Periodico trimestrale delle parrocchie delle Unità Pastorali di Guastalla e Pieve
Unità Pastorali: la nostra Chiesa
tra la gente
di Matteo Gelmini
“Le unità pastorali sono il nuovo tipo di presenza della Chiesa sul territorio,
facendo oggi per scelta ciò che fra qualche anno saremmo costretti a fare
per necessità e cogliendo questo tempo non come una sfida ma come una
opportunità di crescita”
C
osì don Alberto Nicelli, in veste di Vicario generale (era il dicembre 2014, poco meno di un anno fa, ma il percorso era già stato
intrapreso da circa un anno), spiegava sul nostro giornale «Voce»
– rispondendo ad alcune domande postegli dalla redazione – lo
spirito col quale ci si stava avviando agli importanti cambiamenti
che, soprattutto nei mesi scorsi, con le nomine di fine giugno e
gli ultimi ingressi avvenuti a metà ottobre, hanno cominciato a
rendere concretamente l’idea di questo cambiamento, a lungo meditato, preparato, atteso.
Le nostre parrocchie guastallesi iniziarono a prenderne coscienza
in modo più forte nel momento in cui i rispettivi Consigli pastorali
vennero sollecitati a riflettere e ad interrogarsi concretamente sul
futuro delle comunità a partire dal «Documento di lavoro» sulle
Unità pastorali predisposto dalla Diocesi come traccia.
Il Vicario tornò sull’argomento in un’intervista pubblicata a luglio
sul settimanale diocesano, parlando a tutto campo di quella che
fu definita un’“opera di ristrutturazione della presenza territoriale
della nostra Chiesa”, e in quell’occasione tenne a rimarcare come
“tutto il lavoro che si sta facendo non è frutto di improvvisazione
o di decisioni prese a tavolino”, ma il risultato di scelte collegiali e
di “centinaia di contatti, riunioni e sopralluoghi”.
L’Assemblea del Clero e degli Operatori pastorali tenutasi il 24
settembre era stata poi l’occasione per far conoscere la rinnovata
geografia diocesana, costituita dalle 60 unità pastorali che comporranno il territorio nei prossimi anni; alcune di esse sono già
sorte, altre nasceranno nel tempo.
Una di queste sarà proprio l’Unità pastorale di Guastalla, che
sarà formata dalle parrocchie della Concattedrale - con la B.V. della
Porta - e da Tagliata, Pieve, San Martino, Baccanello, San Giacomo
e San Rocco.
Decisioni pastorali che tentano di guardare lontano, protese a un
domani “con meno preti”, sì, ma nel quale avranno un posto fondamentale “la corresponsabilità dei laici e la ministerialità”. Lo
stesso ruolo dei preti ‘anziani’ – rimarca don Alberto – sarà molto
importante: “fintanto che avremo sacerdoti disponibili all’ascolto,
alla confessione, alla celebrazione della Messa e a ‘tamponarÈ in
tanti momenti le esigenze delle comunità, la vita dell’unità pastorale ne trarrà solo giovamento”.
Concetti rafforzati dal Vescovo stesso durante la diretta di domenica 18 ottobre, seguita in contemporanea da tutti i Consigli pastorali della Diocesi attraverso la tv, oppure in streaming sul web.
Nel corso del collegamento monsignor Camisasca si è rivolto ai suoi
interlocutori richiamandosi agli «Orientamenti diocesani per le
Unità pastorali» (il documento è scaricabile da www.diocesi.re.it):
“Credo fortemente”, ha detto, “in questa traiettoria che la nostra Chiesa
sta prendendo”. Che a ben vedere non rappresenta affatto una novità – ha precisato poco dopo –, un salto nel buio, bensì “una nuova
marcia in un lavoro che prosegue”.
Un cammino da percorrere – ha voluto aggiungere il Vescovo –
nella comunione, e senza timore. Poiché “è Gesù che ritroviamo
continuamente nelle forme nuove che la storia ci invita ad incontrare”.
Prepariamoci allora, come da invito speculare rivoltoci dal Vicario,
a vivere con fiducia questa esperienza, “e a spenderci in essa aprendo
occhi e cuore”.
Foto di Giuseppe M. Codazzi
CHIESA VIVA
Laudato si’: una lettera con cui
Francesco ci invita a leggere uno
straordinario “libro del Creato”
a cura di don Emanuele Benatti
è
stata presentata con diversi aggettivi la Lettera di papa Francesco «Laudato si’»… Enciclica verde, ecologica, no-global…
Il Papa stesso ha precisato che si tratta in realtà di una Enciclica
sociale, di “una prolungata riflessione, gioiosa e drammatica insieme”
(n. 246), sulla relazione/comunione degli essere umani e sulla casa
comune.
Il tema è ben più ampio, dunque, rispetto all’ambito strettamente ecologico o ambientale. E lo scopo della Lettera non è solo la
denuncia di comportamenti predatori, iniqui, presenti ed evidenti
nella società globale, e della “generale indifferenza di fronte a tante tragedie” (n. 25).
L’obiettivo del Papa è propriamente quello di entrare in dialogo
con tutti riguardo alla “casa comune”, condividere la preoccupazione per il futuro stesso del pianeta e dell’umanità, orientando
persone, comunità, governi e società a cogliere ed accogliere anzitutto la bellezza del dono offerto continuamente dal Dio Creatore;
ad avere, come san Francesco, uno sguardo contemplativo, mistico, eucaristico, sulla realtà del creato.
Solo di conseguenza, ovviamente, il Papa chiede con forza una
presa di coscienza e un’assunzione di responsabilità, un impegno
di conversione ecologica integrale, stile e disciplina di vita permanente, alternativa rispetto alla pratica consumistica, alla cultura
dello spreco e dello scarto, al pragmatismo tecnologico ed economico divinizzato, alle leggi di mercato che deturpano il volto, il
cuore, il mistero della vita umana e della natura.
Bastino queste brevi citazioni sparse a stimolare la nostra lettura:
“Le previsioni catastrofiche ormai non si possono più guardare con disprezzo e ironia. Potremmo lasciare alle prossime generazioni troppe
macerie, deserti e sporcizia. Il ritmo di consumo, di spreco e di alterazione dell’ambiente ha superato le possibilità del pianeta (n. 161) ... Eppure,
non tutto è perduto, perché gli esseri umani, capaci di degradarsi fino
all’estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi, al di là di qualsiasi condizionamento psicologico e sociale che
venga loro imposto…Non esistono sistemi che annullino completamente
l’apertura al bene, alla verità e alla bellezza, né la capacità di reagire, che
Dio continua ad incoraggiare dal profondo dei nostri cuori” (n. 205).
Facendo eco e riprendendo un passo della «Caritas in veritate» di
Benedetto XVI, papa Francesco invita a leggere il libro della creazione, uno e indivisibile (n. 6), libro stupendo scritto da Dio stesso
(n. 85), nel quale si scopre che tutto è connesso (cfr il n. 217, sulla
relazione tra il deserto esteriore e quello interiore); un libro dove si
impara a conoscere il passato, a riflettere sul presente e a convertirsi al futuro con progressiva, positiva e decisa intraprendenza,
capace di rivelare la nobiltà della cura del creato con piccole azioni
quotidiane (n. 211).
I capitoli V e VI dell’Enciclica contengono numerosi suggerimenti
e indicazioni per un’etica, un’azione, un’educazione e una spiritualità ecologica, cioè per nuove relazioni, una nuova alleanza,
una vera convivialità tra il Creatore, l’umanità e la creazione. San
Francesco ci direbbe: “Cominciate a fare ciò che è necessario, poi ciò
che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”!
Incontro con don Bruno Bignami sull’Enciclica Laudato si’
Nella serata di venerdì 13 novembre alle ore 21,
presso il Salone Padre Paolino a Guastalla, si terrà un
incontro con don Bruno Bignami e Walter Ganapini
per presentare l’enciclica di papa Francesco
“Laudato sì”. L’importanza del tema e le tante novità
che l’enciclica propone verranno analizzate da due
personalità che da sempre si occupano di natura e
ambiente. Don Bruno ha riflettuto a lungo sui temi
della sostenibilità, sul tema dell’acqua come bene
pubblico e sui riflessi del tema ambientale in relazione
alla povertà nel mondo. Walter Ganapini è da sempre
impegnato, come ambientalista, a promuovere
campagne di sensibilizzazione e di scelta di nuove
pratiche per il rispetto dell’ambiente.
È una occasione importante per far crescere una
consapevolezza matura sul rapporto uomo-mondo,
perché da questa dipende il futuro dell’intera umanità.
L’ingresso alla serata è gratuito.
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della Comunità Cristiana - n. 13 - Ottobre 2015
CHIESA VIVA
Papa Francesco: un giubileo per riconciliarsi
con Dio e con i fratelli
di Papa Francesco
R
isuona ancora in tutti noi il saluto di Gesù Risorto ai suoi discepoli la sera di Pasqua: «Pace a voi!» (Gv 20,19).
La pace, soprattutto in queste settimane, permane come il desiderio di tante popolazioni che subiscono la violenza inaudita della
discriminazione e della morte, solo perché portano il nome cristiano. La nostra preghiera si fa ancora più intensa e diventa un
grido di aiuto al Padre ricco di misericordia, perché sostenga la
fede di tanti fratelli e sorelle che sono nel dolore, mentre chiediamo di convertire i nostri cuori per passare dall’indifferenza alla
compassione.
San Paolo ci ha ricordato che siamo stati salvati nel mistero della
morte e risurrezione del Signore Gesù. Lui è il Riconciliatore, che
è vivo in mezzo a noi per offrire la via della riconciliazione con Dio
e tra i fratelli. L’Apostolo ricorda che, nonostante le difficoltà e le
sofferenze della vita, cresce tuttavia la speranza nella salvezza che
l’amore di Cristo ha seminato nei nostri cuori. La misericordia di
Dio si è riversata in noi rendendoci giusti, donandoci la pace.
Una domanda è presente nel cuore di tanti: perché oggi un Giubileo della Misericordia? Semplicemente perché la Chiesa, in
questo momento di grandi cambiamenti epocali, è chiamata ad
offrire più fortemente i segni della presenza e della vicinanza di
Dio. Questo non è il tempo per la distrazione, ma al contrario per
rimanere vigili e risvegliare in noi la capacità di guardare all’essenziale.
MESSA IN CHIESA E MESSA IN TV È la stessa cosa la Messa in chiesa e la
Messa in TV? Possiamo rispondere con un’altra domanda: è la stessa cosa mangiare al ristorante e vedere in TV la gente che mangia?
Chi mangia al ristorante ha lo stomaco pieno; chi vede il ristorante in TV ha lo stomaco vuoto. La Messa in TV è da consigliare ai
malati che ascoltano le letture e fanno la comunione di desiderio.
LA PREDICA Sono andato a trovare mia figlia e là ho preso la Messa. La
predica non finiva mai.
