8TTOORE N°3 ANNO XIV Maggio 2012 IL GIORNALINO DELLA CL. 3^B SCUOLA PRIMARIA STATALE “G. BECHI” Via Bugiardini, 25 50143 Firenze Tel.055-7320015 a.s. 2010-2011 Insegnanti: C. Compagno, A. M. Campolo, M. Biancamano, Www.icpierodellafrancesca.it ATTIVITA’ CON GLI AMICI DEI MUSEI DI FIRENZE Nel corso di quest’anno scolastico ci siamo avvalsi della collaborazione degli operatori della sezione didattica dell’Associazione degli Amici dei Musei che, attraverso lezioni, laboratori e visite ai musei , ci hanno dato la possibilità di arricchire le nostre programmazioni curricolari con approfondimenti vari e mirati alla conoscenza della città di Firenze e al rispetto dell’arte, dell’ambiente e della storia umana. In particolare le visite guidate al Museo di Paleontologia, al Museo di Preistoria “P. Graziosi” , agli Uffizi hanno dato a noi insegnanti la possibilità di utilizzare il “museo” come valido strumento didattico educativo per le attività storico-scientifiche-artistiche. La visita guidata all’interno della sale museali ha fornito ai bambini la possibilità di rispondere alle loro molteplici domande su un’epoca ed un mondo ormai scomparso e lontano nel tempo, offrendo loro l’opportunità di visionare reperti archeologici di grande interesse che hanno catturato la loro attenzione e curiosità. I bambini hanno risposto in modo veramente positivo a tutti gli stimoli offerti, si sono dimostrati propositivi, arricchendo le attività con spunti ed idee personali. Hanno partecipato con entusiasmo a tutti i laboratori (la tessitura, le pitture parietali e la ceramica) sperimentando in modo diretto le tecniche della ricerca archeologica e le attività tecnologiche scoperte e realizzate nelle diverse età della Preistoria, al fine di creare prodotti di vita quotidiana ( utensili , vasellami, tessuti) o della sfera mentale (pitture parietali). Le insegnanti. Visita Al Museo Paleontologico di Firenze Lunedì 19 Dicembre 2011 siamo stati in visita alla sezione paleontologica del Museo di storia naturale di Firenze. Siamo andati con la tramvia, partendo da scuola alle ore 9:00, accompagnati dalle maestre Cristina e Antonietta. Per raggiungere il museo abbiamo attraversato tante belle strade della nostra città ma, finalmente siamo arrivati al museo dove abbiamo conosciuto la nostra guida di nome Sandra che , prima di iniziare la visita, ci ha parlato della fossilizzazione, del lavoro del paleontologo e dell’inglobamento in ambra degli insetti fossili. Sandra ci ha fatto capire che per fossilizzarsi gli animali devono morire ed essere ricoperti dal fango e le loro ossa diventare dure come pietre. Nel museo c’erano tante vetrine con ossa, scheletri, conchiglie, grafici, ricostruzioni di ambienti,….Abbiamo iniziato la visita conoscendo lo scheletro ricostruito di uno strano ippopotamo ritrovato in Valdarno con due lunghi denti paralleli e sporgenti che servivano per raccogliere il cibo e l’erba della zona umida e paludosa e per difendersi. Poi abbiamo ammirato due mastodonti, antenati dell’elefante, Pippo e Linda. Sandra ci ha spiegato come i paleontologi hanno fatto a scoprire il loro sesso: guardando le dimensioni del bacino, quello femminile è più largo perché deve ospitare il piccolo che si forma e cresce nel ventre. Dopo Linda e Pippo abbiamo osservato Pietro, un altro mastodonte con lunghe zanne e grandi zampe provviste di dita. Le ossa di questo mastodonte sono state ritrovate per caso da un contadino mentre stava piantando degli alberi nel suo campo. Successivamente ci siamo fermati ad una vetrina contenente un mammut in miniatura di gesso e accanto due ciuffetti del suo pelo che si sono conservati nel ghiaccio. A questo punto ci siamo spostati nella sala successiva e abbiamo osservato l’evoluzione del cavallo che appena comparso era piccolo come un gatto e poi col passare del tempo, per adattarsi ai cambiamenti dell’ambiente, è cresciuto fino alle dimensioni di oggi. Quando il cavallo era delle dimensioni di un gattino camminava appoggiando a terra cinque dita poi, evolvendo, un dito si è indurito e trasformato in zoccolo. Passando da una sala all’altra abbiamo notato che le sale erano numerate con i numeri romani. Abbiamo visto tante vetrine piene di conchiglie ed erbe fossili, numerosi cartelloni esplicativi. Ci è piaciuto particolarmente quello che spiegava l’evoluzione delle scimmie, da quelle che si muovevano a quattro zampe a quelle con i pollici opponibili fino a quando cominciano a stare in piedi. Interessanti sono stati pure i cartelloni con la comparsa dell’uomo e la sua evoluzione. Infine abbiamo osservato il plastico , a dimensione naturale, di un ceratosauro che cacciava tre scudellasauri dei quali sono state trovate le impronte da un escursionista che faceva un giro in montagna. Il museo di palentologia è stato molto interessante, abbiamo