del rendimento di grazie, si univa sempre alla preghiera riparatrice e alla contemplazione.
E per suo conto personale Essa ringraziava' non
soltanto delle grazie ordinarie, dei benefici piacevoli,
ma altresi delle grazie dolorose e delle sofferenze. Era il consiglio del buon Maestro: « Bisogna ricevere
i miei colpi con gioia e dire a ogni pena: Grazie,
mío Dio! ».
Se e vero che la riconoscenza e uno dei segni
della bellezza dell'anima, quale anima bella quella
della nostra Sorella! « Perdono, grazie"l», quanto
spesso queste due parole le salivano dal cuore alle
labbral
« Mia Sorella, che cosa bisogna dire a Gesu? »,
le veniva qualche volta dimandato. - « Due sole parole, rispondeva essa: « perdono, grazie» ma bisogna dirle sempre ». Questa intensita di spirito di fede, di preghiera e di riconoseenza aveva in Suor M.
Marta, l'impronta di una perfetta Semplicita, che le
attirava il Cuore del Divino Sposo.
« La semplicita » secondo S. Francesco di Sales,
non e altro ehe un « atto di carita puro e semplice,
che ha un solo fine: acquistare l' amor di Dio; e la
nostra anima e semplice quando questo e il solo seopo del nostro operare ». (1)
E la nostra Sorella non aveva davvero « altro
scopo »~ La sua purita d'intenzione era ¡;iunta aquel
grado in cui puo definirsi : « lo sguardo della creatura che cerca lo sguardo di Dio ».
« GuardaMi - le diceva Gesu - poiche lo ti
guardo sempre ... E' la Faccia di un Dio che si volge
a te. Quando ho una Sposa tengo sempre gli occhi
rivolti a Lei... GuardaMi per imitar Mi e lo ti guardero' per purificarti dalle tue miserie. » Suor M. Marta corrispondeva a questa amorosa provocazione dello Sposo. E delle ,ore intere scorrcvano cosi, sopratut-
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to durante le veglie notturne: « Il tuo sguardo mi basta - le diceva il Diletto - e lo ti guardo ».
Sguardo di contemplazione e d'amore che si prolungava, pur, tra le occupazoni della giornata; e come era dolce a Gesu il sentir'Selo confermare dalle
labbra della Sua Sposa! Presentandosi un giorno a
Lei, mentre era intenta a spazzare il grande Chiostro
del Monastero: « Dimmi, lo fai solo per il mio sguardo Divino? » . Si, mio buon Maestro! ».
Per chi avvicina Suor Maria-Marta, questo uni·
co sguardo dell'anima sua verso Dio, non poteva passare inosservato: « Si sentiva, - diceva una delle suc
compagne - che in lei nulla vi era di umano, eche
non si occupava di se stessa ». Simile all'ancella di
cui parla il Salmista (2), essa cercava solo in Dio la
sua línea di condotta senza considerazioni umane, e
senza ripiegarsi sull'io.
Disposizione que sta tanto piu gradiia al Signore
perche accompagnata da innocente CANDORE. « Essa ha veramente il candore dell'infanzia », attesta la
sua Superiora: « Noi le domandavamo, riguardo alla grazia di cui gode di veder ogni giorno Gesu Bam·
bino nella Santa Comunione: « Quando eravate nel
mondo non parlaste mai di cio al Confessore?» - «Oh!
no, mia Madore,io credevo che tutti Lo vedessero e·
gualmente ».
Quando N. Signore le richiese tre segni di
croce per ottenere la preservazione delle patate, Suor
Maria-Marta previde un giorno che essa non avrebbe
potuto ü giorno dopo ridiscendere nella cantina: « Vi
'Sonotre segni anche per domani, se Voi lo permettete, mio Gesu ».
Nel settembre 1885 mentre faceva per ordine
della Superiora la raccolta dei fichi, perde l' equili.
brio sulla sommita d'una scala e aggrappandosi ai ra-
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mi esclama: « Buon Gesu, reggetemi, nostra Madre
mi ha affidata a Voi ».
