Il conflitto – rischio e opportunità … dal personale al globale Elena CAMINO Angela DOGLIOTTI MARASSO [email protected] [email protected] I presupposti • Le potenzialità dell’approccio trasversale • La visione sistemica (interdipendenze, causalità circolare, emergenza, rispettabilità dei punti di vista) • Inseparabilità dei diversi piani (fatti, interessi, valori) e dei diversi canali (cognitivo, emotivo) Gli obiettivi Introdurre esplicitamente nell’ambiente scolastico la problematica ineludibile del conflitto Coniugare la dimensione concreta dell’esperienza personale con una visione globale (micro & macro) Presentare l’approccio della nonviolenza, creativo e sostenibile. Il nostro percorso 1 L’analisi • Controversia e conflitto • Analisi dei conflitti: livelli, articolazione, mappa, cicli • Riflessioni sulla violenza: – – – – – L’escalation della violenza Violenza diretta e indiretta L’approccio nonviolento Aggressività e assertività I bisogni umani • La gestione dei conflitti – Modello M-m e E-E Il nostro percorso 2 Le competenze Sviluppare competenze per la trasformazione nonviolenta dei conflitti Assertività Decentramento Comunicazione Creatività Il nostro percorso 3 Piste di lavoro nella scuola L’educazione ai futuri Lo sviluppo del sé ecologico ….. Il nostro percorso 4 Macroconflitti e complessità – – – – – I diversi livelli e la varietà di cause Il ruolo della Scienza – dal riduzionismo all’olismo Verso una partnership ecologica I conflitti socio-ambientali e la Scienza post-normale La gestione dell’incertezza e il principio precauzionale Il nostro percorso 5 I giochi di ruolo Valenze educative dei giochi di ruolo • Il conflitto Israele –Palestina • Il problema degli allevamenti di gamberi Le modalità di lavoro Insegnamento / apprendimento reciproco Attività individuali, a piccoli gruppi, plenarie Verifiche in itinere, integrazioni, approfondimenti offerti dai partecipanti Il nostro percorso 1 L’analisi • Controversia e conflitto • Analisi dei conflitti: livelli, articolazione, mappa, cicli • Riflessioni sulla violenza: – – – – – L’escalation della violenza Violenza diretta e indiretta L’approccio nonviolento Aggressività e assertività I bisogni umani • La gestione dei conflitti – Modello M-m e E-E Controversia e conflitto Controversia: una divergenza di opinioni, di punti di vista, teorie diverse Conflitto: una crisi della relazione tra le parti, in cui sono presenti a) una contraddizione di scopi b) disagio e sofferenza Tipi di conflitti I conflitti si possono classificare in base a: le dimensioni (micro –meso – macro) i tipi di relazione (intra – inter) Una varietà di conflitti! Trova uno o più esempi per ogni tipo di conflitto dimensioni MICRO MESO MACRO relazione INTRA …… …… ….. INTER ….. …… ….. DESCRIZIONE DI UN CONFLITTO E’ importante individuare, in un conflitto: • le parti in causa • i comportamenti messi in atto dalle parti • i motivi del conflitto (gli scopi incompatibili o configgenti delle parti) • le percezioni ed i vissuti delle parti in conflitto (come viene visto il conflitto; come viene percepita la situazione; gli atteggiamenti e i sentimenti verso l’altro; i sentimenti suscitati dalla situazione o dalle interazioni…) ARTICOLAZIONE DEL CONFLITTO B - COMPORTAMENTI A - ATTEGGIAMENTI C - CONTRADDIZIONE Due livelli: • un livello manifesto (empirico, osservato, conscio) • un livello latente (teorico, inferito, inconscio) La mappa dei conflitti La mappa dei conflitti è una tecnica visiva per mostrare le relazioni tra parti in conflitto. Può aiutare a capire meglio la situazione, a chiarire le relazioni di potere, a identificare possibilità di intervento. Si può usare all’inizio, insieme ad altri strumenti analitici; più tardi, per mettere a punto delle strategie di intervento Altre mappe possibili: geografiche, di rapporti di potere, dei bisogni, delle