PASQUA 2015 ROSTA, COMUNITA’ IN CAMMINO PARROCCHIA DI S. MICHELE ARCANGELO Cristo è risorto! Alleluia! Passato il sabato, Maria di Magdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù. Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole. Esse dicevano tra loro: „Chi ci rotolerà via il masso dall‟ingresso del sepolcro?‟ Ma, guardando, videro che il masso già era stato rotolato via. Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d‟una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: ‘Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E‟ risorto, non è qui. Andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che Egli vi precede in Galilea, come vi ha detto‟. (Lc 16,1-8) Gesù il Nazareno è risorto!, non rianimato, splendidamente risorto!. Nemmeno sappiamo bene cosa significhi ‘risorto’: nessuno è mai risorto come lui. Lazzaro è tornato in vita, ma morirà di nuovo. Gesù invece è vivo, non un fantasma. E’ proprio lui; si fa riconoscere dai suoi sbalorditi discepoli, mangia con loro. La foto rappresenta una formella della porta del battistero di Firenze, porta con scene del Nuovo Testamento, detta „del Paradiso‟, opera di Lorenzo Ghiberti. Il nome deriva da una frase di Michelangelo, che la definì „tanto bella che starebbe bene alla porta del Paradiso‟. Nella tradizione cristiana l‟ideale funzione delle porte monumentali, dando accesso a luoghi di culto, è quella di evocare, mediante lo splendore della materia e la bellezza delle forme, l‟ingresso del credente in uno spazio connotato dalla presenza divina. Questo simbolismo universale viene confermato dalle parole di Cristo di essere Lui la vera porta:‟Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo’ (Gv 10, 9). Nella prospettiva cristologica, cioè, la porta diventa un simbolo totalizzante: compendia i significati del „cammino‟ del credente e del suo „arrivo alla meta‟, preparando un‟esperienza di ingresso nel valore dell’esistenza. . (continua a pagina 2) 1 LE FOTO ____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Foto 1, 2. Il 14 dicembre è stato ospite in oratorio il coro „The white Gospel group‟ , coro Gospel di Grugliasco, il quale, sotto la direzione del maestro Enrico Rossotto ha proposto, con grande maestria una serie di brani che hanno suscitato l‟entusiasmo e gli applausi scroscianti dei numerosi presenti.Tra la voci del coro sono stati particolamente ammirati alcuni solisti, tra cui Alessandro Bertonasco che ha esibito una splendida voce di basso. (dalla copertina) Lorenzo Ghiberti (Firenze 1378—Firenze 1 dicembre 1455) è stato uno scultore, orafo, architetto. Nel 1401, nonostante il difficile momento segnato dalle lotte contro Pisa e Milano e nonostante la pestilenza dell'anno prima, fu indetto un concorso per realizzare la seconda porta bronzea del Battistero. La prima, quella che oggi è sul lato sud ma anticamente si trovava a est, era stata realizzata da Andrea Pisano nel 1330-1336, mentre l'ultima, quella poi detta "porta del Paradiso", sarà ultimata solo nel 1452. La nuova porta era un'importante opera pubblica nell'edificio religioso più venerato della città (Santa Maria del Fiore, che era ancora un cantiere) . Nel 1402, viste le opere presentate, il Ghiberti fu scelto come vincitore. PASQUA 2015— IN QUESTO NUMERO ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Lettera di Don Serafino alla comunità Arcidiocesi di Torino Una Chiesa madre, dalla parte dei piccoli 21 giugno 2015: il Papa a Torino per l’Ostensione della Sindone. Notizie dalla Comunità e… per ridere un po‟. Notizie dalla Chiesa Conferenza stampa del Santo Padre durante il volo di ritorno dalle Filippine. Si ringraziano i collaboratori: Luigi Battezzato, Graziella Brilli, Rosanna Conte, Grazia Gallo, Fabio e Monica Longo, Andrea Bellino. „Rivoli, Parrocchie nella città, Anno XVIII, n° 1, Pasqua 2015 Supplemento a: Parrocchia San Michele Arcangelo, 011-9540133, e-mail: [email protected]. S. Messe feriali ore 18 (mercoledì; 8,30 seguita da Adorazione), festive: ore 8,30 e 10,30 Orario dell‟ufficio parrocchiale: dal martedì al venerdì 16—17,30; sabato: 8,30—10 Il Parroco è disponibile per brevi comunicazioni in sacrestia dopo le S. Messe. Per offerte per LAVORI: Conto corrente Banca Prossima (gruppo Intesa San Paolo)- Filiale di Milano IBAN IT 20 U 03359 01600 100000068855, Parrocchia S. Michele Arcangelo, P.zza S. Michele 7, Rosta 2 DA DON SERAFINO ALLA COMUNITA’ ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ L’Amore più grande. Martiri Oggi! “La Quaresima è una lunga contemplazione dell‟amore di Dio verso gli uomini e del Figlio Gesù che ha donato la sua vita per l‟umanità peccatrice, considerata amica, bisognosa di salvezza. Un tempo per realizzare la conversione del nostro cuore, „perché in esso