Sommario
1.
PREMESSA ........................................................................................................... 2
1.1. La procedura di verifica/screening nella normativa regionale ........................ 2
1.2. Finalità............................................................................................................. 3
2. CARATTERISTICHE DEL PROGETTO (punto 1 allegato b2 DELIBERAZIONE
N. 24/23 DEL 23.4.2008) .......................................................................................... 6
2.1. Dimensioni ...................................................................................................... 6
2.2. Risorse naturali ................................................................................................ 7
2.3. Rifiuti prodotti ed emissioni............................................................................ 8
2.4. Rischio incidenti rilevanti ............................................................................... 9
2.5. Inquinamento e disturbo ambientale ............................................................. 10
3. LOCALIZZAZIONE DEL PROGETTO (punto 2 allegato b2 DELIBERAZIONE
N. 24/23 DEL 23.4.2008) ........................................................................................ 12
3.1. Analisi dei Vincoli ........................................................................................ 19
3.2. Componenti Ambientali – Abiotiche e Biotiche ........................................... 25
3.2.1. Suolo e Sottosuolo ................................................................................. 25
3.2.2. Caratteristiche climatiche....................................................................... 27
3.2.3. Vegetazione, Fauna ed Ecosistemi ........................................................ 28
3.3. Analisi del paesaggio e modalita’ di inserimento paesaggistico dell’ opera. 29
4. Caratteristiche dell’impatto potenziale (punto 3 allegato b2 DELIBERAZIONE
N. 24/23 DEL 23.4.2008) ............................................................................................ 35
5. CONCLUSIONI .................................................................................................. 38
1
1. PREMESSA
La presente relazione riguarda la Verifica di assoggettabilità a VIA redatta ai sensi dell’ Art.20
del D.Lgs. 16-01-2008 n.4 “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del D.Lgs. 3 aprile 2006,
n. 152, recante norme in materia ambientale”, pubblicato nella G.U. 29 gennaio 2008, n. 24. Il
progetto, cui la presente relazione fa riferimento, rientra nel campo di applicazione di cui all’
Allegato B2 della DELIBERAZIONE N. 24/23 DEL 23.4.2008: “categorie di opere da sottoporre
alla procedura di verifica di assoggettabilità” punto 2) “Industria energetica estrattiva“, comma c)
“impianti industriali non termici per la produzione di energia, vapore ed acqua calda”.
1.1. La procedura di verifica/screening nella normativa regionale
L’allegato B2) alla deliberazione della Giunta regionale n.24/23 precisa i contenuti della relazione
sugli effetti ambientali da allegare all’istanza di verifica; detti contenuti possono essere riassunti
come segue:
a) Caratteristiche dei progetti: le caratteristiche dei progetti debbono essere considerate
tenendo conto, in particolare:
-
delle dimensioni del progetto;
-
del cumulo con altri progetti;
-
dell'utilizzazione di risorse naturali;
-
della produzione di rifiuti;
-
dell'inquinamento e disturbi ambientali;
-
del rischio di incidenti, per quanto riguarda, in particolare, le sostanze o le tecnologie
utilizzate;
b) Localizzazione dei progetti: deve essere verificata la sensibilità ambientale delle aree
geografiche che possono risentire dell'impatto dei progetti, tenendo conto, in particolare:
-
dell'utilizzazione attuale del territorio;
-
della ricchezza relativa, della qualità e della capacità di rigenerazione delle risorse
naturali della zona;
-
della capacità di carico dell'ambiente naturale, con particolare attenzione alle seguenti
zone:
a) zone umide;
2
b) zone costiere;
c) zone montuose o forestali;
d) riserve e parchi naturali;
e) zone classificate o protette dalla legislazione degli Stati membri; zone protette
speciali designate dagli Stati membri in base alle direttive 79/409/CEE e
92/43/CEE;
f) zone nelle quali gli standard di qualità ambientale fissati dalla legislazione
comunitaria sono già stati superati;
g) zone a forte densità demografica;
h) zone di importanza storica, culturale o archeologica.
i) territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità di cui all’art.21 del
D.lgs 18.05.01 n.228.
c) Caratteristiche dell'impatto potenziale: gli effetti potenzialmente significativi dei progetti
debbono essere verificati in relazione ai criteri stabiliti ai punti a) e b) e tenendo conto, in
particolare:
-
della portata dell'impatto (area geografica e densità della popolazione interessata);
-
dell'ordine di grandezza e della complessità dell'impatto;
1.2. Finalità
Con la realizzazione dell’impianto, di potenza pari circa a 1000 kWp, si intende conseguire un
significativo risparmio energetico per la struttura consortile, mediante il ricorso alla fonte
energetica rinnovabile rappresentata dal Sole. Il ricorso a tale tecnologia nasce dall’esigenza di
coniugare:

la compatibilità con esigenze architettoniche e di tutela ambientale;

nessun inquinamento acustico;

un risparmio di combustibile fossile;

una produzione di energia elettrica senza emissioni di sostanze inquinanti.
L’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico suddetto consentirà al CIPNES di diminuire
notevolmente la bolletta energetica consortile che in questi anni ha avuto significativi aumenti sia
a causa dei maggiori costi degli idrocarburi e sia per aumento dei consumi dovuti ad
implementazioni e migliorie effettuate nelle varie fasi di trattamento degli impianti consortili.
3
I lavori previsti si riassumono in:
1
Accantieramento e realizzazione della recinzione
2
Scavi posa tubazioni e pozzetti
3
Installazione delle strutture di sostegno dei moduli mediante macchina battipalo
4
Installazione sovrastrutture in alluminio per il montaggio moduli
5
Realizzazione basamento cabina
6
Posizionamento cabina prefabbricata
7
Posa delle dorsali in DC a AC
8
Installazione dei moduli fotovoltaici
9
Installazione e cablaggio Conergy Smart Connect
10 Installazione e montaggio apparecchiature in AC
11 Installazione, montaggio, scomparti MT e trasformatore
12 Installazione e cablaggio inverter
13 Montaggio e collegamento dell’Illuminazione esterna, telecamere, e sistema antintrusione
14 Verifiche elettriche e misure di collaudo.
In parallelo alla realizzazione dell’impianto sarà realizzato:

il collegamento in cavo MT fra la cabina ENEL a torre esistente e la nuova cabina di
consegna;

La dorsale MT interrata di connessione tra la cabina di consegna e la cabina di
trasformazione.
L’impianto sarà realizzato in un lotto di terreno allibrato al Catasto Terreni del Comune di Olbia al
Foglio 62 mappali 30 e 32, con una superficie complessiva pari a circa 2.2 Ha. Su tale terreno
l’attività estrattiva è stata completata.
L’impatto ambientale che lo stesso impianto ha sull’area di installazione risulterà molto limitato,
in quanto interamente ricadente all’interno della porzione di cava completamente dismessa.
Ad oggi, la produzione di energia elettrica è per la quasi totalità proveniente da impianti
termoelettrici che utilizzano combustibili sostanzialmente di origine fossile. Quindi, considerando
l'energia stimata come produzione attesa (valore medio nei primi 10 anni) di circa 1.220.000
kWh/anno e la perdita di efficienza annuale, tra lo 0.40 e lo 0.90 %, le considerazioni successive
valgono per il tempo di vita dell'impianto pari a 20 anni.
4
Un utile indicatore per definire il risparmio di combustibile derivante dall’utilizzo di fonti
energetiche rinnovabili è il fattore di conversione dell’energia elettrica in energia primaria
[TEP/MWh]. Questo coefficiente individua le T.E.P. (Tonnellate Equivalenti di Petrolio)
necessarie per la realizzazione di 1 MWh di energia, ovvero le TEP risparmiate con l’adozione di
tecnologie fotovoltaiche per la produzione di energia elettrica.
