Sommario 1. PREMESSA ........................................................................................................... 2 1.1 La procedura di verifica/screening nella normativa regionale ........................ 2 1.2 Finalità ............................................................................................................. 3 2. CARATTERISTICHE DEL PROGETTO (punto 1 allegato b2 DELIBERAZIONE N. 24/23 DEL 23.4.2008) .............................................................. 6 2.1 Dimensioni ...................................................................................................... 6 2.2 Risorse naturali ................................................................................................ 8 2.3 Rifiuti prodotti ed emissioni .......................................................................... 10 2.4 Rischio incidenti rilevanti ............................................................................. 10 2.5 Inquinamento e disturbo ambientale ............................................................. 12 3. LOCALIZZAZIONE DEL PROGETTO (punto 2 allegato b2 DELIBERAZIONE N. 24/23 DEL 23.4.2008) ............................................................ 13 3.1 Analisi dei Vincoli ........................................................................................ 21 3.2 Componenti Ambientali – Abiotiche e Biotiche ........................................... 26 3.2.1. Suolo e Sottosuolo ................................................................................. 26 3.2.2. Assetto Idrografico ed Idrogeologia ...................................................... 28 3.2.3. Caratteristiche climatiche....................................................................... 29 3.2.4. Vegetazione, Fauna ed Ecosistemi ........................................................ 30 3.3 Analisi del paesaggio e modalità di inserimento paesaggistico dell’opera di progetto. ........................................................................................................... 32 4. Caratteristiche dell’impatto potenziale (punto 3 allegato b2 DELIBERAZIONE N. 24/23 DEL 23.4.2008) ............................................................................................. 38 5. CONCLUSIONI .................................................................................................. 41 Allegato A .................................................................................................................... 44 1 1. PREMESSA La presente relazione riguarda la Verifica di assoggettabilità a VIA redatta ai sensi dell’ Art.20 del D.Lgs. 16-01-2008 n.4 “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale”, pubblicato nella G.U. 29 gennaio 2008, n. 24. Il progetto, cui la presente relazione fa riferimento, rientra nel campo di applicazione di cui all’ Allegato B2 della DELIBERAZIONE N. 24/23 DEL 23.4.2008: “categorie di opere da sottoporre alla procedura di verifica di assoggettabilità” punto 2) “Industria energetica estrattiva“, comma c) “impianti industriali non termici per la produzione di energia, vapore ed acqua calda”. 1.1 La procedura di verifica/screening nella normativa regionale L’allegato B2) alla deliberazione della Giunta regionale n.24/23 precisa i contenuti della relazione sugli effetti ambientali da allegare all’istanza di verifica; detti contenuti possono essere riassunti come segue: a) Caratteristiche dei progetti: le caratteristiche dei progetti debbono essere considerate tenendo conto, in particolare: - delle dimensioni del progetto; - del cumulo con altri progetti; - dell'utilizzazione di risorse naturali; - della produzione di rifiuti; - dell'inquinamento e disturbi ambientali; - del rischio di incidenti, per quanto riguarda, in particolare, le sostanze o le tecnologie utilizzate; b) Localizzazione dei progetti: deve essere verificata la sensibilità ambientale delle aree geografiche che possono risentire dell'impatto dei progetti, tenendo conto, in particolare: dell'utilizzazione attuale del territorio; della ricchezza relativa, della qualità e della capacità di rigenerazione delle risorse naturali della zona; della capacità di carico dell'ambiente naturale, con particolare attenzione alle seguenti zone: a) zone umide; b) zone costiere; 2 c) zone montuose o forestali; d) riserve e parchi naturali; e) zone classificate o protette dalla legislazione degli Stati membri; zone protette speciali designate dagli Stati membri in base alle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE; f) zone nelle quali gli standard di qualità ambientale fissati dalla legislazione comunitaria sono già stati superati; g) zone a forte densità demografica; h) zone di importanza storica, culturale o archeologica. i) territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità di cui all’art.21 del D.lgs. 18.05.01 n.228. c) Caratteristiche dell'impatto potenziale: gli effetti potenzialmente significativi dei progetti debbono essere verificati in relazione ai criteri stabiliti ai punti a) e b) e tenendo conto, in particolare: della portata dell'impatto (area geografica e densità della popolazione interessata); dell'ordine di grandezza e della complessità dell'impatto; 1.2 Finalità Con la realizzazione degli impianti, di potenza complessiva pari a 1 MWp + 1 MWp, si intende conseguire un significativo risparmio energetico per la struttura consortile, mediante il ricorso alla fonte energetica rinnovabile rappresentata dal Sole. Il secondo obiettivo, ma non in ordine di importanza, è quello di “ottimizzare” la circolazione e il traffico urbano ed extraurbano, come meglio dettagliato al paragrafo 5 del presente studio. Il ricorso alla produzione energetica fotovoltaica nasce dall’esigenza di coniugare: la compatibilità con esigenze architettoniche e di tutela ambientale; nessun inquinamento acustico; un risparmio di combustibile fossile; una produzione di energia elettrica senza emissioni di sostanze inquinanti. L’energia prodotta dagli impianti di produzione energetica fotovoltaica suddetti consentirà al CIPNES di azzerare o comunque diminuire notevolmente la bolletta 3 energetica consortile che in questi anni ha avuto significativi aumenti sia a causa dei maggiori costi degli idrocarburi e sia a causa dell’aumento dei consumi dovuti ad implementazioni e migliorie effettuate nelle varie fasi di trattamento degli impianti consortili. I lavori previsti si riassumono in: 1 Accantieramento e realizzazione della recinzione 2 Scavi posa tubazioni e pozzetti 3 Installazione delle strutture di sostegno dei moduli mediante macchina battipalo 4 Installazione sovrastrutture in alluminio per il montaggio moduli 5 Realizzazione basamento cabine 6 Posizionamento cabine prefabbricate 7 Posa delle dorsali in DC a AC 8 Installazione dei moduli fotovoltaici 9 Installazione e cablaggio Conergy Smart Connect 10 Installazione e montaggio apparecchiature in AC 11 Installazione, montaggio, scomparti MT e trasformatore 12 Installazione e cablaggio inverter 13 Montaggio e collegamento dell’Illuminazione esterna, telecamere, e sistema antintrusione 14 Verifiche elettriche e misure di collaudo. In parallelo alla realizzazione dell’impianto sarà realizzato: il collegamento in cavo MT fra le cabine ENEL esistenti e le nuove cabine di consegna; La dorsale MT interrata di connessione tra le cabine di consegna e le cabine di trasformazione. Gli impianti saranno realizzati su terreni di proprietà del CIPNES- Gallura. Poiché il numero di fogli e mappali interessati dall’intervento in oggetto risultano elevati, per maggior chiarezza, si allegano alla presente n. 5 certificati di Destinazione Urbanistica rilasciati dal Comune di Olbia in data 24/10/2011, dai