Il conflitto – rischio e
opportunità
… dal personale al globale
Elena CAMINO
Angela DOGLIOTTI MARASSO
[email protected]
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I presupposti
• Le potenzialità dell’approccio trasversale
• La visione sistemica (interdipendenze,
causalità circolare, emergenza,
rispettabilità dei punti di vista)
• Inseparabilità dei diversi piani (fatti,
interessi, valori) e dei diversi canali
(cognitivo, emotivo)
Gli obiettivi

Introdurre esplicitamente nell’ambiente
scolastico la problematica ineludibile del
conflitto

Coniugare la dimensione concreta
dell’esperienza personale con una visione
globale (micro & macro)

Presentare l’approccio della
nonviolenza, creativo e sostenibile.
Il nostro percorso 1
L’analisi
• Controversia e conflitto
• Analisi dei conflitti: livelli, articolazione, mappa, cicli
• Riflessioni sulla violenza:
–
–
–
–
–
L’escalation della violenza
Violenza diretta e indiretta
L’approccio nonviolento
Aggressività e assertività
I bisogni umani
• La gestione dei conflitti
– Modello M-m e E-E
Il nostro percorso 2
Le competenze
Sviluppare competenze per la trasformazione
nonviolenta dei conflitti
Assertività
Decentramento
Comunicazione
Creatività
Il nostro percorso 3
Piste di lavoro nella scuola
L’educazione ai futuri
Lo sviluppo del sé ecologico
…..
Il nostro percorso 4
Macroconflitti e complessità
–
–
–
–
–
I diversi livelli e la varietà di cause
Il ruolo della Scienza – dal riduzionismo all’olismo
Verso una partnership ecologica
I conflitti socio-ambientali e la Scienza post-normale
La gestione dell’incertezza e il principio precauzionale
Il nostro percorso 5
I giochi di ruolo
Valenze educative dei giochi di ruolo
• Il conflitto Israele –Palestina
• Il problema degli allevamenti di
gamberi
Le modalità di lavoro
Insegnamento / apprendimento
reciproco
Attività individuali, a piccoli gruppi,
plenarie
Verifiche in itinere, integrazioni,
approfondimenti offerti dai partecipanti
Il nostro percorso 1
L’analisi
• Controversia e conflitto
• Analisi dei conflitti: livelli, articolazione, mappa, cicli
• Riflessioni sulla violenza:
–
–
–
–
–
L’escalation della violenza
Violenza diretta e indiretta
L’approccio nonviolento
Aggressività e assertività
I bisogni umani
• La gestione dei conflitti
– Modello M-m e E-E
Controversia e conflitto
Controversia:
una divergenza di
opinioni, di punti di
vista, teorie diverse
Conflitto:
una crisi della relazione
tra le parti, in cui
sono presenti
a) una contraddizione
di scopi
b) disagio e sofferenza
Tipi di conflitti
I conflitti si possono classificare in base a:
 le dimensioni (micro –meso – macro)
 i tipi di relazione (intra – inter)
Una varietà di conflitti!
Trova uno o più esempi per ogni tipo di conflitto
dimensioni
MICRO
MESO
MACRO
relazione
INTRA
……
……
…..
INTER
…..
……
…..
DESCRIZIONE DI UN
CONFLITTO
E’ importante individuare, in un conflitto:
• le parti in causa
• i comportamenti messi in atto dalle parti
• i motivi del conflitto (gli scopi incompatibili o
configgenti delle parti)
• le percezioni ed i vissuti delle parti in conflitto (come
viene visto il conflitto; come viene percepita la
situazione; gli atteggiamenti e i sentimenti verso
l’altro; i sentimenti suscitati dalla situazione o dalle
interazioni…)
ARTICOLAZIONE DEL
CONFLITTO
B - COMPORTAMENTI
A - ATTEGGIAMENTI
C - CONTRADDIZIONE
Due livelli:
• un livello manifesto (empirico, osservato, conscio)
• un livello latente (teorico, inferito, inconscio)
La mappa dei conflitti
La mappa dei conflitti è
una tecnica visiva per
mostrare le relazioni
tra parti in conflitto.
Può aiutare a capire
meglio la situazione, a
chiarire le relazioni di
potere, a identificare
possibilità di
intervento.