VANTAGGI AMBIENTALI CONNESSI ALLA REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO SOLARE FOTOVOLTAICO
DA 941,420 kWp
Produzione attesa (valore
medio nei primi 10 anni)
kWh/anno
Riduzione Emissioni
di CO2
Riduzione Emissioni
di NOX
Riduzione Emissioni
di SO2
Kg/anno
Kg/anno
Kg/anno
1.220.000
653.920,00
2.072,78
1.134,60
Riduzione Emissioni Riduzione Consumi di
di Polveri Sottili
Petrolio
Kg/anno
Kg/anno
35,38
268.400,00
Nota: Le stime sono elaborate utilizzando valori convenzionali
Da tali dati emerge in modo chiaro ed inequivocabile il forte impatto ambientale positivo, che tale
impianto è in grado di generare.
5
2. CARATTERISTICHE DEL PROGETTO (punto 1 allegato b2 DELIBERAZIONE N. 24/23
DEL 23.4.2008)
Il panorama energetico attuale è in forte evoluzione a causa di diversi fattori tra cui, non ultimo,
la necessità di produrre energia da fonti rinnovabili per rispettare gli impegni di riduzione di CO2
assunti con la ratifica del Protocollo di Kyoto e la liberalizzazione del mercato dell’energia che
favorisce la costruzione di impianti di piccola taglia distribuiti sul territorio.
La normativa vigente col D.M. 19/02/2007 “Conto Energia” fino ad arrivare ai decreti di recente
emanazione (vedi Quadro Normativo contenuto nella “Relazione Descrittiva Impianto Elettrico”,
Allegato AV RE 03) ha introdotto importanti agevolazioni per gli impianti di produzione di energia
elettrica da fonti rinnovabili per cui viene stimolato l’intervento da parte di imprese operanti nel
settore.
Con deliberazione della Giunta regionale n. 27/16 del 1 Giugno 2011 - che a sua volta recepisce
il Decreto Ministeriale del 20 Settembre 2010 sulle Linea Guida Nazionali per le Fonti Rinnovabili
– e che sostituisce la precedente Delibera Regionale 25/40 del 1 Luglio 2010,
sono stati
individuati i criteri tesi ad individuare le aree in cui possono essere installati gli impianti
fotovoltaici, in modo da razionalizzarne la realizzazione e a contenerne l’impatto.
Sulla base delle indicazioni del Piano Paesaggistico Regionale della Sardegna e del Piano
Energetico Ambientale e dei criteri contenuti nella deliberazione succitata, si sono individuate
nelle aree industriali, artigianali e nelle cosi dette area “brownfield”, le superfici dove ubicare
prioritariamente gli impianti fotovoltaici in ragione della loro destinazione d’uso e della natura
delle stesse.
2.1. Dimensioni
L’impianto fotovoltaico oggetto della presente relazione, è costituito da due tipologie di
generatori fotovoltaici, il primo con moduli tradizionali con una potenza pari a 921,84kWp e il
secondo con moduli fotovoltaici a concentrazione su una struttura ad inseguimento bi-assiale
da 19,58kWp. Ciascuna tipologia farà capo ad una sezione indipendente.
Entrambe le strutture saranno realizzate con elementi di alluminio e acciaio assemblati tra loro e
infissi nel terreno seguendo il naturale andamento dello stesso.
6
Il generatore fotovoltaico con moduli tradizionali avrà un’inclinazione rispetto all’asse orizzontale
pari a 30° e l’interasse tra le file parallele sarà pari a 1,90
m per ridurre il fenomeno dell’ombreggiamento.
Schematicamente il generatore sarà fissato alla struttura
come rappresentato nella figura a lato.
Il generatore fotovoltaico con moduli a concentrazione installato su una struttura ad
inseguimento solare (vela) con rotazioni bi-assiali avrà un’inclinazione variabile, e un interasse
tra le file tale da evitare o ridurre al minimo i fenomeni di ombreggiamento dei moduli.
Schematicamente la struttura sarà come quella
della figura a lato, per una maggior dettaglio si
rimanda agli elaborati grafici di progetto che si
allegano alla presente.
Per l’esame approfondito dell’architettura dei generatori fotovoltaici si rimanda alla
“Relazione descrittiva impianto elettrico”, Allegato AV RE 03.
2.2. Risorse naturali
Il vigente P.d.f. assegna al terreno oggetto dell’intervento in epigrafe, la seguente destinazione
urbanistica:
zona “AT” per impianti tecnologici.
7
Risulta evidente che allo stato attuale le risorse naturali del sito risultano compromesse e
comunque di modesta entità.
L’area dove attualmente viene esercitata l’attività di cava e si continuerà ad esercitare l’attività di
estrazione è di proprietà della società "La Collina Dorata s.r.l.”ed è viceversa ubicata nel
Comune di Loiri Porto San Paolo in località "La Lana – Azza Ruia" ed ha una superficie pari a
circa 8.00.00 Ha.1
L’area interessata dal progetto e’ stata totalmente sfruttata dal punto di vista estrattivo, trattasi
pertanto sotto questo aspetto di area compromessa e già adibita a ripristino.
L’area in
questione, come del resto anche tutta la zona adiacente, presenta una morfologia ondulata con
una quota compresa tra + 42 m e + 88 m sul livello del mare.
L’attività estrattiva permette di estrarre inerti granitici per l’edilizia, nonché materiali per sottofondi
stradali (ghiaie, stabilizzati, ecc).
L’attività estrattiva della cava ancora in esercizio, consentita da un moderno impianto di
frantumazione, lavaggio e selezione del prodotto grezzo, permette di ottenere diverse pezzature
di inerti commerciale.
La realizzazione del parco fotovoltaico non richiede al territorio particolari apporti significativi in
termini di materiali, energia o altre risorse e neanche apporti idrici o qualunque utilizzo di risorsa
non rinnovabile.
2.3. Rifiuti prodotti ed emissioni
L’impianto in progetto ha come peculiarità la produzione di energia da fonti rinnovabili ed in
particolare da fotovoltaico per cui sia nella fase di realizzazione che durante il funzionamento
dell’impianto non saranno prodotti rifiuti. Inoltre considerando la fase di fine vita dell’impianto e il
conseguente suo smantellamento tutte le sue componenti sono di natura perfettamente riciclabili
essendo per il 90% composti da alluminio, vetro, silicio rame e materiale plastico2.
1
Le informazioni relative all’autorizzazione all’esercizio dell’attività estrattiva sono riprese dalla RELAZIONE SUGLI ASPETTI
SOCIO ECONOMICI RELAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE E dalla RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI RECUPERO
AMBIENTALE - PROGETTO DI COLTIVAZIONE E RECUPERO AMBIENTALE CAVA “LA LANA - AZZA RUIA” progettati dalla
C.M.G Ingegneria e Servizi S.r.l – Oristano. Anno di riferimento: 2008.
8
La produzione di energia elettrica sarà dunque a zero emissioni, non sarà utilizzato alcun
combustibile né si manipoleranno materiali o prodotti inquinanti di alcun genere. Non saranno
previsti inoltre scarichi di qualsiasi natura organica o non, per cui le acque di falda non potranno
essere in alcun modo inquinate.
Essendo dei generatori statici non sarà emessa alcuna fonte di rumore se si esclude il ronzio dei
trasformatori presenti in cabina di trasformazione, a livelli del tutto trascurabile.
