online 1 - 08 I FORNITORI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE SARANNO PAGATI SOLO A FRONTE DI FATTURE ELETTRONICHE La finanziaria 2008, approvata a fine 2007, prevede all’articolo 1 l’obbligatorietà delle fatture elettroniche di Antonio Toci Benissimo, ma attenzione a non ritrovarsi di fronte alla solita “grida manzoniana” per fretta, incompetenza o eccesso di competizione. Intanto, cosa vuol dire…fattura elettronica? Molte cose, alcune anche complesse. Cerchiamo di chiarirle strada facendo. Prima di proseguire, però, è bene sapere quale sia la “posta in gioco” sia per chi è un fornitore dello Stato italiano, sia per chi non lo è che pertanto pensa che questo argomento non lo riguardi. LA POSTA IN GIOCO Per iniziare partiamo dal testo della finanziaria (Legge 24 dicembre 2007, n. 244) ove si stabilisce che (comma 210) “A decorrere dal termine di tre mesi dalla data di entrata in vigore del regolamento di cui al comma 213, le amministrazioni e gli enti di cui al comma 209 non possono accettare le fatture emesse o trasmesse in forma cartacea né possono procedere ad alcun pagamento, nemmeno parziale, sino all’invio in forma elettronica”. La “minaccia” che il fornitore non venga pagato è esplicita e diretta; sarà dunque bene capire meglio. Gli enti, elencati al comma 209, prati- camente tutti gli enti pubblici nazionali e le regioni, non possono accettare fatture emesse o trasmesse in forma cartacea (cioè stampate su carta, magari intestata, e spedite in busta). Ma allora? A questo punto ci viene in soccorso la chiusura del comma 210 riportato “sino all’invio in forma elettronica” e se alla parola invio sostituiamo la parola trasmissione tutto appare un poco più chiaro: 1. non solo le mie fatture devono essere elettroniche 2. ma devono essere inviate per via elettronica, ovvero trasmesse all’ente debitore utilizzando le capacità della rete e delle tecnologie informatiche Messa così potrebbe sembrare che se allegassi le immagini delle mie fatture a varie e-mail da inviare ai vari clienti Statali probabilmente avrei ottemperato alle richieste della finanziaria. In realtà non è così perché il comma 211 afferma che “La trasmissione delle fatture elettroniche avviene attraverso il Sistema di Interscambio istituito dal Ministero dell’economia e delle finanze e da questo gestito anche avvalendosi delle proprie strutture societarie”. Tradotto nel linguaggio di tutti i giorni: dovrò connettere il mio computer al Sistema di Interscambio del Ministero della Economia e delle Finanze. Il Sistema di Interscambio provvederà a raccogliere le fatture elettroniche destinate alla PA per depositarle in un grande database. Da qui, spiegando le cose in un modo molto semplice, saranno riprese e distribuite (indirizzamento) agli enti intestatari che dovranno: 1. riconoscerle come “legittime”, ovvero generate da una reale fornitura coerente con la commessa richiesta, e, in caso di legittimità, 2. provvedere al loro pagamento. Il Sistema di Interscambio, ricettore terminale di una enorme quantità di fatture cercherà di ricevere dei documenti che non siano pure immagini di stampe di fattura, bensì di documenti “strutturati”. In altre parole non vorrà ricevere, né sarebbe in grado di gestire, una babele di milioni di fatture differenti fra loro. Basta immaginarsi milioni di e-mail con decine di milioni di allegati contenenti immagini di fatture di tutti i tipi e sapori: verticali, orizzontali, con l’intestazione in alto o in basso, colorate di tutti i colori dell’arcobaleno. È uno scenario ove anche la ricerca del semplice dato relativo all’ente intestatario della fattura, affogato all’interno di altri dati non adeguatamente strutturati e pagina 11 online convenzionalmente omogenei, sarebbe impossibile. Appare evidente che, in assenza di regole