Lenti a Contatto - Contact lenses Aprile 2010, volume XII, numero 1 Lenti a Contatto - Contact lenses Aprile 2010, volume XII, numero 1 Il contenitore: il brutto anatroccolo della contattologia Luigi Lupelli Effetto delle lenti a contatto morbide sulla progressione della miopia N. Pescosolido, C. Nardella, M. Evangelista, A. Stefanucci Il fenomeno del drop out visto dai formatori italiani di lenti a contatto Fabrizio Zeri Lenti a contatto morbide e prodotti per la manutenzione: mercati a confronto in Europa nell’anno 2009 Euromcontact a.i.s.b.l. Board Immagini di lac Shared Passion for Healthy Vision and Better Life Poste Italiane. Spedizione in a. p. - 70% - DC/DCI/VC nr 1- 2010 Fabrizio Zeri dodicesimoanno con il patrocinio di AIROPTIX®: unagammacompleta dilentiacontatto adaltatrasmissibilitàall’ossigeno Una naturalezza che si sente e si vede OSSIGENO IDRATAZIONE RESISTENZA AI DEPOSITI OSSIGENO: la salute corneale inizia dall’elevata trasmissibilità all’ossigeno. Le lenti a contatto AIR OPTIX lasciano passare attraverso la lente una maggiorequantitàdiossigeno rispetto alle lenti tradizionali in idrogel, per occhi bianchi e dall’aspetto sano. IDRATAZIONE: le lenti a contatto AIR OPTIX aiutano a mantenere la lente umettata minimizzando il tasso di disidratazione1 e offrono un’eccellente bagnabilità2. RESISTENZA AI DEPOSITI: con una superficieultra-liscia, la gamma di lenti a contatto AIR OPTIX superalealtrelentiinsiliconeidrogel per resistenza ai depositi lipidici3, contribuendo ad un uso sano e confortevole delle lenti. *Lenti a contatto AIR OPTIX® for ASTIGMATISM: Dk/t = 108 @ -3.00D, -1.25D x 180. Lenti a contatto AIR OPTIX® AQUA: dK/T = 138 @ -3.00D. Lenti a contatto AIR OPTIX® NIGHT & DAY®: Dk/t = 175 @ -3.00D. Lenti a contatto AIR OPTIX® AQUA MULTIFOCAL: Dk/t = 138 @ -3.00D. Altri fattori possono incidere sulla salute oculare. Informazioni importanti per le lenti a contatto AIR OPTIX® AQUA: per uso diurno o uso prolungato fino a 6 notti per miopia/ipermetropia. Il rischio di seri problemi oculari (ad es. ulcera corneale) è maggiore con l’uso prolungato. In rari casi, potrebbe portare ad una perdita della visione. Potrebbero insorgere effetti collaterali quali fastidio, leggero bruciore o pizzicore. Fonti: 1. CIBA VISION data on file, 2008. Sulla base di misurazioni in vitro a confronto con lenti in HEMA ad alto contenuto d’acqua (> 50%). 2. CIBA VISION data on file 2009. Sulla base della misurazione in vitro dell’angolo di bagnabilità di lenti non indossate. 3. CIBA VISION data on file, 2008. A confronto con tutte le altre lenti in silicone idrogel a sostituzione quindicinale e mensile. AIR OPTIX, NIGHT & DAY, CIBA VISION e il logo CIBA VISION sono marchi registrati di Novartis. AG. ACUVUE è un marchio registrato e ADVANCE e OASYS sono marchi depositati di Johnson & Johnson Vision Care, Inc. PureVision è un marchio registrato di Bausch & Lomb, Inc. Biofinity è un marchio registrato di CooperVision, Inc. © CIBA VISION AG, 2009-084-11083 CVI_05100884 Lenti a Contatto - Contact lenses Aprile 2010, volume XII, numero 1 Sommario Editoriale Luigi Lupelli Il contenitore: il brutto anatroccolo della contattologia pag. 3 Articoli Nicola Pescosolido, Chiara Nardella, Mariasilvia Evangelista, Alessio Stefanucci Effetto delle lenti a contatto morbide sulla progressione della miopia Fabrizio Zeri Il fenomeno del drop out visto dai formatori italiani di lenti a contatto pag. 7 pag. 13 Euromcontact a.i.s.b.l. Board Lenti a contatto morbide e prodotti per la manutenzione: mercati a confronto in Europa nell’anno 2009 pag. 19 Rubriche Fabrizio Zeri Immagini di lac pag. 28 Luigi Lupelli Pillole di lac e dintorni Laura Boccardo Tips & tricks INIEZIONE PERICHERATICA IN LUCE DIFFUSA 16x foto di Fabrizio Zeri Laura Boccardo pag. 29 pag. 30 In libreria pag. 31 Note per gli autori pag. 32 dodicesimoanno con il patrocinio di Lenti a Contatto - Contact lenses Aprile 2010, volume XII, numero 1 Lenti a contatto Contact lenses Codirettori scientifici L. Lupelli (Roma), N. Pescosolido (Roma) Comitato scientifico L. Boccardo (Certaldo), M. Bovey (Palermo), R. Fletcher (London), A. Fossetti (Firenze), P. Gheller (Bologna), M. Lava (Roma), S. Lorè (Roma), A. Madesani (Forte dei Marmi), S. Maffioletti (Bergamo), L. Mannucci (Padova), U. Merlin (Rovigo), M. Pastorelli (Novi Ligure), M. Rolando (Genova), A. Rossetti (Cividale del Friuli), C. Saona (Barcelona), L. Sorbara (Toronto), M. Zuppardo (Roma) Ringraziamenti Si ringraziano A.I.LAC e S.Opt.I. per la collaborazione scientifica Comitato editoriale A. Calossi (Certaldo), O. De Bona (Marcon), M. Lava (Roma), C. Masci (Roma), F. Zeri (Roma) Segreteria O. De Bona via E. Mattei, 11 - 30020 Marcon (VE) tel. 041.5939411 e-mail: [email protected] Nome della rivista LAC Direttore responsabile Marco Perini Proprietario testata BieBi Editrice Editore BieBi Editrice di Mauro Lampo Via Losana, 4 - 13900 Biella Tiratura Quadrimestrale, 32 pagine Tipografia Arti Grafiche Biellesi Via Biella, 58 - 13878 Candelo (BI) Registrazione Tribunale Biella, in data 6/5/99 al n. 487 Sped. gratuita Numeri arretrati Presso la segreteria 2 E D ITO R IAL E Il contenitore: il brutto anatroccolo della contattologia Luigi Lupelli Università degli Studi Roma Tre I metodi di manutenzione delle lenti a contatto (lac), in particolare dopo lo shock indotto, nel 2006/07, dal ritiro dal mercato di due soluzioni multifunzionali di largo consumo, sono oggi efficaci e sicuri. Comunque lo loro gestione rimane intricata, in particolare se il portatore non viene adeguatamente informato verbalmente, in forma scritta e con dimostrazioni pratiche. È noto che, per aumentare la compliance, la messa in pratica delle informazioni fornite nel momento della consegna del prodotto deve poi essere verificata e rafforzata durante gli esami di controllo dell’applicazione1. Nella valutazione dell’efficacia dell’interazione tra i vari elementi del sistema applicativo (occhio, lenti a contatto, modalità d’uso, soluzioni di manutenzione, contenitore, ecc.) è probabilmente il contenitore l’elemento debole del sistema, nel senso che poco tempo viene dedicato dal contattologo per chiarire, al portatore, i termini della sua gestione. Questo nonostante che, in questi ultimi anni, la maggior parte delle aziende produttrici di prodotti contattologici, abbia mostrato una certa attenzione al problema corredando ogni confezione di soluzione di manutenzione con un contenitore. Ciò è stato sollecitato dai risultati della ricerca che ha mostrato che la contaminazione microbiologica dei contenitori è estremamente frequente2,3 ed è quella quantitativamente più rilevante tra gli accessori delle lac4. Inoltre il contenitore rappresenta l’elemento del sistema contattologico a cui si presta meno attenzione per la pulizia5. È lecito domandarsi il perché un contenitore per lenti a contatto possa favorire la proliferazione di microrganismi che invece dovrebbero essere inattivati dalla presenza degli antisettici della soluzione di conservazione. Il problema principale è probabilmente la crescita, sulle pareti del contenitore, di una formazione multicellulare denominata “biofilm”. Tale formazione favorisce l’adesione e la colonizzazione dei microrganismi attraverso la secrezione di sostanze che agiscono da impalcatura. Il biofilm si forma preferibilmente su superfici a contatto con liquidi. Il biofilm rafforza la resistenza dei microrganismi stessi nei confronti dell’azione delle sostanze antisettiche. Infatti queste ultime non riescono a penetrare facilmente nelle cellule contaminanti. Inoltre il biofilm favorisce la secrezione, da parte dei microrganismi stessi, di enzimi che incrementano la resistenza alle sostanze antisettiche e alle tossine6 . Il rilievo clinico della formazione del biofilm nel contenitore è stato dimostrato da varie ricerche che hanno considerato come la sua pre- senza sulle superfici interne del contenitore sia da porre in relazione con l’insorgenza di cheratite microbica4,7-11. A questo punto è opportuno sollevare quattro interrogativi con evidenti ripercussioni pratiche: 1. Il biofilm si sviluppa indifferentemente con ogni tipo di sistema di conservazione? 2. Vi sono dei contenitori che meglio di altri ostacolano la formazione del biofilm? 3. È possibile porre in atto una procedura di gestione del contenitore per prevenire la formazione del biofilm? 4. Ogni quanto tempo deve essere sostituito il contenitore? 