Non verranno inoltre prodotti elementi di perturbazione dei processi geologici o geotecnici senza
alterare qualunque dinamismo spontaneo di caratterizzazione del paesaggio con riferimento agli
aspetti storico-monumentali e culturali. Essendo i moduli installati tramite file parallele sollevate
ed ancorati a terra mediante elementi di fissaggio a vite non si influenza il terreno interessato alla
formazione di fenomeni di perturbazione delle condizioni idrografiche, idrologiche e idrauliche,
vedasi allegato AU RE 02.
2.4. Rischio incidenti rilevanti
Considerando inoltre il rischio d’incidenti, per quanto riguarda, in particolare, le sostanze o le
tecnologie utilizzate si può affermare che questi non sono assolutamente presenti. Il maggior
rischio è rappresentato dalla presenza della cabina di ricevimento e trasformazione MT/BT che
risulta comunque classificato come un impianto a basso rischio incidenti rilevanti.
All’interno della stessa si generano radiazioni elettromagnetiche derivate dalla conversione e
trasformazione dell’energia comunemente presenti in qualunque cabina di trasformazione e
comunque contenute nel rispetto della normativa vigente senza influire su organismi o salute
umana.
L’impianto sarà diviso in tre sezioni:
a) parte di generazione, realizzata con pannelli fotovoltaici e distribuzione in corrente
continua in bassa tensione tramite conduttori ad alto isolamento.
b) parte di trasformazione, per passaggio da corrente continua a corrente alternata trifase in
bassa tensione, 50Hz (tramite inverter);
2
Ad oggi si contano diversi consorzi di riciclaggio del silicio contenuto negli impianti fotovoltaici.
9
c) parte di elevazione della tensione per raggiungere il valore di Media Tensione 15 KV,
50Hz richiesto dall’Ente Distributore (tramite trasformatore bt/MT) e distribuzione con
conduttori isolati.
Per quanto sopra detto l’impianto funzionerà a frequenza di 50Hz con tensioni limitate ad
impianti di I categoria, dallo stadio di consegna sino a quello finale di elevazione alla Media
Tensione richiesta per l’immissione in rete nei locali richiesti per l’allaccio dall’Ente Distributore.
La parte di impianto funzionante in Media Tensione è realizzato esclusivamente in locali chiusi e
conformi alla normativa applicabile (norme CEI e richieste DK dell’Ente Distributore) e quindi si
configura come una ordinaria cella di trasformazione BT/MT senza introdurre alcuna
problematica ulteriore di emissione di onde elettromagnetiche.
Si considera inoltre che i locali sono presidiati con presenza umana limitata ai brevi tempi di
controllo. Tutte le apparecchiature impiegate saranno conformi alla normativa in vigore, es. in
termini di protezione contro i contatti diretti, indiretti, sovratensioni e disturbi elettromagnetici.
Per i cavi MT dei collegamenti interni si considera una corrente di 300 A. Per i cavi del
collegamento entra-esce alla cabina di consegna si considera una corrente di 500 A. Nei due
casi i cavi sono posati con modalità interrata a una profondità di circa 1,00 m dal piano di
calpestio tale da garantire una intensità dei campi magnetici inferiore a 3 µT in asse con i
conduttori.
2.5. Inquinamento e disturbo ambientale
Al di là del giudizio estetico complessivo sullo scenario indotto dall’esecuzione delle nuove
opere, non verranno assolutamente modificate le condizioni di fruibilità dell’area.
Infatti le stesse non determineranno modificazioni nel regime di utilizzo del sito, sia in termini
qualitativi che quantitativi, né indurranno sottrazioni di spazi fruibili alla collettività.
Infine, si evidenzia che sotto il profilo della percezione visiva, la realizzazione dell’impianto non
determinerà impatti significativi in quanto:
10
 Le opere in esecuzione rappresentano un completamento coerente con quelle esistenti;
 L’impianto esistente connota decisamente lo scenario paesaggistico attuale;
 la trasformazione indotta dai nuovi impianti non determina sottrazione di significative e
peculiari porzioni di territorio.
11
3. LOCALIZZAZIONE DEL PROGETTO (punto 2 allegato b2 DELIBERAZIONE N. 24/23
DEL 23.4.2008)
L’area interessata dall’attività estrattiva è ubicata in agro dei comuni di Loiri Porto San Paolo e
Olbia in località denominata "La Lana – Atza Ruia", in prossimità della strada comunale che
collega la SS.131bis con la SS.125, e dista circa 4,5 km dall’aeroporto di Olbia.
Dal punto di vista topografico, l’area risulta inclusa nella cartografia I.G.M.(scala 1:25.000) al
foglio 444, sez. II.
L’area di cava dista 4,0 km dall’abitato di Loiri, 8 km dagli abitati di Porto San Paolo e Olbia, 4,5
km dall’aeroporto di Olbia e 0,350 km dalla SS.131 bis; inoltre a distanza variabile dai 2 ai 3 km
sono presenti gli insediamenti di Trudda, La Castagna, Montilittu e Tiriddo.
Catastalmente, l’area individuata ad ospitare gli impianti fotovoltaici, è allibrata al Foglio 62mappali 30 e 32 del Comune di Olbia.
Il prosieguo dell’attività è prevista esclusivamente nelle aree ricadenti in agro del Comune di Loiri
Porto San Paolo, distinte catastalmente al Foglio 231, mappali 180 (parte), 227 (parte) e 466 per
una superficie totale di 8.00.00 Ha.
Nel raggio di 1 km dalla cava non sono presenti agglomerati rurali abitati stabilmente, ma solo
qualche casa colonica utilizzata saltuariamente come punto di appoggio e ricovero attrezzi.
All’area di cava si accede attraverso una strada sterrata privata che si innesta, in corrispondenza
dell’impianto di trattamento, sulla strada comunale che collega la SS.131bis con la SS.125.
12
Figura 3.1. Inquadramento Territoriale.
13
Figura 3.2: Inquadramento territoriale e riprese fotografiche.
14
Il progetto nel suo insieme non andrà a modificare l’assetto territoriale o la zonizzazione
esistente nè comporterà modifiche rilevanti al paesaggio, nè alla qualità o capacità di
rigenerazione delle risorse naturali della zona.
Si tenga presente, che, data l’attività estrattiva ancora in corso, seppure posta a ragguardevole
distanza dagli impianti in oggetto, in fase di realizzazione degli stessi, verranno prese tutte le
precauzioni necessarie per garantirne la sicurezza e minimizzarne l’esposizione a polveri
derivanti dall’attività sopracitata, mentre in fase di esercizio verranno implementate tutte le
precauzioni possibili per minimizzare il fenomeno su descritto.
15
Figura 3.3: Ortofoto e punti di ripresa fotografica.
16
Inoltre, come vedremo in seguito, non vi sono modifiche alla capacità di carico dell’ambiente
naturale, e della qualità in generale in riferimento alla presenza di:
-
Zone umide;
-
Zone costiere;
-
Zone montuose o forestali;
-
Riserve e parchi naturali;
-
Zone classificate o protette dalla legislazione degli Stati membri dell’Unione europea;
-
Zone protette speciali designate dagli Stati membri in base alle direttive 79/409/CEE e
92/43/CEE;
-
Zone nelle quali gli standard di qualità ambientali fissati dalla legislazione comunitaria sono
già stati superati;
-
Zone a forte densità demografica;
-
Zone di importanza paesaggistica, idrogeologica, storica, culturale o archeologica o altre
aree sensibili dal punto di vista ambientale comunque definite.
L’area in esame ricade interamente nell’area interessata dall’attività di cava. Le seguenti foto
danno una rappresentazione fotografica dello stato attuale dell’area di intervento e del contesto.
Si ribadisce che lo sfruttamento del giacimento sul quale è previsto l’insediamento del polo
fotovoltaico, risulta ad oggi completamente ultimata.
