Correva l'anno del signore 1215. i religiosi di borgo avevano per convento delle misere capanne. in occasione dell'arrivo del frate dei poveri si era radunata molta gente. ecco come racconta il miracolo luca wodding, uno dei più apprezzati cronisti francescani di allora: «l'uomo di dio disse al frate cuciniere di andare a vedere dentro il cesto dove si era soliti mettere l pane. il frate andò a vedere, pur pensando di andarci inutilmente. fu grande però la sua sorpresa quando, invece, trovò pieno zeppo di buon pane fresco quel cesto, che più di una volta aveva già fatto vedere a tutti completamente vuoto!» Il Santo di Assisi –statua lignea custodita alla Zappella Non tutti sanno che Borgo San Donnino, terra benedetta dal sangue del martire patrono, ha visto il passaggio di un altro grande santo, Francesco d'Assisi, che vi operò un prodigio ricordato da numerosi storici. Un «fioretto» che ci è sembrato interessante raccontare anche in vista dell'avvicinarsi dell'ottavo centenario del fatto, avvenuto nel 1215, uno dei periodi più travagliati per Borgo, al centro di continue lotte politico-religiose, spesso conteso da parmigiani, piacentini e cremonesi. Ma anche per l'elezione, nel marzo scorso, del nuovo Papa, Jorge Mario Bergoglio, entrato nel cuore di tutti, che, per la prima volta, ha scelto il nome di FRANCESCO, in ricordo del Santo di Assisi. In mezzo a tante burrasche di otto secoli fa. ecco uno sprazzo di luce: il miracolo del pane. Gli ha fatto da cornice l'oasi di pace della Zappella. All'epoca in quell'area viveva in povertà evangelica una comunità di Frati Minori. I religiosi, infatti, non abitavano in un vero convento, ma in misere capanne, disponendo soltanto di una modesta chiesetta per pregare. Il salesiano fidentino don Rino Germani, nel suo interessante libro «San Francesco d'Assisi a Borgo San Donnino», uscito per la collana dei Quaderni fidentini, ipotizza che il Santo si sia fermato a Borgo proprio perchè attratto da quei suoi figli innamorati come lui di «Madonna povertà». San Francesco era infatti molto esigente sulla povertà, arrivando a distruggere certe case che riteneva costruite dai suoi frati senza tener conto di questa virtù, addirittura trasferendoli se vi avevano percepito qualche guadagno. Evidentemente apprezzava i frati di Borgo per la loro vita mortificata e volle gratificarli di un miracolo importante. La pubblicazione di don Germani fu voluta nel 750° anniversario della morte del Poverello dall'arciprete di San Pietro monsignor Ettore Donelli e dalla maestra Alda Cavazzini, custode «storica» della Zappella, piccolo oratorio sulla Via Emilia. Il salesiano riporta testualmente, tradotta dal latino, la cronaca del prodigio come risulta dagli «Annali» di Luca Wodding, definito dallo storico don Laurini «uno dei più apprezzati cronisti francescani». «Anno 1215. In Borgo San Donnino, celebre castello lungo la via Emilia, detto anche dei Pallavicino, ... San Francesco dovette operare un nuovo miracolo a favore dei suoi Frati. Il Santo giungeva alla dimora dei Frati di Borgo dopo un lungo viaggio, (proveniva dalla Spagna, n.d.r.) accompagnato da vari confratelli ed aspettato da molti altri frati ed amici, che si erano radunati a Borgo prima per aspettarlo e poi per andargli incontro, salutarlo e congratularsi con lui del desiderato ritorno in Italia. Forse era sera tardi, la dimora dei Frati era fuori le mura di Borgo. Fu allora che l'uomo di Dio disse al Frate cuciniere di andare a vedere dentro il cesto dove sí era soliti mettere il pane. Il Frate andò a vedere, pur pensando di andarci inutilmente. Fu grande però la sua sorpresa quando, invece, trovò pieno zeppo di buon pane fresco quel cesto, che più di una volta aveva già fatto vedere a tutti completamente vuoto! I Frati riconobbero il prodigio operato per merito della virtù del loro Padre e si misero a mangiare con riconoscenza