PERIODICO - ANNO 10 - N. 26 - DICEMBRE 2005 SOMMARIO INPS Distretto 2 Asilo nido Linea Verde Disabili 3 Omaggio a Toninelli 4-5 Toblini ieri, oggi e domani... 6-7 A.C.A.T. 8 Ciottolando con gusto Associazione per il Triduo 9 Solidarietà 10 Il livello delle acque del lago 11 Pippo 12 Sped. in Abbonamento Postale Art. 2 comma 20/c · Legge 662/96 · Filiale di Verona Bielorussia 13 Sci Club Baby Voci 14 Palazzo dei Capitani 15 Viaggio in Terra Santa 16-17 Gita del Coro 18 Suoni e luci 19 Manifestazioni 20 NOTIZIARIO COMUNALE Partono i lavori per la costruzione dei locali di accoglienza... FUNIVIA Raccontare una magia a cura di Franca Tonelli Il giorno 7 novembre ultimo scorso ha avuto luogo alla presenza dell’On.le Pietro Lunardi, Ministro per le Infrastrutture e i Trasporti e dell’On.le Aldo Brancher, Sottosegretario alle Riforme Istituzionali e Devoluzione, la cerimonia della posa della pietra inaugurale dei lavori di costruzione dei locali di accoglienza presso la stazione a monte della Funivia, un passo fondamentale per il completamento di quest’opera prestigiosa che dà e darà un contributo sempre maggiore alla promozione e allo sviluppo turistico, sociale ed economico dell’intera area del Garda. Notevole è stato nel corso degli anni l’apporto in termini di valorizzazione economica, sociale, turistica e di territorio che la struttura ha arrecato al nostro paese. Inaugurata solennemente nel lontano 1962, per 40 anni ha svolto il suo servizio, portando sulle cime del Baldo migliaia di turisti italiani e stranieri, rinnovando in Italia e all’estero la fama dei nostri luoghi e delle nostre montagne. Malcesine ha creduto fortemente in quel progetto allora, quando il turismo non esisteva, e, a maggior ragione, ci ha creduto quando, non più tardi di cinque anni fa, sono stati intrapresi i lavori che hanno portato alla realizzazione del nostro attuale impianto funicolare, inaugurato nel luglio del 2002 alla solenne presenza di Sua Eccellenza Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Si tratta di un’opera che testimonia come il pubblico, se ben coordinato, sia in grado di collaborare e cooperare al raggiungimento di risultati importanti. Fondamentale in questo senso il ruolo e l’attività svolta dal Consiglio di Amministrazione della Funivia, presieduto dal Comm. Giuseppe Venturini, che ha saputo coniugare e coordinare esigenze, bisogni ed aspettative della Provincia di Verona, della Camera di Commercio e del Comune di Malcesine. Ora, con la realizzazione di questi nuovi complessi si sarà in grado di fornire l’appropriata accoglienza e gli opportuni servizi alla moltitudine dei visitatori che scelgono il Baldo e il Garda come meta delle loro vacanze, sia nella stagione estiva, sia soprattutto nell’ottica di un rilancio del turismo invernale. omaggio a Franco Toninelli (a pagina 4) Dalla redazione del Notiziario e dall’Amministrazione Comunale auguri di BuoneFeste Il coro “Baby Voci” compie 5 anni! AUGURI CORALI (a pagina 14) Linea verde... a Malcesine! (a pagina 3) Quando Pippo volava su Malcesine (a pagina 14) Malcesine e i gastronauti (a pagina 9) 1 INPS ON LINE Punto Cliente è una forma di cooperazione tra INPS e i Comuni per agevolare i cittadini che, non disponendo di una propria postazione internet, possono egualmente usufruire dei servizi on-line ed ottenere informazioni generali e duplicati di documenti o semplice modulistica rivolgendosi personalmente agli uffici municipali. Chi invece dispone di mezzi informatici per l’accesso ad internet può richiedere il codice individuale (Pin) e utilizzare i servizi on-line collegandosi al sito www.inps.it. Anche presso il Comune di Malcesine è attivo questo servizio e i cittadini possono rivolgersi all’Ufficio Segreteria durante l’orario di apertura al pubblico (lunedì - martedì e giovedì dalle ore 10.00 alle ore 12.30) qualora si trovino nella necessità di disporre di eventuali certificazioni e/o documentazione in materia. In sintesi si riportano i servizi che INPS on-line offre al cittadino: · Estratto Contributivo: certificato che riporta, suddivisi per anno, i dati contributivi registrati negli archivi Inps. L’estratto comprende i contributi da lavoro, “figurativi” e da riscatto. Serve a tutti gli assicurati Inps per avere il quadro della situazione contributiva suddivisa per anno; www.inps.it alle somme corrisposte nell’anno precedente. Possono richiedere la stampa del duplicato del Cud emesso dall’Inps i pensionati Inps e gli assicurati che hanno percepito prestazioni Inps; · ObisM: è il documento che viene inviato ai pensionati ad inizio anno e riporta gli importi delle rate di pensione che verranno erogate nell’anno; · Estratto Pagamenti Prestazioni: riporta il dettaglio di ciascun pagamento che l’Inps ha erogato al cittadino. Serve a coloro che hanno percepito prestazioni dall’Inps; · Domus: è il servizio che consente di visualizzare lo stato delle pratiche richieste all’Inps. Serve ai cittadini che hanno pratiche Inps in corso; · Cud: è il modello di “certificazione unica” relativo · · · · Variazione indirizzi; Comunicazione di decesso; Iscrizione lavoratori parasubordinati; Iscrizione lavoratori domestici; · Modulistica on-line: consente la stampa da internet della modulistica Inps. L’assessore Giuseppe Benamati INFORMA i cittadini di Malcesine della situazione di GRAVE INSUFFICIENZA NELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI. AVVERTE altresì che i provvedimenti che dovranno essere presi dall’amministrazione per far fronte al contesto rischiano di comportare per il cittadino un aggravio dei costi per lo smaltimento fino al 50% in più dell’attuale. In una lettera separata che verrà inviata ad ogni famiglia verrà spiegata dettagliatamente la situazione cui dobbiamo impegnarci a far fronte, pena un sensibile maggior esborso per tutti. Sportello Distrettuale Sperimentale a) Apertura 1 giorno la settimana: lunedì; b) Orario 8.00 - 13.00 / 13.30 - 16.30; c) Presenza contemporanea di tutte le figure professionali previste; d) Erogazione senza prenotazione di tutti i servizi e le attività richieste; e) Futuro collegamento con la sede centrale non solo di tipo informatico ma anche attraverso l’uso di strumenti di televideotrasmissione; (questi sono specialmente previsti per le UVMD, che obbligano per tali commissioni a spostamenti, forte impiego di tempo per operatori e MMG-PLS). In pratica: l’utente si reca allo sportello del Distretto e può chiedere la erogazione di tutte le prestazioni previste, rimanendo all’interno dell’orario definito; Infatti le prestazioni possono essere una di seguito all’altra e non vi sarà il problema dell’arrivare fuori orario perché per esempio l’ambulatorio medico ha chiuso oppure non è più possibile prenotare una visita specialistica. I vantaggi previsti sono piuttosto immediati e rilevanti: 1. Apertura comunque invariata rispetto al modello precedente, prevista per 8 ore; 2. Fruibilità e utilizzazione di ore del primo pomeriggio, una facilitazione per chi vuole scegliere quando recarsi allo sportello; 3. Nessun vincolo di orario per le prestazioni richieste, vista la erogabilità continua e la presenza, per l’intero orario, di tutte le figure professionali previste nella sede dello sportello; 4. Spostamenti ridotti degli operatori con notevole risparmio dei tempi di viaggio e usufruibilità del tempo risparmiato per un utilizzo in altri compiti; 5. Risparmio di tempo di trasporti per i MMG e PLS per le UVMD e possibilità di accelerare tali commissioni a vantaggio degli utenti dunque della programmazione conseguente, ma anche per altre importanti comunicazioni che possono richiedere una comunicazione “visiva” e non solo telefonica. Tale sperimentazione, che si pensa di mantenere stabile dopo le doverose verifiche, potrebbe essere studiata ad hoc ed attuata per altre sedi del Distretto. Il Direttore del Distretto n. 1 Dr. Gabriele Bezzan AVVISO NUOVO ORARIO dal 2 gennaio 2006 il distretto sanitario n. 1 sede di Malcesine avrà il seguente orario: lunedi 8.00 / 13.00 - 13.30 / 16.30 durante l’orario di apertura gli utenti potranno richiedere ogni tipo di prestazione erogata dal distretto sanitario senza alcuna prenotazione. 2 L’ “ISOLETTA” Asilo nido... è tempo di iscrizioni! Come già annunciato nel precedente numero del Notiziario Comunale, a partire dal 16 gennaio 2006, sarà operativo a Cassone, presso la sede dell’ex scuola materna, il servizio di asilo nido, gestito in forma associata con il Comune di Brenzone in convenzione con la Società Cooperativa Sociale Onlus Spazio Aperto. Con l’inaugurazione di questa nuova struttura, prevista per sabato 14 gennaio, congiuntamente alla conclusione dei lavori che hanno portato alla realizzazione del Polo Scolastico, e all’adeguamento alla vigente normativa in materia di sicurezza degli edifici che ospitano rispettivamente la Scuola Elementare e la Scuola Media, l’Amministrazione ritiene di aver adeguatamente e degnamente portato a termine il proprio programma in materia di politica scolastica e relativa offerta formativa. L’asilo nido “L’isoletta” sarà in grado di ospitare fino a un massimo di 30 bambini nella fascia d’età compresa tra i 3 e i 36 mesi. Funzionerà undici mesi all’anno, osservando un periodo di chiusura annuale che sarà possibile determinare in base alle esigenze delle famiglie fruitrici del servizio. Sarà aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 7.30 alle ore 17.30 ed, eventualmente, il sabato e la domenica, su richiesta, per un numero minimo di cinque bambini. Saranno possibili due entrate: · entro le ore 9.30 il mattino; · entro le ore 12.30 il pomeriggio. e tre opportunità di uscita: · entro le ore 12.30; · entro le ore 16.00; · entro le ore 17.30. Si ricorda ai genitori interessati che sono aperte le iscrizioni per poter accedere a questo importante ed utile servizio educativo e sociale e pertanto si invitano gli stessi a contattare il n. telefonico 045 7420213 per eventuali ulteriori informazioni e chiarimenti. F.T. Pesce, olio e carbonèra... Paolo Brosio e Gianfranco Vissani a Malcesine! Linea verde... a Malcesine! Domenica 13 Novembre su Rai Uno alle ore 12 e 20 è andata in onda la puntata del programma Linea Verde condotta da Paolo Brosio e Gianfranco Vissani dedicata a Malcesine, registrata il 19 Ottobre. L’attesa e l’emozione per l’evento è stata tanta: non capita infatti tutti i giorni di vedere il luogo in cui si vive quotidianamente in televisione! Il programma come voi tutti sapete va in onda ogni domenica e scopo primario è quello di promuovere e di far conoscere le bellezze paesaggistiche ma soprattutto i prodotti agricoli ed eno-gastronomici italiani. Questo è avvenuto anche per Malcesine. La puntata ha valorizzato infatti gli aspetti peculiari della nostra zona. Innanzitutto si è parlato del lago, dell’aspetto climatico, il quale favorisce culture tipiche della zona mediterranea, della pesca e dei piatti tipici a base di pesce, nonché dell’aspetto prettamente sportivo: la vela. Si è passati poi a parlare della coltivazione dell’olivo e delle qualità del nostro olio premiato per le sue caratteristiche con il marchio D.O.P. Come prodotti tipici, attenzione è stata prestata alla produzione di latte, burro e formaggio. Tante parole inoltre sono state spese per parlare della nuova funivia, unica al mondo per la particolarità delle cabine rotanti, la quale collega Malcesine al Monte Baldo, e della stagione turistica estiva e di quella invernale. La puntata si è conclusa con il pranzo preparato alla ex caserma della finanza sul Monte Baldo, come piatto tipico è stata presentata sulla tavola la polenta carbonera. Una puntata divertente, simpatica, colorata, ricca di informazioni che ha saputo promuovere i prodotti, agricoli e non, di Malcesine nel migliore dei modi. F.T. Brenzone e Malcesine unite per i disabili Volontariato per i ragazzi disabili Mi è stato chiesto di scrivere questo articolo per raccontare la mia esperienza di persona diversamente abile, oggi si dice così, che abita in provincia. Per chi ha dei problemi di tipo sociale,vivere in provincia, e in particolare a Malcesine o a Brenzone, non è una cosa semplice. Da qualche anno fortunatamente esiste il Servizio Interventi Individualizzati (SII) dell’ULSS 22 che viene incontro a noi disabili affiancandoci un operatore che funge sia da accompagnatore per le uscite, dalle passeggiate sul lungolago alle mete più lontane, sia da sostenitore e collaboratore per le attività e i passatempi preferiti di ogni disabile. Personalmente, per esempio, amo moltissimo fare viaggi che abbiano come meta diversi ambienti che mi conducano con il pensiero alle mie passioni, principalmente la musica classica e tutto ciò che concerne il patrimonio naturalistico e le scienze ad esso legate. Per poter realizzare questi miei desideri, da qualche anno faccio parte, insieme ad altri due miei amici, dell’associazione di volontariato AVULSS di Riva del Garda. Tra le attività di questa associazione, vengono organizzate delle gite al mare o in montagna o viaggi all’estero. Noi disabili residenti nella provincia di Verona riusciamo a partecipare a tali iniziative grazie all’interessamento di una sig.ra volontaria di Malcesine. L’esperienza di partecipazione a questa associazione è senz’altro positiva: ci ha permesso di sentirci parte di un gruppo e per questo ci tengo a ringraziare tutti i volontari. Sulla scorta di questa esperienza è nata un’idea: perché anche nel nostro territorio non facciamo nascere un’associazione di volontariato che possa assistere e supportare i disabili nelle varie attività del tempo libero? Dalle conoscenze attuali sappiamo che a Malcesine e Brenzone esiste già qualche forma di collaborazione e di volontariato, limitatamente però all’area dell’assistenza agli anziani. A questo proposito avrei un quesito da rivolgere agli Amministratori locali e a tutti i cittadini: “Pensate sia possibile iniziare un discorso anche sulle esigenze dei ragazzi disabili?”