17
Foto 1. Vista di dettaglio dell’elemento lacustre affiorante all’interno dell’area di Cava dismessa e in
primo piano vegetazione presente della rinaturalizzazione in atto.
Le presenti riprese fotografiche vogliono apportare informazioni riguardo fisionomie fondamentali
del contesto paesaggistico e aree di intervisibilità del sito: come si può osservare da subito, il luogo
presenta un evidente stato di compromissione. Essendo l’area adibita ad attività estrattiva ed
essendo stata portata avanti l’attività con tecniche classiche con conseguente utilizzo di materiale
esplosivo, lo skyline dell’area collinare risulta del tutto deturpato.
Foto 2. Vista panoramica della cava
18
Foto 3. Vista Panoramica della Cava lato Est, in evidenza Skyline dell’attività estrattiva, sullo sfondo
skylines delle valenze naturalistiche e qualità del manto vegetativo nell’ intorno
3.1. Analisi dei Vincoli
La metodologia adottata definisce tre livelli di analisi, corrispondenti ad altrettanti livelli di
valutazione. Da un primo livello che definisce condizioni di totale non idoneità (che esprimono un
grado di tutela integrale su porzioni di territorio di particolare valore), si passa a livelli nei quali il
grado di non idoneità viene dettato da valutazioni tecniche.
I tre livelli sono strutturati per rispondere alla necessità di individuare separatamente i fattori che
concorrono alla esclusione, limitazione o preferenza di un sito.
Il primo livello, che non investe il caso in discussione, impone condizioni di assoluta esclusione
(fattori escludenti) di aree vincolate per legge, non soggette ad alcun tipo di valutazione
successiva.
Per la disamina di 2a Fase vengono considerati i fattori collegati a disposizioni provenienti
dall'analisi della normativa vigente, che tutela aree da sottoporre a vincolo secondo il parere
dell'ente interessato.
19
La tutela si impone in funzione sia del tipo di bene od opera da proteggere, che del tipo di
intervento di trasformazione del territorio: oltre ai beni ambientali intervengono in questa disamina
anche i beni storico-artistici-archeologico-architettonici e le aree di interesse demaniale.
Sulla base delle indicazioni regionali, pertanto, per la disamina della vincolistica è necessario
riferirsi a:
-
vincoli per le aree di rilevanza naturalistico ambientale (L.R. 31/89)
-
vincoli di natura idrogeologica (R.D.L. n°3267)
-
vincoli su beni storico-artistici-archeologico-architettonici (L.1089/89)
-
vincoli paesistici (L.R. 45/89);
Si procede pertanto ad un esame dei vincoli predetti per l’area della Cava.
Vincoli per le aree di rilevanza naturalistico ambientale
Il sito non rientra tra le aree di parco, di riserva e monumenti naturali, nonché di aree di particolare
rilevanza naturalistico-ambientale.
Vincoli di tipo idrologico e idrogeologico
L’area non è sottoposta a vincolo idrogeologico ai sensi dell’art.1 del R.D. 30.12.1923 n° 3267.
Vincoli di tipo storico-artistico-archeologico
Nell’area non risultano essere presenti vincoli su beni storico-artistici-archeologico-architettonici.
Vincoli di tipo paesaggistico
L’area oggetto dell’intervento è compresa all’interno dell’ambito costiero n.18.
20
Figura 3.4. Stralcio PPR – Ambito di Paesaggio 18 – Golfo di Olbia
21
Figura 3.5. Inquadramento territoriale. Carta dei Vincoli 1
22
Figura 3.6. Inquadramento territoriale. Carta dei Vincoli 2
23
La Legge Regionale n.8 del 2004 sancisce che la pianificazione paesaggistica costituisce il quadro
di riferimento e di coordinamento, per lo sviluppo sostenibile dell’intero territorio regionale, degli atti
e pianificazione regionale, provinciale e locale. Il processo di governo del territorio regionale
assume, pertanto, come valore ispiratore la centralità del paesaggio della Sardegna, inteso come
La Collina Dorata s.r.l. – Progetto per la Prosecuz
ione della Coltivaz ione della Cava “ La Lana – Az za Ruia ”
Relazione sugli
Ambientali
contesto fondamentale dell’interazione
tra effetti
fattori
storici, culturali, ambientali e come ambito
privilegiato dei rapporti tra uomo e natura, tra comunità e territorio.
L’area oggetto dell’intervento è compresa all’interno dell’ambito costiero n.18 denominato Golfo di Olbia.
Il PPR
rappresenta
documento
riferimento
fondamentale,
quanto è al costituisce
suo interno che
La Legge
regionaleil n.8
del 2004 di
sancisce
che la
pianificazioneinpaesaggistica
e di
regionaleper
ha loindividuato
e definito dell’intero
gli obiettiviterritorio
fondamentali
da
il l'azione
quadro dilegislativa
riferimento
e digoverno
coordinamento,
sviluppo sostenibile
regionale,
degliper
attilaetutela
pianificazione
regionale,del
provinciale
perseguire
e la valorizzazione
territorio. e locale. Il processo di governo del
territorio regionale assume, pertanto, come valore ispiratore la centralità del paesaggio della
Sardegna, inteso come contesto fondamentale dell’interazione tra fattori storici, culturali,
ambientali
e come ambito
privilegiato
rapporti tra
uomo
e natura, tra
comunità negli
e territorio.
Le disposizioni
del P.P.R.
sono dei
prevalenti
sulle
disposizioni
contenute
altri atti di
Il PPR rappresenta
il documento
di previsti
riferimento
fondamentale,
quanto
è al4,suo
interno
pianificazione
ad incidenza
territoriale
dalle
normative di in
settore
(art.
comma
1); esse
che l'azione legislativa e di governo regionale ha individuato e definito gli obiettivi fondamensono immediatamente efficaci per i territori comunali in tutto o in parte ricompresi negli ambiti di
tali da perseguire per la tutela e la valorizzazione del territorio.
paesaggio costiero (art. 4, comma 4).
Le disposizioni del P.P.R. sono prevalenti sulle disposizioni contenute negli altri atti di
pianificazione ad incidenza territoriale previsti dalle normative di settore (art. 4, comma 1);
esse sono immediatamente efficaci per i territori comunali in tutto o in parte ricompresi negli
ambiti
di3.6:
paesaggio
costiero
(art. 4, comma 4).
Figura
Zonizzazione
P.P.R
Come detto in precedenza l’area oggetto dell’intervento è compresa all’interno
Dall’esame
della cartografia
allegataGolfo
al P.P.R.
si evince come l’area di progetto è circondata da
dell’ambito
costiero
n.18 denominato
di Olbia.
Dall’esame della cartografia allegata al P.P.R. si evince come l’area di progetto è circondata da ambienti sub-naturali, seminaturali e agricoli; l’area di cava e l’area occupata
dall’impianto di lavorazione è evidenziata con campitura di colore rosso.
24
ambienti sub-naturali, seminaturali e agricoli; l’area di cava e l’area occupata dall’impianto di
lavorazione è evidenziata con campitura di colore rosso.
L'attività estrattiva nel PPR è definita all'interno dell'assetto insediativo, come attività antropica di
trasformazione del territorio, per cui l’opera di progetto è attinente alle indicazioni di piano.
