INDICE
Modulo 1
1. PREMEDICAZIONE. AGENTI DI PREANESTESIA
1. INTRODUZIONE. OBIETTIVI DELLA
PREMEDICAZIONE2
2. FENOTIAZINE4
2.1
ACEPROMAZINA MALEATO6
3. BENZODIAZEPINE8
3.1
DIAZEPAM8
3.2
MIDAZOLAM10
3.3
ZOLAZEPAM12
4. AGONISTI α2 ADRENERGICI13
4.1
XILAZINA13
4.2
MEDETOMIDINA-DEXMEDETOMIDINA15
4.3
ROMIFIDINA16
4.4ANTAGONISTI α217
5. ANALGESIA19
5.1
MECCANISMO DEL DOLORE19
5.2
SOSTANZE ANALGESICHE24
5.2.1
OPPIOIDI24
5.2.1.1 OPPIOIDI AGONISTI PURI
27
5.2.1.2 MORFINA27
5.2.1.3 MEPERIDINA-PETIDINA29
5.2.1.4 FENTANIL30
5.2.1.5 METADONE32
5.2.1.2 AGONISTI-ANTAGONISTI33
5.2.1.2.1 BUTORFANOLO33
5.2.1.2.2 BUPRENORFINA34
5.2.1.2.3 ANTAGONISTI35
5.2.1.2.3.1 NALOXONE35
INDICE
5.2.2 ANTINFIAMMATORI NON STEROIDEI
Modulo 1
37
5.2.2.1 FLUNIXIN MEGLUMINE39
5.2.2.2 CARPROFEN39
5.2.2.3 KETOPROFENE40
5.2.2.4 MELOXICAM40
5.2.2.5 ACIDO TOLFENAMICO41
5.2.2.6 PIROXICAM 41
5.2.2.7 FIRACOXIB42
6.
NEUROLEPTOANALGESIA43
6.1
ACEPROMAZINA –BUPRENORFINA43
6.2
ACEPROMAZINA-PETIDINA44
6.3
MEDETOMIDINA-BUTORFANOLO44
6.4
DIAZEPAM-METADONE44
7.
ANTICOLINERGICI45
7.1
SOLFATO DI ATROPINA45
7.2
GLICOPIRROLATO46
Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
Iº Corso di Anestesia
del cane e del gatto
1. PREMEDICAZIONE.
AGENTI DI PREANESTESIA
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Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
1 INTRODUZIONE. OBIETTIVI DELLA
PREMEDICAZIONE
Obiettivi della premedicazione
Le sostanze che includiamo in questo gruppo sono:
La preanestesia ha diversi obiettivi:
A.Fenotiazine
1. Ridurre la dose totale di farmaci anestetici. I sedativi e i
tranquillanti riducono lo stato elettrico del SNC determinando uno stato
di disinteresse nei confronti dell'ambiente che circonda l'animale. In
questo modo si abbassa notevolmente la quota di farmaco anestetico
che consente di avere un'anestesia bilanciata sicura, ottenere l'affetto
desiderato, e, infine, assicurarsi anche un importante risparmio
economico. Inoltre, i preanestetici, occupando parte dei siti enzimatici
del fegato, subiranno un metabolismo inferiore e saranno pertanto più
disponibili per il SNC.
B.Benzodiazepine
C.
α2 Adrenergici
D.Analgesici
E.Neuroleptoanalgesia
F.Anticolinergici
2. Si tratta di produrre un certo effetto ansiolitico e ridurre
l’iperattività, per facilitare la gestione clinica (iniezioni, collocazione
di ago-cannula, sondaggi che precedono l’intervento, preparazione
del campo operatorio, ecc.). Può anche permettere l’applicazione di
anestetici locali e l’esecuzione di interventi di chirurgia minore in base
alla profondità ottenuta con la premedicazione.
3. Ridurre il vomito. Troveremo prodotti, usati nelle tecniche anestetiche,
che inducono il vomito direttamente nel centro bulbare o lo stimolano
a causa della manipolazione stessa del tratto gastrointestinale. Alcune
sostanze della premedicazione agiscono deprimendo il centro del
vomito, o diminuendo la motilità intestinale.
4. Blocco del vago. Vi sono manovre durante la chirurgia, come l’intervento
sul globo oculare, o sostanze anestetiche, che stimolano il vago, e che
possono produrre bradicardia ed arresto cardiaco. Troveremo sostanze che,
come gli anticolinergici, si occupano di bloccare queste scariche vagali.
5. Diminuire la secrezione di saliva e di muco nella trachea e nei
bronchi. Manovre come l’intubazione unitamente ad anestetici come
la ketamina, producono un eccesso di secrezione, che può bloccare
le vie respiratorie e causare la morte dell’animale. Gli anticolinergici
sono in grado di prevenire o trattare la scialorrea.
6. Con la miscela di sostanze tranquillanti ed analgesiche nel periodo
perioperatorio, potremo diminuire lo stress chirurgico, non solo
durante l’intervento chirurgico, ma anche nel periodo postoperatorio,
il che offrirà un maggior comfort all’animale ed un migliore risveglio.
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Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
2 FENOTIAZINE
I principali inconvenienti sono:
l
Questi farmaci sono tranquillanti MINORI, sono i più usati in veterinaria.
l
l
Non hanno un effetto analgesico diretto.
l
Affinché l'effetto sedativo sia completo, è imprescindibile lasciare
passare il tempo necessario (30 min. dopo la somministrazione IM) e
non disturbare l’animale per evitare i fenomeni eccitatori paradossali
di tipo extrapiramidale.
Agiscono a livello del Sistema Reticolare ed hanno una serie di effetti
centrali e periferici.
Come usare le acepromazine?
Si possono utilizzare da sole. Per qualsiasi via.
Però agiscono in modo sinergico con gli oppioidi, per questo
vi sarà maggiore sedazione ed analgesia quando siano
utilizzati in associazione.
Ipotensione
Ipotermia
Convulsioni
Perdita dei riflessi condizionati
Le fenotiazine possono essere combinate con analgesici narcotici in
associazioni chiamate neuroleptoanalgesia (NLA) , che ci permette di
avere analgesia combinata a sedazione e disinteresse per l'ambiente
circostante. Gli obiettivi descritti per la preanestesia sono raggiunti
quasi totalmente mediante l’uso di queste tecniche.
Somministrando i narcotici e le fenotiazine, gli effetti sono potenziati;
somministriamo una copertura analgesica preoperatoria e la componente
fenotiazinica contrasta l’azione emetica dei narcotici; inoltre vengono
potenziati gli effetti sedativi.
Utili nel pre e postoperatorio
Premedicazione ed induzione con fenotiazine.
(Dimensioni 2.503 KB - con modem da 56K - 5.83’, con ADSL 256 - 2.07’)
Sono bloccanti dei recettori dopaminergici e dei recettori alfa (agenti ipotensivi).
Alcuni pazienti della specie canina non rispondono alla somministrazione di
queste sostanze, ed è necessario ricorrere all’uso alternativo di altri farmaci.
Le principali
Nel cane, l’acepromazina blocca o previene le aritmie e la fibrillazione ventricolare
che possono verificarsi per effetto dell’alotano e delle catecolamine.
Nidosedans®, Tranquistress® ,Killitam®, Prequillan®)
Le caratteristiche generali di questo gruppo, che risultano importanti
nella pratica clinica sono:
Fenotiazine sono:
1. Acepromazina maleato.- (Calmo Neosan®, Calmosedan®, 2. Propionilpromazina.- (Combelen®)
3. Clorpromazina.-(Largactil®)
4. Metotrimeprazina.- (S.A. Immobilon®)
Tranquillizzazione e sedazione
l Antiemetico
l Antiadrenergico. Produce ipotensione
l Antistaminico
l Blocco colinergico. Previene le aritmie
l
5. Prometazina.- (Fenergan®)
6. Metoclopramide- (Metoclopramide Coridrato)
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Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
2.1 ACEPROMAZINA MALEATO (PREQUILLAN)
Le dosi di barbiturici o di altri gruppi farmacologici usati nell’induzione,
risultano molto ridotte se viene effettuata la preanestesia con
acepromazina.
È il tranquillante di scelta nella maggior parte dei casi di preanestesia
di molti animali, soprattutto nel cane.
Vie di somministrazione e dosi (iniettare sempre la minor dose possibile):
Le preparazioni commerciali segnalate si presentano o in flaconi multidose
ad una concentrazione di 10 mg/ml per somministrazione parenterale,
o sottoforma di pastiglie e sciroppo per una somministrazione orale.
Cane
I possibili effetti collaterali di questo farmaco sono dovuti principalmente
al blocco adrenergico, che causa ipotensione, vagotonia e
bradicardia. Quest’ultimo effetto può essere controllato con la
somministrazione di atropina.
-Per via EV: 0.005 - 0.02 mg/kg
Alcune razze come i boxer ed in generale gli animali brachicefali, sono
particolarmente sensibili, e possono andare incontro a collasso dopo
la somministrazione di questo farmaco, anche se a dosaggi ridotti.
È preferibile non impiegarla in pazienti ipovolemici ed ipotesi, che
devono essere rianimati precedentemente con gli opportuni interventi
di fluidoterapia.