Ingenuita, candore, rettitudine assoluta, caratterizzano la sua fisonomia morale.
Semplicita nei rapporti con Dio, le Superiore,
il prossimo. Semplicita in tutto.
In Suor Maria-Marta nulla che risenta l'affettazione, la posa, nonche il rispetto umano· Niente d'im.
picciato in Lei. Dopo le sue estasi se ne ritorna bonariamente alle sue occupazioni ordinarie senza dar
mostra del minimo imbarazzo.
Semplicissima pure nella sua vita interiore: iJ
dovere, la volonta di Dio, il 'servizio della Comunita,
l'amore di Gesu e di Maria, la preghiera per tutti:
ecco i suoi soli fini.
.
In verita, Gesu poteva dire alla sua Diletta: « lo
ho modellato il tuo cuore a gusto mio e per me solo.
Vi ho tolto ogni sguardo verso la creatura. Vi ho posto una grande riconoscenza che ti fa ricordare dei
mÍei beneficio Vi ho messo la semplicita del bambino».
. Gesu aveva cura di coltivare nella sua Diletta
questa semplicita. Le sue esigenze su questo punto
andavano molto avanti, particolarmente quando si
trattava dei rapporti con le Superiore.
Un giorno, Gesu Bambino le si mostro rivestito di una bellezza cosi incantevole, che Essa rimase
immersa in un delizioso rapimento. Gelosa di godersi da sola tanta felicita, si promise di non farlo sapere a nessuno. Subito il Divin Bambinello le rimprovera questo pensiero: « Mi piacciono i bambini che
Mi assomigliano eche dicono tutto con semplicita. Il
veru bambino dice tutto alla mamma e tu, mia figlia.
devi dire tutto a tua Madre ».
Una volta Gesu le aveva chiesto di portare un
messaggioalla Superiora ed essa tardava a trasmetter-
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lo. Mostrandosele allora sotto forma di fanciullo
,(la nostra Sorella assicura di averlo veduto coi propri
occhi), le domando severamente: « Chi di noi due
e il piu grande? .. » Meravigliata Suor M. Marta
rispondc: « Mio dolce Signore, di corporatura sono
piu grande io; ma sono un nulla davanti a Voi ».
AHora Nostro Signore le fece comprendere che
la sua domanda conteneva un rimprovero: essa aveva
fatto « la grande» non piegandosi prontamente al·
la Volonta Divina.
Simili rimproveri, pero, non diminuivano la confidenza di Suor María-Marta,. Essa aveva capito troppo
bene questa lezione del Divin Maestro: « Desidero
veder le mie Spose avanzare sulla vía den' amore e
della confidenza. Le altre víe sono meno sicure e troppo difficili ».
La pratica di questa confidenza, non era tuttavia
senza difficolta per la nostra Sorella; la sua delicatezza di coscienza, il suo amore ardentissimo per Gesu,
l' avrebbero portata ad afHiggersi eccessivamente di
certe mancanze puramente esteriori. Se da un lato i
favori del Cielo le furono largamente compartiti, non
dimentichiamo che essa conobbe pure le angoscie morali, le incertezze sulla propria vía spirituale, le molestie e gli assalti accaniti del demonio.
In tali dolorosi frangenti, il suo unico rifugio
era una fede incrollabile nella bonta di Dio e nella
parola dei di Lui rappresentanti.
Sotto quest'egida
Suor M. Marta trionfava d'ogni atta ceo nemico, e si
manteneva nella confidenza semplice e .,erena. E non
aveva forse come asilo supremo il Cuore stesso del Suo
Diletto? Gesu infatti, benche l' avesse scelta per vittima e « la crocifiggesse » in mille modi, le dissipa.
va pero ogni timore esagerato: « Gettati nelle mie
braccia - le diceva -- qui non si puo perire. lo non
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Capitolo 17-b