. Franco Bertuzzi 3 Raccontare una magia Omaggio a Franco Toninelli Malcesinese d’adozione Ha saputo fissare per sempre il nostro passato a cura di Stefano Testa La mostra “Il tempo delle vele”, tenutasi lo scorso ottobre al Palazzo dei Capitani di Malcesine ha ancora una volta ribadito, se mai ce ne fosse stato bisogno, l’importanza dell’opera di Franco Toninelli per la storia e la cultura Malcesinese. Le sue immagini - e quindi quelle del nostro paese - riempivano la sala proiettandoci in un passato non lontanissimo, ma indiscutibilmente perduto. Riuscire ad immaginare “come eravamo” sarebbe impresa ardua se in ogni malcesinese non ci fosse indelebile l’immagine di almeno uno scatto del Toninelli. Per questo, come redazione del Notiziario Comunale, abbiamo voluto dedicargli qualche pagina, riproponendovi un esauriente e sentito commento che il prof. Sergio Ragnolini scrisse nel 1994, in occasione della pubblicazione di un catalogo edito dall’amministrazione del tempo riguardo a una mostra tenutasi in paese. Mostra, non ultima, di una lunga serie che ha visto Toninelli, malcesinese d’adozione fin dall’età di diciotto anni, portare le immagini del nostro territorio persino a Lione (1955) Belo Horizonte (1956) Johannesburg (1956) Bordeaux (1957) Alicante (1957) Vienna (1957) Belgrado e Sarajevo (1958), Malesia (1961), Hong Kong (1962), Berreiro (1963/ 66/67), Monaco di Baviera (1972), Stoccarda (1974), Vienna (1975), Colonia (1975), New Orleans (1984), Los Angeles (1984) oltre a numerosissime mostre e concorsi in Italia. La selezione di fotografie, gentilmente concessaci dallo Studio f/8 di Malcesine che ne cura la riproduzione è, per ovvi motivi di spazio, molto limitata ma crediamo ugualmente suggestiva. La svolta nella vita di Franco Toninelli è avvenuta nel 1942. Nato a S. Giovanni Lupatoto nel 1924, non lontano dalla “bassa” veronese di cui ha raccontato in tante sue foto con amore e sensibilità i paesaggi e le atmosfere, a diciott’anni ha conosciuto Malcesine e vi è rimasto per sempre. Ammaliato da una magia che ha colpito molti prima e dopo di lui, la stessa magia che ha colpito Goethe e legioni di turisti, ieri come oggi. E Malcesine gli ha ispirato foto che sono state esposte, ammirate e premiate in Italia e in molti paesi del mondo. Il suo nutrito curriculum testimonia di mostre, premi e segnalazioni in diversi paesi europei, ma anche in paesi come Brasile, Sud Africa, Stati Uniti d’America, Cina... Franco Toninelli fu ammiratore di Federico Vender, vero punto di riferimento per la fotografia italiana negli anni fra il 1930 ed il ’60. Egli riconobbe Vender come suo maestro e Vender, che soggiornò molti anni a Malcesine, espresse il proprio apprezzamento “per le qualità professionali ed artistiche” di Toninelli, “fotografo di professione al quale è rimasto l’entusiasmo dell’amatore”. Fin dal 1953 era stato accolto come socio dal Gruppo Fotografico Fiorentino ed affiliato alla FIAP, Federazione Internazionale Amatori Fotografi, che ha la sua sede in Svizzera, a Berna. Entrare in questi circuiti gli ha permesso di far conoscere ed apprezzare le sue opere in giro per il mondo. Lui ama però ricordare anche che dal 1991 è socio del Foto Club Bronziero di Badia Polesine (Rovigo), e con questo vuole probabilmente ricordare la sua seconda patria sentimentale ed artistica oltre a Malcesine: la “Bassa”, la Pianura Padana, che con le sue immagini e le sue intense atmosfere gli ha ispirato tante altre bellissime foto. Il fotografo malcesinese d’adozione ricorda con orgoglio che le sue foto hanno illustrato un bel libro che racconta la pianura padana, le sue immagini e tradizioni nelle quattro stagioni dell’anno. Un libro scritto e curato dal prof. Dino Coltro, celebre poeta dialettale ed esperto di tradizioni popolari, in particolare della pianura padana e della campagna veronese. 4 Oggi Toninelli apre il suo ricchissimo archivio su Malcesine e ne espone una parte significativa, per la gioia, è il caso di dire, ma anche per l’ammirazione (e il ricordo, e la riflessione) dei suoi concittadini e degli ospiti di Malcesine. Toninelli è un testimone partecipe, ritrae Malcesine ed ogni suo aspetto o particolare come l’innamorato guarda l’oggetto del proprio amore. Nelle sue foto troviamo la Malcesine di un tempo, tanto più romantica e struggente perché passata, perduta, di cui ci restano tanti segni, il ricordo e l’atmosfera. In voluto confronto e contrasto con essa troviamo la Malcesine di oggi, in quelle foto prese dalla stessa angolazione e con la stessa macchina fotografica pochi decenni più tardi. Quasi una ricerca, un Non solo memorie ma... emozioni porsi delle domande sulla bellezza di questi luoghi, di cui così tante persone ogni anno fruiscono, si vedano per esempio le “scene di massa” sulle spiagge. Un esempio può forse farci capire come l’occhio innamorato di questo fotografo sceglie e racconta. In via Cerche, quasi ai piedi della torre del castello, tra case antiche, alcune delle quali hanno ancora muri intatti dal Medioevo, c’era un albero di gelso, che spuntava direttamente dai ciottoli del selciato. Aveva un fusto grosso e rugoso, così vecchio e storto che solo una lastra di marmo messagli sotto come puntello gli impediva di cadere. Io ricordo questo gelso vivo, pieno di foglie e di more bianche ed appiccicose che, come sapevamo bene noi bambini, non erano buone da mangiare. Una foto di Toninelli coglie questo gelso d’inverno, sotto la neve; una scultura secca e nodosa che spicca sul bianco, Il suo forte, espressivo bianco e nero lo trasforma in una figura irreale, fermata nel suo sforzo di esistere, di sopravvivere. Un simbolo di vita sospesa, vita fermatasi nel tempo ma che non muore, finché non morranno i sentimenti che riaccendono il ricordo. Ecco perché quel gelso è ancora al suo posto, anche se non c’è più. Ecco cosa fanno le foto di Toninelli. Ecco che si capisce perché un artista fa scoprire come nuova la realtà di ogni giorno. Ci insegna a vederla con occhi nuovi, più sensibili e attenti, o forse più “vecchi”: quelli del ricordo, del sentimento, del rifiuto della superficialità. Della comprensione del valore, del bisogno profondo di bellezza vera che c’è in ognuno di noi, al di là della bellezza spettacolare, fasulla e mercantile della pubblicità. Ecco che si capisce perché la fotografia di un artista non è solo tecnica, accostamento e armonia di forme e di luci, di chiari e di scuri, di vuoti e di pieni, di realtà e simbolo. E non è solo un deposito di memorie, un’esca che peschi ricordi dal tempo, ma diventa una miccia che fa esplodere emozioni. Emozioni son in agguato in ognuna delle foto di Franco Toninelli, e tra tutte queste voglio accennare a quella forse più inaspettata: la gioia. La gioia che dà questo appassionante bianco e nero è quella che nasce dal sapere che ricordi, frammenti di vita, fatti e persone, esperienze, la natura e la bellezza condensate in immagini, che tutto questo che non si perde col tempo. Franco Toninelli è riuscito in tanti anni e in ogni stagione a cogliere e raccontare l’atmosfera di Malcesine. Come Faust ha fermato l’attimo, per renderlo immortale. Lui può forse darci il modo di penetrare nel mistero, nella magia di questo luogo che ha catturato Goethe, e attira tante persone costringendole ad ammirare, e poi a fermarsi o a ritornare. I Malcesinesi stessi sono spesso inconsapevoli della bellezza, della magia del loro paese. Per questo forse bisogna perdonarli se a volte non la considerano o non la rispettano come merita. Ma una volta di più noi malcesinesi dobbiamo dire di essere fortunati: abbiamo tra noi il lavoro paziente e l’arte di Franco Toninelli. Prof. Sergio Ragnolini, 13 giugno 1994 5 L’ospitalità e gli anziani: cenni storici di una solidarietà verso l’altro Toblini ieri... La casa di assistenza per anziani di Malcesine ... a cura della Prof. Iris Anna Marchetti Ieri... “60.000 lire per gli infermi e le inferme” Dal 1532 ai giorni nostri l’immobile di Piazza Bocchera n. 3 all’IPAB stessa. Con Decreto della Giunta Regionale del 06.03.1990, n.394, la Regione Veneto ha riconosciuto la personalità giuridica di diritto pubblico per antico possesso di stato, col trasferimento all’IPAB Casa di Assistenza per anziani “A. Toblini” di Malcesine. Dal 1990 l’Ente è gestito da un Consiglio di Amministrazione di nomina comunale e si è specializzato, passando da “Casa Albergo” a Residenza per anziani che accoglie ospiti non autosufficienti. In seguito, l’Ente ha evoluto la propria specializzazione rendendo servizi istituzionali e territoriali in rapporto di convenzione col Comune di Malcesine, il Comune di Brenzone e l’azienda Usll n. 22. Tra il febbraio 1998 e il mese di novembre 1999 si è provveduto a lavori di ampliamento e ristrutturazione della Residenza ed in questi ventuno mesi la comunità di ospiti è stata accolta presso l’Albergo Sorriso di Porto di Brenzone, affittato per l’occasione. L’esecuzione dei lavori di ampliamento agli standard regionali della Casa Anziani di Malcesine, è costata quasi due milioni di euro. I lavori di ampliamento e ristrutturazione della residenza hanno permesso di realizzare: · l’impianto di condizionamento; · la prevalenza di stanze da due posti letto dotate di bagno; · posti letti dotati di telefono e di televisore a colori; · i bagni protetti; · una nuova sala da pranzo ed il cucinotto di reparto al primo piano; · una nuova zona destinata alle attività riabilitative e di cura della persona; · gli spogliatoi del personale; · la nuova cappella; · un nuovo impianto di ascensione; · la zona da destinare a Centro Diurno. Con la ristrutturazione si è inoltre provveduto ad acquistare le dotazioni necessarie alla cucina come ad esempio il forno a convenzione mista, il cuocipasta, la brasiera, la lavastoviglie, l’abbattitore di temperatura). La messa a norma della Casa per Anziani di Malcesine, ha premesso all’ente di ottenere un importante risultato: infatti, la Residenza per Anziani “A. Toblini” è una delle poche residenze del territorio dell’Azienda Ulss n. 22 e della Provincia di Verona, in possesso delle autorizzazioni all’esercizio ed al funzionamento e sembra che col prossimo anno potrà essere accreditata dalla Regione Veneto. Per rievocare le prime notizie dell’esistenza di un luogo di ospitalità o casa di riposo come rifugio di assistenza ai bisognosi ed ai viandanti dell’edificio dove attualmente ha sede oggi l’attuale casa di assistenza per anziani “A. Toblini” di Malcesine si deve risalire all’anno 1532. Nel 1675 il sacerdote Giobatta Zorzi ha lasciato vari beni al Comune con “l’obbligo di impegnare le rendite annue nel sovvenire i poveri di Cristo di detta comunità di Malcesine e luoghi circonvicini”. Nel 1849, Antonio Toblini lasciava all’ospedale di Malcesine l’enorme somma per l’epoca di lire 60000 con l’obbligo di “raccogliere e curare... gli infermi e le inferme di questo paese”. Con tale donazione il 21.12.1865 si realizzò l’acquisto di una casa con orto, dove, anche ora, ha sede la casa per anziani e l’ente che ne derivò fu denominato “Pio Istituto Toblini Antonio ed Ospedale” e venne amministrato dalla Congregazione di Carità per regio decreto del 23.09.1874. Nel 1937 l’ente comunale di assistenza sostituì la Congregazione di Carità e le Opere Pie Zorzi-Cipriani nell’amministrazione dell’ospedale Toblini di Malcesine. L’assistenza agli anziani continuò quindi, come già avveniva da moltissimi anni, soltanto nella struttura a cura dell’ “Ospitale Toblini”. Con decreto del presidente della Giunta della regione Veneto del10.10 1975, n.3677 ,il Toblini venne dichiarato Ente Ospedaliero e con successivo decreto del 02.08.1976, n.3041, venne incorporato all’Istituto Chirurgico Ortopedico di Malcesine. L’otto maggio 1978, con delibera n. 78, il comune di Malcesine assunse in locazione l’Istituto Chirurgico Ortopedico “ A Toblini” di Malcesine, al canone simbolico di lire mille l’anno, per destinarlo a fini socio-assistenziali quale Casa Albergo, servizio di igiene mentale, consultorio, ecc. L’Amministrazione Comunale di Malcesine , sul finire del 1986, a fronte dell’assunzione della piena disponibilità dell’immobile “Toblini” adibito a Casa di Riposo, ha promosso la costituzione,per antico possesso di stato, dell’Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza “Casa di Assistenza per Anziani “A Toblini”. Nel 1988, il consiglio comunale di Malcesine, con deliberazione del 6 ottobre n. 181,ha approvato il riconoscimento dell’IPAB Casa di Assistenza per Anziani “A. Toblini”, per antico possesso di stato, e trasferito ...oggi La residenza per anziani “Toblini”, come spiega il direttore dell’ente Piero Saorin, rende servizi istituzionali a persone anziane non autosufficienti, che possono essere così sintetizzati: Spazi di cura e socialità · Servizi assistenziali con ventidue operatori socio sanitari; · Servizi riabilitativi, con un tecnico della riabilitazione a tempo pieno · Servizi Generali: - servizi di cucina con tre cuochi - servizi di pulizia, sanificazione e guardaroba con quattro operatori - servizi manutentivi, con un operatore - servizio di parrucchiere - servizio di podologia. · Servizi sanitari, con un medico di medicina generale convenzionato con l’Azienda Ulss n. 22, per 18 ore settimanali e due medici specialisti in geriatria e fisiatria che garantiscono un accesso la settimana; · Coordinamento dei servizi infermieristici ed assistenziali, con un coordinatore dei servizi a tempo pieno; · Servizi infermieristici, con sei infermieri, dei quali, cinque infermieri professionali ed un infermiere generico; Inoltre agli ospiti della residenza sono garantite le attività occupazionali da personale specializzato. Gli ospiti partecipano alla visione di films, di opere liriche, 6 Il contributo dei volontari ad attività ludiche, alle attività di recupero della memorizzazione, alle storie di vita, alle attività artistiche. Al personale dipendente e convenzionato, si aggiungono le preziose attività rese quotidianamente da volontari laici ed una religiosa, che rendono attività di appoggio ai servizi istituzionali resi dall’ente. La retta applicata per l’anno 2005, agli ospiti non autosufficienti della residenza è di euro 45,35 il giorno per le stanze comuni, al cui importo si aggiunge il contributo per il concorso al rimborso delle spese di tipo sanitarie riconosciuto dalla Regione Veneto. Gli Ospiti vengono accolti nella Residenza dopo che è stata fatta la valutazione multi dimensionale, da parte del Distretto Socio Sanitario dell’azienda Ulss n. 22, la quale, in base alla gravità della condizione soggettiva stila una lista mensile delle priorità riferita alle persona da accogliere. Oltre ai servizi istituzionali, l’ente, rende in rapporto di convenzione, col Comune di Brenzone i servizi di assistenza domiciliare e la fornitura di pasti a domicilio ad anziani e bisognosi. In aggiunta, in rapporto di convenzione con l’Azienda S.L. n. 22 fornisce i servizi di assistenza domiciliare integrata nei comuni dell’alto lago: Malcesine, Brenzone, Torri del Benaco, Garda e S. Zeno di Montagna. I servizi di assistenza domiciliare hanno garantito in questi anni un filtro all’istituzionalizzazione di anziani non autosufficienti