imparato tante cose nuove e soprattutto ci hanno emozionato le dimensioni di tutti gli scheletri che abbiamo visto. (Testo collettivo) 1 VISITA AL MUSEO DEGLI UFFIZI Mercoledì 7 Dicembre 2011 siamo andati a visitare il Museo degli Uffizi. L’obiettivo della visita, oltre ad ammirare questo bellissimo museo che tutti ci invidiano, era quello di scoprire erbe, fiori, piante…..nelle opere d’arte ed osservare come i grandi artisti li hanno dipinti. Siamo partiti alle ore 8,30 con la tranvia e siamo scesi alla stazione del centro. Abbiamo percorso Via Panzani e arrivati in Piazza della Repubblica abbiamo ammirato una bellissima giostra pronta per il Natale. In Via dei Calzaioli con gli occhi verso l’alto abbiamo contemplato le lanterne azzurre e i ramoscelli di pino verde. La nostra città addobbata per Natale è propria bella! Finalmente siamo giunti in Piazza della Signoria dove Palazzo Vecchio, la Fontana del Nettuno e le bellissime statue bianche hanno attirato la nostra curiosità. Il David di Michelangelo ci guardava dall’alto, Ercole e Caco ci mostravano la loro forza ed il Nettuno tra delfini, cavalli e uomini marini ci faceva sognare l’immensità degli oceani. Poi siamo entrati agli Uffizi dove ci aspettava la nostra guida Diletta. Insieme a lei abbiamo percorso lo scalone vasariano, gli scalini erano larghi e bassi perché al tempo di Cosimo I° le donne potevano essere scollate però le caviglie non dovevano essere scoperte, quindi avevano le gonne lunghe e potevano alzare di poco i piedi . Al primo piano abbiamo osservato il portone degli appartamenti di Francesco I° de’ Medici (figlio di Cosimo I°) e di sua moglie Giovanna d’Austria con gli stemmi delle due famiglie. Nel corridoio del secondo piano il soffitto era affrescato con grottesche e immagini mitologiche. Ci è piaciuto tanto il Dio Apollo che tira il carro del Sole con intorno uccellini e farfalle, un gazebo con rose selvatiche, uccellini , una damigella, tanti festoni con foglie, fiori, frutti,... cipressi. Proseguendo la visita abbiamo visto le Madonne con il bambino Gesù di Giotto, di Cimabue e del Buoninsegna. Ci siamo fermati soprattutto davanti all’opera di Giotto “La Madonna d’Ognissanti”, al centro c’è la Madonna in trono con in braccio il bambino, intorno al trono i santi che la guardano con ammirazione e ai suoi piedi due angeli con in mano dei vasi di fiori. I fiori sono rose e gigli bianchi: simboli legati a Maria (ma anche alla dea Venere) per il loro candore e profumo. Nella sala 3 abbiamo osservato “L'Annunciazione” di Simone Martini. La luce é rappresentata dall'uso di molto oro nello sfondo. L'Arcangelo Gabriele annuncia a Maria la sua maternità, Maria appare impaurita. Le piante presenti sono fiori di giglio e ramoscello di mirto (mirto pianta profumata, simbolo di Venere, segno di fidanzamento e della promessa di matrimonio). Nella sala 5 ci siamo fermati di fronte all’” Adorazione dei Magi” di Gentile da Fabriano, eseguito per la famiglia Strozzi. Nelle colonne sono dipinti piccoli fiori di margherita, convolvolo, gelsomini, zafferano, fiorellini di fragole di bosco, camomilla. 2 La sala che ci è piaciuta di più è stata la 10 perché qui abbiamo potuto contemplare le opere di Sandro Botticelli: “La Primavera” e “La nascita di Venere”. “La Primavera” con i suoi personaggi, i suoi colori, i suoi frutti e fiori dava felicità. In questa grande opera c’era pure Cupido con gli occhi bendati che con le sue frecce d’oro e d’argento fa innamorare o disinnamorare le persone. E’ stata per noi una sorpresa scoprire che Cupido era figlio di Venere e quindi abbiamo imparato qualcosa di nuovo. Il quadro con la nascita di Venere sopra la conchiglia ci ha colpito perché la dea nasce nell’acqua. Nel dipinto ci è piaciuta pure la ninfa Cloris che aggrappata a Zefiro soffia su Venere e la spinge verso la Primavera. Nell’ultima sala c’era “L’Annunciazione” di Leonardo da Vinci In questo quadro Leonardo ha dipinto il prato con le piante che aveva osservato (margherite, bucaneve, camomilla…), ha modellato le ali dell’angelo come quelle vere degli uccelli e ha rappresentato il paesaggio in lontananza con alberi che osservava nell’ambiente i cui viveva. Poi siamo usciti dagli Uffizi ed abbiamo fatto una passeggiata per la città. Ci siamo diretti verso Ponte Vecchio dove abbiamo visto tutte le botteghe di oreficeria ed il fiume Arno, attraversato varie vie dove abbiamo ammirato i palazzi più belli e sostato nelle piazze tutte ben addobbate per le feste di Natale. Questa uscita ci è piaciuta molto perché ci ha fatto vedere delle opere bellissime agli Uffizi e ci ha fatto conoscere tante cose della nostra città. (Testo collettivo) NOI POETI...IN ERBA Filastrocche e Limerik preistorici l’ Homo Erectus il fuoco sa preparare si riunisce e impara a parlare, produce amigdale bifacciali per cacciare