In questa specie l’effetto sedativo è meno evidente, comunque si
possono somministrare le stesse dosi che nel cane, e le più utilizzate
sono 0.05-0.1 mg/kg per via IM, EV, (SC ha effetti meno prevedibili)
È consigliabile l’iniezione iniziale di acepromazina, attendere venti
minuti per ottenere l’effetto completo, e l’iniezione posteriore di
ketamina.
Non è stato dimostrato che l'acepromazina riduca la soglia di
eccitabilità del SNC, però si tende a ridurre la dose o a non utilizzare
questo farmaco in presenza di soggetti con anamnesi di epilessia o
quadri convulsivi. Se ne scosiglia l'uso, quindi, anche in animali sui
quali effettueremo mielografie, o nella premedicazione di interventi
chirurgici del S.N.C. come le laminectomie.
-Per via IM: 0.01 - 0.05 mg/kg
-Per via orale: 1 - 3 mg/kg
-Per via SC: come per via IM. Effetti meno prevedibili.
Gatto
Acepromazina.
In generale, gli animali di indole tranquilla rispondono meglio degli
animali eccitabili e violenti.
Le caratteristiche antiemetiche dell’acepromazina, frutto del suo
effetto bloccante dopaminergico, ne fanno un farmaco molto utile, non
solo nella premedicazione anestestica, ma anche per trattare quadri
di vomito ostinato.
Il suo utilizzo è inoltre indicato in viaggi lunghi, poiché tranquillizza
l’animale ed evita il vomito, e per contrastare gli effetti di altri farmaci,
unitamente ai quali può essere somministrata (neuroleptoanalgesia) .
La durata d'azione dell'acetilpromazina dipende dal dosaggio impiegato.
Ai dosaggi comunemente impiegati può variare dalle 3 alle 6 ore.
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Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
3 BENZODIAZEPINE
con concentrazioni di 2.5 e 10 mg ed in microclistere per la somministrazione
rettale.
Sono sostanze che agiscono a livello del sistema limbico, talamo ed
ipotalamo.
In base alla dose, abbiamo un effetto tranquillante, sedativo ed ipnotico, inoltre
producono rilassamento muscolare per il loro effetto sull’interneurone.
È poco idrosolubile, ha lunga emivita e scarsa clearance plasmatica.
La dose per la sedazione, nel cane oscilla tra 0.2-0.5 mg/kg iniettata per
via IV lentamente.
Reversibiltà degli effetti
Tutti gli effetti delle benzodiazepine possono essere antagonizzati, grazie al loro
antagonista competitivo, dinominato Flumazenil (Anexate), la dose raccomandata
del quale è 5-15 µg/kg per via IV.
Le principali Benzodiazepine sono:
1. Diazepam (Valium®)
2. Midazolam (Dormicum®)
3. Zolazepam (Zoletil®)
Se viene usato solo, il suo effetto tranquillante è molto scarso. Inoltre è un
potente anticonvulsivo, e questo lo rende il farmaco ideale in animali con
storia clinica di epilessia, o quando interveniamo sul S.N.C. come durante
mielografie o laminectomie. Inoltre, si utilizza nel trattamento dell’epilessia
per interrompere lo “status” epilettico. Se l'animale continua a manifestare
crisi epiletticheripeteremo l'iniezione finché l'animale non si sia calmato.
Al massimo si inietteranno 5 mg/kg/ora. A basse dosi (0.05-1 mg/kg)
si può utilizzare come ansiolitico nei problemi di comportamento, ed anche
per stimolare l’appetito, soprattutto nel gatto. Inoltre possiede un buon
effetto rilassante muscolare, per cui, a volte, pur avendo usato una
fenotiazina come tranquillante, al momento di somministrare l’agente
induttore (Ketamina, propofol, tiopentone) si possono aggiungere
0,2-0,3 mg/Kg di diazepam.
Nel cane e nel gatto i suoi effetti sono molto poco
evidenti quando viene somministrato come unico
agente. Anzi, se somministrato come unico agente,
frequentemente induce disforia ed eccitazione per un
effetto di disinibizione comportamentale. La sedazione
è minima, perciò si raccomanda di somministrarlo
sempre insieme ad altri farmaci, preferibilmente alla
ketamina, della quale compensa gli effetti negativi.
3.1 DIAZEPAM (VALIUM®, DIAZEPAM®) FLUMAZENIL (ANEXATE)
Probabilmente è la benzodiazepina meglio conosciuta per il suo potere ansiolitico
ed anticonvulsivo in medicina umana ed è anche molto usata come adiuvante
miorilassante in medicina veterinaria.
-
Rilassante muscolare
Diminuisce la quantità di anestetici generali
Anticonvulsivo
Sedativo postoperatorio
Quando lo utilizziamo in un protocollo convenzionale
di anestesia, iniettiamo in primo luogo un 25% della
sostanza di induzione, seguita dal diazepam, per
evitare così effetti di eccitabilità in questi animali.
Il diazepam è molto efficace per mantenere uno stato
di sedazione postoperatoria, ma è indispensabile
aver ottenuto una buona copertura analgesica. In
questo caso, la dose va da 0.5 a 1 mg/Kg iniettata
per via IV, lentamente.
Si presenta in una soluzione moderatamente viscosa in glicole propilenico
ad una concentrazione di 5 mg/ml, per iniezione IV. La somministrazione IM
produce dolore e l’assorbimento è variabile dovuto al solvente, per questo non
lo utilizzeremo mai per questa via.
Si può anche trovare sottoforma di compresse per somministrazione orale
Diazepam.
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Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
Altri utilizzi interessanti di questa sostanza sono quelli riferiti al suo grande
potere anticonvulsivo ed antiepilettico. In questi casi, si iniettano dosi da
1 a 5 mg/kg per via IV lenta.
Si raccomanda anche come medicazione preparatoria alla realizzazione di
mielografie.
Nel gatto si utilizza frequentemente insieme alla ketamina , con dose di 1-2
mg/kg, per contrastare gli effetti di quest’ultima sulla musculatura striata e
favorire un adeguato rilassamento muscolare e uno stato di tranquillità.
A livello cardiovascolare non ha molti effetti, anche se, a causa del glicole
propilenico, può produrre bradicardia ed ipotensione, per questo è consigliata
la somministrazione lenta. Lo stesso succede a livello respiratorio, dove ha
scarsi effetti.
È privo di effetto antiemetico.
Efetti del diazepam.
Si presenta per uso parenterale, ad una concentrazione di 5 mg/ml.
Il possibile effetto analgesico del midazolam è ancora oggetto di discussioni,
anche se si è dimostrato che, per via intradurale, produce analgesia
segmentaria nel cane.
Le
restanti
caratteristiche
che
abbiamo descritto per il diazepam
e per le benzodiazepine in generale,
sono applicabili al midazolam, e
mostrano come grande vantaggio il
suo rapido metabolismo, con effetto
ultrarapido e con rapida eliminazione;
per questa ragione, è l’ideale per
la somministrazione continua, ma può
provocare depressione respiratoria
per fenomeni di accumulo, così
come avviene per il diazepam, se
somministrato per via endovenosa come unico agente della premedicazione
può indurre disinibizione comportamentale ed effetti disforici.
(Dimensioni 5.051 KB - con modem da 56K - 11.76’, con ADSL 256 - 4.18’)
Le dosi che si raccomandano per il cane ed il gatto oscillano tra 0.1-0.2
mg/kg per qualsiasi via di somministrazione.
3.2 MIDAZOLAM
- Utile per via intramuscolare
- Non cardiotossico
- Rapido metabolismo
In virtù della sua idrosolubilità che lo rende altamente tollerato per via
parenterale, e con una biodisponibilità globale dell’80-85%, unitamente ad una
potenza superiore a quella del diazepam, costituisce un’alternativa valida per
l’utilizzo nei piccoli animali. Ha comunque una durata d'azione inferiore rispetto
al diazepam.
Non presenta problemi cardiovascolari, ma incrementa l’eccitazione.
Midazolam.
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Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
4 AGONISTI a2-ADRENERGICI
3.3 ZOLAZEPAM (ZOLETIL®)
È un benzodiazepina che fa parte di
una miscela commercializzata con il
nome di Zoletil® in Europa.
I principali Agonisti a2-Adrenergici sono:
Questa miscela è composta inoltre dalla
Tiletamina, agente dissociativo con
caratteristiche similari alla ketamina, ma
con potenza farmacologica superiore.
1.
2.
3.
4.
Xilazina (Rompun®, Seton®)
Medetomidina (Domitor®)
Romifidina (Romidys®)
Antagonisti a2 (Antisedan®)
4.1 XILAZINA (ROMPUN®, MEGAXILOR®)
Vedremo i suoi utilizzi clinici ed effetti nel paragrafo delle miscele di
preanestesia.
In virtù dell’azione depressiva sul SNC, che risulta dose-dipendente, la xilazina,
come anche gli altri a2agonisti, è in grado di determinare tranquilllizzazione,
sedazione ed ipnosi molto vicina all’anestesia generale, inoltre, per la depressione
del SNC, si verifica anche una discreta analgesia ed il suo effetto miorilassante
è dovuto ad un’inibizione della trasmissione interneuronale degli impulsi
nervosi all’interno del SNC a livello midollare, nell’interneurone, senza blocco
neuromuscolare periferico.
Questa sostanza presenta una grande
soggettività in base alla specie; i
ruminanti hanno bisogno di dosi dieci
volte inferiori rispetto al resto degli
animali.
È sottoposta a metabolismo epatico
ed escrezione renale.
