PO FISHING – foto e testo by Sergio Farina
3) le canne
Se William Shakespeare fosse stato un appassionato pescatore probabilmente la famosa citazione
dall’Amleto suonerebbe più o meno così: “Avon o tip, questo è il dilemma?”.
Si potrebbe sintetizzare in queste sette parole tutto il discorso relativo a quale canna scegliere per
questo tipo di approccio nel basso corso del fiume Po.
Nel tempo si sono susseguite diverse teorie, dove di volta in volta i fans o i detrattori di una certa
canna con determinate caratteristiche hanno speso fiumi di parole per sostenere o affossare le
peculiarità di un fusto, amplificandone i pro o sottolineandone i contro. Di certo ogni pescatore può anzi
deve usare la canna con la quale instaura il feeling maggiore, un fusto deve calzare nella mano come un
guanto, e comportarsi in pesca come un paio di scarpe durante una lunga camminata, se le scarpe fanno
male possono anche essere le scarpe più belle e le più tecnologiche del mondo ma fanno male e basta.
Personalmente, proprio sull’onda di quanto ho letto sui vari forum, ho cambiato diverse canne, forse
troppe, un po’ per inesperienza, un po’ per impazienza, alle volte per shopping compulsivo, un po’ perché
solo dopo anni, proprio con l’esperienza, ho cominciato a capire qual era la canna più adatta al mio modo
di pescare, ai miei pesci e ai miei spot.
LA LUNGHEZZA
Intanto parliamo di lunghezza. La corsa a una canna molto lunga è figlia dell’esigenza di impostare un
angolo molto ampio rispetto al piano del fiume, questo per avere la lenza madre che entra in acqua il più
distante possibile da riva con un angolo molto aperto in modo da limitare l’azione della corrente sulla
stessa lenza. E’ chiaro che meno filo si ha in acqua meno questo subirà la spinta della corrente e di
conseguenza meno zavorra ci vorrà per rimanere fermi, ammesso che rimanere fermi sia la soluzione
migliore. Ecco allora un fiorire di canne da 14’ se non addirittura da 15’, canne che sicuramente portano
un vantaggio nella gestione del nylon ma che, contemporaneamente, risultano particolarmente pesanti e
sbilanciate, rigidi “cannoni” senza anima che non danno nessun divertimento in pesca. Questo in generale
anche se, spulciando fra le top di gamma sul mercato, qualche attrezzo lungo e bilanciato esiste, penso
per esempio alla Dutch Master River da 14’.2” di casa Preston, apparsa nei cataloghi nel 2012, è dotata
di una vetta hollow in carbonio (una sorta di vetta inglese maggiorata), che sembra riscuotere il favore
dei felici possessori.
Tornando in argomento per lasciare il nylon bello alto rispetto al fiume basta un normalissimo picchetto
regolabile,
due puntali con supporto a V davanti e coppetta dietro
o un pod ben progettato tipo il Fox Horizon con gambe lunghe
i quali alzano il tutto ben più dei due piedi che regalano una canna più lunga, fermo restando che sulla
sabbia i picchetti singoli alti dimostrano tutta la loro versatilità e praticità e rimangono la soluzione
migliore. Io stesso, agli inizi della mia “carriera”, avevo preso due Shimano Beast Master da 15’
assolutamente sovradimensionate per questa pesca, o meglio per la taglia media dei pesci che si possono
incontrare.
un pò come andare a fagiani e lepri con un AK-47.
Alla fine sono sufficienti 12’ o 13’ per assicurare un giusto mix fra efficacia, sportività e divertimento.
Casting weight e test curve ovvero CW e TC
Parliamo ora della potenza di lancio della canna ideale. La stessa si può dedurre dalle indicazioni della
casa costruttrice, in parte dalla sensibilità dei quiver tips o dal TC delle cime avon, fermo restando che
alle volte questi dati sono indicati, altre volte non lo sono, ed inoltre è difficile capire se quanto
indicato sulla canna o sui cataloghi è la zavorra gestibile ideale o quella massima, il tutto nella giungla
delle diverse azioni che possono caratterizzare un fusto. Anche qui possiamo dire che è finita da un
pezzo la corsa al “cannone” anabolizzato a vetta sensibilissima e con secondo pezzo e/o pedone iper
muscoloso. Per quanto riguarda i tips ricordiamo che il CW in once indicato è riferito alla sensibilità
degli stessi e non al peso lanciabile. Se una canna ha in dotazione 3 cimini da 3-4 e 5 oz la canna lancerà
sempre circa 150 grammi indipendentemente dal tip montato,
fermo restando che sono decisamente convinto che il corredo di tips in dotazione a molte canne è
assolutamente inutile in Po e pure nella maggioranza degli spot per la quale la canna può essere pensata.
