualsiasi problema di feedback con le curve di equalizzazione incorporate. Il JAM 400 Reso-Acoustic è diventato il
mio amplificatore di fiducia... e penso lo sarà anche per voi”.
JAM 400 Reso-Acoustic eroga una potenza di 400 Watt ed è dotato di tre canali dedicati all’amplificazione di chitarre resofoniche e
di tre canali per le chitarre acustiche in legno. Ciascun canale è
equalizzato in modo specifico per dare la possibilità a chi suona
di scegliere le impostazioni ottimali in relazione al tipo di strumento suonato, al tipo di ambiente e ai valori di feedback.
La dotazione del JAM 400 Reso-Acoustic è completata da tre
canali dedicati al suono proveniente dai pickup e da una unità effetti integrata di alta qualità. u
NARADA SUONI DEL MONDO
www.naradasuoni.com
saletta 17
SR TECHNOLOGY
www.sr-tech.net
20
(official sound of Acoustic Guitar International Meeting)
salette 19-20
...passeggiando fra gli stand
I titoli giusti
Sono davvero tantissimi i titoli dedicati al mondo della chitarra
che Carisch ha inserito di recente nel proprio catalogo. La scelta, fra l’altro, non riguarda un genere musicale né un tipo di strumento specifico, ma si apre a ventaglio su di una serie di opportunità che trovano nei chitarristi acustici i fruitori naturali di
queste proposte editoriali.
Fra i volumi presenti nello spazio Carisch dell’Acoustic Guitar
International Meeting segnaliamo innanzitutto l’agile Standards
for fingerstyle guitar curato da Davide Mastrangelo. In poco più
di trenta pagine, il libro propone una scelta di standard celeberrimi (come Summertime, Tequila, Blue Moon) “vestiti” in stile fingerstyle grazie agli arrangiamenti di Mastrangelo. Lo scopo è quello di avvicinare al fingerstyle chi non l’ha mai
affrontato, e in questo senso il libro
si dimostra particolarmente efficace anche sotto il profilo strettamente didattico, perché contribuisce ad
“aprire la mente” a chi ha sempre
frequentato partiture e generi tradizionali.
La serie editoriale prosegue con i
due volumi Berklee Basic Guitar, con
i quali arriva in Italia l’autorevolissima esperienza didattica del più
famoso college musicale del pianeta.
Curati da William Leavitt, i due volumi sono estremamente sintetici e concreti: con
un’impostazione tipicamente anglosassone, puntano a dare all’allievo una serie di strumenti tecnici con cui costruire una tecnica di base piuttosto solida.
Completano l’offerta i due testi fondamentali sul fingerpicking firmati da Giovanni Unterberger (Antologia di Fingerpicking e Metodo per Chitarra Ragtime & Fingerpicking) e i
quattro “episodi” della fortunata serie curata da Antonio Ongarello e dedicata alla lettura
del vasto repertorio degli standard jazz. Caratterizzati da un andamento progressivo, sono
utili sia nella didattica che per la formazione di un repertorio personale. u
Martin protagonista
Le Martin Guitars, il cui profilo riempie
di sé l’Acoustic Guitar International Meeting, sono presenti a Sarzana sia sul palco
che in un’ampia area dedicata a prove e dimostrazioni all’interno degli spazi suggestivi della Fortezza Firmafede.
Da segnalare le presenze di Paolo Giordano, uno dei maggiori chitarristi italiani (e
non solo) di fingerpicking, che per tutta la
durata del Festival è
presente nello spazio
Martin/EKO per dimostrazioni e incon-
tri con i chitarristi-visitatori, e di Max Varini, endorser Martin e PRS, che Domenica
20 maggio alle 16 tiene, come gradito ospite,
un importante seminario sull’arrangiamento, sempre presso la sala Martin/EKO.
Da segnalare il fatto che Max Varini suona
una chitarra Custom Martin Signature
costruita appositamente su sue specifiche. Nella foto qui a destra,
il modello hd28, con piano armonico in abete sitka, fondo e fasce in
palissandro indiano massello, tastiera in ebano. u
EKO
www.eko.it
saletta 18
Chitarre Classiche
e Romantiche
costruzione, riparazione, restauro
Via per Olle 13/b
17024 Finale Ligure (Savona)
Tel. +39 019 696158
Cell. +39 347 4146893
www.zontiniguitars.com
[email protected]
21
...passeggiando fra gli stand
I 5 modelli di Colombo
Simone Colombo deve la
sua formazione alla Civica
Scuola di Liuteria di Milano, opera da cinque anni e
ha la sua sede a Lentate Sul
Seveso, in provincia di Milano. Appassionato di liuteria da sempre, ha anche
realizzato una traduzione
del libro Making an archtop
guitar di Robert Benedetto
(Reissue Editions 1996), da
alcuni considerata la “Bibbia” dei processi costruttivi.