e una resa di servizi appropriati per contenere la domanda di residenzialità. Infine, vengono eseguite nella Residenza servizi di terapie, prescritte dai singoli medici curanti, alle persone che non sono in grado di somministrarsela. ...e domani È stato recentemente autorizzato, da parte dell’azienda S.L. n. 22 il permesso per un Centro diurno. L’ente si prefigge, infatti, una forma di accoglienza a carattere diurno, garantendo agli utenti attività: · assistenziali (cura della persona, partecipazione alle attività occupazionali, alimentazione, ecc.) · sanitarie (prelievi, somministrazione di terapie, ecc.) · riabilitative (rieducazione funzionale, ecc.) Il Centro Diurno che gli amministratori della residenza si prefiggono di attivare, concorrerà ulteriormente a mantenere le persone anziane della zona dell’alto lago, nei propri ambienti familiari e nel loro tessuto sociale e si cercherà di garantire un ruolo di integrazione con le strutture ed i servizi già operanti nel territorio ed una puntuale e specializzata risposta ai bisogni di cura delle persone anziane dimesse dal presidio ospedaliero (i giorni di ricovero nei reparti acuti sono sempre più ridotti) alleviando l’onere assistenziale delle famiglie di riferimento. Questo Centro Diurno verrà organizzato all’interno del centro residenziale dell’ente “A. Toblini”, farà riferimento al territorio della sponda veronese dell’alto lago di Garda e le attività saranno indirizzate a garantire in particolare : · la permanenza a domicilio delle persone anziane, attraverso misure idonee a favorire il mantenimento nella propria abitazione , ovvero a limitare o contrastare il ricovero degli utenti presso strutture esterne; · l’erogazione di prestazioni sanitarie e riabilitative atte a mantenere le condizioni di autonomia e a rallentare il processo di decadimento fisico e psichico degli utenti; · il perseguimento del benessere fisico e relazione attraverso un miglioramento delle condizioni di vita degli utenti; · la promozione del sostegno alla famiglia nella gestione del familiare attuata nel pieno rispetto delle persona e dei fattori relazionali della famiglia. DUE PAROLE ALL’ASSESSORE AI SERVIZI SOCIALI L’attivazione del centro diurno L’Assessore ai Servizi Sociali Livio Concini tiene ad evidenziare il ruolo sociale ed umanitario e non solo sanitario - assistenziale che la Residenza per Anziani “A. Toblini” riveste. Oltre ad accogliere persone anziane non autosufficienti, viene offerta anche ospitalità per periodo di tempo limitati, per “ricoveri di sollievo”, quando sia necessario fornire un supporto alle famiglie che si vengano a trovare in situazioni difficilmente gestibili a casa propria. La Casa di Assistenza è inoltre sempre aperta ai parenti degli anziani ospiti senza l’imposizione di un rigido orario di visita; talvolta si creano legami che vanno oltre l’ambito strettamente famigliare e capita che chi non ha più nessun congiunto ricoverato presso la struttura, torni comunque a portare il proprio saluto e a rallegrare la giornata degli anziani ospiti. Agli stessi inoltre sono garantiti spazi per lo svolgimento di attività ricreative, ludiche e di socializzazione mediante l’organizzazione e la realizzazione di eventi, spettacoli, feste e passeggiate, sempre nel pieno rispetto delle esigenze e dei bisogni particolari dell’anziano. Allo scopo di stimolare e mantenere in efficienza la loro memoria e le loro facoltà cognitive e di contatto con il mondo che li circonda, essenziali sono le attività occupazionali di lettura di quotidiani, di dibattito e di discussione in merito ad eventi contemporanei e di attualità gestite e coordinate dalla Prof.ssa Eva Pecoriello. Particolarmente gradite sono poi le visite che periodicamente ricevono dalle scolaresche. Si tratta di importanti momenti educativi e di scambio tra il mondo degli anziani e il mondo dei giovani, che possono giovarsi del loro grande patrimonio di saggezza ed esperienza. Prezioso ed insostituibile l’appoggio fornito oltre che dal personale dipendente e convenzionato, anche dai volontari, alcuni storici, Pasquale Campostrini, altri di più recente acquisizione, ma non per questo meno importanti e sempre presenti, cui si deve aggiungere l’attività di supporto spirituale e religioso fornito da Suor Angela e dai nostri Parroci Don Giuseppe e Don Luigi. Notevole è l’attenzione - continua l’Assessore Concini - che l’Amministrazione Comunale rivolge al mondo degli anziani, ai loro bisogni ed esigenze particolari e le attività che sono state intraprese a sostegno di questa crescente fascia della popolazione lo confermano. Si è soprattutto cercato di sviluppare e promuovere la domiciliarità e, attraverso un complesso coordinato di azioni, interventi e servizi, si è tentato di creare le condizioni favorevoli affinché la persona anziana possa permanere nel contesto della propria famiglia e delle proprie relazioni sociali. Essa è stata concretizzata soprattutto mediante l’attivazione dei servizi di Assistenza Domiciliare, che garantisce le attività di assistenza e cura della persona, di fornitura di pasti a domicilio, di Assistenza Domiciliare Integrata che assicura prestazioni di carattere sanitario, di telesoccorso e telecontrollo, realizzati grazie a un’azione concertata e coordinata tra il Comune e l’Ulss 22 in convenzione con la Casa Assistenza Anziani Toblini, accanto a forme di turismo sociale e a forme aggregative a sfondo ricreativo e socializzante. Si è inoltre di recente provveduto, grazie al contributo da parte della Fondazione Cariverona, all’acquisto di un pullman attrezzato per il trasporto di disabili, che potrà essere messo a disposizione e a servizio degli anziani che intenderanno frequentare il Centro Diurno che verrà attivato presso la Casa Assistenza Anziani “A. Toblini”. 7 SERATA DI INCONTRO ACAT Baldo-Garda Più informazione contro la piaga dell’alcolismo La prevenzione come diritto-dovere Attenzione particolare ai giovani Riconquistare libertà e dignità Giovedì 27 ottobre si è svolta nella Sala Consilare del Comune di Malcesine una serata di informazione per promuovere stili di vita sani e proteggere così la nostra salute. Relatori il dott. G. Bezzan del distretto 1 di Bussolengo e R. Cuni del Centro Studi di Trento. Ospiti il dott. Michele Benamati, direttore dei Servizi Sociali ULSS 22, l’assessore delle politiche sanitarie del Comune di Malcesine Livio Concini, il Maresciallo dei Carabinieri di Malcesine, la Preside della scuola Media ed Elementare di Malcesine prof.ssa G.Gabos, il Sindaco del Comune di Brenzone G. Simonelli con l’assessore Enrico Nascimbeni, i Parroci don Giuseppe e don Luigi oltre la Presidente Acat Baldo-Garda che ha presentato la serata. Tra il pubblico presenti alcuni presidenti e rappresentanti di associazioni, alcune famiglie, i servitori-insegnanti dei Club e numerose famiglie che partecipano e fanno parte dell’Acat Baldo-Garda da Malcesine a Peschiera. Roberto Cuni ha sviluppato il tema “Un contributo alla promozione e protezione della salute” facendoci riflettere sull’importanza della prevenzione come un diritto e un dovere di ciascuno di noi per tutelare la propria salute, concetto che prescinde dal concetto di cura per la quale esistono servizi preposti. Il dott. G. Bezzan con la sua tipica professionalità ha elargito una lezione sulla dipendenza e i disagi delle persone in modo particolare i giovani ai quali va riservata un’attenzione particolare, un insegnamento ricco di valori, presentando il progetto “Benessere” da sviluppare nelle scuole. Come ribadito da R. Cuni, difficilmente miglioreremo la qualità della nostra vita se non impareremo sempre più a proteggerci in prima persona, per noi stessi, per i nostri cari, quindi per la comunità e la società in generale. Per fare questo, per poter scegliere cioè stili di vita sani, dobbiamo essere informati; solo la conoscenza ci porta alla consapevolezza che ci spinge al cambiamento che è necessario per modificare il nostro comportamento a rischio. Senza essere proibizionisti, non serve a nulla per esperienze risapute, è il caso che tutti siano informati e abbiano la possibilità di riflettere sul fatto che il consumo di alcol è un comportamento a rischio e le conseguenze sulla salute, sulla qualità della vita e la sicurezza che ne derivano, sia per l’individuo, che per la comunità, determinano un costo sociale e sanitario rilevante da sollevare interrogativi difficili per tutti. Alcuni numeri estratti da Scienza Web News: Ogni anno l’alcol causa nel mondo il 10% delle malattie, il 10% dei tumori, il 63% delle cirrosi epatiche, il 41% degli omicidi, il 45% degli incidenti stradali, il 9% delle invalidità e delle malattie croniche. La Società Italiana di Alcologia stima che il 10% dei ricoveri annui in ospedale è attribuibile all’alcol ed il 9% i ricoveri indirettamente attribuibili all’alcol. Circa 40 mila morti per cirrosi, tumore, infarto emorragico, suicidio, aborto, omicidio, incidenti sul lavoro, a casa, sulla strada (un morto ogni 13 minuti) è il conto che ogni anno l’Italia paga all’uso di sotti lo ha testimoniato liberamente e con orgoglio, nella nostra comunità dove tutti conoscono il suo passato ma anche in tutte le occasioni dove si ritiene importante una testimonianza. Il Club lavora perché questi miracoli possano succedere mettendo a disposizione gli strumenti adatti, cioè la ricchezza delle risorse umane di tutti i componenti che attraverso la sobrietà hanno riconquistato la libertà e la dignità umana. Il Club si propone quindi alla comunità come un nodo della rete territoriale di servizi, associazioni, istituzioni, ecc. attento ad un certo tipo di disagi e sofferenze dovuti al alcol che corrisponde ad un costo tra il 2% ed il 5% del PIL, pari nel 2003 a 26-66 miliardi di Euro. Tra i giovani italiani l’alcol è sempre più popolare, l’aumento maggiore tra i giovanissimi, si beve il primo bicchiere a 11-12 anni. È l’età più bassa nell’unione Europea dove la media si aggira sui 14,5 anni. Nell’intera Europa un giovane su quattro muore a causa dell’alcol che rappresenta, anche per l’Italia, il primo fattore di rischio di invalidità, mortalità prematura e malattia cronica tra i giovani. Sono in costante aumento anche le bevitrici di alcolici che in termini di salute pagano un prezzo molto più alto degli uomini, avendo un organismo più vulnerabile. Per non parlare del prezzo umano in sofferenze, lacrime versate tra le mura domestiche, violenze, isolamento, indifferenza, e spesso disprezzo per le persone e famiglie con problemi di alcol. Tante persone vorrebbero gridare il proprio cambiamento e che dal tunnel della dipendenza da alcol o da altre droghe si può uscire. La nostra amica Barbara Cres- consumo di alcol, con la certezza, come riconosciuto a livello mondiale dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), che la buona cura non è solo il farmaco o la psicoterapia, ma la presa in carico solida, forte e duratura dei problemi di chi sta male. Una grande umanità è alla base dei nostri incontri, tanto che l’Amore, l’Amicizia, la Solidarietà sono le nostre medicine. Ricorre quest’anno il decennale dell’approvazione della Carta Europea sull’alcol approvata a Parigi il 12-14 dicembre 1995 dagli Stati Membri della Regione Europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità-OMS. È stata una serata molto interessante, tutte le persone invitate e non presenti sicuramente hanno perso una opportunità. 8 “Se vedete un alcolizzato, amatelo. L’unica cosa di cui abbia bisogno non sono i rimproveri, ne la pietà, ma l’amore”. G. Dellagiacoma ACAT Trentino Interclub 2005 a Rovereto Franca Capancioni Ciottolando con Gusto 2005 Malcesine e i gastronauti Due sindaci: Gianfranco Comincioli, viticoltore di Puegnago del Garda, e, Giuseppe Lombardi, pescatore di Malcesine, hanno prestato la loro immagine per promuovere il territorio: un bell’esempio, che va ad ingrossare il gruppo di coloro, come Giovanni Rana, che si mettono in gioco personalmente. 150 articoli sulla stampa specializzata Curiose gigantografie degli osti di Malcesine e del Sindaco ritratto nella veste di pescatore, professione scelta per passione delle tradizioni, hanno dato il benvenuto a circa 1000 visitatori e gastronauti giunti un po’ da tutta Italia nei giorni di 2324 aprile e 24 - 25 settembre 2005. La manifestazione “Ciottolando con Gusto” trae il nome ovviamente dalla suggestiva pavimentazione che caratterizza il borgo antico di Malcesine e dal protagonista della manifestazione: il Gusto. Nasce infatti per celebrare i vini ed i cibi del nostro territorio e soprattutto il fiore all’occhiello del luogo: il delicato olio extravergine Dop. Nei due giorni, di ciascuna delle due edizioni, il visitatore gourmet, il ricercatore raffinato ma anche il semplice curioso ha trovato una città addobbata a festa e, acquistando una tessera da € 25, ha partecipato ad un Viaggio dei Sapori: una serie di ghiotti assaggi abbinati ad un vino nei 12 locali aderenti. Nell’edizione di settembre, alcuni artisti di strada poi hanno concorso alla creazione di un’atmosfera festosa ed amichevole. Nella tessera era incluso, oltre al parcheggio gratuito dell’auto in Piazza Statuto, anche l’ingresso al Castello ed uno sconto del 30% sul biglietto della funivia. I locali coinvolti, tutti situati nel centro storico di Malcesine, erano facilmente individuabili grazie alle curiose gigantografie, realizzate dal noto fotografo veronese Tiziano Cristofoli, il quale si è occupato anche della veste grafica dei poster e del materiale divulgativo (Onecacktus). Dei 1000 visitatori convenuti, una percentuale molto alta era composta da persone che per la prima volta venivano a Malcesine e se ne dicevano stupefatte dalla bellezza e dalla peculiarità, ma ancor più dal fatto di non esserci mai venute prima. Il risultato ottenuto va senz’altro a credito dell’immagine di qualità di Malcesine. Merita sottolineare l’importanza della stampa che, riprendendo la notizia con oltre 150 tra articoli, pagine web e servizi tv, ha notevolmente amplificato il messaggio che l’evento voleva lanciare riguardo il nostro paese. Una meritata menzione, a tal proposito, va alla dottoressa Silvia Baratta di “Gheusis comunicazione” che ha curato i rapporti coi media, ed all’Associazione Albergatori che ha fornito ospitalità ai giornalisti accreditati. La partecipazione di molti malcesinesi è un altro elemento positivo e speriamo concorra ad aumentare la consapevolezza di vivere in un paese che ha molte risorse e può avere anche idee nuove da proporre. Ci auguriamo inoltre che la partecipazione di