La frequenza respiratoria scende
e, in alcuni casi, si può verificare
depressione
respiratoria
ed
acidosi moderata. Sembra che
questo effetto sia dovuto ad una
broncodilatazione, che non sempre
si verifica.
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Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
La xilazina, per effetto simpaticolitico, porta a ipotensione e bradicardia, con
una diminuzione del rendimento cardiaco.
Non si deve utilizzare in animali cardiopatici, e neppure quando vi sia insufficienza
renale, in quanto l’ipotensione può aggravarle, oltre a non riuscire ad eliminare
la sostanza stessa.
A livello digerente, produce vomito nei piccoli animali, tanto da essere utilizzata
per produrre emesi nel gatto. Può anche causare diarrea.
Il suo uso è controindicato durante l’ultimo terzo della gestazione e nelle
tecniche di trapianto di embrioni, in quanto può provocare aborti per la
stimolazione di contrazioni uterine.
4.2 MEDETOMIDINA (DOMITOR®) DEXMEDETOMIDINA (Dexdomitor®)
Concepita per piccoli animali: cane, gatto ed esotici. Causa depressione del
S.N.C. in quanto stimola i recettori a2 adrenergici presinaptici centrali e periferici.
Questo farmaco produce una depressione del SNC dose-dipendente
come già sottolineato precedentemente.
È maggiormente lipofila, perciò è eliminata più rapidamente. Inoltre è
maggiormente selettiva per i recettori a2 adrenergici, per questo ha un’azione
più specifica e minori effetti collaterali.
Nel cane si raccomanda di usare un dosaggio compreso tra 2 e 20 µg/kg per
via IM, IV o SC., in base al grado di sedazione richiesto. La dose minima per
ottenere discreta analgesia è >10 ug/kg
Vie di somministrazione e dosi
Una dose di 40 µg/kg per via IM o
IV apporta una profonda sedazione
che può durare fino a 2 ore, ed il
tempo di analgesia è compreso
tra 2 e 2.5 ore, superando così
di molto quello della xilazina. Questa
analgesia è molto potenziata dall’uso
di benzodiazepine o narcotici.
Si può utilizzare per tutte le vie. IM, IV o sottocutanea, anche epidurale.
Cane e Gatto 1 a 3 mg/kg
Ruminanti Cavallo
0.05-0.2 mg/kg
1.1 mg/kg
Il suo uso nella premedicazione riduce il consumo di altri anestetici di un 40-80%.
Il riflesso palpebrale è lievemente
presente o non si presenta durante
il momento di massimo effetto di
questo farmaco.
Nel cavallo si può utilizzare nel trattamento della colica, in quanto tranquillizza
l’animale e gli fornisce un buon effetto analgesico.
Sedazione nel cane e nel gatto
L’intervallo del dosaggio va da 1 a 3 mg/kg per via IM, comprendendo che
gli effetti sono dose-dipendenti
Con una dose di 1 mg/kg IM il vomito di solito compare dopo pochi minuti.
La frequenza
cardiaca
può
scendere fino a valori al di sotto del 50% rispetto al valore basale , e non è
infrequente avere delle frequenze cardiache con valori inferiori ai 40 battiti
al minuto dopo 10-20 min. dalla somministrazione IM e dopo 1-2 minuti. se si
somministra IV, e rimane stabile su questi valori durante il tempo d’azione, così
da avere una bradicardia sinusale.
È anche frequente la comparsa di blocchi atrio-ventricolari di primo o secondo
grado.
La pressione arteriosa tende ad aumentare già durante i primi 10 minuti,
ed in seguito può diminuire, fino a valori lievemente inferiori a quelli originari.
In combinazione con altri farmaci
È frequente miscelare la xilazina (1-2 mg/kg) con la ketamina (4-6 mg/
kg) per ottenere una sedazione profonda o l’anestesia nel gatto.
I dati riferiti al respiro indicano che si mantiene attorno a 10-20 / min., con
valori superiori al 90% per la saturazione arteriosa di ossigeno (SaO2).
Non utilizzare in animali con sospetta cardiomiopatia.
In alcuni casi, si può osservare colorazione cianotica delle mucose, dovuta però
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Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
al rallentamento della circolazione a livello periferico, e non al.....di ossigenazione
La concentrazione espiratoria finale di CO2 (ETCO2), si mantiene su
valori normali: 35-45 mm Hg, indicando una buona ventilazione alveolare.
Alcune miscele utili sono:
l
I gatti sono più resistenti e richiedono dosi superiori, da 20 a 80 µg/kg.
In questa specie è descritto l’utilizzo di ketamina e di medetomidina
rispettivamente a dosi di 2-5 mg/kg e 50-80 µg/kg somministrate nella stessa
siringa per via IM.
L’ anestesia ottenuta con questa miscela produce un buon rilassamento
muscolare ed analgesia con i minimi effetti collaterali.
Le differenze rispetto all’utilizzo della xilazina nella miscela sono la riduzione
della dose di ketamina e l’allungamento del tempo di anestesia.
4.3 ROMIFIDINA (ROMIDYS®, SEDIVET®)
Le sue caratteristiche generali
assomigliano a quelle della
medetomidina,
ed
hanno
antagonisti comuni. Come
la medetomidina, presenta
un’affinità
specifica
per
i recettori alfa2 agonisti.
Nonostante ciò, il suo legame
al recettore si forma in modo
più lento e progressivo, per
questo l’inizio dell’effetto è
più tardivo. Questo si traduce
anche in un effetto più lento e
duraturo rispetto alla xilazina.
Le dosi descritte sono di 80
µg/kg nel cane e di 200 µg/
kg nel gatto, con possibilità di
somministrazione per qualsiasi
via (IV, SC, IM). Con l’impiego
di queste dosi, si ottiene
una sedazione adeguata per
manovre in animali nervosi
o aggressivi. Per interventi
più dolorosi si può utilizzare
in combinazione con altri
anestetici.
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l
l
Romifidina 200 µg IM + Ketamina 10 mg/kg: combinazione utile per
interventi di chirurgia minore nel gatto. Si consiglia di somministrare la
romifidina 10 minuti prima della ketamina per ridurre gli effetti di eccitabilità
di quest’ultima.
Romifidina 80 µg IM + Ketamina 5 mg/kg: utile per l’induzione
dell’anestesia nel cane o per manovre minori (suture di ferite,…). Si consiglia
di somministrare la romifidina 10 minuti prima della ketamina per ridurre gli
effetti di eccitabilità di quest’ultima.
Romifidina 80 µg IM + Propofol 2 mg/kg (10 minuti dopo la
somministrazione della romifidina): per l’induzione dell’anestesia , si
può continuare con l’anestesia inalatoria.
Le controindicazioni descritte per la romifidina sono le stesse degli altri alfa2 agonisti. A causa del suo effetto sul sistema cardiovascolare, va evitata in
pazienti cardiopatici e in pazienti in shock. Si sconsiglia inoltre in pazienti con
insufficienza renale (presenta escrezione renale), nei diabetici (per il suo effetto
iperglicemizzante) e nelle femmine durante la gestazione.
4.4 ANTAGONISTI a2
Sono farmaci che antagonizzano in modo specifico tutti gli effetti
delle sostanze studiate precedentemente, nonostante la loro utilizzazione sia
principalmente limitata all’applicazione dopo medetomidina e dexmedetomidina.
Tra questi, l’Atipamezolo si dimostra molto più specifico della yohimbina o
dell’idazoxan.
L’ atipamezolo, è commercializzato attualmente con il nome “Antisedan®”.
Atipamezolo. Antisedan®.
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Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
L’antagonismo degli effetti è molto rapido nel cane. Una volta terminato
l’intervento diagnostico o chirurgico sotto gli effetti di medetomidina, o
dexmedetomidina, si l’Atipamezolo ad una dose in volume pari a quella
utilizzata per l’agonista.
Gli effetti appaiono nel giro di 3-7 minuti, quando gli animali iniziano a svegliarsi,
la frequenza cardiaca e respiratoria aumentano, e viene adottato il decubito
sternale. Il cane è quindi in grado di camminare.
A causa della velocità d’azione del farmaco, se abbiamo lavorato sul tavolo
operatorio o d’esplorazione, conviene iniettarlo con l’animale a terra, o dentro
una gabbia, per prevenire incidenti, in quanto l’animale può cercare di saltare
in modo violento, con il rischio di causarsi lesioni.
I valori della frequenza cardiaca non tornano ai livelli ottenuti nell’esplorazione
preanestestetica prima di 4-5 ore, anche se raggiungono valori molto simili 1-5
min dopo la somministrazione di Atipamezolo.
Il periodo di tempo necessario per completare il recupero dopo l’uso
dell’antagonista decresce mano a mano che ci distanziamo dal momento di
somministrazione della medetomidina o della xilazina.
Questo è dovuto al fatto che, con il passare del tempo, una certa quantità
del farmaco agonista è già stata metabolizzata, e per questo, è richiesta
una dose inferiore di atipamezolo per antagonizzare i suoi effetti. Per questo,
per interventi che durino più di 1,5 ore, per esempio, la dose di Atipamezolo
necessaria sarà inferiore a quella indicata.
Viene perso anche l’effetto analgesico analgesico, pertanto risulta necessario
poter gestire l'analgesia post-operatoria con altri farmaci specifici.