quali si evincono con chiarezza sia i dati catastali che urbanistici dei terreni attraversati dalla pista ciclabile e running. Tali certificati vengono allegati alla fine del presente studio con la dicitura Allegato A, per farne parte integrante. Poiché i terreni di cui sopra ricadono 4 interamente all’interno della Zona Industriale di Olbia l’impatto ambientale che gli impianti hanno sull’area di installazione risulterà molto limitato. Ad oggi, la produzione di energia elettrica è per la quasi totalità proveniente da impianti termoelettrici che utilizzano combustibili sostanzialmente di origine fossile. Quindi, considerando l'energia stimata come produzione attesa , valore medio dei primi dieci anni, 2 559 700 kWh/anno e la perdita di efficienza annuale, tra lo 0.40 e lo 0.90 %, le considerazioni successive valgono per il tempo di vita dell'impianto pari a 20 anni. Un utile indicatore per definire il risparmio di combustibile derivante dall’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili è il fattore di conversione dell’energia elettrica in energia primaria [TEP/MWh]. Questo coefficiente individua le T.E.P. (Tonnellate Equivalenti di Petrolio) necessarie per la realizzazione di 1 MWh di energia, ovvero le TEP risparmiate con l’adozione di tecnologie fotovoltaiche per la produzione di energia elettrica. Inoltre, l’impianto fotovoltaico consente la riduzione di emissioni in atmosfera delle sostanze che hanno effetto inquinante e di quelle che contribuiscono all’effetto serra. VANTAGGI AMBIENTALI CONNESSI ALLA REALIZZAZIONE DI DUE IMPIANTI SOLARE FOTOVOLTAICO DA 1988,750 kWp Produzione attesa (valore medio nei primi 10 anni) kWh/anno Riduzione Emissioni di CO2 Riduzione Emissioni di NOX Riduzione Emissioni di SO2 Kg/anno Kg/anno Kg/anno 2.559.700 1.371.999,20 4.348,93 2.380,52 Riduzione Emissioni Riduzione Consumi di di Polveri Sottili Petrolio Kg/anno Kg/anno 74,23 563.134,00 Nota: Le stime sono elaborate utilizzando valori convenzionali Da tali dati emerge in modo chiaro ed inequivocabile il forte impatto ambientale positivo, che tale impianto è in grado di generare. 5 2. CARATTERISTICHE DEL PROGETTO (punto 1 allegato b2 DELIBERAZIONE N. 24/23 DEL 23.4.2008) Il panorama energetico attuale è in forte evoluzione a causa di diversi fattori tra cui, non ultimo, la necessità di produrre energia da fonti rinnovabili per rispettare gli impegni di riduzione di CO2 assunti con la ratifica del Protocollo di Kyoto e la liberalizzazione del mercato dell’energia che favorisce la costruzione di impianti di piccola taglia distribuiti sul territorio. La normativa vigente con il D.M. 19/02/2007 “Conto Energia” fino ad arrivare ai decreti di recente emanazione (vedi Quadro normativo contenuto nella Relazione descrittiva impianto elettrico, allegato AV RE 03) ha introdotto importanti agevolazioni per gli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili per cui viene stimolato l’intervento da parte di imprese operanti nel settore. Con deliberazione della Giunta regionale n. 27/16 del 1 Giugno 2011 - che a sua volta recepisce il Decreto Ministeriale del 20 Settembre 2010 sulle Linea Guida Nazionali per le Fonti Rinnovabili – e che sostituisce la precedente Delibera Regionale 25/40 del 1 Luglio 2010, sono stati individuati i criteri tesi ad individuare le aree in cui possono essere installati gli impianti fotovoltaici, in modo da razionalizzarne la realizzazione e contenerne l’impatto. Sulla base delle indicazioni del Piano Paesaggistico Regionale della Sardegna e del Piano Energetico Ambientale e dei criteri contenuti nella deliberazione succitata si sono individuate nelle aree industriali, artigianali e nelle cosi dette aree “brownfield”, le superfici dove ubicare prioritariamente gli impianti fotovoltaici in ragione della loro destinazione d’uso e della natura delle stesse. 2.1 Dimensioni I due impianti fotovoltaici oggetto della presente relazione saranno realizzati a parziale copertura di una pista ciclabile e running che attraverserà la Zona Industriale del Comune di Olbia. I due impianti fotovoltaici saranno così suddivisi: Impianto 1 costituito da 4630 moduli della potenza di 215Wp ciascuno, per 6 una potenza complessiva di 995,450 kWp; - Impianto 2 costituito 4620 moduli della potenza di 215Wp ciascuno, per una potenza complessiva di 993,300 kWp. In entrambi gli impianti i moduli saranno installati su una struttura composita, realizzata con elementi in metallo ed elementi in legno. La struttura di sostegno del generatore si adatterà alle esigenze spaziali della pista ciclabile, e quindi avrà un’altezza variabile da 3,5 ai 5,80 m e una larghezza variabile dai 5 ai 9 m ed una conseguente variabilità dell’angolo di tilt da 8° a 12°. La struttura portante della pensilina sarà costituita da pilastri in acciaio zincato a caldo e travi in legno lamellare. Queste ultime saranno attraversate perpendicolarmente da barre in acciaio zincato a caldo sopra le quali verranno ancorati degli arcarecci in legno lamellare ai quali andranno poi fissati dei pannelli fotovoltaici costruiti su substrato ceramico. Per motivi architettonici e di attraversamento veicolare la pensilina avrà larghezza ed altezza variabili. Il tutto come si meglio evince dagli elaborati grafici di progetto. Schematicamente il generatore fotovoltaico sarà installato come rappresentato nella figura seguente. Per l’esame approfondito dell’architettura dei generatori fotovoltaici si rimanda alla relazione “Relazione descrittiva impianto elettrico”, Allegato AV RE 03. 7 2.2 Risorse naturali I terreni risultano classificati in zona D del nucleo di industrializzazione e in parte in viabilità e fasce di rispetto stradale. Appare evidente che allo stato attuale le risorse naturali del sito risultano in parte compromesse e comunque fortemente antropizzate. Di contro si rileva che nelle immediate vicinanze la Zona Industriale è circondata da emergenze collinari importanti, quali Cala Saccaia e archeologiche, quali il Pozzo sacro di Sa Testa. Il tutto si affaccia sullo splendido Golfo di Olbia. Il tutto si evince meglio dagli elaborati progettuali e dalla documentazione fotografica allegati al presente studio. 8 Figura 1. Zonizzazione della Zona Industriale con il tracciato della pista ciclabile e running. 9 La realizzazione dell’opera non richiede al territorio particolari apporti significativi in termini di materiali, energia o altre risorse e neanche apporti idrici o qualunque utilizzo di risorsa non rinnovabile. 2.3 Rifiuti prodotti ed emissioni L’impianto in progetto ha come peculiarità la produzione di energia da fonti rinnovabili ed in particolare da fotovoltaico per cui sia nella fase di realizzazione che durante il funzionamento dell’impianto non saranno prodotti rifiuti. Inoltre considerando la fase di fine vita dell’impianto e il conseguente suo smantellamento tutte le sue componenti sono di natura perfettamente riciclabili essendo per il 90% composti da alluminio, vetro, silicio rame e materiale plastico. La produzione di energia elettrica sarà dunque a zero emissioni, non verrà utilizzato alcun combustibile nè si manipoleranno materiali o prodotti inquinanti di alcun genere. Non saranno previsti inoltre scarichi di qualsiasi natura organica o non per cui le acque di falda non potranno essere in alcun modo inquinate. Essendo dei generatori statici non sarà emessa alcuna fonte di rumore se si esclude il ronzio dei trasformatori presenti in cabina di trasformazione ma a livelli del tutto trascurabili. Non verranno inoltre prodotti elementi di perturbazione dei processi geologici o geotecnici senza alterare qualunque dinamismo spontaneo di caratterizzazione del paesaggio ambientale con riferimento agli aspetti storico-monumentali e culturali. Essendo i moduli installati su una pensilina, ancorata a terra da ritti metallici filettati, non si influenza il terreno interessato alla formazione di fenomeni di perturbazione delle condizioni idrografiche, idrologiche e idrauliche. 