percezioni e sentimenti, ecc. Come costruire una mappa dei conflitti PART EB PART EF Le sfere sono le parti in causa Le dimensioni relative indicano le relazioni di potere. Le linee: semplici = relazioni strette doppie = alleanza a zig zag = conflitto con interruzioni = relazione interrotta PART EC PROBLEMA PARTE A PART E E PARTE ESTERNA PART E D Un’attività riflessiva 1° parte • Ciascuno pensa ad un conflitto e lo descrive utilizzando la scheda proposta (individuale): Individua, in un conflitto, i seguenti elementi: le parti in causa i comportamenti messi in atto dalle parti i motivi del conflitto (gli scopi incompatibili o configgenti delle parti) le percezioni ed i vissuti delle parti in conflitto (come viene visto il conflitto; come viene percepita la situazione; gli atteggiamenti e i sentimenti verso l’altro; i sentimenti suscitati dalla situazione o dalle interazioni…) Un’attività riflessiva 2° parte • Si raccolgono le schede e insieme se ne analizzano alcune, raccogliendo i dati che via via emergono su cartelloni predisposti per evidenziare: – i livelli di conflitto (con intra/inter), – oggetti del contendere: tipologie (divergenza/concorrenza..) e motivi (posizioni, interessi, valori, bisogni…), – i comportamenti agiti nel conflitto: cosa si fa nel conflitto, – le percezioni/sentimenti presenti (vissuti, osservati o immaginati Il ciclo del conflitto Per lo più i conflitti non terminano, ma evolvono: • apparentemente conclusi … • …riemergono dopo tempi più o meno lunghi CONFLITTO E VIOLENZA NON TUTTI I CONFLITTI PORTANO A VIOLENZA, MA MOLTE SITUAZIONI DI VIOLENZA SONO SITUAZIONI DI CONFLITTO TRE TIPI DI VIOLENZA secondo Galtung La violenza si esprime In forma diretta In forma indiretta Violenza culturale Violenza strutturale Violenza diretta La violenza culturale, insieme a quella diretta e a quella strutturale, compone i vertici di un triangolo vizioso. Di fronte a una qualsiasi manifestazione di queste tre forme di violenza, si possono cercare le relazioni (di legittimazione, giustificazione, reazione … ) che la collegano alle altre. Qualche esempio: •la pena di morte •la guerra •lo sfruttamento economico • la privazione di accesso alle risorse naturali L’escalation violenta del conflitto (Glasl, 1982) L’escalation si caratterizza per l’esistenza di ‘soglie’, superate le quali il conflitto assume una nuova qualità: il carattere del conflitto viene modificato, e diventa difficile tornare indietro. 1° fase - conflitto centrato sul problema IRRIGIDIMENTO: le posizioni si cristallizzano; si sviluppa una percezione selettiva che porta a sottolineare gli aspetti positivi del proprio gruppo e si crea una maggiore coesione interna; in primo piano c’è l’oggetto del contendere POLARIZZAZIONE E DIBATTITO: le parti utilizzano la comunicazione come un duello verbale per vincere l’una sull’altra (contrapposizione negativa distorsione del ragionamento dell’altro, atteggiamento che comunica superiorità…) TATTICA DEL FATTO COMPIUTO: dalla comunicazione con le parole alla comunicazione con i fatti (“non serve parlare…”), i comportamenti diventano più negativi; la relazione con l’avversario peggiora PREOCCUPAZIONE per l’IMMAGINE e RICERCA di ALLEATI: la relazione diventa parte centrale del conflitto; sviluppo di una immagine del nemico totalmente negativa, ricerca di alleati 2° fase - conflitto centrato sulla relazione • PERDITA DELLA FACCIA: attacchi diretti alla posizione dell’altro; è la controparte in quanto tale a costituire “il problema”; ciascuna parte cerca di spiegare il “vero carattere” dell’altra, facendogli perdere la faccia • STRATEGIE della MINACCIA: compaiono atti violenti; ciascuno si sente minacciato e danneggiato da ciò che fa l’altro. 