Si può usare all’inizio,
insieme ad altri strumenti
analitici; più tardi, per
mettere a punto delle
strategie di intervento
Altre mappe possibili:
geografiche, di rapporti di
potere, dei bisogni, delle
percezioni e sentimenti,
ecc.
Come costruire una
mappa dei conflitti
PART
EB
PART
EF
Le sfere sono le parti
in causa
Le dimensioni
relative indicano
le relazioni di
potere.
Le linee:
semplici = relazioni
strette
doppie = alleanza
a zig zag = conflitto
con interruzioni =
relazione interrotta
PART
EC
PROBLEMA
PARTE A
PART
E
E
PARTE
ESTERNA
PART
E
D
Un’attività riflessiva
1° parte
• Ciascuno pensa ad un conflitto e lo descrive utilizzando
la scheda proposta (individuale):
Individua, in un conflitto, i seguenti elementi:
le parti in causa
i comportamenti messi in atto dalle parti
i motivi del conflitto (gli scopi incompatibili o configgenti delle parti)
le percezioni ed i vissuti delle parti in conflitto (come viene visto il
conflitto; come viene percepita la situazione; gli atteggiamenti e i
sentimenti verso l’altro; i sentimenti suscitati dalla situazione o
dalle interazioni…)
Un’attività riflessiva
2° parte
• Si raccolgono le schede e insieme se ne analizzano
alcune, raccogliendo i dati che via via emergono
su cartelloni predisposti per evidenziare:
– i livelli di conflitto (con intra/inter),
– oggetti del contendere: tipologie
(divergenza/concorrenza..) e motivi (posizioni, interessi,
valori, bisogni…),
– i comportamenti agiti nel conflitto: cosa si fa nel
conflitto,
– le percezioni/sentimenti presenti (vissuti, osservati o
immaginati
Il ciclo del conflitto
Per lo più i conflitti non
terminano, ma
evolvono:
• apparentemente
conclusi …
• …riemergono dopo
tempi più o meno
lunghi
CONFLITTO E VIOLENZA
NON TUTTI I CONFLITTI
PORTANO A VIOLENZA,
MA MOLTE SITUAZIONI DI VIOLENZA
SONO SITUAZIONI DI CONFLITTO
TRE TIPI DI VIOLENZA
secondo Galtung
La violenza si esprime
In forma diretta
In forma indiretta
Violenza
culturale
Violenza
strutturale
Violenza
diretta
La violenza culturale, insieme a quella diretta e
a quella strutturale, compone i vertici di un
triangolo vizioso.
Di fronte a una qualsiasi manifestazione di
queste tre forme di violenza, si possono cercare
le relazioni (di legittimazione, giustificazione,
reazione … ) che la collegano alle altre.
Qualche esempio:
•la pena di morte
•la guerra
•lo sfruttamento economico
• la privazione di accesso alle risorse naturali
L’escalation violenta del conflitto
(Glasl, 1982)
L’escalation si caratterizza per
l’esistenza di ‘soglie’, superate le quali
il conflitto assume una nuova qualità:
il carattere del conflitto viene
modificato, e diventa difficile tornare
indietro.
1° fase - conflitto centrato sul problema
IRRIGIDIMENTO: le posizioni si cristallizzano; si sviluppa una
percezione selettiva che porta a sottolineare gli aspetti positivi del proprio
gruppo e si crea una maggiore coesione interna; in primo piano c’è
l’oggetto del contendere
POLARIZZAZIONE E DIBATTITO: le parti utilizzano la
comunicazione come un duello verbale per vincere l’una sull’altra
(contrapposizione negativa distorsione del ragionamento dell’altro,
atteggiamento che comunica superiorità…)
TATTICA DEL FATTO COMPIUTO: dalla comunicazione con le
parole alla comunicazione con i fatti (“non serve parlare…”), i
comportamenti diventano più negativi; la relazione con l’avversario
peggiora
PREOCCUPAZIONE per l’IMMAGINE e RICERCA di ALLEATI:
la relazione diventa parte centrale del conflitto; sviluppo di una
immagine del nemico totalmente negativa, ricerca di alleati
2° fase - conflitto centrato sulla relazione
• PERDITA DELLA FACCIA: attacchi diretti alla posizione
dell’altro; è la controparte in quanto tale a costituire “il
problema”; ciascuna parte cerca di spiegare il “vero
carattere” dell’altra, facendogli perdere la faccia
• STRATEGIE della MINACCIA: compaiono atti violenti;
ciascuno si sente minacciato e danneggiato da ciò che fa
l’altro.