certe e ben definite, non potrebbe funzionare neppure l’indirizzamento delle fatture e dunque gli stessi interessati, ovvero quelli che dovrebbero farsi pagare. Di fronte ad una simile ipotesi avrebbero tutto il diritto di essere molto allarmati. Fortunatamente, anche se per ora solo sulla carta, il comma 213 che, aldilà del burocratese afferma che verranno “definite: • le regole di identificazione univoca degli uffici centrali e periferici delle amministrazioni destinatari della fatturazione • le regole tecniche relative alle soluzioni informatiche da utilizzare per l’emissione e la trasmissione delle fatture elettroniche e le modalità di integrazione con il Sistema di Interscambio • le linee guida per l’adeguamento delle procedure interne delle amministrazioni interessate alla ricezione ed alla gestione delle fatture elettroniche…” Di fatto le regole tecniche (d’ora in poi le chiameremo protocollo di scambio dati) per l’emissione e la trasmissione delle fatture non sono state ancora redatte, né sarà semplice farlo perché già da questo comma si delineano tre problemi fondamentali: 1. il corretto indirizzamento di ciascuna fattura alla PA competente; 2. la corretta stesura e codifica delle fatture perché siano comprensibili e riconoscibili dal Sistema di Interscambio; 3. la stesura di processi gestionali che, da un lato, garantiscano i fornitori di aver inviato una “fattura” corretta e non ripudiabile dalla PA a fronte di una fornitura o di un servizio prestato e, dall’altro, mettano in grado la PA competente di “riconoscere” la validità formale e sostanziale delle fatture a lei indirizzate. In proposito, c’è abbastanza fermento: 1 - 08 dal lato governativo si cerca di arrivare al più presto alla definizioni delle regole. Al momento, però, c’è ancora incertezza. Coloro che vorrebbero contribuire alla stesura di questi protocolli sono molti. Il potenziale mercato, infatti, è vastissimo perché non include solo l’emissione delle fatture verso il pubblico, ma anche la ricaduta che potrebbe esserci nel privato e nel circuito finanziario. Inoltre sono grandi anche i timori che una riflessione superficiale e troppo rapida non faccia emergere tutte le implicazioni possibili e perciò si rischi di definire dei protocolli non aderenti alla realtà o, peggio, errati: la ribellione di tante piccole e medie imprese italiane fornitrici dello Stato sarebbe facilmente prevedibile quanto potenzialmente pericolosa per ogni successiva evoluzione della penetrazione dell’ICT nel tessuto produttivo Italiano. Per mille motivi sinora nel privato si è faticato a trovare massa critica adeguata ad investire sul B2B. Ora, sotto la spinta della finanziaria e con delle tecnologie europee disponibili, le aziende potrebbero trovare utile e conveniente utilizzare le infrastrutture esistenti ed indirizzare gli investimenti necessari a dialogare, non solo con la pubblica amministrazione, ma anche tra loro introducendo un tipo d’ innovazione capace di evitare onerosi costi di verifica e riconciliazione fra ordini, fatturati, pagamenti, riaccrediti. L’effetto “domino” conseguente coinvolgerebbe, a medio e lungo termine, molte altre aziende e l’effetto sul PIL sarebbe paragonabile ad una crescita di qualche punto. Di positivo c’è che in proposito esistono varie iniziative sia di livello nazionale, sia europeo. Già da alcuni anni, specialmente in Europa, si sta affrontando il problema della fatturazione elettronica come settore pagina 12 online 1 - 08 GLI STANDARD DI DOMANI? specifico di un quadro più vasto che va sotto il nome dell’interoperabilità dei processi di fornitura. Capire quello che sta succedendo i Europa, ed in particolare, nel Nord Europa, potrebbe aiutarci a mantenere adeguati livelli di fasatura con i nostri partner europei e ci aiuterebbe ad evitare