3° fase - dalle parole ai fatti… • DISTRUZIONE LIMITATA: la comunicazione è interrotta, non si vede una soluzione al problema in cui vi sia spazio anche per l’altro, considerato un ostacolo e un pericolo; azioni dirette contro la controparte, per distruggere il suo potenziale coercitivo; processi di deumanizzazione DISINTEGRAZIONE: la base del potere , le risorse e la legittimazione all’esistenza dell’altro sono gli obiettivi da colpire DISTRUZIONE RECIPROCA: il solo scopo diventa l’eliminazione dell’altro, anche a prezzo della propria esistenza Due modalità per affrontare i violenza conflitti… rancore odio incompatibilità di scopi nonviolenza empatia creativita’ L’approccio NONVIOLENTO di Galtung - principi metodologici • Il conflitto può essere sia fonte di violenza, sia fonte di crescita: decisivo è il modo in cui lo si affronta • Nessun singolo attore detiene tutta la responsabilità: interdipendenza delle parti • La responsabilità della trasformazione costruttiva del conflitto risiede nelle scelte dei singoli attori: potere/responsabilità di ciascuno • L’azione intrapresa può avere conseguenze negative: importanza della reversibilità delle azioni • La forza deriva dall’unione per un fine comune: cooperazione L’approccio NONVIOLENTO di Galtung - fondamenti • Nessuno possiede la verità: ciascuno la ricerca nel dialogo • La vita è sacra: ahimsa, rifiuto della violenza Per trasformare in modo nonviolento i conflitti… • …costruire nuove consapevolezze differenza tra aggressività e violenza riflessione sugli atteggiamenti personali • … sviluppare nuove competenze dalla relazione di violenza alla relazione di equivalenza dalla logica del vincere alla logica del comprendere Il nostro percorso 2 Le competenze Sviluppare competenze per la trasformazione nonviolenta dei conflitti Assertività Decentramento Comunicazione Creatività Assertività / Violenza Alcuni dei più comuni atteggiamenti assunti nei conflitti Strategie nell’affrontare un conflitto IMPORRE “Si fa a modo mio” ALTA Strategie: Esercita controllo, entra in competizione, agisce con la forza, combatte. Atteggiamento: Impaziente con spirito di ricerca di informazioni e impegnato nel progettare le azioni. ENFASI SUI RISULTATI basso interesse per le relazioni EVITARE “Il conflitto? Cos’è il conflitto?” RISOLVERE “Risolviamolo insieme” elevato interesse per i risultati COMPROMESSO “Io concedo qualcosa se anche tu fai lo stesso” Strategie: Abbassa le aspettative, contratta, cerca un vantaggio reciproco. Atteggiamento: cauto ma disponibile. elevato interesse per le relazioni RICOMPORRE basso interesse per i risultati Strategie: evita, nega, ignora, si astiene, ritarda. Atteggiamento: rifiuta di entrare nel dialogo e/o di raccogliere informazioni. BASSA Strategie: Raccoglie informazioni, cerca il dialogo, guarda alle alternative possibili. Atteggiamento: si preoccupa e si impegna per cercare una soluzione. Enfasi sulle relazioni “Qualunque cosa dici per me va bene”. Strategie: è d’accordo, compiace, attenua i toni, ignora le discordanze Atteggiamento: interessato all’opinione e all’approvazione degli altri ALTA Atteggiamenti nelle situazioni di conflitto A. ATTIVITA’ individuale: penso a un conflitto interpersonale in cui sono stato/a coinvolto/a, quindi su 3 diversi foglietti scrivo: cosa ho provato come ho reagito di che cosa sentivo bisogno dopo Poi metto a disposizione degli altri membri del gruppo la mia riflessione, contribuendo a costruire due tabelloni, rispettivamente su i sentimenti e vissuti (A) e su atteggiamenti e comportamenti (schema della violenza / nonviolenza verso di sé e verso gli altri). B. ATTIVITA’ plenaria: a conclusione delle due fasi di lavoro, vi è uno scambio di osservazioni, confronti e riflessioni Questionario di autoanalisi del proprio comportamento in situazioni di conflitto 1 • Pensa ad un conflitto nel quale sei stata/o coinvolta/o e segna con una crocetta, tra i comportamenti sotto elencati, quelli che più si avvicinano