3° fase - dalle parole ai fatti…
• DISTRUZIONE LIMITATA: la comunicazione è
interrotta, non si vede una soluzione al problema in cui vi
sia spazio anche per l’altro, considerato un ostacolo e un
pericolo; azioni dirette contro la controparte, per
distruggere il suo potenziale coercitivo; processi di deumanizzazione
DISINTEGRAZIONE: la base del potere , le risorse e la
legittimazione all’esistenza dell’altro sono gli obiettivi da
colpire
DISTRUZIONE RECIPROCA: il solo scopo diventa
l’eliminazione dell’altro, anche a prezzo della propria
esistenza
Due modalità per affrontare i
violenza
conflitti…
rancore
odio
incompatibilità
di scopi
nonviolenza
empatia
creativita’
L’approccio NONVIOLENTO di
Galtung - principi metodologici
• Il conflitto può essere sia fonte di violenza, sia fonte di
crescita: decisivo è il modo in cui lo si affronta
• Nessun singolo attore detiene tutta la responsabilità:
interdipendenza delle parti
• La responsabilità della trasformazione costruttiva del
conflitto risiede nelle scelte dei singoli attori:
potere/responsabilità di ciascuno
• L’azione intrapresa può avere conseguenze negative:
importanza della reversibilità delle azioni
• La forza deriva dall’unione per un fine comune:
cooperazione
L’approccio NONVIOLENTO di
Galtung - fondamenti
• Nessuno possiede la verità: ciascuno
la ricerca nel dialogo
• La vita è sacra: ahimsa, rifiuto della
violenza
Per trasformare in modo
nonviolento i conflitti…
• …costruire nuove consapevolezze
differenza tra aggressività e violenza
riflessione sugli atteggiamenti personali
• … sviluppare nuove competenze
dalla relazione di violenza alla relazione
di equivalenza
dalla logica del vincere alla logica del
comprendere
Il nostro percorso 2
Le competenze
Sviluppare competenze per la trasformazione
nonviolenta dei conflitti
Assertività
Decentramento
Comunicazione
Creatività
Assertività / Violenza
Alcuni dei più comuni atteggiamenti
assunti nei conflitti
Strategie nell’affrontare un conflitto
IMPORRE
“Si fa a modo mio”
ALTA
Strategie: Esercita controllo, entra
in competizione, agisce con la forza,
combatte.
Atteggiamento: Impaziente con
spirito di ricerca di informazioni e
impegnato nel progettare le azioni.
ENFASI SUI RISULTATI
basso interesse per
le relazioni
EVITARE
“Il conflitto? Cos’è il
conflitto?”
RISOLVERE
“Risolviamolo insieme”
elevato interesse per
i risultati
COMPROMESSO
“Io concedo qualcosa se
anche tu fai lo stesso”
Strategie: Abbassa le aspettative,
contratta, cerca un vantaggio
reciproco.
Atteggiamento: cauto ma
disponibile.
elevato interesse per
le relazioni
RICOMPORRE
basso interesse per i risultati
Strategie: evita, nega, ignora, si
astiene, ritarda.
Atteggiamento: rifiuta di entrare
nel dialogo e/o di raccogliere
informazioni.
BASSA
Strategie: Raccoglie informazioni,
cerca il dialogo, guarda alle
alternative possibili.
Atteggiamento: si preoccupa e si
impegna per cercare una soluzione.
Enfasi sulle relazioni
“Qualunque cosa dici per me
va bene”.
Strategie: è d’accordo, compiace,
attenua i toni, ignora le discordanze
Atteggiamento: interessato
all’opinione e all’approvazione degli
altri
ALTA
Atteggiamenti nelle situazioni di
conflitto
A. ATTIVITA’ individuale: penso a un conflitto interpersonale in cui
sono stato/a coinvolto/a, quindi su 3 diversi foglietti scrivo:
cosa ho provato
come ho reagito
di che cosa sentivo bisogno dopo
Poi metto a disposizione degli altri membri del gruppo la mia riflessione, contribuendo a costruire
due tabelloni, rispettivamente su i sentimenti e vissuti (A) e su atteggiamenti e comportamenti
(schema della violenza / nonviolenza verso di sé e verso gli altri).
B.