parecchi visitatori, connazionali e “non”, giunti espressamente per l’evento, e rimasti ospiti delle strutture ricettive per due/tre giorni, dia anche agli albergatori nuovi stimoli per vendere meglio un “prodotto-territorio” più adeguato ai tempi e ad una clientela più selettiva. Ben coscienti che un semplice evento non può cambiare l’essenza delle cose, non resta che augurarci che eventi come Ciottolando con Gusto o Vendemmiando in castello continuino a crescere e che altre iniziative si aggiungano allargando i contenuti anche ad altri temi, non esclusivamente legati all’enogastronomia. Ringraziamenti a: Comune di Malcesine e Malcesinepiù Funivia di Malcesine Monte Baldo Cassa Rurale Alto Garda Consorzio olivicoltori di Malcesine “Gheusis Comunicazione” “Onecacktus” “Ama” e “Nacem” Le aziende: “Pisoni”, “La Giaretta”, “Accordini”, “Ca Lojera”, “La Masottina”, “Coffele”, “Santi”, “Monte Cicogna”, “Prà”, “Baricchi”, “Provenza”, “Degani”, ”Marcato”, “Comincioli”, “Fraccaroli”, “Le Tende”, “Nicolis”, “Scaramellini”, “Illy”, “Omkafe”. E naturalmente agli “OSTI DI MALCESINE” Andrea Piccinato ASSOCIAZIONE “PER IL TRIDUO” Il lavoro di alcuni, il contributo di tutti Non ha perso tempo la neocostituita associazione che si è impegnata a mantenere e continuare la tradizione del Sacro Triduo nella nostra comunità. Sono stati individuati i primi, urgenti e non prorogabili, lavori di ammodernamento e consolidamento della struttura e dei locali in modo da poter permettere già dal prossimo febbraio lo svolgersi della cerimonia in piena sicurezza. In particolare l’analisi della situazione esistente da parte degli associati, coadiuvati dal supporto di esperti, ha evidenziato la necessità di riparazione e sostituzione della pavimentazione posta al primo piano della struttura del Triduo, quella più sollecitata dal passaggio degli uomini durante le operazioni di montaggio e smontaggio e che presenta i maggiori segni di usura. Vanno inoltre riadattati ed ammodernati prima possibile i locali destinati ad ospitare - durante tutto l’anno - i diversi elementi in legno della struttura, realizzando delle rastrelliere che permettano un appro- priato immagazzinaggio. Va rilevato, infatti, che la struttura in legno riporta i maggiori danni durante il periodo di permanenza nel magazzino e non durante le celebrazioni o durante le operazioni di allestimento. Detti interventi, in quanto inerenti al miglioramento della sicurezza e della conservazione della struttura, risultano essere prioritari rispetto all’opera di restauro degli elementi decorati. Il preventivo complessivo dei lavori sfiora la cifra di diecimila euro, non pochi per una piccola associazione appena costituitasi. Una parte importante, ma purtroppo ancora non sufficiente, della somma è stata già offerta dalle locali Associazioni Albergatori e Commercianti. Esiste l’impegno di altre istituzioni, ma solo le offerte, anche modeste, dei molti cittadini che a questa nostra tradizione hanno sempre dimostrato favore e attaccamento possono far sì che l’impegno preso dall’associazione possa andare a buon fine. Un impegno che non 9 si esaurirà, ma che sarà ribadito anno per anno, a seconda delle necessità. Per questo è stato aperto presso la locale Cassa Rurale Alto Garda [ABI 08016 CAB 59551] il conto corrente n. 18/322689 intestato all’Associazione “per il Triduo” su cui possono convergere i contributi. La Parrocchia di Malcesine, ed in particolare Don Giuseppe, rimangono comunque sempre garanti dell’iniziativa ed a disposizione per ricevere eventuali offerte. L’Associazione “per il Triduo” è composta da circa 30 persone, ciascuna con compiti precisi nei lavori di allestimento della struttura e nell’esecuzione delle cerimonie. I nomi di tutti i componenti e dei relativi incarichi verranno precisati nel prossimo numero. Per ora, anche come riferimento per eventuali ulteriori informazioni, riportiamo di seguito i nomi dei componenti del Consiglio Direttivo: Benedetti Paolo, Chincarini Carlo, Rizzotti Aldo, Saglia Antonio, Zanetti Andrea. S.T. Progetti e realtà: anche la solidarietà arriva a destinazione Gravi situazioni che non fanno notizia Condividere ed interessarsi trasforma ed arricchisce E il messaggio di Maura Zanolli che mantiene attivo il Progetto di Solidarietà a Rio Branco in Brasile... Carissimi amiche e amici di Malcesine, ringrazio il comitato di redazione del nostro NOTIZIARIO COMUNALE che, anche quest’anno, dà la possibilità di “dare voce al SUD DEL MONDO”. Credetemi, condividere, interessarsi (non solo a Natale) “essere vicini” ai POPOLI IMPOVERITI, è un’esperienza che trasforma ed arricchisce chi ha la fortuna di “immergersi” in certe situazioni. Mi piace ricordare che una parte di noi, nonostante la nostra realtà di benessere materiale, dimostra concretamente la sua SOLIDARIETÀ, da tempo ed in vari modi... e questo non credo lo si faccia per sentirsi migliori o “a posto con la coscienza”... Chi sceglie di impegnarsi in un progetto di solidarietà, penso lo faccia perchè crede nella giusta ripartizione dei beni... nella condivisione... in un futuro migliore per l’umanità... Non è facile, ma vorrei dirvi, in poche parole, la storia di Geraldo. Geraldo è un giovane di 31 anni, vive in Brasile, a Porto Velho, nelle stato di Rondonia. Nel 1993, durante il mio servizio di volontariato a Rio Branco, si è presentato nel Seminario Diocesano per studiare ed approfondire la sua vocazione... aveva 19 anni, faceva il contadino. Geraldo viene da una famiglia povera: vita dura nei campi, morte di uno dei 6 figli, poco più che ventenne, assassinato in un agguato, per gli stessi motivi e dagli stessi mandanti dell’assassinio di Chico Mendes, il sindacalista che ha fatto parlare il mondo per il suo impegno in difesa dell’Amazzonia e dei diritti dei suoi abitanti. Gli studi di Geraldo arrivavano alla 4° elementare, la sua vista presentava già problemi seri. Mi è stato chiesto di aiutarlo nello studio... ho accettato e insieme abbiamo iniziato il cammino... e l’amicizia che perdura nonostante la distanza... Sono passati 12 anni, non semplici, ve lo assicuro, per la vita di Geraldo: tra le sue varie vicissitudini, la più seria è quella di aver perso quasi totalmente la vista... Eppure non ha mai “mollato”: è uscito dal Seminario, vi è rientrato, ha fatto un corso per infermieri, è riuscito a trovare qualche lavoretto saltuario... Ora, grazie a Dio (come sono soliti ripetere i Brasiliani in molte occasioni), non solo ha terminato gli studi, ma il 2 agosto 2005 è stato ordinato sacerdote, aiuta in una parrocchia e ha l’incarico di educatore di un gruppetto di adolescenti (seminaristi) con cui vive. Perchè ho raccontato questo? Perchè un piccolo contributo in questo cammino di Geraldo lo ha dato anche qualche persona di Malcesine, che da anni è costantemente impegnata con il PROGETTO DI SOLIDARIETÀ di Rio Branco. IL SOSTEGNO A DISTANZA È UNA PICCOLA GOCCIA NEL GRANDE MARE DEI BISOGNI DEL SUD DEL MONDO...MA E’ QUALCOSA DI TANGIBILE, CONCRETO, SICURO. Concludo avvisando che, nonostante ostacoli economici e pratici, mi sto attivando per ricevere Geraldo che verrà in Italia ed a Malcesine il prossimo mese di gennaio 2006. Conoscere questo giovane e la sua esperienza sarà una vera ricchezza per tutti: ai miei numeri potrete rivolgervi per... saperne di più! Vi saluto e vi ringrazio tanto a nome degli amici in Brasile... Buon Natale e Buon 2OO6. Maura È con piacere che la redazione del Notiziario Comunale si fa portavoce dei messaggi di augurio e di ringraziamento, che ci giungono da alcuni nostri compaesani impegnati in importanti missioni di solidarietà umana e cristiana nel mondo. Da anni ormai dedicano a questo la propria persona e il proprio lavoro, con grandi risultati, che però non sembrano mai essere abbastanza. Attraverso queste righe trasmettono i loro auguri per le prossime Festività e i loro ringraziamenti per il sostegno ricevuto, alla popolazione malcesinese che gli è vicina. Trasmettiamo il messaggio pervenutoci da Padre Mario Casella, Missionario dei Padri Comboniani in Uganda, ricordando che, per chi volesse, può essere anche contattato al seguente indirizzo e-mail: [email protected] (possibilmente senza immagini o documenti pesanti poiché la tecnologia di Kampala non permette di scaricarli...!!) “...Carissimi, dall’Uganda vi ricordo e vi mando queste poche parole di AUGURIO! Ho scritto a parecchi, ma voglio dire a TUTTI che vi sono vicino, anche se non mi vedete in giro per il paese! Qualche notizia la ricevo, e vi assicuro che cerco di condividere i vostri lutti e delusioni, come pure le gioie e i successi. Come? Con la preghiera, specie la Santa Messa quotidiana e il Rosario, raramente con qualche riga di partecipazione. Voglio ringraziarvi perché sento che anche voi mi ricordate e anche quest’anno mi avete seguito nelle mie attività. Ho ricevuto da Malcesine circa 30 mila euro che ho usato secondo le vostre intenzioni. Ho aiutato centinaia di persone e famiglie, ho cercato di completare il Centro Betania, ho contribuito a mandare avanti i due Centri qui a Lodonga ecc... Rimane qualche cosa per gli studenti poveri e per i bambini adottati a distanza. Da un angolo all’altro di tre diocesi salgono preghiere e ringraziamenti che certamente vi faranno bene!! Qui non abbiamo Tsunami e nemmeno quei terribili uragani e terremoti ma ci sono situazioni che non fanno notizia, ma portano alla disperazione milioni di povera gente. Noi missionari cerchiamo di portare quell’aiuto che possiamo, sopratutto spirituale e morale che gesti pratici rendono autentici. Pregate perché possiamo essere docili alla Grazia e non lasciarci coinvolgere negativamente, perché allora diverremmo inutili. Noi siamo chiamati a testimoniare che Gesù ha vinto ogni male e che divenendo uno di noi ci ha convinti che siamo preziosi presso Dio... Anche se talora non sembra, la Storia, con Cristo, progredisce. Auguro a ciascuno l’esperienza di una rinnovata SPERANZA per il 2006! Grazie e benedizioni Vostro Mario P.O. Lodonga, Arua, Uganda Per offerte: C.C. Postale n. 10740371 intestato a: Collegio Missioni Africane Causale: Padre Casella (Uganda) ... Padre Mario darà conto di ogni offerta ricevuta. Tel. 0457400012 · Cell. 320 0730060 [email protected] 10 Il livello delle acque del lago... Una analisi della situazione Un ecosistema imponente ma delicato Cinque anni di costanti alti e bassi Il difficile equilibrio fra natura e turismo Il livello delle acque del lago ed la prima industria per i suoi abiil conseguente stato fisico nonché tanti, ovvero il turismo, un’indudi salute delle spiagge, senza dub- stria che concatena parecchi altri bio sono sempre stati un problema settori economici, tra i quali l’edidi tipo occasionale per il bacino del lizia, spesso inadatta all’ambiente Garda, ma negli ultimi cinque anni circostante e questa ritenuta uno hanno coinvolto e preoccupato in dei primi fattori causa del malesmodo particolare i Comuni affaccia- sere legato alla gestione delle acque ti sul lago. La storia ci rivela e ci meteoriche e relativi territori. insegna, quanto sia imponente ma Valvola di sfogo o di controllo del tuttavia delicato l’ecosistema gar- nostro Lago a seconda delle situadesano, che con uno specchio di 370 zioni, la diga di Salionze, la quale chilometri quadrati ed una profon- gestisce enormi portate d’acqua da dità media di 135 metri, pare esse- destinare alla agricoltura, ma anre immune da problemi di siccità o cor prima definisce le condizioni del di inquinamento, se pensiamo che fiume Mincio, da vero emissario un solo centimetro di livello corri- degno del più grande lago italiano, sponde a quasi quattro milioni di a piccolo ed insignificante rigagnometri cubi d’acqua. lo in caso di “magra”. Proprio la Dobbiamo tornare al lontano 13 febbraio 1922, per scoprire quello che fu il livello minimo storico raggiunto dal Garda a memoria d’uomo, un valore eccezionale di cinque centimetri al di sotto dello zero idrometrico, ovvero sotto la “soglia di sicurezza” fissata a più quindici centimetri, da una circolare del Ministero dei lavori pubblici nel 1965, allo scopo di non creare condizioni di disagio ambientale alla fauna ed alla flora, disagi La diga di Salionze che potrebbero diventare poi irrimediabili. Possiamo pensare a questo lon- diga “decide” le condizioni di utentano e raro evento, come ad una za dell’acqua per l’agricoltura, e eccezione dovuta sicuramente a l’aspetto delle coste che ogni anno condizioni di estrema siccità, lega- accolgono milioni di turisti proveta a cicli meteorologici che un paio nienti da tutto il mondo. Due facce di volte ogni secolo confermano la di due differenti economie, in conregola dell’eccezione. Ora però ci tinuo sviluppo ed aumento, quasi troviamo di fronte a cinque anni di improntato allo sfruttamento piutcostanti alti e bassi, fatto escluso tosto che alla salvaguardia di un per l’anno 2004, dove sono state le importantissimo ecosistema, nonpiogge frequenti a fare la parte del ché sistema economico. Con l’iniprincipale fattore climatico benevo- zio di queste siccità, nell’anno 2000, lo, salvando a pieno dalla siccità le proprio dopo l’ultima piena ecceziopiantagioni del mantovano e le nale terminata con l’inverno antesembianze del Garda. Di certo non cedente, i problemi sino ad oggi si tratta di un caso, gli studi a ri- sono sempre stati i medesimi, oltre guardo parlano chiaro; la cementi- che l’utenza d’acqua a valle; si sono ficazione costante delle coste cau- riscontrati seri problemi per la nasa rapidi innalzamenti dei livelli, vigazione pubblica, la balneazione, con conseguenti piani di sfrutta- la vegetazione, conseguente commento delle acque in eccesso, cre- parsa di tubi di scarico e di inedite ando così un effetto fisarmonica colonie di zanzare, tutti fattori che molto dannoso per l’ambiente lacu- alla lunga portano una considerestre e circostante. Un esempio di vole sfiducia da parte dei turisti nei progetto per il controllo delle acque confronti del caro ed affezionato andato in fallimento, è la galleria Garda. Questi ultimi sentori sono Mori - Torbole, un’idea che ha por- stati confermati proprio dalla stamtato grandi problemi, quali l’innal- pa specializzata, una stampa che zamento del livello di inquinamen- oggi più che mai pesa su una bilanto anche di tipo solido, e un abbas- cia del turismo, sempre più aperta samento della temperatura dell’ac- a nuovi mercati e a prezzi più conqua, difficile da recuperare e gesti- correnziali. re, con conseguenze legate al clima Un altro fattore determinante circostante oltre che per la flora e legato al