in gruppo gli animali; l’ Homo di Neanderthal vissuto nell’ultima glaciazione subisce purtroppo l’estinzione seppellisce i morti in posizione fetaNelle vetrine , piccoli crani in espo- le sizione li protegge dall’ attacco animale; raccontano dell’uomo la sua evolu- l’ Homo Sapiens intelligente zione, diventa agricoltore sapiente camminava in posizione quasi eret- alleva docili animali ta, pecore, conigli e maiali, ma il suo viso sembrava ancora una Ecco le tappe dell’evoluzione umascimmietta. na che per noi è davvero lontana! C’erano anche le Veneri piccole, buffe e cicciotelle simbolo di fertilità, sembravano pagnottelle, avevano fianchi, seno e pancia molto ingrossati ma i lineamenti del viso non erano evidenziati. UN GIORNO AL MUSEO PREISTORICO Siamo andati al museo Graziosi dove sono conservati oggetti preziosi, chopper, raschiatoi ed amigdale levigate dall’archeologo sono state ritrovate. Poi l’uomo ha iniziato a comunicare e sulle pareti delle caverne ha iniziato a disegnare: buoi, bufali, bisonti e cavallini colorava con terre naturali e carboncini. (Matilde, Niccolò, Leo M., Enea, Giusy, Giada ,Christian, Riccardo) PITTURE PARIETALI Caverne buie ed oscure Infine inizia a seppellire i propri decorate con mille pitture familiari bisonti,mammut e cervi da cacciare mettendo dentro la tomba i suoi tutti animali buoni da mangiare. oggetti più cari. Riti beneauguranti e propiziatori Grazie uomini del lontano passato rendono coraggiosi i cacciatori, perché la vostra storia ci ha molto con terre naturali decorati emozionato! giallo, ocra e rosso ben spalmati. (Leo G., Lulù, Gaia, Leo C., Mir- Scene di vita quotidiana ko, Mattia, Leila, Lorenzo, Bian- che per noi è davvero strana, simboli e graffiti stilizzati ca) dagli studiosi interpretati. Questa eredità i primitivi ci hanno GLI UOMINI PRIMITIVI Nella lontana preistoria degli uomini primitivi si narra la gloria: l’ Homo Habilis la pietra riesce a scheggiare usa il cervello per migliorare, crea i chopper molto taglienti strappa le radici coi denti; 3 lasciato ed è patrimonio di tutto il creato! (Gabriele, Cosimo, Christian, Giada R., Giada P., Costanza,Davide, Marco) LIMERIK PREISTORICI Il museo di Preistoria Il museo di Preistoria conserva con cura la memoria custodisce i reperti del passato che noi bambini abbiamo ammirato quell’emozionante museo di Preistoria. Il bambino preistorico Pokonaso C’era un bambino preistorico di nome Pokonaso che aveva un piccolo buffo naso ogni dì, un guai riusciva a combinare Babbo e Mamma faceva arrabbiare quel simpatico monello di Pokonaso. Il mammut Okkibuffi Il piccolo mammut Okkibuffi aveva due occhi diversi sotto i ciuffi seguiva Pokonaso nelle sue strane avventure e insieme superavano tutte le paure quel curioso mammut Okkibuffi. L’archeologo Daniele Daniele, archeologo di Firenze ha fatto tante storiche esperienze nella nostra classe ha raccontato l’evoluzione dell’uomo passato quel dotto archeologo di Firenze. Visita al museo della preistoria “Paolo Graziosi” Martedì 21 Febbraio siamo andati in visita al museo fiorentino di Preistoria “P. Graziosi”. Siamo andati con le maestre Antonietta ed Erica ed abbiamo preso la tranvia. All’interno del museo ci attendeva Daniele, la nostra simpatica guida , archeologo dell’Associazione “Amici dei Musei”. Nella prima sala , all’ingresso, abbiamo osservato le parti fossili di alcuni grandi mammiferi che hanno convissuto con l’uomo del Paleolitico. C’erano il gigantesco molare di un mammut, le corna di un cervo e di un bue primigenio, la mandibola di un ippopotamo e il molare di un mastodonte, antenato dell’odierno elefante. Poi ci siamo spostati nella parte opposta della sala per osservare alcuni pannelli espositivi che descrivevano con i disegni l’evoluzione dell’uomo , dall’Homo Habilis all’Homo Sapiens Sapiens, per ognuno di loro c’era anche il cranio. Daniele ci ha spiegato in modo interessante che l’uomo è apparso sulla Terra circa tre milioni di anni fa, distinguendosi dagli altri animali per la sua intelligenza speciale cioè è riuscito , ragionando, a modificare il suo modo di vivere e migliorare le sue condizioni di vita usando tutto ciò che trovava intorno a sé . Siamo nel Paleolitico e all’inizio l’uomo habilis prima ed erectus dopo, deve riuscire a sopravvivere in un mondo selvaggio, ha il corpo ricoperto di peli per proteggersi dal freddo, dai rami e dai rovi , mangia frutta , bacche e radici e la carne degli animali uccisi da altri animali. Poi comincia a osservare gli animali, capisce che deve essere più veloce e furbo di loro per catturarli e usa ancora la sua intelligenza speciale per costruire strumenti per colpirli dalla distanza, imparando a cacciarli in gruppo perché l’unione fa la forza. Si guarda intorno ed usa il materiale più diffuso che trova cioè la selce, una pietra dura e resistente