La sua produzione standard è incentrata su due tipologie di
strumenti: una small body (la L00, di derivazione Gibson)
e una OM (la LC, modello originale). La particolarità estetica che più contraddistingue le chitarre di Liuteria Colombo è la forma della paletta, caratterizza dall’asola centrale e
dal logo inciso al laser.
Le chitarre di Liuteria Colombo sono disponibili in 5 modelli, diversificati in base alle essenze utilizzate nella realizzazione e al tipo di finitura, ma vengono realizzate con legni
di grande pregio, scelti con cura e lavorati “a regola d’arte”.
I piani armonici dei vari modelli sono in abete della Val di
Fiemme (nella foto il modello CLEME), in mogano kaya o
in cedro canadese.
Esiste anche una produzione “custom” su
specifiche del cliente, e
c’è una particolare predisposizione anche al
restauro di strumenti
vintage, un aspetto importante delle capacità operative di Simone
Colombo. u
LIUTERIA COLOMBO
www.liuteriacolombo.it
L’Utopia di Branduardi
Non stiamo parlando di una nuova fatica discografica del menestrello della
musica italiana, ma di un particolarissimo strumento che Utopia Custom Shop
ha realizzato per lui lo scorso anno.
Si tratta di una stupenda Harp Guitar
che è stata realizzata su sue specifiche,
per accompagnare l’artista nel lungo tour
europeo iniziato nel 2006. Angelo Branduardi è infatti sempre alla ricerca di sonorità specifiche, nuove e antiche allo
stesso tempo, capaci di accompagnarlo
nella riproduzione di atmosfere magiche
e irreali, ma concrete e coinvolgenti. Po-
listrumentista di rango e autore raffinato, sa anche valorizzare la ricerca italiana
nel campo della liuteria, dove si saldano
il classico e le tecnologie più avanzate, la
tradizione e uno sguardo sul futuro.
Lo strumento è una chitarra-arpa classica con sette bordoni di basso più cinque di cantino. Realizzata con una tavola in abete della Val di Fiemme, ha
fondo e fasce in acero marezzato. La
meccanica è interamente Waverly ed
è equipaggiata con pick up L.R Baggs.
Nella foto, Branduardi “on stage” e una
seconda arpa-chitarra Utopia. u
THE UTOPIA CUSTOM SHOP
www.utopiacustomshop.it
saletta 36
Tutta nuova la gamma Lakewood
Con la caratteristica paletta tagliata a spigolo vivo, una scelta che sembra conferire
autorevolezza allo strumento, la serie Premium della casa tedesca è stata interamente rinnovata nel mese di Aprile. Composta
da 8 modelli (nella foto il modello M45 con
la rosetta e i bordi impreziositi da raffinate
finiture in madreperla), questa serie rappresenta il top di gamma dell’offerta Lakewood,
che completa la sua proposta ai musicisti con
altre due serie: Deluxe (11 modelli) e Natural (15 modelli).
La scelta costruttiva della casa tedesca si basa sulle intuizioni del fondatore, il liutaio Martin Seeliger, che, dopo
aver riparato e restaurato migliaia di chitarre come tecnico specializzato in liuteria, ha voluto fare propria l’emozio-
ne di costruire qualcosa di nuovo, capace
di “muovere le corde interne” dei musicisti. È per questo che nel 1986 è nata la
Lakewood, che da allora, in oltre vent’anni di storia, ha saputo costruirsi una solida
reputazione di fabbrica di strumenti “che
hanno un’anima”.
Oggi sono moltissimi i musicisti che utilizzano gli strumenti Lakewood, e l’elenco potrebbe essere davvero lungo. Basti citare Thom Yorke dei Radiohead o Jade Gallagher (UK), Tim
Spark o Christopher Jones (USA), Mike Broznan (Nuova
Zelanda) o Kazumi Watanabe (Giappone)... Tra gli italiani
è senz’altro da segnalare Giovanni Palombo, che suona una
Lakewood M 32 CP. u
ARAMINI STRUMENTI MUSICALI
saletta 4
22
www.aramini.net
saletta 25
...passeggiando fra gli stand
Vent’anni nel segno dell ’arte
Se vi imbattete in strumenti che ospitano un pallino sulla paletta non vi potete sbagliare: sono le chitarre Liuton.