5 ANALGESIA
Il significato letterale di analgesia è "assenza di dolore", ma clinicamente è la
riduzione dell’intensità del dolore che viene percepito.
Il dolore può essere definito come un’esperienza sensoriale o emozionale
sgradevole associata ad un danno tessutale reale o potenziale.
Dobbiamo trattare il dolore per due motivi:
Motivo ETICO: Come veterinari siamo responsabili del benessere degli
animali da compagnia.
l
Motivo MEDICO: Se applichiamo un trattamento preventivo del dolore
durante la chirurgia, nell'ambito di un corretto approccio di anestesia
bilanciata multimodale, si potrà significativamente ridurre la quota dei
vari farmaci anestetici, sfruttandone il loro effetto sinergico, e riducendo
al contempo la loro dose totale, a tutto vantaggio di un miglior equilibrio
del sistema neurovegetativo e di una minore tossicità dei sistemi vitali
dell'organismo.
l
Un trattamento analgesico dopo la chirurgia ridurrà una serie di risposte
somatiche e viscerali che miglioreranno la capacità di recupero dei nostri
animali.
5.1 MECCANISMO DEL DOLORE
Ha un’azione prolungata, per cui si assicura che, una volta iniettato, blocca gli
a2 per il tempo sufficiente per il loro metabolismo completo.
Il dolore è prodotto da una ricezione dello stimolo da parte dei nocicettori. La
nocicezione comprende la trasduzione, conduzione e processazione degli stimoli
captati dai nocicettori al sistema nervoso centrale, e passa per le seguenti fasi:
Nel gatto si consiglia una dose di Atipamezolo 1-4 volte superiore alla dose
della medetomidina precedentemente somministrata per antagonizzare i suoi
effetti, in base al grado di sedazione residuo che ci interessa mantenere.
A. Trasduzione
Gli effetti secondari che possono manifestarsi in questa specie sono similari a
quelli che si manifestano nel cane, e sono:
l
l
l
Iperattività
Vomito occasionale
Tremore muscolare
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Consiste nella trasformazione dell’energia fisica (che può essere meccanica,
termica o chimica) in attività elettrica. Esempi di stimoli nocicettivi sono il
calore, l’ischemia, la distensione e traumatismi fisici come un taglio con il
bisturi, e chimici, dovuti ad un traumatismo dei tessuti, o prodotti dai mediatori
dell’infiammazione, come le prostaglandine, bradichinine, leucotrieni, istamina,
enzimi proteolitici, ioni potassio e serotonina.
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Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
B. Trasmissione
Il dolore viene trasformato in uno stimolo nervoso ed è trasportato da una
catena costituita almeno da tre neuroni, un neurone sensoriale situato nel tessuto
periferico, un neurone nel midollo spinale che trasferisce l’informazione al cervello,
ed un altro neurone a livello encefalico che dà la coscienza della sensazione di
dolore.
Vi sono due tipi di neuroni sensoriali che trasmettono l’impulso al midollo
ed al cervello. Le fibre A delta permettono di localizzare l’origine del dolore.
Trasmettono un dolore pungente e specifico, sono neuroni lunghi, mielinizzati,
e trasmettono rapidamente l’informazione. Gli altri neuroni sono corti e non
mielinizzati, sono le fibre C, e trasmettono un dolore difficile da localizzare,
trasmettono sensazioni dolorose sorde, smorzate.
Crediamo che il dolore somatico che proviene dalla cute, dal tessuto sottocutaneo,
da muscoli, ossa ed articolazioni si trasmetta sia attraverso le fibre A , sia
attraverso le fibre C. Il dolore somatico si localizza in modo semplice, ed è
pungente. Il dolore viscerale che proviene dagli organi interni è trasmesso solo
attraverso le fibre C, e si caratterizza per essere diffuso e bruciante. I due tipi
di neuroni entrano nel midollo spinale tramite il corno dorsale.
Avviene nel midollo spinale, concretamente nelle corna dorsali, ed anche nel cervello.
L’informazione che arriva può essere stimolata o inibita. Inducono stimolazione
la sostanza P, l’aspartato ed il glutammato, ed i recettori per le prostaglandine.
Il GABA (Acido gamma ammino butirrico), i recettori oppioidi mu (m), kappa (k) e
delta (d), gli a2, l’ adenosina e la serotonina, inducono inibizione.
D. Percezione
Una volta modulata, l’informazione passa al cervello, attivando diversi centri
mentre arriva alla corteccia, come a livello di talamo, ipotalamo, mesencefalo,
sistema reticolare attivato e sistema limbico. Il dolore diventa cosciente, ed
inoltre vi saranno:
l
Modifiche neuroendocrine come iperglicemia ed incremento di cortisolo,
epinefrina e norepinefrina
Modifiche del comportamento (attivazione del sistema limbico) per paura,
ansia, lotta, stato di estasi, affanno.
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Oltre a questi quattro passi chiave nella recezione ed integrazione del dolore,
vi è un altro fattore che influisce: il danno tessutale, che va a liberare ACIDO
ARACHIDONICO, che modificherà qualsiasi comportamento legato al dolore.
L’acido arachidonico si converte a prostanoidi mediante l’enzima ciclossigenasi.
I prostanoidi sono mediatori dell’infiammazione ed hanno funzioni molto
importanti relazionate con il dolore:
Amplificano gli input nocicettivi e li trasmettono al midollo dai nervi
periferici.
l
Influiscono sul decorso nocicettivo spinale, stimolando i neuroni ed
aumentando la liberazione di neurotrasmettitori, per incrementare l’impulso.
l
Meccanismo del dolore.
CONSEGUENZE DEL DOLORE
C. Modulazione
l
Le alterazioni neurovegetative del sistema simpatico, come tachicardia,
ipertensione, dilatazione pupillare, piloerezione. Cambiamenti del
parasimpático nella minzione e nella defecazione.
l
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Il dolore produce una serie di risposte somatiche e viscerali, che
portano all’anoressia, all’insonnia, alla fatica muscolare. Inoltre gli
stimoli nocicettivi alterano l’organizzazione del Sistema Nervoso
Centrale, producono un’ipersensibilità neuronale, ed incrementano gli
stimoli efferenti, producono un’iperalgesia, e, in base a questo, è più
interessante che l’organismo non avverta i primi stimoli nocicettivi che si
sono prodotti all’inizio. Questo ci porta all’ANALGESIA PREVENTIVA. Ci si
riferisce all’applicazione di tecniche analgesiche prima dell’esposizione
allo stimolo doloroso, in quanto quando lo stimolo doloroso arriva, si
verificano nel midollo spinale ipersensibilità e modifiche neuroplastiche
che inducono alodinia (dolore in seguito a stimoli che normalmente
non inducono dolore) ed iperalgesia (risposta aumentata a stimoli che
normalmente non inducono dolore).
Possiamo realizzare l’analgesia agendo su uno qualsiasi dei quattro punti
percorsi dallo stimolo doloroso fino a diventare cosciente, ed inoltre
possiamo agire su questo percorso in più di un passaggio, è quello che
si dice analgesia bilanciata, che consiste nell’applicazione di più di un
analgesico per modificare il processo di nocicezione.
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Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
TRASDUZIONE
Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
SEGNI DEL DOLORE. RISPOSTE COMPORTAMENTALI AL DOLORE
Anestetici locali:
- Infiltrazioni
- Intravenosi
- Intrapleurici
- FANS e oppioidi intra-articolari
TRASMISSIONE
Anestetici locali:
- Nervi periferici
- Plessi nervosi
- Iniezione epidurale o subaracnoidea
MODULAZIONE
GATTO
Vocalizzazione
Gemiti, grugniti
Gemiti, lamenti, grugniti
Espressione facciale Sguardo fisso, vitreo
Fronte aggrottata, strabismo
Postura
Protegge la ferita,
generalmente decubito laterale
Protegge la ferita;
generalmente sternale.
Inquieto con movimenti limitati.
Movimenti limitati o
stereotipati
Agressività , diffidenza, paura
o timidezza
Cerca di nascondersi o si
mostra aggressivo
Diminuito
Diminuito
Minzione
e defecazione
Minzione aumentata o
ritenzione urinaria
Non usa la cassettina
Aspetto
esterno
(soprattutto nel
dolore cronico)
Perdita di lucentezza del pelo
Non si toeletta
Risposta alla
palpazione
Protezione, morsi,
vocalizzazioni, si retrae, si
orienta nello spazio.
Protezione, morsi, graffi,
vocalizzazione, si retrae;
tendenza alla fuga
Oppioidi sistemici o epidurali
a2-agonisti
Cerotti di fentanil
FANS
PERCEZIONE
RISPOSTA AL DOLORE CANE
Stato mentale
Appetito
Anestesia generale
Oppioidi sistemici
a2-agonisti
Uno degli impedimenti al trattamento efficace degli animali con dolore è il
riconoscimento del dolore. Per una corretta valutazione del grado di dolore e
sofferenza dei nostri animali, sarebbe opportuno seguire le indicazioni fornite
dalle scale del dolore di cui ne esistono diverse tipologie sia per cani che per
gatti. per informazioni più dettagliate si rimanda al sito ufficiale del Centro di
Studio del Dolore Animale (CESDA) dell'Università degli sudi di Perugia: http://
centri.unipg.it/cesda È difficile
per i veterinari stabilire il grado
PERCEZIONE
di dolore che provano i nostri
Anestesia generale
Oppioidi
Alfa2-Agonisti MODULAZIONE
animali, perciò ci baseremo sul
Oppioidi
comportamento degli animali nel
Alfa2-Agonisti
FANS
post-operatorio e sulla quantità di
anestetici di cui avremo bisogno
durante la chirurgia, il che ci
TRASMISSIONE
Anestetici locali
porterà a classificare gli interventi
dai più dolorosi fino ai meno
dolorosi per quanto riguarda l’uso
TRASDUZIONE
Anestetici locali
degli analgesici.