al tuo tipo di reazione immediata: •COMPORTAMENTO •1. evito la persona e cambio argomento •2. ridicolizzo, scherzo sul problema •3. sto zitto/a e mi comporto freddamente •4. cerco di capire il punto di vista dell’altro Qual è la tua reazione immediata? E il comportamento successivo? •5. chiedo scusa •6. dico all’altro che mi sento in conflitto e vorrei parlarne •7. limito il conflitto individuando aree di accordo •8. minaccio •9. esprimo i miei sentimenti senza accusare •10. attacco verbalmente l’altro •11. attacco fisicamente l’altro •12. cedo e fingo di essere d’accordo •13. rinvio ad un momento più calmo •14. mi lamento finché ottengo ciò che voglio •15. nascondo i miei sentimenti •16. mi vendico •17. cerco di convincerlo/a •18. chiedo l’intervento di qualcuno che mi dia ragione •19. cerco qualcuno che possa aiutarci a comprenderci meglio •20. minimizzo, cercando di convincermi che non è poi così importante Questionario di autoanalisi del proprio comportamento in situazioni di conflitto 2 • Se dovessi individuare i comportamenti messi in atto in un momento successivo, sarebbero gli stessi o sarebbero altri? • I comportamenti individuati sono quelli per te prevalenti, in genere, nelle situazioni di conflitto? • Se è così, a che cosa lo attribuisci? • Se, invece, il tipo di conflitto può influenzare molto il comportamento di risposta, quali ti sembrano le variabili più significative ? Violenza nelle relazioni (da Pat Patfoort) Modello Maggiore ( M ) – minore ( m ) M abuso di potere m non uso del potere Modello M - m • Gli STRUMENTI sono le argomentazioni: – Positive (del proprio punto di vista) – Negative (sul punto di vista dell’altro) – Distruttive (dell’altra persona) • Il modo di percepire il conflitto è: – Pericolo, distruzione, trappola • Il COMPORTAMENTO è funzionale a vincere: – Argomentazioni, giudizi, accuse, non ascolto – Emotività mal gestita, scarico di responsabilità, mancanza di fiducia – Identificazione della posizione dell’altro con la persona Nonviolenza nelle relazioni (da Pat Patfoort) Equivalenza tra le parti in causa nel rispetto delle loro differenze Modello E - E • Gli STRUMENTI sono la ricerca dei fondamenti e la trascendenza del conflitto: – Dal Mio punto di vista a quello dell’Altro – Decentramento, ascolto, empatia – Comprendere la sofferenze sia di sé che dell’altro • Il COMPORTAMENTO è funzionale a comprendere: – – – – – Ascolto, empatia Assunzione di responsabilità, rendersi parte attiva Rispetto, anche se non si condividono le idee Comunicazione nonviolenta Dialogo M-m E-E La contraddizione di scopi porta a : • evidenziare ciò che divide • polarizzarsi sulle differenze di interessi, di sistemi di valori • vedere le differenze ma vedere anche ciò che può essere comune • riconoscere l’identità dei bisogni primari Competenze per la trasformazione Relazione di violenza M – m dei Relazione di equivalenza E- E nonviolenta conflitti Logica del vincere Logica del comprendere Sentimenti di rabbia e indignazione… legati a un conflitto Buttare addosso all’altro le emozioni, argomentare per aver ragione, giudicare, accusare, ricattare… Escalation dell’intensità: aggressione / vittimizzazione Uno vince l’altro perde Gestire le emozioni con una presa di distanza; elaborare, simbolizzare, accettare… Decentramento, ascolto, comunicazione, dialogo maieutico Ricerca dei FONDAMENTI e TRASCENDENZA del conflitto I bisogni umani fondamentali sopravvivenza Benessere = assenza di violenza strutturale Sicurezza = assenza di violenza diretta interni al soggetto identità Appartenenza = avere ‘radici’ Autostima = realizzare il senso della propria esistenza individuale autonomia Indipendenza = soddisfacimento dei bisogni e sperimentazione dei propri limiti di relazione con gli altri riconoscimento Essere accettati per come si è e stabilire relazioni significative