Sommario
1.
PREMESSA ........................................................................................................... 2
1.1 La procedura di verifica/screening nella normativa regionale ........................ 2
1.2 Finalità ............................................................................................................. 3
2. CARATTERISTICHE DEL PROGETTO (punto 1 allegato b2
DELIBERAZIONE N. 24/23 DEL 23.4.2008) .............................................................. 6
2.1 Dimensioni ...................................................................................................... 6
2.2 Risorse naturali ................................................................................................ 8
2.3 Rifiuti prodotti ed emissioni .......................................................................... 10
2.4 Rischio incidenti rilevanti ............................................................................. 10
2.5 Inquinamento e disturbo ambientale ............................................................. 12
3. LOCALIZZAZIONE DEL PROGETTO (punto 2 allegato b2
DELIBERAZIONE N. 24/23 DEL 23.4.2008) ............................................................ 13
3.1 Analisi dei Vincoli ........................................................................................ 21
3.2 Componenti Ambientali – Abiotiche e Biotiche ........................................... 26
3.2.1. Suolo e Sottosuolo ................................................................................. 26
3.2.2. Assetto Idrografico ed Idrogeologia ...................................................... 28
3.2.3. Caratteristiche climatiche....................................................................... 29
3.2.4. Vegetazione, Fauna ed Ecosistemi ........................................................ 30
3.3 Analisi del paesaggio e modalità di inserimento paesaggistico dell’opera di
progetto. ........................................................................................................... 32
4. Caratteristiche dell’impatto potenziale (punto 3 allegato b2 DELIBERAZIONE N.
24/23 DEL 23.4.2008) ............................................................................................. 38
5. CONCLUSIONI .................................................................................................. 41
Allegato A .................................................................................................................... 44
1
1. PREMESSA
La presente relazione riguarda la Verifica di assoggettabilità a VIA redatta ai sensi
dell’ Art.20 del D.Lgs. 16-01-2008 n.4 “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative
del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale”, pubblicato
nella G.U. 29 gennaio 2008, n. 24. Il progetto, cui la presente relazione fa riferimento,
rientra nel campo di applicazione di cui all’ Allegato B2 della DELIBERAZIONE N.
24/23 DEL 23.4.2008: “categorie di opere da sottoporre alla procedura di verifica di
assoggettabilità” punto 2) “Industria energetica estrattiva“, comma c) “impianti
industriali non termici per la produzione di energia, vapore ed acqua calda”.
1.1 La procedura di verifica/screening nella normativa regionale
L’allegato B2) alla deliberazione della Giunta regionale n.24/23 precisa i contenuti
della relazione sugli effetti ambientali da allegare all’istanza di verifica; detti contenuti
possono essere riassunti come segue:
a) Caratteristiche dei progetti: le caratteristiche dei progetti debbono essere
considerate tenendo conto, in particolare:
-
delle dimensioni del progetto;
-
del cumulo con altri progetti;
-
dell'utilizzazione di risorse naturali;
-
della produzione di rifiuti;
-
dell'inquinamento e disturbi ambientali;
-
del rischio di incidenti, per quanto riguarda, in particolare, le sostanze o le
tecnologie utilizzate;
b) Localizzazione dei progetti: deve essere verificata la sensibilità ambientale
delle aree geografiche che possono risentire dell'impatto dei progetti, tenendo
conto, in particolare:
 dell'utilizzazione attuale del territorio;
 della ricchezza relativa, della qualità e della capacità di rigenerazione
delle risorse naturali della zona;
 della capacità di carico dell'ambiente naturale, con particolare
attenzione alle seguenti zone:
a) zone umide;
b) zone costiere;
2
c) zone montuose o forestali;
d) riserve e parchi naturali;
e) zone classificate o protette dalla legislazione degli Stati membri;
zone protette speciali designate dagli Stati membri in base alle
direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE;
f) zone nelle quali gli standard di qualità ambientale fissati dalla
legislazione comunitaria sono già stati superati;
g) zone a forte densità demografica;
h) zone di importanza storica, culturale o archeologica.
i) territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità di cui
all’art.21 del D.lgs. 18.05.01 n.228.
c) Caratteristiche dell'impatto potenziale: gli effetti potenzialmente significativi
dei progetti debbono essere verificati in relazione ai criteri stabiliti ai punti a) e
b) e tenendo conto, in particolare:

della portata dell'impatto (area geografica e densità della popolazione
interessata);

dell'ordine di grandezza e della complessità dell'impatto;
1.2 Finalità
Con la realizzazione degli impianti, di potenza complessiva pari a 1 MWp + 1 MWp,
si intende conseguire un significativo risparmio energetico per la struttura consortile,
mediante il ricorso alla fonte energetica rinnovabile rappresentata dal Sole. Il
secondo obiettivo, ma non in ordine di importanza, è quello di “ottimizzare” la
circolazione e il traffico urbano ed extraurbano, come meglio dettagliato al paragrafo
5 del presente studio. Il ricorso alla produzione energetica fotovoltaica nasce
dall’esigenza di coniugare:

la compatibilità con esigenze architettoniche e di tutela ambientale;

nessun inquinamento acustico;

un risparmio di combustibile fossile;

una produzione di energia elettrica senza emissioni di sostanze inquinanti.
L’energia prodotta dagli impianti di produzione energetica fotovoltaica suddetti
consentirà al CIPNES di azzerare o comunque diminuire notevolmente la bolletta
3
energetica consortile che in questi anni ha avuto significativi aumenti sia a causa dei
maggiori costi degli idrocarburi e sia a causa dell’aumento dei consumi dovuti ad
implementazioni e migliorie effettuate nelle varie fasi di trattamento degli impianti
consortili.
I lavori previsti si riassumono in:
1
Accantieramento e realizzazione della recinzione
2
Scavi posa tubazioni e pozzetti
3
Installazione delle strutture di sostegno dei moduli mediante macchina
battipalo
4
Installazione sovrastrutture in alluminio per il montaggio moduli
5
Realizzazione basamento cabine
6
Posizionamento cabine prefabbricate
7
Posa delle dorsali in DC a AC
8
Installazione dei moduli fotovoltaici
9
Installazione e cablaggio Conergy Smart Connect
10 Installazione e montaggio apparecchiature in AC
11 Installazione, montaggio, scomparti MT e trasformatore
12 Installazione e cablaggio inverter
13 Montaggio e collegamento dell’Illuminazione esterna, telecamere, e sistema
antintrusione
14 Verifiche elettriche e misure di collaudo.
In parallelo alla realizzazione dell’impianto sarà realizzato:

il collegamento in cavo MT fra le cabine ENEL esistenti e le nuove cabine di
consegna;

La dorsale MT interrata di connessione tra le cabine di consegna e le cabine
di trasformazione.
Gli impianti saranno realizzati su terreni di proprietà del CIPNES- Gallura. Poiché il
numero di fogli e mappali interessati dall’intervento in oggetto risultano elevati, per
maggior chiarezza, si allegano alla presente n. 5 certificati di Destinazione
Urbanistica rilasciati dal Comune di Olbia in data 24/10/2011, dai quali si evincono
con chiarezza sia i dati catastali che urbanistici dei terreni attraversati dalla pista
ciclabile e running. Tali certificati vengono allegati alla fine del presente studio con la
dicitura Allegato A, per farne parte integrante. Poiché i terreni di cui sopra ricadono
4
interamente all’interno della Zona Industriale di Olbia l’impatto ambientale che gli
impianti hanno sull’area di installazione risulterà molto limitato.
Ad oggi, la produzione di energia elettrica è per la quasi totalità proveniente da
impianti termoelettrici che utilizzano combustibili sostanzialmente di origine fossile.
Quindi, considerando l'energia stimata come produzione attesa , valore medio dei
primi dieci anni, 2 559 700 kWh/anno e la perdita di efficienza annuale, tra lo 0.40 e
lo 0.90 %, le considerazioni successive valgono per il tempo di vita dell'impianto pari
a 20 anni.