1. Sistema di conservazione e biofilm L’efficacia dei sistemi di disinfezione è stata testata da Wilson e collaboratori10 in una ricerca sperimentale. Il sistema più efficace per la prevenzione del biofilm si è dimostrato il perossido d’idrogeno al 3%. I sistemi a base di clorexidina si sono dimostrati meno efficaci del perossido ma più efficaci di alcuni derivati dell’ammonio quaternario o del poliaminopropil biguanide. In un altro lavoro è stata testata l’efficacia dei disinfettanti sulla prevenzione della formazione del biofilm per tempi di conservazione lunghi e continui (6 settimane)12. I risultati hanno mostrato che il tasso di contaminazione sulle pareti del contenitore è del 40% se la conservazione avviene in soluzione con poliesametilene biguanide, 45% se la conservazione è soluzione con polyquad, 0% con conservazione in perossido d’idrogeno 3% neutralizzato con catalizzatore metallico. Comunque in altri studi l’uso del perossido d’idrogeno è stato invece associato ad un più elevato grado di contaminazione del contenitore13-14. Nello studio di Gray e collaboratori14 si è supposto che ciò possa essere dovuto alla presenza di catalasi trovata nei contaminanti batterici che, neutralizzando precocemente il perossido d’idrogeno, rende meno efficace il processo di disinfezione. Inoltre va considerato che la diffusione della pratica di eliminare la fase dello sfregamento delle lac dopo la rimozione (no-rub) e prima della conservazione può favorire il passaggio dei microrganismi dalla superficie delle lac a quella del contenitore15. In tal senso, e non solo per questo, è auspicabile sottolineare la necessità di pulire, sfregando le superfici, e risciacquare le lac prima di riporle nel contenitore16. L.Lupelli / Lac Lenti a contatto 12 (2010) 3-6 3 Il contenitore: il brutto anatroccolo della contattologia 2. Tipo di contenitore e biofilm Per la conservazione delle lac, con sistemi di disinfezione non ossidanti, sono generalmente disponibili dei contenitori in vari materiali organici come policarbonato, propilene o polietilene. A parte qualche rara eccezione (ad esempio contenitori con doppia vasca di raccolta), tali contenitori possono essere suddivisi sostanzialmente in due tipi: quelli senza additivi ad azione antimicrobica nella miscela polimerica e quelli con materiale impregnato con argento. L’argento ritarda l’aderenza e la colonizzazione di microrganismi attraverso vari meccanismi riuscendo a rompere i legami disolfuro nella cellula batterica, distruggendo la membrana plasmatica, interferendo con la respirazione cellulare. Se nel contenitore viene posta una soluzione (come quella per la conservazione delle lac), gli ioni presenti nella soluzione si scambiano con gli ioni d’argento del contenitore. Tale scambio ionico non è abbastanza efficace tanto da rendere, ad esempio, una soluzione salina adatta per la prevenzione della contaminazione batterica della lac, ma è estremamente efficace per prevenire la formazione del biofilm organico sulle superfici del contenitore usando una soluzione disinfettante17,18. Sia gli esami in vitro, che hanno messo in evidenza l'efficacia di tali contenitori contro diverse specie batteriche, tra cui lo Psedomonas aeruginosa, che studi clinici, hanno dimostrato che tale contenitore con additivi è più efficace di quello convenzionale per la prevenzione della formazione del biofilm sulle superfici interne. I risultati dello studio clinico hanno mostrato che l’incidenza della contaminazione si riduce del 40% se il contenitore è impregnato con argento17. 3. Come gestire il contenitore È generalmente ritenuto che una ridotta compliance del portatore favorisca la contaminazione del contenitore, sebbene sia stata riportata la presenza di contenitori contaminati anche in portatori che rispettano le indicazioni dell’applicatore10,19. È comunque anche evidente che le informazioni fornite dall’applicatore sono spesso carenti e anche le istruzioni fornite insieme alle soluzioni sono incomplete o addirittura contraddittorie20. In prima analisi va considerato che la modalità di gestione è diversa a seconda se il materiale del contenitore è impregnato o meno con argento. Per ciò che riguarda i contenitori tradizionali vi è un certo accordo nell’affermare che, dopo l’uso (in sostanza dopo aver applicato le lac sugli occhi) il contenitore debba essere pulito e risciacquato con la stessa soluzione utilizzata per la conservazione o con soluzione salina, e non subito richiuso. Il contenitore, aperto e rovesciato, dovrebbe essere fatto asciugare all’aria, protetto con un fazzolettino di carta21,22. Va comunque sottolineato che: non viene in genere specificato come devono essere posizionati i due coperchi e inoltre che, ponendo il contenitore rovesciato, si può ostacolare l’evaporazione della soluzione che rimane sulle pareti interne del