La TV ha modificato molte cose. Prima della TV la gente ascoltava
volentieri una predica di quindici minuti. In Duomo a Milano un
prete addirittura 22 minuti. Oggi non è più così. Abituati all’immagine ci è difficile stare attenti più di 10-12 minuti circa. Un prete
scrittore dice che per l’omelia bisogna fare un inizio bello; una conclusione pure bella; però tra l’inizio e la conclusione deve passare
poco tempo.
ANDAVA MEGLIO UNA VOLTA Ragazzi di dodici anni che si uccidono. Altri
che si drogano. Genitori che non hanno un vero dialogo con i figli. Dove
andremo a finire?
Sarà meglio domandarci dove dobbiamo cominciare. Seguire i
figli con la preghiera. Anche sui piccoli tracciare una croce sulla
fronte in segno quasi di benedizione. I genitori non cerchino che
i figli diventino dei campioni, però è bene che amino il gioco. È
bene che i figli facciano i compiti senza aver bisogno dei genitori i
quali però dovranno aiutarli a impegnarsi a studiare con metodo
per apprezzare anche il gusto del sapere.
È il tempo per la Chiesa di ritrovare
il senso della missione che il Signore le ha affidato il giorno di Pasqua:
essere segno e strumento della misericordia del Padre (cfr Gv 20,21-23).
È per questo che l’Anno Santo dovrà
mantenere vivo il desiderio di saper
cogliere i tanti segni della tenerezza che Dio offre al mondo intero
e soprattutto a quanti sono nella sofferenza, sono soli e abbandonati, e anche senza speranza di essere perdonati e di sentirsi amati
dal Padre. Un Anno Santo per sentire forte in noi la gioia di essere
stati ritrovati da Gesù, che come Buon Pastore è venuto a cercarci
perché ci eravamo smarriti. Un Giubileo per percepire il calore del
suo amore quando ci carica sulle sue spalle per riportarci alla casa
del Padre. Un Anno in cui essere toccati dal Signore Gesù e trasformati dalla sua misericordia, per diventare noi pure testimoni
di misericordia. Ecco perché il Giubileo: perché questo è il tempo
della misericordia. È il tempo favorevole per curare le ferite, per
non stancarci di incontrare quanti sono in attesa di vedere e toccare con mano i segni della vicinanza di Dio, per offrire a tutti, a
tutti, la via del perdono e della riconciliazione.
La Madre della Divina Misericordia apra i nostri occhi, perché
comprendiamo l’impegno a cui siamo chiamati; e ci ottenga la
grazia di vivere questo Giubileo della Misericordia con una testimonianza fedele e feconda.
SEI UN AMICO Ho un’attività che mi permette di vivere discretamente.
Adesso però sono in difficoltà perché alcune persone non pagano. Loro vanno in vacanza e io no. Si accontentano di dire che sono amici.
Purtroppo aumenta il numero delle persone che non rispettano
la parola data. Anzi si ritengono furbi. In realtà non lo sono ma
sono poveri di buon senso. Se avessero un po’ di giudizio non andrebbero in vacanza ma, prima, restituirebbero la somma dovuta.
Non si possono chiamare amici.
PASSARE LA NOTTE NEL DIVERTIMENTO Un prete ha suggerito di tenere
aperto l’oratorio anche di notte perché i giovani, invece di drogarsi, sono in
un luogo sicuro.
Si può tentare questa strada per divertirsi però può essere molto
più utile ricordare quello che dicevano i nonni: la notte è fatta per
dormire.
FARE LA COMUNIONE DUE VOLTE. SI PUO’? Una domenica di settembre
al mattino ho partecipato alla Messa con i miei due figli. Al pomeriggio sono
andata con mio marito al matrimonio di una nipote e abbiamo di nuovo fatto
la comunione. Ho chiesto a due preti se ho fatto bene. Uno mi ha detto di si;
l’altro mi ha risposto che si può fare una sola volta. Chi ha ragione
Lei prenda il messale che usa il prete ed è sull’altare. La CEI (Conferenza episcopale italiana) dopo la bella introduzione, ha scritto
alcune precisazioni. La precisazione 9 recita: “Chi, pur essendosi
già accostato alla mensa eucaristica, parteciperà nello stesso giorno ad un’altra Messa, potrà, anche nel corso di essa, ricevere nuovamente, cioè una seconda volta, la Comunione”.
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CHESA VIVA
Il Vescovo annuncia il Giubileo della Misericordia
a cura del Vescovo Massimo
M
ancano 3 mesi esatti all’inizio dell’Anno Santo straordinario
della Misericordia, indetto da Papa Francesco e che Egli inaugurerà per tutta la Chiesa, martedì 8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione e 50° della solenne conclusione del Concilio
Vaticano II.
Come ha scritto nella lettera di una settimana fa, il desiderio del
Papa è che «il Giubileo sia esperienza viva della vicinanza del Padre,
quasi a voler toccare con mano la sua tenerezza, perché la fede di ogni
credente si rinvigorisca e così la testimonianza diventi sempre più efficace. Il mio pensiero — continua il Santo Padre — va, in primo luogo, a
tutti i fedeli che nelle singole Diocesi, o come pellegrini a Roma, vivranno la grazia del Giubileo. Desidero che l’indulgenza giubilare giunga per
ognuno come genuina esperienza della misericordia di Dio, la quale a
tutti va incontro con il volto del Padre che accoglie e perdona, dimenticando completamente il peccato commesso. Per vivere e ottenere l’indulgenza i fedeli sono chiamati a compiere un breve pellegrinaggio verso
la Porta Santa, aperta in ogni Cattedrale». È questa, cari fedeli, la
principale novità del Giubileo straordinario: pertanto anche nella
nostra Cattedrale, domenica 13 dicembre, con la solenne Eucaristia alle ore 16, da me presieduta e concelebrata da tutti i sacerdoti e diaconi della Diocesi, verrà aperta la porta Santa. Durante
l’anno Giubilare ci saranno diverse iniziative di cui comunicheremo più avanti il calendario e verranno compiuti dei pellegrinaggi
alla Cattedrale, secondo un programma che stiamo predisponendo; in particolare nelle cinque domeniche di Quaresima, ci saranno i pellegrinaggi da tutti i Vicariati della Diocesi. Per prepararci
adeguatamente alla conversione che si esprimerà nei pellegrinaggi
personali o comunitari, verranno indicate alcune chiese su tutto il
territorio diocesano, tra cui la prima questa Basilica della Ghiara,
come luoghi della riconciliazione, con una dedizione più assidua
dei sacerdoti diocesani e religiosi al ministero della Confessione.
Il secondo pensiero del Papa, nella sua lettera, va «a quanti per
diversi motivi saranno impossibilitati a recarsi alla Porta Santa, gli ammalati e le persone anziane e sole, spesso in condizione di non poter
uscire di casa. …. Vivere con fede e gioiosa speranza questo momento di
prova, ricevendo la comunione o partecipando alla santa Messa e alla
preghiera comunitaria, anche attraverso i vari mezzi di comunicazione,
sarà per loro il modo di ottenere l’indulgenza giubilare». Per questo nei
pellegrinaggi vicariali ci sarà la possibilità di collegarsi mediante i
nostri servizi diocesani di comunicazione.
Il Papa prosegue con il pensiero ai carcerati: «A tutti costoro giunga concretamente la misericordia del Padre che vuole stare vicino a chi
ha più bisogno del suo perdono. Nelle cappelle delle carceri potranno
ottenere l’indulgenza, e ogni volta che passeranno per la porta della loro
cella, rivolgendo il pensiero e la preghiera al Padre, possa questo gesto
significare per loro il passaggio della Porta Santa, perché la misericordia
di Dio, capace di trasformare i cuori, è anche in grado di trasformare le
sbarre in esperienza di libertà».
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della Comunità Cristiana - n. 13 - Ottobre 2015
Ringrazio profondamente
il Santo Padre per avere
concesso a tutti i sacerdoti,
durante l’anno giubilare,
la facoltà di assolvere dal
peccato di aborto, anche
quanti lo hanno procurato
e, pentiti di cuore, ne chiedono il perdono.
A tutti i sacerdoti desidero
ricordare quanto il Papa ha
sottolineato: «i sacerdoti si
preparino a questo grande
compito sapendo coniugare
parole di genuina accoglienza con una riflessione che
aiuti a comprendere il peccato commesso e indicare un
percorso di conversione autentica».
Mi auguro che tutti coloro che sono segnati da questa dolorosa
ferita, possano ricorrere con larghezza alla fonte di conversione e
di rinnovamento della vita rappresentata dall’Anno della Misericordia. Tutti i sacerdoti illustrino ai fedeli le condizioni per poter
ricevere l’indulgenza giubilare.
Infine, il Santo Padre chiede «che la Chiesa riscopra in questo tempo
giubilare la ricchezza contenuta nelle opere di misericordia corporale e
spirituale. L’esperienza della misericordia, infatti, diventa visibile nella
testimonianza di segni concreti come Gesù stesso ci ha insegnato. Ogni
volta che un fedele vivrà una o più di queste opere in prima persona otterrà certamente l’indulgenza giubilare. Di qui l’impegno a vivere della
misericordia per ottenere la grazia del perdono completo ed esaustivo
per la forza dell’amore del Padre che nessuno esclude».
La nostra diocesi è ricca di luoghi nei quali si vivono quotidianamente le 14 opere di misericordia, corporale e spirituale. Oltre
alle parrocchie, agli ospedali e alle carceri, vorrei qui indicare a
tutti i fedeli le Case della Carità, le mense del Povero e l’Hospice
come luoghi privilegiati nei quali sarà possibile vivere la grazia del
giubileo.
Non possiamo ignorare, a tal proposito, l’appello che Papa Francesco ha fatto domenica all’Angelus, invitando ogni parrocchia ad
accogliere una famiglia di profughi, come segno di un’autentica
preparazione al Giubileo della Misericordia. Faccio mio l’appello
del Papa per la nostra Diocesi e, consapevole di quanto non bastino le parole, ho incaricato la Caritas di aiutare e accompagnare le
parrocchie perché possano attuare con intelligenza e con larghezza di cuore questo appello all’accoglienza.
Confidando nell’intercessione della Madre della Misericordia,
affidiamo alla sua protezione la preparazione di questo Giubileo
Straordinario. E sul cammino che ci attende, invochiamo la benedizione del Signore.
VITA DELLA COMUNITà
Suore con la valigia
Domenica 30 agosto per la comunità guastallese ricorrevano
due importanti appuntamenti.
Il primo si è svolto alle ore 10.30 presso la chiesa dei Servi e riguardava il saluto a Suor Carmen che dopo
pochi anni trascorsi nella nostra parrocchia è stata trasferita presso la comunità di Milano.
“Anche quest’anno, come spesso è avvenuto negli ultimi anni, abbiamo salutato alcune suore che
sono andate a servire il Signore in altre comunità. È sempre un momento molto impegnativo per
noi e per loro, sotto tutti i punti di vista.