Una sorta di “optional” inutile come lo possono essere un air bag per il culo o uno specchietto
retrovisore nei sedili posteriori della macchina. La scarsa utilità di un tip è dettata principalmente dal
fatto che le mangiate di barbi e carpe sono tutto fuorché “delicate” e non abbiamo bisogno di una vetta
ipersensibile per individuarle. Quindi avon oppure hollow tutta la vita ma se proprio non potete
rinunciare al corredo di tips e volete a tutti i costi individuare la tocca di una breme da 200 grammi in 9
mt d’acqua a 30 mt da riva tanto vale optare per attrezzi che forniscono vettini in carbonio ben
raccordati con il resto della canna, senza dimenticare che su tre tips di solito è solo uno quello
perfettamente raccordato, guarda caso quello meno sensibile.
Parlo di carbonio perché alle volte uno o due dei cimini forniti sono in fibra di vetro, più sensibili certo
ma assolutamente “slegati” sotto sforzo dal resto del blank. Nel mio parco canne sono solo due le canne
che hanno dimostrato di cavarsela egregiamente anche con il solo tip, la mitica Fox Challenger heavy da
12.6’ (purtroppo fuori produzione da qualche anno) e la Shimano Antares da 13’ con CW 50-150 gr., la
14’ dello stesso modello era già un palo inguardabile, seppur un palo top di gamma. Entrambe lavoravano
egregiamente solo con il vettino da 5 oz naturalmente, sulla Fox è arrivata anche la prima over 10 in Po
(un certo Elvis)
a dimostrazione che è il fusto che lavora e gestisce il pesce, non certo un vettino più o meno sensibile.
Se parliamo di vette avon (una sorta di cimone in carbonio cavo) il discorso cambia completamente. Test
curve da 1,5 a 2,25 lb sono più che sufficienti per affrontare il Po le sue correnti e la sua profondità
senza dimenticare che il TC non è indicatore dell’azione della canna, ci sono canne da carp fishing da 3,5
lb che lanciano pesi di molto inferiori ad una specialist da 1,5 lb. La lunghezza è generalmente da 12’,
pochissime le canne cosiddette specialist o specimen che nascono a 13’, tipo la Wychwood Maximizer
Barbel, ed io non ho mai avuto il piacere di usarle. Fra le 12’ sono passato dalle Daiwa Twilight Barbel,
alle Fox Extreme Floodwater entrambe con avon da 1,75 lb ed entrambe corredate dai classici tips, uno
solo già incollato sulla Daiwa e i soliti tre sulla Fox. Poi ho usato la Daiwa Barbel & Method per finire
con le Greys Prodigy TX e la Greys Specimen, le prime sempre da 1,75 e la seconda con doppia cima
avon da 1,50 e 2,00 lb. Il tutto per attestarmi sulle Greys Prodigy VX sempre con doppia configurazione
da 1.50 e 2.0 lb,
dove con la avon più “tenera” ci si può fare il carp fishing marginale e il method mentre la 2.0 lb è
pensata per il Po anche se su attrezzi di questo livello le due avon sono perfettamente interscambiabili
negli spot e nei pesci insidiati tant’è che in Po io monto quasi sempre proprio la cima da 1,5 lb. Sul
mercato esistono tanti altri validissimi prodotti, penso alle Korum, alle Preston, alle Shimano, alle
Tubertini e alle Infinity Daiwa (forse la migliore in assoluto), prodotti per tutte le tasche e per tutti
gusti.
Per concludere il discorso sulla lunghezza: nelle 12’ piedi, a fronte di un ingombro non propriamente
facile per il trasporto (circa 1.85 mt) i due pezzi assicurano curve da brivido,
quasi sempre ben armonizzate visto l’unico innesco presente sul fusto. A proposito d’innesto è da
preferire quello a spigot ma, con le moderne tecnologie, anche un normale innesto a baionetta, quello più
comune sulle specialist, assicura prestazioni assolutamente ottimali.
L’AZIONE
Al di la delle preferenze personali la canna specialist da Po deve essere fornita di una vetta avon
estremamente ferma e rapida, capace di gestire zavorre anche da 200 gr. con un fusto altrettanto
reattivo dove elasticità e una marcata progressione parabolica devono essere le parole d’ordine. Fusti
che consentano il necessario divertimento anche con pesci di taglia normale, visto che barbi over 4 e
carpe over 10 non sono poi così frequenti, ma che conservino la necessaria riserva di potenza nel caso
gli incontri si facciano più impegnativi, in Po le "sorprese" possono arrivare in qualsiasi momento.