di ritrovarci a camminare su sentieri che altri hanno o abbandonato, o neppure preso in considerazione. Per approfondire il tema ho rivolto qualche domanda ai maggiori sponsor italiani dell’iniziativa internazionale più avanzata i materia, nota col nome di Universal Business Language, in acronimo UBL. processi di fornitura di beni e servizi e nel trasporto internazionale. UBL è stato promosso da OASIS1 come prima realizzazione di standard documentale nell’ambito dell’architettura ebXML (nota come ISO2 TS 15000 e frutto della collaborazione tra OASIS e UN/CEFACT3). Le specifiche UBL sono basate su XML e pertanto, da un punto di vista tecnologico, potrebbero facilmente integrarsi con alcune iniziative più recenti già presenti sul territorio nazionale. CHE COSA È UBL? Piero De Sabbata - UBL oggi è l’orizzonte europeo per l’iteroperabilità dei processi di fornitura. il linguaggio UBL trae origine, a livello internazionale, dal mondo dell’eCommerce, dell’eBusiness e dell’EDI. È una libreria di documenti di business basata su XML volta a semplificare l’interoperabilità tra partner diversi nei Piero De Sabbata ENEA, coordinatore dell’XLAB di ENEA e FTI UBL non copre solo l’interoperabilità della “Fatturazione”, perché supporta anche i processi di “Sourcing”, “Ordine”, “Trasporto” e “Pagamento” (di quest’ultimo copre solo gli aspetti commerciali noti come “Avviso di Pagamento” e “Sollecito”). In altri termini UBL non cura i processi finanziari che si scatenano a valle della fatturazione stessa intesa come evento finanziario, ma in compenso copre, in estensione se non in completa profondità, tutti gli altri a monte. Una rapida definizione e diffusione di questo linguaggio, e di altri a lui complementari, potrebbe: • innescare un circolo virtuoso che favorirebbe l’espansione del loro utilizzo e, dunque, si potrebbe arrivare a raggiungere grandi volumi di scambio elettronico di documenti anche nel settore privato. Il B2B (gli scambi tra imprese) infatti potrebbe essere dal B2G (gli scambi tra imprese e pubblica amministrazione) • mantenerci allineati con altri partner europei QUALI MOTIVAZIONI NE HANNO DETERMINATO IL NASCERE? Roberto Cisternino - UBL (Universal Business Language) è uno linguaggio internazionale, - pubblico, aperto e basato su XML - usato per la rappresentazione elettronica di documenti commerciali e del trasporto internazionale (Ordine, Avviso spedizione, Richiesta di offerta, ecc.). Dopo oltre 9 anni di sviluppo è finalmente disponibile per tutti ed è assolutamente gratuito. Oggi, più di quando è nato, rappresenta la sintesi di uno sforzo internazionale. Pur rimanendo sempre sotto il coordinamento di OASIS OPEN, UBL è cresciuto con il concorso di varie organizzazioni di standardizzazione, compresa UN/CEFACT, con la quale, dopo una pagina 13 online fase di marcia in parallelo, è in atto una netta convergenza. UBL può agevolmente essere collocato nella libreria delle architetture per l’eBusiness di “ebXML” e ne costituisce il “payload” per eccellenza nell’ambito delle applicazioni di scambio elettronico di documenti tra operatori di business. Il suo carattere internazionale è rafforzato , inoltre, dalle numerose “localizzazioni” che sono in corso di realizzazione o che sono già state fatte. In altre parole questo significa che tecnici locali di molti paesi (dalla Spagna all’Italia, dal Giappone alla Cina) hanno approntato, in pieno coordinamento con OASIS OPEN, una traduzione locale del dizionario dei termini di business di UBL (International Data Dictionary4). La creazione di stabili Comitati di Localizzazione nei rispettivi paesi, inoltre, ha permesso e permetterà ad UBL di tenere conto dei comportamenti di business e delle esperienze “locali” per semplificarne l’adozione. QUALI ALTRE AREE DI INTEROPERABILITÀ SONO