Suor Maria Carmen era venuta a Guastalla nel settembre 2011 e subito ha cominciato il suo
apostolato con grande disponibilità e apertura verso tutti. Il terremoto l’ha impegnata nella ristrutturazione della casa, ma l’amore e la cura per gli edifici della scuola in genere sono sempre
stati evidenti : ha provveduto a rinnovare e rimodernare diversi ambienti così da garantire a
tutti un’accoglienza più “ colorata “. In realtà la prima forma di accoglienza per la quale la vogliamo ringraziare è il suo sorriso, pronto e sincero verso chiunque. Con la stessa solerzia ha
generosamente offerto il suo servizio in tanti momenti della vita scolastica e comunitaria: dove
c’era bisogno, lei era lì. In mensa, in classe, all’ospedale, in cortile... Nonostante la sua giornata
la occupasse per buone 25 ore di lavoro, non ha mai trascurato la preghiera, né con la propria
comunità né con tutti coloro che condividevano i momenti della vita scolastica. Ha aperto le porte
della nostra bellissima cappella per tutti, specialmente nei momenti forti dell’anno, proponendo
il venerdi e la domenica sera la possibilità di fermarsi a pregare insieme. Ci ha insegnato, senza
parlare, che la vita è servizio e dono, che va vissuta pienamente e che ciò è possibile solo ed unicamente partendo dal Signore. Grazie suor Carmen, ti auguriamo un po’ di riposo e tanta
vita, piena dell’Amore che tanto ami e tanto ci ama…”
Donata
Al posto di Suor Carmen, oggi siamo lieti di dare il nostro più grande ed affettuoso
benvenuto a Suor Sara alla quale auguriamo buon lavoro e alla quale assicuriamo il nostro sostegno nella preghiera.
“Suor Sara Alberini, nativa di Eraclea (VE), è giunta a Guastalla dalla comunità di Colombare,
sul Lago di Garda. Ha alle spalle cinquant’anni di vita religiosa, celebrati in agosto, una ricca
esperienza apostolica vissuta in numerose comunità, piccole e grandi, di cui è stata più volte responsabile. Ha profuso la sua competenza e le sue doti umane soprattutto tra i bimbi della Scuola
dell’Infanzia e nella catechesi parrocchiale, lasciando ovunque il segno della sua serena disponibilità a seguire il Signore laddove Egli chiama”
L’altro importante avvenimento si è svolto alle ore 16.30 presso la Casa Madre delle nostre
Suore Orsoline in quel di Verona e riguardava il cinquantesimo di vita religiosa di Suor Emmina.
“Ha un nome che subito porta a pensare ad una persona “piccolina“...
e invece, malgrado le sue dimensioni ridotte (perché in effetti è meravigliosamente un uccellino...!) è tutt’altro che piccolina! Avevo poco meno
di 3 anni e prima di Lei, ho conosciuto i suoi gustosissimi piatti, che
preparava a noi bimbi della scuola materna... era circa il 1966 e mia
madre mi racconta che ho iniziato a mangiare un po’ proprio allora!!!
Non posso dire di ricordarla ma, quando è tornata a Guastalla, ci ha
pensato Lei a raccontarmi quegli anni, che erano anche i suoi primi da
suora... E il racconto dei ricordi di noi bimbi e della nostra e Sua scuola
era dolce, affettuoso e anche spiritoso... come Lei!
Pur molto impegnata con la Sua cucina, si è resa da subito disponibile
per il catechismo ai nostri bambini che se la sono coccolata un bel po’!
Recentemente Le abbiamo fatto festa a Verona, in occasione dei suoi
50 anni di professione religiosa, regalandole una Messa cantata come
piace a Lei (e direi che è andata bene anche se il nostro Parroco, presente alla cerimonia, si è scherzosamente..., spero, chiesto se in cantoria ci fossimo davvero noi o un altro coro !!?!! )... e ancora
una volta porto a casa un viso sorridente, gentile, sereno e... felice, testimone della gioia della sua
vocazione! In realtà il regalo più grande, ancora una volta, l’ho ricevuto io da Lei!”
Cristiana
In questo avvicendarsi di “sorelle”, il nostro cuore vuol dire un grazie immenso a
Sr. Carmen, davvero per tutto ciò che ci ha regalato con la sua presenza, vuol dire
ancora grazie a Sr. Emmina per la sua vocazione ancora qui con noi e vuole già
abbracciare suor Sara, proprio come si fa con una sorella!
Il saluto di Suor Leonella
Carissimi amici di Guastalla,
un saluto e un grazie riconoscente per
il bene ricevuto.
Dopo 24 anni devo lasciare Guastalla.
In questo lungo periodo ho lavorato con
tanto amore e mi sono sentita amata.
Torno nella mia prima casa, anch’essa
trasformata dall’alba al tramonto.
Sarà il mio ultimo viaggio, la mia
ultima casa. Ringrazio il Signore per
tutti i doni ricevuti dalla Sua bontà.
Ringrazio le persone che mi hanno
aiutata ed accolta.
Prometto il mio ricordo nella preghiera
e voi pregate per me.
Grazie!
Suor Maria Leonella Fabbri
L’Amicizia
è un tesoro prezioso che Dio ci ha dato.
è un legame d’amore che ci unisce e ci
rende più forti e sereni.
è un donarci senza riserve con lealtà,
intuizione, umiltà e bontà.
è un sentimento umano che illumina di
gioia la vita, che ci completa.
è darsi la mano e camminare sulla
strada che conduce a Dio.
della Comunità Cristiana - n. 13 - Ottobre 2015
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Vita della parrocchia: San Martino
Suor Laurenziana:
mi mancano le mie strade
a cura di don Gianni Repetti
“Mi mancano le mie strade, dove mi potevo muovere e andare ad
incontrare le persone e gli ammalati… qui faccio fatica… le strade
sono in salita”.
Un ricordo di don Alessio
La comunità di San Martino ha salutato
il “papà” della chiesa parrocchiale
La figura di don Alessio Ferrari, nella comunità di San Martino, fa
parte del tessuto stesso del paese. Nominato parroco qui nel 1952,
vi rimase sino al 1980, prima di diventare arciprete a Luzzara, paese
in cui è rimasto fino alla morte, avvenuta lo scorso 23 settembre.
Tutta la comunità di San Martino è grata al Signore per aver avuto
don Alessio come pastore per tanti anni; il suo ricordo è ancora vivo
in tutte le persone della comunità, tanto che anche le generazioni
più giovani possono dire di averlo in parte “conosciuto” tramite i
racconti dei genitori e di altri parrocchiani di quell’epoca.
Era una figura di riferimento per tutto il paese, non solo per la
sua grande fede e attenzione alla preghiera e alla liturgia, ma
anche perché conosceva in profondità tutti quanti. Tante famiglie
condividevano con lui gioie e difficoltà, non solo spirituali ma anche
legate alle necessità quotidiane, sapendo che don Alessio, con
la sua grande cultura, era in grado di aiutare le persone povere e
talvolta poco istruite a risolvere i più svariati problemi.
La sua dedizione alla parrocchia e il suo senso pratico nell’affrontare
tutte le difficoltà si manifestarono pienamente quando, spinto
da un grande desiderio di rinnovamento, costruì l’attuale chiesa
parrocchiale, che fu inaugurata l’11 novembre 1959, giorno del
Santo Patrono; e in seguito la torre campanaria, la canonica e tutti
gli ambienti dell’oratorio. Aveva molta fiducia nella Provvidenza, che
era certo lo avrebbe aiutato a fare cose grandi, ma anche nei suoi
parrocchiani, ai quali era tanto legato, e con l’aiuto di tutti riuscì a
far fronte agli impegni economici.
Anche negli ultimi anni della sua vita, quando qualche exparrocchiano lo andava a trovare nella Casa di riposo di Luzzara
in cui era ospite, era sempre molto contento e con grande lucidità
chiedeva notizie di moltissime persone, desideroso di “partecipare”
ancora alla vita del paese.
Il 25 settembre, proprio nella chiesa di San Martino, che don Alessio
aveva fortemente voluto realizzare mezzo secolo fa, alla presenza
del Vescovo Massimo, si è celebrato il suo ultimo saluto terreno.
Con emozione, la comunità tutta si è stretta in un grande abbraccio
al “suo” papà, a quel prete che, per ventotto anni, ne era stato la
guida. Grazie don Alessio, per tutto ciò che hai fatto, siamo certi che
ora il Signore ti avrà accolto nella Chiesa del Cielo.
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della Comunità Cristiana - n. 13 - Ottobre 2015
Così mi diceva alcuni giorni fa Suor Laurenziana
raggiunta da me al telefono. Mi è venuto così spontaneo pensare ai chilometri
che ha percorso nelle nostre
strade di San Martino.
Perché ha fatto tanta strada? È stato il suo modo
di vivere una dimensione
della sua vocazione religiosa. A più di sessanta
anni dalla sua professione
religiosa, Suor Laurenziana continuava a gustare il suo essere suora. A mio avviso la sua
presenza tra noi, più che elenco di cose realizzate, è stata segno
della presenza e attesa dell’incontro con lo Sposo. Leggo in questa
esperienza di vita che è possibile ancora oggi vivere in pienezza
i “consigli evangelici” di povertà, castità e obbedienza. E quando
questi sono vissuti nell’umiltà e nella semplicità, con la capacità di
sorridere alla vita, diventano luce per chi li vuol vedere e rimando
costante a quell’Amore da quale tutto prende origine. Case, Agorà,
Chiesa sono stati gli spazi nei quali Suor Laurenziana ha vissuto
il suo servizio con amore costante agli ammalati e al suo Signore.
E anche questo in maniera discreta ma puntuale, sapendo anche
coinvolgere persone che l’aiutassero. Così, plasmata dalla vita vissuta, ha saputo dire il suo “sì” alla propria Madre Generale che
le chiedeva di cambiare destinazione; le è costato questo si, ma
lo ha detto, l’ha fatto proprio e l’ha amato. E tutto ciò con i suoi
ottantacinque anni. Io colgo in questo la libertà del cuore e di una
persona che vivendo l’obbedienza, nella fedeltà ad una scelta fatta
in un giorno ormai lontano, è capace di cogliere nella decisione
dei propri Superiori la volontà del Signore e viverla senza patemi e
senza riserve, ancora unicamente affidandosi allo Sposo.
Mi chiedo se c’è ricchezza anche nell’assenza, o meglio nella lontananza di una persona, e credo di si perché il ricordo, facendosi
memoria di un vissuto, diviene spinta propulsiva per continuare a
fare il bene, e a farlo bene insieme. Il segno della vita consacrata ci
chiede proprio questo: ridimensioniamo attese e pretese umane,
quelle almeno che ci tengono totalmente impantanati nelle cose
della terra, per camminare insieme (anche nelle nuove nascenti
Unità Pastorali) incontro allo Sposo, sapendo che “il tempo si è
fatto breve…e passa la scena di questo mondo”.