ATTIVITA’ plenaria: a conclusione delle due fasi di lavoro,
vi è uno scambio di osservazioni, confronti e riflessioni
Questionario di autoanalisi del
proprio comportamento
in situazioni di conflitto 1
• Pensa ad un conflitto nel quale sei stata/o
coinvolta/o e segna con una crocetta, tra i
comportamenti sotto elencati, quelli che più
si avvicinano al tuo tipo di reazione
immediata:
•COMPORTAMENTO
•1. evito la persona e cambio argomento
•2. ridicolizzo, scherzo sul problema
•3. sto zitto/a e mi comporto freddamente
•4. cerco di capire il punto di vista dell’altro
Qual è la tua
reazione
immediata? E
il
comportamento
successivo?
•5. chiedo scusa
•6. dico all’altro che mi sento in conflitto e vorrei parlarne
•7. limito il conflitto individuando aree di accordo
•8. minaccio
•9. esprimo i miei sentimenti senza accusare
•10. attacco verbalmente l’altro
•11. attacco fisicamente l’altro
•12. cedo e fingo di essere d’accordo
•13. rinvio ad un momento più calmo
•14. mi lamento finché ottengo ciò che voglio
•15. nascondo i miei sentimenti
•16. mi vendico
•17. cerco di convincerlo/a
•18. chiedo l’intervento di qualcuno che mi dia ragione
•19. cerco qualcuno che possa aiutarci a comprenderci meglio
•20. minimizzo, cercando di convincermi che non è poi così importante
Questionario di autoanalisi del
proprio comportamento
in situazioni di conflitto 2
• Se dovessi individuare i comportamenti messi in
atto in un momento successivo, sarebbero gli
stessi o sarebbero altri?
• I comportamenti individuati sono quelli per te
prevalenti, in genere, nelle situazioni di conflitto?
• Se è così, a che cosa lo attribuisci?
• Se, invece, il tipo di conflitto può influenzare
molto il comportamento di risposta, quali ti
sembrano le variabili più significative ?
Violenza nelle relazioni
(da
Pat Patfoort)
Modello Maggiore ( M ) – minore ( m )
M
abuso di potere
m
non uso del potere
Modello M - m
• Gli STRUMENTI sono le argomentazioni:
– Positive (del proprio punto di vista)
– Negative (sul punto di vista dell’altro)
– Distruttive (dell’altra persona)
• Il modo di percepire il conflitto è:
– Pericolo, distruzione, trappola
• Il COMPORTAMENTO è funzionale a vincere:
– Argomentazioni, giudizi, accuse, non ascolto
– Emotività mal gestita, scarico di responsabilità, mancanza
di fiducia
– Identificazione della posizione dell’altro con la persona
Nonviolenza nelle relazioni
(da
Pat Patfoort)
Equivalenza tra le parti in causa
nel rispetto delle loro differenze
Modello E - E
• Gli STRUMENTI sono la ricerca dei fondamenti e la
trascendenza del conflitto:
– Dal Mio punto di vista a quello dell’Altro
– Decentramento, ascolto, empatia
– Comprendere la sofferenze sia di sé che dell’altro
• Il COMPORTAMENTO è funzionale a comprendere:
–
–
–
–
–
Ascolto, empatia
Assunzione di responsabilità, rendersi parte attiva
Rispetto, anche se non si condividono le idee
Comunicazione nonviolenta
Dialogo
M-m
E-E
La contraddizione di scopi porta a :
• evidenziare ciò che
divide
• polarizzarsi sulle
differenze di interessi,
di sistemi di valori
• vedere le differenze
ma vedere anche ciò
che può essere comune
• riconoscere l’identità
dei bisogni primari
Competenze per la trasformazione
Relazione di
violenza M – m dei
Relazione
di equivalenza E- E
nonviolenta
conflitti
Logica del vincere
Logica del comprendere
Sentimenti di rabbia e indignazione… legati a un conflitto
Buttare addosso all’altro le
emozioni, argomentare per
aver ragione, giudicare,
accusare, ricattare…
Escalation dell’intensità:
aggressione / vittimizzazione
Uno vince l’altro perde
Gestire le emozioni con una
presa di distanza; elaborare,
simbolizzare, accettare…
Decentramento, ascolto,
comunicazione, dialogo
maieutico
Ricerca dei
FONDAMENTI e
TRASCENDENZA del
conflitto
I bisogni umani fondamentali
sopravvivenza Benessere = assenza di violenza
strutturale
Sicurezza = assenza di violenza
diretta
interni al
soggetto
identità
Appartenenza = avere ‘radici’
Autostima = realizzare il senso della
propria esistenza individuale
autonomia
Indipendenza = soddisfacimento dei
bisogni e sperimentazione dei propri
limiti
di relazione
con gli altri riconoscimento
Essere accettati per come si è e
stabilire relazioni significative
Possibili esiti di un conflitto
Vince A
Trascendenza
Compromesso
Fuga
Vince B
Un’ arancia, due bambini… tante
idee!