Un utile indicatore per definire il risparmio di combustibile derivante dall’utilizzo di
fonti energetiche rinnovabili è il fattore di conversione dell’energia elettrica in energia
primaria [TEP/MWh]. Questo coefficiente individua le T.E.P. (Tonnellate Equivalenti
di Petrolio) necessarie per la realizzazione di 1 MWh di energia, ovvero le TEP
risparmiate con l’adozione di tecnologie fotovoltaiche per la produzione di energia
elettrica.
Inoltre, l’impianto fotovoltaico consente la riduzione di emissioni in atmosfera delle
sostanze che hanno effetto inquinante e di quelle che contribuiscono all’effetto serra.
VANTAGGI AMBIENTALI CONNESSI ALLA REALIZZAZIONE DI DUE IMPIANTI SOLARE FOTOVOLTAICO
DA 1988,750 kWp
Produzione attesa (valore
medio nei primi 10 anni)
kWh/anno
Riduzione Emissioni
di CO2
Riduzione Emissioni
di NOX
Riduzione Emissioni
di SO2
Kg/anno
Kg/anno
Kg/anno
2.559.700
1.371.999,20
4.348,93
2.380,52
Riduzione Emissioni Riduzione Consumi di
di Polveri Sottili
Petrolio
Kg/anno
Kg/anno
74,23
563.134,00
Nota: Le stime sono elaborate utilizzando valori convenzionali
Da tali dati emerge in modo chiaro ed inequivocabile il forte impatto ambientale
positivo, che tale impianto è in grado di generare.
5
2. CARATTERISTICHE DEL PROGETTO (punto 1 allegato b2
DELIBERAZIONE N. 24/23 DEL 23.4.2008)
Il panorama energetico attuale è in forte evoluzione a causa di diversi fattori tra cui,
non ultimo, la necessità di produrre energia da fonti rinnovabili per rispettare gli
impegni di riduzione di CO2 assunti con la ratifica del Protocollo di Kyoto e la
liberalizzazione del mercato dell’energia che favorisce la costruzione di impianti di
piccola taglia distribuiti sul territorio.
La normativa vigente con il D.M. 19/02/2007 “Conto Energia” fino ad arrivare ai
decreti di recente emanazione (vedi Quadro normativo contenuto nella Relazione
descrittiva impianto elettrico, allegato AV RE 03) ha introdotto importanti agevolazioni
per gli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili per cui viene
stimolato l’intervento da parte di imprese operanti nel settore.
Con deliberazione della Giunta regionale n. 27/16 del 1 Giugno 2011 - che a sua
volta recepisce il Decreto Ministeriale del 20 Settembre 2010 sulle Linea Guida
Nazionali per le Fonti Rinnovabili – e che sostituisce la precedente Delibera
Regionale 25/40 del 1 Luglio 2010, sono stati individuati i criteri tesi ad individuare le
aree in cui possono essere installati gli impianti fotovoltaici, in modo da
razionalizzarne la realizzazione e contenerne l’impatto.
Sulla base delle indicazioni del Piano Paesaggistico Regionale della Sardegna e del
Piano Energetico Ambientale e dei criteri contenuti nella deliberazione succitata si
sono individuate nelle aree industriali, artigianali e nelle cosi dette aree “brownfield”,
le superfici dove ubicare prioritariamente gli impianti fotovoltaici in ragione della loro
destinazione d’uso e della natura delle stesse.
2.1 Dimensioni
I due impianti fotovoltaici oggetto della presente relazione saranno realizzati a
parziale copertura di una pista ciclabile e running che attraverserà la Zona Industriale
del Comune di Olbia.
I due impianti fotovoltaici saranno così suddivisi:

Impianto 1 costituito da 4630 moduli della potenza di 215Wp ciascuno, per
6
una potenza complessiva di 995,450 kWp;
-
Impianto 2 costituito 4620 moduli della potenza di 215Wp ciascuno, per una
potenza complessiva di 993,300 kWp.
In entrambi gli impianti i moduli saranno installati su una struttura composita,
realizzata con elementi in metallo ed elementi in legno.
La struttura di sostegno del generatore si adatterà alle esigenze spaziali della pista
ciclabile, e quindi avrà un’altezza variabile da 3,5 ai 5,80 m e una larghezza variabile
dai 5 ai 9 m ed una conseguente variabilità dell’angolo di tilt da 8° a 12°.
La struttura portante della pensilina sarà costituita da pilastri in acciaio zincato a
caldo
e
travi
in
legno
lamellare.
Queste
ultime
saranno
attraversate
perpendicolarmente da barre in acciaio zincato a caldo sopra le quali verranno
ancorati degli arcarecci in legno lamellare ai quali andranno poi fissati dei pannelli
fotovoltaici costruiti su substrato ceramico. Per motivi architettonici e di
attraversamento veicolare la pensilina avrà larghezza ed altezza variabili. Il tutto
come si meglio evince dagli elaborati grafici di progetto.
Schematicamente il generatore fotovoltaico sarà installato come rappresentato nella
figura seguente.
Per l’esame approfondito dell’architettura dei generatori fotovoltaici si rimanda
alla relazione “Relazione descrittiva impianto elettrico”, Allegato AV RE 03.
7
2.2 Risorse naturali
I terreni risultano classificati in zona D del nucleo di industrializzazione e in parte in
viabilità e fasce di rispetto stradale. Appare evidente che allo stato attuale le risorse
naturali del sito risultano in parte compromesse e comunque fortemente
antropizzate. Di contro si rileva che nelle immediate vicinanze la Zona Industriale è
circondata da emergenze collinari importanti, quali Cala Saccaia e archeologiche,
quali il Pozzo sacro di Sa Testa. Il tutto si affaccia sullo splendido Golfo di Olbia. Il
tutto si evince meglio dagli elaborati progettuali e dalla documentazione fotografica
allegati al presente studio.
8
Figura 1. Zonizzazione della Zona Industriale con il tracciato della pista ciclabile e running.
9
La realizzazione dell’opera non richiede al territorio particolari apporti significativi in
termini di materiali, energia o altre risorse e neanche apporti idrici o qualunque
utilizzo di risorsa non rinnovabile.
2.3 Rifiuti prodotti ed emissioni
L’impianto in progetto ha come peculiarità la produzione di energia da fonti
rinnovabili ed in particolare da fotovoltaico per cui sia nella fase di realizzazione che
durante il funzionamento dell’impianto non saranno prodotti rifiuti.
Inoltre
considerando la fase di fine vita dell’impianto e il conseguente suo smantellamento
tutte le sue componenti sono di natura perfettamente riciclabili essendo per il 90%
composti da alluminio, vetro, silicio rame e materiale plastico.
La produzione di energia elettrica sarà dunque a zero emissioni, non verrà utilizzato
alcun combustibile nè si manipoleranno materiali o prodotti inquinanti di alcun
genere. Non saranno previsti inoltre scarichi di qualsiasi natura organica o non per
cui le acque di falda non potranno essere in alcun modo inquinate. Essendo dei
generatori statici non sarà emessa alcuna fonte di rumore se si esclude il ronzio dei
trasformatori presenti in cabina di trasformazione ma a livelli del tutto trascurabili.
Non verranno inoltre prodotti elementi di perturbazione dei processi geologici o
geotecnici senza alterare qualunque dinamismo spontaneo di caratterizzazione del
paesaggio ambientale con riferimento agli aspetti storico-monumentali e culturali.
Essendo i moduli installati su una pensilina, ancorata a terra da ritti metallici filettati,
non si influenza il terreno interessato alla formazione di fenomeni di perturbazione
delle condizioni idrografiche, idrologiche e idrauliche.
2.4 Rischio incidenti rilevanti
Considerando inoltre il rischio di incidenti, per quanto riguarda, in particolare, le
sostanze o le tecnologie utilizzate si può affermare che questi non sono
assolutamente presenti per qualunque natura. Il maggior rischio è rappresentato
dalla presenza della cabina di ricevimento e trasformazione MT/BT che risulta
comunque classificato come un impianto a basso rischio incidenti rilevanti.