abitino gli stessi sentimenti di Gesù‟ che ha amato il mondo fino a dare la vita per noi” .. Un articolo di Marina Corradi su AVVENIRE del 18 febbraio 2015, ci aiuta per il cammino di conversione verso la PASQUA. Ella commenta stupita il coraggio dei 21 cristiani copti decapitati dall‟IS. Anche nei mesi precedenti altre vittime dell‟ISIS in Iraq e Giordania, si erano comportati con grande serenità e dignità consapevole di fronte ai Persecutori.. “Un occidentale non avrebbe potuto accorgersene. Ma Mons. Antonio Aziz Mina, vescovo copto di Giza, Egitto, guardando il video della esecuzione dei 21 lavoratori cristiani copti uccisi dall‟IS, ha osservato le loro lebbra e dal labiale ha letto che essi invocavano Gesù Cristo. il Vescovo lo ha dichiarato ieri all‟Agenzia Fides, tra l‟incendio di notizie e di angoscia che dalla Libia si riverbera sul Mediterraneo e sull‟Europa... In quelle parole sussurrate sta qualcosa di molto grande! In quell‟ultimo istante noi ci saremmo aspettate grida di supplica o di ribellione e maledizione agli assassini ... Questa atroce morte dei giovani copti, ci colpisce per la statura che assumono le vittime, morendo nell‟atto di pregare ed invocare Gesù. La STATURA, un particolare previsto dall’attento regista dell’IS. Mentre carnefici e vittime camminano verso l‟esecuzione, i boia sono stati scelti tra uomini molto alti, bassi invece appaiono i prigionieri, per insinuare l‟idea che grandi siano i terroristi e solo piccoli uomini le vittime... Ogni dettaglio era stato previsto, ma non quell’ultimo labiale. non hanno potuto censurarlo. Ostinato come il „no‟ all‟abiura di Asia Bibi, madre di tre figli in carcere da 2.100 giorni in India; fermo come il „no‟ di Meriam Ibrahim, carcerata incinta in Sudan, con la prospettiva della impiccagione davanti a loro. Noi cristiani del mondo finora in pace, fatichiamo a capire. Ci paiono giganti quelli che affrontano il martirio, come ha chiamato i 21 copti Papa Francesco. Eppure se guardiamo le facce di quegli uomini nel giorno della cattura, in fila, ci paioni uomini come noi. Essi non mostrano paura, ma consapevolezza e dignità. Ma allora che cosa determina, nell‟ultima ora quell‟irriducibile fedeltà a Gesù Cristo? Forse una Grazia, insieme al riconoscere, con assoluta certezza, il Nome in cui nulla è perduto: Famiglia, figli, madri, padri e amici; non annientati ma ritrovati e salvati”. Si affidano a quel nome che per la nostra salvezza ci ha preceduto, è passato avanti con la Sua Croce! Nei giorni scorsi, nella preparazione alla Cresima, presentavo ai ragazzi l’espressione tradizionale: “La Cresima ci fa „SOLDATI di CRISTO‟ pronti a difendere la Fede, con coraggio, Fortezza, fino alla morte”. Ora si dice “diventare „TESTIMONE‟ della Fede” , che traduce in italiano la parola greca „martire‟; il significato non è diverso, anche se può spaventare. I Cristiani dei primi secoli vedevano nel martirio il culmine, la corona della vita di Fede. Allora chiedo: “Ma voi sareste disponibili a dare la vita per il Signore? Dopo aver riflettuto uno risponde “se il Signore lo chiede si; poi anche gli altri annuiscono! La nostra vita non poggia solo sulle nostre capacità, ma sui Doni che il Signore ci garantisce nel momento del bisogno! Il dono del Suo Spirito Santo va richiesto nella Preghiera e sempre ci è donato nei Sacramenti ben preparati ! Il Parroco Sac. Bunino Serafino . Ricordiamo che i locali dell‟oratorio sono disponibili per eventi e attività varie (feste di famiglia, incontri ecc,). Per informazoni telefonare in parrocchia. Invitiamo poi chi volesse offrire la propria opera come volontario per le attività parrocchiali, a segnalarsi in parrocchia. ARCIDIOCESI DI TORINO ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Una Chiesa madre, dalla parte dei piccoli I vescovi del Piemonte hanno pubblicato, lo scorso gennaio, la Nota pastorale sull'iniziazione cristiana dei bambini, intitolata 'Una Chiesa Madre'. «Come per Gesù, i bambini stanno a cuore sì alla famiglia, ma anche alla Chiesa - scrivono nell'introduzione mons. Nosiglia, mons. Brambilla arcivescovo di Novara ed incaricato per la famiglia, e mons. Cavallotto, vescovo di Cuneo ed incaricato per la catechesi. Essi devono essere accolti e amati, hanno diritto di essere sostenuti nella loro crescita umana e spirituale. Il battesimo dei bambini è il primo sacramento dell'iniziazione cristiana che un giorno avrà il suo compimento con la confermazione e l'eucaristia. Per i piccoli, rigenerati a vita nuova, incomincia un cammino spirituale che, adeguatamente sostenuto, li condurrà a un progressivo sviluppo della fede e della vita cristiana. Amati dal Signore e guidati dal suo Spirito, i bambini hanno la capacità di incontrare Dio e di aspirare a lui. In questi