2.4 Rischio incidenti rilevanti Considerando inoltre il rischio di incidenti, per quanto riguarda, in particolare, le sostanze o le tecnologie utilizzate si può affermare che questi non sono assolutamente presenti per qualunque natura. Il maggior rischio è rappresentato dalla presenza della cabina di ricevimento e trasformazione MT/BT che risulta comunque classificato come un impianto a basso rischio incidenti rilevanti. 10 All’interno della stessa si generano radiazioni elettromagnetiche derivate dalla conversione e trasformazione dell’energia comunemente presenti in qualunque cabina di trasformazione e comunque contenute nel rispetto della normativa vigente senza influire su organismi o salute umana. L’impianto sarà diviso in tre sezioni: a) parte di generazione, realizzata con pannelli fotovoltaici e distribuzione in corrente continua in bassa tensione tramite conduttori ad alto isolamento. b) parte di trasformazione, per passaggio da corrente continua a corrente alternata trifase in bassa tensione, 50Hz (tramite inverter); c) parte di elevazione della tensione per raggiungere il valore di Media Tensione 15 KV, 50Hz richiesto dall’Ente Distributore (tramite trasformatore bt/MT) e distribuzione con conduttori isolati. Per quanto sopra detto l’impianto funzionerà a frequenza di 50 Hz con tensioni limitate ad impianti di I categoria, dallo stadio di conversione sino a quello finale di elevazione alla Media Tensione richiesta per l’immissione in rete nei locali richiesti per l’allaccio dall’Ente Distributore. La parte di impianto funzionante in Media Tensione è realizzato esclusivamente in locali chiusi e conformi alla normativa applicabile (norme CEI e richieste DK dell’Ente Distributore) e quindi si configura come una ordinaria cella di trasformazione BT/MT senza introdurre alcuna problematica ulteriore di emissione di onde elettromagnetiche. Si considera inoltre che i locali sono presidiati con presenza umana limitata ai brevi tempi di controllo. Tutte le apparecchiature impiegate saranno conformi alla normativa in vigore, es. in termini di protezione contro i contatti diretti, indiretti, sovratensioni e disturbi elettromagnetici. Per i cavi MT dei collegamenti interni si considera una corrente di 300 A. Per i cavi del collegamento entra-esce alla cabina di consegna si considera una corrente di 500 A. Nei due casi i cavi sono posati con modalità interrata a una profondità di circa 1,50 m dal piano di calpestio tale da garantire una intensità dei campi magnetici 11 inferiore a 3 µT in asse con i conduttori. 2.5 Inquinamento e disturbo ambientale Al di là del giudizio estetico complessivo sullo scenario indotto dall’esecuzione delle nuove opere non verranno modificate le condizioni di fruibilità dell’area, che saranno valorizzate in quanto un percorso ciclabile, sicuro e coperto permette un miglioramento della viabilità. Infatti le stesse non determineranno modificazioni nel regime di utilizzo del sito, sia in termini qualitativi che quantitativi, né indurranno sottrazioni di spazi fruibili alla collettività. Infine, si evidenzia che sotto il profilo della percezione visiva, la realizzazione dell’impianto non determinerà impatti significativi in quanto: le opere in esecuzione rappresentano un miglioramento funzionale di quelle esistenti; l’impianto una volta realizzato connoterà decisamente lo scenario paesaggistico. 12 3. LOCALIZZAZIONE DEL PROGETTO (punto 2 allegato b2 DELIBERAZIONE N. 24/23 DEL 23.4.2008) L’area interessata è ubicata in comune di Olbia in Zona Industriale e dista circa 4,5 km dall’aeroporto di Olbia. Dal punto di vista topografico, l’area risulta inclusa nella cartografia I.G.M.(scala 1:25.000) al foglio 444, sez. II. 13 Figura 3.1: Inquadramento Territoriale 14 Figura 3.2: Inquadramento territoriale e riprese fotografiche. 15 L’area in cui dovrà essere posizionata l’opera in oggetto è facilmente accessibile dal’abitato di Olbia, in quanto ad esso adiacente. Il progetto nel suo insieme non andrà a modificare l’assetto territoriale o la zonizzazione esistente. Viceversa, le variazioni introdotte dall’opera in progetto sul paesaggio esistente determineranno una caratterizzazione ed una maggiore qualificazione di un’area anonima e frammentata, tipica delle aree industriali. 16 Figura 3.2: Ortofoto e punti di ripresa fotografica. 17 Inoltre, come vedremo in seguito, non vi sono modifiche alla capacità di carico dell’ambiente naturale, e della qualità in generale in riferimento alla presenza di Zone umide, Zone costiere, Zone montuose o forestali, Riserve e parchi naturali, Zone classificate o protette dalla legislazione degli Stati membri dell’Unione europea; zone protette speciali designate dagli Stati membri in base alle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE, Zone nelle quali gli standard di qualità ambientali fissati dalla legislazione comunitaria sono già stati superati, Zone a forte densità demografica, Zone di importanza paesaggistica, idrogeologica, storica, culturale o archeologica o altre aree sensibili dal punto di vista ambientale comunque definite. L’area in esame ricade interamente all’interno dell’area industriale. Le foto seguenti danno una rappresentazione fotografica dello stato attuale dell’area di intervento e del contesto. 18 Foto 1. Vista Panoramica dalla sede su cui sorgerà la pista ciclabile coperta con pensilina rivestita con pannelli fotovoltaici, lato SUD verso il Golfo. Foto 2. Vista Panoramica dell’area che sarà occupata dalla pensilina dal lato OVEST della Collina di Cala Saccaia. 19 Foto 3. Vista Panoramica contesto paesaggistico intorno ad area su cui sorgerà la pista ciclabile coperta a fotovoltaico. Foto 4. Vista contesto paesaggistico di pregio intorno al tracciato della futura pista ciclabile lato Sud. 20 Foto 5. Dettaglio contesto paesaggistico di pregio intorno al tracciato della futura pista ciclabile lato Sud. Le presenti riprese fotografiche vogliono apportare informazioni riguardo fisionomie fondamentali del contesto paesaggistico e aree di intervisibilità del sito: come si può osservare da subito, il luogo presenta evidente stato di compromissione. 3.1 Analisi dei Vincoli La metodologia adottata definisce tre livelli di analisi, corrispondenti ad altrettanti livelli di valutazione. Da un primo livello che definisce condizioni di totale non idoneità (che esprimono un grado di tutela integrale su porzioni di territorio di particolare valore), si passa a livelli nei quali il grado di non idoneità viene dettato da valutazioni tecniche. I tre livelli sono strutturati per rispondere alla necessità di individuare separatamente i fattori che concorrono alla esclusione, limitazione o preferenza di un sito. Il primo livello, che non investe il caso in discussione, impone condizioni di assoluta esclusione (fattori escludenti) di aree vincolate per legge, non soggette ad alcun tipo di valutazione successiva. 