contenitore favorendo così lo sviluppo del biofilm organico. Ammettendo che si riesca a permettere la completa evaporazione della soluzione è ovvio che tale procedura ha come esito la deposizione di cristalli di sale sulla superficie interna del contenitore. È evidente che quando il contenitore sarà nuovamente riempito con soluzione conservante questa risulterà essere ipertonica nel momento in cui i sali rimasti depositati vanno ad addizionarsi al soluto della soluzione disinfettante. Una soluzione ipertonica può addirittura favorire la sopravvivenza del batterio patogeno Staphylococcus aureus23. Tali questioni sono state sollevate e discusse da Cho e Boost23 che propongono, dopo aver applicato le lac, di sfregare le superfici interne del contenitore, con un fazzolettino di carta, in modo da non lasciare depositi salini. Tale pratica è anche più comoda perché permette di poter chiudere il contenitore, comodamente, nei momenti dopo l’applicazione delle lac. Comunque tale metodo è raramente consigliato, e quindi posto in atto, per essere stato supportato soltanto in questi ultimi tempi. Altro aspetto da considerare è quello dell’ambiente in cui vanno tenute lenti e contenitore. In genere è il bagno che potrebbe essere considerato il posto meno adatto sia perché è spesso la stanza più umida della casa, sia, e principalmente, perché è quella con maggiori potenzialità di contaminazione. In particolare la zona nei pressi del water è quella a maggiore rischio. Studi hanno mostrato che nel momento in cui si aziona lo sciacquone vengono rilasciati germi nell’aria24. Ciò assume particolare rilievo se il contenitore viene lasciato aperto, senza rovesciarlo, ad una distanza dal water inferiore a circa un metro24. La gestione del contenitore impregnato con argento è decisamente più semplice poiché non deve essere lasciato aperto. Dopo che le lac sono state prelevate dal contenitore per essere applicate, il contenitore viene risciacquato con la soluzione usata per la conservazione e richiuso con le superfici interne umide per favorire lo scambio ionico e quindi l’azione disinfettante. 4. Frequenza di sostituzione del contenitore Su questo aspetto le indicazioni sono limiate e comunque estremamente controverse. Questo meraviglia perché oggi, essendo la stragrande maggioranza delle confezioni con soluzione conservante, corredate di contenitore, appare naturale sostituire il contenitore appena si inizia a utilizzare un nuovo flacone, praticamente dopo 4-6 settimane21. Eppure va constatato che la Food and Drug Administration (USA)22 consiglia di rimpiazzare il contenitore dopo 3 - 6 mesi! Allora L.Lupelli / Lac Lenti a contatto 2010; 12 (1): 3/6" 4 E D ITO R IAL E Il contenitore: il brutto anatroccolo della contattologia Contenitori per lenti a contatto non ci si può stupire che nel Nord America soltanto il 26% dei portatori di lac sostituisce il contenitore dopo 1 mese, o meno, di uso e che quasi il 50% lo sostituisce dopo sei mesi25. In uno studio eseguito da Yung e collaboratori26 è stato mostrato che il 63% dei portatori sostituisce il contenitore dopo i tre mesi. Conclusioni Il contenitore per la conservazione delle lac risulta, con l’uso, essere frequentemente contaminato. Ciò dipende non solo da una ridotta cura nella sua gestione da parte del portatore ma anche da informazioni carenti che lo stesso portatore riceve. Non è infrequente che l’applicatore, al momento della consegna del primo paio di lac dedichi del tempo adeguato a educare il portatore su come gestire tali lenti ma, nello stesso tempo, tende, spesso, a trascurare l’aspetto della gestione del contenitore. Va sottolineato che, sebbene la ricerca abbia dedicato molto tempo a tale aspetto, le informazioni veicolate da aziende, istituti di ricerca e studi clinici non paiono tra loro coerenti. È auspicabile che siano elaborate, condivise e divulgate delle sintetiche linee guida sull’uso del contenitore che pongano l’accento sui rischi di contaminazione, sulle corrette modalità di gestione e sui tempi di sostituzione del contenitore. Bibliografia 1. Capellani JP, Boyce P. Are you missing these telltale signs of non-compliance? Rev Optom 1999; 138: 51 - 4 2. Yung AMS, Boost MV, Cho P et al. The effect of a compliance enhancement strategy (self-review) on the level of lens care compliance and contamination of contact lenses and lens care accessories. Clin Exper Optom 2007; 90: 190 - 202 3. Wu YT, Zhu