livello delle acque del Garla fauna lacustre, la galleria è in di- da, è l’intensità di precipitazioni, a suso ormai da anni. Oggi giorno dispetto di quanto si possa credepoi, rispetto ai decenni passati sono re, la scarsità di piogge anche in un cambiate le esigenze, le piantagio- lungo periodo di tempo, non comni nel mantovano necessitano di porta necessariamente un basso liquantità d’acqua sempre maggio- vello della qualità delle acque. Le ri, e il lago si è sviluppato ed è ora- acque meteoriche sono per laghi e mai legato a quella che è diventata fiumi il principale anello di contat- 11 to con le acque reflue, e una volta raggiunto il livello delle fognature (non sempre a tenuta stagna) anche con le cariche batteriche degli scoli cosiddetti fognari. A questo proposito però dobbiamo ricordare che l’ultimo allarme per acqua alta risale all’inverno del 2000, con 176 cm sopra lo zero idrometrico. Proprio quest’anno a Roma, si parlerà del Lago di Garda in Parlamento, dalle riunioni già tenute in giunta provinciale, sono emersi nuovi temi da affrontare, come quello non ancora del tutto noto, riguardante il materiale proveniente dal dragaggio dei fondali, ritenuto rifiuto speciale senza una facile destinazione di smaltimento. La cosa porta comunque onore al Garda e a tutti i comuni che si sono impegnati in questo obiettivo, da oltre due anni si cerca infatti di riunire il maggior numero di rappresentanti comunali possibile, allo scopo di portare i problemi del nostro lago ad una soluzione, con una gestione comunitaria del bacino. Il tema legato alla problematica della regolazione dei livelli delle acque è oramai da un decennio in cantiere senza una soluzione opportuna e ideale per tutti gli utenti del territorio, ed una gestione governata dalle tre Province pare essere la soluzione più adatta. Il notevole incremento di infrastrutture di tipo turistico e non, il traffico, e il maggior sfruttamento delle colture agricole, ha portato dei benefici a tutta la popolazione attigua al Garda, ma questo incremento di sicuro non ha portato un eguale adeguamento nelle normative di tutela per lo stesso. Vi sono stati importanti investimenti di tipo edilizio, di recupero rurale e boschivo, sono sorti parchi a tema e di esclusivo intesse montano, quasi dimenticando che tutto è nato grazie al lago e alle sue spiagge. Dopo anni di importanti investimenti economici differenziati su progetti distinti da quelli direttamente legati al più tradizionale “Garda balneare”, sarebbe quasi arrivato il momento di tornare indietro, di fermare questa sempre maggiore corsa all’edilizia, il buon stato di salute del lago ci ha portato a un invidiabile situazione di equilibrio tra natura ed industria del turismo, un’industria che lega a sé molte altre categorie di servizi. Una maggiore cura delle spiagge, della flora e della fauna gardesana, rappresenterebbe la miglior presa di coscienza e di gratitudine verso un ambiente ricco e già ampiamente sfruttato, un ambiente che chiede solo di essere salvaguardato e non strapazzato come più ci fa comodo, i segnali di allarme sono oramai chiari a tutti. Fabrizio Sama “Sta arrivando Pippo!” Gregorio Viviani (1905-1978) al tempo in cui vestiva ancora l’uniforme Il comando delle operazioni di inteligence Villa Nichesola da una foto degli anni ’20, archivio privato famiglia Viviani-Nichesola Quando Pippo volava su Malcesine Breve cronaca di una storia quasi dimenticata: i “BOOM” della IIª Guerra Mondiale prima del “BOOM” dello sviluppo economico Malcesine, territorio italiano occupato, giugno 1944. Ma poteva essere luglio, agosto e, perché no, ogni altro mese fino all’aprile 1945. Un rombo lontano squarcia il silenzio della notte. La gente esce dalle case in cerca di riparo, presso il castello come in gallerie scavate nella roccia lungo la Gardesana. Nel correre ai rifugi a diversi bambini si dice che si tratta solo di un gran gioco e, perché no, a chi fosse stato bravo nel “giocare” deve essere stato promesso in premio uno di quei cingolati che solevano percorrere la strada statale o uno di quei carri carichi di uomini, donne e bambini che prendevano la via del nord... “Sta arrivando Pippo!” si esclama da più parti. Gli adulti sanno bene cosa sta succedendo: è il cacciabombardiere della flotta anglo-americana che sorvola il territorio italiano controllato dalla Repubblica Sociale di Salò e presidiato dai nazisti nel loro ripiegare in patria. Quando Pippo arriva non vola via senza lasciare il segno. Come quella volta che puntò la motonave Italia, utilizzata dai nazisti per il movimento di truppe: colpita e affondata, come del resto diverse altre imbarcazioni cariche di rifornimenti; o come quella volta sulla galleria del Cantone, dove trovavano nascondiglio le postazioni nemiche d’artiglieria pesante a difesa della ritirata: in diversi trovarono qua sul Gardasee l’ultima tappa del loro Italienische Reise e non solo. E poi su Bocca di Navene, dalla quale si sperimentava il lancio di V-1, missili terra-terra di lungo raggio con obiettivo la Val d’Ossola, territorio piemontese dove la sollevazione popolare antitedesca aveva ottenuto un certo successo; su La Guardia, uno dei luoghi considerati da sempre di importanza strategica; o su Villa Colonne, in Val di Sogno, principale postazione del quartiere generale nazista nel nostro territorio, come del resto Campagnola, dove la presenza dei Generali Rommel (quello dei successi tedeschi sul fronte occidentale e della Campagna d’Africa) e Kesserling (il feld-maresciallo responsabile dell’eccidio delle fosse Ardeatine a Roma) era stata segnalata; o il municipio, dove trascorrevano la notte le truppe. Pippo arriva, individua i bersagli segnalati ed esegue gli ordini impartitigli dal comando alleato: mitragliare e bombardare. Quando Pippo volava sul lago, Malcesine pullulava di tedeschi: turisti, in un certo senso (e non troppo per caso), ma in uniforme ed armati: molti provenivano da sud per lasciare la penisola; qualcuno veniva invece da nord ed andava a rimpolpare le linee di difesa della Linea Gotica, limite meridionale dell’occupazione nazi-fascista; di abitanti di sesso maschile in paese, invece, ce ne dovevano essere relativamente pochi: al tempo non potevano che essere ancora almeno ufficialmente aderenti al fascismo e per questo combattenti, se l’età lo consentiva loro; i partigiani e i renitenti alla leva della repubblica avrebbero fatto meglio a darsi alla macchia; solo agli altri era dato di rimanere per essere impiegati nelle attività produttive. Fra questi figurava un uomo sui 40 anni che, fingendosi inabile alla guerra, riusciva ad eludere i controlli nazi-fascisti per riuscire a non essere identificato e a reperire vitali informazioni sulla dislocazione delle truppe occupanti e loro movimenti. Questa persona, Gregorio Viviani, già Maggiore d’artiglieria dell’esercito italiano, all’indomani dell’armistizio dell’8/09/43, trovandosi nel nord Italia non si era arruolato nelle fila dell’esercito della RSI e si era da pochi mesi ricongiunto ai suoi cari, di stanza a Malcesine, quando venne contattato da un ufficiale del regio esercito italiano per assumere nell’area benacense, occupata, il comando delle operazioni di intelligence, lui che aveva fatto già parte del Servizio Informazioni Militare in missione in Jugoslavia, Albania, Grecia e Francia. Ecco allora Gregorio Viviani, “Zio” per i giovanissimi figli, “Ieddu” per la moglie e i suoceri, “Leonardi” per i colleghi, inforcare la bicicletta e partire sotto le mentite spoglie del fac-totum alle dipendenze del Conte Nichesola (la villa stessa dal quale ha preso il nome, dove Viviani con la sua famiglia risiedeva, era occupata da un comando nazista), per andare alla ricerca dei suoi informatori e, nel corso del suo girovagare, prendere egli stesso ben nota di tutto quanto potesse risultare utile allo svolgimento delle operazioni di liberazione del territorio benacense. Quando può, egli stesso con i suoi collaboratori non manca di effettuare azioni di sabotaggio. Come quella volta che applicarono del filo di rame ai raccordi di varie linee telefoniche; o quella volta che installarono vicino a stazioni trasmittenti dei condensatori in grado di annullarne le potenzialità. I rilievi effettuati dalla rete capillare di informatori capeggiati dal Viviani confluiscono insieme ad altre a Verona, cuore della missione RYE (questo il suo nome ufficiale e, allora, segreto). Da qui vengono poi trasmesse al Governo italiano, attraverso il quale giungono, poi, al comando alleato. Quindi a Pippo. Ben si può comprendere, pertanto, quanto dall’operato di Gregorio Viviani e dei suoi fosse dipesa l’efficacia delle incursioni del caccia-bombardiere “alleato”. Non solo, è lecito supporre che dalle sue azioni dipese anche la sicurezza dei cittadini malcesinesi, giacché non risulta che le incursioni di Pippo abbiano causato decimazioni fra la popolazione, contrariamente a quanto accaduto a Verona e ad altre località della provincia: vuoi per la perizia del pilota, vuoi per la precisione delle informazioni raccolte e passate ai superiori, vuoi, è lecito supporre, per le informazioni divulgate in gran segreto fra i conpesani: il nome di Pippo, che a Malcesine ancora qualcuno ricorda, potrebbe essere stato scelto da Gregorio Viviani stesso.1 La sfida al pericolo di essere riconosciuto o scoperto nel corso di quei nove mesi toccò il suo apice allorché a Viviani fu proposto di lasciare Malcesine per una nuova località, affinché Pippo potesse “concludere” il suo lavoro senza mezze misure. Se, in un primo momento, il Viviani poteva prendere in seria considerazione la proposta fattagli dal comando alleato, non poté, in un secondo, trascurare ciò che sua moglie, la Contessa Carla Nichesola, anch’essa malcesinese d’elezione, gli andava ricordando: le ottime amicizie che fra gli abitanti del luogo potevano vantare; il valido aiuto che i suoi collaboratori gli avevano prestato; la lealtà di tutti coloro che erano al corrente della sua vera identità e del suo travestimento, elevando il suo caso ad eccezione, in tempi in cui la guerra civile trovava “ispirazione” non solo nelle diverse vedute ideologiche ma anche nelle personali antipatie: egli che, nato dall’altro capo dello stivale e del cui accento era facile accorgersi (“foresto”!), ben avrebbe potuto cadere vittima di possibili delatori. Ciò non era ancora avvenuto fino a quella data (in verità non avvenne mai): tutti i malcesinesi, dai fascisti della prima ora 12 1. Risulta a chi scrive che tale nome fosse stato mutuato dallo pseudonimo di Giuseppe Di Mauro, collega e grande amico di Gregorio Viviani. Risulta a chi scrive, però, anche che tale nome sia stato ampiamente utilizzato in tutta la provincia di Verona, fino anche sull’altopiano di Asiago, per identificare l’aereo anglo-americano protagonista delle varie incursioni: ciò lascerebbe supporre che l’origine del nome abbia altre radici. 2. Piccola nota: Viviani era già Maggiore, mentre il suo superiore, nell’ambito della missione RYE era ancora Capitano. 3. A.A.V.V., La tradotta arriva: le forze armate nella Resistenza e nella liberazione del Veneto, Tipolitografia Bettinelli, Verona, 1978. 4. G. Gagliardi, Malcesine, Edizioni Stimmgraf, 1987. come il Gen. Pariani al più motivato dei Partigiani non ostacolarono la sua presenza ed il suo lavoro, facilitandone così la missione. Viviani non poteva non tenerne conto: decise così di non abbandonare Malcesine al suo destino. Il destino di Malcesine tutti conosciamo: non fu rasa al suolo. Al termine delle ostilità, Gregorio Viviani, già ufficiale dell’Esercito Regio non vide coerenza nel giurare fedeltà alla neonata Repubblica Italiana ed al suo Esercito. Ciò nonostante, lo stesso Stato Italiano gli riconobbe, tra le altre onorificenze, la Medaglia di Bronzo al Valor Militare con la seguente motivazione: “Ufficiale capace e coraggioso, di eminenti qualità organizzative e professionali, dava con entusiasmo la propria attivissima collaborazione ad una Missione militare informativa dello S.M.E. in territorio occupato dal nemico, organizzando un battaglione partigiano e creando un nucleo di informatori del quale divenne il capo. Si distingueva per abilità nel rendere preziosi servizi sul controllo del traffico avversario, per l’indubbio coraggio, per la serena audacia e per l’alto spirito di sacrificio coi quali affrontava il continuo rischio che la sua missione comportava. Territorio italiano occupato, giugno 1944-1945”. gorio Viviani toccò in sorte di scegliere se accettare o meno un ruolo così pericoloso e, in particolare, se lasciare Malcesine al suo destino. L’accettazione di simili responsabilità ha fatto di lui un eroe. Va precisato che a tutt’oggi non si può stabilire quanto la salvezza di Malcesine sia dipesa da Gregorio Viviani, né se questa fosse stata dovuta solo all’accuratezza del suo operato od anche per l’aver posto la propria persona a difesa dell’abitato. La missione militare, della cui area gardesana era a capo, fu tenuta segreta allora come fino alla fine degli anni ’70, allorché le stesse persone che ne furono protagoniste resero conto del loro operato in un opera pubblicata a Verona con il titolo di “La tradotta arriva”3 , uno dei pochi documenti che riguardano il nostro paese in tempo di guerra (maggiori dettagli delle operazioni della missione RYE sono stati da lì ripresi dal Gagliardi e inseriti nel suo “Malcesine”4 ). Quanto in queste poche righe riportato trova fondamento nel succitato documento e nelle confidenze fatte da Gregorio Viviani alla famiglia solo poco prima di lasciare che le sue spoglie mortali si ritirassero nella nostra Via dei Cipressi per il riposo eterno. È scopo di chi scrive trovare testimonianze ai meriti di siffatta persona, riponendo grandi speranze negli archivi di stato che conservano quanto accaduto in quei giorni. La divulgazione dei documenti che possono suffragare quanto da lui stesso dichiarato e costituire la prova dei suoi meriti nel preservare il nostro paese dalla distruzione è ancora ostacolata dal segreto militare di 70 anni. Pertanto, con questo articolo chi scrive si è riproposto non solo di onorare la figura di Gregorio Viviani a 100 anni dalla sua nascita e a 60 dalla fine del secondo conflitto mondiale; altresì di stimolare quanti avessero condiviso con lui quei giorni angosciosi a non lasciare perdere nell’oblio le loro memorie per dare, invece, il loro contributo. Contributo teso non solo a delineare i contorni della vicenda di Gregorio Viviani ma anche a fornire preziosi ricordi ad una cittadinanza che non ha vissuto