(da Galtung, www.transcend.org)
Pensate a tante possibili soluzioni, poi provate a
classificarle secondo il diagramma precedente.
Qualche esempio:
- si divide a metà l’arancia…
- si toglie l’arancia per evitare bisticci…
Una proposta di attività sulla
COMUNICAZIONE
L’orologio segna le 7,55. Paolo arriva di corsa a
scuola, proprio mentre suona la campana: ha
dovuto aspettare molto l’autobus. Entra in classe e
si siede accanto a Silvano. Gli racconta che ieri
sera ha avuto una discussione con i suoi genitori.
Suo padre gli ha detto che se non rimedia in
matematica non lo lascerà più andare a giocare a
pallone. Silvano lo rassicura: i genitori
minacciano, ma difficilmente puniscono!
Vero, falso, o ???
VERO
La scuola inizia alle 7,55
L’autobus non arrivava perché c’era uno sciopero
Silvano è il miglior amico di Paolo
Paolo dice a Silvano che ha discusso con i genitori
La scena si svolge nel mese di marzo
Paolo ha guardato la televisione la sera prima
Paolo gioca a calcio
I genitori di Silvano sono meno severi di quelli di
Paolo
Paolo va bene in matematica
FALSO
?
EMPATIA è la capacità di:
• … assumere la prospettiva e il ruolo
dell’altro/a (mettersi dal SUO punto di
vista)
• … aderire emotivamente, cioè condividere
le emozioni dell’altro/a
• … discriminare e riconoscere correttamente
le emozioni espresse dall’altro/a
E’ possibile SOSTARE nel conflitto,
sviluppando l’ASSERTIVITA’
L’attribuzione di importanza a sé e agli altri: una
pietra angolare della socializzazione
Il nostro percorso 3
Piste di lavoro nella scuola
L’educazione ai futuri
Lo sviluppo del sé ecologico
…..
Un approccio olistico
all’educazione
Un intreccio
tra:
* realtà esterna
e interna a sé
* presente,
passato e
futuro
Educazione ambientale ed educazione ai futuri –
le componenti di una educazione alla sostenibilità
Env. Educ. Res. 7 (4), 2001.
Educazione ai futuri
• Le idee che le persone hanno del futuro
influenzano il modo in cui agiscono ora, e le loro
azioni nel presente influenzano il futuro.
• E’ importante aiutare i giovani a diventare più
attivi nell’immaginare il futuro preferito:
 ragionare in termini di ‘futuri’, che sono possibili,
numerosi, a breve e a lungo termine
 interiorizzare l’idea che i futuri - almeno in parte - si
costruiscono attraverso le scelte del presente
L’atteggiamento è
importante!
Verso lo sviluppo del sé
ecologico
“Il sé è una metafora. Possiamo decidere di limitarlo
alla nostra pelle, alla persona, alla famiglia, alla
nostra organizzazione, alla nostra specie.
Possiamo scegliere i suoi confini nella realtà
obiettiva. La nostra consapevolezza illumina un
piccolo arco nelle più ampie correnti e negli
intrecci di sapere che ci interconnettono.
Ed è del tutto plausibile concepire una coesistenza
con con questi intrecci più ampi - con la rete che
connette”.
L’ecologia profonda
La grande visione sistemica del mondo ci
aiuta a riconoscere la nostra ‘immersione’
nella natura, supera la nostra alienazione
dal resto della creazione, e modifica il
modo in cui noi possiamo fare esperienza di
noi stessi attraverso un processo di
identificazione in continua espansione”.
Inter – essere
(Thich Nath Hahn)
“Io so che nella nostra vita precedente eravamo
alberi, e anche in questa vita continuiamo ad
essere alberi. Senza alberi non ci sono persone,
dunque alberi e persone inter - sono. Noi siamo
alberi, e aria, cespugli e nuvole. Se gli alberi non
possono sopravvivere, anche l’umanità è
destinata a perire”.