H, Harmis NY, Iskandar SY, Willcox M, Stapleton F. Profile and frequency of microbial contamination of contact lens case. Optom Vis Sci 2010; 87: 152 - 8 4. Mayo Ms, Schlitzer RL, Ward MA et al. Association of Pseudomonas and Serratia corneal ulcers with use of contaminated solutions- J Clin Microbiol 1987; 25: 1938 - 1400 5. Radford CF, Woodward EG, Stapleton F. Contact lens hygiene compliance in a University population. J Br Contact lens Assoc 1993; 16: 105 - 11 6. Farber BF, Hsieh HC, Donnenfeld ED et al. A novel antibiofilm technology for contact lens solutions. Ophthalmology 1995; 102: 831 - 6 7. Willcox MD, Power KN, Stapleton F et al. Potential sources of bacteria that are isolated from contact lenses during wear. Optom Vis Sci 1997; 74; 1030 - 8 8. McLaughlin-Borlace L, Stapleton F, Matheson M et al. Bacterial biofilm on contact lenses and lens storage cases in wearers with microbial keratitis. J Appl Microbiol 1998; 84: 827 - 38 9. Stapleton F, Keay L, Edwards K et al. The incidence of L.Lupelli / Lac Lenti a contatto 2010; 12 (1): 3/6" 5 contact lens-related microbial keratitis in Australia. Ophthalmology 2008; 115: 1655 - 1662 10.Wilson LA, Sawant AD, Simmons RB, Ahern DG. Microbial contamination of contact lens storage cases and solutions. Am J Ophthalmol 1990; 110: 193-8 11.Dyavaiah M, Ramani R, Chu D et al. Molecular characterization ì, biofilm analysis and experimental biofouling study of Fusarium isolates from recent cases of fungal keratitis in New York State. BMC Ophthalmology 2007; 7:1 12.McKenney CD, Ajello M. Comparative case contamination: three disinfection systems. Int Contact Lens Clin 1991; 18: 14 - 20 13.Fleiszig SM, Efron N. Microbial flora in eyes of current and former contact lens wearers. 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Epidemiol Infect 1995; 114: 395 - 402 20.Wu Y, Carnt N, Willcox M, Stapleton F. Contact lens and lens storage case cleaning instructions: whose advice should we follow?, Eye Contact Lens 2010; 36: 68 - 72 21.Sweeney D, Holden B, Evans K et al. Best practice contact lens care; a review of the Asia Pacific Contact Lens Care Summit. Clin Exp Optom 2009; 92: 78 - 89 22.FDA. Ensuring safe use of contact lens solution. www. fda.gov/for consumersupdates/umc166549.htm. Accesso 16 Aprile 2010 23.Cho P, Boost M. Rivers and mountains may change, human nature does not!(traditional Chinese saying). Contact lens Anterior Eye 2009; 32: 155 - 6 24.Barker J, Jones M. The potential spread of infection caused by aerosol contamination of surfaces after flushing a domestic toilet. J App Microbiol 2005; 99: 339 - 47 25.Dumbleton K, Richard D, Woods C et al. Compliance with contact lens replacement in Canada and the United States. Optom Vis Sci 2010; 87: 131 - 139 26.Yung MS, Boost M, Cho P et al. Microbial contamination of contact lenses and lens care accessories of soft contact lens wearers (university students) in Hong Kong. Ophthalmic Physiol Opt 2007; 27: 11 -21 L.Lupelli / Lac Lenti a contatto 2010; 12 (1): 3/6" 6 ARTICO L O EFFETTO DELLE LENTI A CONTATTO MORBIDE SULLA PROGRESSIONE DELLA MIOPIA NEI BAMBINI Nicola Pescosolido*, Chiara Nardella**, Mariasilvia Evangelista**, Alessio Stefanucci** Sapienza - Università di Roma *Dipartimento di Scienze dell’Invecchiamento **Dipartimento di Scienze Oftalmologiche Sono revisionati i lavori di letteratura sulla correlazione tra l’applicazione delle lenti a contatto morbide e la progressione della miopia nei bambini.I dati citati evidenziano che tali lenti non sembrano incidere sulla progressione del suddetto vizio rifrattivo. Inoltre, in base all’ipotesi che negli adulti l’aumento della miopia sia dovuto a condizioni relativamente ipossiche, gli Autori revisionano alcuni lavori che confrontano l’uso degli occhiali o delle lenti a contatto morbide in idrogel giornaliere a basso Dk con l’uso delle lenti a contatto in silicone idrogel ad uso prolungato (fino a 30 giorni-Lotrafilcon A).Con queste ultime, avendo un alto Dk e permettendo una migliore ossigenazione, viene riportato un minor contributo alla progressione della miopia. PAROLE CHIAVE progressione della miopia, lenti a contatto in idrogel, lenti a contatto in silicone idrogel La miopia è una condizione comune nella quale l’immagine di un oggetto osservato a distanza è posta anteriormente alla retina e risulta conseguentemente fuori fuoco quando la raggiunge. Le cause dell’erorre rifrattivo sono