10
All’interno della stessa si generano radiazioni elettromagnetiche derivate dalla
conversione e trasformazione dell’energia comunemente presenti in qualunque
cabina di trasformazione e comunque contenute nel rispetto della normativa vigente
senza influire su organismi o salute umana.
L’impianto sarà diviso in tre sezioni:
a) parte di generazione, realizzata con pannelli fotovoltaici e distribuzione in
corrente continua in bassa tensione tramite conduttori ad alto isolamento.
b) parte di trasformazione, per passaggio da corrente continua a corrente
alternata trifase in bassa tensione, 50Hz (tramite inverter);
c) parte di elevazione della tensione per raggiungere il valore di Media Tensione
15 KV, 50Hz richiesto dall’Ente Distributore (tramite trasformatore bt/MT) e
distribuzione con conduttori isolati.
Per quanto sopra detto l’impianto funzionerà a frequenza di 50 Hz con tensioni
limitate ad impianti di I categoria, dallo stadio di conversione sino a quello finale di
elevazione alla Media Tensione richiesta per l’immissione in rete nei locali richiesti
per l’allaccio dall’Ente Distributore.
La parte di impianto funzionante in Media Tensione è realizzato esclusivamente in
locali chiusi e conformi alla normativa applicabile (norme CEI e richieste DK dell’Ente
Distributore) e quindi si configura come una ordinaria cella di trasformazione BT/MT
senza
introdurre
alcuna
problematica
ulteriore
di
emissione
di
onde
elettromagnetiche.
Si considera inoltre che i locali sono presidiati con presenza umana limitata ai brevi
tempi di controllo. Tutte le apparecchiature impiegate saranno conformi alla
normativa in vigore, es. in termini di protezione contro i contatti diretti, indiretti,
sovratensioni e disturbi elettromagnetici.
Per i cavi MT dei collegamenti interni si considera una corrente di 300 A. Per i cavi
del collegamento entra-esce alla cabina di consegna si considera una corrente di
500 A. Nei due casi i cavi sono posati con modalità interrata a una profondità di circa
1,50 m dal piano di calpestio tale da garantire una intensità dei campi magnetici
11
inferiore a 3 µT in asse con i conduttori.
2.5 Inquinamento e disturbo ambientale
Al di là del giudizio estetico complessivo sullo scenario indotto dall’esecuzione delle
nuove opere non verranno modificate le condizioni di fruibilità dell’area, che saranno
valorizzate in quanto un percorso ciclabile, sicuro e coperto permette un
miglioramento della viabilità.
Infatti le stesse non determineranno modificazioni nel regime di utilizzo del sito, sia in
termini qualitativi che quantitativi, né indurranno sottrazioni di spazi fruibili alla
collettività.
Infine, si evidenzia che sotto il profilo della percezione visiva, la realizzazione
dell’impianto non determinerà impatti significativi in quanto:
 le opere in esecuzione rappresentano un miglioramento funzionale di quelle
esistenti;
 l’impianto
una
volta
realizzato
connoterà
decisamente
lo
scenario
paesaggistico.
12
3. LOCALIZZAZIONE DEL PROGETTO (punto 2 allegato b2 DELIBERAZIONE
N. 24/23 DEL 23.4.2008)
L’area interessata è ubicata in comune di Olbia in Zona Industriale e dista circa 4,5
km dall’aeroporto di Olbia.
Dal punto di vista topografico, l’area risulta inclusa nella cartografia I.G.M.(scala
1:25.000) al foglio 444, sez. II.
13
Figura 3.1: Inquadramento Territoriale
14
Figura 3.2: Inquadramento territoriale e riprese fotografiche.
15
L’area in cui dovrà essere posizionata l’opera in oggetto è facilmente accessibile dal’abitato di
Olbia, in quanto ad esso adiacente.
Il progetto nel suo insieme non andrà a modificare l’assetto territoriale o la zonizzazione
esistente. Viceversa, le variazioni introdotte dall’opera in progetto sul paesaggio esistente
determineranno una caratterizzazione ed una maggiore qualificazione di un’area anonima e
frammentata, tipica delle aree industriali.
16
Figura 3.2: Ortofoto e punti di ripresa fotografica.
17
Inoltre, come vedremo in seguito, non vi sono modifiche alla capacità di carico
dell’ambiente naturale, e della qualità in generale in riferimento alla presenza di Zone
umide, Zone costiere, Zone montuose o forestali, Riserve e parchi naturali, Zone
classificate o protette dalla legislazione degli Stati membri dell’Unione europea; zone
protette speciali designate dagli Stati membri in base alle direttive 79/409/CEE e
92/43/CEE, Zone nelle quali gli standard di qualità ambientali fissati dalla legislazione
comunitaria sono già stati superati, Zone a forte densità demografica, Zone di
importanza paesaggistica, idrogeologica, storica, culturale o archeologica o altre
aree sensibili dal punto di vista ambientale comunque definite. L’area in esame
ricade interamente all’interno dell’area industriale. Le foto seguenti danno una
rappresentazione fotografica dello stato attuale dell’area di intervento e del contesto.
18
Foto 1. Vista Panoramica dalla sede su cui sorgerà la pista ciclabile coperta con pensilina rivestita con pannelli fotovoltaici, lato SUD verso il Golfo.
Foto 2. Vista Panoramica dell’area che sarà occupata dalla pensilina dal lato OVEST della Collina di Cala Saccaia.
19
Foto 3. Vista Panoramica contesto paesaggistico intorno ad area su cui sorgerà la pista ciclabile
coperta a fotovoltaico.
Foto 4. Vista contesto paesaggistico di pregio intorno al tracciato della futura pista ciclabile lato
Sud.
20
Foto 5. Dettaglio contesto paesaggistico di pregio intorno al tracciato della futura pista ciclabile
lato Sud.
Le presenti riprese fotografiche vogliono apportare informazioni riguardo fisionomie
fondamentali del contesto paesaggistico e aree di intervisibilità del sito: come si può osservare
da subito, il luogo presenta evidente stato di compromissione.
3.1 Analisi dei Vincoli
La metodologia adottata definisce tre livelli di analisi, corrispondenti ad altrettanti livelli di
valutazione. Da un primo livello che definisce condizioni di totale non idoneità (che esprimono
un grado di tutela integrale su porzioni di territorio di particolare valore), si passa a livelli nei
quali il grado di non idoneità viene dettato da valutazioni tecniche.
I tre livelli sono strutturati per rispondere alla necessità di individuare separatamente i fattori che
concorrono alla esclusione, limitazione o preferenza di un sito.
Il primo livello, che non investe il caso in discussione, impone condizioni di assoluta esclusione
(fattori escludenti) di aree vincolate per legge, non soggette ad alcun tipo di valutazione
successiva.
21
Per la disamina di 2a Fase vengono considerati i fattori collegati a disposizioni provenienti
dall'analisi della normativa vigente, che tutela aree da sottoporre a vincolo secondo il parere
dell'ente interessato.
La tutela si impone in funzione sia del tipo di bene od opera da proteggere, che del tipo di
intervento di trasformazione del territorio: oltre ai beni ambientali intervengono in questa
disamina anche i beni storico-artistici-archeologico-architettonici e le aree di interesse
demaniale.
Sulla base delle indicazioni regionali, pertanto, per la disamina della vincolistica è necessario
riferirsi a:

vincoli per le aree di rilevanza naturalistico ambientale (L.R. 31/89)

vincoli di natura idrogeologica (R.D.L. n°3267)

vincoli su beni storico-artistici-archeologico-architettonici (L.1089/89)

vincoli paesistici (L.R. 45/89);
Si procede pertanto ad un esame dei vincoli predetti per l’area della pista ciclabile .
Vincoli per le aree di rilevanza naturalistico ambientale
Il sito non rientra tra le aree di parco, di riserva e monumenti naturali, nonché di aree di
particolare rilevanza naturalistico-ambientale.
Vincoli di tipo idrologico e idrogeologico
L’area non è sottoposta a vincolo idrogeologico ai sensi dell’art.1 del R.D. 30.12.1923 n° 3267.