anni le nostre parrocchie si sono impegnate con generosità per promuovere un rinnovamento della catechesi dei ragazzi. I risultati non sempre sono stati convincenti. Una carente formazione cristiana negli anni dell'infanzia e un limitato interesse dei genitori a educare nella fede i bambini sovente hanno compromesso il successivo cammino catechistico dei fanciulli. Il diritto di ogni bambino a conoscere e a incontrare il Signore e il dovere dei genitori a essere, fin dalla scelta del battesimo, parte attiva nel cammino d'iniziazione cristiana rendono urgente l'avvio di una qualificata pastorale battesimale». La Nota, frutto di una riflessione tra i vescovi piemontesi, è arricchita con proposte e suggerimenti degli Uffici della catechesi e della famiglia. Sarà, poi, compito di ogni diocesi elaborare un piano di Pastorale battesimale secondo le indicazioni del proprio vescovo, in risposta alle situazioni e necessità locali. Quindi toccherà alle comunità parrocchiali, adeguandosi alle scelte diocesane, programmare con responsabilità e creatività un concreto percorso di Pastorale pre- e post-battesimale da attuarsi con generosità e impegno. La Nota comprende quattro capitoli. Il primo, introduttivo, motiva la scelta della Pastorale battesimale e precisa la finalità del documento. Nel secondo sono offerte alcune coordinate teologiche e pastorali sul battesimo dei più piccoli, l'iniziazione cristiana, il ruolo della famiglia e la responsabilità della comunità parrocchiale. Il terzo, più applicativo, si sofferma su priorità, criteri e proposte per elaborare un progetto di pastorale battesimale. L'ultimo definisce il ruolo del vescovo, la funzione del servizio diocesano e il compito della parrocchia per avviare una proposta d'iniziazione cristiana dei bambini. I contenuti fanno riferimento a tre temi conduttori: la centralità dei bambini, per i quali è programmata la prima fase dell'iniziazione cristiana, che si estende dal battesimo agli anni dell'infanzia; un'attenzione prioritaria ai genitori, diretti destinatari della Pastorale battesimale; la responsabilità della comunità cristiana che, quale madre che genera alla vita nuova ed è casa comune dei genitori e dei bambini, deve promuovere ed attuare la pastorale dell'iniziazione cristiana. «La Nota, diretta anzitutto ai sacerdoti e alle comunità, non offre soluzioni, ma orientamenti. È un aiuto a un progetto, che dovrà essere definito insieme: vescovo, presbiteri diaconi, operatori pastorali. La proposta ha come primo interlocutore la famiglia, che va amata, sostenuta e resa protagonista attiva dell'educazione. C'è un legame di reciprocità tra famiglia e comunità ecclesiale. Perciò occorre stabilire una feconda alleanza nella quale va riconosciuto e sostenuto il primato educativo della famiglia». Mons. Cesare Nosiglia 4 ARCIDIOCESI DI TORINO ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ 21 giugno 2015: il Papa a Torino per l’Ostensione della Sindone. Diamo di seguito il testo che l'Arcivescovo di Torino Mons. Cesare Nosiglia ha inviato al settimanale diocesano La Voce del popolo non appena Papa Francesco ha espresso l‟intenzione di venire nella nostra città: «L'annuncio fatto direttamente dal Papa nell'udienza generale di mercoledì 5 novembre, della sua visita a Torino il 21 giugno 2015, riempie il nostro cuore di gioia e di riconoscenza. Il Papa viene pellegrino di fede e di amore per due ragioni che lui stesso ha sottolineato: per contemplare e pregare davanti alla Sindone, il sacro Telo che secondo la tradizione ha avvolto il corpo del Signore nella sepoltura dopo la sua morte, e che sarà esposta dal 19 aprile al 24 giugno nel Duomo di Torino. Come i suoi predecessori anche Papa Francesco conferma così quella devozione alla Sindone che accomuna milioni di persone e di pellegrini i quali riconoscono in essa il mistero della Passione e morte del Signore, rinnovando dunque la fede in Lui, fonte di salvezza e di riconciliazione di tutti gli uomini. L'altro motivo per cui Papa Francesco viene a Torino è la ricorrenza dei 200 anni dalla nascita di san Giovanni Bosco, padre, maestro e amico dei giovani, che rappresenta anche oggi un testimone esemplare di educatore nella fede e nell'amore per la gioventù di tutto il mondo. La visita del Papa è un grande dono per la nostra Chiesa di Torino e per le altre diocesi del Piemonte e della Valle d'Aosta perché ci sprona a procedere uniti per rinnovare le nostre Chiese secondo le indicazioni che il Papa stesso presenta nella „Evangelii gaudium‟ e che farà risuonare certamente nel corso della sua visita: una Chiesa in uscita, povera e serva dei poveri, accogliente e vicina alla gente che soffre per problemi morali, spirituali e sociali; missionaria del Vangelo in ogni ambiente e