3.2. Componenti Ambientali – Abiotiche e Biotiche
Sono di seguito considerate le componenti naturalistiche ed antropiche potenzialmente interessate
dalla realizzazione, dal funzionamento e dalla dismissione dell’impianto fotovoltaico, e le
interferenze tra queste ed il sistema ambientale nella sua globalità. Le componenti ed i fattori
ambientali considerati, sono così stati così intesi:
a) atmosfera: qualità dell'aria e caratterizzazione meteoclimatica;
b) ambiente idrico: acque sotterranee e acque superficiali considerate come componenti,
come ambienti e come risorse;
c) suolo e sottosuolo: intesi sotto il profilo geologico, geomorfologico e pedologico, nel quadro
dell'ambiente in esame, ed anche come risorse non rinnovabili;
d) ecosistemi, vegetazione, flora e fauna: formazioni vegetali ed associazioni animali,
emergenze più significative, specie protette ed equilibri naturali;
e) salute pubblica: come individui e comunità;
f)
paesaggio: aspetti morfologici e culturali del paesaggio, identità delle comunità umane
interessate e relativi beni culturali.
3.2.1. Suolo e Sottosuolo
Assetto Geologico. Il territorio in esame è rappresentato da un basamento di litotipi intrusivi
granitoidi, ovvero monzograniti inequigranulari muscovitici e biotitici, in parte ricoperti
prevalentemente da depositi eluviali e colluviali sabbiosi, ghiaiosi e limosi prodotti dal disfacimento
della roccia granitica arenizzata ma anche dal trasporto da parte degli agenti esogeni; tali depositi
sono presenti prevalentemente nelle linee d’impluvio, nelle zone più depresse, determinando così
l’addolcimento della morfologia del territorio.
Si tratta in generale di terreni che da un punto di vista granulometrico presentano una elevatissima
componente sabbiosa, circa il 70 %, mentre l’argilla è presente nell’ordine di meno del 15 %.
25
Figura 3.7: Schema Geologico
3.2.2. Assetto Idrografico ed Idrogeologia
L’idrografia superficiale è costituita da alcuni corsi d’acqua e da modesti impluvi che raccolgono le
acque meteoriche.
Il corso d’acqua più importante è il Rio Castagna nel quale confluiscono le acque provenienti dal
Rio su Lernu che nasce a M. Nieddu e dal fiume che nasce in prossimità di Monte Petrosu. Il Rio
Castagna percorre il suo tragitto in direzione Sud-Nord raccogliendo le acque delle aste fluviali
provenienti dai rilievi metamorfici e granitici presenti nel settore orientale, per poi raccordarsi con il
Fiume Padrogiano che termina la sua corsa nel Golfo di Olbia.
Nell’area ad est del Rio Castagna sono presenti diversi affluenti assai poco gerarchizzati che si
innestano perpendicolarmente ad esso, il principale è quello che attraversa la località Unchili.
Nel settore occidentale il numero degli affluenti si riduce nettamente, così come la quantità di corsi
d’acqua minori a deflusso superficiale, che si incanalano per brevi tratti lungo i pendii, e il loro
livello di gerarchizzazione è nettamente inferiore rispetto ai corsi d’acqua presenti nel settore
orientale.
Le forme di drenaggio e la conseguente rete idrografica sono strettamente connesse alle
caratteristiche strutturali e litologiche dei terreni affioranti, nonché alle condizioni climatiche.
26
Caratteristiche interessanti specialmente agli effetti del deflusso idrico superfiale e dell’infiltrazione
delle acque nel sottosuolo sono:
- le temperature medie annue dell’aria che in Sardegna varia tra i 18° della pianura e i 16°
delle aree collinari;
- la forte ventosità;
- la concentrazione della piovosità nei periodi invernali, prevalentemente nel mese di
dicembre;
il divario esistente fra l’intensità e i volumi delle precipitazioni delle aree pianeggianti e costiere
rispetto alle aree montuose.
Ne scaturiscono, di conseguenza, coefficienti di deflusso molto variabili sia nel tempo sia nello
spazio.
Dal punto di vista della permeabilità delle formazioni geologiche, nell’area in studio sono state
individuate due classi fondamentali di permeabilità: una per porosità dei terreni e una per
fratturazione delle rocce.
I terreni a permeabilità media sono rappresentati da materiali alluvionali quaternari de- posti a più
riprese nelle pianure litoranee, sono costituiti da alternanze ciottoloso-sabbiose e limo-argillose. I
depositi alluvionali in quest’area si compongono essenzialmente di ciottoli quarzosi, granitici,
gneissici, e la permeabilità è condizionata dalla illuviazione di materiali argilliformi, dalla
cementazione per la presenza di Ferro, Allumino e Silice.
3.2.2. Caratteristiche climatiche
Il clima delle coste della Gallura subisce come quello di tutte le coste sarde, una netta influenza
per il permanere delle masse d’aria occidentali secondo le caratteristiche fisiche che le
distinguono.
Così la prevalenza di masse d’aria temperate e mediterranee in qualunque stagione e la piccola
percentuale di ore di masse artiche in inverno e di masse tropicali in estate danno subito un chiaro
indizio della mitezza del clima in queste zone.
Naturalmente sia per l’effetto della latitudine che per l’orientamento del litorale, nel settore costiero
della Gallura si verifica una leggera percentuale in più per le masse d’aria fredda in inverno
rispetto alle coste meridionali sarde. Ciò si ripercuote naturalmente in una media leggermente più
bassa nella temperatura e più elevata nella nuvolosità e nelle precipitazioni.
Di seguito vengono riportati i dati pluviometrici e sulla temperatura ricavati dalla stazione
meteorologica più vicina al sito, quella di Olbia.
27
e nelle precipitazioni.
dolosità
le caratteristiche
fisiche che le distinguono. Così la prevalenza di masse d’aria
temperate
e mediterranee
in qualunque
stagionee sulla
e la temperatura
piccola percentuale
di stazione
ore di
Di seguito
vengono riportati
i dati pluviometrici
ricavati dalla
masse
artiche
in
inverno
e
di
masse
tropicali
in
estate
danno
subito
un
chiaro
indizio
meteorologica più vicina al sito, quella di Olbia.
della mitezza del clima in queste zone.
Temperatura dell’aria: Le temperature mensili (max e min) in °C rilevate nel 2009 dalla stazione
Naturalmente
sia per
l’effetto della
latitudine
l’orientamento
del dalla
litorale,
Temperatura
dell’aria:
Le temperature
mensili
(max eche
min)per
in °C
rilevate nel 2007
stameteorologica
più vicina
al comprensorio
di gestione
rifiuti, stazione
di Olbia,
riportate
nel settore costiero
della
Gallura si verifica
una leggera
percentuale
in risultano
più per le
massenel
zione meteorologica più vicina alla cava, stazione di Olbia, risultano riportate ne quadro che
d’aria che
fredda in inverno rispetto alle coste meridionali sarde. Ciò si ripercuote naturalquadro
segue: segue:
mente in una media leggermente più bassa nella temperatura e più elevata nella nuvolosità e nelle precipitazioni.
Mese
Gen. Feb.
Mar.
Apr.
Mag. Giu.
Lug.
Ago.
Set.
Ott.
Nov.
Dic.
Anno
Min.
4,5
6,0
10,3
12,5
17,0
18,0
14,0
9,7
6,2
5,0
10,4
Di seguito vengono riportati i dati pluviometrici e sulla temperatura ricavati dalla stazione
Max. 17,5 più
16,2
17,0
19,5quella
26,8di Olbia.