Vincoli di tipo storico-artistico-archeologico
Nell’area non
risultano essere presenti vincoli su beni
storico-artistici-archeologico-
architettonici.
Vincoli di tipo paesaggistico
L’area oggetto dell’intervento è compresa all’interno dell’ambito costiero n.18 denominato Golfo
di Olbia.
22
Figura 3.3. Stralcio PPR – Ambito di Paesaggio 18 – Golfo di Olbia
23
Figura 3.4. Inquadramento territoriale. Carta dei Vincoli.
24
La Legge regionale n.8 del 2004 sancisce che la pianificazione paesaggistica costituisce il
quadro di riferimento e di coordinamento, per lo sviluppo sostenibile dell’intero territorio
regionale, degli atti e pianificazione regionale, provinciale e locale. Il processo di governo del
territorio regionale assume, pertanto, come valore ispiratore la centralità del paesaggio della
Sardegna, inteso come contesto fondamentale dell’interazione tra fattori storici, culturali,
ambientali e come ambito privilegiato dei rapporti tra uomo e natura, tra comunità e territorio.
Il PPR rappresenta il documento di riferimento fondamentale, in quanto è al suo interno che
l'azione legislativa e di governo regionale ha individuato e definito gli obiettivi fondamentali da
perseguire per la tutela e la valorizzazione del territorio.
Le disposizioni del P.P.R. sono prevalenti sulle disposizioni contenute negli altri atti di
pianificazione ad incidenza territoriale previsti dalle normative di settore (art. 4, comma 1); esse
sono immediatamente efficaci per i territori comunali in tutto o in parte ricompresi negli ambiti di
paesaggio costiero (art. 4, comma 4).
Figura 3.5.Stralcio P.P.R.
25
L’Art. 15 (norma transitoria) della relativa normativa di attuazione stabilisce che, per i comuni non
dotati di PUC approvato nelle restanti zone C, D, F, e G, oltre la fascia di 2000 m dalla linea di
battigia marina, possono essere realizzati gli interventi previsti negli strumenti urbanistici attuativi
approvati e con convenzione efficace alla data di adozione del Piano Paesaggistico Regionale,
secondo la disciplina di cui al quarto comma.
3.2 Componenti Ambientali – Abiotiche e Biotiche
Sono di seguito considerate le componenti naturalistiche ed antropiche potenzialmente
interessate dalla realizzazione, dal funzionamento e dalla dismissione dell’impianto fotovoltaico,
e le interferenze tra queste ed il sistema ambientale nella sua globalità. Le componenti ed i
fattori ambientali considerati, sono così stati così intesi:
a) atmosfera: qualità dell'aria e caratterizzazione meteoclimatica;
b) ambiente idrico: acque sotterranee e acque superficiali considerate come componenti,
come ambienti e come risorse;
c) suolo e sottosuolo: intesi sotto il profilo geologico, geomorfologico e pedologico, nel
quadro dell'ambiente in esame, ed anche come risorse non rinnovabili;
d) ecosistemi, vegetazione, flora e fauna: formazioni vegetali ed associazioni animali,
emergenze più significative, specie protette ed equilibri naturali;
e) salute pubblica: come individui e comunità;
f)
paesaggio: aspetti morfologici e culturali del paesaggio, identità delle comunità umane
interessate e relativi beni culturali.
3.2.1. Suolo e Sottosuolo
Assetto Geologico. Il territorio in esame è rappresentato da un basamento di litotipi intrusivi
granitoidi, ovvero monzograniti inequigranulari muscovitici e biotitici, in parte ricoperti
prevalentemente da depositi eluviali e colluviali sabbiosi, ghiaiosi e limosi prodotti dal
disfacimento della roccia granitica arenizzata ma anche dal trasporto da parte degli agenti
esogeni; tali depositi sono presenti prevalentemente nelle linee d’impluvio, nelle zone più
depresse, determinando così l’addolcimento della morfologia del territorio.
Si tratta in generale di terreni che da un punto di vista granulometrico presentano una
elevatissima componente sabbiosa, circa il 70 %, mentre l’argilla è presente nell’ordine di meno
del 15 %.
26
Figura 3.6. Carta geolitologica.
27
3.2.2. Assetto Idrografico ed Idrogeologia
L’esame della rete idrografica del territorio oggetto di studio rivela come l’andamento e la forma
dell’alveo dei corsi d’acqua, risentano delle caratteristiche tettoniche e soprattutto di quelle
litologiche. L’idrografia superficiale è costituita da alcuni corsi d’acqua e da modesti impluvi che
raccolgono le acque meteoriche.
Il controllo strutturale viene evidenziato da variazioni improvvise della direzione di scorrimento di
alcuni corsi d’acqua in corrispondenza di faglie tettoniche.
Inoltre i corsi d’acqua impostati su litotipi litoidi si presentano poco sviluppati e a basso grado di
gerarchizzazione, mentre quelli impostati sui depositi terrigeni, presentano un reticolo più
sviluppato ed una configurazione che possiamo definire dendritica.
I deflussi idrici sotterranei, dalle osservazioni compiute, sembrano avere in generale le
stesse direzioni di quelli superficiali: si ritiene cioè che bacino idrografico e idrogeologico siano
in linea di massima coincidenti.
Dal rilevamento idrogeologico è stato possibile distinguere le seguenti classi di permeabilità:
 Terreni altamente permeabili, con un coefficiente K > 10 cm/sec., costituiti da coperture
alluvionali e detritiche sciolte localizzate lungo i corsi d’acqua, e nelle aree più
pianeggianti e depresse.
- Terreni scarsamente permeabili, con coefficiente K compreso tra 10-4 e 10-7 cm/sec.
Appartengono a questa classe i vari tipi di graniti, le rocce del complesso migmatiticometamorfico fratturate ed i sabbioni da essi originati che interessano buona parte
dell’area d’intervento. Il loro grado di permeabilità è legato esclusivamente alla
fratturazione delle rocce ed al loro più o meno elevato grado di alterazione.
Caratteristiche
interessanti
specialmente
agli
effetti
del
deflusso idrico
superfiale
e
dell’infiltrazione delle acque nel sottosuolo sono:
- le temperature medie annue dell’aria che in Sardegna varia tra i 18° della pianura e i 16°
delle aree collinari;
- la forte ventosità;
- la concentrazione della piovosità nei periodi invernali, prevalentemente nel mese di
dicembre;
il divario esistente fra l’intensità e i volumi delle precipitazioni delle aree pianeggianti e costiere
rispetto alle aree montuose.
Ne scaturiscono, di conseguenza, coefficienti di deflusso molto variabili sia nel tempo sia nello
spazio.
28
Dal punto di vista della permeabilità delle formazioni geologiche, nell’area in studio sono state
individuate due classi fondamentali di permeabilità: una per porosità dei terreni e una per
fratturazione delle rocce.
I terreni a permeabilità media sono rappresentati da materiali alluvionali quaternari de- posti a
più riprese nelle pianure litoranee, sono costituiti da alternanze ciottoloso-sabbiose e limoargillose. I depositi alluvionali in quest’area si compongono essenzialmente di ciottoli quarzosi,
granitici, gneissici, e la permeabilità è condizionata dalla illuviazione di materiali argilliformi, dalla
cementazione per la presenza di Ferro, Allumino e Silice.
3.2.3. Caratteristiche climatiche
Il clima delle coste della Gallura subisce come quello di tutte le coste sarde, una netta influenza
per il permanere delle masse d’aria occidentali secondo le caratteristiche fisiche che le
distinguono.