Possibili esiti di un conflitto Vince A Trascendenza Compromesso Fuga Vince B Un’ arancia, due bambini… tante idee! (da Galtung, www.transcend.org) Pensate a tante possibili soluzioni, poi provate a classificarle secondo il diagramma precedente. Qualche esempio: - si divide a metà l’arancia… - si toglie l’arancia per evitare bisticci… Una proposta di attività sulla COMUNICAZIONE L’orologio segna le 7,55. Paolo arriva di corsa a scuola, proprio mentre suona la campana: ha dovuto aspettare molto l’autobus. Entra in classe e si siede accanto a Silvano. Gli racconta che ieri sera ha avuto una discussione con i suoi genitori. Suo padre gli ha detto che se non rimedia in matematica non lo lascerà più andare a giocare a pallone. Silvano lo rassicura: i genitori minacciano, ma difficilmente puniscono! Vero, falso, o ??? VERO La scuola inizia alle 7,55 L’autobus non arrivava perché c’era uno sciopero Silvano è il miglior amico di Paolo Paolo dice a Silvano che ha discusso con i genitori La scena si svolge nel mese di marzo Paolo ha guardato la televisione la sera prima Paolo gioca a calcio I genitori di Silvano sono meno severi di quelli di Paolo Paolo va bene in matematica FALSO ? EMPATIA è la capacità di: • … assumere la prospettiva e il ruolo dell’altro/a (mettersi dal SUO punto di vista) • … aderire emotivamente, cioè condividere le emozioni dell’altro/a • … discriminare e riconoscere correttamente le emozioni espresse dall’altro/a E’ possibile SOSTARE nel conflitto, sviluppando l’ASSERTIVITA’ L’attribuzione di importanza a sé e agli altri: una pietra angolare della socializzazione Il nostro percorso 3 Piste di lavoro nella scuola L’educazione ai futuri Lo sviluppo del sé ecologico ….. Un approccio olistico all’educazione Un intreccio tra: * realtà esterna e interna a sé * presente, passato e futuro Educazione ambientale ed educazione ai futuri – le componenti di una educazione alla sostenibilità Env. Educ. Res. 7 (4), 2001. Educazione ai futuri • Le idee che le persone hanno del futuro influenzano il modo in cui agiscono ora, e le loro azioni nel presente influenzano il futuro. • E’ importante aiutare i giovani a diventare più attivi nell’immaginare il futuro preferito: ragionare in termini di ‘futuri’, che sono possibili, numerosi, a breve e a lungo termine interiorizzare l’idea che i futuri - almeno in parte - si costruiscono attraverso le scelte del presente L’atteggiamento è importante! Verso lo sviluppo del sé ecologico “Il sé è una metafora. Possiamo decidere di limitarlo alla nostra pelle, alla persona, alla famiglia, alla nostra organizzazione, alla nostra specie. Possiamo scegliere i suoi confini nella realtà obiettiva. La nostra consapevolezza illumina un piccolo arco nelle più ampie correnti e negli intrecci di sapere che ci interconnettono. Ed è del tutto plausibile concepire una coesistenza con con questi intrecci più ampi - con la rete che connette”. L’ecologia profonda La grande visione sistemica del mondo ci aiuta a riconoscere la nostra ‘immersione’ nella natura, supera la nostra alienazione dal resto della creazione, e modifica il modo in cui noi possiamo fare esperienza di noi stessi attraverso un processo di identificazione in continua espansione”. Inter – essere (Thich Nath Hahn) “Io so che nella nostra vita precedente eravamo alberi, e anche in questa vita continuiamo ad essere alberi. Senza alberi non ci sono persone, dunque alberi e persone inter - sono. Noi siamo alberi, e aria, cespugli e nuvole. Se gli alberi non possono sopravvivere, anche l’umanità è destinata a perire”. Il nostro percorso 4 Macroconflitti e complessità – I diversi livelli e la varietà di cause – Il ruolo della Scienza – dal riduzionismo all’olismo – Verso una partnership ecologica – I conflitti socio-ambientali e la Scienza postnormale – La gestione dell’incertezza e il principio