l’esperienza della guerra e, è bene augurarsi, potrebbe non conoscerla mai... Gregorio Viviani sostituì alla bicicletta il mezzo pubblico per recarsi al suo nuovo lavoro, ispirato a quello che aveva dovuto fingere di avere in quei mesi difficili e, in verità, molto diverso da quello svolto in gioventù: occuparsi un po’di tutto senza stellette né galloni... Mantenne la stessa riservatezza e umiltà2 che gli permisero di svolgere un ruolo così importante nelle sorti di un paese sorto nel corso di secoli e che in pochi minuti avrebbe potuto essere ridotto in macerie. Chi scrive ritiene che ci sia sufficiente eroismo nel vivere una vita rispettosa delle virtù umane e civiche; tuttavia non può non considerare che talvolta la vita impone a taluni di effettuare delle scelte i cui effetti ricadono ben oltre la propria persona e cerchia di affetti per riguardare invece un numero più alto di persone. Il tutto ad un prezzo molto alto. Ebbene, a Gre- Anonimo Malcesinese La SOLIDARIETÀ parla... BIELORUSSO! Non disperdere gli aiuti, ma concentrarli A causa del disastro nucleare di Chernobyl una parte consistente della Repubblica Bielorussa è stata colpita da forti radiazioni nucleari che hanno causato grossi problemi alla popolazione e, in particolar modo ai bambini. Questa sciagura va ad aggiungersi ai numerosi problemi che queste persone devono affrontare quotidianamente, in particolar modo di natura economica. L’Associazione trentina “Aiutiamoli a vivere” si prefigge di aiutare i bambini in difficoltà; attualmente si occupa dei bambini bielorussi ed è strutturata in Comitati locali dei quali fa parte anche il Comitato “Insieme per crescere” di Arco. Esso è stato costituito nel 1996 da alcune famiglie desiderose di ospitare per una vacanza terapeutica questi bambini sfortunati. Il territorio che il Comitato ricopre comprende i Comuni di Riva del Garda, Arco, Dro, Drena e negli ultimi due anni anche il Comune di Malcesine. L’attività di aiuto e solidarietà è stata rivolta soprattutto nei confronti dei bambini provenienti dal paese di Pobolovo, un villaggio situato nelle vicinanze della città di Gomel, zona tra le più colpite dalle radiazioni rilasciate dalla centrale nucleare di Chernobyl, con uno scopo ben preciso: non disperdere gli aiuti, ma concentrarli in un’unica direzione in modo da avere l’opportunità di soccorrere anche le loro famiglie, la scuola e, di conseguenza, anche quei bambini che non avranno mai la possibilità di recarsi in Italia per una vacanza terapeutica... Durante il soggiorno nel nostro paese i ragazzi bielorussi frequentano regolarmente le lezioni, ospitati negli ultimi anni presso la scuola Elementare di Arco. Oltre alla scuola vengono organizzate gite e feste grazie alla fattiva collaborazione di molte persone estranee al Comitato e all’aiuto concreto e alla disponibilità di altre associazioni presenti in zona. Ed è proprio con il supporto e collaborazione dell’Azienda Trasporti Funicolari Malcesine - Monte Baldo, che ha fornito gratuitamente i biglietti, del Comune di Malcesine che, grazie all’interessamento e alla premura dell’Assessore Benamati Giuseppe, ha offerto una visita guidata al Castello Scaligero ed il pranzo preparato poi presso la sede dell’ex Caserma della Finanza ad opera del Gruppo Alpinistico Malcesine (G.A.M.), i nostri piccoli ospiti nello scorso 11 di ottobre hanno potuto trascorrere un’indimenticabile giornata godendo della luce del sole, dell’aria sana e salubre, della flora e della fauna delle pendici del nostro meraviglioso Monte Baldo. Al termine dell’escursione in “alta quota” un incontro presso Palazzo dei Capitani dove, gentile omaggio da parte della Provincia di Verona, dell’Associazione Fraglia della Vela e della Tipografia Andreis di Malcesine, ad ognuno di loro, quale segno di amicizia a ricordo della vacanza trascorsa nei nostri luoghi, è stato offerto un piccolo dono. Chiunque fosse interessato all’accoglienza di un bambino per il prossimo anno o quantomeno desiderasse alcuni ragguagli in proposito, può contattare il Presidente del Comitato, Sig. Romano Gnesotto al numero telefonico 335 6412309. Assessore Benamati Giuseppe 13 ! a i c n i m rico i S monte baldo... Un gruppo unito per imparare e migliorare Un altro anno sciistico sta per cominciare! Altri impegni per giovani e giovanissimi atleti,... alzatacce, trasferte, gare. Si è cominciato l’8 dicembre con la gita sociale ed i primi allenamenti a Livigno. La prima gara è prevista per il 30 dicembre per proseguire poi fino alla metà di marzo con i Campionati Trentini: per i più piccoli al Tonale, per i più grandi in Polsa (SG) e a Folgaria (GS e SL). Naturalmente per Allievi e Ragazzi alla fine di Marzo ci sarebbero anche i Campionati Italiani (a Ponte di Legno), ma per qualificarsi bisogna entrare nei primi 8 in Trentino e... non è semplicissimo, per questo il condizionale è d’obbligo. Speriamo comunque che qualcuno possa arrivarci. Oltre a questo ci sarebbero da confermare le finali nazionali centrate la scorsa stagione, ma... un passo alla volta: cerchiamo di lavorare bene e qualcosa arriverà. Lo stesso ci aspettiamo dalla squadra di snow-board, che sappiamo agguerrita e preparata più che mai a vender cara la pelle. Inoltre, da quest’anno si è arricchita di nuovi giovani elementi decisi a ben figurare nelle gare del Triveneto in calendario. Una prima grande soddisfazione, intanto, è già arrivata: la squadra di giovanissimi atleti dello sci alpino è cresciuta! Usciti due atleti per raggiunti limiti di età, se ne sono aggiunti 7 per un totale di 23 iscritti (mai così tanti e così motivati). Sono state formate due squadre rispettivamente di 10 e 13 elementi, ed è già un buon traguardo per il nostro sodalizio; ora però deve crescere lo spirito di amicizia e di collaborazione tra gli atleti e i loro allenatori. Una squadra non è solo un insieme di individui che fanno lo stesso sport, è soprattutto un gruppo unito che collabora per fare in modo che tutti possano imparare e migliorare, come atleti e come persone. Fare sport a livello agonistico non vuol dire puntare sempre e soltanto alla vittoria, ma soprattutto imparare a conoscere se stessi, i propri limiti e le proprie potenzialità, imparare a mettersi in gioco e ad accettare anche le sconfitte (quando nella tua categoria ci sono 40-50 iscritti uno solo vince, gli altri sono tutti dietro!). Fare sport a livello agonistico significa rimanere umili, vuol dire rispettare il proprio “avversario” e saper imparare da lui, vuol dire impegnarsi per migliorare e per dare sempre il meglio di se. Ma fare sport così deve essere anche divertente e piacevole. Non si scia per dovere, ma per piacere e per passione; guai se un ragazzo si sentisse costretto: per lui sarebbe un lavoro e nessuno vuole fare un lavoro che non ama! Auguriamo quindi un grandissimo in bocca al lupo alle squadre: che possa essere un anno pieno di soddisfazioni, umane e sportive. Ricordiamo, poi, che sono aperte le iscrizioni per il corso di perfezionamento riservato ai bambini, che sanno già sciare, nati negli anni 1998-1999-2000. Inoltre, per chi ama lo snow-board, ci saranno corsi di perfezionamento per ragazzi e bambini, oltre ai già avviati corsi per principianti e per snow-boarders alle prime armi. Speriamo, allora, che sul Baldo arrivi tanta neve e che possa essere un inverno indimenticabile per gli amanti delle discese con gli sci, con lo snow-board e, perché no, anche per quelli che vanno con la slitta! Buone sciate a tutti! Elda Barzoi Sci Club Malcesine IL CORO “BABY VOCI” COMPIE 5 ANNI! Auguri corali Il coro Baby Voci al Concerto di Natale 2001 L’amore per la musica e il canto Nato quasi per scommessa e per forte volontà della direzione, il coro Baby Voci ha compiuto 5 anni! Dal Natale 2000 riunisce i bambini della Scuola Materna (ora Scuola dell’Infanzia) e partecipa al tradizionale “Concerto di Natale” organizzato ogni anno dall’Associazione Corale Cima Valdritta. Bambini di 3-4-5 anni si sono succeduti nella sede del Coro per cantare e giocare, ma, soprattutto, per divertirsi usando la propria voce. Ora molti di quei bambini cantano nel coro Piccole Voci che tanto successo riscuote in tutta Italia. Possiamo così dire che la scommessa è stata vinta! Da quest’anno però è stato raggiunto un ulteriore importante traguardo: ai bambini del comune di Malcesine si sono aggiunti anche bambini provenienti dai comuni limitrofi. Più di 30 bambini provenienti da Navene, Malcesine, Cassone e Castelletto si ritrovano ogni sabato mattina, dal 15 ottobre scorso, e le loro “fatiche” proseguiranno fino al concerto dell’Epifania nella Chiesa Parrocchiale di Malcesine: quasi tre mesi di prove e di impegno costante non sono pochi per bambini così piccoli (né per i loro genitori che li accompagnano e incoraggiano). Grazie anche a questo costante impegno, la scommessa prosegue anche in età maggiore; infatti anche il secondo gruppo a voci bianche dell’associazione, Le Piccole Voci, si avvicina con il 2006 al traguardo di ben 15 anni di attività! Nato infatti nell’ormai lontano 1991, per forte volontà dell’allora maestro Enrico Miaroma, da allora ha visto avvicendarsi al suo interno tanti bambini e ragazzi, alcuni dei quali hanno portato con loro la passione per il canto e la musica fino in età adulta, dedicandosi tuttora a questa attività come parte integrante fondamentale del coro “Le Voci di Malcesine” persino nelle attività organizzative. Dal 1991 in poi altri maestri si sono avvicendati, fino all’attuale M°Gianluigi Favalli che da più di due anni dirige il coro con buoni risultati ed interessanti programmi già previsti per il futuro. Siamo sicuri che, per entrambi i gruppi, quest’esperienza li aiuterà a crescere insieme nell’amore per la musica e per il canto. Speriamo che la loro passione aumenti sempre più e continui a farli cantare o suonare nel modo che più gli piacerà, perchè “fare musica” non è solo motivo di svago e di divertimento, ma anche e soprattutto crescita culturale. E allora auguri al Coro “Baby Voci” per i primi 5 anni trascorsi e alle Piccole Voci per gli ormai prossimi 15, perchè, con lo stesso entusiasmo e la stessa passione possano diventare 10 volte tanti. Grazie di cuore a tutti coloro che hanno creduto in quest’avventura, in primo luogo alle persone che dedicano parte del loro tempo a questo progetto, ma anche all’Associazione Corale Cima Valdritta che incoraggia e sostiene, anche economicamente, le “Baby” e le “Piccole Voci”. Renata Peroni 14 PALAZZO DEI CAPITANI Il completamento del restauro a cura di Renzo Andreoli ed Emiliano Colombo (U.T.C.) 900.000 Euro di lavori Note: Talune prime informazioni su il Palazzo dei Capitani cfr. D.G. Borsatti, Malcesine 1929, Verona; G. Trimeloni, Malcesine, Vr; G. Gagliardi, Malcesine, Vr. Per un maggior approfondimento storico - evolutivo, vedasi segnatamente il Cap. III - Il Palazzo dei Capitani del lavoro di ricerca svolto da Elena Aniballi in “Le Residenze del Capitano del Lago a Malcesine”, Vr 2005 (disponibile ora in Biblioteca Comunale). La Giunta Comunale ha approvato il 27 ottobre scorso (delibera n. 139) il progetto definitivo di restauro dell’ex Municipio ovvero Palazzo dei Capitani; l’accezione “definitivo” promana da una nota legge dell’anno 1994 cosiddetta Merloni (art. 16, L. 109), la quale ha stabilito che l’ inizio dei lavori finalizzato come nel nostro caso al completamento del restauro, sia subordinato al collezionamento di una corposa documentazione (descritta nell’art. 25 - Regolamento Merloni), che inequivocabilmente andrà a stabilire la consistenza degli interventi cui il bene dovrà essere - come un organismo (edilizio) sofferente - sottoposto alle cure degli esperti della salvaguardia monumentale. Deliberazione 139 prevede in sostanza un impegno di spesa assai consistente e prossimo a ca. 900.000 euro - necessari per dar corso a lavori di tipo edile e di re-installazione della più tipica impiantistica (elettrica, termica, idro-sanitaria, di sicurezza...); nonché di restauro artistico cossicome si evince dalla lettura della relazione, che accompagna il progetto in parola stesa dall’architetto L. Cecchini di Verona. “Sopra avanzi di edificio romano... sorse da prima un nobile castello. Aveva tre piani... decorati da affreschi del 1200 ad altri del 1300... il committente non è noto. Da congetture... e dal G. Dal Pozzo... fu opera dei primi Signori Scaligeri.” (Rif. Descrizioni del Borsatti - vedi Nota) - cioè a dire dell’indispensabilità del risanamento dell’organismo, che in ragione dell’impegno accennato prevede una quota parte di ca. 200 mila € da impiegarsi per la messa in sicurezza (impiantistica) ed un’altrettale della differenza (pari a ca. 700 mila €) destinata sia alle correlate opere edili che ai lavori propri di restauro degli affreschi. Recentemente (2004), IRVV (Istituto Regionale Ville Venete) ha riconosciuto pur dinnanzi a plurime istanze promosse dal Comune nei confronti di Enti titolati a concedere contributi, un primo significativo finanziamento in ragione dell’applicazione della L. 233/’91 e corrispondente ad € 350.000; nonché di un contributo a fondo perduto pari ad € 42.500 a’ sensi L.R. 63/’79. Cifre sicuramente significative - tuttavia insufficienti per dar corso all’avvio del processo edilizio, ma utili per rivolgersi agli Istituti di Credito talché nel concedere la copertura finanziaria a differenza permettano di redigere e pervenire alla progettazione “esecutiva” indispensabile per esperire succes- Soffitto a cassettoni sivamente opportuna gara d’appalto per il restauro. Invero, promulgazione di recente neo-Decreto n. 30/’04 meglio noto come “Merloni-restauro”, ha introdotto un appesantimento sia delle procedure di affidamento dei lavori che di progettazione correlando quest’ultima alla predisposizione di “schede tecniche” redatte e sottoscritte da “restauratori” muniti di specifica competenza in materia di beni culturale e/o di superfici decorate (art. 6); in tal modo favorendo l’azione di restauro degli intonaci decorati ad affresco ed a tempera dell’“androne” del Palazzo dei Capitani e garantendo sia il fissaggio della pellicola pittorica che la ri-adesione dell’intonaco alla muratura. Inoltre, pari metodo dovrà essere riservato al restauro del “fregio”. Diversamente, i soffitti lignei decorati dovranno essere trattati con olio di lino previamente pervenendo alla pulitura, al lavaggio, alla tassellatura degli elementi lignei; nonché al fissaggio dello strato pittorico talché abbia a risaltarsi l’equilibratura cromatica delle decorazioni; per quanto concerne infine gli elementi in pietra - “portali, lunette, cornici, camini, mensole ed emblemi, rampe”, l’azione di recupero consentirà mediante pulitura, stuccatura ed eventuale ricostruzione delle parti mancanti mediante l’applicazione di impasti di polvere di pietra e resina (verranno fissate anche le crepe), la rigenerazione delle parti lapidee. Progetto dell’Architetto Libero Cecchini del 1983 approvato nel 1985 dalla Soprintendenza Affresco androne 15 Un viaggio in Terra Santa Impressioni da un pellegrinaggio Sensazioni ed emozioni contrastanti Essere pellegrini nella terra di Gesù Tel Aviv per divertirsi, Haifa per lavorare, Gerusalemme e Betlemme per pregare... Sarebbe bello riuscire a descrivere la Terra Santa, la Palestina, Israele (e chi sa più come chiamare quel pezzetto di terra!), con questa semplice frase che spesso si trova nelle guide specializzate. Sin da subito però, trovandosi sul posto, chiunque può rendersi conto di quanto tale espressione sia poco esaustiva e di come la realtà sia ben diversa. Allo stesso modo è lacunoso e difficile riuscire a raccontare in poche righe l’innumerevole e variegata quantità di realtà e soprattutto di sentimenti, sensazioni ed emozioni a volte contrastanti e non sempre facili da capire, che, nella quotidianità della propria avventura in Terra Santa, un viaggiatore, e ancor più un pellegrino, si trova a vivere e a gestire. Le motivazioni che spingono a scegliere un viaggio come questo piuttosto che una spiaggia caraibica o una capitale europea possono essere le più disparate. Si può partire per la Terra Santa avendo uno scopo culturale e in questo caso certamente non si rimarrà delusi avendo la possibilità di visitare, oltre a Gerusalemme, siti archeologici meravigliosi quali Masada (città costruita da Erode nel I sec. A.C. è simbolo della lotta degli Ebrei per la libertà dopo l’assedio romano), Qumran (località dove viveva la comunità eremitica degli Esseni e dove vennero, nel 1947, ritrovati i Rotoli del Mar Morto), Cesarea (un piccolo villaggio sulle rive del Mar Mediterraneo del III sec. A.C.), Tel Hazor, Tel Arad e tanti altri. Altro motivo potrebbe essere quello terapeutico per poter usufruire delle cure termali del Mar Morto. Un lago che si trova a 400 m sotto il livello del mare e con una percentuale di salinità che si aggira attorno al 40% che non permette ad alcuna specie vegetale o animale di sopravvivere, ma che garantisce la possibilità di galleggiare senza fatica. Infine c’è la motivazione che ha fatto partire, noi, un gruppo formato da 150 persone della Diocesi di Verona: essere pellegrini nella terra di Gesù, ripercorrere strade e luoghi “dove Lui è passato”. In tal modo, razionalmente, si può riuscire a radicare in coordinate storicogeografiche precise, quei fatti che costituiscono il fondamento della religione cristiana. Questo vuol dire leggere una sorta di “Quinto Vangelo” costruito dalla terra, dalla storia, dall’archeologia. Sul piano della propria fede, accade così qualcosa di talmente personale, soggettivo, unico ed intimo che non si può descrivere: ci sono nuovi incontri, dubbi che si chiariscono, certezze che si radicano, decisioni che si prendono, illusioni che svaniscono, intenzioni, ma anche tante domande che nascono e rimangono nel proprio cuore. Credo però che la conoscenza e la presa di coscienza delle innumerevoli contraddizioni che esistono all’interno di questo piccolo Stato, accomuni chiunque scelga di vivere una simile esperienza, indipendentemente dalla motivazione che lo ha spinto a partire. Contraddizioni che a volte feriscono, che fanno arrabbiare, altre ancora che non si concepiscono. Già il territorio, l’ambiente, la vegetazione sono prova di questo: si passa da territori in cui si è circondati da giardini con erba verdissima, con svariati tipi di fiori, prime fra tutte delle meravigliose e colorate bouganville, coltivazioni di banane, datteri ed olivi ad altre zone di completo deserto e roccia dove basta una goccia d’acqua per fargli cambiare radicalmente aspetto. Anche il riconoscere un paese arabo da un villaggio israeliano ben presto è risultato facile: i primi caratterizzati da case bianche e grigie, le seconde con casette colorate in stile occidentale con giardino. Così anche per le coltivazioni: quelle palestinesi, trascurate con la terra mescolata ai pezzetti frantumati della plastica utilizzata per evitare la crescita delle erbacce e quelle israeliane, ordinate e curate dove l’acqua, bene raro e prezioso, è centellina- 16 ta. Non a caso sono stati gli inventori dell’irrigazione a goccia. Pure il clima nell’arco di cento chilometri cambia radicalmente: dal caldo, umido e afoso, della Galilea (noi abbiamo trovato 28° C), alle frescure di Gerusalemme (12° C e la prima pioggia da marzo). Le contrapposizioni si moltiplicano con la conoscenza delle persone che popolano questi territori: da una parte la popolazione israeliana di religione ebraica, dall’altra i palestinesi d’etnia araba e di religione mussulmana o cattolica od ortodossa di varie confessioni, con le loro diverse tradizioni e ricorrenze. Durante il nostro pellegrinaggio, per esempio, i mussulmani festeggiavano il ramadan mentre gli ebrei la festa del succot. Anche il loro modo di vestire è diverso e di questo è evidente soprattutto a Gerusalemme Antica, città divisa in quattro quartieri secondo la confessione dei propri abitanti: quartiere ebraico, cristiano, mussulmano e ortodosso. E’ quindi facile trovarsi davanti frati in saio, gruppi che per le stradine del suk (mercato arabo) ripercorrono con una croce sulla spalla la Via Crucis, donne mussulmane velate ed ebree ortodosse che indossano la parrucca per non mostrare i capelli, adolescenti in tshirt, scarpe da ginnastica e kippah (il tradizionale copricapo ebraico) che chiacchierano con coetanei in divisa militare con un fucile in mano, ad ebrei con le cordicine che penzolano giù dai completi neri e che per non vedere i turisti, considerati degli “infedeli”, si coprono il viso con la mano. Gerusalemme, città con quattromila anni di storia, città contesa fra le tre maggiori religioni monoteiste perché ritenuta “Città Santa” da tutte loro, per assurdo, prende il proprio nome da due parole ebraiche: ir, che significa città, e shalom, che vuol dire pace. Non credo però che il problema principale della Terra Santa sia quello di “trovare la pace” anche perché ormai su tale concetto si è detto e scritto di tutto, a volte anche abusandone, fino ad arrivare a distorcere il suo reale significato. Il punto focale, come sostiene il Custode di Gerusalemme, probabilmente è quello di riuscire a garantire i diritti civili e sociali a chiunque indipendentemente dall’etnia, dalla propria confessione religiosa, dal potere economico e politico delle varie fazioni. Credo fosse proprio questo il motivo dello stridore che si prova davanti alle numerose contraddizioni alle quali ci si trova di fronte: nella nostra forma mentis essi ci sono dovuti, sono “naturali” perché sanciti, garantiti e tutelati dal nostro ordinamento e una realtà diversa dalla nostra è difficile da capire e condividere. Infatti, pensare a tali diritti ri- Trovare la pace sulta faticoso quando passeggiando per i vari vicoli della città, ci si trova accanto, all’altezza della coscia, la canna del fucile di un ragazzo o di una ragazza di vent’anni, in divisa militare, sapendo che per tre anni esso sarà il loro più caro amico dal quale non potranno mai separarsi giacché diretti ed unici responsabili. La stessa cosa accade quando per entrare a Betlemme, per visitare la Natività, dovendo passare i check-point della polizia ebraica si vedono salire sul pullman due o tre militari che controllano i passaporti d’ogni passeggero perché chiunque potrebbe essere un terrorista. Faticoso, ancora una volta, è parlare di diritti civili e sociali quando si vedono passare camion con pezzi di cemento armato alti otto metri e larghi due, sapendo che andranno a formare il muro di cinta intorno ai territori palestinesi indipendentemente che questo comporti dividere il campo sportivo di una scuola elementare o demolire case. Un muro che poi costringerà chi vive al suo interno a chiedere il permesso alle autorità israeliane per poter uscire e andare a lavorare, a studiare o semplicemente per spostarsi in un altro territorio palestinese. Autorizzazioni queste che raramente sono concesse. Difficile pensare a un clima di serenità quando si ha paura di salire su un autobus e guardare con sospetto il vicino perché potrebbe essere un kamikaze. Inconcepibile credere nel rispetto e nella giustizia quando poi, negli stessi luoghi sacri, nei posti simbolo di valori fondamentali per la nostra fede, primo fra tutti l’amore per l’altro, gli stessi religiosi litighino e rivendichino diritti di proprietà del luogo dove Gesù è nato oppure è stato sepolto. E tutto questo è la quotidianità di quei popoli che continuano a vivere, ad amare, a litigare, a sorridere e a piangere. Un continuo oscillare fra il religioso e il politico, fra le tradizioni e il futuribile, fra il sacro e il profano. E poi una sera, accetti un invito, esci con un amico, passeggi per i quartieri della Gerusalemme Nuova, la parte moderna, per Ben Yehuda dove trovi negozi alla moda, di marche occidentali, vedi bar, pub, cinema, teatri, locali notturni per divertirsi, ristoranti, una pizzeria al taglio. Entri in un piccolo supermercato e compri la pasta, dei pomodori e del vino. Vai a casa, cucini e ceni ascoltando musica internazionale, chiacchierando e scherzando. Se non fosse per lo stupendo panorama che si ha guardando fuori della finestra del ventiduesimo piano, con il Muro del Pianto, la Cupola d’oro della Moschea della Roccia e il campanile del Santo Sepolcro, si potrebbe pensare di essere in un qualsiasi appartamento italiano. Allora capisci che la normalità è possibile e che tutte le paure che si avevano prima di partire erano semplicemente stereotipi. Che un viaggio in questi territori per i pellegrini non è più pericoloso che in altre zone. Che è possibile girovagare da sola nel mercato arabo per fare compere senza rischiare nulla, fermandosi a contrattare con i venditori e bevendo un the insieme a loro. Che le piccole e poche realtà dove c’è la convivenza fra le varie etnie e confessioni religiose possono e dovrebbero divenire la regola e la normalità, nonostante le molteplici, infinite contraddizioni e differenze che indiscutibilmente esistono. Tel Aviv per divertirsi, Haifa per lavorare, Gerusalemme e Betlemme per pregare... e tanto, tanto, tanto altro da vivere, da confrontarsi, da scoprire, da partire... Francesca Andreis PROGETTI... a servizio dei nostri bambini La ludoteca per la scuola primaria Rivalutare lo studio e il gioco perativa Sociale “L’Infanzia” di Bussolengo, nonché dall’assistente sociale con incarichi di supervisione. Il 28 novembre scorso ha avuto invece inizio il programma di attività connesse al progetto “Imparo giocando”. L’Amministrazione Comunale di Malcesine ha scelto di istituire una ludoteca con attività di laboratorio per la fascia d’età propria dei bambini che frequentano la scuola Primaria. Si tratta di un servizio che si pone l’obiettivo di rivalutare lo studio e il gioco come strumento di conoscenza, socializzazione, crescita equilibrata ed armonica del bambino. La ludoteca è intesa come centro di aggregazione socio - culturale, un luogo in cui i bambini hanno l’opportunità di disporre di giochi e divertimenti offrendo loro l’occasione di esprimere la propria creatività e di giocare in sicurezza e libertà. Ai genitori e agli educatori viene data la possibilità di condividere l’esperienza socializzante del gioco, di documentarsi aggiornando le proprie conoscenze in materia, di progettare e realizzare insieme iniziative costruttive. Le attività si svolgeranno in locali appositamente attrezzati presso Villa Pariani per tutta la durata dell’anno scolastico, ogni lunedì dalle ore 14.00 alle ore 18.00 e saranno gestite, coordinate, programmate ed organizzate dalle istruttrici preposte al servizio socio - educativo del Comune di Malcesine, Marita Concini e Barbara Buttura. F.T. Con l’approssimarsi della stagione autunnale sono stati elaborati e concretizzati a cura del Servizio Socio Educativo del Comune di Malcesine alcuni progetti di intrattenimento ed animazione socio - ludico culturale rivolti ai bambini della Scuola dell’Infanzia e della Scuola Primaria. A partire dallo scorso mese di novembre è operativo il Progetto “L’incontro”. L’iniziativa è rivolta ai genitori e ai rispettivi figli in una fascia d’età compresa tra 0/3 anni e prevede una serie di incontri settimanali della durata di circa due ore, il lunedì dalle ore 9.30 alle ore 11.30 e il martedì dalle ore 16.00 alle ore 18.00, con termine a fine maggio 2006, in locali opportunamente adeguati e attrezzati presso Villa Pariani. Il progetto si pone l’obiettivo di offrire ai genitori un supporto ed una rassicurazione rispetto alle difficoltà quotidiane collegate alla crescita del bambino, nonché l’opportunità di trascorrere qualche ora con altri genitori, condividendo e scambiando esperienze reciproche, oltre alla possibilità di osservare, scoprire e conoscere il proprio figlio in un nuovo ambiente, dove avrà l’occasione di esprimersi e di comunicare attraverso il gioco relazionandosi con i propri coetanei. Due istruttrici ed animatrici socio - educative dipendenti comunali, Marita Concini e Barbara Buttura, svolgeranno i compiti connessi alle funzioni di progettazione, organizzazione, gestione e verifica delle attività, coadiuvate da un operatore della Coo- 17 CORO “LE VOCI DI MALCESINE” Gita del coro a Latina Tre giorni da leoni!!! Imprevisti... per tutti i gusti! Belle voci e ottime forchette “Pronti a dare il meglio di noi” 28 ottobre 2005. Ore 6.00 della mattina, stazione delle corriere di Malcesine. Eccoci, finalmente tutti pronti per partire alla volta di Latina, dove ci attendono tre giorni da “leoni”. Siamo tutti assonnati ma non importa perché siamo eccitati ed elettrizzati, sapendo che trascorreremo dei bei momenti insieme, cantando e visitando posti nuovi. Era da tanto che aspettavamo questo giorno, ma... un momento!... il pulmann non si vede. Ore 6.15 niente, ore 6.30 niente. Oddio! l’ansia incomincia a salire. Stai a vedere che l’autista si è addormentato o peggio ha sbagliato giorno, pensiamo tra noi. No, non è possibile! Ma!! Ore 6.45 niente. Mamma mia, il panico si fa sentire. Allora chiamiamo il nostro Presidente Anna (Cressotti) che aspetta il bus a Navene ed anche lei ci conferma che del bus nemmeno l’ombra. Al limite pensiamo