Noi e gli altri
[Roma e il mondo]
appunti di storia medievale (IV-XV secolo)
Lez. 5 c
Riforma della
Chiesa
scontro Papato Impero
La politica ecclesiastica
degli Ottoni
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Nella prospettiva di un consolidamento del
potere centrale, gli Ottoni rafforzarono i
legami con la feudalità ecclesiastica a
discapito di quella laica
Si instaurava così il sistema della Ecclesia
Imperii (l’imperatore controlalva l’elezione
del papa privilegium Ottonianum, degli
abati, dei vescovi)
Imperatore Ottone I (962) Privilegium
Othonis
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“…tutto il clero e tutta la nobiltà del popolo romano a causa
delle varie violenze e delle irragionevoli incomprensioni, che
vanno eliminate, dei pontefici nei confronti del popolo a loro
soggetto, con giuramento si obbligano a far in modo che la
futura elezione dei pontefici, per quanto sarà nella volontà di
ognuno, avvenga in forma canonica e secondo giustizia e che
quegli sarà chiamato a questo santo e apostolico reggimento
non sia consacrato col consenso d’alcuno se prima non faccia,
alla presenza dei nostri messi o di nostro figlio ovvero di tutta
la collettività, per la soddisfazione e futura salvezza di tutti,
quella stessa promessa che il signore e padre nostro spirituale
Leone fece notoriamente di sua spontanea volontà.”
[Monumenta Germaniae Historica, Diplomata regum et
imperatorum, I, Hannover 1884, pp.322-327]
Alla morte di Ottone III
(1002)
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Enrico II (1002-1024) continua la
politica ottoniana
Corrado II della casa di Franconia
(dinastia dei Salii): 1027 imperatore;
ottiene l’omaggio dei principi
longobardi dell’Italia meridionale; 1033
annette il regno di Borgogna; 1037
Constitutio de feudis
Milano
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Ariberto di Intiniamo si contrapponeva
ai suoi vassalli, riuniti in una lega, la
Motta.
L’imperatore inizialmente sostiene i
vassalli (consitutio de feudis)
L’arcivescovo si alleò al popolo di
Milano (il Carroccio)
La lotta terminò solo nel 1044
I problemi della chiesa
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Corrado II si interessava della qualità
della vita dei signori ecclesiastici molto
meno rispetto agli Ottoni.
Simonia: l’acquisto con denaro delle
dignità ecclesiastiche
Concubinato : a tutti i livelli era
frequenta la convivenza di chierici con
donne
A Roma
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1046 vengono eletti
contemporaneamente tre papi
L’imperatore Enrico III (che era
succesuto nel 1039 al padre Corrado
II) interviene nel sinodo di Sutri,
depone tutti e tre e fa eleggere il
vescovo di Bamberga, Clemente II
Le spinte verso una
riforma
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Riforma monastica: nel 910 Guglielmo il Pio,
duca di Aquitania donò un terreno presso
Cluny a San Pietro, esentandolo da ogni
dipendenza da vescovi o signori laici
Con il secondo abate, Oddone, il monastero
promosse la riforma in tutta l’Europa
(congregazione di monasteri)
Regola benedettina, ma importanza della
preghiera (ufficio dei defunti)
I movimenti popolari
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A Milano un diacono, Arialdo, si mise alla
guida di un movimento popolare di rivolta
contro i chierici indegni
Alla sua morte la guida del movimento
passò ad un laico, Erlembaldo, giungendo a
rifiutare i sacramenti da parte dei chierici
anche solo sospettati di simonia o
concubinato.
A Firenze un movimento analogo portò alla
destituzione del vescovo, accusato di
simonia.
A Roma
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Attorno a Leone IX (altro pontefice
scelto dall’Imperatore Enrico III) si
crea un gruppo di ecclesiastici
favorevoli alla Riforma:
– Umberto, cardinale di Silvacandida
– Pier Damiani, monaco camaldolese
– Ildeberto di Soana
Lo scisma d’Oriente
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Nel frattempo si andava consumando la
separazione tra la chiesa di Roma e quella di
Costantinopoli
Nel 1054 il legato papale, Umberto da Silvacandida
(malgrado il fatto che il papa fosse morto nel
frattempo) depose sull’altare di santa Sofia a
Costantinopoli la bolla di scomunica contro il
patriarca Michele Cerulario.
Il problema centrale era quello del filioque (ma
negli stessi anni i bizantini perdevano ogni residuo
possesso in Italia meridionale)
La libertas ecclesiae
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Con la morte di Enrico III gli succedeva il
figlio, Enrico IV, di soli otto anni. Assumeva
quindi la reggenza la madre Agnese di
Poitiers.
A Roma, dopo la morte di Leone IX, veniva
scelto un papa riformista, Niccolò II, il
quale, nel 1059 in un sinodo in Laterano
disciplinava l’elezione del papa, che veniva
riservata ai soli cardinali vescovi.
Gregorio VII
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L’opera di riforma venne continuata
dapprima da Anselmo da Baggio, eletto
papa nel 1061 con il nome di Alessandro II
e poi, nel 1073, da Ildebrando di Soana,
che, nel 1073 divenne papa Gregorio VII
con lui si passava dall’idea dell’indipendenza
del papato dal potere delle autorità laiche
all’idea della sottomissione dei laici alla
Chiesa e al papa
Il Dictatus Pape di Gregorio VII
1) Che la Chiesa Romana è stata fondata da Dio solo.
2) che solo il Pontefice Romano è a buon diritto chiamato
universale....