ambito di vita delle persone. Questa visita di Papa Francesco avviene in un tempo in cui la nostra Regione e Città soffrono per una situazione economica e sociale di grande difficoltà a causa della mancanza di lavoro e di altre pesanti condizioni di povertà che colpiscono famiglie, anziani e giovani. La venuta del Papa è dunque un segno di grande speranza e incoraggiamento per ritrovare nelle radici cristiane della fede e della fraternità, così bene testimoniate dall'esempio dei nostri santi e beati, la comune volontà di lottare sulle vie della ripresa morale e sociale del nostro territorio. Infine la visita di Papa Francesco è anche un segno di quell'affetto e vicinanza che fin dall'inizio del suo servizio apostolico ha sempre manifestato verso la terra piemontese che ha dato i natali alla sua famiglia. Per questo invito la diocesi di Torino e le comunità del territorio regionale a prepararsi a questo incontro col Papa.» In occasione della visita, l‟Arcivescovo ha emesso il seguente decreto: „Con il seguente decreto stabilisco che nella mattinata di domenica 21 giugno 2015, a partire dalle ore 8, nell‟intero territorio dell‟arcidiocesi siano sospese tutte le celebrazioni di Sante Messe. Le celebrazioni potranno riprendere regolarmente negli orari pomeridiani. Inoltre, per venire incontro alle legittime esigenze dei fedeli che non sono in grado di partecipare all‟Eucaristia presieduta dal Santo Padre, concedo che nelle ore pomeridiane di sabato 20 giugno 2015 possano essere celebrate Sante Messe con la Liturgia domenicale oltre agli orari solitamente previsti. Sono certo che tutti vorranno comprendere il significato di questa disposizione e accoglieranno con autentico spirito di fede il Successore dell‟Apostolo Pietro che verrà a Torino per pregare con noi e per offrirci concrete indicazioni per il cammino delle nostre comunità. Affido alla Vergine Maria, Consolata e Consolatrice, Aiuto del popolo cristiano, questo evento di grazia e invito tutti a invocarne l‟intercessione perché la venuta a Torino del Santo Padre contribuisca efficacemente all‟impegno delle nostre comunità per annunciare a tutti, in modo credibile,la salvezza a noi offerta da Gesù Cristo, l‟unico Salvatore del mondo. Dato in Torino il giorno 8 dicembre 2014, Solennità dell‟Immacolata.‟ Cesare Nosiglia Arcivescovo Metropolita di Torino 5 NOTIZIE DALLA CHIESA ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Conferenza stampa del Santo Padre durante il volo di ritorno dalle Filippine. Santo Padre, grazie per aver visitato il nostro paese. Il nostro popolo ha imparato molto ascoltando il Suo messaggio, ma c’è qualcosa che ha imparato dai Filippini incontrandoci? Si. I gesti! I gesti mi hanno commosso. Non sono gesti protocollari… Sono gesti buoni, sentiti, che vengono dal cuore. Alcuni quasi fanno piangere. Lì c’è tutto: la fede, l’amore, la famiglia, le speranze, il futuro… Quel gesto dei papà, quando alzavano i bambini, perché il Papa li benedicesse. Il gesto di un papà… ce n’erano tanti: alzavano i bambini, quando passavo per la strada. Un gesto che da altre parti non si vede. Come se dicessero: questo è il mio tesoro, questo è il mio futuro, questo è il mio amore, per questo vale la pena lavorare, per questo vale la pena soffrire. E’ un gesto originale, ma nato dal cuore. Il secondo gesto che mi ha colpito tanto è un entusiasmo non finto, la gioia, l’allegria, capaci di fare festa anche sotto l’acqua. Mi diceva uno dei cerimonieri che è stato impressionato perché i ministranti a Tacloban, con quella pioggia, mai avevano perso il sorriso. È la gioia, gioia non finta. Non era un sorriso dipinto, no: un sorriso che veniva dal cuore. E dietro quel sorriso c’è la vita normale, ci sono i dolori, ci sono i problemi… Altro gesto: le mamme che portavano i figli ammalati. Sì, si vedevano tanti bambini disabili, con disabilità che fanno un po’ impressione: non nascondevano il bambino, lo portavano dal Papa perché lo benedicesse. Questo è il mio bambino, è così, ma è mio. Tutte le mamme sanno questo e lo fanno, ma il modo di farlo, è quello che mi ha colpito. Santo Padre, a Manila eravamo in un albergo molto bello, tutti erano molto gentili e si mangiava molto bene. Però, appena si usciva da questo albergo si veniva – diciamo così – aggrediti moralmente dalla povertà. Vedevamo dei bambini in mezzo ai rifiuti, trattati, direbbe Lei forse, come rifiuti. Ecco, io ho un bambino di sei anni e mi sono vergognato che questi stanno così male. Quando una di voi mi ha domandato qual era il messaggio che io portavo nelle Filippine, io ho detto: i poveri. E’ il messaggio che la Chiesa oggi dà. I poveri, le vittime di questa cultura dello scarto. Questo è vero. Oggi non si scarta la carta soltanto. Si scartano le