prendiamo il treno per Roma e prima di sera siamo a Latina. Uffa! Non ci voleva proprio, tutta la nostra puntualità non è servita a nulla. Finalmente alle ore 7.15 il nostro mini-bus da turismo arriva. Eh sì, dovete sapere che, dato lo scarso numero di passeggeri, 21 coristi più il maestro, abbiamo optato per un pulmann micro. Bene, in fretta e furia carichiamo valige, divise, doni, targhe e partiamo con più di un’ora di ritardo. Come si suol dire: chi ben incomincia è a metà dell’opera. E l’opera per noi era solamente al primo atto. Infatti il mini-bus era sì da turismo, ma presentava nei suoi optionals qualche problemino. Innanzitutto i posti erano un po’ stretti, ma che dire stretti, strettissimi! Dopo appena tre ore di viaggio le articolazioni e le estremità dei nostri corpi cominciavano a dolere e non eravamo ancora a metà viaggio. Aiuto!! Guardavamo con invidia i grandi pulmann che sfrecciavano sull’autostrada, mentre noi inscatolati come filetti di sgombro sott’olio incominciavamo a spogliarci. A spogliarvi? Vi chiederete. Ebbene sì. Verso mezzogiorno infatti l’aria all’interno dell’abitacolo si fa sempre più pesante, stagnante, soffocante. Il termostato non funziona o meglio non presenta vie di mezzo. Al grido unanime: “Abbiamo caldo!” Dai bocchettoni laterali ecco uscire pinguini, orsi polari... Al grido: “C’è freddo”! Eccoci ritornati all’equatore, anzi no, sembrava di stare in una incubatrice. Finalmente però verso le ore 15.00 “cotti come le rape”, arriviamo all’hotel Gabriele che con nostra grande meraviglia è posizionato sul mare. Qui conosciamo la nostra guida Riccardo, un corista del coro A.N.A. (Associazione Nazionale Alpini) che ci ha accompagnato e sopportato per l’intera durata della gita. Ma i guai non sono an- cora terminati. Nella hall dell’albergo il receptionist non vuole assegnarci le camere, perché al posto del nome del nostro Coro aveva il nome del Coro di Predazzo. Dopo qualche minuto convinto dello sbaglio a ciascuno di noi vengono assegnate le camere. L’appuntamento è fissato per le ore 17.00. Ore 17.00 in punto tutti puliti, profumati, “riposati” e con le divise pronte risaliamo nuovamente sul nostro “amato” pullman alla volta della sede del coro ospitante dove ci attende un lauto aperitivo. Nel frat- mozzarelline di bufala trasudanti di latte, melanzane alla griglia e al vapore, involtini di prosciutto crudo, olive giganti, pane da bruschetta, uva , mandarini, vino, acqua ecc. Dopo circa un’ora di assaggi vari, un po’ appesantiti, ci dirigiamo verso Sabaudia dove ci attende il nostro primo concerto. Arriviamo presso la sala conferenze e la performance ha inizio. Il programma prevede ben 14 canzoni. Siamo pronti a dare il meglio di noi e così è. Dopo un’ora circa di concerto riceviamo tanti applausi e questo ci tempo Riccardo ci racconta la storia dell’Agro Pontino e da quello che ci dice capiamo anche il perchè vi sia un coro di alpini a Latina, nel Lazio. Il territorio pontino è stato bonificato a partire dagli anni venti, quindi nel periodo successivo alla Grande Guerra, da ex combattenti di origine veneta, friulana ed emiliana. A questi infatti il governo affidava della terre da bonificare per poi essere coltivata, Sappiamo tutti quante persone morirono a causa della malaria, ma chi sopravvisse a questa terribile malattia si adattò a vivere lontano dalla propria terra d’origine. Terra mai dimenticata, basti pensare che i concerti a cui prendiamo parte portano il nome di Rassegna di Canti della Montagna. Dopo tutte queste informazioni proseguiamo nel nostro racconto. Arriviamo alla sede del Coro A.N.A., dove siamo accolti nel migliore dei modi. Ci invitano a salire nel salone adibito a sala da pranzo e quando entriamo non crediamo ai nostri occhi: altro che aperitivo, assomiglia di più ad un buffet nuziale. Felici e contenti ci avviciniamo insieme ai coristi degli altri cori ospiti, un coro maschile di Predazzo e un coro misto di ragazzi universitari proveniente dalla Lituania, a tutto quel ben di Dio: riempie di gioia. Stanchi ma felici per la buona prestazione ci rechiamo a cena presso un agriturismo, dove ancora una volta possiamo apprezzare i piatti tipici del luogo. La giornata non poteva concludersi nel migliore dei modi in allegria ridendo e scherzando. Ma è ora di rientrare in albergo perché l’indomani ci aspetta un’altra giornata ricca di appuntamenti. Il giorno 29 infatti di buon mattino ci rechiamo alla visita dei famosi giardini di Ninfa. Siamo tutti letteralmente catturati e ammaliati di fronte alla bellezza di questi meravigliosi giardini nati tra i ruderi di un’antica cittadina medievale. Veramente uno spettacolo unico al mondo. Ci immergiamo in un mondo da sogno, sembra quasi di trovarsi nel paese delle fate, tra alberi rigogliosi, piante di ogni genere sapientemente collocate per ricreare dei piccoli habitat naturali, ruscelli, specchi d’acqua e ruderi. La mattina trascorre così allegramente incantati da questo luogo. Dopo aver pranzato siamo liberi di impiegare il tempo nel modo che più ci piace. C’è chi si riposa, chi legge, chi fa passeggiate sul lungomare dato che il tempo è dei migliori in vista del grande concerto di gala che si terrà la sera a Latina. Ecco, finalmente il momento tanto 18 Il momento tanto atteso è giunto! atteso è giunto. La voglia di cantare bene e fare una bella impressione è tanta, anche perché durante la messa presso la cattedrale della città animata da tutti e quattro i cori invitati alla Rassegna, abbiamo potuto constatare la bravura dei nostri amici. Il teatro è meraviglioso: grande, lussuoso con marmi e divani in pelle all’entrata, riccamente curato fin nei minimi dettagli. Il palco è immenso, per non par- lare delle quinte! Anche la platea è immensa! Poltroncine rivestite di tessuto rosso scuro pronte per far accomodare il pubblico di Latina si stagliano di fronte ai nostri occhi e persino vi sono le gallerie superiori! Sembra di trovarsi alla Scala di Milano. La tensione fra di noi comincia a salire quando vediamo che il teatro comincia a riempirsi, noi siamo il secondo che si deve esibire e per questo fin dall’inizio dobbiamo rimanere buoni e bravi in silenzio dietro le quinte in attesa del nostro turno. Il maestro è agitatissimo, anche perché per lui è uno dei primi concerti così importanti. Noi a dire la verità un po’ meno rispetto a lui, o meglio cerchiamo di mascherarla bene: c’è chi ascolta la partita di calcio (Milan-Juventus), chi chiacchiera (come sempre), chi scherza ecc. Ma voilà! Squilli di trombe, rulli di tamburo, il nostro momento è giunto. Dopo circa un’ora di attesa siamo pronti per esi- birci. Forza ragazzi! Il teatro è completo e noi ancora una volta cantiamo in modo impeccabile i brani preparati. Bene, anche questa è fatta, pensiamo tra noi contenti di aver dato il nostro meglio. A fine serata tra canzoni, discorsi di autorità ecc. tutti insieme andiamo a cena. La serata si conclude nel migliore dei modi, tra canzoni, risate e brindisi. Ci dispiace lasciare i nostri nuovi amici, salutandoli e ringraziandoli, li invitiamo a venire a Malcesine per la prossima primavera. Il giorno del rientro è arrivato con una tristezza in più. Al mattino infatti riceviamo una brutta notizia: il fratello di un nostro corista ci ha lasciati. Quindi decidiamo di non fermarci a Roma per tutta la giornata , ma di visitare il Vaticano e poi di rientrare a Malcesine. Qui ascoltiamo l’ Angelus del Santo Padre, cantiamo poi tutti insieme il “Signore delle Cime” nella meravigliosa cornice di Piazza San Pietro abbracciati dal colonnato del Bernini e con sfondo la Basilica. Quindi inizia il nostro rientro verso casa stanchi ma contenti per aver trascorso tre bei giorni in compagnia, divertendoci e cantando. Chiara Barzoi “SUONI E LUCI” e Monsignor Flavio Carraro per i santi eremiti Benigno e Caro Il vescovo a Cassone Quest’anno la tradizionale festività dei santi Benigno e Caro è stata celebrata con particolare solennità. Il giorno culminante della ricorrenza è stato sicuramente il 12 ottobre 2005 quando è venuto in visita per la prima volta nella parrocchia di Cassone Monsignor Flavio Carraro, invitato dai due nostri parroci don Luigi e don Giuseppe, in occasione della inaugurazione ufficiale della chiesa parrocchiale dopo i lavori di restauro. Il vescovo ha anche espresso il desiderio di partecipare alla solenne processione e gli intervenuti alla tradizionale circostanza di celebrazione dei nostri patroni hanno avuto il piacere di condividere per la prima volta questa esperienza di preghiera e di giubilo con questa carismatica presenza. Già mesi prima si era comunque messa in moto un’iniziativa per realizzare un libretto illustrato che commenta il ciclo degli affreschi messi in luce dai restauri. Il libretto è stato stampato in 2000 esemplari e comprende 31 pagine di testo scritte da don Virgilio Fantuzzi corredate da 31 pagine a colori realizzate da Pierina Rizzardi con una presentazione dei due parroci di Malcesine e con un’appendice storica curata dalla professoressa Iris Anna Marchetti. Di questo libretto si è fatto pervenire una copia a tutte le famiglie di Cassone, e si è offerto il testo a tutte le persone che hanno partecipato alle celebrazioni. Le copie rimanenti sono state messe a disposizione dei visitatori della chiesa, particolarmente numerosi durante il periodo estivo. Un altro momento di forti emozioni è stato condiviso dalla popolazione durante la sera di domenica 9 ottobre 2005 durante la quale i lavori di restauro sono stati inaugurati ufficialmente dalle autorità locali che hanno voluto ringraziare tutti coloro che hanno contribuito al successo dell’iniziativa e soprattutto l’architetto Lucio Donatini. Per questa occasione è stato proposto uno spettacolo denominato “Suoni e Luci” con la partecipazione del Corpo Bandistico di Malcesine, del Coro Voci dell’Aril, del coro di voci bianche Piccole Voci di Malcesine, evento che ha avuto un forte impatto sul pubblico presente. Lo spettacolo rievocava la storia plurisecolare della popolazione locale, un tempo priva di una chiesa dove pregare, successivamente dotata di una piccola chiesa che non riusciva a contenere tutti i fedeli, inadeguata alle effettive esigenze del luogo e che alla fine è riuscita a vedere concretizzato il sogno, a lungo coltivato, di una grande chiesa. Durante l’avvenimento nel buio totale della chiesa sono stati ottenuti momenti di intensa commozione con l’uso concordato di suoni, parole e luci orientate di volta in volta sulle figure e sui singoli oggetti che venivano illustrati con un effetto di crescendo, fino all’accensione finale di tutte le luci della Chiesa, con il canto del Gloria e con l’intervento conclusivo della Banda di Malcesine che ha rallegrato gli animi con una marcia dal ritmo incalzante. La commemorazione è stata diretta dal regista Paolo Benvenuti di Pisa che ha fornito il suo prezioso contributo di coordinamento per la riuscita di questo importante momento di festa ma anche di riflessione personale ed umana. Prof. Iris Anna Marchetti 19 W NAIROBI W !!! NOTIZIARIO DEL COMUNE DI MALCESINE DIRETTORE RESPONSABILE Eugenio Cipriani COORDINATORE EDITORIALE Stefano Testa COMITATO DI REDAZIONE Renata Peroni Stefano Sala Franca Tonelli Sabrina Vincenzi HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO Francesca Andreis Renzo Andreoli Chiara Barzoi Elda Barzoi Franco Bertuzzi Franca Capancioni P. Mario Casella Emiliano Colombo Iris Marchetti Andrea Piccinato Fabrizio Sama Karl Trawoger Maura Zanolli Da venerdi 13 a venerdi 20 gennaio sarà organizzata, presso la sala “Chiesa S. Rocco” (in piazza del porto ex Cariverona), una interessante mostra fotografica intitolata “W NAIROBI W” realizzata dal fotografo Francesco Fantini e dai ragazzi delle baraccopoli di Korogocho (Kenia) dove ha operato per tanti anni Padre Alex Zanotelli. Per l’occasione, mercoledì 18 gennaio alle ore 20.30 si terrà presso il Teatro “Marconi” di Malcesine un incontrodibattito con la presenza dello stesso Padre Alex Zanotelli. TE.MA Associazione Teatro Malcesine Dopo l’estate “al Cinema” TE.MA Associazione Teatro Malcesine offre ai malcesinesi la possibilità dell’inverno A TEATRO! È partita infatti lo scorso 3 dicembre la Rassegna Teatrale Invernale 2005/2006 che porta al Teatro Furioli, ogni altro sabato alle 20.30, divertenti commedie di vari gruppi trentini e veronesi per concludersi, come da tradizione, con lo spettacolo preparato dai malcesinesi per i malcesinesi! Giorgio Giuliani Biblioteca Comunale Via Capitanato Tel. 0456570499 STAMPA Grafiche Andreis Malcesine NATALE E CAPODANNO A MALCESINE Autorizzazione del Tribunale di Verona n. 1195 del 21/12/1995 VENERDÌ 6 Chiesa Parrocchiale di Cassone · Ore 20.30 VIº CONCERTO DELL’EPIFANIA Ludus Quartet - Quartetto d’Archi: SABATO 24 Chiese Parrocchiali di Malcesine e Cassone · Ore 24.00 Soprano: M. Bart · Mezzo soprano: V. Filippi Organo: A. Giannotti · Tromba: O. Moranti SS. MESSA DI MEZZANOTTE Coro “Voci dell’Aril” a seguire... distribuzione di panettone, the e vin brulè sul Sagrato della Chiesa VIVA LA BEFANA in Piazza Statuto a cura di Ass. Nazionale Alpini, Gruppo di Malcesine Alpini e Comitato Cassone Ore 10.00 Ore 12.00 LUNEDÌ 26 · Teatro Furioli · Ore 20.30 CONCERTO DI NATALE del Corpo Bandistico di Malcesine Ore 15.00 Ore 18.00 Ore 20.00 Dirige il Maestro Gianluigi Favalli Via Capitanato Tel. 0456570499 STAMPA Grafiche Andreis Malcesine Autorizzazione del Tribunale di Verona n. 1195 del 21/12/1995 SABATO 31 · Piazza Statuto · Ore 23.00 Ritrovo e iscrizione per “1º Ape Raduno” Inizio festa con piatti tipici: Carbonera con grigliata di puntine di maiale e mortadelle (€ 4,00) · Trippe in brodo (€ 4,00) · Tastasal alla griglia (€ 3,00) 4º Torneo di Trisac “Città di Malcesine” Brulè e cioccolata calda “Brusa la Vecia” 3º Trofeo Compagnia de la Carbonèra “Trisac dei Bar” Superpremi... (riservato a bar e pubblici esercizi) Premiazione torneo Trisac - Proseguimento serata con musica D.J. con Birra e long Drinks LA NOTTE BIANCA Organizzazione: La Compagnia de la Carbonèra · Musica dal vivo con il GRUPPO METROPOLIS - Cover Dance Band · Stand bevande (Bibite e panettone) Ore 24.00 BRINDISI DI MEZZANOTTE & FUOCHI D’ARTIFICIO · seguirà intrattenimento musicale fino al mattino con D.J. Angie ALTRI EVENTI 28 · 29 gennaio Coppa Italia di Sci alpino per disabili 5 febbraio 12° Scarpinada con racchette da neve 12 febbraio Trofeo Mosole Pra’ Alpesina 17 · 18 · 19 febbraio Campionato Italiano di Sci alpino per disabili 20 c Carta riciclata al 100% Giorgio Giuliani Biblioteca Comunale Dir. Maestro Stefano Zilio