UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PALERMO
FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA
Cattedra di Medicina Fisica e Riabilitativa
Direttore: Prof. Giulia Letizia Mauro
LE PATOLOGIE D’INTERESSE CHIRURGICO
DEL RACHIDE
PIETRO CATALDO
Università degli Studi di Palermo
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In base all’eziopatogenesi
Traumatiche
Patologiche
Stress.
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Fratture Traumatiche
L’evento lesivo supera la normale
resistenza meccanica della vertebra
e si possono suddividere:
Trauma diretto
Trauma indiretto
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FRATTURE VERTEBRALI PATOLOGICHE
Minimo trauma può determinare
una lesione
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Fratture Patologiche
Mieloma plasmacellulare
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Malattia di Paget
Si può determinare una stenosi
del canale neurale con successiva
compressione nervosa, durante gli stadi
di osteolisi e di proliferazione
di osso immaturo
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Epidemiologia delle fratture
Non è conosciuta con esattezza
Gli studi si sono concentrati su alcuni
settori come le fratture da osteoporosi
e quelle mieliche.
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L’incidenza è superiore nel sesso
maschile, solo in età avanzata quello
femminile è più colpito
per l’osteoporosi
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Epidemiologia
L’età più interessata è 40-60 anni,
mentre la percentuale per fascia di età è
maggiore nel gruppo di età superiore
ai 70 anni.
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La regione più colpita è quella lombare,
la vertebra è L1, 15%,
seguita da T12 e L2,
le meno colpite sono C3, T1, T2 e L5.
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Cause principali
•
•
•
•
•
•
incidenti stradali
cadute dall’alto
tuffi in acque basse
sport invernali
sport equestri
rugby e football americano
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Il trattamento chirurgico si attua in
caso di coinvolgimento neurologico con
compressione delle strutture nervose
Richiede decompressione da effettuarsi
nel minor tempo possibile
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Obbiettivo dell’intervento
•
•
•
•
Decompressione delle strutture nervose
Ripristino dei rapporti fisiologici
Recupero della stabilità
Sacrificio del minor numero possibile di segmenti
mobili, con il ripristino della funzionalità
• Riduzione o l’eliminazione della contenzione
esterna
• Ridurre i tempi d’immobilizzazione.
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Nelle fratture cervicali,
la stabilizzazione si effettua raramente,
nella maggior parte dei casi sono
necessari interventi di artrodesi
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Le fratture del passaggio
cervico-toracico sono:
• poco frequenti
• difficili da diagnosticare
• anatomia molto variabile
• trattamento è complesso
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Incidenza delle fratture
toraciche e lombari
•
Aumento con un rapporto di 2 a 1
per gli uomini.
•
Localizzazione:
1) passaggio toraco-lombare (90% a cuneo)
2) lombare
3) toracico
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Le principali indicazioni al trattamento
chirurgico sono:
1) Assolute: in presenza di una compressione
• Comparsa o aggravamento del danno neurologico
• Lesioni neurologiche incomplete
()Differibili ma con intervento precoce
• Lesioni irriducibili (fratture lussazione)
• Lesione mieliche complete con frattura instabile
• Lesione con prevalente danno legamentoso
2) Relative,
• Fratture amieliche instabili con prevalente danno
osseo
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Se il grado di schiacciamento del corpo
vertebrale e tra il 30 e 50 %
approccio cruento varia in base a:
• età del paziente,
• livello di attività
• eventuale presenza di lesioni associate.
Nelle fratture con uno schiacciamento
superiore al 50 % il trattamento è
chirurgico.
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Le fratture da scoppio
• Possono prodursi a qualsiasi livello del
tratto toracico e lombare, ma l’incidenza
maggiore è al livello del passaggio toracolombare, nel 50-65% dei casi è associato un
danno neurologico.
• Il trattamento chirurgico si attua quando si
hanno fratture amieliche sia stabili che
instabili con associato coinvolgimento
nervoso.
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Lesioni da cintura
• Sono di interesse chirurgico solo se il danno
è a livello legamentoso e la lesione è
irriducibile.
• Nella lesione delle strutture articolari
posteriori con lussazione delle faccette
articolari dove il trattamento è solo
chirurgico con stabilizzazione.
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La spondilolistesi
• Viene classificata in gradi crescenti da
1 a 4,
• Grado 1, inferiore al 25%, non
necessita di trattamento chirurgico,
mentre se lo scivolamento è superiore
al 25%, grado 2, 3, 4, è necessaria una
stabilizzazione chirurgica
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Le stenosi
• Il restringimento del canale vertebrale può essere
dovuto ad alterazioni ossee (degenerazione) proprie
del canale stesso o alla presenza di una lesione
occupante spazio.
• L’ipertrofia ossea della lamina o l’ispessimento del
legamento giallo e lo slargamento delle faccette
articolari secondario ad un processo artrosico.
• I segni e i sintomi dipendono dalla
compromissione vascolare o dalla compressione
del complesso della radice nervosa.
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Ernia del disco
• L’intervento chirurgico deve essere il meno
aggressivo e demolitivo possibile sulla basi di un
assoluto rigore nelle indicazioni e nell’esecuzione.
• R. Cervicale: C4-C5,C5-C6,C6-C7, C7-T1, e molto
raramente C3-C4.
• Gli spazi L4-L5 ed L5-S1 sono interessati con una
quota rispettiva del 45% e del 95%. Segue lo spazio
L3-L4 con il 5% circa.
• Necessitano anche di intervento chirurgico i casi di
recidive per la presenza di aderenze cicatriziali
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Scoliosi
• L’approccio chirurgico si prefigge
principalmente due scopi :
1) parziale correzione delle curve
2) stabilizzazione mediante artrodesi.
• Nella scoliosi idiopatica si ricorre alla
chirurgia quando una curva supera i
45-50°, la sola entità della curva non
è sufficiente per decidere l’intervento.
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• La decisione dipende anche dal tipo di
curva, dall’età del paziente, dal grado,
sede e da patologie associate.
• Evoluzione della scoliosi nonostante il
trattamento ortopedico-riabilitativo.
• Le finalità dell’intervento sono
costituite dalla correzione delle
deformità sul piano frontale, dal
controllo e ripristino della corretta
funzione polmonare.
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Conclusione
L’intervento chirurgico deve essere
eseguito nei casi di urgenze o in
elezione dove non sono ottenibili
gli obiettivi preposti con i
trattamenti conservativi.
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