persone. Questo non può andare. E lo scarto oggi sembra quasi normale. Lei parla dell’albergo lussuoso accanto alla baracca. Nella mia diocesi a Buenos Aires c’era tutta la zona nuova che si chiama Puerto Madero, fino alla stazione ferroviaria; poi incomincia la “ Villa Miseria”, i poveri, uno dietro l’altro. Da questa parte ci sono 36 ristoranti di lusso, di là c’è la fame. E noi abbiamo la tendenza ad abituarci a questo. Sì, qui siamo noi e lì sono gli scartati. Questa è la povertà, e credo che la Chiesa debba dare esempio sempre di più in questo, di rifiutare ogni mondanità. A noi consacrati, vescovi, preti, suore, laici che credono davvero, il peccato più grave è la mondanità. E’ tanto brutto quando si vede un consacrato, un uomo di Chiesa, una suora, mondani. È brutto. Questa non è la strada di Gesù. È la strada di una Ong che si chiama Chiesa. Ma questa non è la Chiesa di Gesù, quella Ong. La Chiesa non è una Ong, è un’altra cosa. La Chiesa è il Cristo, morto e risorto per la nostra salvezza, è la testimonianza dei cristiani che seguono Cristo. Quello scandalo che Lei dice è vero, sì, tante volte noi scandalizziamo i cristiani, scandalizziamo, che siamo preti o laici, perché è difficile la strada di Gesù. La Chiesa deve spogliarsi. (continua a pag 7) 6 NOTIZIE DALLA CHIESA’ _____________________________________________________________________________________________________________________________ __________________________________ Santità, quando andavamo verso le Filippine, Lei ha affermato che, se qualcuno avesse insultato sua mamma, si sarebbe meritato un pugno. Questa frase non è stata capita bene da tutti perché era come se dicesse che giustificava forse, davanti a una provocazione, una reazione violenta. Ci potrebbe spiegare un pochino meglio quello che voleva dire? In teoria, possiamo dire che una reazione violenta davanti a un’offesa, a una provocazione, in teoria sì, non è una cosa buona, non si deve fare. In teoria, possiamo dire quello che il Vangelo dice, che dobbiamo dare l’altra guancia. In teoria, possiamo dire che noi abbiamo la libertà di esprimere e questa è importante. Nella teoria siamo tutti d’accordo. Ma siamo umani, e c’è la prudenza, che è una virtù della convivenza umana. Io non posso insultare, provocare una persona continuamente, perché rischio di farla arrabbiare, rischio di ricevere una reazione non giusta. Ma è umano, questo. Perciò dico che la libertà di espressione deve tener conto della realtà umana e deve essere prudente. E deve essere anche educata. La prudenza è la virtù umana che regola i nostri rapporti. Io posso andare fino a qui, non posso andare oltre… Questo volevo dire: che in teoria siamo tutti d’accordo: c’è libertà di espressione, una reazione violenta non è buona, è cattiva sempre. Tutti d’accordo. Ma nella pratica fermiamoci un po’, perché siamo umani e rischiamo di provocare gli altri e per questo la libertà deve essere accompagnata dalla prudenza. Questo volevo dire. Santo Padre. Ancora grazie a nome della popolazione Filippina per aver visitato la nostra terra. Lei ha fatto riferimento in uno dei Sui discorsi nelle Filippine alla corruzione che sottrae risorse al popolo. Cosa può Sua Santità fare per combattere la corruzione, non solo da parte dei governi, ma anche nella Chiesa? Forte questa! La corruzione oggi nel mondo è all’ordine del giorno e trova facilmente nido nelle istituzioni che hanno tanti settori qua e là, con tanti capi e vicecapi; quindi è facile che lì si possa annidare la corruzione. Ogni istituzione può cadere in questo. La persona corrotta, che fa affari corrotti, ruba al popolo. Le vittime sono quelli che avete visto vicino all’albergo di lusso: quelli sono le vittime della corruzione. La corruzione oggi è un problema mondiale. Una volta, nel 2001 più o meno, ho domandato al Capo di Gabinetto del Presidente di allora (era un governo che noi pensavamo non tanto corrotto, ed era vero) : “Mi dica, degli aiuti che voi inviate all’interno del Paese, quanto arriva sul posto?”. E quegli, che era un uomo vero, pulito, mi disse: “Il 35%”. Così mi ha detto, nell’anno 2001, nella mia patria. Santo Padre, prima di tutto vorrei dire mille grazie per tutti i momenti così impressionanti di questa settimana. La mia domanda: Lei ha parlato dei tanti bambini nelle Filippine, della Sua gioia che ci sono così tanti bambini. Ma, secondo dei sondaggi, la maggioranza dei filippini pensa che la crescita enorme della popolazione filippina è una delle ragioni più dirette della povertà enorme del Paese (in media una donna filippina partorisce più di tre bambini nella sua vita). Perciò la posizione cattolica riguardo alla contraccezione è una delle questioni su cui molti Filippini non sono d’accordo con la Chiesa. Cosa ne