e con allegrezza quel pane «mandato dal cielo»; non cessavano di ringraziare Dio che aveva dato agli uomini il potere di fare miracoli». Oratorio della Zappella Un prodigio che una volta di più avvicina il Poverello alla figura di Cristo. Ricorda infatti il miracolo evangelico della moltiplicazione dei pani e dei pesci che vede Gesù impietosirsi per la folla che lo seguiva da giorni senza mangiare. La sfamò semplicemente benedicendo i cinque pani e i due pesci che un ragazzo, molto previdente, si era portato da casa prima di seguire il Maestro. San Francesco compie lo stesso gesto di amore verso il prossimo. Commuove la sollecitudine paterna del Santo nel trarre d'impaccio i suoi frati, mortificati di non poter offrire a lui e ai confratelli un minimo di conforto materiale. Così come fa tenerezza l'obbedienza cieca del cuciniere che, pur convinto di trovare il cesto vuoto, non esita un attimo ad eseguire la verifica richiesta dal Santo. Probabilmente per gratitudine di questo privilegio, poco tempo dopo la morte di Francesco i borghigiani fecero raffigurare la sua immagine nel catino absidale del Duomo all'interno di un grande dipinto a tempera del Giudizio Universale venuto alla luce dopo i restauri del 1950. A ricordare il miracolo del pane, nella Zappella esisteva un grande quadro andato distrutto nel bombardamento del 1944 che la rase al suolo, danneggiando anche la bella statua lignea ottocentesca di San Francesco in preghiera, nell'atto di chiedere per i suoi frati l'aiuto dal cielo. Monsignor Donelli fece apporre sulla porta della chiesetta, ricostruita subito dopo il bombardamento, una lunetta marmorea raffigurante il Santo mentre riceve simbolicamente il pane da un angelo. E la statua restaurata è tornata, in seguito, al suo posto nell'oratorio che ha assunto negli anni una dimensione mariana per la devozione alla Madonna di Lourdes, senza mai perdere però la sua identità francescana. E resta lì a testimoniare anche il grande amore dei borghigiani per i figli di San Francesco, accolti a Borgo quando ancora era in vita il Fondatore, che volle «ringraziarli» con un miracolo. Un amore, ricambiato dai religiosi, che dura da oltre otto secoli... Il «miracolo del pane» infatti, in tanti modi diversi, si è ripetuto da allora mille e mille volte per la generosità dei frati che, pur nella cronica povertà di mezzi, da sempre donano e condividono il poco, coi tanti bisognosi che approdano alla porta del convento. «IL LUOGO DI BORGO SAN DONINO IN CUI IL BEATO FRANCESCO FECE IL MIRACOLO DEI PANI» Il miracolo del pane a Borgo San Donnino, come abbiamo già scritto, è citato da diversi cronisti fra cui il frate minore francescano Bartolomeo Albizzi da Pisa nella sua opera "Liber Conformitatum", manoscritto del 1385. La foto in alto a destra mostra il brano dell'Albizzi riferito al miracolo di Borgo, tratto da una stampa del 1510 custodita nella Biblioteca Nazionale di Brera in Milano. Esso inizia così: «Lo-cum Burgi sancti Donini: in quo beatus Franciscus fecit miraculu de panibus» (Il luogo di Borgo San Donnino: in cui il beato Francesco fece il miracolo dei pani). Nella foto sotto, la lunetta marmorea sul portale dell'oratorio della Zappella a Fidenza che ricorda il miracolo del pane. Vi si legge: «Qui San Francesco d'Assisi nel 1215 ricevette il pane dal Cielo». UN CICLO PITTORICO SULLA VITA DEL SANTO DI ASSISI Sopra uno degli affreschi delle "Storie di San Francesco", il ciclo pittorico sulla vita del Santo, che si trova nella Basilica superiore di San Francesco ad Assisi, realizzato nell'ultimo decennio del 1200. L'affresco raffigura San Francesco durante la sua predica agli uccelli. Autore degli affreschi è probabilmente Giotto. Tra gli scritti di San Francesco vi è il "Cantico di Frate Sole", noto anche come "Cantico delle Creature", scritto in volgare umbro, che è il più antico testo della letteratura italiana.