che prima scheggia e poi leviga. Successivamente comincia a camminare in posizione eretta per vedere oltre la prateria, oltre l’erba alta, il suo cranio si ingrandisce sempre più , perde i folti peli e impara a vestirsi con le pellicce dei grossi mammiferi che convivono con lui. Ma quest’uomo tozzo e forte , l’homo sapiens di Neanderthal, si estingue per cause non ancora molto chiare. Allora il clima cambia e si diffonde l’homo sapiens sapiens di Cro- Magnon. Il suo cranio è ancora più grande, appare la fronte, è un uomo molto intelligente, i suoi strumenti diventano sempre più piccoli ed affilati da usare per vari scopi( lance, raschiatoi, lame ,bulin, coltelli). Quest’uomo ragiona come noi, è un grande cacciatore, conosce ed inizia a capire la natura e vuole comunicare. Ci siamo spostati poi nella seconda sala dove abbiamo ammirato alcune copie delle più famose pitture rupestri ritrovate in Spagna e Francia perché l’uomo sapiens sapiens diventa artista e realizza delle pitture parietali sulle pareti delle caverne. Su queste pitture dipinge prima nel rifugio del Romito in Calabria. Si trattava di una coppia, un uomo e una donna sepolti insieme . Intorno a loro ci sono degli oggetti di uso quotidiano e due strane pietre sulle loro gambe come se dovessero fermarli nella tomba per non ritornare nel mondo dei vivi. Nella quarta sala , dedicata al Neolitico, abbiamo osservato nelle vetrine alcuni vasi e ciotole in ceramica destinate a conservare i cibi e l’acqua, perchè nel Neolitico, come ci ha detto Daniele, l’uomo diventa agricoltore ed allevatore ed ha molto cibo a disposizione che deve conservare. L’argilla la trovava lungo i fiumi o i laghi, la mescolava, le dava una forma e poi la cuoceva in forni di pietre sovrapposte. L’agricoltura fu una grande scoperta fatta dalle donne che, rimanendo nel villaggio, si accorgono che alcuni semi caduti sul terreno, col passare del tempo, diventavano piantine. Le ciotole di ceramica nelle vetrine , sono di varie dimensioni, alcune sono incise con motivi geometrici altre sono colorate con terre naturali .Scoprendo l’agricoltura ed allevando animali, l’ uomo non è più nomade , ma diventa prima stanziale e poi sedentario. Nella quinta ed ultima sala, le vetrine erano piene di oggetti in metallo, rame, bronzo e ferro: pugnali, vasi, ciotole e crogiuoli per versare il metallo fuso nello stampo. Finita la visita , abbiamo ringraziato Daniele per le sue spiegazioni ricche ed approfondite e siamo rientrati a scuola. Questa visita al museo è stata molto interessante ed istruttiva. Ci è piaciuto vedere da vicino oggetti, pitture e fossili di cui abbiamo tanto parlato in classe e che abbiamo studiato sui libri. grossi animali( cavalli, buoi , mammut, bisonti) come rito propiziatorio sperando di fare una buona caccia, poi scene di vita quotidiana ed infine disegni semplici e schematici. Nella stessa sala c’era una vetrina che ospitava delle Veneri, statuette femminili con il seno, i fianchi e la pancia ingrossati .Erano statuette raffiguranti la madre terra simbolo di fertilità e ricchezza. Nella terza sala abbiamo visto poi alcune sepol- (TESTO COLLETTIVO) ture, in particolare la tomba ritrovata 4 IL LABORATORIO DI TESSITURA IN CLASSE Mercoledì 7 Marzo, nel pomeriggio, è venuta a trovarci Sara Rinaldi dell’Associazione Amici dei Musei, con la quale abbiamo realizzato il laboratorio di tessitura neolitica. Prima di iniziare Sara ci ha spiegato un po’ come gli uomini primitivi vivevano nel Neolitico , parlando in particolare dell’allevamento. Nel Neolitico infatti gli uomini primitivi allevavano tanti animali , fra cui le pecore da cui ricavavano sia cibo che lana che pazientemente filavano avvolgendo il filo attorno ad un fuso. Questo filo veniva intrec- un po’ di lana. A questo punto ha iniziato a fare scorrere la spola tra i fili dell’ordito, passandola tante volte, sotto e sopra i fili e così ha realizzato una prima semplice trama. Noi siamo stati tutti intorno a lei a guardare con attenzione i suoi movimenti, eravamo curiosi di vedere come costruiva il telaio e soprattutto come intrecciava i fili. A questo punto abbiamo realizzato noi il nostro telaio con un cartoncino rigido rettangolare, 2 gomitoli di lana ed uno stecco del gelato. Prima abbiamo segnato dei punti all’estremità del cartoncino, ciato sul telaio dalle donne alla distanza di circa 1 cm, per produrre vestiti, coperte poi abbiamo fatto dei pice tende. Dopo la breve coli tagli all’interno dei spiegazione, Sara ha iniziato a costruire la base del telaio legando ed annodando perpendicolarmente quattro bastoncini di bambù con il filo di lana doppio. Poi Sara ha realizzato l’ordito cioè una serie di fili verticali annodati al bastoncino di bambù. Successiva- quali abbiamo passato, fismente con un bastoncino di sando bene, i fili di lana legno