Ed è questo il motivo principale per il quale ora uso le Prodigy VX. A dire il vero ogni tanto, quando sono
in vena di masochismi, affronto il Po anche con la Daiwa Match Winner da 12’ in tre pezzi dove la avon
ha un TC poco superiore a 1 lb ma dove gli innesti v-joint assicurano una perfetta progressione della
curva; e spero in futuro di poter “palpare” e magari mettere alla frusta nonché recensire anche la
fantastica Hardy Marksman Supero Avon 11.6 da 1.3 lb, giusto per sottolineare quanto mi piacciano gli
approcci sottodimensionati dove i combattimenti possono prolungarsi ma dove la visione di curve
mozzafiato, con lo stesso manico che partecipa alla lotta, offrono momenti di pure godimento, quasi
(badate bene ho scritto quasi) si parlasse di ben altro genere di “curve”.
LE FINITURE
Oltre alla lunghezza controlliamo numero, disposizione, diametro e qualità degli anelli. Su di una
specialist da 12’ ci sono normalmente dai 9 agli 11 passanti apicale compreso, il cui diametro deve essere
tale per consentite l’agevole passaggio di trecciato e nodi di shock leader per lanci che possono essere
anche molto lunghi, i primi due a ponte doppio
e gli altri a ponte singole abbastanza lungo, inutile dire che in questo campo non c’è solo Fuji e dove la
presenza di pietre in alconite piuttosto che in SIC non sembra influire a livello di usura sull’uso
prolungato di nylon, ricoperti o dracon. Attenzione al porta mulinello, che deve essere consentire un
serraggio del piede ben saldo senza torsioni o peggio ancora giochi,
pesci di mole sottopongono tutta l’attrezzatura a sforzi notevoli, sforzi amplificati da corrente e
profondità. Sughero di alta qualità praticamente obbligatorio sul calcio anche se qualche canna, tipo la
Barbel & Method di Daiwa, risulta gradevole anche con la classica manicatura stile carp fishing che
agevola la spinta sui lanci lunghi. Necessari i rinforzi nei punti di maggiore usura, (calcio e blocco a vite
superiore),
l’uso di inserti nel più economico EVA può ugualmente fornire lunga durata e confort alla mano del
pescatore.
LE DOPPIE CONFIGURAZIONI
Per finire il mercato propone diversi attrezzi con doppia configurazione, che hanno cioè sia la cima avon
sia la vetta porta tips. Di solito quando una canna si prefigge di fare cose diverse, a volte
diametralmente opposte (le cosiddette all round) finiscono per non farne bene nemmeno una, in questo
caso ci si deve approcciare unicamente a prodotti di alta gamma, i soli a poter fornire pedoni buoni con
entrambe le vette montate, tipo Fox Duolite, Greys Prodigy Barbel o Shimano Antares.
CONCLUSIONI
Per concludere, come direbbe Rino Tommasi, ecco il mio “personalissimo cartellino” per le canne da Po:
lunghezza 12’
vetta avon
TC ad 1.5 a 2.0 lb
azione parabolico progressiva con una buona riserva di potenza nel manico
calcio ricoperto in sughero con rinforzi nei punti nevralgici
anellatura SIC di buon diametro i primi due a doppio ponte
porta mulinello a vite con ganasce in metallo
CONSIGLI PER GLI ACQUISTI
Approcciarsi a questo tipo di pesca può essere molto doloroso per il portafoglio, se non siete milionari e
brancolate nel buio per mancanza di precedenti esperienze il consiglio è uno solo, le canne vanno
provate. La cosa migliore può essere quella di affidarsi ai consigli di chi il Po lo frequenta in modo
costante, e lo fa da diversi anni, anche se il feeling personale può incidere molto sulla scelta di una
canna. Il forum serve proprio a questo, organizzate un'uscita con qualcuno che ha la canna che avete
puntato e fateci un paio di giri; come per una macchina nuova, le sensazioni positive o negative sono
immediate, basta lanciare un feeder anche senza incocciare mostri pinnati.
Queste rimangono a tutti gli effetti opinioni personali basate su circa 1300 ore trascorre in Po negli
ultimi 5 anni, ore condite da 1400 Kg di carpe e 950 Kg di barbi, magari qualcosa ho imparato però, mi
ripeto, la scelta di una canna è questione personalissima, così come le preferenze verso uno o verso
l’altro attrezzo e i pesci, credetemi, non guardano di certo a tutto quello che c’è a monte dell’amo cioè
zavorra-nylon-canna-mulinello-pescatore. Ho preso scoppole pazzesche da vecchietti che avevano il
mulinello fermato con il nastro isolante su canne molto probabilmente più vecchie di me, così come si
sono trovato a prendere il mio secondo barbo di sempre con una canna del tutto sottodimensionata (una
Shimano Antares con CW 50-110 gr.).
I pesci non guardano la marca dell’attrezzatura né il suo costo, ma se il possesso e l’uso di un attrezzo
dedicato possono migliorare la nostra sessione sia dal punto di vista delle prestazioni che da quello del
piacere vero e proprio perché rinunciarvi?
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