tutt’ora sconosciute, ma è probabile che tale vizio sia dovuto sia a fattori ambientali che genetici1-2. In un reportage del 1983 sulla popolazione degli Stati Uniti la prevalenza della miopia ammontava al 25% in persone dai 12 ai 54 anni di età3. Recentemente, numerosi studi hanno documentato un aumento della miopia in coorti di nascita più giovani4-5, suggerendo che i fattori di rischio ambientali per la miopia possano essere diventati sempre più numerosi; ad esempio, in particolare, uno studio condotto sulla popolazione asiatica ha riportato un progressivo aumento della prevalenza di tale vizio rifrattivo nelle nuove generazioni, probabilmente attribuito alla maggiore abitudine nell’uso di computer, TV, video giochi a fini ludici o lavorativi2-5. Anche in un recente lavoro6 la prevalenza della miopia nelle persone di età compresa tra i 12 e i 54 anni è stata registrata significativamente più alta negli anni tra il 1999 e il 2004 che negli anni 1971 - 1973. Inoltre, la differenza era più significativa tra i neri rispetto ai bianchi, verosimilmente dovuta ad una minore esposizione della popolazione nera del 1971 - 1973 ai nuovi fattori di rischio prima considerati. Dunque, i crescenti livelli di educazione combinati con una probabile suscettibilità genetica influiscono direttamente sulla prevalenza della miopia. Si tratta, in effetti, di un problema di grande impatto sociale che nonostante possa essere trattato, relativamente in modo semplice, con l’uso delle lenti a contatto lac, genera spese sostanziali: il costo annuale associato ammonta e potrebbe superare la cifra di 2 miliardi di euro l’anno6. Negli ultimi anni, nonostante l’avvento di tecniche chirurgiche per la correzione dei difetti rifrattivi, l’utilizzo delle lenti a contatto è andato progressivamente aumentando, venendo a rappresentare una valida alternativa agli occhiali. Inoltre, benché la preoccupazione suscitata da una progressione della miopia correlata all’uso di lenti a contatto abbia determinato diverse incertezze, la presentazione sul mercato di materiali altamente innovativi, come il Lotrafilcon A (sistema polimerico ad architettura bifasica, fluoro-silossano e idrogel con un grado di idratazione del 24%, non ionico) ha ulteriormente migliorato i benefici ottenuti con le lac. Uso delle lac a basso Dk vs. alto Dk e progressione della miopia negli adulti Nel corso degli anni gli applicatori di lac si sono posti il quesito se la loro applicazione fosse un vantaggio o meno nella progressione della miopia assile nei bambini e negli adulti. La miopia assile di solito si sviluppa tra gli 8 e i 10 anni6-10 e progredisce fino all’adolescenza11. Molti studi hanno mostrato che i bambini in questo intervallo di età sono capaci di applicare lenti gas permeabili12-13 o N. Pescosolido e altri / Lac Lenti a contatto 2010; 12 (1): 7/11 7 Effetto delle lenti a contatto morbide sulla progressione della miopia nei bambini lenti a contatto morbide14-15. L’allarme suscitato da un aumento nella miopia associato con l’utilizzo delle lenti a contatto morbide riportato negli adulti, potrebbe contribuire alla riluttanza da parte degli oftalmologi nel prescriverle come opzione di trattamento praticabile per giovani individui miopi. Infatti, costatazioni dei cambiamenti nell’errore rifrattivo miopico osservati dopo l’applicazione delle lenti a contatto morbide apparse intorno a metà degli anni 7016-18 indicavano che i pazienti adulti che si adattavano all’uso delle lenti a contatto morbide potevano avere un aumento nella miopia associato con una maggiore curvatura corneale su base meccanica. Negli studi sull’ipotesi che l’aumento della miopia fosse invece dovuto a condizioni relativamente ipossiche causanti edemi corneali, i ricercatori hanno confrontato portatori di lenti a contatto con alto e basso Dk (ossigeno permeabilità) e hanno scoperto che le lenti a contatto con basso Dk aumentavano la progressione della miopia a breve termine più di quanto non facessero le lenti a contatto con alto Dk19-20. I risultati di questi studi hanno dato maggiore supporto alla teoria della progressione su base ipossica. Infatti, Blacker et al.21 in un recente studio hanno indagato sugli effetti della progressione della miopia nel corso di 3 anni in 54 soggetti che utilizzavano lenti a contatto idrogel giornaliere a basso Dk e in 230 pazienti che applicavano lenti a contatto in silicone idrogel ad uso prolungato per