FANS
Oppioidi
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Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
GRAVITÀ DEGLI INTERVENTI
Sedazione
Chirurgia minore
Chirugia moderata
Chirurgia maggiore
(Dolore fastidioso)
(Dolore medio)
(Dolore moderato)
(Dolore grave)
Radiografia
Pulizia di ferite
Cataratte
Distensione della
vescica
Cateterizzazione
uretrale
Cistotomie
Uretrostomia
perineale
Cateterizzazione I.V.
Endoscopia con
biopsia
Togliere punti
Bendaggi
Lacerazioni
superficiali
Trattamento di
otoematomi con
punzione.
Ulcere corneali
Riduzione chirurgica
di fratture
Cesarei
Pancreatite
Orchiectomia
Ovarioisterectomia
Pulizia/estrazione
dentale
Collocazione
fissatori esterni
Amputazione
dell’arto toracico o
pelvico
Eliminazione di
ascessi
Mastectomia
Nodulectomia
Estrazione corpi
estranei
Fratture stabilizzate
di radio/ ulna o
tibia/perone
Laparotomie
craniche
Enucleazione /
eviscerazione
segnale dolorifico ai nuclei centrali. Riassumendo, gli oppioidi occuperanno
nell’organismo recettori preparati per essere occupati da sostanze propriamente
prodotte dall’organismo. Possono agire a livello della trasduzione, nel sito dove
si è ricevuto l’impulso, come le articolazioni, a livello della modulazione, cioè
nel midollo spinale e corrisponderebbe ad un’inibizione dello stimolo afferente
affinché arrivi con minor intensità al S.N.C., e, infine, a livello di percezione,
riducendo l’attività della corteccia cerebrale.
Recettori oppiacei. Ne esistono quattro tipi, ed ognuno produce un effetto
differente in base alla sostanza dalla quale viene occupato: mu, kappa, delta
e sigma.
Esistono quattro tipi di oppioidi:
Gli agonisti
l
Gli antagonisti
l
Gli agonisti-antagonisti o agonisti parziali.
l
Maxillotomia
l
Laminectomie
Ablazione del
condotto auditivo
Toracotomia
5.2 SOSTANZE ANALGESICHE
Gli agonisti parziali.
Gli agonisti hanno una funzione più pura, questo è dovuto all’occupazione
dei recettori mu e kappa. Producono principalmente analgesia e sedazione
del SNC. Gli antagonisti bloccano od antagonizzano gli effetti degli agonisti,
e gli agonisti-antagonisti si combinano con i recettori oppioidi e producono
attivazione parziale o completa, in base al recettore di cui si tratti. Possono
comportarsi come antagonisti per il fatto di avere maggiore affinità per il
recettore rispetto ad un agonista puro utilizzato in precedenza.
Gli agonisti puri sono la morfina, il metadone, meperidina o petidina e fentanil
e suoi derivati.
5.2.1 OPPIOIDI
Sono qualsiasi droga, naturale o sintetica, che possegga attività come quelle
degli oppiacei, ed eserciti il proprio effetto interagendo con i recettori oppiacei
della membrana cellulare, simulando gli effetti dei peptidi endogeni responsabili
di modulare la nocicezione o il riconoscimento del dolore.
Gli agonisti-antagonisti sono il butorfanolo. Gli agonisti parziali sono la
buprenorfina.
Gli oppioidi hanno siti specifici nel cervello e nel midollo spinale, e recettori
periferici nei tessuti infiammati sono stati identificati a livello di cuore, rene,
tratto gastrointestinale, ghiandole surrenali e capsule articolari. Il talamo e la
corteccia cerebrale hanno un’alta densità di recettori. Gli analgesici oppiacei
attivano o deprimono i recettori centrali, ed inibiranno la trasmissione del
Azioni generali:
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Sistema Nervoso Centrale. Producono depressione da minima a
moderata, potenziata dall’uso di tranquillanti, soprattutto acepromazina
ed altri anestetici. Una depressione maggiore è prodotta dagli agonisti
puri, seguiti dal butorfanolo, e per ultima la buprenorfina.
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Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
A livello del SNC, quando si verifica un sovradosaggio, si produce una
sovraeccitazione; questo succede spesso in umana, e quasi mai in veterinaria,
unicamente nel gatto si osservano fenomeni di eccitazione quando si usa la via IV
o IM, crediamo che sia per un assorbimento rapido ed un mancato adattamento
del SNC alla nuova situazione. Questo si evita con la via sottocutanea o con
il concomitante impiego di un sedativo (neuroleptoanalgesia) e si verifica solo
con gli agonisti puri.
Inoltre, per la loro azione sul SNC, producono vomito, nausea, ed affanno per
l’attivazione dalla zona Tigger. Succede con gli agonisti puri, preferibilmente
con la morfina, quando si inietta in animali svegli; l’utilizzazione previa di
acepromazina è una buona scelta.
A livello cardiovascolare, hanno scarsi effetti, sia sulla forza contrattile del
miocardio, sia sulla pressione arteriosa, che sulla gittata cardiaca.
A livello respiratorio, causano depressione, soprattutto in animali depressi
o anestetizzati. Causano un incremento di CO2 in quanto riducono l'azione dei
centri respiratori bulbari e attenuano la risposta dei chemorecettori periferici
carotidei ed aortici, pertanto l’apparato respiratorio non può rispondere a questo
incremento di CO2 né con un aumento della frequenza, né con un incremento
della profondità. Questo determina ipoventilazione ed acidosi respiratoria. A
differenza di quanto accade nell'uomo, però, queste sostanze sono meglio
tollerate nei nostri animali, e la depressione respiratoria è evidente solo ad alte
dosi o se associamo gli agonizti puri, specialmente il fentanil, ad altri anestetici.
Azioni generali degli oppioidi.
Agonisti-antagonisti
1. Butorfanolo
Agonisti parziali
2. Buprenorfina
Antagonisti
1. Naloxone
5.2.1.1 OPPIOIDI AGONISTI PURI
Sono i farmaci più efficaci per il trattamento del dolore moderato e grave.
Comportano una risposta analgesica massima, diversamente dagli agonisti
parziali, che non possono raggiungere una risposta massima aumentando la
dose. Occupano tutti i recettori e presentano tutti gli effetti. Sono la morfina,
codeina, ossimorfone, meperidina, fentanil, etorfina e metadone.
I principali agonisti puri sono:
l
l
l
l
Morfina (Morfina Braun®)
Petidina cloridrato (Molteni)
Fentanil (Fentanest®, Durogesic®)
Metadone (Eptadone®)
5.2.1.1.1. MORFINA
Oppioidi agonisti puri
È il prototipo dell’oppioide. Ha effetti mu a livello prespinale, e kappa a livello
spinale. Si usa nella preanestesia per produrre analgesia con sedazione potenziata
con un tranquillante come l’acepromazina, diazepam o midazolam. Può anche
essere utilizzata per il trattamento del dolore postoperatorio intenso, inoltre ha
un effetto prolungato (fino a 24 ore) con iniezione epidurale.
1. Morfina
2. Meperidina-petidina
3. Metadone
4. Fentanil
5. Alfentanil
Analgesico preoperatorio + Acepromazina o Midazolam
6. Sulfentanil
Analgesico postoperatorio, incrementando la dose, incrementiamo
l’effetto analgesico
7. Remifentanil
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Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
È agonista puro, con affinità mu e kappa, che viene usato nel cane e nel gatto.
Altri dosaggi:
Buon effetto analgesico con depressione respiratoria, riduce la sensibilità del
centro respiratorio al CO2 senza effetti sul cuore, anche se può produrre
ipotensione negli animali in decubito. Questi effetti, adottati dalla medicina
umana, non sono costanti nel cane. Per via EV può indurre liberazione di
istamina, vasodilatazione periferica e ipotensione.
SC. IM Cane 0.3 a 1 mg/kg
È economica ed efficace nel trattamento del dolore da moderato a grave.
Si può somministrare per qualsiasi via, orale, IM, SC, intrarticolare, epidurale,
anche IV. Con somministrazione intrarticolare ed epidurale mantiene il suo
effetto per 24 ore a causa della sua bassa solubilità.
Nel gatto, la dose usata per il cane, o la somministrazione I.V., possono causare
ipotensione, vasodilatazione, prurito, bradicardia e vomito per liberazione di
istamina. Nel gatto si verificherà midriasi e nel cane miosi. Per questo, nel gatto
dobbiamo iniettarlo sempre per via sottocutanea e ridurre la dose.
SC. IM Gatto 0.1 a 0.3 mg/kg
Solo nel cane: IV 0,1-0,2 mg/kg diluito in 30 mL di SSF soluzione fisiologica
salina, iniettarlo lentamente, per evitare liberazione d'istamina, seguito da
infusione continua, da 0.1 a 1 mg/kg/ora EV
Dopo una chirurgia traumatologica, si possono iniettare o depositare per
via intrarticolare da 0.1 a 0.3 mg/kg diluita in SSF (soluzione fisiologica
salina), collocando un laccio emostatico per dieci minuti. Possiamo aggiungere
bupivacaina 0.5% 1mL/4.5 kg.