pensa? Io credo che il numero di tre figli per famiglia, che lei menziona, secondo i tecnici, è importante per mantenere la popolazione. Tre per coppia. Sotto questo livello, accade l’altro estremo, il calo della popolazione, come in Italia, dove, ho sentito, nel 2024 non ci saranno risorse per pagare i pensionati. Per questo la parola-chiave per rispondere è quella che usa la Chiesa sempre:“paternità responsabile”. Come si fa questo? Col dialogo. Ogni perso- 7 DALLA COMUNITA’ ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Continua la vita della Scuola dell‟infanzia „Aprà‟ La nostra Comunità ha subito una grande perdita quando la scorsa estate, a fine luglio, le amate Suore del Cottolengo hanno lasciato Rosta. Abbiamo sentito un grande vuoto in quanto svolgevano importanti servizi non solo coi bambini dell‟asilo ma anche facendo catechismo ai ragazzi più grandi, visitando i malati, a cui portavano parole di conforto e Gesù Eucaristia, con la loro presenza costante alle Messe; la loro era una presenza certa e rassicurante in tutti gli ambiti parrocchiali. Ora tocca ad ognuno di noi continuare ad impegnarci con il loro stesso stile e lo stesso spirito di servizio: CARITAS CHRISTI URGET NOS è il motto della Piccola Casa della Divina Provvidenza del Cottolengo. Le abbiamo sentite a nome di tutta la Comunità per gli auguri di Natale, portando loro in dono il calendario del 2015 della scuola con la foto dei bimbi dell‟asilo e il panettone del CON. Ma come sta continuando l'attività all'asilo Edoardo Aprà? Abbiamo intervistato in merito i vari soggetti interessati: La voce dei bambini: Cosa vi manca di più delle suore? Suor Attilia era il „capo‟ dell‟asilo ed era splendido quando ci regalava le caramelle o i confetti se ci facevamo male o sentivamo la mancanza della mamma. Era bello quando con Suor Luisa recitavamo le preghiere e cantavamo: “Farfallina vola di qua e vola di là…”, lei batteva le mani per farci stare seduti sul tappeto e ci faceva vedere quale frutto avremmo mangiato a merenda. Era splendido quando con Suor Rosa giocavamo ad esempio facendo le pizze per finta e gliele portavamo da mangiare e quando facevamo la processione portando la Bibbia. Ci hanno anche insegnato a riciclare i fogli: vorremmo tanto poterle rivedere. La voce delle maestre: Cosa è cambiato e cosa è rimasto uguale nel nuovo anno scolastico? Sono rimasti validi gli stessi principi: ogni bambino è un patrimonio prezioso per la famiglia, per la scuola e per la società, che investono sul suo futuro. Educarlo per noi insegnanti significa aiutarlo a sviluppare le sue potenzialità e abituarlo a vivere nel contesto sociale con le regole ed i valori che devono essere compresi, motivati e praticati nella quotidianità. Il Progetto Educativo di questo anno scolastico “Viaggio nel regno degli alimenti per diventare forti e belli” ci vede impegnati con dedizione ed impegno per catturare l‟attenzione, l‟entusiasmo e l‟interesse dei bambini. Riflettere sull‟alimentazione e aprirsi alla scoperta del mondo naturale consente di far capire, scegliere e trovare il proprio benessere a tavola. Ogni mattina mentre apriamo la porta spalanchiamo il nostro cuore: ansie, paure, interrogativi cedono il posto a serenità, collaborazione e dialogo, in un clima di fraternità e trasparenza che testimoniano la caratteristica di una scuola cattolica dove la priorità è il BENE del BAMBINO. La presenza dell‟insegnante di madrelingua inglese tutti i pomeriggi, arricchisce il patrimonio culturale dei bambini, preparandoli ad un futuro internazionale. La voce della fondazione: Da chi è composta? Quali sono le finalità della fondazione e perchè ha preso in gestione questo asilo? Quali obiettivi la fondazione si è posta? La Fondazione Angela Colasanti e Mario Fregonese è stata istituita nel 2011 per volere di Davide Fregonese, come segno di gratitudine verso i genitori Angela e Mario che hanno avuto il grande merito di farlo studiare nelle migliori scuole paritarie piemontesi. L'obiettivo della Fondazione è di aiutare le scuole cattoliche che per motivi organizzativi le congregazioni religiose non possono più gestire, come nel caso della scuola Aprà di Rosta. Attualmente la Fondazione gestisce altre 2 scuole dell'infanzia: Bonacossa a Torino e Torassi a Chivasso. (continua a pag. 9) 8 DALLA COMUNITA’ ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ In collaborazione con la Fism (Federazione Italiana Scuole Materne), la Fondazione si propone di offrire ai propri allievi una preparazione di alta qualità, oltre che sui temi definiti dalle indicazioni nazionali, anche su importanti attività quali l‟inglese e la matematica su cui la scuola statale investe troppo poco, al fine di formare cittadini modello e buoni cristiani. La proposta