31,4 32,6 31,8 28,7 26,9 18,5 18,1 25,6
meteorologica
vicina
al sito,
5,3
16,5
Temperatura dell’aria: Le temperature mensili (max e min) in °C rilevate nel 2007 dalla staI valori riscontrati
sono tipici
della zona
norddiorientale
della Sardegna
temperature
zione meteorologica
più vicina
alla cava,
stazione
Olbia, risultano
riportate con
ne quadro
che
elevate
nei
mesi
di
Giugno,
Luglio
ed
Agosto
e
temperature
minime
mai
troppo
basse
con i
segue:
I valori
riscontrati sono tipici della zona nord orientale della Sardegna con temperature elevate nei
valori minimi nel mese di Dicembre, Gennaio e Febbraio.
mesi di Giugno, Luglio ed Agosto e temperature minime mai troppo basse con i valori minimi nel
Regime pluviometrico: Per quanto riguarda il regime pluviometrico, se si esaminano
Mese Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Dic. Anno
mese
Dicembre,
Gennaiocarte
e Febbraio.
i di
dati
delle vecchie
pluviometriche ricavate sulla media di un ventincinMax. 17,5 16,2 17,0 19,5 26,8 31,4 32,6 31,8 28,7 26,9 18,5 18,1 25,6
quennio si nota, al contrario della temperatura, un aumento nella piovosità
Min.
10,3 12,5
17,0 con
18,0 l’aumento
14,0 9,7dell’altitudine.
6,2
5,0 Da10,4
man 4,5
mano5,3che 6,0
si procede
verso16,5l’interno
questo si
Regime pluviometrico. Per quanto riguarda il regime pluviometrico, se si esaminano i dati delle
deduce che, per il tratto costiero della Gallura che comprende l’area di cava , nel tratto
vecchie
carte pluviometriche
media di un
venticinquennio
si annuo
nota, aldacontrario
della
di I costa
Nricavate
a S della
le sulla
precipitazioni
segnano
un valore
600 a 700
valori orientato
riscontrati da
sono
tipici
zona nord orientale
della
Sardegna
con temperature
mm per
fascia
costiera
da 20
25 Km.
Lache
distribuzione
sumaiesposta
dellal’aumento
precitemperatura,
un
aumento
nellaLuglio
piovosità
man
mano
si procede
verso
l’interno
con
elevate
neiuna
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di Giugno,
edaAgosto
e temperature
minime
troppo basse
con
i
pitazione
media
annua
e
verosimilmente
delle
nuvolosità
rispecchiano
fedelmente
le
valori minimiDa
nelquesto
mese disi Dicembre,
Gennaio
e Febbraio.
dell’altitudine.
deduce che,
per il tratto
costiero della Gallura che comprende l’area di
caratteristiche già esposte della circolazione in concomitanza con l’orientamento delle coste
Regime
pluviometrico:
quanto
riguarda
il regimedi pluviometrico,
se su
siannuo
esaminano
discarica
tratto di costa
orientato
N a S lei fenomeni
precipitazioni
segnano
valore
da 600 a
e allanel
morfologia,
allePer
quali
sonoda
associati
“stau”
e di un
“foehn”
menzionati.
i dati delle vecchie carte pluviometriche ricavate sulla media di un ventincin700 mm Nello
per una
fascia costiera
da 20
25 Km.
specifico
per il 2007
le a
precipitazioni
rilevate dalla stazione più vicina, stazione di
quennio si nota, al contrario della temperatura, un aumento nella piovosità
Olbia, mostrano
una piovosità
media annuale
di 652
mm,e verosimilmente
inferiore alla media
regionale
Laman
distribuzione
su esposta
della verso
precipitazione
annua
delle
nuvolosità
mano che
si procede
l’internomedia
con l’aumento
dell’altitudine. Da
questo
si
(778 mm) e tocca i valori minimi nei mesi di Luglio ed Agosto; la distribuzione mensile delle
deduce che,fedelmente
per il tratto
costiero della già
Gallura
che della
comprende
l’area indi cava
, nel trattocon
rispecchiano
le caratteristiche
esposte
circolazione
concomitanza
precipitazioni (in mm) è la seguente:
di costa orientato da N a S le precipitazioni segnano un valore annuo da 600 a 700
l’orientamento delle coste e alla morfologia, alle quali sono associati i fenomeni di “stau” e di
mm per una fascia costiera da 20 a 25 Km. La distribuzione su esposta della preci“foehn”
Me-su menzionati.
Gen.
Feb.annua
Mar. e Apr.
Mag. Giu. delle
Lug. nuvolosità
Ago. Set.rispecchiano
Ott.
Nov.fedelmente
Dic. Anno
pitazione
media
verosimilmente
le
se
caratteristiche
già
esposte
della
circolazione
in
concomitanza
con
l’orientamento
delle
coste
Nello specifico per il 2007 le precipitazioni rilevate dalla stazione più vicina, stazione di Olbia,
e alla morfologia,
quali
i fenomeni
di
e di “foehn”
menzionati.
30piovosità
82allemedia
85 sono
73 associati
25
2
10 “stau”
94 su(778
120
mostrano una
annuale
di 65215mm, inferiore
alla 30
media86
regionale
mm)652
e tocca
Nello specifico per il 2007 le precipitazioni rilevate dalla stazione più vicina, stazione di
i valori minimi nei mesi di Luglio ed Agosto; la distribuzione mensile delle precipitazioni (in mm) è
Olbia, mostrano una piovosità media annuale di 652 mm, inferiore alla media regionale
la (778
seguente:
mm) e tocca i valori minimi nei mesi di Luglio ed Agosto; la distribuzione mensile delle
precipitazioni (in mm) è la seguente:
30
____________________________________________________________________________________________________________________
Me-
Gen. Feb.
Mar.
Apr.
85
73
Mag. Giu.
Lug.
Ago.
Set.
Ott.
Nov.
2
10
30
86
94
Dic.
Anno
C.M.G. Ingegneria e Servizi s.r.l., via Sant’Antonio 23 – Oristano - Ing. G. Murranca, Ing. R. Ghinami, Dott. Geol. F. Busa
se
30
82
25
15
3.2.3. Vegetazione, Fauna ed Ecosistemi
120
652
30
____________________________________________________________________________________________________________________
In C.M.G.
base Ingegneria
alla classificazione
Pavani
in oggetto
ricade
zona
e Servizi s.r.l., viafitoclimatica
Sant’Antonio 23 del
– Oristano
- Ing.l’area
G. Murranca,
Ing. R. Ghinami,
Dott.nella
Geol. F.
Busa del
Laurentum sottozona calda che in questo coincide con la zona del piano basale orizzontale
28
mediterraneo sub-orizzontale litoraneo caratterizzato dal Climax dell’Oleo-Ceratonium che si
estende dal livello del mare fino ad un’altitudine di 200 m.
La vegetazione tipica di tale Climax è caratterizzata da formazioni arbustive sempreverdi di
sclerofille e da macchia termoxerofila, costituita essenzialmente da olivastro, cisto, lentischio,
mirto, euforbia, con presenza nelle zone più alte di quercus ilex e suber .
Nel corso della seconda metà dell’ultimo secolo l’estensione della flora naturale è stata
sensibilmente ridotta dal disboscamento operato per il reperimento di aree da adibire ad attività
agricole ovvero in alternativa a pascolo. Tale fenomeno ha determinato una evoluzione del manto
vegetale naturale, infatti il paesaggio originario viene gradualmente sostituito da un paesaggio
intensamente alterato ed antropizzato.
Nelle aree circostanti al sito di cava sono presenti rari episodi di macchia rada, all’interno del sito
vero e proprio, visto lo sfruttamento in atto, non è presente vegetazione alcuna. La progressiva
antropizzazione ha determinato variazioni sia qualitative che quantitative in relazione alla fauna
presente nel territorio.
La fauna presente nell’area interessata dall’attività di cava e in quelle contermini è quella tipica e
comune in tutta la Sardegna nord orientale, presente comunque non in numero significativo vista
la forte antropizzazione dell’area.