Dolore post-operatorio:
Come effetto secondario, nel cane può dare vomito, contrastabile con
0.02 mg/kg di acepromazina dieci minuti prima della morfina. Se non vi è
dolore, può produrre una certa euforia.
Nel cane si può scegliere la via intravenosa iniettando da 0.1 mg/kg a 0.5 mg/
kg in 3-5 minuti e ripetere la dose finché l’animale non avverta più dolore, e si
può continuare con infusione continua di 0,1-0,5 mg/kg/ora EV.
L’ iniezione IM prolunga l’effetto ed evita il rischio di ipotensione che si può
creare con la somministrazione di morfina per via EV.
Tale disforia può essere facilmente controllata con la somministrazione di
medetomidina (1-4 ug/kg EV) o Dexmedetomidina (1-2 ug/kg).
Ai gatti non somministreremo mai morfina IV, inoltre la via sottocutanea presenta
minor incidenza di stati di eccitazione, disforia e vomito rispetto alla via intramuscolare.
Morfina epidurale 0.1 mg/kg nel cane e da 0.05 a 0.1 mg/kg nel gatto, da
diluire fino a 0.3 mL/kg di soluzione fisiologica. Volume massimo 6 mL/cane
e 1.5 mL/gatto. Dev’essere morfina che non contenga conservanti come la
formalina che può durare per 12-24 ore dopo la somministrazione.
CANE: DOSE ABITUALE 0.1-0,4 mg/kg IM o SC
GATTO: DOSE ABITUALE 0.1 mg/kg SC
5.2.1.1.2.
MEPERIDINA-PETIDINA
Oppioide sintetico. Si può usare come analgesico preanestetico. La via
migliore è quella sottocutanea, per via intramuscolare produce dolore e per
via intravenosa produce ipotensione per rilascio d'istamina. Non è frequente
usarla come analgesico post-operatorio, in quanto ha scarso potere analgesico
(10 volte inferiore alla morfina) e breve durata d’azione. Si può utilizzare
con acepromazina ed atropina nella preanestesia, o con FANS, in quanto la
meperidina agisce prima (in 10 minuti) e il FANS impiega 30 o 60 minuti. Dose
di 5 mg/kg, nel cane e nel gatto.
Efetto analgesico inferiore alla morfina ma di eccellente uso pre-operatorio
quando proseguiamo con iniezioni intra-operatorie di agonisti puri come il
fentanil.
Morfina, Molteni
Petidina, Molteni
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Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
6.2.1.1.3. FENTANIL (FENTANEST®, DUROGESIC®)
CANE
È un analgesico più potente della morfina (100-150 volte), ma di azione più
breve, circa 15-30 minuti. Nome commerciale Fentanest®. Se si utilizza durante
la chirugia, riduce il consumo di anestetici inalatori fino a un 60%.
Neuroleptoanalgesia: IM o IV 5-10 µg/kg. Fino a 20 µg/kg.
Si usa anche in cerotti per il trattamento post-operatorio. Durogesic®.
Infusione continua 3-30 µg/kg/ora IV
Bolo iniziale 3-5 µg/kg IV
GATTO
Bolo iniziale 5 µg/kg IV
Infusione continua 12-24 µg/kg/ora IV
USO POST-OPERATORIO
Fentanil. Fentanest®
A livello del sistema nervoso centrale produce profonda depressione ed
analgesia.
CEROTTI
Gatti e cani < 7 kg
25 µg/ora
A livello cardiovascolare produce bradicardia vagomediata controllabile con
atropina, ma non riduce la gittata cardiaca né la pressione arteriosa.
Cani
7-20 kg
50 µg/ora
Cani
20-30 kg
75 µg/ora
Cani
> 30 kg
100 µg/ora
A livello respiratorio induce depressione dose-dipendente ed in particolare
se mescolato con altri prodotti depressori, aumenta la depressione, producendo
normalmente arresto respiratorio, con dosi da induzione di pentothal o dosi
normali di anestetici volatili. Non succede lo stesso se lo impieghiamo in una
neuroleptoanalgesia, in quanto non vi è l’effetto depressore degli anestetici.
Durante la chirurgia, è impiegato in infusione continua (CRI) o in boli ripetuti.
Un secondo utilizzo è nella neuroleptoanalgesia, quando sospettiamo
ipotensione in un paziente ipovolemico, per anestesie di pazienti con torsione
gastrica, peritonite, emoperitoneo. In questi animali si possono evitare sostanze
di induzione come il tiopentale o il propofol, che aggraverebbero l’ipotensione.
Combiniamo quindi nell’iniezione venosa il fentanil con il diazepam o il
midazolam, per permettere l’intubazione.
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Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
I cerotti, per agire, hanno bisogno di 4-12 ore nel gatto e di 12-14 ore nel
cane, per questo, se vogliamo un effetto durante l’intervento chirurgico, lo
applicheremo 6 ore prima nel gatto, e 12 ore prima nel cane. Il sito di
applicazione è il collo, precedentemente rasato. Il cerotto può essere ritagliato
per essere utilizzato in animali di taglia molto piccola. Se vogliamo potenziare
l’analgesia dopo la chirurgia, non va somministrato butorfanolo, useremo
sempre un agonista puro o un FANS .
Possiamo applicare cerotti negli interventi chirurgici che pensiamo che possano
essere dolorosi, soprattutto durante il recupero, come nelle toracotomie, chirurgia
ortopedica, chirurgia oncologica estesa, chirurgia dell’orecchio, laminectomie e
traumatismi estesi.
5.2.1.1.4. METADONE
Ha gli stessi effetti della morfina. È un composto
di sintesi, e nelle persone induce meno dipendenza
rispetto ad altri narcotici. Nella specie canina
produce una buona analgesia ed è molto utile per
la neuroleptoanalgesia.
Metadone. Eptadone®
5.2.1.2 AGONISTI-ANTAGONISTI
5.2.1.2.1 BUTORFANOLO (TORBUGESIC®, DOLOREX®)
È un analgesico che ha un potere da 3 a 5 volte superiore rispetto a quello
della morfina. Stimola i recettori kappa, come agonista puro, producendo
un grado variabile di analgesia e sedazione, ed inoltre in grado di legarsi
ai recettori mu, li occupa ma senza svolgere effetto, e, se in seguito diamo
un agonista puro, siccome i recettori sui quali dovrebbe agire sono occupati,
non otteniamo l’effetto desiderato. Produce scarsa depressione respiratoria,
sedazione e disforia rispetto agli agonisti puri completi. Anche la diminuzione
del ritmo cardiaco, della pressione arteriosa e la gittata cardiaca sono inferiori
che con la morfina. Inoltre produce molta meno depressione del S.N.C., anche
se superiore rispetto alla buprenorfina. Il suo principale limite risiede nel costo
estremamente elevato rispetto agli effetti analgesici che è in grado di fornire.
Presenta efetto antagonista sui recettori mu, ma 50 volte meno rispetto al
Naloxone®, ed a una dose molto elevata. Per questo effetto antagonista non è
consigliabile mescolarlo con morfina o cerotti di fentanil.
È utile per il trattamento del dolore da lieve a moderato, viscerale e soprattutto
addominale alla dose di 0.2-0.4 mg/kg, però manifesta scarsa efficacia nel
dolore ortopedico, nel quale, anche se aumentiamo molto la dose, presenta
una soglia di attività massima: arrivati a questa, non miglioriamo più l'analgesia
(=effetto tetto).
Le vie di somministrazione abituali sono la IV, IM o SC. Impiega circa 30 minuti
per agire, ed il suo effetto dura da 1 a 4 ore in base alla dose impiegata.
Dobbiamo prestare attenzione, perchè finisce l’effetto analgesico mentre si
mantiene la depressione del S.N.C. producendosi così una falsa analgesia. Nel
cane si possono usare da 0.25 a 0.26 mg/kg e nel gatto 0,1-0,6 mg/kg. Lo
possiamo anche somministrare in infusione continua, da 0.2 a 0.4 mg/kg/ora.
Dose nel cane: IM o IV 0.2-0.5 mg/kg. Dura 4 ore.
Utilizzato a 0.25 mg/kg nel preoperatorio, riduce il consumo di Isoflurano del
30% circa.
Per via epidurale è stata dimostrata tossicità nella pecora, ma non nel resto
delle specie.
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Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
5.2.1.2.2. BUPRENORFINA (BUPREX®)
5.2.1.3 ANTAGONISTI
Ha un’azione analgesica 30 volte maggiore rispetto alla morfina. Le vie di
somministrazione sono intravenosa, sottocutanea, intramuscolare, epidurale e
intrarticolare. Per via orale viene assorbita bene a livello gastrointestinale, però
solo il 17% svolge il proprio effetto, dovuto al suo metabolismo epatico, perciò,
in veterinaria, non è utile per questa via.