Vita della parrocchia: San Martino
Grazie Suor Laurenziana!
a cura della comunità di San Martino
E
ra l’estate del 2004 quando, insieme
ad un gruppetto di consorelle delle
“Piccole Figlie di San Giuseppe”,
suor Laurenziana ha fatto il suo ingresso nella comunità parrocchiale
di San Martino. In undici anni di
presenza nella parrocchia, suor
Laurenziana ha davvero saputo rendersi testimone di quanto detto dal
Fondatore della Congregazione, il
Beato Don Giuseppe Baldo: “La carità deve essere la nostra divisa”. Persona
di grande umiltà, suor Laurenziana
si è, infatti, spesa per il prossimo, in
particolare per gli anziani e i malati, che con premura e discrezione andava a trovare, sia a domicilio che alla casa di riposo. A tutti
portava ascolto, sostegno e una parola di incoraggiamento. Immancabile ai momenti festosi, ha anche saputo accompagnare con
particolare sensibilità numerose famiglie che, per diversi motivi, si
trovavano a vivere momenti difficili. Impegnata nel catechismo ai
bambini e nella cura dei fiori della chiesa, si è dimostrata sempre
molto attiva e attenta anche alle piccole necessità pratiche, diventando presto un punto di riferimento. La sua semplicità le ha permesso di creare uno splendido legame di amicizia con moltissimi
parrocchiani, che la cercavano anche solo per scambiare qualche
parola, sapendo che lei ascoltava e partecipava col cuore alle gioie
e ai problemi di tutti. La comunità tutta desidera esprimere a suor
Laurenziana il suo “grazie” per tutto il bene fatto in questi anni di
permanenza nella Parrocchia. Un “grazie” che in parte le abbiamo già potuto esprimere personalmente domenica 20 settembre,
stringendoci a lei con affetto attraverso la partecipazione alla santa
Messa seguita dal pranzo comunitario nel salone parrocchiale. La
sua partenza lascia un grande vuoto ma, siamo certi, quanto di
bello e buono è stato fatto, non andrà perduto.
Grazie, suor Laurenziana, ti porteremo sempre nel cuore!
Scuola dell’infanzia e Nido integrato
Dott. Pietro Benassi - San Martino di Guastalla
“Prima i bambini”
... oggi come ieri
Al passo coi tempi, ma sostenendo i “valori di una volta”
La Scuola dell’infanzia di San Martino di Guastalla è
sorta grazie alla generosità del dottor Pietro Benassi – al quale è
intitolata – esattamente cent’anni fa, nel lontano 1915. Il lascito
del Dottore era volto ad aiutare i bisognosi e a dar loro sostegno
economico.
Successivamente, nel 1973, monsignor Baroni, vescovo a quel
tempo, inaugurando la nuova struttura sottolineò il fatto che
la scuola è luogo di formazione di cittadini alle virtù civiche di
onestà, bontà, donazione, generosità e dedizione di se stessi per
il vero bene della comunità.
Negli anni abbiamo continuato a valorizzare tutto questo, andando
incontro alle esigenze di ogni singola famiglia, privilegiando
quelle in particolari situazioni di difficoltà.
Una scuola moderna negli spazi e per quanto riguarda l’aspetto
didattico, il cui progetto scaturisce dall’osservazione delle esigenze
dei bambini, dove la documentazione è sempre pronta e chiara,
per restituire alle famiglie e al territorio circostante i processi
di apprendimento e i vissuti all’interno del contesto scolastico;
accogliamo i bambini del nido dai 12 ai 36 mesi e quelli della
scuola dell’infanzia dai 3 ai 6 anni.
Aspettiamo le famiglie interessate a visitare la nostra scuola
in via Tolomeo 6, nelle due giornate dedicate all’open day:
• sabato 12 dicembre 2015, dalle 9 alle 12
• sabato 16 gennaio 2016, dalle 9 alle 12
Info: 0522.825160
Suor Laurenziana lascia
San Martino
a cura di Madre Elisa Baù - Superiora Generale
Mentre ringraziamo la popolazione di Guastalla, Pieve e San
Martino per il caloroso saluto dato alla carissima Sr Laurenziana che
per 11 anni ha prestato il suo servizio con semplicità e generosità,
assicuriamo la volontà di rimanere, finchè il Signore ci dà salute,
come comunità religiosa nel terri-torio di Guastalla per operare
con i sacerdoti dell’unità pastorale. La Congregazione delle Piccole
Figlie di S. Giuseppe è nata dal cuore di un parroco: il Beato
Giu-seppe Baldo, del quale si celebra proprio in ottobre il primo
centenario della morte, e si sente in-terpellata, oggi, a ripercorrere
le orme delle prime suore dedicandosi in particolare ai più poveri,
agli anziani soli, agli ammalati. Le suore della Congregazione,
nonostante l’età si rendono ancora disponibili ad essere compagne
di viaggio in una “relazione di aiuto” a chi grida il suo bisogno. È
in questa maniera che crediamo di poter dare significato all’appello
di Papa Francesco di andare ver-so le periferie del mondo di oggi.
Aiutateci a vivere con intensità, energia e gioia, questa missione e
pregate anche che il Signore renda attento l’orecchio delle giovani
ad ascoltare la sua chiamata perché non manchi alla sua Chiesa
operaie disposte a donare la vita in questo servizio.
della Comunità Cristiana - n. 13 - Ottobre 2015
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PASTORALE GIOVANILE
Attività giovani 2015/2016: “beati i misericordiosi”
a cura di Mauro Zecchi
Necessità di un nuovo tipo di pastorale giovanile!
Ecco quanto emerso dalla Consulta Diocesana negli ultimi mesi.
In questa grande assemblea dei rappresentanti degli oratori e realtà giovanili della diocesi, ci si è presto reso conto di come sempre più importante sia dare stabilità e unità alla proposta che le
parrocchie rivolgono ai giovani di oggi, sempre più bombardati di
iniziative e offerte da ogni parte.
Quindi, spinti anche da questo momento di riflessione diocesano,
ci siamo subito attivati e interrogati sulla nostra realtà guastallese. Confrontandoci tra noi educatori è subito emerso che la strada
giusta fosse quella di concretizzare maggiormente la nostra proposta. Per decidere come muoverci gli educatori di ogni classe del
post-cresima si sono ritrovati presso la canonica del Baccanello
durante l’intero weekend del 12-13 settembre. Questi due giorni ci
hanno permesso di coordinare l’intera attività della pastorale giovanile, creare un gruppo unito e compatto di educatori e strutturare in modo solido un cammino per i nostri ragazzi. E ancora
di più: attraverso la sintesi di don Gionatan è stato presentato un
progetto, in linea con il programma diocesano “Salì in una barca”, strutturato su più anni. D’ora in poi ogni gruppo che si affacci
alla pastorale giovanile avrà ben chiaro quali saranno i momenti
chiave che segneranno il percorso dei ragazzi.
Un percorso basato su diversi livelli, che ogni annata percorrerà
step by step, attraverso incontri, attività di servizio, momenti di
aggregazione e condivisione.
Per citare le novità più significative i ragazzi delle superiori avranno un’unica giornata di incontro fissato al momento ogni giovedì
alle 20.30. Questo ci permetterà di valorizzare il senso di collaborazioni del gruppo educatori e, allo stesso tempo, di allentare le
barriere tra i ragazzi legate alle fasce di età. Il ritrovo sarà comune
per tutti, mentre in un secondo momento ci si dividerà per dialogare insieme sul tema dell’anno. E infatti anche il tema sarà comune: avvicinandoci al prossimo Anno Santo della Misericordia,
cercheremo di far comprendere ai ragazzi questo strano concetto, apparentemente così lontano dal loro mondo. Come guida sul
percorso avremo anche il famoso discorso delle Beatitudini, una
concretizzazione del pensiero cristiano verso gli ultimi.
Ogni gruppo quest’anno vivrà un evento di respiro “mondiale”.
Per i più piccoli verrà organizzata la partecipazione al Giubileo dei
ragazzi a Roma (23-25 aprile), mentre a partire dalla 3’ superiore
sarà possibile prendere parte alla Giornata Mondiale della Gioventù
a Cracovia (26-31 Luglio), vivendo una prima settimana di gemellaggio con gli abitanti della città di Opole.
Altri momenti importanti
e comuni a tutti saranno i
ritiri di avvento e quaresima, insieme agli immancabili campi invernale e
estivo (quest’ultimo per chi
non vivrà l’esperienza della
GMG).
Dopo le prime esperienze dell’anno scorso, verranno riproposte anche
le settimane comunitarie
nella rinnovata canonica
del Baccanello. Sarà una
bellissima esperienza che
i diversi gruppi vivranno
a turno, un’occasione per
fare gruppo e sentirsi davvero “a casa” con i propri
educatori e amici.
Ma i ragazzi potranno cimentarsi anche in momenti di servizio, in base ovviamente all’età e al livello
di cammino intrapreso. Una serie di iniziative educative in parrocchia che permettano loro di sentirsi parte della comunità. Una
comunità sempre più vasta e “diocesana”: importante sarà sempre
di più far conoscere ai nostri giovani guastallesi che esiste una realtà lontano dal Po, di cui facciamo parte. Quindi la proposta della
pastorale giovanile fisserà sul calendario alcuni eventi di respiro
diocesano cui i ragazzi saranno chiamati a partecipare.
A questo punto vi sarete accorti della vastità della proposta e della
difficoltà per genitori e ragazzi di seguire ogni aspetto. Come fare
quindi per facilitare la fruizione agli interessati di un calendario
sempre aggiornato e di informazioni sugli eventi? Beh, in un mondo così social troviamo giusto sfruttare tutti i mezzi a disposizione
e sappiamo quanto frequentato sia Facebook da giovani e meno
giovani. Quindi è stata creata una pagina ad hoc per la Pastorale
Giovanile di Guastalla (PGG) che verrà aggiornata con le attività
e fungerà da canale di avviso per ragazzi e genitori. Ovviamente
gli educatori saranno molto attivi, come nell’ultimo periodo, sui
gruppi Whatsapp e altri social network. Il materiale e l’impegno
come vedete non mancano, il programma è ricco e efficace, aspettiamo la vostra partecipazione per dare vita a tutto questo.