Il nostro percorso 4
Macroconflitti e complessità
– I diversi livelli e la varietà di cause
– Il ruolo della Scienza – dal riduzionismo
all’olismo
– Verso una partnership ecologica
– I conflitti socio-ambientali e la Scienza postnormale
– La gestione dell’incertezza e il principio
precauzionale
La tentazione della certezza
Noi tendiamo a vivere in un mondo di certezze,
di percezioni radicate, non sfiorate da dubbi;
siamo convinti che le cose sono così come le vediamo,
e che non c’è alternativa a ciò che sosteniamo come verità.
Questa è la nostra situazione quotidiana,
la nostra condizione culturale,
il modo abituale in cui esprimiamo il nostro essere umani.
Ora… questa è una sorta di invito a trattenersi
dall’abitudine di cedere alla tentazione della certezza.
H. Maturana e F. Varela - L’albero della conoscenza.
La scienza ‘post-normale’
Per affrontare problemi complessi e controversi è
opportuno che si esprima una varietà di punti di
vista, tutti ugualmente rispettabili
Incertezza
• Pluralità di punti di vista e complessità dei
problemi rendono necessario abbandonare
la ricerca di risposte certe; quando si
ragiona intorno a questioni controverse, si
può argomentare, ma non si può
‘dimostrare’ nel senso scientifico del
termine. E’ necessario dunque prendere
decisioni in condizioni di ‘ignoranza’
Il principio di precauzione
Verso un’ etica dell’errore: consapevoli di
scegliere in condizioni di ignoranza, si
ammette di poter sbagliare, e ci si pone
nella posizione di poter mantenere gli errori
entro limiti di correggibilità
Aspetti problematici del sapere
tecnico - scientifico
Le nuove capacità sviluppate dalla scienza sono
come un rubinetto, che consente all’umanità di
estrarre materie prime (legno, metalli, combustibili
fossili) a ritmo crescente, per produrre una quantità
sempre più grande di beni di consumo che poi
vengono ‘restituiti’ ai sistemi naturali come
prodotti di rifiuto.
Un cammino insostenibile
Alcuni possibili principi - guida
Educazione scientifica e macroconflitti
Associando
 l’ approccio riduzionista, disciplinare e analitico
 l’ approccio sistemico, transdisciplinare
 un ambito di scienza post-normale
gli studenti possono essere coinvolti in problemi
controversi e studi di casi conflittuali, e invitati a
discuterne tenendo ben presente il contesto di
riferimento: i limiti biofisici del nostro pianeta
vivente.
Il nostro percorso 5
I giochi di ruolo
Valenze educative della simulazione
Alcuni esempi concreti:
• Il conflitto Israele –Palestina
• Il problema degli allevamenti di gamberi
I giochi di ruolo:
una metodologia didattica
per affrontare i macroconflitti
Il conflitto israelo – palestinese
è un esempio emblematico della
complessità dei fattori che si
possono riconoscere in una
contrapposizione di lungo periodo
La scienza appare oggi dibattersi tra
molte incertezze, quando viene
chiamata a prendere decisioni
urgenti relative a problemi
ambientali su scala globale.
Creatività
&
regole
Due modalità di ‘gioco’
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DELL’ECOLOGIA
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Strategie per l’azione diretta nonviolenta a
partire da una lotta in India Alberto L’Abate
a. L’ANALISI
ANALISI
DISTRUZIONE
DELL’ ECONOMIA
Strategie per l’azione diretta nonviolenta a
partire da una lotta in India Alberto L’Abate
b. LA RICERCA DI SOLIDARIETA’
SOLIDARIETA’
Strategie per l’azione diretta nonviolenta a
partire da una lotta in India Alberto L’Abate
ALTERNATIVE
c. LA RICERCA DI ALTERNATIVE
RICHIAMO AI MEDIA E ALLA CORTE SUPREMA
RICERCA DI SOLIDARIETA’
ALLARGAMENTO AD ALTRE ZONE
RICERCA D INTERESSI COMUNI
RICERCA DELLA CASISTICA
CONFERENZE E INCONTRI
ANALISI DELLE CAUSE E DELLA DIFFUSIONE
LAVORO DI COSCIENTIZZAZIONE E DI FORMAZIONE NV
LE MARCE
Arancio
Una
sintesi
del
nostro
percorso
Scarica

Il conflitto – rischio e opportunità