8) che lui solo può usare le insegne imperiali
9) che tutti i principi devono baciare i piedi soltanto al Papa (…)
11) che il suo titolo è unico al mondo
12) che gli è lecito deporre l’imperatore (…)
19) che nessuno lo può giudicare (…)
26) che non dev’essere considerato cattolico chi non è d’accordo con la
Chiesa romana
27) che il Pontefice può sciogliere i sudditi dalla fedeltà verso gli iniqui.
[Monumenta Germaniae Historica, Epistolae selectae, cura Caspar,
Berlino 1920]
La lotta per le investiture
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1075 Gregorio VII condanna solennemente
l’investitura di beni ad ecclesiastici da parte
di laici
1076 la dieta di Worms: i vescovi tedeschi
proclamano la deposizione di Gregorio, il
quale reagì scomunicando l’imperatore
1077 mentre Gregorio VII è in viaggio verso
la Germania, Enrico IV gli va incontro al
castello di Canossa; il papa su consiglio di
Matilde di Canossa e di Ugo di Cluny, gli
diede l’assoluzione
Gregorio VII, scomunica di
Enrico IV
“San Pietro, capo degli Apostoli, e tu, san Paolo, dottore
delle genti, degnatevi, vi prego, di porgermi l’orecchio e di
ascoltarmi con clemenza.. voi sapete che non per mia
volontà salii ai sacri ordini, non per mia volontà me ne andai
oltralpe con papa Gregorio e ancor meno di mia volontà
ritornai con papa Leone, mio signore, a questa vostra
particolare Chiesa, in cui vi servii; poi del tutto senza mia
volontà, con molto dolore e gemito e lamento sono stato
collocato, del tutto indegno sul vostro trono. Questo io dico
perché non io voi, ma voi avete scelto me e avete posto su
di me il gravissimo peso della vostra Chiesa. E poiché mi
avete ordinato di salire su un monte eccelso e di gridare a
gran voce e annunciare al popolo di Dio i suoi peccati e ai
figli della Chiesa le loro colpe, incominciarono a insorgere
contro di me i figli del diavolo e presunsero di metter le loro
mani su di me, fino al sangue...
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Fate dunque in modo, ve ne prego, o Padri e santissimi Principi,
che tutto il mondo capisca e sappia che, se in cielo potete
legare e sciogliere, in terra potete togliere e concedere a
chiunque, secondo i meriti, imperi, regni, principati, ducati,
marche, contee e possedimenti tutti. Infatti spesso avete tolto
ad uomini empi ed indegni le cariche di patriarca, primate,
arcivescovo e vescovo le e avete date a uomini pii. Se dunque
potete render giustizia nelle questioni spirituali, che cosa non si
deve credere che possiate in quelle terrene! E se giudicherete
gli angeli, che signoreggiano su tutti i principi superbi, che cosa
non potete fare dei loro servi! Imparino ora i re e tutti i principi
secolari quanto grandi voi siete, che cosa potete, ed abbiano
paura di considerare cosa da poco l’ordine della vostra Chiesa
ed eseguire presto la vostra sentenza nei riguardi del suddetto
Enrico, sì che tutti sappiano che non per caso, ma per il vostro
potere, cadrà; sia confuso fino alla penitenza, voglia il cielo,
perché il suo spirito sia salvo nel giorno del Signore”.
[Monumenta Germaniae Historica, Epistolae selectae, cura
Caspar, Berlino 1920]
La fine di Gregorio VII
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Enrico IV, tornato in Germania e superata
l’opposizione dei Sassoni, nel 1080 in un sinodo
di Bressanone, depone ancora Gregorio VII,
eleggendo papa l’arcivescovo di Ravenna,
Guiberto, con il nome di Clemente III
L’imperatore si spinse allora fino a Roma,
Gregorio VII si rinchiuse a Castel Sant’Angelo e
di lì, mandà a chiamare Roberto il Guiscardo
Nel 1085 il Guiscardo “liberò” il papa e lo
condusse con sé a Salerno, dove Gregorio VII
morì
I successori di Gregorio
VII
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Desiderio, abate di Montecassino,
prese il nome di Vittore III
Urbano II, francese, già monaco
cluniacense, continuò l’opera di
riforma, abbandonando lo scontro
diretto con l’impero e trasferendosi in
Francia dove, a Clermont, nel 1095,
indisse la prima crociata
La lotta continua
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Il successore di Urbano II, Pasquale II (10991118) riprese al lotta contro l’imperatore,
favorendo la ribellione del figlio, Enrico
1106 deposizione e poi morte di Enrico IV,
ascesa al trono di Enrico V. Tentativo di
soluzione: l’imperatore rinunciava ad ogni
invesitura, gli ecclesiastici rinunciavano ad ogni
beneficio (fallisce per l’opposizione degli
ecclesiastici)
1111 Enrico V cattura Paquale II e lo scotringe
a sottoscrivere un privilegio nel quale
riconosceva l’investitura laica. Appena possibile,
il papa annullò il privilegio
Il concordato di Worms
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1122 concordato di Worms tra Enrico V e il
nuovo papa Callisto II
1123 primo concilio lateranense ratifica il
concordato:
– Solo la chiesa poteva provvedere all’elezione e
alla consacrazione degli ecclesiastici, cui
successivamente potevano essere concessi dei
benefici
– In Germania, per riguardo all’autorità imperiale,
la concessione del beneficio avrebbe preceduto
la consacrazione religiosa
Conseguenze della lotta
per le investiture
1.
2.
3.
La distinzione tra potere temporale e
potere spirituale (lo stesso vescovo era
insignito dell’uno e dell’altro, ma i due
poteri erano concettualmente distinti)
L’affermazione del centralismo romano
(nella direzione della monarchia papale)
Progressiva separazione tra chierici
(monasticizzati) e laici
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Gli Ottoni e la lotta per le investiture