Costruite da Marco Tonoli a
Barbarano di Salò, in provincia di Brescia, sono originali nella voce, nella forma e nei
materiali. Del resto, il pallino è
molto più che un segno distintivo. “Dalle mie parti”, racconta Marco, “si dice che per fare
qualcosa di particolare serve
il... bernoccolo, cioè il pallino”.
E particolari le chitarre Liuton
lo sono per davvero, perché
fanno della ricerca del nuovo e dell’esclusivo la loro bandiera. Iniziato alla lavorazione
del legno dal nonno –artigiano
dell’olivo– e perfezionatosi alla
scuola di liuteria di Cremona, Marco racconta così l’inizio della propria attività: “Verso la fine degli anni Ottanta, in
seguito alla costruzione di una
chitarra classica con cui mi ero
sbizzarrito nei primi intarsi
sulla tastiera, ho costruito al-
LIUTON - ALMICI
www.liuton.it
cune chitarre elettriche su richiesta cominciando a progettare una forma personale che
unisse all’originalità la praticità
di utilizzo, la leggerezza ed alcune novità tecnologiche utili
al chitarrista moderno. Già da
allora, questi strumenti nascevano col pallino, che sarebbe
diventato il mio simbolo sulla paletta”.
Gli strumenti più particolari erano una elettrica-acustica
che univa il suono dei pick-up
a quello del ponte piezo; e una
chitarra con tre sistemi (e uscite) separati: elettrica, acustica e
midi. In seguito è stata la volta
di un violino amplificato intrigante e stravagante, un modello a 5 corde con tavola in olivo
e con una piccola cassa di mogano... e un violino a 4 corde
senza cassa, in acero, ciliegio e
legno di rosa di cui Marco si
dice tuttora molto soddisfatto.
“Era giunta l’ora,” prosegue il
racconto, “di passare alla chitarra acustica. Così un pomeriggio ho provato a disegnare
una forma fuori dai canoni,
che fosse slanciata, inusuale ma molto riconoscibile in
braccio all’artista, una chitarra particolare, d’impatto...
una chitarra da palco. Così è
nata la Tulip. L’ho proposta
ad un chitarrista professionista della zona che ha accettato di attendere la nascita del
primo strumento fatto su misura per lui e di sperimentarlo dal vivo. E la Tulip non mi
ha deluso”.
Nata per essere amplificata,
questa chitarra ha espresso fin
da subito un suono acustico
potente e deciso, con accenti sorprendenti sui medi e sugli acuti. Oggi, allo strumento originale si sono affiancate
altre “sorelle”, che si differenziano principalmente nei legni e nelle misure della cassa.
Naturalmente, tutte condividono un dettaglio in comune: il famoso pallino. Che ora
è un nuovo piccolo particolare
nella liuteria italiana... u
saletta 6
La bottega di Alberto Bonafini vanta ormai vent’anni di attività. Diplomato all’istituto d’arte di Castelmassa, nella sezione dedicata alla lavorazione del legno, Alberto Bonafini ha studiato con il Maestro Lorenzo
Frignani per poi sperimentare e studiare in collaborazione con Renzo
Veronesi. “Ho dedicato la mia attenzione soprattutto alle chitarre acustiche in generale e a quelle jazz in particolare,” racconta Bonafini, “anche se mi sono lasciato tentare dalla costruzione di percussioni. Negli
anni, ho collaborato con molti bravi musicisti, tra i quali mi piace menzionare Roberto Pellati, Sancez, drummer di Ligabue. E anche con il
bravissimo Mario Zapparoli. E per quanto riguarda gli strumenti a corda con Cavicchi, Manzoli (stuly), Santimonie, Maltese”.
Nella foto qui a fianco è ritratto il modello Spartan, in acero massello
con tavola in abete italiano e manico in acero. La tastiera e la cordiera
sono in ebano; mentre il ponte è realizzato in acero ed ebano, con diapason 65,5. La soluzione è ripresa da un modello di Epaminonda Statopoulos (in arte Epiphone), i disegni da uno strumento del 1947. u
ALBERTO BONAFINI
4209-06_MA_Guitar_135x85_4c
www.albertobonafini.com
20.03.2007
15:15 Uhr
0425 849111
Seite 1
saletta 34
Schott Guitar
per voi!
