SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE
27 Dicembre 2009
Nella santa Famiglia ci hai dato un vero modello di vita
PER CELEBRARE…
-
La festa della Santa Famiglia di Nazareth non può ridursi a semplice immagine
devozionale. La famiglia, esperienza dell’amore che si dona e si diffonde, può diventare il
segno del progetto di Dio sull’umanità. La Chiesa e il mondo d’oggi, che si interrogano sul
significato e sul ruolo della famiglia, possono qui trovare una risposta: questo segno ci
rinvia al mistero della vita che non è prodotto dei nostri sforzi, ma è dono che ci spinge ad
affidarci alla Provvidenza di Dio.
-
Nella pericope evangelica odierna la famiglia di Nazareth consegna al credente una
preziosa verità: obbedienza e libertà, lungi dall’essere poli opposti, si implicano a vicenda,
perché la libertà è per il servizio; e la famiglia è la culla e la prima scuola in cui apprendere
questa verità. L’obbedienza che Gesù vive a Nazareth, nella sua famiglia, diventa
espressione di quella suprema libertà che si fa dono totale di sé. La Prima Lettura presenta
la nascita e la consacrazione di Samuele, il bambino che Anna riceve come dono dal
Signore, lei che per lunghi anni era rimasta sterile. Questo bambino, come ogni bambino, è
segno della grazia di Dio e della sua benedizione sull’umanità. Giovanni, l’autore della
Seconda Lettura, mostra come l’amore di Dio si dona al mondo in Gesù Cristo, il Figlio: la
figliolanza divina che anche noi riceviamo nel Figlio non è frutto della ricerca umana, ma è
grazia che Dio continua a effondere su di noi.
-
Dio ha voluto che suo Figlio venisse ad abitare in mezzo a noi per compiere la sua opera di
salvezza a favore dell’umanità e ha scelto di compiere tale progetto con la collaborazione
di due creature: una donna, Maria, e un uomo, Giuseppe. Il Verbo della Vita è stato
generato in una famiglia ed è all’interno di essa che è cresciuto come uomo: è qui che egli
deve aver imparato alcune di quelle qualità umane che, molto probabilmente, saranno
state proprie di Giuseppe - come l’impegno nel lavoro, la resistenza alla fatica, il rispetto
per la Legge, l’onestà, l’umiltà, il silenzio - e di Maria - come l’attenzione per gli ultimi, il
rispetto per le persone, lo spirito di servizio, la sensibilità per i poveri. Se da una parte,
guardando all’umanità di Gesù, possiamo comprendere quanta importanza Dio nutre nei
confronti dell’uomo («La gloria di Dio è l’uomo vivente», affermava sant’Ireneo), dall’altra,
guardando al periodo vissuto da Gesù nella casa di Nazaret, possiamo comprendere la
grandezza della famiglia.
-
La Liturgia di oggi vuole rincuorare le famiglie che partecipano alla santa assemblea e
tracciare davanti ad esse un sentiero luminoso, che esse possano percorrere con fiducia.
-
Si faccia attenzione a non ridurre l’omelia ad una “catechesi” sulla famiglia…
L'esempio di Nazaret
Dai «Discorsi» di Paolo VI, papa (Discorso tenuto a Nazaret, 5 gennaio 1964)
La casa di Nazaret è la scuola dove si è iniziati a comprendere la vita di Gesù, cioè la scuola del Vangelo.
Qui si impara ad osservare, ad ascoltare, a meditare, a penetrare il significato così profondo e così
misterioso di questa manifestazione del Figlio di Dio tanto semplice, umile e bella. Forse anche
impariamo, quasi senza accorgercene, ad imitare.
Qui impariamo il metodo che ci permetterà di conoscere chi è il Cristo. Qui scopriamo il bisogno di
osservare il quadro del suo soggiorno in mezzo a noi: cioè i luoghi, i tempi, i costumi, il linguaggio, i sacri
riti, tutto insomma ciò di cui Gesù si servì per manifestarsi al mondo.
Qui tutto ha una voce, tutto ha un significato. Qui, a questa scuola, certo comprendiamo perché dobbiamo
tenere una disciplina spirituale, se vogliamo seguire la dottrina del Vangelo e diventare discepoli del
Cristo. Oh! come volentieri vorremmo ritornare fanciulli e metterci a questa umile e sublime scuola di
Nazaret! Quanto ardentemente desidereremmo di ricominciare, vicino a Maria, ad apprendere la vera
scienza della vita e la superiore sapienza delle verità divine! Ma noi non siamo che di passaggio e ci è
necessario deporre il desiderio di continuare a conoscere, in questa casa, la mai compiuta formazione
all'intelligenza del Vangelo. Tuttavia non lasceremo questo luogo senza aver raccolto, quasi
furtivamente, alcuni brevi ammonimenti dalla casa di Nazaret.
In primo luogo essa ci insegna il silenzio. Oh! se rinascesse in noi la stima del silenzio, atmosfera
ammirabile ed indispensabile dello spirito: mentre siamo storditi da tanti frastuoni, rumori e voci
clamorose nella esagitata e tumultuosa vita del nostro tempo. Oh! silenzio di Nazaret, insegnaci ad essere
fermi nei buoni pensieri, intenti alla vita interiore, pronti a ben sentire le segrete ispirazioni di Dio e le
esortazioni dei veri maestri. Insegnaci quanto importanti e necessari siano il lavoro di preparazione, lo
studio, la meditazione, l'interiorità della vita, la preghiera, che Dio solo vede nel segreto.