5.2.1.3.1. NALOXONE (NARCAN)
È un agonista parziale dei recettori mu. Questo significa che aumentare la
dose non implica un incremento dell’analgesia, ma che, invece, può avere
effetto antagonista, però non si sa quando questo succeda. Si consiglia di
non superare i 20 µg/kg nel cane, ed i 40 µg/kg nel gatto. È la dose limite,
al di sopra di essa non vi è un incremento dell’effetto. È scarsamente efficace
negli interventi chirurgici in cui si ha stimolazione algica importante, come nella
traumatologia invasiva, in neurologia e nelle toracotomie.
È un derivato dell’ossimorfone privo di attività agonista, l’effetto antagonista
permette di abolire la depressione del sistema nervoso e l’effetto analgesico,
perciò dobbiamo utilizzarlo solo in casi d’emergenza, sapendo che scompariranno
gli effetti analgesici. Si impiega per via EV a dosaggi variabili da 0,1 a 1 mg/kg.
La dose va da 10 a 20 ug/kg per qualsiasi via nel caner, e da 10 a 40 mg/kg
nel gatto.
Per via intravenosa impiega 15 minuti per agire, per via intramuscolare impiega
40 minuti, e dura da 6 a 12 ore. È utile anche per via epidurale, sia nel cane
che nel gatto, per prolungare l’analgesia fino a 8-12 ore.
Non deprime il Sistema Nervoso Centrale ma prolunga il sonno, per questo è
IDEALE combinarla con tranquillanti, come il diazepam 0.5 mg/kg o acepromazina
0.05 mg/kg per favorire un risveglio dolce. È più potente del butorfanolo
anche se l’effetto depressore che produce il butorfanolo maschera l’effetto
analgesico. La buprenorfina è un analgesico di media efficacia, pertanto se il
dolore dovesse rivelarsi importante o grave e non fosse possibile controllarlo
con la buprenorfina, potrebbe nascere un problema di conflitto recettoriale
con gli oppiacei agonisti puri. Infatti, la buprenorfina, in considerazione della
sua elevata affinità con i recettori mu, potrebbe non staccarsi facilmente
da questi, e impedire l'effetto degli antagonisti puri. Pertanto, sarebbe
necessario incrementare molto la loro dose per raggiungere sul sito effettore
la concentrazione recettoriale appropriata per scalzare la buprenorfina. Ma
questo determina diversi problemi: scelta del dosaggio degli agonisti puri (è un
dosaggio non facilmente prevedibile) e possibili effetti collaterali degli agonisti
puri nel caso di dosaggi troppo elevati. Pertanto, questa alta affinità di legame
potrebbe interferire con l'azione degli analgesici agonisti puri.
Naloxone (Narcan)
RACCOMANDAZIONI GENERALI PER L’UTILIZZO CLINICO DEGLI
ANALGESICI NARCOTICI
PREOPERATORIO
‘
PETIDINA (SC)
METADONE
Buprenorfina (Temgesic Iniettabile)
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FENTANIL
SULFENTANIL
ALFENTANIL
REMIFENTANIL
Buprenorfina (Transtec)
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Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
DOLORE DURANTE L'INTERVENTO CHIRURGICO
urineranno né nella gabbia, né a casa, perciò occorre avvertire il proprietario
perché stimoli la minzione dell’animale. Questo favorisce e facilita il controllo
del quadro doloroso.
- Duplicare dose di Buprenorfina o Butorfanolo. Scarso risultato.
- Bolo di Fentanil scarso risultato se gli animali sono stati precedentemente trattati con butorfanolo o buprenorfina, per la competizione di legame con i recettori mu.
Raccomandazioni generali per l’uso clinico degli analgesici narcotici.
- Infusione continua di Fentanil.
5.2.2. ANTINFIAMMATORI NON STEROIDEI
DOLORE POSTOPERATORIO
- Ripetere la dose di buprenorfina o butorfanolo e continuare con meloxicam
- Morfina ogni 4-6 ore e dopo Meloxicam: infusione continua di morfina.
- Cerotto di fentanil, ed il quarto giorno dare Meloxicam
DOLORE CRONICO
In questi casi si raccomanda l’uso di antinfiammatori non steroidei, quali
carprofen, meloxicam, firocoxib, mavacoxib e robenacoxib. Quest’ultimi, e
nello specifico il meloxicam, hanno dimostrato di essere eccellenti analgesici
perioperatori, con una potenza similare alla morfina. I FANS di vecchia
generazione (Flunixin meglumine, Ac. tolfenamico, o aspirina) possono
produrre problemi gastrointestinali con ulcere e melena.
PRECAUZIONI AGGIUNTIVE
Non dobbiamo confondere la disforia che causa il risveglio dall’anestesia,
soprattutto in cani nervosi ed agitati, con il dolore della chirurgia. La disforia
viene trattata con tranquillanti e non con analgesici, l’acepromazina a basse
dosi (0.02 mg/kg) è una possibilità da considerare ma con effetti collaterali di
ipotensione e ipotermia. Una validissima alternativa invece risiede nella possibilità
di somministrare dexmedetomidina (1-3 ug/kg) per gli effetti simpaticolitici,
senza effetti cardiovascolari significativi e con una risposta sedativa costante e
prevedibile. Inoltre la dexmedetomidina può anche essere impiegata per CRI ad
un dosaggio di 1 ug/kg/h per diverse ore dopo la fine dell'intervento.
Va fornito loro uno spazio riscaldato ed asciutto nel periodo postoperatorio.
Negli animali molto agitati si può contare sulla collaborazione del propietario.
Anche la vescica urinaria vuota produce benessere; animali ben educati non
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Erano sostanze con effetti antinfiammatori, antipiretici ed analgesici, utilizzati
per il trattamento del dolore cronico, che dovevano essere utilizzati con cautela
per i problemi tossici che presentavano a livello gastrointestinale, renale e di
coagulazione, per questo motivo e per la loro poca potenza non erano utilizzati
nei trattamenti perioperatori.
Attualmente i FANS sono più potenti per quanto riguarda il loro effetto
analgesico, e presentano meno problemi tossici. Hanno effetto analgesico
periferico, per l’effetto antinfiammatorio a livello del traumatismo, ma anche
effetti centrali a livello di modulazione nel midollo spinale, ed è stato anche
visto che diminuiscono il livello di coscienza nel SNC in quanto bloccano la
produzione di Prostaglandine.
Nel sito del traumatismo, per il danno tessutale, si stimola la cascata
dell’infiammazione, e si produce la modificazione dell’acido arachidonico a
metaboliti che producono dolore o iperalgia. Vi sono tre enzimi importanti che
possiamo controllare per produrre analgesia, che sono:
fosfolipasi
l
lipossigenasi
l
ciclossigenasi
l
Se inibiamo la fosfolipasi, come fanno gli antinfiammatori steroidei, evitiamo
il passaggio da fosfolipidi ad acido arachidonico.
Se inibiamo la lipossigenasi evitiamo la conversione dell’acido arachidonico
a mediatori leucotrienici dell’infiammazione. È un meccanismo dei FANS.
Se
inibiamo
la
cicloossigenasi
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evitiamo la conversione dell’acido
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Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
arachidonico ad endoperossidi e formazione di prostaglandina, diminuendo il
dolore, la piressia e l’infiammazione. È un altro meccanismo dei FANS.
Acido Tolfenamico (Tolfedine®)
l
Piroxicam (Feldine®, Flogostil®)
l
Firocoxib (Previcox®)
l
ENDOPEROSSIDI
ACIDO ARACHIDONICO
COX2
PROSTAGLANDINE
5.2.2.1 FLUNIXIN MEGLUMINE (FINADYNE®)
Piressia
Dolore
Stimolano
l’infiammazione
È commercializzata come Finadyne® per iniezione o
somministrazione orale. Si può utilizzare nel cane e
nel gatto.
Vi sono due tipi di ciclossigenasi, la ciclossigenasi tipo 1 mantiene l’equilibrio
nelle cellule normali dell’organismo, è necessaria per produrre prostaglandine:
regola il flusso renale, la produzione del muco gastrico ed è imprescindibile
per mantenere la funzione piastrinica; se i FANS la inibiscono, diminuiscono il
flusso renale, producono ulcera gastrica per inibizione della produzione di muco
e diminuiscono l’aggregazione piastrinica.
Si può utilizzare per il trattamento del dolore acuto
postchirurgico, ma, dovuto alla possibilità di ulcera
gastrica e nefrotossicità, lo dobbiamo somministrare
in animali ben idratati, con fluidi intravenosi e, per
trattamenti di vari giorni, somministreremo cimetidina
a scopo profilattico, per evitare l’ulcera gastrica.
La ciclossigenasi tipo 2 si attiva solo nei tessuti infiammati, e porta
anch’essa alla produzione di prostaglandina. Si pensa che la ciclossigenasi
2 sia coinvolta nella risposta al dolore e nella iperalgia che appare in
seguito ad una lesione del tessuto.
La ciclossigenasi tipo 1 regola il flusso renale e la produzione di muco
gastrico, se i FANS la inibiscono, diminuiscono il flusso renale e producono
ulcera gastrica per inibizione del muco.
I nuovi FANS sono fino a 1000 volte più selettivi per la ciclossigenasi 2
che per la 1.
5.2.2.2 CARPROFEN (CANIDRYL®)
FANS
È un derivato dell’acido arilpropionico. Il
nome commerciale è Canidryl®.
I principali FANS sono:
Il suo effetto dura 8 ore. Inibisce la
ciclossigenasi 2 in modo reversibile, ha
poco effetto sulla 1, perciò ha una tossicità
minima.