21 Per la disamina di 2a Fase vengono considerati i fattori collegati a disposizioni provenienti dall'analisi della normativa vigente, che tutela aree da sottoporre a vincolo secondo il parere dell'ente interessato. La tutela si impone in funzione sia del tipo di bene od opera da proteggere, che del tipo di intervento di trasformazione del territorio: oltre ai beni ambientali intervengono in questa disamina anche i beni storico-artistici-archeologico-architettonici e le aree di interesse demaniale. Sulla base delle indicazioni regionali, pertanto, per la disamina della vincolistica è necessario riferirsi a: vincoli per le aree di rilevanza naturalistico ambientale (L.R. 31/89) vincoli di natura idrogeologica (R.D.L. n°3267) vincoli su beni storico-artistici-archeologico-architettonici (L.1089/89) vincoli paesistici (L.R. 45/89); Si procede pertanto ad un esame dei vincoli predetti per l’area della pista ciclabile . Vincoli per le aree di rilevanza naturalistico ambientale Il sito non rientra tra le aree di parco, di riserva e monumenti naturali, nonché di aree di particolare rilevanza naturalistico-ambientale. Vincoli di tipo idrologico e idrogeologico L’area non è sottoposta a vincolo idrogeologico ai sensi dell’art.1 del R.D. 30.12.1923 n° 3267. Vincoli di tipo storico-artistico-archeologico Nell’area non risultano essere presenti vincoli su beni storico-artistici-archeologico- architettonici. Vincoli di tipo paesaggistico L’area oggetto dell’intervento è compresa all’interno dell’ambito costiero n.18 denominato Golfo di Olbia. 22 Figura 3.3. Stralcio PPR – Ambito di Paesaggio 18 – Golfo di Olbia 23 Figura 3.4. Inquadramento territoriale. Carta dei Vincoli. 24 La Legge regionale n.8 del 2004 sancisce che la pianificazione paesaggistica costituisce il quadro di riferimento e di coordinamento, per lo sviluppo sostenibile dell’intero territorio regionale, degli atti e pianificazione regionale, provinciale e locale. Il processo di governo del territorio regionale assume, pertanto, come valore ispiratore la centralità del paesaggio della Sardegna, inteso come contesto fondamentale dell’interazione tra fattori storici, culturali, ambientali e come ambito privilegiato dei rapporti tra uomo e natura, tra comunità e territorio. Il PPR rappresenta il documento di riferimento fondamentale, in quanto è al suo interno che l'azione legislativa e di governo regionale ha individuato e definito gli obiettivi fondamentali da perseguire per la tutela e la valorizzazione del territorio. Le disposizioni del P.P.R. sono prevalenti sulle disposizioni contenute negli altri atti di pianificazione ad incidenza territoriale previsti dalle normative di settore (art. 4, comma 1); esse sono immediatamente efficaci per i territori comunali in tutto o in parte ricompresi negli ambiti di paesaggio costiero (art. 4, comma 4). Figura 3.5.Stralcio P.P.R. 25 L’Art. 15 (norma transitoria) della relativa normativa di attuazione stabilisce che, per i comuni non dotati di PUC approvato nelle restanti zone C, D, F, e G, oltre la fascia di 2000 m dalla linea di battigia marina, possono essere realizzati gli interventi previsti negli strumenti urbanistici attuativi approvati e con convenzione efficace alla data di adozione del Piano Paesaggistico Regionale, secondo la disciplina di cui al quarto comma. 3.2 Componenti Ambientali – Abiotiche e Biotiche Sono di seguito considerate le componenti naturalistiche ed antropiche potenzialmente interessate dalla realizzazione, dal funzionamento e dalla dismissione dell’impianto fotovoltaico, e le interferenze tra queste ed il sistema ambientale nella sua globalità. Le componenti ed i fattori ambientali considerati, sono così stati così intesi: a) atmosfera: qualità dell'aria e caratterizzazione meteoclimatica; b) ambiente idrico: acque sotterranee e acque superficiali considerate come componenti, come ambienti e come risorse; c) suolo e sottosuolo: intesi sotto il profilo geologico, geomorfologico e pedologico, nel quadro dell'ambiente in esame, ed anche come risorse non rinnovabili; d) ecosistemi, vegetazione, flora e fauna: formazioni vegetali ed associazioni animali, emergenze più significative, specie protette ed equilibri naturali; e) salute pubblica: come individui e comunità; f) paesaggio: aspetti morfologici e culturali del paesaggio, identità delle comunità umane interessate e relativi beni culturali. 3.2.1. Suolo e Sottosuolo Assetto Geologico. Il territorio in esame è rappresentato da un basamento di litotipi intrusivi granitoidi, ovvero monzograniti inequigranulari muscovitici e biotitici, in parte ricoperti prevalentemente da depositi eluviali e colluviali sabbiosi, ghiaiosi e limosi prodotti dal disfacimento della roccia granitica arenizzata ma anche dal trasporto da parte degli agenti esogeni; tali depositi sono presenti prevalentemente nelle linee d’impluvio, nelle zone più depresse, determinando così l’addolcimento della morfologia del territorio. Si tratta in generale di terreni che da un punto di vista granulometrico presentano una elevatissima componente sabbiosa, circa il 70 %, mentre l’argilla è presente nell’ordine di meno del 15 %. 26 Figura 3.6. Carta geolitologica. 27 3.2.2. Assetto Idrografico ed Idrogeologia L’esame della rete idrografica del territorio oggetto di studio rivela come l’andamento e la forma dell’alveo dei corsi d’acqua, risentano delle caratteristiche tettoniche e soprattutto di quelle litologiche. L’idrografia superficiale è costituita da alcuni corsi d’acqua e da modesti impluvi che raccolgono le acque meteoriche. Il controllo strutturale viene evidenziato da variazioni improvvise della direzione di scorrimento di alcuni corsi d’acqua in corrispondenza di faglie tettoniche. Inoltre i corsi d’acqua impostati su litotipi litoidi si presentano poco sviluppati e a basso grado di gerarchizzazione, mentre quelli impostati sui depositi terrigeni, presentano un reticolo più sviluppato ed una configurazione che possiamo definire dendritica. I deflussi idrici sotterranei, dalle osservazioni compiute, sembrano avere in generale le stesse direzioni di quelli superficiali: si ritiene cioè che bacino idrografico e idrogeologico siano in linea di massima coincidenti. Dal rilevamento idrogeologico è stato possibile distinguere le seguenti classi di permeabilità: Terreni altamente permeabili, con un coefficiente K > 10 cm/sec., costituiti da coperture alluvionali e detritiche sciolte localizzate lungo i corsi d’acqua, e nelle aree più pianeggianti e depresse. - Terreni scarsamente permeabili, con coefficiente K compreso tra 10-4 e 10-7 cm/sec. Appartengono a questa classe i vari tipi di graniti, le rocce del complesso migmatiticometamorfico fratturate ed i sabbioni da essi originati che interessano buona parte dell’area d’intervento. Il loro grado di permeabilità è legato esclusivamente alla fratturazione delle rocce ed al loro più o meno elevato grado di alterazione. Caratteristiche interessanti specialmente agli effetti del deflusso idrico superfiale e dell’infiltrazione delle acque nel sottosuolo sono: - le temperature medie annue dell’aria che in Sardegna varia tra i 18° della pianura e i 16° delle aree collinari; - la forte ventosità; - la concentrazione della piovosità nei periodi invernali, prevalentemente nel mese di dicembre; il divario esistente fra l’intensità e i volumi delle precipitazioni delle aree pianeggianti e costiere rispetto alle aree montuose. Ne scaturiscono, di conseguenza, coefficienti di deflusso molto variabili sia nel tempo sia nello spazio. 28 Dal punto di vista della permeabilità delle formazioni geologiche, nell’area in studio sono state individuate due classi fondamentali di permeabilità: una per porosità dei terreni e una per fratturazione delle rocce. I terreni a permeabilità media sono rappresentati da materiali alluvionali quaternari de- posti a più riprese nelle pianure litoranee, sono costituiti da alternanze ciottoloso-sabbiose e limoargillose. I depositi alluvionali in quest’area si compongono essenzialmente di ciottoli quarzosi, granitici, gneissici, e la permeabilità è condizionata dalla illuviazione di materiali argilliformi, dalla cementazione per la presenza di Ferro, Allumino e Silice. 