Toru Takemitsu
12 Songs for Guitar
M-65001-135-8 · SJ 1095
12 indimenticabili brani magistralmente arrangianti per chitarra da
Toru Takemitsu:
Summertime – A song of early spring–
Michelle – Hey Jude – e altri
MA 4209-06 · 4/07 c
Liuton: le chitarre col pallino
Konrad Ragossnig
Phil Capone
Hugh Burns
Exploring Jazz Guitar
Discovering Rock Guitar
Step by Step
Introduzione, tecnica ed
improvvisazione dell’armonia Jazz.
Con CD
Suggerimenti, note, tecniche
e suoni della chitarra Rock.
Con CD
Le tecniche base della chitarra in
60 studi romantici e classici.
M-001-14614-2 · ED 20101
M-2201-2591-1 · ED 12945
M-2201-2536-2 · ED 12946
Per principianti chitarristi che
vogliono imparare il jazz, questo
libro contiene un'ampia e facile
introduzione al mondo della chitarra jazz, e cd con dimostrazioni
solo e live.
Questo libro contiene una serie di
dodici differenti stili di chitarra, dal
pop degli anni '50 alla disco, funk,
latin, reggae, sixties pop, glam e
motown per migliorare le vostre
performance, i suoni, apparecchiature e amplificatori con Cd demo.
Una selezione di studi per chitarra di
Aguado, Cano, Carcassi, Coste
Giuliano, Sor e altri per livello avanzato, con tablature e note informative
su come usare gli studi.
23
...passeggiando fra gli stand
A confronto con la Storia
Acustiche Mannedesign
Lo studio delle chitarre storiche, e di quelle romantiche in particolare, è stato sempre
al centro dell’interesse di Fabio Zontini, il liutaio di Finale Ligure specializzato nella
costruzione e nella riparazione di chitarre classiche. Milanese di nascita, Fabio ha frequentato i corsi della Civica Scuola di Liuteria del capoluogo lombardo, dove ha conseguito nel 1996 il titolo di Maestro Liutaio Restauratore.
Da allora, Zontini si è perfezionato accostandosi agli strumenti originali di Hermann
Hauser e Pietro Gallinotti, di cui ha approfondito le tecniche di costruzione. Specializzato nella riproduzione di chitarre romantiche (Antonio Rovetta, Luis Panormo, Joseph Marconcini, Carlo Godone), Fabio Zontini promuove l’interesse dei musicisti nei
confronti di questi strumenti, di fatto i più adatti ad affrontare il repertorio ottocentesco.
I suoi strumenti sono stati acquistati dalla Civica Scuola di Musica di Milano, dal conservatorio di Novara e da vari chitarristi professionisti ed insegnanti di conservatorio.
Socio ALI (Liutai Professionisti Italiani), è spesso invitato a tenere conferenze e lezioni nell’ambito di festival chitarristici in Italia e all’estero.
Uno degli strumenti più particolari da lui costruiti è la copia della celebre Papier-Maché, la “chitarra di cartone” di Antonio Torres. Lo strumento originale, realizzato a Siviglia nel 1862, rappresenta uno dei momenti più affascinanti e misteriosi della storia
della liuteria. Come lo stesso Zontini ci ha raccontato, “Il liutaio spagnolo non ha lasciato documenti scritti sul senso di questo singolare esperimento e ha tenuto con sé
lo strumento fino alla morte, avvenuta trent’anni dopo, nel 1892. Dopodichè lo strumento, passato per le mani di Tarrega e Llobet, è giunto agli eredi che nel 1953 lo hanno donato al Museu
de la Musica di Barcellona. Vari studiosi, liutai e musicisti sono concordi nel pensare che le motivazioni che
spinsero De Torres a costruire questo particolare strumento furono probabilmente volte a dimostrare, più a
se stesso che non ad altri, l’importanza che la tavola armonica ha rispetto agli altri elementi che costituiscono la chitarra”. u
C’è quasi un disegno politico, o quantomeno una dichiarazione positiva d’intenti, all’origine della nuova linea di chitarre acustiche Mannedesign. Prodotte in
Oriente da una liuteria locale di indiscussa abilità, le nuove acustiche nascono da
disegni italiani e rispettano in tutti i processi produttivi il principio della Harmonic Globalization.