La Collina Dorata s.r.l. – Progetto per la Prosecuz ione della Coltivazione della Cava “ La Lana – Azza Ruia ”
Relazione sugli effetti Ambientali
Così la prevalenza di masse d’aria temperate e mediterranee in qualunque stagione e la piccola
percentuale di ore di masse artiche in inverno e di masse tropicali in estate danno subito un
coste sarde, una netta influenza per il permanere delle masse d’aria occidentali seconchiaro
della mitezza
del clima
zone. Così la prevalenza di masse d’aria
do indizio
le caratteristiche
fisiche
che inlequeste
distinguono.
temperate e mediterranee in qualunque stagione e la piccola percentuale di ore di
masse artiche in inverno e di masse tropicali in estate danno subito un chiaro indizio
Naturalmente
sia del
perclima
l’effetto
della latitudine
che per l’orientamento del litorale, nel settore
della mitezza
in queste
zone.
costieroNaturalmente
della Gallura si
una leggera
in più
le masse d’aria
in
siaverifica
per l’effetto
della percentuale
latitudine che
perperl’orientamento
delfredda
litorale,
inverno
rispettocostiero
alle coste
ripercuote
naturalmente
media
nel settore
dellameridionali
Gallura si sarde.
verifica Ciò
una sileggera
percentuale
in più in
peruna
le masse
d’aria fredda
in inverno
rispetto alle ecoste
meridionali
sarde. Ciò
si ripercuote
naturalleggermente
più bassa
nella temperatura
più elevata
nella nuvolosità
e nelle
precipitazioni.
mente in una media leggermente più bassa nella temperatura e più elevata nella nuvoDi losità
seguito
vengono
riportati i dati pluviometrici e sulla temperatura ricavati dalla stazione
e nelle
precipitazioni.
meteorologica
più vicina
al sito,
quella
di Olbia.
Di seguito
vengono
riportati
i dati
pluviometrici e sulla temperatura ricavati dalla stazione
meteorologica più vicina al sito, quella di Olbia.
Temperatura dell’aria: Le temperature mensili (max e min) in °C rilevate nel 2009 dalla stazione
Temperatura
temperature di
mensili
(max
e min)
in °C rilevate
2007 dalla
stameteorologica
piùdell’aria:
vicina alLecomprensorio
gestione
rifiuti,
stazione
di Olbia,nel
risultano
riportate
zione meteorologica più vicina alla cava, stazione di Olbia, risultano riportate ne quadro che
nel quadro che segue:
segue:
Mese
Gen. Feb.
Mar.
Apr.
Mag. Giu.
Lug.
Ago.
Set.
Ott.
Nov.
Dic.
Anno
Max.
17,5
16,2
17,0
19,5
26,8
31,4
32,6
31,8
28,7
26,9
18,5
18,1
25,6
Min.
4,5
5,3
6,0
10,3
12,5
16,5
17,0
18,0
14,0
9,7
6,2
5,0
10,4
I valori riscontrati sono tipici della zona nord orientale della Sardegna con temperature
elevate
nei mesi
di Giugno,
Luglio
Agosto
e temperature
minimecon
maitemperature
troppo basse
con i
I valori riscontrati
sono
tipici della
zonaednord
orientale
della Sardegna
elevate
valori minimi nel mese di Dicembre, Gennaio e Febbraio.
29
Regime pluviometrico: Per quanto riguarda il regime pluviometrico, se si esaminano
i dati delle vecchie carte pluviometriche ricavate sulla media di un ventincinquennio si nota, al contrario della temperatura, un aumento nella piovosità
man mano che si procede verso l’interno con l’aumento dell’altitudine. Da questo si
nei mesi di Giugno, Luglio ed Agosto e temperature minime mai troppo basse con i valori minimi
nel mese di Dicembre, Gennaio e Febbraio.
Regime pluviometrico. Per quanto riguarda il regime pluviometrico, se si esaminano i dati delle
vecchie carte pluviometriche ricavate sulla media di un venticinquennio si nota, al contrario della
La Collina Dorata s.r.l. – Progetto per la Prosecuz ione della Coltivazione della Cava “ La Lana – Azza Ruia ”
Relazione
effetti
Ambientali
temperatura, un aumento nella piovosità
man sugli
mano
che
si procede verso l’interno con l’aumento
dell’altitudine. Da questo si deduce che, per il tratto costiero della Gallura che comprende l’area
coste sarde, una netta influenza per il permanere delle masse d’aria occidentali secondi discarica
nel tratto di costa
orientato
N a S le precipitazioni
segnano undivalore
annuo
da
do le caratteristiche
fisiche
che le da
distinguono.
Così la prevalenza
masse
d’aria
e una
mediterranee
in qualunque
e la piccola percentuale di ore di
600temperate
a 700 mm per
fascia costiera
da 20 a 25 stagione
Km.
masse artiche in inverno e di masse tropicali in estate danno subito un chiaro indizio
della mitezza del clima in queste zone.
La distribuzione su esposta della precipitazione media annua e verosimilmente delle nuvolosità
Naturalmente sia per l’effetto della latitudine che per l’orientamento del litorale,
rispecchiano
fedelmente
le caratteristiche
già esposte
della circolazione
con
nel settore
costiero della
Gallura si verifica
una leggera
percentuale inin concomitanza
più per le masse
d’aria fredda
in coste
inverno
alle coste
sarde. Ciò
si ripercuote
naturall’orientamento
delle
e rispetto
alla morfologia,
alle meridionali
quali sono associati
i fenomeni
di “stau”
e di
mente in una media leggermente più bassa nella temperatura e più elevata nella nuvo“foehn” su menzionati.
losità e nelle precipitazioni.
Di seguito vengono riportati i dati pluviometrici e sulla temperatura ricavati dalla stazione
Nello
specifico
perpiù
il 2007
rilevate dalla stazione più vicina, stazione di Olbia,
meteorologica
vicina le
al precipitazioni
sito, quella di Olbia.
mostrano una piovosità media annuale di 652 mm, inferiore alla media regionale (778 mm) e
Temperatura
dell’aria:
Le di
temperature
mensili la
(max
e min) in °C
rilevate
nelprecipitazioni
2007 dalla statocca
i valori minimi
nei mesi
Luglio ed Agosto;
distribuzione
mensile
delle
(in
zione
meteorologica
più
vicina
alla
cava,
stazione
di
Olbia,
risultano
riportate
ne
quadro
che
mm) è la seguente:
segue:
Mese
Gen. Feb.
Mar.
Apr.
Mag. Giu.
Lug.
Ago.
Set.
Ott.
Nov.
Dic.
Anno
Max.
17,5
16,2
17,0
19,5
26,8
31,4
32,6
31,8
28,7
26,9
18,5
18,1
25,6
Min.
4,5
5,3
6,0
10,3
12,5
16,5
17,0
18,0
14,0
9,7
6,2
5,0
10,4
I valori riscontrati sono tipici della zona nord orientale della Sardegna con temperature
elevate nei mesi di Giugno, Luglio ed Agosto e temperature minime mai troppo basse con i
valori minimi nel mese di Dicembre, Gennaio e Febbraio.
3.2.4.pluviometrico:
Vegetazione, Per
Fauna
ed Ecosistemi
Regime
quanto
riguarda il regime pluviometrico, se si esaminano
i dati delle vecchie carte pluviometriche ricavate sulla media di un ventincinquennio
si nota, al fitoclimatica
contrario del
della
temperatura,
aumento
piovosità
In base
alla classificazione
Pavani
l’area in un
oggetto
ricade nella
nella zona
del
man mano che si procede verso l’interno con l’aumento dell’altitudine. Da questo si
Laurentum
in questo
zona del piano
deduce sottozona
che, per ilcalda
trattoche
costiero
dellacoincide
Gallura con
che lacomprende
l’area basale
di cava ,orizzontale
nel tratto
di costa orientato
da N alitoraneo
S le precipitazioni
un valore
annuo da 600 che
a 700
mediterraneo
sub-orizzontale
caratterizzatosegnano
dal Climax
dell’Oleo-Ceratonium
si
mm per una fascia costiera da 20 a 25 Km. La distribuzione su esposta della preciestende dal livello del mare fino ad un’altitudine di 200 m.
pitazione media annua e verosimilmente delle nuvolosità rispecchiano fedelmente le
caratteristiche già esposte della circolazione in concomitanza con l’orientamento delle coste
alla morfologia,
qualiClimax
sono associati
i fenomeni
“stau” e diarbustive
“foehn” su
menzionati.di
La e
vegetazione
tipica alle
di tale
è caratterizzata
da diformazioni
sempreverdi
Nello
specifico
il 2007 le precipitazioni
rilevate dalla stazione
più vicina,
di
sclerofille
e da
macchiaper
termoxerofila,
costituita essenzialmente
da olivastro,
cisto, stazione
lentischio,
Olbia, mostrano una piovosità media annuale di 652 mm, inferiore alla media regionale
mirto, euforbia, con presenza nelle zone più alte di quercus ilex e suber .