didattica offerta ai genitori dei bambini tra i 3 e 6 anni è legata alle sfide del futuro a cui i ragazzi saranno chiamati. Nel 2030 si potrà trovare ancora un lavoro se non si conosce bene la lingua inglese? Oppure in un mondo sempre più scientifico, come i giovani potranno inserirsi al meglio nella società evoluta senza che abbiano sviluppato una forte dimestichezza con i fondamenti della matematica? Queste sono alcune riflessioni e ragionamenti che la Fondazione propone ai cittadini di Rosta. E' infine importante che la nostra scuola faccia parte della comunità educante rostese ed a tal proposito sono in cantiere alcune iniziative per la prossima estate e il prossimo anno scolastico che, secondo noi, potrebbero ulteriormente avvicinare i giovani di Rosta alla scuola Aprà. (Summer School e afterschool per i ragazzi delle scuole elementari) La voce dei rappresentanti: Che clima si respira all'asilo e quali sono i progetti futuri? “Alla Scuola Aprà si respira un clima sereno sia per i nostri bimbi sia per le famiglie. La collaborazione fra le insegnanti, la fondazione e i genitori è importante e consistente. Partecipiamo attivamente alla vita scolastica dei nostri figli; insomma, tutti insieme ci sentiamo una GRANDE FAMIGLIA. Collaboriamo costantemente con la Direzione Scolastica nell‟organizzazione delle uscite didattiche e delle feste scolastiche (veramente tante e vissute pienamente da tutti noi!). Tra queste abbiamo già realizzato la castagnata con i nonni, il cammino di luce, la recita di Natale, la festa della Vita, la visita con laboratorio manuale in una pasticceria, la festa di Carnevale. Ai nostri figli piace anche moltissimo il nuovo progetto del bilinguismo, e non vedono l‟ora di partecipare al SUMMER ENGLISH CAMP (aperto a tutti i bimbi fino alla prima elementare). Tre settimane a luglio 2015 con una full-immersion nella lingua inglese grazie alla presenza di insegnanti di madrelingua e di tutor specializzati nell‟insegnamento delle lingue straniere. E‟ il primo del suo genere a partire in Val di Susa e darà l‟opportunità di mettere in pratica l‟inglese in ogni attività della giornata, dal pranzo ai giochi, dalle svariate attività alle uscite.” Catechismo. Come ogni anno, i catechisti insieme ai ragazzi, si impegnano nel loro cammino di fede a maturare e a vivere Gesù in ogni attimo della vita. Il catechismo in questi ultimi mesi si è rinnovato secondo le direttive che il Vescovo ci ha trasmesso con la sua lettera pastorale „L‟Amore più grande‟ Così abbiamo cercato, ispirandoci alle sue parole, di rinnovare l‟animo di ognuno di noi con il saper accogliere e lasciarsi investire per cambiare se stessi e il mondo. Accanto agli incontri settimanali, ci sono stati diversi momenti di crescita nella vita comunitaria: rappresentazione natalizia in oratorio,vendita panettoni e colombe alle famiglie in collaborazione con il CON, vendita delle torte, momenti di preghiera e infine interessanti proposte per andare in vacanza con Gesù, aderendo ai campi estivi di spiritualità. Le nostre preziose suore che ci hanno accompagnato per diversi anni nella catechesi, lo scorso luglio hanno lasciato la nostra comunità per altre destinazioni.l La nostra difficoltà è stata quella di non trovare altri catechisti che le sostituissero in questo incarico, offrendo il loro aiuto nella catechesi. Chi avesse la possibilità di donare un po‟ del proprio tempo a questo scopo, si segnali a Don Serafino. Un saluto ed un grazie a tutta la comunità dai catechisti. 9 DALLA COMUNITA’ ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Dagli animatori dell‟oratorio: i festeggiamenti per il carnevale. A pochi giorni dalla corrida don Bosco dove abbiamo celebrato, con gli oratori di Ferriera e Sangano, il bicentenario dalla nascita del grande Santo del nostro Piemonte, ci siamo trovati per le vie di Rosta a festeggiare il carnevale. Quest‟anno abbiamo pensato di allargarci un po‟ e, oltre alla consueta festa in maschera, abbiamo sfilato per le vie di Rosta dando vita ad un bel momento di gioia ed allegria. In testa alla sfilata c‟era il carro fatto dagli animatori con l‟ausilio di qualche papà del CON: un‟impressionante navicella spaziale di supereroi dotata di robustissime ali, un computer di bordo di ultimissima generazione, qualche razzo a propulsione nucleare, oltre all‟immancabile timone al centro del carro, pardon della navicella. Certo non avevamo a disposizione ballerine danzanti al ritmo di samba, folle oceaniche e fan urlanti, ma i nostri bambini in maschera e gli animatori in veste di intrattenitori davano vita a colori e momenti di festa niente male. La sfilata è terminata con una bella merenda rifocillante a base di cioccolata e bugie al palawave e, dato Il cielo plumbeo e il clima