3.2.3. Caratteristiche climatiche Il clima delle coste della Gallura subisce come quello di tutte le coste sarde, una netta influenza per il permanere delle masse d’aria occidentali secondo le caratteristiche fisiche che le distinguono. La Collina Dorata s.r.l. – Progetto per la Prosecuz ione della Coltivazione della Cava “ La Lana – Azza Ruia ” Relazione sugli effetti Ambientali Così la prevalenza di masse d’aria temperate e mediterranee in qualunque stagione e la piccola percentuale di ore di masse artiche in inverno e di masse tropicali in estate danno subito un coste sarde, una netta influenza per il permanere delle masse d’aria occidentali seconchiaro della mitezza del clima zone. Così la prevalenza di masse d’aria do indizio le caratteristiche fisiche che inlequeste distinguono. temperate e mediterranee in qualunque stagione e la piccola percentuale di ore di masse artiche in inverno e di masse tropicali in estate danno subito un chiaro indizio Naturalmente sia del perclima l’effetto della latitudine che per l’orientamento del litorale, nel settore della mitezza in queste zone. costieroNaturalmente della Gallura si una leggera in più le masse d’aria in siaverifica per l’effetto della percentuale latitudine che perperl’orientamento delfredda litorale, inverno rispettocostiero alle coste ripercuote naturalmente media nel settore dellameridionali Gallura si sarde. verifica Ciò una sileggera percentuale in più in peruna le masse d’aria fredda in inverno rispetto alle ecoste meridionali sarde. Ciò si ripercuote naturalleggermente più bassa nella temperatura più elevata nella nuvolosità e nelle precipitazioni. mente in una media leggermente più bassa nella temperatura e più elevata nella nuvoDi losità seguito vengono riportati i dati pluviometrici e sulla temperatura ricavati dalla stazione e nelle precipitazioni. meteorologica più vicina al sito, quella di Olbia. Di seguito vengono riportati i dati pluviometrici e sulla temperatura ricavati dalla stazione meteorologica più vicina al sito, quella di Olbia. Temperatura dell’aria: Le temperature mensili (max e min) in °C rilevate nel 2009 dalla stazione Temperatura temperature di mensili (max e min) in °C rilevate 2007 dalla stameteorologica piùdell’aria: vicina alLecomprensorio gestione rifiuti, stazione di Olbia,nel risultano riportate zione meteorologica più vicina alla cava, stazione di Olbia, risultano riportate ne quadro che nel quadro che segue: segue: Mese Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Dic. Anno Max. 17,5 16,2 17,0 19,5 26,8 31,4 32,6 31,8 28,7 26,9 18,5 18,1 25,6 Min. 4,5 5,3 6,0 10,3 12,5 16,5 17,0 18,0 14,0 9,7 6,2 5,0 10,4 I valori riscontrati sono tipici della zona nord orientale della Sardegna con temperature elevate nei mesi di Giugno, Luglio Agosto e temperature minimecon maitemperature troppo basse con i I valori riscontrati sono tipici della zonaednord orientale della Sardegna elevate valori minimi nel mese di Dicembre, Gennaio e Febbraio. 29 Regime pluviometrico: Per quanto riguarda il regime pluviometrico, se si esaminano i dati delle vecchie carte pluviometriche ricavate sulla media di un ventincinquennio si nota, al contrario della temperatura, un aumento nella piovosità man mano che si procede verso l’interno con l’aumento dell’altitudine. Da questo si nei mesi di Giugno, Luglio ed Agosto e temperature minime mai troppo basse con i valori minimi nel mese di Dicembre, Gennaio e Febbraio. Regime pluviometrico. Per quanto riguarda il regime pluviometrico, se si esaminano i dati delle vecchie carte pluviometriche ricavate sulla media di un venticinquennio si nota, al contrario della La Collina Dorata s.r.l. – Progetto per la Prosecuz ione della Coltivazione della Cava “ La Lana – Azza Ruia ” Relazione effetti Ambientali temperatura, un aumento nella piovosità man sugli mano che si procede verso l’interno con l’aumento dell’altitudine. Da questo si deduce che, per il tratto costiero della Gallura che comprende l’area coste sarde, una netta influenza per il permanere delle masse d’aria occidentali secondi discarica nel tratto di costa orientato N a S le precipitazioni segnano undivalore annuo da do le caratteristiche fisiche che le da distinguono. Così la prevalenza masse d’aria e una mediterranee in qualunque e la piccola percentuale di ore di 600temperate a 700 mm per fascia costiera da 20 a 25 stagione Km. masse artiche in inverno e di masse tropicali in estate danno subito un chiaro indizio della mitezza del clima in queste zone. La distribuzione su esposta della precipitazione media annua e verosimilmente delle nuvolosità Naturalmente sia per l’effetto della latitudine che per l’orientamento del litorale, rispecchiano fedelmente le caratteristiche già esposte della circolazione con nel settore costiero della Gallura si verifica una leggera percentuale inin concomitanza più per le masse d’aria fredda in coste inverno alle coste sarde. Ciò si ripercuote naturall’orientamento delle e rispetto alla morfologia, alle meridionali quali sono associati i fenomeni di “stau” e di mente in una media leggermente più bassa nella temperatura e più elevata nella nuvo“foehn” su menzionati. losità e nelle precipitazioni. Di seguito vengono riportati i dati pluviometrici e sulla temperatura ricavati dalla stazione Nello specifico perpiù il 2007 rilevate dalla stazione più vicina, stazione di Olbia, meteorologica vicina le al precipitazioni sito, quella di Olbia. mostrano una piovosità media annuale di 652 mm, inferiore alla media regionale (778 mm) e Temperatura dell’aria: Le di temperature mensili la (max e min) in °C rilevate nelprecipitazioni 2007 dalla statocca i valori minimi nei mesi Luglio ed Agosto; distribuzione mensile delle (in zione meteorologica più vicina alla cava, stazione di Olbia, risultano riportate ne quadro che mm) è la seguente: segue: Mese Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Dic. Anno Max. 17,5 16,2 17,0 19,5 26,8 31,4 32,6 31,8 28,7 26,9 18,5 18,1 25,6 Min. 4,5 5,3 6,0 10,3 12,5 16,5 17,0 18,0 14,0 9,7 6,2 5,0 10,4 I valori riscontrati sono tipici della zona nord orientale della Sardegna con temperature elevate nei mesi di Giugno, Luglio ed Agosto e temperature minime mai troppo basse con i valori minimi nel mese di Dicembre, Gennaio e Febbraio. 3.2.4.pluviometrico: Vegetazione, Per Fauna ed Ecosistemi Regime quanto riguarda il regime pluviometrico, se si esaminano i dati delle vecchie carte pluviometriche ricavate sulla media di un ventincinquennio si nota, al fitoclimatica contrario del della temperatura, aumento piovosità In base alla classificazione Pavani l’area in un oggetto ricade nella nella zona del man mano che si procede verso l’interno con l’aumento dell’altitudine. Da questo si Laurentum in questo zona del piano deduce sottozona che, per ilcalda trattoche costiero dellacoincide Gallura con che lacomprende l’area basale di cava ,orizzontale nel tratto di costa orientato da N alitoraneo S le precipitazioni un valore annuo da 600 che a 700 mediterraneo sub-orizzontale caratterizzatosegnano dal Climax dell’Oleo-Ceratonium si mm per una fascia costiera da 20 a 25 Km. La distribuzione su esposta della preciestende dal livello del mare fino ad un’altitudine di 200 m. pitazione media annua e verosimilmente delle nuvolosità rispecchiano fedelmente le caratteristiche già esposte della circolazione in concomitanza con l’orientamento delle coste alla morfologia, qualiClimax sono associati i fenomeni “stau” e diarbustive “foehn” su menzionati.di La e vegetazione tipica alle di tale è caratterizzata da diformazioni sempreverdi Nello specifico il 2007 le precipitazioni rilevate dalla stazione più vicina, di sclerofille e da macchiaper termoxerofila, costituita essenzialmente da olivastro, cisto, stazione lentischio, Olbia, mostrano una piovosità media annuale di 652 mm, inferiore alla media regionale mirto, euforbia, con presenza nelle zone più alte di quercus ilex e suber . (778 mm) e tocca i valori minimi nei mesi di Luglio ed Agosto; la distribuzione mensile delle Nel precipitazioni corso della (in seconda dell’ultimo secolo l’estensione della flora naturale è stata mm) è lametà seguente: Me- Gen. Feb. Mar. Apr. 85 73 Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. 