del gelato, Sara ha dell’ordito. A questo punto creato la spola, intagliando è arrivato il momento più le estremità ed ha arrotolato delicato cioè caricare la 5 spoletta con la lana di colore diverso rispetto all’ordito e iniziare ad intrecciare la trama. Quest’operazione non è stata molto semplice, richiedeva molta attenzione e pazienza da parte nostra, bastava saltare un filo per annodare tutto. Alla fine ognuno di noi ha realizzato un pezzetto di tessuto. Finito il laboratorio abbiamo salutato Sara ringraziandola molto per la pazienza avuta con noi. Questo laboratorio è stato molto divertente, ci è piaciuto per un momento diventare dei piccoli tessitori primitivi. (TESTO COLLETTIVO) NEL REGNO DI FLORA Lezione in classe con l’esperto Il 25 Gennaio 2012 siamo andati nell’aula video dove ci aspettava Diletta Corsini, la nostra guida anche al museo degli Uffizi per farci una lezione sul regno di Flora, cioè una lezione tutta sui fiori e sulle piante nell’arte. Diletta ci ha fatto vedere delle immagini e delle foto di fiori belli e dai colori vivaci. Erano fiori reali e fiori fantastici. A noi sono piaciuti tutti i fiori perché per esempio, le ninfee di Monet, anche se erano fantastiche, sembravano reali così pure i girasoli di Van Gogh seppur sfioriti erano meravigliosi . Molto belli anche i disegni di un album botanico perché qui i fiori erano riportati minuziosamente in tutti i particolari. Con tutte queste immagini abbiamo capito la differenza tra una foto ed un quadro, la foto ci dà una immagine vera mentre il pittore dipinge secondo la sua fantasia ed il suo stile. La lezione sul regno di Flora ci è piaciuta molto perché anche attraverso le immagini si possono imparare tante cose. Appena finita la nostra esperienza siamo rientrati in classe e abbiamo riprodotto al meglio una delle immagini che ci era piaciuta di più. Alcuni di noi hanno disegnato gi- con le matite colorate e gli acquerelli. Anche le nostre opere sono diventate bellissime. Al- cuni giorni dopo ci siamo nuovamente messi alla prova con il regno di Flora ed abbiamo realizzato un' opera personale con fiori e frutta che più ci piacevano. Poi le maestre ci hanno aiutati a riportare questi rasoli, altri i papaveri, altri le ninfee, altri ancora l'albero della città nebbiosa, altri il paesaggio con case e alberi su un'isola.... Abbiamo poi dipinto disegni su un tagliere di legno che abbiamo decorato con i colori acrilici. Alla fine siamo riusciti a realizzare dei veri capolavori e ci siamo soprattutto divertiti ad immaginarci dei veri artisti. (Matilde, Christian) 6 Intervista a Daniele l’archeologo D: Come ci si organizza per fare uno scavo archeologico? (MATILDE) R: Organizzare uno scavo archeologico non è una cosa semplice! Occorre chiedere i permessi, fare dei disegni, delle fotografie e preparare i rilievi del terreno dove si andrà a scavare. Poi è importante avere un abbigliamento corretto, comodo ed adatto, che protegga le parti esposte (gambe, ginocchi…) a contatto con il terreno; sono importanti anche le scarpe che devono essere sicure ed i guanti che proteggono le mani dal contatto con la terra. D:Come ti è venuta l’idea di fare l’archeologo?(ENEA) R:Da piccolo avevo l’interesse per tutto ciò che c’era nascosto sotto terra , vivevo in campagna, a contatto con la natura ed avevo un nonno che amava raccontarmi storie avvincenti ed interessanti su come era cambiato il paesaggio rispetto ai suoi tempi : le strade, i canali, le colline, i campi… D: Come si fa a diventare un archeologo? Che tipo di studi si fanno?(MARCO) R:Per diventare archeologo occorre studiare tanto e seriamente, magari frequentando un liceo classico dove si studiano il latino e il greco che sono lingue antiche legate alla storia, poi è necessario frequentare delle università legate al mondo antico e studiare materie che parlino della storia e dell’archeologia delle civiltà passate. D: Come si fa a sapere dove scavare per trovare fossili o reperti? (LEILA) R: Un archeologo esperto , con tanta esperienza, capisce dove è giusto scavare; ma le scoperte archeologiche più importanti sono avvenute per caso, magari mentre un contadino lavora il suo campo o mentre degli operai scavano per preparare le fondamenta di abitazioni o centri commerciali. Queste operazioni hanno spesso portato in superficie reperti o fossili antichi che sono stati poi affidati agli esperti per studiarli e consultarli per poi sistemarli nei musei. D: Quali sono gli attrezzi di un archeologo? (LEO M.) R:L’archeologo usa vari tipi di strumenti e di attrezzi, presi in prestito da altri mestieri. Utilizza palette, scopettini e coltellini da giardiniere, scalpelli, pale, picconi e spatole da muratori, attrezzi per misurare e fare rilievi da geometri ma anche mezzi grossi come la scavatrice per rimuovere massi, tronchi o rami che ingombrano