Sulla scorta di precedenti studi e di rilevamenti diretti, nelle aree incolte e adibite a pascolo si può
osservare la presenza di mammiferi di varie specie come il cinghiale, la volpe, la donnola, la lepre
sarda, il coniglio selvatico, il ratto bruno, il topo campestre, il riccio e rettili come il geco, la lucertola
sarda, la lucertola campestre, la luscengola, il gongolo, il colubro sardo e la biscia d’acqua.
Tra gli uccelli è presente la cornacchia, l’averla, lo strillozzo, il calandro, il saltimpalo, il gruccione,
la pernice sarda, il colombaccio, la quaglia e il passero comune; tra i rapaci sono presenti il falco, il
nibbio, la poiana, il gheppio, la civetta e il barbagianni.
3.3. Analisi del paesaggio e modalita’ di inserimento paesaggistico dell’ opera.
Il principio ordinatore secondo il quale si è voluto affrontare il problema dell’inserimento
paesaggistico dell’impianto proposto, segue le indicazioni del progetto di rinaturalizzazione della
cava dismessa, e prevede la concentrazione dell’occupazione di suolo da parte dei pannelli
29
fotovoltaici nella zona nord ormai non in attività, tenendo conto sia dello stato di qualità
paesaggistica del sito ad oggi, sia del suggestivo scenario attuale.
Il paesaggio odierno “costruito” e modificato, si è trasformato negli anni dall’attività d’estrazione
come chiaramente documentato nelle riprese fotografiche precedenti.
Onde favorire l’inserimento organico dei manufatti tecnologici all’interno dell’attuale scenario
paesaggistico in trasformazione, si è preferito optare per una soluzione di inserimento planimetrico
non statico ma in movimento che seguisse l’andamento morfologico artificiale ormai assegnato al
luogo dagli anni di forte antropizzazione, dovuto a suo tempo a motivazioni ovviamente
strettamente funzionali, oggi facente parte della memoria storico culturale del luogo stesso.
Si è voluto insomma ”cogliere e fermare” l’attuale topografia del sito, evitando una artificiosa,
quanto mai artificiale ricostruzione della morfologia e naturalità del luogo stesso, onde volere
evitare rifacimenti falsati di una naturalità fasulla, ormai compromessa, nella direzione di una
nuova seminaturalità, composta da nuovi elementi artificiali che possano garantire una nuova
dimensione contemporanea se pur temporanea per il paesaggio contemplato.
La scelta della tipologia, degli elementi tecnologici e della forma del loro impianto a terra, nuova
semiologia antropica contemporanea, nonché la qualità degli elementi fotovoltaici, in termini di
resa estetico formale, per un più che corretto, sperimentale inserimento, in costante stato di
dialogo con le componenti paesaggistiche e le loro dinamiche in atto rilevate, che sono state
dettate dalla quanto mai ambiziosa volontà di voler sperimentare nuove vie all’interno della
disciplina paesaggistica da calare sulla pratica professionale, nella speranza di poter intravedere
e indicare indirizzi nuovi per un immaginario collettivo denso a volte di stereotipi e false legende
nei confronti della materia paesaggistica in generale, e nei contesti paesaggistici sensibili, quali gli
ambiti fortemente antropizzati e
denaturalizzati, come quelli del caso specifico analizzato, in
particolare.
30
Tavola 1. Proposta inserimento Parco fotovoltaico nel sistema paesaggistico dell’area estrattiva di
“Atza Ruia”, in evidenza impianto planimetrico della proposta progettuale e dialogo degli elementi
fotovoltaici con le caratteristiche paesaggistiche predominanti del sistema ambientale.
Tavola 2. Vista prospettica dalla Cava, foto inserimento dell’Intervento proposto.
31
Tavola 3. Dettaglio Planimetria intervento, in evidenza disposizione a tessitura parallela dei moduli
fotovoltaici e delle schermature di essenze autoctone per minimizzarne impatto su paesaggio
circostante.
Tavola 4. Sezione di dettaglio dell’inserimento dell’Impianto Fotovoltaico proposto con dettaglio
dell’uso e delle funzioni possibili con tipologia e cromatismi dei materiali, dei moduli fotovoltaici e
delle essenze autoctone suggerite a mitigazione e per il corretto inserimento paesaggistico degli
elementi tecnologici.
32
Questa falsa pretesa di riportare le cose allo status quo, fermando il tempo e i processi in atto,
naturali conseguenze di alterazioni dei delicati equilibri da sempre in bilico tra azione naturale e
azione antropica, dunque artificiale, trova qui infatti dimostrazione di reale possibilità di alternativa,
attraverso un approccio filosofico-progettuale, che evita i falsi e posticci rifacimenti pseudo
naturalistici, che sanno di ricostruzioni fasulle, rischiando di falsare la realtà e il naturale
andamento degli eventi.
Se ad azione corrisponde reazione, attraverso il concatenamento di eventi e dinamiche di questo
tipo, risulta assolutamente impossibile ricostruire quello che non esiste più o comunque è stato
alterato, pena il rigetto dell’operazione, o l’aborto nei risultati che necessariamente arrivano a
produrre qualcosa di diverso da quello che era, verso un qualcosa di differente.
Al contrario viene qui assecondata la naturale vocazione del paesaggio in analisi in quanto, non
soltanto sede dell’inserimento progettuale proposto, ma elemento in divenire composto da tutte
quelle componenti naturali e culturali, all’interno del quale l’impianto fotovoltaico non viene più
inserito come elemento estraneo ma diventa nuova componente o paesaggio attivo parte
integrante di un nuovo paesaggio culturale contemporaneo.
33
Tavola 5. Sezione Trasversale proposta di progetto: in evidenza ingombro ridotto dell’impianto
fotovoltaico proposto e suo inserimento nel contesto paesaggistico dell’area estrattiva dismessa.
34
4. Caratteristiche dell’impatto potenziale (punto 3 allegato b2 DELIBERAZIONE N. 24/23
DEL 23.4.2008)
La realizzazione di un’infrastruttura di questo tipo comporta in linea generale due tipi di effetti:
uno legato alle modifiche permanenti che l’opera determina nell’ambiente di inserimento, l’altro
legato agli effetti della stessa in un area più vasta.
Si considerano innanzitutto gli impatti generati dall’esecuzione dell’opera durante la fase di
attività cantiere. Si prevede un inevitabile aumento delle emissioni di gas inquinanti e di polveri e
rumore dovuti alle operazioni di scavo e alla presenza di macchine operatrici.
Si conterranno al minimo tale impatti adottando misure di prevenzione quali il bagnamento delle
superfici delle piste di cantiere, e la schermatura mediante reti di protezione appositamente
studiate e posizionate in funzione dei recettori sensibili dell’impatto localmente individuati.
Devono essere inoltre considerati se pure in maniera trascurabile i rischi di inquinamento di suoli
e acque superficiali e derivati dal possibile sversamento di sostanze quali benzine, oli, lubrificanti
dovute ai mezzi presenti in cantiere.
Tali rischi saranno ridotti al minimo evitando i lavaggi dei mezzi e delle attrezzature in loco e
predisponendo un sistema di drenaggio che eviti l’immissione diretta nei compluvi di acque
torbide.
Di bassa entità si possono quindi definire gli impatti sul paesaggio, sull’idrogeologia e sui suoli a
condizione che oltre allo studio dettagliato delle interferenze dell’opera con le componenti
ambientali, particolare attenzione venga riservata al ripristino dei luoghi.
Viceversa è del tutto evidente la valenza positiva dell'intervento per quanto riguarda gli effetti di
natura economica e la riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera.