Come Andrea Ballarin ci ha spiegato, “il concetto è semplice: pensiamo che la globalizzazione rappresenti anche una
opportunità positiva. Per questo rispettiamo in ogni fase del
processo il principio del fair price, in base al quale riusciamo
a riconoscere agli artigiani locali un giusto compenso per il
loro lavoro; allo stesso tempo siamo in grado di proporre al
mercato una gamma di strumenti di fascia alta ad un prezzo
estremamente contenuto.”
La linea Mannedesign si compone di cinque modelli: Dreadnought, Grand concert, Orchestra, Medium jumbo e Auditorium. Il piano armonico è realizzato in massello
di abete Sitka, le fasce e il fondo in massello (legni
solidi) di East Indian Rosewood. La tastiera è in
ebano e il manico, un pezzo unico, in mogano fissato con il sistema bolt-on. La selletta al ponte e il
capotasto sono in osso, mentre gli altri dettagli prevedono una attaccatura manico-paletta a diamante
e incatenature scalloped.
Progettati per offrire cinque atmosfere sonore profondamente diverse, i cinque modelli garantiscono a chiunque la possibilità di trovare
lo strumento adatto alla propria musica e al
proprio gusto. Senza contare che, su ordinazione, è possibile customizzare ciascuno
strumento attraverso procedimenti come
il cutway, l’applicazione di intarsiature, la
scelta e il montaggio di pick-up specifici,
l’impiego di essenze engelmann o la realizzazione di strumenti mancini. u
FABIO ZONTINI
www.zontiniguitars.com
saletta 1
Qui a sinistra, Fabio Zontini al lavoro e un particolare della
copia della chitarra di cartone.
A destra, dall’alto: due particolari dei modelli prodotti da
Zontini, la Papier-Maché originale e un dettaglio dell’interno.
Le foto della chitarra di cartone di Antonio Torres sono
gentilmente concesse dalla Civica scuola di liuteria di Milano e
dai liutai Mirko Migliorini e Roberto Pozzi.
24
MANNE GUITARS
www.manne.com
saletta 7
...passeggiando fra gli stand
80 anni di una tradizione che guarda al futuro
Il valore del dettaglio
Almo Ambrosini ha un’offerta tutta particolare:
oltre agli strumenti di liuteria, sono disponibili
semilavorati per liuteria classica, rigorosamente
realizzati in abete rosso della Val di Fiemme, ivi
comprese casse di risonanza in pezzo unico o in
due pezzi, kit per strumenti completi e per parti
e via discorrendo. I manici e i kit per manici
sono invece disponibili in acero. u
LE PIANAIE LIUTERIA
www.iliutai.it
saletta 23
È all’inizio degli anni 30 che Olindo Lenzotti comincia, in un piccolo negozietto del centro di Modena, la sua attività di vendita, noleggio, riparazione e accordatura di pianoforti. Sono quindi quasi ottant’anni che, a Modena e non solo, il nome Lenzotti è sinonimo di musica. Nel corso di quasi un secolo
l’azienda ha visto avvicendarsi tre generazioni. L’attuale gestione è infatti affidata ai nipoti del fondatore: Antonella, Marco e Roberto, che hanno appena ricevuto la leva del comando dal padre
Franco. Ovviamente questi avvicendamenti hanno fatto sì che il negozio, oltre al mantenimento della tradizione, abbia sempre avuto un particolare attenzione all’attualità proponendo tutte le novità che il mercato della musica suonata offre. Sempre attento alla
diffusione della “cultura del suonare”, Lenzotti promuove vari eventi che culminano nel
concertone del 21 giugno (la Giornata Europea della Musica) con oltre trenta artisti tra
band e solisti. Il concerto prevede sempre, in chiusura, un headliner set con nomi di rilievo nazionale: Ricky Portera, Ridillo, Dirotta su Cuba. La partecipazione ad eventi come
Acoustic Guitar International Meeting di Sarzana è un altro aspetto del modo di lavorare
di Lenzotti, che raggiunge la splendida vallata del Magra per il piacere di proporre strumenti che creano emozione. Quando il lavoro è la conseguenza di una passione trasmessa nel tempo ed è parte del sangue che
LENZOTTI
scorre nelle vene, gioia e fatica si fondono
saletta 30
in un unico sentimento: la soddisfazione. u www.lenzotti.com
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...passeggiando fra gli stand
Jacaranda per Gabor Lesko
Il fascino discreto dell ’eccellenza
I liutai lombardi Mirko Migliorini e Roberto
Pozzi si sono diplomati presso la Civica Scuola di Liuteria di Milano e, dopo aver frequentato
importanti laboratori di liuteria, hanno deciso di
iniziare a costruire strumenti originali seguendo
una filosofia inedita.