2 10 30 86 94 Dic. Anno 30 se 30 82 25 15 120 652 sensibilmente ridotta dal disboscamento operato per il reperimento di aree da adibire ad attività agricole ovvero in alternativa a pascolo. Tale fenomeno ha determinato una evoluzione del manto vegetale naturale, infatti il paesaggio originario viene gradualmente sostituito da un paesaggio intensamente alterato ed antropizzato. Nelle aree circostanti al sito di cava sono presenti rari episodi di macchia rada, all’interno del sito vero e proprio, visto lo sfruttamento in atto, non è presente vegetazione alcuna. La progressiva antropizzazione ha determinato variazioni sia qualitative che quantitative in relazione alla fauna presente nel territorio. La fauna presente nell’area interessata dall’attività di cava e in quelle contermini è quella tipica e comune in tutta la Sardegna nord orientale, presente comunque non in numero significativo vista la forte antropizzazione dell’area. Sulla scorta di precedenti studi e di rilevamenti diretti, nelle aree incolte e adibite a pascolo si può osservare la presenza di mammiferi di varie specie come il cinghiale, la volpe, la donnola, la lepre sarda, il coniglio selvatico, il ratto bruno, il topo campestre, il riccio e rettili come il geco, la lucertola sarda, la lucertola campestre, la luscengola, il gongolo, il colubro sardo e la biscia d’acqua. Tra gli uccelli è presente la cornacchia, l’averla, lo strillozzo, il calandro, il saltimpalo, il gruccione, la pernice sarda, il colombaccio, la quaglia e il passero comune; tra i rapaci sono presenti il falco, il nibbio, la poiana, il gheppio, la civetta e il barbagianni. 31 3.3 Analisi del paesaggio e modalità di inserimento paesaggistico dell’opera di progetto. Sotto il profilo urbanistico, l’area oggetto dell’intervento ricade all’interno della zona industriale, cosi come riportato in Figura 5 e dunque la presenza degli impianti fotovoltaici è coerente con le previsioni del Piano regolatore della zona industriale e con il Piano Paesaggistico Regionale. Pur essendo la zona industriale un’area di basso pregio ambientale, sussiste il vincolo paesaggistico secondo il D.M. del 30.11.1965 successivamente rettificato con D.M. del 10.01.68, come si può vedere dalla Figura 3.7. 32 Figura 3.7. Inquadramento territoriale. Carta dei Vincoli 2 33 Secondo le “Linee Guida per l’individuazione degli impatti potenziali degli impianti fotovoltaici e loro corretto inserimento nel territorio” risultano, ancora, idonee all’installazione d’impianti fotovoltaici, le aree industriali, artigianali e produttive, in quanto appositamente deputate ad accogliere impianti di natura industriale dai vigenti strumenti urbanistici e territoriali. Il predetto provvedimento di tutela prescrive la salvaguardia dello scenario caratterizzato da un “[…] eccezionale susseguirsi di quadri naturali offerti da innumerevoli promontori granitici che emergono dal mare purissimo, per l’allungarsi di dolci spiagge, bianche fra l’azzurro marino ed il verde restante flora mediterranea ed il grigio rosa delle rocce, per il luccichio dei laghi stagni e per le isole di fantastico aspetto, mostruoso nello strapiombare di quote di molte centinaia di metri fino alle onde marine; il tutto in una mirabile fusione fra le acque, le rocce, le spiagge, le colline e la vegetazione…..” La realizzazione di un impianto fotovoltaico a copertura di una pista ciclabile quale quello proposto, non incide direttamente sugli elementi di pregio paesaggistico descritti e tutelati nel D.M. 30/11/1965 e nei relativi allegati, semmai ne permette una più agevole fruizione e godimento da parte dell’utente. Del resto i caratteri paesaggistici generali dell'area d’intervento sono fortemente condizionati dalla fortemente infrastrutturata utilizzazione del sito, che ne ha seppur radicalmente mutato l’assetto paesaggistico naturale, non ne ha del tutto compromesso la valenza paesaggistica, qualità che viene messa in risalto e riscoperta dall'intervento proposto. Sulla base delle indicazioni del Piano Paesaggistico Regionale della Sardegna e del Piano Energetico Ambientale e i criteri contenuti nella deliberazione succitata, si sono individuati nelle aree industriali e artigianali oltre che nelle così dette area “brownfield” le superfici dove ubicare prioritariamente gli impianti fotovoltaici, in ragione della loro destinazione d’uso e della natura delle stesse. In aggiunta, per le aree brownfield definite “industriali, artigianali, di servizio”, si ritiene di dover stabilire quale limite per l’utilizzo di territorio industriale, il 10% della superficie totale dell’area industriale e comunque gli Enti di gestione o comunque territorialmente competenti per tali aree (es. Comune o Consorzio Industriale) prevedono, con propri atti, i criteri per le attribuzioni delle superfici disponibili alla installazione degli impianti, tanto che tali Enti possono disporre eventuali incrementi al limite sopra menzionato fino ad un massimo del 20% della superficie totale. In conclusione, secondo le “Linee Guida per l’individuazione degli impatti potenziali degli impianti fotovoltaici e loro corretto inserimento nel territorio”, l’area individuata lungo le infrastrutture viarie all’interno del comparto industriale risultano perfettamente idonee all’inserimento del manufatto tecnologico proposto. In questo modo l’elemento tecnologico utilizzato per la composizione di un nuovo “paesaggio energetico”, risulta elemento di completamento del paesaggio urbano industriale fortemente antropizzato, anche se a ridosso di aree seminaturali e la linea di costa del Golfo di Olbia, in 34 realtà risultato di forti antropizzazioni e alterazioni nel tempo che ne hanno decretato l’attuale stato di compromissione, sino a concorrere alla composizione di un “nuovo paesaggio culturale contemporaneo”. Della superficie individuata quale area possibile per l’inserimento dell'intervento proposto, verrà interessato solamente una superficie totale di 18790 mq, che corrispondono alla sola superficie di ingombro al suolo della pista ciclabile, in maniera tale da ridurre al massimo l’effettiva porzione di territorio occupata a fotovoltaico. La realizzazione dell’impianto sarà eseguita mediante l’installazione di moduli fotovoltaici ubicati sulla struttura di sostegno, con funzione di copertura o pensilina, della pista ciclabile sottostante e opportunamente inclinati rispetto al piano di calpestio. Figura 3.8. Inserimento planimetrico intervento di progetto e contesto urbanistico (area CIPNES) 1 35 Figura 3.9. Inserimento planimetrico intervento di progetto e contesto urbanistico (area CIPNES) 2 Figura 3.10. Vista Panoramica inserimento foto realistico del tracciato della pista ciclabile all’altezza della sede del consorzio industriale CIPNES. Figura 3.11. Prospetto laterale dell’ intervento di progetto in contesto urbanistico (area CIPNES) intorno 36 Figura 3.12. Sezione trasversale della pista ciclabile coperta a fotovoltaico, dettaglio della trama e mosaico cromatico dei moduli fotovoltaici con schema di fasi di montaggio,dettagli illuminazione e materiali impiegati. 37 Figura 3.13. Vista prospettica di dettaglio della pista ciclabile coperta con in evidenza mosaico cromatico dei moduli fotovoltaici proposto. 