COMPRESE, OLTRE ALLE FATTURE ELETTRONICHE? (I CAMPI DI IMPIEGO DI UBL) Roberto Cisternino - UBL, nella versione 2.0, ha raggiunto un livello di maturazione e stabilità notevole: la disponibilità di ben 31 documenti di business ne è la migliore delle dimostrazioni. La fatturazione è solo uno dell’ampia gamma di processi commerciali supportati che si estendono da quelli commerciali di base, all’e-Procurement avanzato e al trasporto nazionale/internazionale. UBL si è, infatti, occupato della standardizzazione di alcuni codici (Genericode) che riguardano le valute, i regimi fiscali (sigle Iva), unità di misura, ecc. Si tratta di una specifica nata per supportare a livello globale la fornitura di beni e servizi tra imprese (B2B) e tra imprese 1 - 08 STATO DI ADOZIONE/DIFFUSIONE DI UBL NEL MONDO UBL è stato già adottato, o è in via di adozione, in diversi Paesi Europei: in Danimarca dal Febbraio 2005 la Fattura UBL è stata adottata per legge da tutte le aziende del settore pubblico (più di un milione di fatture UBL scambiate ogni mese); • in Svezia agli inizi di Ottobre 2005 la “Swed-invoice ” (una parte della Fattura UBL) è stata raccomandata per tutti gli usi governativi della Swedish National Financial Management Authority (http://www.svefaktura. se/); • nel Regno Unito il marketplace “Zanzibar”, partito nel febbraio 2006, utilizza 14 documenti UBL 2.0 (http://www.zanzibaronline.gov.uk/index.htm); • nel Regno Unito e Scandinavia le pubbliche amministrazioni hanno promosso il progetto NES (Northern European Subset) i cui obiettivi principali sono la definizione e la diffusione di uno standard per l’e-procurement (http://www.nesubl.eu); . • in Spagna la pubblica amministrazione ha promosso il progetto CODICE (COmponentes y Documentos Interoperables para Contratación Electrónica) i cui obiettivi principali sono la definizione e la diffusione di uno standard per l’e-procurement pubblico. Recentemente è stato deciso di introdurre la fattura UBL 2.0 in sostituzione di quella del settore bancario “CCI”. • il crescente interesse internazionale in UBL ha portato recentemente alla localizzazione del modulo della Fattura in 12 lingue secondo lo standard delle Nazioni Unite (UN/Layout) che da oltre 40 anni definisce l’aspetto dei documenti commerciali su carta. • È utile segnalare, inoltre, due progetti in cui UBL viene utilizzato seppur con finalità molto diverse: • USDOT Electronic Freight Management (EFM) - progetto pilota del dipartimento dei trasporti statunitense per utilizzare l’Avviso di Spedizione e la Polizza di Carico UBL 2.0 . Il progetto vede coinvolte 2 aziende manifatturiere di abbigliamento cinesi, 2 trasportatori internazionali, 1 operatore di terminali di trasporto aereo, 2 compagnie di volo charter, 1 compratore, 1 fornitore di servizi logistici americano e 1 broker di importazioni (http://www.its.dot.gov/efm/index.htm); • ABILITIES (Application Bus for InteroperabiLITy In enlarged Europe SMEs) - progetto europeo di ricerca, partito nel gennaio 2006 e della durata di due anni a cui partecipa l’italiana TXT eSolutions. L’obiettivo principale del progetto è studiare, progettare e sviluppare un’architettura federata per mezzo di messaggi UBL intelligenti ed adattivi e servizi per l’interoperabilità, per supportare le piccole e medie imprese nell’ambito dell’e-commerce (http://services.txt.it/abilities). e pubblica amministrazione (B2G). UBL conta già numerose applicazioni in Europa. La prossima release UBL 2.1, in particolare, sarà orientata a dare pieno supporto alle situazioni in essere. A livello europeo, infatti, UBL conta già diverse iniziative che o lo impiegano, o stanno per farlo. In proposito si vedano NES (North European Subset), CODICE5 (Spagna) oltre agli orientamenti di IDABC6 confluiti successivamente nell’iniziativa