I loro strumenti sono stati subito apprezzati dai
professionisti, che ne riconoscono immediatamente le qualità, la cura costruttiva e lo stile raffinato. Le prime chitarre Migliorini &
Pozzi risalgono al 2002 e sono state costruite nel laboratorio di liuteria aperto a Lecco.
Qui, la produzione non supera mai le 15 chitarre l’anno. “È una scelta che ci permette di
dedicare la massima cura possibile alle nostre creazioni” ci hanno dichiarato i due liutai.
Che hanno aggiunto: “Il nostro obiettivo è quello di produrre chitarre di altissima qualità, sia dal punto di vista acustico che estetico. La chitarra Migliorini & Pozzi è lo strumento ideale per il chitarrista che cerca l’eleganza, la raffinatezza, l’armonia acustica e
che, pur restando fedele alla migliore tradizione, desidera una chitarra dall’inconfondibile stile moderno”.
Tutti i modelli sono stati progettati e disegnati da
Migliorini & Pozzi. A fare da tratto comune c’è un
progetto originale, personale, che tiene conto della
tradizione di strumenti storici importanti e adotta uno stile proprio, elegante e armonioso. Piccole
sfumature inconfondibili donano alle chitarre Migliorini & Pozzi un tocco di raffinatezza ed unicità. Per realizzarle sono necessari tanto tempo, una
grandissima cura e una attenta selezione dei migliori materiali disponibili sul mercato.
Chiamati a descrivere le proprie creazioni, i liutai di Lecco hanno dichiarato: “Costruiamo un modello personale di chitarra Classica, frutto di un attento progetto che trae ispirazione dai più importanti liutai dell’Ottocento, del Novecento e contemporanei. Ad esso si affianca
un modello altrettanto personale di chitarra Folk, che si rifà alle
meravigliose OM degli anni ’30... è una chitarra elaborata con
uno stile decisamente più moderno nelle linee e nel design. Infine proponiamo un modello di chitarra Jazz, tradizionale archtop nello stile e nella scelta dei materiali, in acero europeo e
abete della Val di Fiemme”. u
Migliorini Pozzi
www.migliorinipozzi.com
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saletta 7
Jacaranda è orgogliosa di presentare il nuovo talento emergente
Gabor Lesko, un chitarrista
ecclettico, ma soprattutto
un raffinato compositore di alchimie sonore...
Gabor,
dopo
anni di prestigiose collaborazioni
nell’ industry della
pop italiana come arrangiatore e compositore di musiche orchestrali per
immagini, esplora nuove sonorità nel suo terzo album, Colors, prossimamente in uscita con RAI Trade /
Videoradio, con ospiti del calibro di Tony
Levin, Vince Tempera ed altri...
A Sarzana, durante l’Acoustic Guitar 10th
International Meeting si potranno ascoltare
alcune anteprime del nuovo lavoro di questo virtuoso chitarrista. Alchimie contrappuntistiche di chitarra a più voci, mosaici
sonori ed una grande energia positiva.
Jacaranda Lotus Gabor Lesko Signature
Jacaranda ha dedicato a Gabor Lesko uno
strumento signature, realizzando per lui una
nuova chitarra acustica elettrificata con un
particolare sistema di attacco del manico, il
SideBoltTM, che dà una grande stabilità e che
permette al manico di essere raggiungibile
fino agli ultimi tasti con un action da chitarra elettrica. Altre particolarità sono il disegno
originale della cassa, del ponticello e della rosetta traforata con il motivo del fiore di loto
(Lotus, appunto). La Lotus monta una
meccanica che permette di scordare
il MI basso istantaneamente.
Parlando dei legni utilizzati, si può sottolineare che
la cassa è una hollowbody in mogano, la
tavola armonica
è in raffinato abete della Val di Fiemme
(con un prezioso
intarsio che riproduce il simbolo del Loto a
formare la rosetta), mentre
il manico ha una preziosa tastiera in ebano, ed in ebano è anche il ponticello. u
JACARANDA
www.jacaranda.it
saletta 37
Lun-Ven 9-13/14-18
Bose S.p.A., via della Magliana 876, 00148 Roma • Telefono 066 567 0802 • Fax 066 568 0177 • e-mail: [email protected] • pro.bose.it
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È ora di far esibire
anche l’audio.
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X Acoustic Guitar InternationalMeeting