4. Caratteristiche dell’impatto potenziale (punto 3 allegato b2 DELIBERAZIONE N. 24/23 DEL 23.4.2008) La realizzazione di un’infrastruttura di questo tipo comporta in linea generale due tipi di effetti: uno legato alle modifiche permanenti che l’opera determina nell’ambiente di inserimento, l’altro legato agli effetti della stessa in un area più vasta. Si considerano innanzitutto gli impatti generati dalla fase di esecuzione dell’opera derivata dalle attività di cantiere. Si prevede un inevitabile aumento delle emissioni di gas inquinanti e di polveri e rumore di dovuto alle operazioni di scavo e alla presenza di macchine operatrici. Si conterranno al minimo tale impatti adottando misure di prevenzione quali il bagnamento delle superfici delle piste di cantiere, e la schermatura mediante reti di protezione appositamente studiate e posizionate in funzione dei recettori sensibili dell’impatto localmente individuati. Devono essere inoltre considerati se pure in maniera trascurabile i rischi di inquinamento di suoli e acque superficiali e derivati dal possibile sversamento di sostanze quali benzine, oli, lubrificanti dovute ai mezzi presenti in cantiere. Tali rischi saranno ridotti al minimo evitando i lavaggi dei mezzi e delle attrezzature in loco e predisponendo un sistema di drenaggio che evita l’immissione diretta nei compluvi di acque torbide. 38 Di bassa entità si possono quindi definire gli impatti sul paesaggio, sull’idrogeologia e sui suoli in quanto oltre allo studio dettagliato delle interferenze dell’opera con le componenti ambientali, anche l’attenzione al ripristino dei luoghi è uno degli obbiettivi principali del presente progetto, mentre è evidente la valenza positiva dell'intervento per quanto riguarda gli effetti di natura economica e la riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera. Fase di Costruzione: premesso che la fase di cantiere sarà limitata nel tempo, l’impatto e’ collegato all’utilizzo di mezzi meccanici d’opera e di trasporto, alla produzione di rumore, polveri e vibrazioni. Per ciò che concerne gli impatti legati alla produzione di rifiuti dovuti ai materiali di disimballaggio dei componenti degli impianto e dai materiali di risulta provenienti dagli eventuali splateamenti etc. sarà cura del proponente trattare i rifiuti generati, che saranno separati a seconda della classe, come previsto dal D.Lgs. 152/06 e debitamente riciclati. Fase di Esercizio: L’impianto fotovoltaico non genera emissioni di alcun tipo. Gli unici impatti riguardanti tale fase sono l’occupazione del suolo e le emissioni elettromagnetiche. Per quanto riguarda il primo, l’impianto, essendo temporaneo, produrrà un effetto irrilevante e totalmente reversibile essendo la discarica adibita a quel determinato uso del suolo. Emissioni elettromagnetiche: Per quanto riguarda le emissioni elettromagnetiche generate dalle parti d’impianto che funzionano in MT si prescrive l’utilizzo di apparecchiature e l’eventuale installazione in locali chiusi conformi alla normative CEI. Per quanto riguarda le emissioni elettromagnetiche generate dalle parti di cavidotto percorse da corrente in BT o MT si suggerisce l’interramento degli stessi di modo che l’intensità del campo elettromagnetico generato possa essere considerato sotto i valori soglia della normativa vigente. Inquinamento Idrico: Per quanto attiene l’inquinamento idrico, tale aspetto non viene preso in considerazione in quanto l’opera come da progetto non produce alcun affluente, ne sulla rete idrica, ne sulle eventuali falde sottostanti il sito interessato. Inquinamento acustico: L’assoluta assenza di parti in movimento non presenta assolutamente ricadute negative né per l’ambiente esterno, né per quello di lavoro. Le uniche parti dell’impianto che potrebbero dar luogo a livelli di rumore sono gli inverters ( comunque inferiori a 54dB (a)), che saranno alloggiati in locali dedicati. Inquinamento atmosferico: L’impatto derivante da emissioni in atmosfera non presenta impatti negativi. 39 Rischi d’incidenti, aspetti sanitari, e sicurezza sul lavoro: L’impianto sarà realizzato secondo i criteri in grado di assicurare salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Peraltro l’applicazione delle misure di sicurezza durante la realizzazione dei lavori e’ richiesta anche, e soprattutto da una serie di obblighi di legge vigenti (T.U. 81/08 e ss.mm.ii., DLgs 494/96 e decreti correlati). Paesaggio: Per quanto attiene gli effetti delle trasformazioni dal punto di vista paesaggistico, non si prevedono modificazioni significative, dirette e indotte, irreversibili a breve e medio termine, nell'area di intervento e nel contesto paesaggistico sia in fase di cantiere che a regime. Per un’analisi più approfondita si rimanda alla relazione di compatibilità paesaggistica, allegato AV RE 04, in quanto, come detto nel paragrafo 3.1 – Analisi dei Vincoli, l’area in cui sarà ubicata la pista ciclabile e running è ricompresa all’interno del perimetro soggetto a vincolo di tutela paesaggistica apposto con provvedimento di cui al D.M. 30/11/1965 pubblicato sulla G.U. 16/02/1966 n.41, in seguito rettificato da D.M. 10/01/1968. . Opere di Mitigazione e decommissioning: Sono state preferite le soluzioni progettuali che determinano i minori problemi di compatibilità paesaggistica. Data la dimensione degli interventi proposti e l’oggettiva attenzione verso scelte progettuali rivolte al miglioramento dell’aspetto rispetto alla situazione originaria assentita, sono comunque previste opere di mitigazione quali schermature arboree che ne riducano l’impatto visuale dai punti critici. Inoltre, le tecniche d’ingegneria naturalistiche proposte sono state studiate in funzione della tipologia d’intervento e sono principalmente funzionali alla rapida mitigazione degli effetti derivati dagli impatti residui. In conclusione si afferma che data la tipologia d’intervento proposto e l’entità degli impatti potenziali sono tali da essere considerati irrilevanti rispetto ai benefici derivanti dalla realizzazione dello stesso. Per quanto riguarda la fase di decommissioning si rimanda al Piano di dismissione, allegato AU RE 07. 40 5. CONCLUSIONI Dal presente studio sugli effetti ambientali emerge che la localizzazione dell’iniziativa esclude la maggior parte dei possibili impatti ambientali. E’ un impianto compatibile con la pianificazione energetica regionale e con il P.P.R. L’area su cui sorgerà il progetto è posizionata all’interno della Zona Industriale del Comune di Olbia e la sua visibilità dai punti più critici verrà mitigata in maniera opportuna. Una prima misura di compensazione è già intrinseca con le finalità dell’impianto stesso, cioè quella di produrre energia da fonti rinnovabili, riducendo la necessità di produzione di energia mediante tecnologie ad alto impatto ambientale, come ad esempio da fonti fossili. Tuttavia, per il progetto in analisi si propone una misura di compensazione che ha come finalità, oltre a quella sopra citata, quella altrettanto importante, di contribuire alle campagne di informazione e di educazione ambientali e culturali già avviate nelle scuole. E’ infatti necessario proiettare proprio le nuove generazioni in un futuro dove solo l’acquisizione di consapevolezza potrà innescare cambiamenti culturali su temi come l’ambiente e lo sviluppo sostenibile, non solo ai fini della qualità ambientale ma più in generale della qualità della vita, obiettivo verso cui indirizzare l’azione degli uomini nella vita attuale ed in previsione della continuità generazionale. La semplicità delle procedure di smantellamento dell’impianto fotovoltaico, alla fine della sua attività fisiologica (25-30 anni), ci porta a dover fare alcune importanti