un massimo di 30 notti. Un’analisi univariata sul cambiamento dell’errore rifrattivo è stata condotta per confrontare il tipo di lente, l’età e l’errore rifrattivo di base. Successivamente è stata effettuata un’analisi multivariata per il controllo di potenziali confondenti di età e di errore rifrattivo di base. I risultati hanno mostrato che le variazioni dell’errore rifrattivo sono state influenzate significativamente dal tipo di lente (F=78.2, p= 0.001, R=0.218 ) e dall’età dei soggetti (F= 131.2, p=0.001, R=0.139 ), ma non dall’errore di rifrazione di base. Le conclusioni evidenziano che l’età dei pazienti e il tipo di lente condizionano il grado di progressione della miopia; quest’ultima aumentata nei soggetti più giovani e portatori di lenti a basso Dk. Invece, hanno attribuito al Lotrafilcon A, materiale in silicone idrogel, un minor contributo alla progressione dell’errore rifrattivo in adulti portatori di lenti. Il Lotrafilcon A ha un basso contenuto d’acqua e garantisce un adeguata ossigenazione corneale che ne permette un uso prolungato fino a 30 giorni. Gli stessi risultati vengono raggiunti nello studio di Bergenske et al.22. Durante 3 anni di osservazione i 317 soggetti che applicavano lenti in Lotrafilcon A mostravano una minore secchezza oculare e una minore pro- gressione miopica rispetto agli 81 portatori di lenti in idrogel giornaliere a basso Dk. Uso delle lac vs occhiali e progressione della miopia nei bambini Gli studi, dianzi riportati, sono stati condotti sugli adulti, invece nei successivi 4 lavori vengono esaminati gli effetti dell’applicazione delle lenti a contatto in idrogel sulla progressione della miopia nei bambini. Nello studio di Andreo23, i cambiamenti nella miopia di pazienti tra 14 e 19 anni che applicavano lenti a contatto sono stai confrontati con quelli di soggetti di controllo che utilizzavano occhiali. Tutti i soggetti sono stati esaminati tra 11 e 13 mesi dopo l’esame di base e non si è riscontrata alcuna differenza significativa nella progressione della miopia tra chi applicava lenti a contatto e chi utilizzava occhiali. In un altro studio, Horner et al.15 hanno casualmente assegnato a soggetti tra 11 e 14 anni lenti a contatto morbide con basso Dk o occhiali per 3 anni. La rifrazione non in cicloplegia è stata effettuata ogni 6 mesi e il cambiamento nell’errore rifrattivo (sferico equivalente) era di media 0.15 D maggiore per chi applicava lenti a contatto; questa differenza non era statisticamente significativa. Non sono stati riportati dati relativi alla curvatura corneale o alla crescita assiale durante l’esame. Allo stesso modo Marsch Tootle et al.24 hanno approfondito lo studio sulla progressione della miopia in un gruppo di bambini che dopo la fine della sperimentazione clinica avevano scelto l’uso delle lenti a contatto morbide vs quelli che avevano continuato ad utilizzare occhiali. Sono stati selezionati 469 bambini miopi, tra i 6 e gli 11 anni, per indossare occhiali con lenti a visione monofocale o con lenti progressive in un arco di tempo di 5 anni. Successivamente potevano scegliere di applicare lenti a contatto morbide. L’errore di rifrazione e la lunghezza assiale (AL) sono stati misurati in ciclopegia con l’1% di tropicamide e sono stati confrontati i risultati dei due gruppi utilizzando la regressione lineare multipla. I partecipanti nei due gruppi erano simili per età, etnia, miopia al quinto anno, accomodazione e foria, ma il numero delle bambine che avevano scelto di passare al’uso delle lenti a contatto morbide risultava maggiore. La progressione della miopia dopo un anno era più alta (p = 0.003) nei soggetti che avevano applicato lenti a contatto morbide (-0.28+/- 0.33 D) rispetto a quelli che erano rimasti all’uso degli occhiali (0.14+/-0.36 D) e rimaneva tale dopo 2 anni (-0.52+/-0.46 D vs.