(778 mm) e tocca i valori minimi nei mesi di Luglio ed Agosto; la distribuzione mensile delle
Nel precipitazioni
corso della (in
seconda
dell’ultimo secolo l’estensione della flora naturale è stata
mm) è lametà
seguente:
Me-
Gen. Feb.
Mar.
Apr.
85
73
Mag. Giu.
Lug.
Ago.
Set.
Ott.
Nov.
2
10
30
86
94
Dic.
Anno 30
se
30
82
25
15
120
652
sensibilmente ridotta dal disboscamento operato per il reperimento di aree da adibire ad attività
agricole ovvero in alternativa a pascolo. Tale fenomeno ha determinato una evoluzione del
manto vegetale naturale, infatti il paesaggio originario viene gradualmente sostituito da un
paesaggio intensamente alterato ed antropizzato.
Nelle aree circostanti al sito di cava sono presenti rari episodi di macchia rada, all’interno del sito
vero e proprio, visto lo sfruttamento in atto, non è presente vegetazione alcuna. La progressiva
antropizzazione ha determinato variazioni sia qualitative che quantitative in relazione alla fauna
presente nel territorio.
La fauna presente nell’area interessata dall’attività di cava e in quelle contermini è quella tipica e
comune in tutta la Sardegna nord orientale, presente comunque non in numero significativo vista
la forte antropizzazione dell’area.
Sulla scorta di precedenti studi e di rilevamenti diretti, nelle aree incolte e adibite a pascolo si
può osservare la presenza di mammiferi di varie specie come il cinghiale, la volpe, la donnola, la
lepre sarda, il coniglio selvatico, il ratto bruno, il topo campestre, il riccio e rettili come il geco, la
lucertola sarda, la lucertola campestre, la luscengola, il gongolo, il colubro sardo e la biscia
d’acqua.
Tra gli uccelli è presente la cornacchia, l’averla, lo strillozzo, il calandro, il saltimpalo, il
gruccione, la pernice sarda, il colombaccio, la quaglia e il passero comune; tra i rapaci sono
presenti il falco, il nibbio, la poiana, il gheppio, la civetta e il barbagianni.
31
3.3 Analisi del paesaggio e modalità di inserimento paesaggistico dell’opera di progetto.
Sotto il profilo urbanistico, l’area oggetto dell’intervento ricade all’interno della zona industriale,
cosi come riportato in Figura 5 e dunque la presenza degli impianti fotovoltaici è coerente con le
previsioni del Piano regolatore della zona industriale e con il Piano Paesaggistico Regionale.
Pur essendo la zona industriale un’area di basso pregio ambientale, sussiste il vincolo
paesaggistico secondo il D.M. del 30.11.1965 successivamente rettificato con D.M. del 10.01.68,
come si può vedere dalla Figura 3.7.
32
Figura 3.7. Inquadramento territoriale. Carta dei Vincoli 2
33
Secondo le “Linee Guida per l’individuazione degli impatti potenziali degli impianti fotovoltaici e
loro corretto inserimento nel territorio” risultano, ancora, idonee all’installazione d’impianti
fotovoltaici, le aree industriali, artigianali e produttive, in quanto appositamente deputate ad
accogliere impianti di natura industriale dai vigenti strumenti urbanistici e territoriali.
Il predetto provvedimento di tutela prescrive la salvaguardia dello scenario caratterizzato da un
“[…] eccezionale susseguirsi di quadri naturali offerti da innumerevoli promontori granitici che
emergono dal mare purissimo, per l’allungarsi di dolci spiagge, bianche fra l’azzurro marino ed il
verde restante flora mediterranea ed il grigio rosa delle rocce, per il luccichio dei laghi stagni e
per le isole di fantastico aspetto, mostruoso nello strapiombare di quote di molte centinaia di
metri fino alle onde marine; il tutto in una mirabile fusione fra le acque, le rocce, le spiagge, le
colline e la vegetazione…..”
La realizzazione di un impianto fotovoltaico a copertura di una pista ciclabile quale quello
proposto, non incide direttamente sugli elementi di pregio paesaggistico descritti e tutelati nel
D.M. 30/11/1965 e nei relativi allegati, semmai ne permette una più agevole fruizione e
godimento da parte dell’utente. Del resto i caratteri paesaggistici generali dell'area d’intervento
sono fortemente condizionati dalla fortemente infrastrutturata utilizzazione del sito, che ne ha
seppur radicalmente mutato l’assetto paesaggistico naturale, non ne ha del tutto compromesso
la valenza paesaggistica, qualità che viene messa in risalto e riscoperta dall'intervento proposto.
Sulla base delle indicazioni del Piano Paesaggistico Regionale della Sardegna e del Piano
Energetico Ambientale e i criteri contenuti nella deliberazione succitata, si sono individuati nelle
aree industriali e artigianali oltre che nelle così dette area “brownfield” le superfici dove ubicare
prioritariamente gli impianti fotovoltaici, in ragione della loro destinazione d’uso e della natura
delle stesse.
In aggiunta, per le aree brownfield definite “industriali, artigianali, di servizio”, si ritiene di dover
stabilire quale limite per l’utilizzo di territorio industriale, il 10% della superficie totale dell’area
industriale e comunque gli Enti di gestione o comunque territorialmente competenti per tali aree
(es. Comune o Consorzio Industriale) prevedono, con propri atti, i criteri per le attribuzioni delle
superfici disponibili alla installazione degli impianti, tanto che tali Enti possono disporre eventuali
incrementi al limite sopra menzionato fino ad un massimo del 20% della superficie totale.
In conclusione, secondo le “Linee Guida per l’individuazione degli impatti potenziali degli impianti
fotovoltaici e loro corretto inserimento nel territorio”, l’area individuata lungo le infrastrutture
viarie all’interno del comparto industriale risultano perfettamente idonee all’inserimento del
manufatto tecnologico proposto.
In questo modo l’elemento tecnologico utilizzato per la composizione di un nuovo “paesaggio
energetico”, risulta elemento di completamento del paesaggio urbano industriale fortemente
antropizzato, anche se a ridosso di aree seminaturali e la linea di costa del Golfo di Olbia, in
34
realtà risultato di forti antropizzazioni e alterazioni nel tempo che ne hanno decretato l’attuale
stato di compromissione, sino a concorrere alla composizione di un “nuovo paesaggio culturale
contemporaneo”.
Della
superficie
individuata
quale
area
possibile
per
l’inserimento
dell'intervento proposto, verrà interessato solamente una superficie totale di 18790 mq, che
corrispondono alla sola superficie di ingombro al suolo della pista ciclabile, in maniera tale da
ridurre al massimo l’effettiva porzione di territorio occupata a fotovoltaico.
La realizzazione dell’impianto sarà eseguita mediante l’installazione di moduli fotovoltaici ubicati
sulla struttura di sostegno, con funzione di copertura o pensilina, della pista ciclabile sottostante
e opportunamente inclinati rispetto al piano di calpestio.
Figura 3.8. Inserimento planimetrico intervento di progetto e contesto urbanistico (area CIPNES) 1
35
Figura 3.9. Inserimento planimetrico intervento di progetto e contesto urbanistico (area CIPNES) 2
Figura 3.10. Vista Panoramica inserimento foto realistico del tracciato della pista ciclabile
all’altezza della sede del consorzio industriale CIPNES.
Figura 3.11. Prospetto laterale dell’ intervento di progetto in contesto urbanistico (area CIPNES)
intorno
36
Figura 3.12. Sezione trasversale della pista ciclabile coperta a fotovoltaico, dettaglio della trama e
mosaico cromatico dei moduli fotovoltaici con schema di fasi di montaggio,dettagli illuminazione
e materiali impiegati.