lo scavo. Per pulire i reperti trovati si usano anche pennellini di varie dimensioni. D: Pensi che il tuo lavoro sia difficile e stancante? (CHRISTIAN) R:Il mio lavoro è difficile, ma è affascinante! I reperti ed i fossili ritrovati dagli archeologi sotto terra appartengono a tutti , è bello poter condividerli con gli altri esponendoli nei musei e spiegare la loro storia, il loro uso …Il mio è un lavoro che dà tanta soddisfazione, ci vuole tanta passione! D:Ti piace il tuo lavoro? (ALICE) R:Sì, tantissimo, sono felice di svolgerlo…soprattutto sono felice di condividere con bambini e ragazzi le mie conoscenze e le mie esperienze. D: Ci sono dei posti vicino Firenze in cui sono stati trovati fossili o reperti ? (NICCOLO’) R:Sì, Firenze è una città in cui si respira storia. Ultimamente a Vintone, a Scandicci, sono stati ritrovati numerosi reperti romani, etruschi ed anche dei fossili come lo scheletro di una balena perché anticamente Firenze era una grande palude piena di acqua. D: Come si riconoscono i fossili?Come si datano? Dove si portano dopo averli trovati?(LEO C. , MIRKO) R:I fossili sono durissimi e pietrificati. Quando si ritrovano, vengono puliti, fotografati, disegnati e portati al museo dove vengono analizzati, studiati e datati per poi essere esposti all’interno di bacheche. D: Tu hai mai trovato dei fossili? (LORENZO) R: Ricordo da piccolo, mentre giocavo in un campo vicino Fiesole, ho trovato incastrato in un maso alcune conchiglie. D: Quanto sono grandi gli scavi archeologici? (GABRY) R:La grandezza di uno scavo dipende da quello che si trova sotto, può essere piccolo come una stanza o grande come il centro di Firenze. D:Perché gli animali preistorici hanno nomi strani e difficili? (MATTIA) R:Gli studiosi danno nomi strani ed a volte difficili perché si ispirano alle lingue del mondo antico cioè il greco ed il latino. Alla fine di quest’intervista molto istruttiva, vogliamo ringraziare Daniele, il nostro amico archeologo, per la semplicità e la chiarezza con cui ci ha spiegato questi concetti un po’ difficilì per noi bambini, ma molto molto interessanti. 7 STORIE DALLA PREISTORIA CON POKONASO Pokonaso, Okkibuffi e il vulcano Una mattina Pokonaso e Okkibuffi andarono a raccogliere lamponi e fragole nel bosco. Lungo la passeggiata, sul sentiero trovarono una fila di sassolini gialli e strani che sembravano indicare una strada da seguire. I due amici, dimenticandosi dei lamponi e delle fragole, decisero di seguirli in cerca di nuove avventure. Camminando, camminando tra gli alberi del bosco, arrivarono davanti ad una piccola montagnola con un buco in mezzo. Sembrava una grossa bocca nera, fumante che puzzava un po’. I due curiosoni si avvicinarono per scoprire cosa fosse e da dove venissero quegli strani sassolini. Ma mentre stavano per arrampicarsi, quella grande bocca cominciò a tremare e all’improvviso, dal centro della bocca, uscirono delle piccole cascate di sassolini gialli e di pietre infuocate. Pokonaso si ricordò allora di quello che gli aveva raccontato Babbo. Quando Babbo era piccolo aveva assistito ad un’eruzione vulcanica cioè un fiume di fuoco che aveva distrutto il suo villaggio. Così capì che stava succedendo di nuovo, salì in groppa ad Okkibuffi e insieme corsero veloci verso casa. Tornati alla loro caverna , raccontò con grande agitazione quello che aveva visto. All’inizio Babbo e Mamma non credettero alle sue parole, poi vedendo in lontananza un lungo fumo nero, Pokonaso, Okkibuffi e il tesoro nascosto Un pomeriggio Pokonaso ed Okkibuffi passeggiavano nel bosco per raccogliere gustosi mirtilli da mangiare. All’improvviso apparve davanti ai loro occhi, un uomo con uno strano naso lungo e sporgente. L’uomo, guardandoli fissi negli occhi, li invitò a seguirli e disse loro di chiamarsi Nasosporgente .I due amici decisero di seguirlo e si presentarono. Questo strano uomo li portò davanti ad una strana grotta piena d’acqua e con delle decisero di avvertire Kapokapo , il capo del villaggio e tutti corsero via veloci. Fecero appena in tempo perché dopo poco , il grande fiume di fuoco invase il villaggio , bruciando tutto. Per fortuna Pokonaso ed Okkibuffi avevano salvato tutti. La tribù si trasferì in grotte più sicure e fu organizzata una grande festa per ringraziare Pokonaso ed Okkibuffi , i due piccoli eroi. (MATILDE) strane tele all’ingresso. -Dove siamo?