Qui comprendiamo il modo di vivere in famiglia. Nazaret ci ricordi cos'è la famiglia, cos'è la comunione di
amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro ed inviolabile; ci faccia vedere com'è
dolce ed insostituibile l'educazione in famiglia, ci insegni la sua funzione naturale nell'ordine sociale.
Infine impariamo la lezione del lavoro. Oh! dimora di Nazaret, casa del Figlio del falegname! Qui
soprattutto desideriamo comprendere e celebrare la legge, severa certo ma redentrice della fatica
umana; qui nobilitare la dignità del lavoro in modo che sia sentita da tutti; ricordare sotto questo tetto
che il lavoro non può essere fine a se stesso, ma che riceve la sua libertà ed eccellenza, non solamente da
quello che si chiama valore economico, ma anche da ciò che lo volge al suo nobile fine; qui infine vogliamo
salutare gli operai di tutto il mondo e mostrar loro il grande modello, il loro divino fratello, il profeta di
tutte le giuste cause che li riguardano, cioè Cristo nostro Signore.
INTRODUZIONE
La Liturgia odierna, all’interno della celebrazione del mistero dell’Incarnazione, ci ricorda che
Dio in Gesù si è fatto uomo ed ha avuto bisogno di una famiglia. In questa famiglia ha passato
la parte più lunga della sua esistenza senza far trapelare nulla di straordinario da destare
l’attenzione su di sé.
Di una famiglia “normale” ha avuto bisogno per crescere e per inserirsi nella vita del villaggio,
per apprendere il patrimonio di saggezza, di religiosità, di forza interiore che i genitori
trasmettevano ai figli, per vivere pienamente l’amore e il rispetto per Dio.
Gesù, dunque, ha imparato da Maria e Giuseppe quello che gli serviva per essere uomo ed
ebreo fedele a Dio. Se questa Famiglia santa ci viene proposta a modello è perché ha posto la
sua fiducia in Dio; perché ha dato la sua disponibilità ad entrare nel piano di Dio ed accogliere
tutte le sorprese nascoste: gioie e dolori; perché è stata fedele nel compiere il suo ruolo
insostituibile.
L’Eucaristia che ci apprestiamo a celebrare ci insegni a vivere la nostra quotidianità come la
Santa Famiglia di Nazaret.
LITURGIA DELLA PAROLA
PRESENTAZIONE DELLA PAROLA DI DIO
Nella famiglia di Nazareth la promessa di salvezza diventa realtà concreta, ma apre pure ad
una nuova attesa. Promessa e attesa sono legate dall’obbedienza dei credenti che si lasciano
coinvolgere nel mistero.
PREGHIERA DEI FEDELI
e BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE
Uniti con la famiglia di Nazareth, modello e immagine dell'umanità nuova, innalziamo al Padre
la nostra preghiera, perché tutte le famiglie diventino luogo di crescita in sapienza e grazia.
Preghiamo insieme e diciamo: Rinnova le nostre famiglie, Signore.
1. Per la santa Chiesa di Dio, perché esprima al suo interno e nei rapporti con il mondo il
volto di una vera famiglia, che sa amare, donare, perdonare, preghiamo.
2. Per la famiglia, piccola Chiesa, perché ispiri ai vicini e ai lontani la fiducia nella
Provvidenza, che aiuta ad accogliere e a promuovere il dono della vita, preghiamo.
3. Per i genitori e i figli, perché nell'intesa profonda e nello scambio reciproco sappiano
costruire un'autentica comunità domestica, che cresce nella fede e nell'amore,
preghiamo.
4. Per i fidanzati, perché nella realtà unica e irripetibile del loro amore, sentano la
presenza di Dio Padre, che li ha fatti incontrare e li guiderà in ogni momento della vita,
preghiamo.
5. Per le famiglie nuove, perché possano avere una casa lieta e accogliente, in cui non
manchi la salute, la serenità la capacità di diffondere il messaggio di speranza e di pace,
preghiamo.
6. Per quanti non hanno una famiglia, perché ognuno di noi possa avere un cuore attento
alla sofferenza di chi vive accanto a noi e di ogni fratello, preghiamo.
7. Per noi, che apparteniamo alla grande Famiglia di questa Parrocchia, perché pensiamo
a quanti stanno attraversando momenti di prova, di lutto, di disoccupazione o di
malattia e sviluppiamo tra noi l’aiuto reciproco. Preghiamo.
Noi ti lodiamo e ti benediciamo, o Padre, dal quale proviene ogni paternità in
cielo e in terra.
Fa' che mediante il tuo Figlio Gesù Cristo, nato da Donna per opera dello Spirito
Santo, ogni famiglia diventi un vero santuario della vita e dell'amore per le
generazioni che sempre si rinnovano.
Fa' che il tuo Spirito orienti i pensieri e le opere dei coniugi al bene della loro
famiglia e di tutte le famiglie del mondo.
Fa' che i figli trovino nella comunità domestica un forte sostegno per la loro
crescita umana e cristiana.
Fa' che l'amore, consacrato dal vincolo del matrimonio, si dimostri più forte di
ogni debolezza e di ogni crisi.
Concedi alla tua Chiesa di compiere la sua missione per la famiglia e con la
famiglia in tutte le nazioni della terra.
Per Cristo nostro Signore. T - Amen.
Scarica

Messa della Santa Famiglia (27 dicembre 2009)