37
Figura 3.13. Vista prospettica di dettaglio della pista ciclabile coperta con in evidenza
mosaico cromatico dei moduli fotovoltaici proposto.
4. Caratteristiche dell’impatto potenziale (punto 3 allegato b2 DELIBERAZIONE N.
24/23 DEL 23.4.2008)
La realizzazione di un’infrastruttura di questo tipo comporta in linea generale due tipi di effetti:
uno legato alle modifiche permanenti che l’opera determina nell’ambiente di inserimento, l’altro
legato agli effetti della stessa in un area più vasta.
Si considerano innanzitutto gli impatti generati dalla fase di esecuzione dell’opera derivata
dalle attività di cantiere. Si prevede un inevitabile aumento delle emissioni di gas inquinanti e di
polveri e rumore di dovuto alle operazioni di scavo e alla presenza di macchine operatrici.
Si conterranno al minimo tale impatti adottando misure di prevenzione quali il bagnamento
delle superfici delle piste di cantiere, e la schermatura mediante reti di protezione
appositamente studiate e posizionate in funzione dei recettori sensibili dell’impatto localmente
individuati.
Devono essere inoltre considerati se pure in maniera trascurabile i rischi di inquinamento di
suoli e acque superficiali e derivati dal possibile sversamento di sostanze quali benzine, oli,
lubrificanti dovute ai mezzi presenti in cantiere.
Tali rischi saranno ridotti al minimo evitando i lavaggi dei mezzi e delle attrezzature in loco e
predisponendo un sistema di drenaggio che evita l’immissione diretta nei compluvi di acque
torbide.
38
Di bassa entità si possono quindi definire gli impatti sul paesaggio, sull’idrogeologia e sui suoli
in quanto oltre allo studio dettagliato delle interferenze dell’opera con le componenti ambientali,
anche l’attenzione al ripristino dei luoghi è uno degli obbiettivi principali del presente progetto,
mentre è evidente la valenza positiva dell'intervento per quanto riguarda gli effetti di natura
economica e la riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera.
Fase di Costruzione: premesso che la fase di cantiere sarà limitata nel tempo, l’impatto e’
collegato all’utilizzo di mezzi meccanici d’opera e di trasporto, alla produzione di rumore,
polveri e vibrazioni. Per ciò che concerne gli impatti legati alla produzione di rifiuti dovuti ai
materiali di disimballaggio dei componenti degli impianto e dai materiali di risulta provenienti
dagli eventuali splateamenti etc. sarà cura del proponente trattare i rifiuti generati, che saranno
separati a seconda della classe, come previsto dal D.Lgs. 152/06 e debitamente riciclati.
Fase di Esercizio: L’impianto fotovoltaico non genera emissioni di alcun tipo. Gli unici impatti
riguardanti tale fase sono l’occupazione del suolo e le emissioni elettromagnetiche. Per quanto
riguarda il primo, l’impianto, essendo temporaneo, produrrà un effetto irrilevante e totalmente
reversibile essendo la discarica adibita a quel determinato uso del suolo.
Emissioni elettromagnetiche: Per quanto riguarda le emissioni elettromagnetiche generate
dalle parti d’impianto che funzionano in MT si prescrive l’utilizzo di apparecchiature e
l’eventuale installazione in locali chiusi conformi alla normative CEI. Per quanto riguarda le
emissioni elettromagnetiche generate dalle parti di cavidotto percorse da corrente in BT o MT
si suggerisce l’interramento degli stessi di modo che l’intensità del campo elettromagnetico
generato possa essere considerato sotto i valori soglia della normativa vigente.
Inquinamento Idrico: Per quanto attiene l’inquinamento idrico, tale aspetto non viene preso in
considerazione in quanto l’opera come da progetto non produce alcun affluente, ne sulla rete
idrica, ne sulle eventuali falde sottostanti il sito interessato.
Inquinamento acustico: L’assoluta assenza di parti in movimento non presenta assolutamente
ricadute negative né per l’ambiente esterno, né per quello di lavoro. Le uniche parti
dell’impianto che potrebbero dar luogo a livelli di rumore sono gli inverters ( comunque inferiori
a 54dB (a)), che saranno alloggiati in locali dedicati.
Inquinamento atmosferico: L’impatto derivante da emissioni in atmosfera non presenta impatti
negativi.
39
Rischi d’incidenti, aspetti sanitari, e sicurezza sul lavoro: L’impianto sarà realizzato secondo i
criteri in grado di assicurare salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Peraltro l’applicazione delle
misure di sicurezza durante la realizzazione dei lavori e’ richiesta anche, e soprattutto da una
serie di obblighi di legge vigenti (T.U. 81/08 e ss.mm.ii., DLgs 494/96 e decreti correlati).
Paesaggio: Per quanto attiene gli effetti delle trasformazioni dal punto di vista paesaggistico, non
si prevedono modificazioni significative, dirette e indotte, irreversibili a breve e medio termine,
nell'area di intervento e nel contesto paesaggistico sia in fase di cantiere che a regime. Per
un’analisi più approfondita si rimanda alla relazione di compatibilità paesaggistica, allegato AV
RE 04, in quanto, come detto nel paragrafo 3.1 – Analisi dei Vincoli, l’area in cui sarà ubicata la
pista ciclabile e running è ricompresa all’interno del perimetro soggetto a vincolo di tutela
paesaggistica apposto con provvedimento di cui al D.M. 30/11/1965 pubblicato sulla G.U.
16/02/1966 n.41, in seguito rettificato da D.M. 10/01/1968.
.
Opere di Mitigazione e decommissioning: Sono state preferite le soluzioni progettuali che
determinano i minori problemi di compatibilità paesaggistica. Data la dimensione degli interventi
proposti e l’oggettiva attenzione verso scelte progettuali rivolte al miglioramento dell’aspetto
rispetto alla situazione originaria assentita, sono comunque previste opere di mitigazione quali
schermature arboree che ne riducano l’impatto visuale dai punti critici.
Inoltre, le tecniche d’ingegneria naturalistiche proposte sono state studiate in funzione della
tipologia d’intervento e sono principalmente funzionali alla rapida mitigazione degli effetti derivati
dagli impatti residui. In conclusione si afferma che data la tipologia d’intervento proposto e l’entità
degli impatti potenziali sono tali da essere considerati irrilevanti rispetto ai benefici derivanti dalla
realizzazione dello stesso.
Per quanto riguarda la fase di decommissioning si rimanda al Piano di dismissione, allegato AU
RE 07.
40
5. CONCLUSIONI
Dal presente studio sugli effetti ambientali emerge che la localizzazione dell’iniziativa esclude la
maggior parte dei possibili impatti ambientali. E’ un impianto compatibile con la pianificazione
energetica regionale e con il P.P.R. L’area su cui sorgerà il progetto è posizionata all’interno
della Zona Industriale del Comune di Olbia e la sua visibilità dai punti più critici verrà mitigata in
maniera opportuna.
Una prima misura di compensazione è già intrinseca con le finalità dell’impianto stesso, cioè
quella di produrre energia da fonti rinnovabili, riducendo la necessità di produzione di energia
mediante tecnologie ad alto impatto ambientale, come ad esempio da fonti fossili.
Tuttavia, per il progetto in analisi si propone una misura di compensazione che ha come finalità,
oltre a quella sopra citata, quella altrettanto importante, di contribuire alle campagne di
informazione e di educazione ambientali e culturali già avviate nelle scuole.
E’ infatti necessario proiettare proprio le nuove generazioni in un futuro dove solo l’acquisizione
di consapevolezza potrà innescare cambiamenti culturali su temi come l’ambiente e lo sviluppo
sostenibile, non solo ai fini della qualità ambientale ma più in generale della qualità della vita,
obiettivo verso cui indirizzare l’azione degli uomini nella vita attuale ed in previsione della
continuità generazionale.