Calendario Pastorale Giovanile Guastalla 2015/2016
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GRUPPO GIOVANISSIMI 2002 GRUPPO GIOVANISSIMI 2001
GRUPPO GIOVANISSIMI ‘99/2000 GRUPPO GIOVANI ‘96/’97/’98
20 Dicembre: Ritiro di Avvento
3-5 Gennaio: Campo Invernale
Aprile: Spettacolo Teatrale
23-25 Giubileo Roma
Luglio: Campo Estivo
in Montagna
Giorno dell’incontro:
giovedì, ore 20.30 pieve
18-23 ottobre: settimana comunitaria
28-29 novembre: Ritiro di Avvento
3-5 gennaio: Campo Invernale
Febbraio: settimana comunitaria
5-6 marzo: ritiro di Quaresima
19-31 Luglio: GMG Cracovia
della Comunità Cristiana - n. 13 - Ottobre 2015
Giorno dell’incontro:
giovedì, ore 20.30 pieve
28-29 novembre: Ritiro di Avvento
3-5 gennaio: Campo Invernale
Febbraio: settimana comunitaria
5-6 marzo: ritiro di quaresima
23-25 marzo: Giubileo Roma
Luglio: Campo Estivo In Montagna
Giorno dell’incontro:
giovedì, ore 20.30 pieve
25 ottobre: uscita a Rimini per
incontro sulle Missioni
8-13 novembre: settimana
comunitaria
28-29 novembre: Ritiro di Avvento
3-5 gennaio: Campo Invernale
5-6 marzo: ritiro di Quaresima
19-31 Luglio: GMG Cracovia
PASTORALE GIOVANILE
In Calabria: campo di lavoro contro mafia e discriminazione
a cura di Sara Bellagamba e Arianna Scaravelli
Q
uest’estate è stata proposta a noi giovani delle classi più grandi
delle superiori un nuovo tipo di esperienza. Don Gionatan ci ha
invitato a partecipare a un campo di lavoro a Roccella Jonica
(CZ) per toccare con mano la realtà meridionale e prestare servizio
in quelle cooperative che si oppongono alla mafia. Attraverso questo viaggio nel Sud Italia abbiamo avuto l’opportunità di ammirare
le bellezze della Calabria e di notare anche i suoi punti deboli. Le
nostre giornate erano scandite da momenti di divertimento (anche
se diversi momenti di “mare” sono stati rovinati dal maltempo),
di riflessione, di preghiera e lavoro. Ogni mattina ci dividevamo
in tre gruppi per lavorare in due aziende agricole e una fabbrica,
svolgendo compiti che a casa probabilmente non faremmo mai,
come raccogliere ortaggi, verniciare pareti e smistare tonnellate di
oggetti di varia natura. Ma abbiamo avuto anche molte occasioni
di sperimentare l’incredibile ospitalità dei calabresi, che si sono
presi cura di noi con affetto e cordialità. Durante i dieci giorni di
soggiorno nell’oratorio del paese abbiamo avuto l’opportunità di
riflettere su quanto ci circondava nel corso di quattro incontri con
personaggi di spicco: Il primo è stato con Vincenzo Linariello,
presidente di GOEL. Si tratta di un’associazione che ha permesso
di dare lavoro a tanti disoccupati attraverso cooperative e quindi ridare la speranza agli abitanti del posto, ormai rassegnati alla
presenza della ‘ndrangheta. Vincenzo ci ha anche spiegato come
ciò che fa, compresa la lotta alla mafia e l’aiuto alle persone, sia
stato ispirato anche dal desiderio di mettere in pratica gli insegnamenti del Vangelo. Durante il secondo incontro abbiamo conosciuto Suor Carolina, una collaboratrice di Don Pino Puglisi,
il famoso sacerdote
che fu ucciso il 15
settembre 1993 per
mano della mafia e che così tanto
aveva lavorato per
togliere i giovani
dalla strada. Suor
Carolina ora prosegue lo stesso lavoro
e gli ideali del pretemartire, gestendo un
centro (intitolato proprio a Don Pino Puglisi) di accoglienza
per giovani. L’incontro con lei ci ha colpito
particolarmente per
un discorso che ci ha
fatto: “esistono tre strade che noi possiamo scegliere di percorrere:
quella bianca del bene, quella nera del male, oppure quella grigia
dell’indifferenza”. Quest’ultima è la peggiore perché significa che
nonostante siamo consapevoli delle cose che accadono, scegliamo
di non fare nulla per evitarle, come se la cosa non ci riguardasse.
Ma ormai nessuno può dire “non mi riguarda”, perche la mafia si
è diffusa ed è anche qui da noi.
Nel terzo incontro abbiamo ospitato Nicola Gratteri, un procuratore antimafia, molto famoso al Nord Italia, ma poco considerato
al Sud. Ci ha spiegato gli aspetti tecnici del suo lavoro, ma anche
quelli più personali. Ci ha stupito il fatto che sia arrivato da noi con
la scorta: infatti lui e la sua famiglia devono essere scortati 24 ore
su 24. Questo è un sacrificio enorme, tra tanti altri come il poco
tempo a disposizione per la famiglia, che Gratteri accetta per la
giustizia. Infine ci siamo incontrati con i responsabili di un centro
che ospita i migranti appena sbarcati dopo i lunghi viaggi in mare.
Ci hanno parlato di come persone di diverse etnie o religioni non
vogliano dormire o mangiare insieme, di persone che rifiutano i
farmaci, ma anche di persone grate per tutto il lavoro che fanno.
Nelle situazioni belle e brutte queste persone ci sono sempre.
Al termine di questi incontri, alla sera avevamo un momento di
condivisione: a casa noi ragazzi ci sentiamo spesso giudicati per
ciò che diciamo e facciamo e quindi tendiamo a rimanere nell’ombra, mentre durante questo campo avevamo la possibilità di esprimere le nostre idee, di ascoltare ed essere ascoltati. Per questo e
per tutto il resto ringraziamo don Gionatan e gli educatori che ci
hanno permesso di vivere questa esperienza fantastica e ricca di
emozioni.
Campo di Ossana: la bellezza salverà il mondo
Il campo estivo 2015 per i ragazzi dalla terza media alla seconda superiore
si è svolto dal 19 al 26 luglio nella casa “Fondazione San Vigilio” di Ossana,
in Trentino. Quest’anno al gruppo ormai “veterano” di educatori ci
siamo uniti noi, gruppo di giovani diciottenni, desiderosi di provare l’esperienza di animatori. Già durante le serate post-cres ci
era stato proposto di partrecipare in questa nuova veste e l’idea ci
intrigava molto, dato che avevamo fatto diversi campi da animati
fino a pochi anni fa e ci eravamo sempre divertiti un sacco. Così
abbiamo iniziato a partecipare alle diverse riunioni organizzative
prima del campo, cercando di capire come fare per “contenere” i
ragazzi, pur essendo allo stesso tempo quegli animatori divertenti a metà
strada tra gli educatori adulti e loro.
Una volta arrivati
a Ossana, per noi
è stato soprattutto
un grande divertimento, dato che ci
siamo spesso occupati dell’animazione delle serate con musica, giochi e
tante attività nuove come l’appassionante cena con delitto (un appassionante mistero da svelare nel corso della cena). Ma il campo,
come sempre aveva anche un tema su cui riflettere: la bellezza. Un
tema affrontato con interesse dai ragazzi su più livelli e con diverse
attività: alcuni incontri incentrati sui modi di vedere la bellezza,
un grande gioco che li portava a scoprire gli strumenti per cogliere
il bello (fiducia, pazienza, ascolto etc...). Al termine del campo i
giovani partecipanti sono stati coinvolti nella realizzazione di un
video per spiegare cosa avessero capito sul bello in quei giorni e
cosa fosse il bello per loro. Molti hanno dato un contributo a questa attività conclusiva con foto e video su soggetti o scene che ritenevano belle, o interviste ai propri amici sul tema. E dove trovare
il bello in montagna se non nelle immancabili gite? Durante la settimana infatti abbiamo svolto tre camminate: Lago Careser e Rifugio Cevedale, Punta Paradiso (Passo del Tonale) e infine Campo
Carlo Magno. Tutte molto belle e trascorse in compagnia tra canti,
chiacchierate più o meno serie, pit-stop ai rifugi e qualche nuotata
imprevista. Grazie a chi ci ha coinvolto in questa esperienza.
è stato davvero bello tornare al campo ancora una volta!
della Comunità Cristiana - n. 13 - Ottobre 2015
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PASTORALE GIOVANILE
Campo estivo a Telves
a cura di Matteo Gelmini
“Perfetto tutto quanto: compagnia, gite, paesaggi, clima, atmosfera, giochi, collaborazione, scherzi & battute… Oltre ovviamente ai
momenti più seri: i silenzi, la preghiera, la contemplazione... Grazie
davvero! E ora, vietato sparire!”.
Questa frase lasciata sulla ‘bacheca’ WhatsApp del gruppo
composto dai ragazzi che hanno preso parte, dall’1 all’8 agosto
2015, al campo estivo a Telves – frazione di Racines (BZ), località
montana dell’Alto Adige – riesce bene a condensare l’affiatamento creatosi in quella manciata di giorni fra i giovani delle parrocchie di San Giacomo e San Rocco e quelli di Villarotta,
Brugneto, San Girolamo. Un’amicizia, a dire il vero, sbocciata
non dal nulla; piuttosto, cresciuta, rafforzatasi. Se è vero che da
un certo tempo ormai alcune iniziative comuni – ritiri, settimane comunitarie… – puntellano all’insegna della condivisione le
diverse stagioni dell’anno. In questa occasione, in particolare,
il diacono Paolo Prati ha portato questi giovani a riflettere sul
tema “Beati i misericordiosi”, aiutato ed affiancato da alcuni adulti
e da diversi educatori.
Il campo estivo, aperto sempre dalla preghiera del mattino e concluso da quella della sera, è stato infatti scandito dalla meditazione attorno a figure di testimoni della fede polacchi (santa Faustina Kowalska, san Massimiliano Maria Kolbe, Edith Stein - poi
divenuta santa Teresa Benedetta della Croce…); uomini e donne
che con la loro vita esemplare ci rimandano al potentemente tan-
to al “Giubileo straordinario della Misericordia” – ormai prossimo a partire – quanto a quella terra che non solo fu la patria natìa
di san Giovanni Paolo II, apostolo della Divina Misericordia, ma
che a luglio 2016 vedremo percorsa da moltitudini di giovani pellegrini diretti verso Cracovia per la “Giornata mondiale della
Gioventù”. Si comprende bene, quindi, il senso del ‘richiamo’
di quel giovane educatore a non ‘disperdersi’ dopo un’esperienza così bella e così intensa, a non lasciar affievolire l’entusiasmo
‘archiviando’ velocemente il tutto. Proprio per questo, il percorso
di fede sui passi del Vangelo che ne segue, già ripartito col nuovo
anno catechistico – anche attraverso gli incontri sulla Parola tenuti ogni sabato dal diacono Paolo –, cercherà di dare continuità e
stabilità a tutto quanto di buono è stato seminato sinora.
Campo estivo a Dimaro
Dall’11 al 18 luglio a Dimaro (TN) si è svolto il campo estivo rivolto
ai ragazzi dalla V elementare alla II media. Con loro sono partiti anche alcuni animatori , don Gionatan, don Antonio e suor Carlina.
Tutto il campo è stato caratterizzato da momenti spirituali, di riflessione e di crescita, ma ovviamente non sono mancati i momenti di gioco e di scherzo. In compagnia di “The Avengers” (quattro
supereroi che con le loro avventure ci hanno accompagnato in
questa settimana) abbiamo trattato le sfumature dell’amicizia,
del gioco di squadra e dell’individuazione dei nostri pregi .
Non sono mancate anche tre bellissime escursioni in montagna
nelle quali è cresciuta, anche condividendo la fatica della salita,
l’amicizia tra i ragazzi.
Indimenticabili e divertenti sono state le serate trascorse insieme:
ricche di giochi e di canti che hanno contribuito a creare un clima di allegria e sano divertimento.