precauzionale La tentazione della certezza Noi tendiamo a vivere in un mondo di certezze, di percezioni radicate, non sfiorate da dubbi; siamo convinti che le cose sono così come le vediamo, e che non c’è alternativa a ciò che sosteniamo come verità. Questa è la nostra situazione quotidiana, la nostra condizione culturale, il modo abituale in cui esprimiamo il nostro essere umani. Ora… questa è una sorta di invito a trattenersi dall’abitudine di cedere alla tentazione della certezza. H. Maturana e F. Varela - L’albero della conoscenza. La scienza ‘post-normale’ Per affrontare problemi complessi e controversi è opportuno che si esprima una varietà di punti di vista, tutti ugualmente rispettabili Incertezza • Pluralità di punti di vista e complessità dei problemi rendono necessario abbandonare la ricerca di risposte certe; quando si ragiona intorno a questioni controverse, si può argomentare, ma non si può ‘dimostrare’ nel senso scientifico del termine. E’ necessario dunque prendere decisioni in condizioni di ‘ignoranza’ Il principio di precauzione Verso un’ etica dell’errore: consapevoli di scegliere in condizioni di ignoranza, si ammette di poter sbagliare, e ci si pone nella posizione di poter mantenere gli errori entro limiti di correggibilità Aspetti problematici del sapere tecnico - scientifico Le nuove capacità sviluppate dalla scienza sono come un rubinetto, che consente all’umanità di estrarre materie prime (legno, metalli, combustibili fossili) a ritmo crescente, per produrre una quantità sempre più grande di beni di consumo che poi vengono ‘restituiti’ ai sistemi naturali come prodotti di rifiuto. Un cammino insostenibile Alcuni possibili principi - guida Educazione scientifica e macroconflitti Associando l’ approccio riduzionista, disciplinare e analitico l’ approccio sistemico, transdisciplinare un ambito di scienza post-normale gli studenti possono essere coinvolti in problemi controversi e studi di casi conflittuali, e invitati a discuterne tenendo ben presente il contesto di riferimento: i limiti biofisici del nostro pianeta vivente. Il nostro percorso 5 I giochi di ruolo Valenze educative della simulazione Alcuni esempi concreti: • Il conflitto Israele –Palestina • Il problema degli allevamenti di gamberi I giochi di ruolo: una metodologia didattica per affrontare i macroconflitti Il conflitto israelo – palestinese è un esempio emblematico della complessità dei fattori che si possono riconoscere in una contrapposizione di lungo periodo La scienza appare oggi dibattersi tra molte incertezze, quando viene chiamata a prendere decisioni urgenti relative a problemi ambientali su scala globale. Creatività & regole Due modalità di ‘gioco’ OR MA ZI ON EA LOCALE TA OT RR CO CI MI I E AL DI ON NO AM ER V NC O G LI BA NA I EL D IO FM AZ NE IN LT MU IO UZ RR CO NO CO IE IV IT A’ DELL’ECOLOGIA R TO IA CH PIC PA SS E SS RE TE IN IA NE ZIO MA TA OR ET INF ORR SC IA AZ CR RO BU LIZ PO CA LL RE AN NZ IG ON AD NO VI RA II OL NF NZ EN OR A, ZA M PO AZ V I ON ER IM I PO TA TE ’D NZ ISO A, CC FR UP AN AZ TU IO M NE PA A ZI UR ON A, E ISO LA ME NT DI O SO RG AN IZ ZA ZI ON E MA NC AN ZA DI F Strategie per l’azione diretta nonviolenta a partire da una lotta in India Alberto L’Abate a. L’ANALISI ANALISI DISTRUZIONE DELL’ ECONOMIA Strategie per l’azione diretta nonviolenta a partire da una lotta in India Alberto L’Abate b. LA RICERCA DI SOLIDARIETA’ SOLIDARIETA’ Strategie per l’azione diretta nonviolenta a partire da una lotta in India Alberto L’Abate ALTERNATIVE c. LA RICERCA DI ALTERNATIVE RICHIAMO AI MEDIA E ALLA CORTE SUPREMA RICERCA DI SOLIDARIETA’ ALLARGAMENTO AD ALTRE ZONE RICERCA D INTERESSI COMUNI RICERCA DELLA CASISTICA CONFERENZE E INCONTRI ANALISI DELLE CAUSE E DELLA DIFFUSIONE LAVORO DI COSCIENTIZZAZIONE E DI FORMAZIONE NV LE MARCE Arancio Una sintesi del nostro percorso