- chiese Pokonaso un po’ spaventato ed attaccato ad Okkibuffi. Nasosporgente gli rispose deciso:- Siamo davanti alla caverna dei Piractus, lì dentro c’è un tesoro meraviglioso e voi dovete aiutarmi a prenderlo. Pokonaso ed Okkibuffi accettarono ed insieme a lui entrarono nella buia caverna. All’improvviso, dopo aver cercato un po’, si trovarono davanti ad un grosso contenitore di pietra che aprirono subito. Dentro c’erano tante meravigliose conchiglie luminose. Allora Pokonaso e Nasosporgente si riempirono le tasche della pelliccia ma… mentre stavano per uscire furono circondati da alcuni uomini con una strana benda sugli occhi .Okkibuffi alzò la proboscide e cominciò ad emettere forti barriti, gli uomini bendati si spaventarono e scapparono via. Così Pokonaso, Nasosporgente ed Okkibuffi corsero via con le tasche piene. All’uscita della caverna si salutarono e Nasosporgente scomparve. Nel frattempo era calata la notte, Pokonaso ed Okkibuffi tornarono nella loro caverna dove Babbo e Mamma li aspettavano arrabbiati e preoccupati. Furono messi in punizione , in fondo alla caverna , senza cena. Ma Mamma si accorse che Pokonaso aveva delle bellissime conchiglie e lo perdonò portando bacche e frutta sia al bambino che al mammut. (ALICE) 8 STORIE DALLA PREISTORIA CON POKONASO Pokonaso, Okkibuffi e l’ossidiana Pokonaso era diventato ormai grande ed ogni volta che un bimbo raggiungeva la sua età, incontrava Kapokapo, il grande capo del villaggio e poteva ascoltare le sue storie avventurose. Quel giorno era finalmente arrivato per Pokonaso e Okkibuffi suo inseparabile amico. I due erano molto emozionati!La sera il grande Kapokapo andò a trovare Pokonaso e dopo cena, vicino al fuoco, iniziò a raccontare una storia. Gli disse che quando era piccolo , era molto curioso e andava in giro con suo nonno. Un giorno andò vicino al potente vulcano Pokonaso e la tribù delle scimmie “Pietruvio”, una grande montagna nera ed infuocata. Lì vicino fu attratto da un grossa pietra nera, molto tagliente ed affilata che nessuno aveva mai visto e che sarebbe sicuramente servita nella tribù . Pokonaso, curioso gli chiese : - Perché non ne hai staccato un po’ di pezzettini da usare nel villaggio? - Lo avrei fatto volentieri , ma era proprio conficcata nel terreno e Pietropolo Colombo non aveva inventato il bulino per incidere la pietra! Così sono ritornato a casa pensando sempre a quella pietra nera e strana! Dopo aver raccontato altre storie, Kapokapo andò via. La notte calò e Pokonaso andò a letto e mentre dormiva, sognò di trovare la famosa pietra di Kapokapo. Era arrivato ai piedi del vulcano “Pietruvio” e con un piccolo coltellino di pietra era riuscito a staccare diverse schegge dalla grande pietra nera . Così orgoglioso, tornò al villaggio, facendo vedere a tutti i nuovi strumenti taglienti. Per quello che aveva trovato, diventò famoso e per un giorno gli dettero la possibilità di essere Kapokapo del villaggio. I suoi genitori orgogliosi decisero di regalargli il canino di un macairodonte che ogni Kapokapo porta al collo. Ma…mentre stava per mettere la collana…un raggio di luce entrò nella grotta e lui si svegliò. Così capì che era stato tutto un sogno. Allora si fece una risata e tornò ad accucciarsi vicino al suo piccolo mammut Okkibuffi. (ENEA) colpa, decise di mandare via le scimmie con l’aiuto di Okkibuffi. Prese tutte le pietre , le mise sulla pelliccia di Okkibuffi e cominciò a correre all’interno del villaggio. La sua idea funzionò, le scimmie scapparono via e nel villaggio tornò la pace. Il grande Kapokapo ringraziò Pokonaso e gli regalò un po’ di quei ciottoli. Il giorno Pokonaso ed Okkibuffi si divertivano a schizzarsi vicino al fiume mentre Babbo e Mamma raccoglievano bacche e radici. Dopo un po’ Pokonaso sentì qualcosa sotto i suoi piedi ed anche Okkibuffi sentì qualcosa sotto le sue zampe pelose. Curiosi come sempre, iniziarono a scavare. Dopo qualche minuto trovarono tanti piccoli ciottoli strani e rari che non avevano mai visto. Allora Pokonaso cominciò a raccoglierli di nascosto e li mise nelle tasche della sua pelliccia. Anche Okkibuffi lo aiutò. Quando tornarono a casa, Pokonaso ed Okkibuffi si misero a giocare con i ciottoli, prima di cena. Babbo li vide e iniziò ad urlare furioso perchè avevano trovato le pietre portafortuna che Kapokapo aveva sotterrato per proteggere il villaggio dalla tribù delle terribili scimmie pelose e ladre. Babbo tirò Pokonaso per un orecchio, ancora una volta ne aveva combinata una delle sue! Intanto fuori dalla caverna si sentiva un gran chiasso, le terribili scimmie erano arrivate e sta- dopo le i ciottoli furono rimessi al loro posto per evitare vano saccheggiando le caverne. Pokonaso sentendosi in altri attacchi da parte delle scimmie. (LEO C.) 9 GIOCA INSIEME A NOI NEL REGNO DI FLORA- RICOMPONI LA FRASE H O W U R O E O V K F A T T S I J M L U V Z O T W O B J M U K U N B E L A P N S T M R I G K H Y U X O Y R S M O O T N A X A S L T U S T R O L O S U L B P L E E C Giulia deve raggiungere il suo bel disegno ma lo può fare solo se riesce a comporre la frase :”HO FATTO UN BEL GIRASOLE”. Aiutala tu, puoi muoverti orizzontalmente o verticalmente sulla tabella partendo dal punto indicato dalla freccia. (Enea, Matilde, Christian) I PRIMI ESSERI VIVENTI SULLA TERRA Collega con una freccia i primi esseri viventi alla linea del tempo. (Costanza, Riccardo) 10 NEL REGNO DI FLORA AGUZZA LA VISTA! I due disegni si differenziano in 6 particolari. Trovali nel minor tempo possibile! (Niccolò, Cosimo) Sai scrivere sotto ad ogni immagine il nome del fiore ? GRAFFITI RITROVATI Gli uomini primitivi hanno lasciato le loro tracce sulle pareti delle caverne graffiandole con strumenti appuntiti. Prova a collegare ogni immagine al suo significato. (Giada P, Leo M). 