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della Comunità Cristiana - n. 13 - Ottobre 2015
Infine una nota folkloristica... nel nostro periodo di soggiorno,
la squadra di calcio S.S.C NAPOLI ha fatto il suo ritiro estivo
proprio a Dimaro così abbiamo potuto assistere ad un loro allenamento con anche gli autografi finali di rito!!!
In tutto questo articolo ho parlato solo di ragazzi perchè questo
campo è stato frequentato solo da maschi,per mancanza di iscrizioni femminili..... ragazze dove eravate?
Ragazzi e ragazze ....arrivederci al prossimo campo!!!!!!!
VITA DELLA PARROCCHIA: CRES Guastalla
CRES 2015: direttamente al cuore
a cura di Fabio Pasini
Con Il Cres 2015 l’oratorio estivoha vissuto una
bellissima esperienza con Robin Hood e l’Allegra
Compagnia. Ma chi è Robin Hood? Un ladro?
Un ribelle? Un eroe?
La risposta è nel cuore di ogni partecipante al CRES.
Sicuramente è un eroe perché ha saputo creare legami
profondi di amicizia fra bambini e animatori.
Il CRES o GREST è presente in 6.000 oratori italiani
con circa due milioni di partecipanti fra bambini ed
adolescenti e 400mila animatori.
Questa è l’articolata realtà degli oratori estivi, ovunque in crescita.
La Lombardia si conferma la terra con la maggior
capillarità di proposte: il 91% dei 2.500 oratori rimane aperto a giugno, 550mila bambini iscritti e
80mila educatori. La sola città di Bergamo ha 80mila
iscritti con 10mila animatori in 300 Cres, mentre la città
di Bologna ha 20.000 bambini con 5.000 animatori in
150 strutture. Guastalla vanta il primato di essere il primo CRES sorto in diocesi se non in
tutta la regione. Il successo del centro estivo non sta solo nell’allegria, nel gioco, nel sano
divertimento, ma nei legami di amicizia che si creano, che rimangono in futuro e che nella
tua vita ritornano come dei flash a distanza di anni.
Se chiediamo ad un quarantenne quali sono i migliori ricordi dell’oratorio, sicuramente
citerà il Cres con le passeggiate alla Baita, la cucina da campo in golena, le battaglie con i
sacchetti di farina… È la magia del Cres!
Ma soprattutto è la magia della Provvidenza che ha guidato questi 38 anni di attività
estiva (1978-2015).
Dice don Mazzi: “Al loro cuore arrivi sempre! Alla testa meno, alle regole meno ancora, al
silenzio mai; al cuore, ripeto, sempre!”.
Un sorriso, uno scherzo, un canto insieme, la preghiera comunitaria, una carezza, una
mano tesa, una sgridata, una punizione, una bella risata… arrivano direttamente al cuore
della persona e del bambino e rimangono scolpite negli anni.
Facendo ora un’analisi del Cres 2015 non vogliamo soffermarci sul dettaglio di quanto
quotidianamente realizzato o sulla sua riuscita, ma evidenziare come sia un’attività pensata e organizzata mesi prima, perché nulla è lasciato al caso.
Ecco i numeri del CRES:
• 174 Bambini iscritti, di cui: 14 bambini segnalati dal servizio minori,
4 diversamente abili, 39 extracomunitari
• 72 Animatori e stagisti
• 24 Educatori e volontari
• 4 Educatori servizio minori
• 4 Educatori Unione Bassa Reggiana per i disabili
per un TOTALE di 291 addetti
Pur constatando che solo il 40% dei bambini del catechismo partecipa al CRES (chissà
cosa farà il restante 60% nel periodo estivo!!) il campo estivo coinvolge 291 persone e
tutto va organizzato nei minimi particolari, agendo in uno spazio ristretto come il nostro
oratorio. Esiste un comitato organizzatore a cui hanno aderito Pasini Fabio (educatore stabile d’oratorio), Moscatti Simona (catechista), Paggin Roberta (volontaria), Esposito Rosa
(educatrice del doposcuola dell’oratorio), Vielmi Sara (educatrice del doposcuola dell’oratorio),
Giordani don Gionatan (responsabile della pastorale giovanile), Godi Luisella (volontaria).
La prima riunione è stata fatta il 28 novembre 2014 con la scelta del tema del Cres (dopo
aver letto alcuni testi proposti dalle diocesi italiane), l’analisi dei costi, l’organizzazione
delle gite. Nel mese di dicembre vengono scelte le gite e le escursioni prenotando i
pullman e le attività. Nei mesi di gennaio-febbraio viene redatto il programma giornaliero pensando i giochi, le cacce al tesoro, i laboratori, gli spettacoli. Solo la caccia al tesoro
tematica di Robin Hood in via Gonzaga e nel centro storico di Guastalla ha richiesto tre
settimane di lavoro.
I membri del comitato al termine di ogni incontro (con scadenza talvolta anche settimanale) vanno a casa con un compito da svolgere prima di ritrovarsi di nuovo.
della Comunità Cristiana - n. 13 - Ottobre 2015
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VITA DELLA PARROCCHIA: CRES Guastalla
La scelta delle gite non è semplice dovendo spostare quattro pullman di persone: è frutto
di discussioni, telefonate, preventivi e prenotazioni.
A marzo il CRES ha già il suo programma definito e viene pubblicato il giornalino con
la presentazione delle attività e i moduli di iscrizione, la cui grafica è curata da Arteaparte laboratorio di stampa. Nel frattempo si provvede alla stampa dei cappellini, zainetti,
magliette. Nel periodo di marzo-aprile si attivano una serie di incontri: con le scuole per
avere gli stagisti (alternanza scuola-lavoro), con l’amministrazione comunale per avere
gli educatori per i bambini diversamente abili e il contributo economico; con il servizio
minori per l’inserimento di alcuni bambini; con l’associazione S. Vincenzo dè Paoli per un
sostegno economico e la fornitura delle merende.
Nulla è lasciato al caso: la mensa con il S. Orsola, le cene del Cres e degli animatori, le
merende giornaliere per le quali si stabilisce un programma e la relativa spesa (pensate
solo alle migliaia di bottiglie prenotate per i pasti e le merende).
Nei mesi di aprile-maggio le responsabili dei laboratori Esposito Rosa, Paggin Roberta
e Godi Luisella con i rispettivi mariti tutte le sere si ritrovano all’oratorio per preparare
il materiale: scudi, spade, faretre, archi, frecce, medaglioni, vestiti per la sfilata, costumi,
l’ingresso del cancello a forma di castello, pannello del Palio delle Contrade, stendardi,
bandiere, alzabandiera, scenografie delle recite. La scelta del tema non è casuale. Bisogna
leggere libri, scrivere il copione, pensare alla preghiera e alle riflessioni.
Lo spettacolo finale è stato frutto del sapiente lavoro di regia di Soliani Sara, volontaria
del servizio civile.
Non vorremmo stancare il lettore: l’elenco sarebbe ancora lungo, ma sufficiente per far
capire che dietro al CRES ci sono la regia, le mani e la testa di persone che lavorano per
mesi interi. Non si improvvisa, ma tutto è programmato come la preparazione anche degli
animatori e degli stagisti. Il Cres richiede un duro lavoro che si protrae per un anno:
potremmo dire che, finito un Cres, è già quasi ora di pensare a quello successivo.
Il Cres necessita di un notevole sostegno economico. Le semplici quote di iscrizione non
sono sufficienti per garantire il normale svolgimento delle attività. Purtroppo le offerte sono notevolmente diminuite e senza il contributo comunale non riusciremmo a garantirne l’organizzazione e la realizzazione. Tutto ha un costo: materiale per i laboratori,
spettacoli, gite, pullman… Ringraziamo la Pro – Loco di Guastalla che ci ha gentilmente
prestato i costumi medievali per le recite e la sfilata.
Non dimentichiamo i volontari del bar, le cuoche Franchi Gabriella (cena medievale) e
Carlini Nella (cena animatori) che hanno allietato il nostro fine palato.
Indispensabile la collaborazione con l’Istituto S. Orsola, con la presenza vigile e attenta di suor Anna Serena, l’assistenza alle gite e la pazienza di suor Carmen nella
distribuzione dei pasti a mensa, annunciata da un fragoroso suono di clacson della sua
macchina.
E tutto questo ha un senso? Perché lavorare tanto per un mese di attività?
Potremmo dire: “ma chi ce lo fa fare?” Ha senso spendere tutto questo tempo e mesi di lavoro per
allietare un mese delle vacanze dei bambini? Le famiglie della parrocchia sono consapevoli del
lavoro e delle spese che stanno dietro ad un Cres, quando vi partecipa solo il 40% dei bambini del
catechismo? Il Cres è un’opportunità educativa oppure un parcheggio oppure non se ne può fare a
meno? Ognuno risponda nel suo cuore.
Leggendo il testo guida della pastorale giovanile “Salì su una barca”, le attività estive sono
descritte non fine a se stesse, ma come l’inizio della’attività pastorale dove porre legami ed
idee per il futuro. Per questo vediamo il Cres come continuità dell’attività di catechismo,
ponte per quella successiva e occasione per fare comunità ed amare la parrocchia.
Allora il 40% di bambini della parrocchia partecipanti al Cres dovrebbero diventare l’80%
o il 90% o la quasi totalità. Certo il lavoro da svolgere è tanto, ma il comitato organizzatore
garantirà sempre lo stesso entusiasmo sia per 200, o per 100, o anche per 1 solo bambino.
Vi garantiamo che i giorni dopo la fine del Cres nell’oratorio c’è molta tristezza. Mancano
le urla e la gioia dei bambini: mancano tanti piccoli amici. Per questo nel sistemare e riordinare l’oratorio alla fine del Cres abbiamo fatto le pulizie mettendo la musica dell’inno
2015 amplificata in cortile per non sentirci soli e ripetere ancora:
“Siamo la banda, l’allegra banda di…
Robin, Robin Hood
amici contro il male, un unico ideale,
insieme costruiremo pace e libertà.
Prendi, incocca, mira, scocca,
ogni freccia al centro và
quando mano, mente e cuore
son guidati dall’amore”.
Sicuramente la freccia del Cres 2015 ha fatto centro nel cuore dei suoi partecipanti.
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della Comunità Cristiana - n. 13 - Ottobre 2015
COMUNITà IN CAMMINO
Catechisti a scuola di misericordia
a cura di don Antonio Marini
Sabato 3 ottobre, nelle nostre Unità Pastorali di Guastalla
e di Pieve, è iniziato il catechismo con un momento di
preghiera in chiesa per ricordarci lo scopo del nostro stare
insieme.
Qual è il fine della catechesi?
Nella disponibilità al soffio dello Spirito, lo scopo del catechismo
è quello di seminare dei germi di fede, di introdurre alla vita cristiana che vuol dire iniziare alla relazione con Gesù Cristo, che
come dice Papa Francesco è il volto della misericordia del Padre.