pagina 14 online PMI, quest’ultime finalmente in grado di usufruire di tecnologie di interoperabilità a basso costo. Di fatto Internet aveva già aperto la strada dell’eBusiness alle PMI, ma la tecnologia XML da sola non aveva ancora una “faccia” per il business. Oggi invece, UBL si propone di semplificare l’eBusiness proprio come HTML rese più amichevole Internet. Roberto Cisternino Promotore e co-Chair dell’UBL ITLSC FTI di standardizzazione CEN di eProcurement europeo (WS/BII) che affianca l’analoga iniziativa del CEN eInvoice2. Chi opera con UBL lo considera ormai uno standard internazionale “orizzontale” che non nasce in uno specifico settore e perciò si caratterizza per la propria grande flessibilità. UBL non indirizza unicamente i processi di una specifica filiera o settore commerciale, ma è molto più generale, dotato di un’ampia gamma di documenti di business ed adattabile alle esigenze settoriali. Molto adatto a scambi cross-industry, si indirizza ad architetture basate su Internet ed è, caratteristica importantissima, disponibile gratuitamente. Può essere esteso e personalizzato secondo regole precise a garanzia dell’interoperabilità. Il suo utilizzo non è vincolato a specifiche tecnologie o soluzioni software proprietarie verticali, bensì è possibile anche usufruirne attraverso strumenti comuni come il browser e, grazie alla sua caratteristica di “passpartout”, può essere adottato, in modo nativo, dai software commerciali più conosciuti, i quali non potranno rinunciare ad aprire il loro mercato grazie ad una lingua “franca” per l’eBusiness. Per questo UBL si presta a favorire la comunicazione fra grandi aziende e UN’AZIENDA DI PRODUZIONE DI SOTTOCOMPONENTI INDUSTRIALI O UNA DI SERVIZI PUBBLICITARI, AD ESEMPIO, POTREBBERO, DUNQUE, UTILIZZARE UBL “AS-IS” O, QUANTOMENO, PERSONALIZZARLO CON POCO SFORZO? Arianna Brutti - UBL prevede esplicitamente le modalità secondo cui realizzare versioni contestualizzate (personalizzate) per ambiti applicativi specifici; in particolare offre la possibilità di esplicitare formalmente il contesto d’uso (una 1 - 08 regione, un settore applicativo, …) al cui interno tali versioni sono valide. Data per disponibile la capacità tecnica di adeguare UBL, tramite consulenti o piccole software house presenti sul territorio, l’importante è infatti che le modifiche siano ben focalizzate e contestualizzate. Ad esempio in un processo di spedizione merce, descritto nel dizionario UBL italiano, potrebbe mancare una caratteristica di pagamento particolare. È una “tessera” mancante che una certa filiera di aziende potrebbe aver bisogno di “creare”. In questo caso è possibile formalizzare una modifica dei modelli di documento, specificando le caratteristiche del dato da aggiungere. Analogamente si potrebbe decidere di non utilizzare mai certe informazioni opzionali, operando con ciò una “restrizione” rispetto ai modelli dati originali. Una volta apportata la modifica è possi- La nascita di UBL-ITALIA La necessità di raccogliere input locali, per garantire il rispetto di norme e modalità di lavoro italiane, ha portato UBL ITLSC a cercare di collegarsi alle iniziative preesistenti di trasferimento tecnologico nel campo dell’eBusiness italiano. Nasce così UBL-Italia come iniziativa volontaria ed informale, aperta a nuovi contributi, per la promozione e diffusione di UBL, frutto della collaborazione tra ENEA, FTI-Forum per la Tecnologia dell’Informazione ed OASIS UBL ITLSC. Scopo di UBL-Italia è fare conoscere UBL, le sue potenzialità e promuoverne l’adozione presso la pubblica amministrazione così come presso i produttori italiani di software. UBL-Italia ha realizzato un sito (www.ubl-italia.org) il cui scopo prioritario è facilitare il reperimento di specifiche e documentazione su UBL e le sue applicazioni