11 LA PAGINA DELLA POSTA Le lettere di questo numero sono indirizzate soprattutto agli operatori dell’Associazione “Amici dei Musei” di Firenze che con i loro interventi hanno arricchito la programmazione di classe prevista per questo anno scolastico ed hanno infuso negli alunni l’importanza dei musei e della ricchezza di tutto ciò che in essi viene custodito . Cara Diletta, ti ringraziamo per averci accompagnato durante la visita all’interno del bellissimo museo degli Uffizi, è stata una visita meravigliosa ed interessante perché abbiamo potuto ammirare dipinti preziosi che abbiamo osservato con attenzione e curiosità per cercare le piante, i fiori e i frutti variopinti che c’erano al loro interno! Erano quadri ricchi di colori e di forme e sono stati realizzati con tanta cura! Tu sei stata molto simpatica e gentile con noi; le tue spiegazioni sono state chiare per tutti i bambini. Ci è piaciuta molto pure la lezione in classe sul “Regno di Flora” perché attraverso i lavori e le foto di tanti artisti abbiamo potuto ammirare le bellezze della natura che ci sta intorno e capire che ci sono modi diversi di interpretarla. Abbracci floreali da Gabriele, Niccolò, Cosimo, Giada P., Gemma , Costanza. Cara Sandra, ci è piaciuta molto visitare il museo Palentologico insieme a te, ci hai raccontato tante notizie interessanti e curiose sui fossili e sull’evoluzione di piante ed animali. A noi bambini sono piaciute molto le ricostruzioni giganti dei mastodonti e degli ippopotami. Erano davvero grandi ! Sono stati tanti i momenti emozionanti: la sala con i cavallini, cresciuti nel tempo fino a diventare alti come sono oggi, i peli del mammut, le conchiglie fossili… ma sicuramente quello che non dimenticheremo è il plastico a grandezza naturale dei dinosauri, un Ceratosauro e tre piccoli Scutellasauri: erano affascinanti…facevano quasi paura! Hanno catturato tutta la nostra attenzione, li abbiamo guardati con ammirazione! Tanti baci fossili da Leo G., Mattia, Lulù, Giada R., Alice, Gaia Carissimo Daniele, siamo veramente contenti di averti conosciuto, ci sono piaciute molto le attività che abbiamo fatto con te! Sei stato molto bravo sia a farci da guida all’interno del Museo Preistorico sia durante a spiegarci la lezione in classe sul Neolitico. Dai tuoi racconti ci siamo resi conto che tu hai studiato molto, che hai fatto tante esperienze. A noi piace molto il tuo modo di parlare, di raccontare che sono molto interessanti e divertenti infatti le tue parole ci sono rimaste facilmente nella memoria. Siamo felici di aver fatto percorso di storia con te perché è stato utile per approfondire gli argomenti che la maestra ci ha illustrato e spiegato in classe. Speriamo di incontrarti in altre occasioni! Abbracci archeologici da Leila, Bianca, Mirko, Lorenzo, Enea, , Leo C., Marco. Gentilissima Sara, il tuo laboratorio sulla tessitura è stato un vero successo, ci siamo divertiti tantissimo a costruire il telaio e poi a realizzare l’ordito, ma il momento più emozionante è stato quello di andare su e giù con la spoletta per fare la trama. E’ stato un laboratorio anche impegnativo perché dovevamo lavorare con attenzione e precisione, concentrati sul nostro telaio per evitare di annodare i fili. E’ stato lungo realizzare un pezzetto di trama, infatti abbiamo continuato a tessere anche nei giorni seguenti con la maestra e siamo orgogliosi del nostro risultato. Non vediamo l’ora di portare a casa la nostra “pezzetta” di lana! Saluti tessili e lanosi da Leo M., Giusy, Christian, Riccardo, Davide, Matilde. Ciao simpatico Pokonaso, caro amico preistorico, ci è piaciuto molto leggere le tue avventure nel mondo della Preistoria! Sei un bambino allegro, vivace ed anche un po’ birichino!In ogni capitolo del tuo libro, hai combinato spesso dei piccoli guai, facendo preoccupare Mamma e Babbo perché non hai ascoltato sempre le loro raccomandazioni. In fondo anche tu non sei molto diverso da noi bambini moderni! Sei davvero fortunato ad avere come migliore amico Okkibuffi , un cucciolo di mammut speciale, con gli occhi di colore diverso, che ti aiuta sempre nei momenti difficili! Anche a noi piacerebbe avere un cucciolo di mammut, ma sappiamo che si sono estinti tanto tanto tempo fa! Tanti baci glaciali ed affettuosi da Leo G., Lulù, Gaia, Leila, Bianca, Mirko, Lorenzo, Enea, Mattia, Leo C., Marco. 12