Un fine che è sicuramente da raggiungere attraverso l’insegnamento dei contenuti della fede, con il gioco, la preghiera e le attività, ma che innanzi tutto viene trasmessa dalla testimonianza
gioiosa dei catechisti, e dalle persone più grandi che i bimbi incontrano nella messa domenicale.
Per vivere cristianamente quello che è il fine della catechesi abbiamo
pensato un cammino di formazione con i Catechisti perché possano
essere veri “angeli della misericordia”.
In cosa consiste il percorso di formazione?
Dato l’anno giubilare, il titolo del percorso è “Il Volto della Misericordia”. Titolo che è stato scelto perché collegato alla missione dei catechisti che è di essere maestri e testimoni, e per esserlo è necessario che per primi contemplino la misericordia fatta
carne in Gesù, per poi accompagnare i bimbi e i ragazzi a loro
affidati all’incontro con il Signore. E come ci ricordano le parole
di San Giovanni Paolo II che il “Dio ricco di misericordia […] più che
un tema di insegnamento, è una realtà a noi resa presente da Cristo”
(Dives in Misericordia, n 3).
Percorsi di iniziazione cristiana
Gli incontri con i catechisti saranno con una scadenza di una volta ogni mese, mese e mezzo, che prevedranno una formazione
spirituale, cioè della conoscenza di ciò che la Chiesa come madre
ci insegna sulla misericordia divina; ma anche con momenti di
preghiera per adorare il volto di Gesù.
Questo per quanto riguarda la formazione “comunitaria” come
gruppo catechisti, ma un percorso che sarebbe infruttuoso se non
ci fosse un arricchimento personale nella preghiera e nell’approfondimento dei contenuti da parte di ogni catechista. Infatti, nel
“mandato ai catechisti”, vissuto nella celebrazione dell’11 ottobre,
è stato consegnato loro l’icona del Giubileo con la preghiera di
papa Francesco per questo anno, insieme alla Dives in Misericordia, enciclica che il papa ha invitato tutti i cristiani a riprendere in
mano per questo evento giubilare.
Perché desideriamo condividere il cammino dei catechisti?
Perché le comunità delle nostre Unità Pastorali si prendano a
cuore la catechesi dell’iniziazione cristiana. Certamente in prima
linea ci sono i catechisti, ma essi rappresentano l’intera comunità
che educa alla fede, e in questo vanno sostenuti, accompagnati, e
incoraggiati a partire dalla preghiera di ognuno di noi.
Il catechismo, essendo l’impegno della comunità cristiana, lo è a
partire dalle nostre famiglie che sono la chiesa domestica nella
quale i genitori, primi catechisti dei ragazzi, introducono alla relazione con Gesù i propri figli, insegnando le prime preghiere di
affidamento a Dio. Preghiamo per i nostri catechisti perché possano
sentire che attraverso il sostegno della comunità è lo stesso Gesù che li
incoraggia a testimoniare la gioia del Vangelo.
Buon Giubileo della Misericordia a tutti!
a cura di Francesca Pelli
Riprendono nelle nostre parrocchie i percorsi di iniziazione cristiana
per i bambini e i ragazzi. Come ogni anno i catechisti del vicariato si
sono incontrati nel mese di settembre, per pregare, meditare sulla Parola
di Dio e riflettere sul proprio ruolo di annunciatori e testimoni in una realtà in continuo cambiamento.
La trasmissione della fede è impegno di tutta la comunità, ma i catechisti
hanno risposto ad un invito particolare: raccontare ai più piccoli la gioia
di conoscere Gesù e di scoprire la sua presenza nella vita di ogni giorno.
Proprio perché si parla di iniziazione alla fede, per i vari gruppi si prevedono, oltre agli incontri del sabato pomeriggio, ritiri, celebrazioni, momenti
di condivisione e di festa in oratorio. Queste occasioni aiuteranno i bambini a inserirsi in una comunità viva che attraverso l’annuncio, la preghiera,
la carità testimonia al mondo la propria fede in Gesù Risorto. Centro del
cammino di iniziazione cristiana diventa quindi la partecipazione
alla S. Messa domenicale, nella quale tutta la comunità si riunisce intorno all’Eucaristia, generando alla fede adulti e bambini.
Un accompagnamento significativo avviene con il
coinvolgimento delle famiglie, che sono invitate
a partecipare ai momenti
salienti del cammino iniziato e a condividere con i
catechisti le tappe del percorso di crescita dei propri
figli.
Domenica 4 ottobre 2015
Consegna dell’adesione alla catechesi dei bambini
di 2 elementare che completano il percorso
dell’iniziazione cristiana:
Aldrovandi Francesco
Azzi Emma
Baccarini Federico
Bigi Emanuele
Bortolotti Caterina
Bovi Anita
Carri Celeste
Casali Giulio
Chiericati Blu
Corradini Giulia
De Simone Alessandro
Falchi Alessandro
Vittorio
Fellina Paola
Fiorentino Lavinia Elena
Gallusi Lorenzo
Gherardi Elisa
Gualtieri Alice
Lupi Giulia
Masala Aurora
Maolucci Mattia
Messori Giulia
Mora Roan
Mucchi Caterina
Nicoli Miriam
Poleo Antonio
Rondinella Elisa
Savio Elisabetta
Scorsiroli Andrea
Sorriento Saverio
Spagna Caterina
Testafredda Antony Ivan
Torelli Nicolò
Zanichelli Sara
Zoriaco Matilde
della Comunità Cristiana - n. 13 - Ottobre 2015
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COMUNITà IN CAMMINO
Unità Pastorali di Guastalla e Pieve
Elenco Catechisti
Elenco Catechisti
Pre-Cresima Guastalla Pre-Cresima Pieve
II Elementare
Suor Laura Ceriani, Rinaldi
Alessia, Manzini Elisa, Bertolotti
Giulia
III Elementare
Alfieri Fabio, Lombardo Carmen,
suor Giovanna Maria Viviana
IV Elementare
Bertazzoni Andrea, Cabrini
Ilenia, Suor Emmina Leardini,
Suor Anna Serena Lorenzi
V Elementare
Lodi Maria Grazia, Moscatti
Simona, Burlazzi Giovanna,
Crema Cecilia
I Media
Soliani Stefania, Iorio Cristiana,
Crema Elisa, Alfieri Gianpaolo,
Abate Miriam, Fayura Victorjia
II Media
Vallini Gaia, Ardioli Fabrizio,
Pedrulini Sabrina, Salzano
Valeria
III Elementare
Copelli Maura, Altomani
Cristina, Accorsi Luca, Villani
Lucia, Martinelli Milena, Bisi
Marzia (San Martino)
IV Elementare
Motta Clara, Mortara
Margherita, Scaravelli Arianna,
suor Carlina, Bellini Paola
V Elementare
Malvezzi Roberta, Pucci
Beatrice, Ferrari Agnese
I Media
Cavazzoni Andrea, Franzini
Miriam, Becchi Giorgia,
Falavigna Lorenzo, Dallasta Rina
(San Martino)
Coordinatori
II Elementare
Pachera Suor Flora
III Elementare
Pelli Francesca
IV Elementare
Giordani Katia
V Elementare
Tranquillini Suor Irene
I Media
Artoni Andrea
Elenco Educatori
Post-Cresima
III Media Guastalla
Scola Giuseppina, Bazzoni
Francesco, Artoni Sara,
Brughenti Roberto, Bazzoni
Giuseppe
III Media Pieve
Artoni Michele, Dallasta
Emanuele, Bertolotti Riccardo,
Paluan Agnese, Bigliardi Paola
II Media
Fornasari Marco
I Superiore Guastalla-Pieve
Abate Elena, Fayura Bohdan,
Pedrulini Sabrina, Ferroni
Lorenzo, Fornasari Marco
Responsabile del
cammino di iniziazione
cristiana
don Antonio Marini
II-III Superiore Guastalla-Pieve
Zecchi Mauro, Trolla Valentina,
Vallini Jacopo, Franzini Maria
Giovanna, Moreschi Massimo,
Fuschillo Jessica
II Media
Bellagamba Sara, Fornasari
Marco
IV-V Superiore Guastalla-Pieve
I Università
Gandolfi Serena, Bagni Luca,
Perini Valentina
Coordinamento Pastorale Giovanile Guastalla
don Gionatan Giordani • Michele Artoni • Suor Irene Tranquillini
Tombola e Carità
Era il 31 gennaio 2006. Quella sera eravamo un piccolo gruppo
di persone guidate da suor Ildefonsa. Abbiamo colto l’invito del
parroco don Alcide che diceva “tutta la comunità cristiana è
chiamata al servizio ed alla carità”.
La Commissione Caritas è nata con l’impegno di evidenziare le
necessità locali e parrocchiali, con un principio fondamentale:
quando c’è carità, c’è discrezione, segretezza e amore verso il bisognoso.
Abbiamo pensato subito agli anziani, così abbiamo organizzato
una tombola al mese, nel salone parrocchiale. Questa iniziativa è
piaciuta molto, ci sono tanti momenti: di preghiera di gioco, canti;
e poi c’è la merenda, animata con barzellette o scenette, per chiudere con il “tombolone”, ricco di premi di ogni tipo.
La domenica pomeriggio, specie quando c’è nebbia e freddo, è bello trovarsi all’oratorio a giocare in compagnia. Tra le altre iniziative
della nostra commissione c’è il servizio alla Mensa Caritas di
Reggio Emilia. Andiamo ogni 2 mesi, servono circa 15 persone.
Si parte alle 7.30 si torna alle 15 circa. Al nostro arrivo, ad aprirci
c’è il signor Licinio, che “ci fa la predica” spiegandoci per bene
che cosa dovremo fare. Di solito non c’è un menù fisso, bisogna
guardare in frigo che cosa c’è e ci si ingegna a cucinare nel modo
migliore. È bello perché ci dividiamo in gruppi: chi pulisce le verdure, chi affetta, chi grattugia, chi fa il sugo per la pasta, chi sceglie
la frutta, chi prepara vari secondi... Alle 11 è tutto pronto, allora Licinio ci chiama per la preghiera, ci raccogliamo in cerchio, dandoci
la mano, e con un breve momento di riflessione ci si “ricarica lo spi14
della Comunità Cristiana - n. 13 - Ottobre 2015
rito” per vivere il momento
più bello: l’incontro con il
Signore nella persona del
povero che viene a mangiare ciò che noi, con tanto
amore, tanta passione, e in
allegria, abbiamo preparato. Ed ecco la distribuzione
del pasto, ognuno ha la sua
mansione; in un’ora ci passano davanti circa 150/200
persone, quando poi non
c’è più nessuno anche noi
ci sediamo tutti assieme
per mangiare ciò che è rimasto. Subito dopo si puliscono la cucina e il refettorio in fretta, dal momento che c’è già un
altro gruppo che deve preparare la cena. Sì, è faticoso, si torna a
casa stanchi, ma molto sereni. Ne sono testimoni i vari gruppi che
sono venuti, per esempio i genitori della scuola materna, i ragazzi
del gruppo Scout, i catechisti, i ragazzi grandi post-Cresima.