operando in modo complementare al sito ufficiale di OASIS. La partecipazione di ENEA all’iniziativa UBL-Italia e il suo interesse per lo sviluppo/adozione di UBL, sono la naturale conseguenza di una storia di esperienze realizzate dall’ente nel campo delle tecnologie per l’interoperabilità e le reti di imprese. Una storia che ha al suo attivo l’esperienza europea di standardizzazione CEN/ISSS TexWeave/Moda-ML, relativa all’impiego di XML per il Tessile/ Abbigliamento. pagina 15 online bile indicare in quale contesto d’uso essa può/deve essere utilizzata. Il risultato finale di queste operazioni è una nuova versione “contestualizzata” di UBL. Tali versioni possono essere: a) comunque conformi ad UBL o b) costituirne estensioni compatibili Questa opportunità può essere sfruttata per produrre, laddove necessario, specifiche di valenza locale (nazionale o distrettuale) o settoriale esplicitando chiaramente i propri limiti di validità. UBL, in tale caso, richiede comunque di seguire delle opportune regole di progettazione (NDR Naming and Design Rules) che permettono di definire documenti di business sfruttando al meglio le caratteristiche di XML. Sarà inoltre disponibile, a breve, una guida che aiuterà gli sviluppatori a customizzare UBL in modo che le nuove procedure di scambio dati siano conformi e/o compatibili allo standard per meglio garantire l’interoperabilità con il resto del mondo UBL. OASIS ha inserito UBL in un quadro di attività, normalmente riservato alle iniziative migliori, che puntano ad integrare l’attività tecnica di sviluppo con quella divulgativa e di supporto all’adozione. Tra queste iniziative segnaliamo: • il sito http://ubl.xml.org/ dedicato alla collezione di tutte le risorse utili all’adozione di UBL e di tutte le personalizzazioni disponibili • il team “UBL Guild” costituito dai maggiori esperti internazionali in UBL che, attraverso il sito www. ublguild.org, svolgerà opera di supporto all’adozione del linguaggio UBL (analogamente a quanto avvenne per XML) LA “PERSONALIZZAZIONE” APPARE COME UNA SPECIE DI LOCALIZZAZIONE “DISTRETTUALE”. TUTTE LE PERSONALIZZAZIONI FUTURE CONFLUIRANNO IN UNA DIRECTORY PUBBLICA CHE SARÀ ACCESSIBILE A CHI NE AVRÀ BISOGNO. UNA SPECIE DI ULTERIORE FRAZIO- 1 - 08 IN ITALIA ESISTONO APPLICAZIONI PRATICHE DI UBL? IN ALTRE PAROLE QUALE È IL SUO STATO DI ADOZIONE/DIFFUSIONE? Arianna Brutti Ricercatrice ENEA, co-Chair dell’UBL ITLSC NAMENTO DELLE LOCALIZZAZIONI NAZIONALI DI CUI PARLAVAMO PRIMA. A PROPOSITO DI LOCALIZZAZIONI, QUALE RUOLO GIUOCA IN QUESTO SCENARIO L’INTERFACCIA ITALIANA DI UBL ? Piero De Sabbata - Le specifiche UBL sono sviluppate e diffuse da un comitato tecnico di OASIS, l’UBL Technical Committee di OASIS. Questo reparto si avvale della collaborazione di sottocomitati tecnici e di localizzazione per poter far diffondere nei vari paesi e nelle varie lingue le specifiche UBL. In particolare, nel maggio 2006 è stato costituito l’UBL Italian Localization Sub-Committee (UBL ITLSC). I suoi compiti primari sono quelli di localizzare UBL dal punto di vista linguistico e promuovere UBL in Italia. Esso ha anche la funzione di raccogliere input dalle realtà locali e portarli in UBL TC, garantendo così che le norme e gli usi locali di eBusiness siano, per quanto possibile, considerati ed armonizzati all’interno dell’UBL internazionale. In aggiunta a questa opera di localizzazione il gruppo italiano di esperti, oltre a collaborare concretamente e volontariamente a tutto il progetto, svolge un’attività divulgativa basata sull’organizzazione di eventi che permettano alle realtà locali di conoscere questo linguaggio. Roberto Cisternino - Attualmente in Italia sono diverse le organizzazioni che stanno testando la possibilità di UBL nell’ambito di sperimentazioni reali o progetti pilota. In