decisamente rigido che ci hanno accompagnati durante la sfilata, anche questo è stato di alto gradimento per i ragazzi! I corsi di preparazione al matrimonio che si tengono in Parrocchia. Nella nostra Parrocchia si registrano ultimamente circa 5 matrimoni all‟anno. I fidanzati partecipano abitualmente ad una serie di incontri di preparazione, che si avvalgono di due coppie di sposi in qualità di testimoni: attualmente una coppia con esperienza quarantennale e una con 11 anni di matrimonio. Inoltre un catechista con formazione biblica commenta i brani del Vangelo che ad ogni incontro vengono presentati con riferimento all‟argomento scelto per la discussione durante la serata. I testimoni hanno frequentato corsi di formazione in diocesi e collaborano con analoghe équipe delle parrocchie della nostra Unità Pastorale (Buttigliera, Avigliana, Giaveno, Sangano, Drubiaglio) per assicurare uniformità nello svolgimento degli incontri sia a livello di tematiche che di metodologie di conduzione. Le serate si svolgono in primo luogo con una breve presentazione dell‟argomento scelto, supportato anche da materiale multimediale, che stimola la successiva discussione tra i fidanzati e i testimoni, che apportano la loro esperienza di vita insieme. Le riflessioni che ne derivano vengono poi sintetizzate per riprendere il filo la volta successiva. Alla conclusione o all‟inizio viene letto un brano del Vangelo relativo all‟argomento in discussione, commentato dal catechista, sottolineando l‟attualità della Parola. Alle coppie viene lasciata una cartella con la traccia e la sintesi delle riflessioni fatte e i brani del Vangelo proposti, affinché si famigliarizzino con il rito e possano scegliere coscientemente i passi da proclamare quando si celebrerà il rito del loro Matrimonio. 10 LE FOTO ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Foto 3, 4: Il 18 gennaio, secondo tradizione invalsa da alcuni anni, si è celebrata la festa di Sant‟Antonio abate presso la Precettoria di sant‟Antonio di Ranverso, presenti le comunità di Rosta e di Buttigliera. Don Franco, parroco di Buttigliera, ha celebrato quest‟anno la S. Messa ed ha poi benedetto gli animali ed i mezzi agricoli convenuti numerosi sul sagrato. Foto 5,6. Il giorno 8 marzo, festa della donna il CON ha organizzato in oratorio la Festa del Bollito, con un pranzo che ha visto la partecipazione di numerose persone. Un plauso va al gruppo CON che ha acquisito una vera professionalità nell‟organizzazione di questi eventi e nel coinvolgere tanti giovani a collaborare. Nella foto vediamo l‟allestimento impeccabile del salone dell‟oratorio e un momento della distribuzione del bollito. Per ridere un po‟... L‟Europa è sempre Europa delle Nazioni. Una notte Dio appare in sogno ad un buon cristiano. Il cristiano gli chiede: „Perdonatemi Signore, mi potreste dire come è il Paradiso?‟ Dio risponde: „Il Paradiso è come una città Europea, con il meglio di ogni cosa.. Per esempio, i ristoratori sono francesi, gli innamorati sono italiani, i politici sono inglesi, i tedeschi sono meccanici ed i poliziotti sono svedesi.‟ „E l‟Inferno come è fatto?‟ chiede ancora il buon cristiano. ‘L’Inferno è più o meno la stessa cosa; però là i meccanici sono francesi, i politici sono italiani, i tedeschi sono poliziotti, gli inglesi sono ristoratori, e gli innamorati sono svedesi.‟ Dal dottore. Dopo la visita, il dottore fa al paziente: „Lei è in perfetta forma. Lei camperà fino a 70 anni‟ „Dottore , ma io ho 70 anni!‟ „Ecco, cosa le ho detto?‟ 11 LE FOTO ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Foto 7. I bimbi della scuola dell‟infanzia Aprà Foto 8, 9 Il 14 febbraio gli animatori, con l‟aiuto dei papà del CON, hanno organizzato la grande festa di carnevale, con sfilata accompagnata da un carro supertecnologico che è scesa dalla piazza della chiesa fino al Palawave dove la festa si è conclusa con cioccolata calda molto gradita dai ragazzi infreddoliti dal clima rigido della giornata. Foto 10. Febbraio ci ha portato via Beatrice Andrione, figura che eravamo abituati ad incontrare in chiesa, sempre presente nella nostra Comuntà. Di lei abbiamo ammirato il costante impegno di servizio al prossimo: accompagnatrice degli ammalati sia a Rosta che con UNITALSI, sempre pronta al servizio nella nostra chiesa, animatrice delle preghiere e dei canti, per tanti anni ministro della Comunione. Tutta la comunità la ricorda con affetto e la affida alla misericordia divina perché sia accolta nel premio che l‟impegno della sua vita le ha meritato. Da queste pagine esprimiamo la nostra vicinanza a Vincenzo che improvvisamente si ritrova solo dopo i quasi 60 anni in cui ha condiviso giorno dopo giorno i casi della vita e gli impegni di servizio con l‟amata Beatrice. 12