La semplicità delle procedure di smantellamento dell’impianto fotovoltaico, alla fine della sua
attività fisiologica (25-30 anni), ci porta a dover fare alcune importanti considerazioni. La prima è
che non utilizzando sostanze inquinanti per il suo funzionamento, l’area di ubicazione
dell’impianto non dovrà essere bonificata, cosa che avviene per qualsiasi attività di carattere
industriale.
La seconda è che una volta rimossi i pannelli, le strutture di sostegno e le cabine di
trasformazione, il paesaggio e l’area torneranno allo stato antecedente la realizzazione
dell’opera.
L’importanza e la rapidità dei mutamenti che l’azione dell’uomo produce sul paesaggio, con
tempi e modalità diverse, rispetto alle dinamiche naturali, portano necessariamente a dover
acquisire il giusto grado di responsabilità, al fine di intervenire sul territorio rispettando il naturale
equilibrio e dinamismo dell’ambiente. Di conseguenza, qualunque intervento di modificazione del
territorio deve basarsi sui criteri di sostenibilità, allo scopo di preservare quantitativamente e
qualitativamente le risorse naturali a disposizione.
L’impianto fotovoltaico, pur modificando in parte ed in modo peraltro reversibile, l’assetto del
paesaggio e l’uso del territorio aiuta a tutelare l’ambiente dall’inquinamento atmosferico,
evitando l’uso di combustibili fossili, sfruttando la risorsa rinnovabile e rigenerativa della
radiazione solare.
L’incontro tra paesaggio, ambiente e tecnologie pulite sono i NUOVI PAESAGGI, all’interno del
41
quale si vuole collocare la progettazione degli impianti per la produzione di energie da fonti
rinnovabili.
La conversione fotovoltaica dalla radiazione solare non darà luogo alla produzione di elementi
inquinanti che possano causare danni all’ambiente circostante e/o alla salute.
Dal punto di vista dell’occupazione del suolo, non si prevedono movimenti terra che possano
alterare la forma attuale del terreno. Saranno effettuati degli scavi per il posizionamento dei
cavidotti che verranno poi rinterrati e per l’alloggiamento del basamento delle cabine elettriche.
Le analisi riportate consentono di valutare la coerenza e la congruità del progetto di
realizzazione del parco fotovoltaico. In particolare l’intervento prevede un utilizzo consapevole
ed attento delle risorse disponibili, con attenzione a non pregiudicare l’esistenza e gli utilizzi
futuri e tale da non diminuire il pregio paesaggistico del territorio. Il sito in esame, infatti, potrà
tornare alla sua attuale funzione a termine dello sfruttamento dall’impianto fotovoltaico, ossia
25/30 anni.
Nell’elaborazione dell’idea progettuale dell’impianto su pista ciclabile ha avuto un ruolo
determinante il voler creare un connubio tra cicloturismo e tecnologia fotovoltaica, riscoprendo e
valorizzando, da una parte, la componente turistica costituita da un percorso sicuro e affidabile
per ciclisti e podisti, dall’altra sviluppando il tema delle energie rinnovabili.
Il progetto della pista ciclabile è il volano di un progetto di più ampio respiro volto alla
realizzazione di opere legate alla promozione di energie alternative che dovrebbe interessare i
punti cruciali dell’intera città di Olbia quali il Porto, l’Aeroporto, il Parco Fausto Noce fino ad
arrivare a Pittulongu e che diventa non solo alternativa sostenibile ma supporto e integrazione al
trasporto pubblico con l’innovativo noleggio automatico di biciclette in ambito urbano. Si sta
infatti registrando l’aumento di una sensibilità verso quella che ormai comunemente viene
chiamata “mobilità sostenibile”, ovvero l’utilizzo di mezzi di trasporto che limitino le emissioni in
atmosfera. Questo approccio comprende oltre alle auto con motori “verdi” anche quelli a
propulsione umana, soprattutto le biciclette. Il bike sharing (traducibile come “condivisione della
bicicletta) nasce per dare all’utente la possibilità di orari e spostamenti flessibili, avendo
l’opportunità, grazie alla dislocazione in più punti nella città delle cosiddette rastrelliere, di
prelevare la bicicletta in un punto e lasciarla poi in un altro, magari vicino alla meta raggiunta.
La Regione Sardegna con la Delibera n 39/1 del 23/08/2011 ” Programma integrato di interventi
per lo sviluppo urbano e per la mobilità ciclabile nell’ambito dell’Area Metropolitana di Cagliari e
dell’Area vasta di Sassari. Attuazione Delib. G. R. n. 31/11 del 20.7.2011: riprogrammazione PO
FESR 2007-2013 - linea di attività 5.1.1.b.”. In questa delibera l’Assessore alla Programmazione,
Bilancio, Credito e Assetto del Territorio richiama la strategia assunta dall’Asse V del PO FESR
2007-2013 – Sviluppo Urbano, che punta “ad accrescere il vantaggio competitivo rappresentato
dagli attrattori naturali, paesaggistici e culturali, promuovendo la riqualificazione integrata delle
aree urbane, migliorandone le condizioni ambientali e rafforzando la relazione con il territorio, ed
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in particolare quella assunta, per le maggiori aree urbane, nell’ambito dell’Obiettivo operativo
5.1.1, di ottimizzare la mobilità sostenibile, la rete dei collegamenti e i servizi di accesso”, che
prevede il miglioramento della mobilità urbana, la razionalizzazione delle tratte maggiormente
congestionate, l’adozione di interventi coordinati di tipo urbanistico, la realizzazione di servizi
innovativi alla persona, l’ottimizzazione delle coincidenze tra i sistemi di trasporto extraurbano e
quelli di livello urbano e metropolitano, nonché “l’adozione di modalità di trasporto alternative
quali percorsi ciclabili, bike sharing, car sharing”.
Dai più recenti studi sulla mobilità delle aree urbane emerge come gli spostamenti quotidiani
siano per il 40% inferiori ai 2 km di percorrenza, e per il 15% addirittura inferiori al solo
chilometro, confermando in tal modo la valenza strategica della bicicletta quale modalità di
trasporto alternativa allo spostamento su auto propria, che all’esercizio fisico ed all’assenza di
inquinamento unisce una discreta velocità, e consente l’abbattimento dei tempi morti legati alla
ricerca dei parcheggio.
In ambiti massimamente trafficati e congestionati, le indicazioni operative della pianificazione
strategica comunale e intercomunale vanno pertanto a convergere su una strategia che accanto
al rafforzamento del trasporto pubblico mira a contenere il generalizzato ricorso all’auto privata
attraverso una azione integrata, sviluppata a partire dai seguenti interventi:
•
realizzazione di tracciati ciclabili nel centro urbano, funzionalmente connessi alla
rete del “Bike Sharing”;
•
aumento della facilità d’uso della bicicletta attraverso la diffusione di stazioni di
“Bike sharing” diffuse sull’intera area urbana, in corrispondenza dei principali
punti di origine/destinazione dell’utenza;
•
messa a sistema dei percorsi ciclabili esistenti, assegnando priorità a quelle tratte
che uniscono segmenti di rete ciclabile esistenti, anche attraverso la
realizzazione di sottopassi e sovrappassi ciclabili e pedonali, favorendo la
mobilità intercomunale e la fruizione dei siti di maggior richiamo paesistico
(litorale costiero, aree parco, spazi verdi urbani, punti panoramici, etc.);
•
predisposizione di strutture e spazi dedicati alla custodia, al parcheggio, alla
manutenzione della bici presso scuole ed uffici, in particolare nell’ambito degli
spazi già dedicati a parcheggio, con priorità per le aree di stazione e/o
interscambio coi mezzi pubblici;
•
intese, di concerto con l’Assessorato dei Trasporti e con le Aziende del trasporto
pubblico, mirate a favorire l’integrazione tra trasporto pubblico e bicicletta,
consentendo, ove possibile il trasporto delle stesse;
•
realizzazione di conferenze, manifestazioni ed iniziative educative atte a favorire
la cultura della bicicletta come mezzo di trasporto e fruizione del territorio,
coinvolgendo in particolare le scuole, le associazioni e gli enti preposti al turismo.
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ALLEGATO A
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5 - pista av re 01 - CIPNES