Fase di Costruzione: Premesso che la fase di cantiere sarà limitata nel tempo, l’impatto è
collegato all’utilizzo di mezzi meccanici d’opera e di trasporto, alla produzione di rumore, polveri
e vibrazioni. Per ciò che concerne gli impatti legati alla produzione di rifiuti dovuti ai materiali di
disimballaggio dei componenti degli impianto e dai materiali di risulta provenienti dagli eventuali
splateamenti etc. sarà cura del proponente trattare i rifiuti generati, che saranno separati a
seconda della classe, come previsto dal DLgs 152/06 e debitamente riciclati.
35
Fase di Esercizio: L’impianto fotovoltaico non genera emissioni di alcun tipo. Gli unici impatti
riguardanti tale fase sono l’occupazione del suolo e le emissioni elettromagnetiche. Per quanto
riguarda il primo, l’impianto, essendo temporaneo, produrrà un effetto irrilevante e totalmente
reversibile essendo la discarica adibita a quel determinato uso del suolo, per un lasso di tempo
limitato. Relativamente all’attività estrattiva, verranno messe in essere misure di protezione
finalizzate soprattutto alla protezione dell’impianto.
Emissioni elettromagnetiche: Per quanto riguarda le emissioni elettromagnetiche generate dalle
parti d’impianto che funzionano in MT si prescrive l’utilizzo di apparecchiature conformi alla
normative CEI e la loro eventuale installazione in locali chiusi conformi anch’essi alle normative
CEI. Per quanto riguarda le emissioni elettromagnetiche generate dalle parti di cavidotto
percorse da corrente in BT o MT si prescrive l’interramento degli stessi di modo che l’intensità
del campo elettromagnetico generato possa essere considerato sotto i valori soglia della
normativa vigente.
Inquinamento Idrico: Per quanto attiene l’inquinamento idrico, tale aspetto non viene preso in
considerazione in quanto l’opera come da progetto non produce alcun effluente, ne sulla rete
idrica, ne sulle eventuali falde sottostanti il sito interessato.
Inquinamento acustico: L’assoluta assenza di parti in movimento non presenta assolutamente
ricadute negative né per l’ambiente esterno, né per quello di lavoro. Le uniche parti dell’impianto
che potrebbero dar luogo a livelli di rumore sono gli inverters ( comunque inferiori a 54dB (a)),
che saranno alloggiati in locali dedicati.
Inquinamento atmosferico: L’impatto derivante da emissioni in atmosfera non presenta impatti
negativi.
Rischi d’incidenti, aspetti sanitari, e sicurezza sul lavoro: L’impianto sarà realizzato secondo
criteri in grado di assicurare salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Peraltro l’applicazione delle
misure di sicurezza durante la realizzazione dei lavori e’ richiesta anche, e soprattutto da una
serie di obblighi di legge vigenti (T.U. 81/08 e ss.mm.ii., DLgs 494/96 e decreti correlati).
Paesaggio: Per quanto attiene gli effetti delle trasformazioni dal punto di vista paesaggistico, non si
prevedono modificazioni significative, dirette e indotte, irreversibili a breve e medio termine,
nell'area di intervento e nel contesto paesaggistico sia in fase di cantiere che a regime. Per
un’analisi più approfondita si rimanda alla relazione di compatibilità paesaggistica, Allegato AV RE
36
04.
Opere di Mitigazione e decommissioning: Sono state preferite le soluzioni progettuali che
determinano i minori problemi di compatibilità paesaggistica. Data la dimensione degli interventi
proposti e l’oggettiva attenzione verso scelte progettuali rivolte al miglioramento dell’aspetto
rispetto alla situazione originaria assentita, sono comunque previste opere di mitigazione quali
schermature arboree che ne riducano l’impatto visuale dai punti critici.
Inoltre, le tecniche d’ingegneria naturalistiche proposte sono state studiate in funzione della
tipologia d’intervento e sono principalmente funzionali alla rapida mitigazione degli effetti derivati
dagli impatti residui.
In conclusione si afferma che data la tipologia d’intervento proposto, l’entità degli impatti
potenziali sono tali da essere considerati irrilevanti rispetto ai benefici derivanti dalla
realizzazione dello stesso.
Per quanto riguarda la fase di decommissioning si rimanda al piano di dismissione, Allegato AU
RE 07.
37
5. CONCLUSIONI
Dal presente studio sugli effetti ambientali emerge che la localizzazione dell’iniziativa esclude la
maggior parte dei possibili impatti ambientali. E’ un impianto compatibile con la pianificazione
energetica regionale, con il piano paesaggistico e con tutti gli strumenti di pianificazione e
programmazione sia a livello locale che regionale.
Il nuovo impianto industriale che si prevede di realizzare gode della caratteristica di produrre
energia elettrica in forma diretta dalla radiazione solare, senza parti in movimento, senza emissioni
di qualsiasi tipo dannose per l’uomo e per l’ambiente, col vantaggio di ridurre, in proporzione
all’energia elettrica prodotta, le emissioni inquinanti, con particolare riferimento ai gas con effetto
serra, emesse dagli impianti termoelettrici che utilizzano combustibili fossili in genere.
Il progetto genererà un afflusso significativo di reddito sull’economia locale in modo particolare
nella fase di realizzazione delle strutture metalliche e della loro posa in opera, nonché nei
movimenti di terra, recinzioni, ecc.. Non modificherà in alcun modo le condizioni sanitarie, non
genererà aumenti di traffico salvo quello indispensabile nella fase realizzativa, verrà smantellato,
dopo un tempo valutato in 25 anni, riportando lo stato dei luoghi al suo naturale stato precedente
all’installazione. Non richiede la realizzazione di infrastrutture primarie per assicurare
l’approvvigionamento di energia, combustibile ed acqua.
Non richiede la realizzazione di nuove strade consortili, non generera’ conflitti nell’uso delle risorse
con altri progetti in esercizio perché non necessita di alcuna risorsa oltre a quella del sole. Non si
hanno emissioni in atmosfera, scarichi idrici nel sottosuolo, per cui non si ha alcun accumulo con
le perturbazioni all’ambiente generate da altri progetti in esercizio o in caso di realizzazione.
La realizzazione dell’opera richiede modesti apporti idrici per le fasi di pulizia da svolgere alcune
volte all’anno. Non richiede l’utilizzo di risorse non rinnovabili, non comporta in fase di esercizio
l’eliminazione di rifiuti industriali o urbani e non può provocare l’inquinamento del suolo e delle
acque di falda; non provocherà l’immissione nell’ambiente di luce, calore, odori ma provocherà
l’immissione nell’ambiente di modesto rumore dovuto alle ventole di raffreddamento degli inverter
e al ronzio dei trasformatori.
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Non può dar luogo ad elementi di perturbazione dei processi geologici o geotecnici, essendo
ubicato all’interno di un area industriale non altera i dinamismi spontanei di caratterizzazione del
paesaggio sia dal punto di vista visivo sia con riferimento agli aspetti storico-monumentali e
culturali.
L’installazione non darà luogo ad elementi di perturbazione delle condizioni idrografiche,
idrologiche e idrauliche e, sia in fase di conduzione che di realizzazione non comporta lo
stoccaggio, la manipolazione o il trasporto di sostanze pericolose.
Il progetto, nella sua fase di funzionamento, non genera campi elettromagnetici di intensità
pericolosa per la salute delle persone addette al controllo e manutenzione e, non comporta l’uso di
pesticidi e diserbanti.
Questa tipologia d’impianto non comporta, infine, alcuna modifica significativa dell’uso del territorio
(che dopo la dismissione ritornerà alla situazione originaria) in quanto il lotto interessato è ubicato
in un’area poco sensibile dal punto di vista ambientale. Infine per i succitati elementi esposti, e le
tecniche di realizzazione dell’intervento, l’impatto generato dallo stesso risulta di modesta entità
rispetto ai benefici attesi.
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