Ora lancio un invito a tutti, nessuno è escluso: “se vuoi fare una
bella esperienza, vieni a lavorare una domenica alla mensa. Lo sai che
c’è più gioia nel dare che nel ricevere?”. Con affetto fraterno,
Clara Motta
COMUNITà IN CAMMINO
Servizio Civile: chi va e chi viene
a cura di Fabio Pasini
Cogliamo l’occasione per ringraziare Sara Soliani che
ha terminato il suo servizio il 5 ottobre.
Ha partecipato al bando del servizio civile regionale svolgendo la sua attività presso il nostro oratorio dedicandosi con
umiltà, volontà e creatività al doposcuola, all’animazione e ai
campi giochi. Qui ha dato il meglio di sé sfruttando le sue
competenze nel settore ludico e nell’animazione: ha curato
con precisione lo spettacolo finale del Cres su Robin Hood.
La ringraziamo sperando che questa pausa di vita nel settore
del volontariato abbia contribuito alla sua crescita umana e
professionale. Ribadiamo ancora il nostro grande “grazie” perché non è scontato, né
tanto meno facile, trovare giovani che desiderano spendere un anno della loro vita al
servizio dei più umili e dei bisognosi.
Salutiamo i nuovi arrivati: lunedì 14 settembre hanno iniziato il loro
servizio civile Sara Artoni e Mauro Zecchi, che hanno aderito al bando del servizio
civile nazionale. Auguriamo a loro un “in bocca al lupo” con la speranza che l’anno
di servizio civile possa essere proficuo per la loro vita personale e per l’oratorio don
Bosco, sede di progetto.
Doposcuola 2015-2016
Con martedì 15 settembre è iniziato il doposcuola
presso l’Oratorio don Bosco di Guastalla.
Orario: dal lunedì al giovedì dalle ore 14.30 alle ore 17.30
venerdì dalle ore 14.00 alle ore 18.00.
Iscrizioni: segreteria Oratorio don Bosco – tel. 0522/824243
Termine doposcuola: martedì 31 maggio 2016
Il doposcuola è rivolto ai bambini delle
elementari e ai ragazzi delle medie.
A differenza degli anni precedenti in questo nuovo anno scolastico è stato inserito anche il lunedì pomeriggio per dare
continuità al lavoro scolastico.
Sono previste la merenda giornaliera ed
alcune attività ludiche e di animazione:
laboratori manuali, corso di musica, attività sportive.
Una straordinaria opportunità
per ragazzi e ragazze in Italia e
all’estero
Il servizio civile è una proposta della Caritas
diocesana ai Giovani (maschi e femmine) in
età compresa tra i 18 e i 28 anni ancora da
compiere a contatto diretto con persone in
difficoltà, con una forte componente di coinvolgimento relazionale.
Alle volontarie e ai volontari si richiede di
partecipare ad un percorso formativo che si
sviluppa a livello regionale e locale, che inizia
prima e continua lungo tutto l’arco del servizio. La formazione rappresenta l’aspetto qualificante del progetto.
La Caritas intende valorizzare la dimensione
comunitaria dell’esperienza, proponendo forti
esperienze di gruppo e di convivenza con altri volontari. Il tempo del servizio infine sarà
occasione per sperimentarsi nella progettazione e realizzazione di attività di animazione
del territorio, con particolare riferimento ad
interventi di educazione alla pace e alla solidarietà.
Un anno per me e per gli altri
Un anno di servizio civile può essere:
• un anno di pausa, di riflessione e orientamento rispetto a scelte di vita sociale, professionale, familiare;
• un anno di partecipazione alla vita della
comunità e di difesa della Patria a partire dai
più deboli;
• un anno di condivisione e di relazioni, con
altri Giovani e con persone in situazione di povertà, disagio, emarginazione;
• un anno di crescita personale e di arricchimento sul piano professionale, di formazione e di confronto attorno ai valori della
pace e della solidarietà.
Referenti:
Valentina Ronzoni e Alberto Patroncini
tel. 0522 922520 - fax 0522 1602131
[email protected]
Per informazioni:
Fabio Pasini - sede di Progetto Oratorio don
Bosco, Guastalla
tel. 0522 824243
[email protected]
della Comunità Cristiana - n. 13 - Ottobre 2015
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COMUNITà E TERRITORIO
Coro vicariale: voci per tutte le comunità
di Sara Fornaciari e Letizia Lupi, foto di Giuseppe M. Codazzi
Il Coro vicariale è una realtà presente
nel vicariato di Guastalla da quasi
vent’anni, chiamato durante l’anno ad animare le
Federazione Nazionale Pensionati C.I.S.L.
Associazione Nazionale Terza Età Attiva
Oratorio Don Bosco Guastalla
celebrazioni presiedute dal Vescovo che coinvolgono tutte
le parrocchie e unità pastorali dell’ex Diocesi di Guastalla,
ovvero le comunità che sorgono nel territorio che va da
Santa Maria della Fossa a Villanova di Reggiolo, da
Codisotto di Luzzara a Lentigione di Brescello. Il Coro svolge da sempre il suo servizio in stretto contatto
con i sacerdoti; questo sin dall’inizio degli anni ‘90, con l’allora Vicario episcopale don Luigi Brioni, il
quale, con l’organista Primo Bertolotti, aveva radunato alcuni cantori e provava i canti dall’ambone
prima delle celebrazioni. All’arrivo di monsignor Caprioli il Coro ha conosciuto un rinnovato
slancio e si è ancor più strutturato nella sua funzione di servizio alla liturgia. L’attuale Vicario foraneo
don Carlo Fantini ed il Vicario generale – nonché parroco di Guastalla – don Alberto Nicelli sostengono
e promuovono con nuovo impulso la partecipazione di tutte le comunità del territorio a questo servizio,
sottolineandone l’importanza. È un’esperienza letteralmente “corale”, un servizio ecclesiale che si
propone di rafforzare la lode e l’unità della Chiesa. Il gruppo di cantori che formano il Coro è molto vario
per età, provenienza, gusti, stili di canto e animazione, pertanto ognuno è chiamato a rendersi disponibile
e a mettersi in gioco, a modificare attitudini o preferenze, a imparare brani nuovi o diversi dal proprio
repertorio, a volte anche per insegnarli nella propria comunità. La scelta del repertorio è sempre fatta
secondo alcune ‘regolÈ proprie dell’animazione liturgica: la solennità del sacramento che si va a celebrare,
il tipo di assemblea e la sua la partecipazione, le disposizioni e norme liturgiche. Siccome il canto liturgico
è cantare l’azione e le opere di Dio e la liturgia è celebrazione di Dio, occorre scegliere i canti in cui è Dio
che si celebra e si racconta, al di là di gusti personali o abitudini. I canti proposti sono tratti dunque dal
repertorio liturgico nazionale, da quello diocesano, dalla polifonia sacra, senza dimenticare il gregoriano
in quanto canto ufficiale della Chiesa. Negli anni tante relazioni si sono approfondite ed arricchite, e il
cantare insieme ha contribuito a rafforzare legami d’amicizia e ad instaurare nuove conoscenze. Si sono
susseguite direzioni diverse, sacerdoti e vescovi diversi, ma lo spirito,il significato del Coro è sempre lo
stesso, e siccome sant’Agostino ci insegna che “chi canta prega due volte”... rivolgiamo un invito
particolare – a tutti coloro che già svolgono servizio liturgico cantando nelle celebrazioni parrocchiali,
ma anche a chi canta abitualmente nell’assemblea – ad unirsi a noi, affinché realmente nel Coro vicariale
siano rappresentate in concreto tutte le realtà parrocchiali del Vicariato di Guastalla, e tutte le voci con le
loro diverse sfumature si uniscano in una unica lode che sale al Signore.
Università del tempo libero
Guastalla
CALENDARIO MESE di NOVEMBRE 2015
Mercoledì 4 novembre:
“Dal servizio militare al servizio degli ultimi”
Artoni Sara, volontaria del servizio civile
nazionale
Lunedì 9 novembre:
“Il diritto della madre a mantenere l’anonimato”.
Dott . Mario Burlazzi
Mercoledì 11 novembre:
“Le tradizioni della Bassa per la festa di San
Martino” - Dott. Paolo Mantovani
Lunedì 16 novembre:
“L’interazione dei farmaci”- Dott. Giovanna Bellini
Mercoledì 18 novembre:
“L’esodo dei migranti: una opportunità per noi?”
Valerio Corghi – Caritas di Reggio
Lunedì 23 novembre:
“Austria felix” - Alfieri Patrizia
Lunedì 30 novembre:
“I ragazzi del Po” - Paolo Perini
Sede delle lezioni: Oratorio don Bosco
Via Pegolotti 4 - Guastalla (RE)
Diocesi di Reggio Emilia - Guastalla * Vicariato di Guastalla
SCUOLA DI FORMAZIONE TEOLOGICA “Card. ANDREA CARLO FERRARI”
Programma dell’Autunno 2015 - Tema del corso: LA CHIESA: COMUNIONE DI CARISMI
Martedì 6 ottobre, ore 21.00
Martedì 13 ottobre, ore 21.00
Martedì 20 ottobre, ore 21.00
Martedì 27 ottobre, ore 21.00
Martedì 3 novembre, ore 21.00
Martedì 10 novembre, ore 21.00
Martedì 17 novembre, ore 21.00
Martedì 24 novembre, ore 21.00
Mons. Daniele Gianotti – Che idea abbiamo di Chiesa?
Prof.ssa GIOVANNA BONDAVALLI – La Chiesa di Corinto: la comunione messa alla prova (1Corinti) 1a parte
Prof.ssa GIOVANNA BONDAVALLI – La Chiesa di Corinto: la comunione messa alla prova (1Corinti) 2a parte
Prof.ssa GIOVANNA BONDAVALLI – La Chiesa di Corinto: la comunione messa alla prova (1Corinti) 3a parte
Don DANIELE MORETTO – La Chiesa, popolo di Dio.
Don DANIELE MORETTO – La Chiesa, corpo di Cristo.
Don DANIELE MORETTO – La Chiesa, tempio dello Spirito Santo.
Don EDOARDO RUINA – La liturgia, fonte di unità nella diversità.
Gli incontri si svolgono presso il Centro giovanile “Don Bosco” – Via Pegolotti, 4 - 42016 Guastalla - Telefono e fax 0522/824243
Le iscrizioni si ricevono durante le prime serate del corso. A coloro che partecipano al corso è consigliata una presenza costante e la massima puntualità.
Libri Liturgici e Religiosi
Libri di Narrativa e Saggistica
Catechismi e Catechismi C.E.I.
Spartiti e Musica Sacra - DVD e CD
Oggetti regalo per Battesimi,
Comunioni, Cresime, Matrimoni,
Ordinazioni e Professioni Religiose
Articoli Natalizi
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Via Piave 1/A - 42016 Guastalla (RE) - Tel./Fax 0522 838577 - [email protected]
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Unità Pastorali: la nostra Chiesa tra la gente