particolare: • Consip S.p.A. - Nell’ambito dell’Under the Public e-Procurement Pilot OnLine (PEPPOL), la Consip sta utilizzando UBL 2.0 secondo i profili definiti dalle specifiche NES (North European Subset). • CSI Piemonte S.p.A. - Partecipa al WS/BII (workshop del CEN su eProcurement pubblico); • Innovery S.r.l. - Ha collaborato con UBL ITLSC per dimostrare l’applicabilità dell’Advanced Electronic Signature XAdES alla Fattura UBL 2.0 conformemente all’ETSI invoicing profile. • ENEA - Nell’ambito delle attività del centro regionale CROSS, sta realizzando studi di fattibilità per utilizzare i documenti UBL in scenari reali e contestualizzarli per specifici settori di business; in particolare, i settori esaminati sono Ceramico, Componentistica automobilistica e Fonderie. Questi studi sono stati svolti in collaborazione con software house con l’obiettivo di introdurre UBL nei loro prodotti software o nei sistemi informativi dei loro clienti. • Grazie alla collaborazione di aziende pilota, UBL ITLSC ha testato con successo l’utilizzo della Fattura UBL 2.0 e simulato l’impiego della Polizza di Carico7 • Alcuni gestionali italiani e servizi di outsourcing per la fatturazione (es. Assofattura) hanno iniziato a supportare UBL come formato di importazione/esportazione. QUALI SCENARI APPLICATIVI SONO PARTICOLARMENTE ADATTI PER UBL? pagina 17 1 - 08 Arianna Brutti - I documenti e i componenti della UBL Library 2.0 supportano il ciclo di business che va dalla scelta di prodotti da catalogo al loro pagamento, includendo anche le collaborazioni relative a scambi commerciali internazionali. Le specifiche definiscono un insieme di scenari di riferimento in cui lo scambio dati è completamente supportato dai documenti UBL; tali scenari sono: • Sourcing Collaboration - richiesta e invio di un catalogo o di una quotazione (offerta); • Ordering Collaboration - instaurazione di un obbligo commerciale tra un acquirente ed un venditore; • Fulfilment Collaboration - spedizione della merce; • Billing Collaboration - richiesta di pagamento per la fornitura di beni o servizi (i documenti UBL supportano sia il caso di fatturazione sia di autofatturazione); • Payment Collaboration - comunicazione di avvenuto pagamento; • Initiate Transport Services Collaboration - fornitura dei servizi logistici in caso di scambi commerciali internazionali; • Certification of Origin of Goods Collaboration - certificazione dell’origine della merci in caso di • scambi commerciali internazionali; Report Status of Goods Collaboration - comunicazione sullo stato di un trasporto. NOTE 1 OASIS (Organization for the Advancement of Structured Information Standards), consorzio internazionale per gli standard per l’eBusiness (www.oasis-open. org) 7 La polizza di carico è un documento per spedizioni marittime che descrive la merce caricata su di una determinata nave in forza di un contratto di spedizione o di un contratto di trasporto. Il documento garantisce al suo possessore il diritto di farsi consegnare la merce all’arrivo. Può essere firmato come un assegno e questo significa che la proprietà della merce durante il viaggio e fino all’arrivo a destinazione può essere trasferita una o più volte 2 ISO, ente mondiale di standardizzazione (www.iso.org) 3 UN/CEFACT, organizzazione delle Nazioni Unite per il commercio e il business elettronico (www.unece.org/cefact/) 4 IDD – International Data Dictionary, un dizionario internazionale dei termini e definizioni di business redatto da esperti dei vari settori industriali ed in via di standardizzazione. 5 CODICE - Documents and components for the electronic procurement 6 IDA/BC – Interoperable Delivery of European eGovernment Services to public Administrations, Businesses and Citizens Antonio Toci Analista CRM e Sistemi Informativi pagina 18