Flunixin Meglumine (Finadyne®)
l
Carprofen (Canidryl®, Rimadyl®)
l
Ketoprofene (Ketofen®, Vet-Ketofen ®)
l
Carprofen. Canidryl®.
Meloxicam (Metacam®, Rheumocam ®)
l
l Compresse, come trattamento postoperatorio dopo chirurgia dei tessuti molli ed ortopedia.
Mavacoxib (Trocoxil®)
l
Robenacoxib (Onsior®)
l
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Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
5.2.2.3 KETOPROFENE (KETOFEN®)
5.2.2.5 ACIDO TOLFENAMICO (TOLFEDINE®)
Il nome commerciale è Ketofen®. Derivato dell’Acido Aril Propionico.
È il Tolfedine®. Acido antranilico. Posologia orale ed iniettabile.
Potente inibitore della ciclossigenasi. Non selettivo COX2. Inibisce anche la
lipossigenasi.
Pochi articoli scientifici che parlano della sua efficacia.
È commercializzato in forma iniettabile ed in compresse.
Utile per il trattamento del dolore cronico e
postoperatorio.
Basso margine terapeutico.
Può produrre anoressia, vomito e diarrea.
Poca tossicità renale e gastrica.
Indicato nel postoperatorio dei gatti.
Impiega 2-3 ore per avere effetto.
Associato ad emorragie per la sua attività
antitrombossani, che modifica l’aggregazione
piastrinica.
Può anche produrre ulcere gastrointestinali ed
insufficienza renale.
5.2.2.4 MELOXICAM (RHEUMOCAM®)
È il meloxicam, derivato dall’oxicam.
Potente inibitore della sintesi delle
prostaglandine.
Potente inibitore della COX2 in vivo ed
in vitro.
Acido tolfenamico.
Tolfedine®.
5.2.2.6 PIROXICAM (FELDENE®)
È il Feldene®. Derivato dell’oxicam. Similare ai precedenti.
Selettivo COX2.
Attività antineoplastica. Utile nei tumori
vescicali. Il suo utilizzo si va estendendo ad
altri tumori.
L’unica
reazione
avversa
è
gastrointestinale. Può dare vomito,
diarrea ed inappetenza.
Ha pochi effetti sul rene e sul muco gastrico.
Somministrazione giornaliera in gocce per pazienti con patologie articolari
croniche.
Disponibile in posologia iniettabile per dosi preoperatorie o postoperatorie.
Piroxicam. Feldene®.
Eccellente analgesia postoperatoria, vicina alla buprenorfina e superiore al
butorfanolo, pensiamo dovuto al suo buon effetto analgesico, ma anche al suo
effetto antinfiammatorio, superiore ad altri FANS.
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Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
6. NEUROLEPTOANALGESIA
5.2.2.7 FIRACOXIB (PREVICOX®)
Selettivo COX2. Viene da medicina umana, dal celecoxib e rofecoxib.
Senza effetti avversi.
È stata vista la sua efficacia nell’analgesia chirurgica (legamento crociato) e
nel dolore cronico.
Mavacoxib (Trocoxil)
Il mavacoxib è un nuovo FANS da poco introdotto nella pratica clinica veterinaria
in Europa. Ha la particolarità di legarsi per lungo tempo alle proteine plasmatiche
ematiche ed essere rilasciato in modo continuo e costante, tanto da permettere
trattamenti ogni 15 e, successivamente alla seconda somministrazione, 30 giorni,
a tutto vantaggio della compliance terapeutica e della libertà del proprietario
nella gestione del proprio animale. Tra gli svantaggio di un così lungo periodo
di rilascio del farmaco deriva dal fatto che se dovessero verificarsi effetti
collaterali seri relativi all’impiego di questo FANS, non è possibile interrompere
la somministrazione come si fa normalmente per gli altri FANS.
Con questa tecnica vogliamo miscelare una sostanza tranquillante con un
analgesico narcotico. L’analgesico narcotico fornirà all’animale un potente blocco
del dolore che, insieme all’effetto tranquillante dell’altra sostanza, permetterà
di effettuare procedure di chirurgia minore. Inoltre, effetti negativi come il
vomito, che possono essere indotti dai narcotici, potranno essere bloccati dai
tranquillanti.
Principali miscele per la neuroleptoanalgesia:
Acepromazina-Buprenorfina
l
Acepromazina-Petidina
l
Medetomidina-Butorfanolo
l
Diazepam-Metadone
l
6.1 ACEPROMAZINA-BUPRENORFINA
Robenacoxib (Onsior®)
Anche questo è un nuovo FANS da poco disponibile per il mercato italiano. La
caratteristica principale risiede nella sua peculiare cinetica che comporta una
breve concentrazione ematica ma un elevata affinità per i tessuti infiammati (uno
dei principali siti di azione dei FANS) dove si raggiungono elevate concentrazioni
del farmaco.
È una miscela eccellente per l’utilizzo nella preanestesia.
Le dosi raccomandate sono: 10-50 µg/kg di acepromazina e 10 µg/kg di
buprenorfina, nella stessa siringa e somministrate per via IM.
È lo schema normale che può essere utilizzato in preanestesia, per animali ASA
I. Ma si può anche utilizzare per manovre dolorose, come clisteri preoperatori
o per tranquillizzare gli animali nella UCI mentre aspettano il proprio turno per
l’intervento. È utile anche nel post-operatorio per fornire moderata analgesia e
sedazione.
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Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
7. ANTICOLINERGICI
6.2 ACEPROMAZINA + PETIDINA
Fornisce una sedazione dello stesso tipo di quella ottenuta con la miscela
precedente, solo che la durata dell’effetto è più breve.
Le dosi sono: acepromazina 10-50 µg/kg e petidina 5 mg/kg per via IM o SC.
6.3 MEDETOMIDINA (DEXMEDETOMIDINA) + BUTORFANOLO
Associando l’oppioide, si riesce a potenziare l’effetto della medetomidina o
dexmedetomidina
Le dosi che si raccomandano attualmente sono: medetomidina 5-10 (o
dexmedetomidina 2-5 µg/kg e butorfanolo 0,1-0,3 mg/kg per via IM. L’utilizzo di anticolinergici o parasimpaticolitici nella preanestesia dei piccoli
animali ha come obiettivo il blocco degli impulsi vagali che si creano in
seguito alle manovre chirurgiche o come effetti secondari ad alcuni anestetici
vagotonici. Molti dei farmaci che abbiamo visto hanno effetti sull’apparato
cardiovascolare e respiratorio, che possono essere contrastati grazie a questo
gruppo di sostanze.
Inoltre, numerose manovre chirurgiche come ad esempio la trazione dei mesi in
chirurgia addominale, o la trazione del globo oculare in casi di enucleazione,
o la manipolazione del periostio nelle fratture, possono scatenare riflessi
vasovagali (oculocardiaco,…) che mettono a rischio la stabilità cardiocircolatoria
dell’animale, e che vengono controllate per mezzo degli anticolinergici. Altra
possibile evenienza è la legatura del dotto arterioso pervio, quando l'aumento
pressorio a livello dell'arco aortico determina bradicardia riflessa.
Principali anticolinergici:
6.4 DIAZEPAM + METADONE (VALIUM®-METASEDIN®)
Atropina Solfato (Atropina Solfato®, Esteve)
l
A causa della potenza analgesica del metadone, possiamo effettuare interventi
chirurgici minori con questa miscela.
La dose raccomandata è di 0,1-0,5 mg/kg di metadone e 0,2-0,5 mg/kg EV
di VALIUM.
Glicopirrolato (Robinul®, non commercializzato in Italia)
l
7.1 ATROPINA SOLFATO
È l’anticolinergico di scelta nel cane e nel gatto, anche se il suo utilizzo
di routine in queste specie è controverso, dovuto al fatto che induce una
tachicardia poco raccomandabile se la frequenza cardiaca già è elevata al
momento della preanestesia.
Il suo utilizzo può essere valido quando si utilizzano miscele di oppiacei.
Se viene somministrata insieme a dissociativi, controllerà la scialorrea e la
lacrimazione, ma peggiorerà la tachicardia.
La dose che si raccomanda nel cane e nel gatto è di 0.02 mg/kg per via IM
o SC. La somministrazione per via IV si riserva ai casi nei quali è necessario
agire per trattare una bradicardia o durante la chirurgia.
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Modulo 1. Premedicazione. Agenti di preanestesia
Inoltre la sua somministrazione è necessaria precedentemente alla neostigmina
utilizzata per antagonizzare la paralisi muscolare dei rilassanti non depolarizzanti.
Come effetti secondari, va citata la midriasi caratteristica che può confonderci
nella valutazione del piano anestetico. Se la dose è stata molto alta, possono
apparire fenomeni convulsivi ed eccitabilità.
8.2 GLICOPIRROLATO (ROBINUL®)
Questo farmaco è stato introdotto in anestesia veterinaria
con il vantaggio di presentare meno effetti di tipo
centrale e oculare dell’atropina. Inoltre, non induce una
tachicardia così marcata come la prima. Tutto questo,
mantenendo un alto potere vagolitico, e durante un
periodo molto maggiore.
La dose nel cane e nel gatto è di 0.01 mg/kg per via IM.
Non è reperibile in commercio in Italia.
Glicopirrolato.
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INDICE 1. PREMEDICAZIONE. AGENTI DI PREANESTESIA