considerazioni. La prima è che non utilizzando sostanze inquinanti per il suo funzionamento, l’area di ubicazione dell’impianto non dovrà essere bonificata, cosa che avviene per qualsiasi attività di carattere industriale. La seconda è che una volta rimossi i pannelli, le strutture di sostegno e le cabine di trasformazione, il paesaggio e l’area torneranno allo stato antecedente la realizzazione dell’opera. L’importanza e la rapidità dei mutamenti che l’azione dell’uomo produce sul paesaggio, con tempi e modalità diverse, rispetto alle dinamiche naturali, portano necessariamente a dover acquisire il giusto grado di responsabilità, al fine di intervenire sul territorio rispettando il naturale equilibrio e dinamismo dell’ambiente. Di conseguenza, qualunque intervento di modificazione del territorio deve basarsi sui criteri di sostenibilità, allo scopo di preservare quantitativamente e qualitativamente le risorse naturali a disposizione. L’impianto fotovoltaico, pur modificando in parte ed in modo peraltro reversibile, l’assetto del paesaggio e l’uso del territorio aiuta a tutelare l’ambiente dall’inquinamento atmosferico, evitando l’uso di combustibili fossili, sfruttando la risorsa rinnovabile e rigenerativa della radiazione solare. L’incontro tra paesaggio, ambiente e tecnologie pulite sono i NUOVI PAESAGGI, all’interno del 41 quale si vuole collocare la progettazione degli impianti per la produzione di energie da fonti rinnovabili. La conversione fotovoltaica dalla radiazione solare non darà luogo alla produzione di elementi inquinanti che possano causare danni all’ambiente circostante e/o alla salute. Dal punto di vista dell’occupazione del suolo, non si prevedono movimenti terra che possano alterare la forma attuale del terreno. Saranno effettuati degli scavi per il posizionamento dei cavidotti che verranno poi rinterrati e per l’alloggiamento del basamento delle cabine elettriche. Le analisi riportate consentono di valutare la coerenza e la congruità del progetto di realizzazione del parco fotovoltaico. In particolare l’intervento prevede un utilizzo consapevole ed attento delle risorse disponibili, con attenzione a non pregiudicare l’esistenza e gli utilizzi futuri e tale da non diminuire il pregio paesaggistico del territorio. Il sito in esame, infatti, potrà tornare alla sua attuale funzione a termine dello sfruttamento dall’impianto fotovoltaico, ossia 25/30 anni. Nell’elaborazione dell’idea progettuale dell’impianto su pista ciclabile ha avuto un ruolo determinante il voler creare un connubio tra cicloturismo e tecnologia fotovoltaica, riscoprendo e valorizzando, da una parte, la componente turistica costituita da un percorso sicuro e affidabile per ciclisti e podisti, dall’altra sviluppando il tema delle energie rinnovabili. Il progetto della pista ciclabile è il volano di un progetto di più ampio respiro volto alla realizzazione di opere legate alla promozione di energie alternative che dovrebbe interessare i punti cruciali dell’intera città di Olbia quali il Porto, l’Aeroporto, il Parco Fausto Noce fino ad arrivare a Pittulongu e che diventa non solo alternativa sostenibile ma supporto e integrazione al trasporto pubblico con l’innovativo noleggio automatico di biciclette in ambito urbano. Si sta infatti registrando l’aumento di una sensibilità verso quella che ormai comunemente viene chiamata “mobilità sostenibile”, ovvero l’utilizzo di mezzi di trasporto che limitino le emissioni in atmosfera. Questo approccio comprende oltre alle auto con motori “verdi” anche quelli a propulsione umana, soprattutto le biciclette. Il bike sharing (traducibile come “condivisione della bicicletta) nasce per dare all’utente la possibilità di orari e spostamenti flessibili, avendo l’opportunità, grazie alla dislocazione in più punti nella città delle cosiddette rastrelliere, di prelevare la bicicletta in un punto e lasciarla poi in un altro, magari vicino alla meta raggiunta. La Regione Sardegna con la Delibera n 39/1 del 23/08/2011 ” Programma integrato di interventi per lo sviluppo urbano e per la mobilità ciclabile nell’ambito dell’Area Metropolitana di Cagliari e dell’Area vasta di Sassari. Attuazione Delib. G. R. n. 31/11 del 20.7.2011: riprogrammazione PO FESR 2007-2013 - linea di attività 5.1.1.b.”. In questa delibera l’Assessore alla Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del Territorio richiama la strategia assunta dall’Asse V del PO FESR 2007-2013 – Sviluppo Urbano, che punta “ad accrescere il vantaggio competitivo rappresentato dagli attrattori naturali, paesaggistici e culturali, promuovendo la riqualificazione integrata delle aree urbane, migliorandone le condizioni ambientali e rafforzando la relazione con il territorio, ed 42 in particolare quella assunta, per le maggiori aree urbane, nell’ambito dell’Obiettivo operativo 5.1.1, di ottimizzare la mobilità sostenibile, la rete dei collegamenti e i servizi di accesso”, che prevede il miglioramento della mobilità urbana, la razionalizzazione delle tratte maggiormente congestionate, l’adozione di interventi coordinati di tipo urbanistico, la realizzazione di servizi innovativi alla persona, l’ottimizzazione delle coincidenze tra i sistemi di trasporto extraurbano e quelli di livello urbano e metropolitano, nonché “l’adozione di modalità di trasporto alternative quali percorsi ciclabili, bike sharing, car sharing”. Dai più recenti studi sulla mobilità delle aree urbane emerge come gli spostamenti quotidiani siano per il 40% inferiori ai 2 km di percorrenza, e per il 15% addirittura inferiori al solo chilometro, confermando in tal modo la valenza strategica della bicicletta quale modalità di trasporto alternativa allo spostamento su auto propria, che all’esercizio fisico ed all’assenza di inquinamento unisce una discreta velocità, e consente l’abbattimento dei tempi morti legati alla ricerca dei parcheggio. In ambiti massimamente trafficati e congestionati, le indicazioni operative della pianificazione strategica comunale e intercomunale vanno pertanto a convergere su una strategia che accanto al rafforzamento del trasporto pubblico mira a contenere il generalizzato ricorso all’auto privata attraverso una azione integrata, sviluppata a partire dai seguenti interventi: • realizzazione di tracciati ciclabili nel centro urbano, funzionalmente connessi alla rete del “Bike Sharing”; • aumento della facilità d’uso della bicicletta attraverso la diffusione di stazioni di “Bike sharing” diffuse sull’intera area urbana, in corrispondenza dei principali punti di origine/destinazione dell’utenza; • messa a sistema dei percorsi ciclabili esistenti, assegnando priorità a quelle tratte che uniscono segmenti di rete ciclabile esistenti, anche attraverso la realizzazione di sottopassi e sovrappassi ciclabili e pedonali, favorendo la mobilità intercomunale e la fruizione dei siti di maggior richiamo paesistico (litorale costiero, aree parco, spazi verdi urbani, punti panoramici, etc.); • predisposizione di strutture e spazi dedicati alla custodia, al parcheggio, alla manutenzione della bici presso scuole ed uffici, in particolare nell’ambito degli spazi già dedicati a parcheggio, con priorità per le aree di stazione e/o interscambio coi mezzi pubblici; • intese, di concerto con l’Assessorato dei Trasporti e con le Aziende del trasporto pubblico, mirate a favorire l’integrazione tra trasporto pubblico e bicicletta, consentendo, ove possibile il trasporto delle stesse; • realizzazione di conferenze, manifestazioni ed iniziative educative atte a favorire la cultura della bicicletta come mezzo di trasporto e fruizione del territorio, coinvolgendo in particolare le scuole, le associazioni e gli enti preposti al turismo. 43 ALLEGATO A 44