-0.25+/-0.39 D, p < 0.0001). I risultati però diventavano simili dopo correzione per fattori correlati. Non c’erano invece differenze significative nella AL tra i due gruppi. Anche la curvatuta corneale rimaneva invariata. Concludendo, nei bambini che avevano preferito all’uso degli occhiali l’applicazioN. Pescosolido e altri / Lac Lenti a contatto 2010; 12 (1): 7/11 8 ARTICO L O Effetto delle lenti a contatto morbide sulla progressione della miopia nei bambini VA, p = 0.37) o al cambiamento nella maggior curvatura corneale (ANOVA, p = 0.72) (Figure 2 - 3). In effetti, anche se la progressione della miopia era significativamente maggiore (0.06 D/anno) in coloro che indossavano lenti a contatto, la differenza corretta dopo 3 anni, 0.22 D, non era statisticamente significativa. Questa piccola differenza è al limite del clinicamente misurabile. In conclusione, questi dati rassicurano 26.0 Lunghezza assiale (mm) 25.5 25.0 Occhiale Lenti a contatto 24.5 24.0 23.5 46.5 -4.75 46 -3.75 Occhiale Lenti a contatto -3.25 -2.75 -2.25 2 Anno 3 Anno 45.5 45 Occhiale Lenti a contatto 44.5 44 43.5 -1.75 -1.25 1 Anno Figura 2 Lunghezza assiale media ± SD non adattata in applicatori di lenti a contatto morbide e in indossatori di occhiali (da Walline et al., 2008) -5.25 -4.25 Linea base Visita Curvatura corneale (D) Equivalente sferico (D) ne delle lenti a contatto morbide è stato registrato un piccolo aumento, ma clinicamente non significativo nella progressione della miopia. Lo scopo di un successivo studio di Walline et al.25 (ACHIEVE Study) è stato quello di confrontare i cambiamenti delle componenti oculari e l’errore rifrattivo di chi applicava lenti a contatto morbide e chi utilizzava occhiali nell’arco di 3 anni, per determinare se le lenti a contatto morbide incidessero nella progressione della miopia nei bambini. Così, a bambini tra 8 e 11 anni con miopia tra -1.00 e -6.00 D e meno di 1.00 D di astigmatismo è stato casualmente assegnato di applicare lenti a contatto morbide (n = 247) o occhiali (n = 237) per 3 anni. L’errore rifrattivo e le curvature corneali sono stati misurati annualmente in cicloplegia e la lunghezza assiale è stata misurata annualmente con ultrasuoni A-scan. L’analisi multivariata è stato usata per confrontare la velocità di cambiamento dell’errore rifrattivo, della curvatura corneale e della lunghezza assiale tra coloro che utilizzavano occhiali e coloro che applicavano lenti a contatto. I risultati ottenuti hanno evidenziato che c’era un’interazione statisticamente significativa tra tempo e trattamento per la progressione della miopia (p = 0.002); la velocità media di cambiamento era 0.06 D per anno, maggiore per coloro che applicavano lenti a contatto. Dopo 3 anni la differenza aggiustata tra coloro che applicavano lenti a contatto e coloro che portavano occhiali non era statisticamente significativa (95% CI = -0.46 a 0.02) (Figura 1). Non c’era differenza tra i 2 gruppi di trattamento rispetto al cambiamento nella lunghezza assiale (ANO- Linea base 1 Anno 2 Anno 3 Anno Visita Figura 1 Errore rifrattivo/equivalente sferico cicloplegico medio ± SD non aggiustato in applicatori di lenti a contatto morbide e in indossatori di occhiali (da Walline et al., 2008) 43 Linea base 1 Anno 2 Anno 3 Anno Visita Figura 3 Lettura autocheratometrica del maggior potere corneale (media ± SD) in applicatori di lenti a contatto morbide e in indossatori di occhiali (da Walline et al., 2008) N. Pescosolido e altri / Lac Lenti a contatto 2010; 12 (1): 7/11 9 Effetto delle lenti a contatto morbide sulla progressione della miopia nei bambini che le lenti a contatto morbide applicate in bambini non causano aumenti della lunghezza assiale e della curvatura corneale clinicamente rilevanti rispetto a coloro che utilizzavano occhiali. Nello studio sopra citato di Horner et al.15 gli Autori hanno trovato differenze simili nella progressione della miopia tra applicatori di lenti a contatto morbide e coloro che utilizzavano occhiali, ma in questi ultimi hanno trovato un aumento maggiore nell’astigmatismo. Un’importante differenza di protocollo tra lo studio di Horner et al.15 e Walline et al.25 potrebbe essere responsabile, almeno in parte, di questa differenza. Horner et al.15 hanno valutato l’errore rifrattivo non in cicloplegia. Essi hanno ipotizzato che l’astigmatismo aumentava di più in coloro che portavano occhiali poiché essi accettavano con più probabilità il potere del cilindro aumentato rispetto a chi applicava lac, che tipicamente erano corretti solo con la sfera. L’uso della rifrazione in cicloplegia nel corrente studio di Walline et al.25 previene che la valutazione soggettiva influisca sul risultato. Per altro, precedenti studi della durata dai 4 ai 9 mesi hanno evidenziato che la progressione dell’aumento della miopia causato dall’applicazione di lenti a contatto con basso Dk era associato ad una maggiore rigidità corneale o minor appiattimento corneale di quello riportato per applicazione di lenti a contatto con alto Dk19-20. Lo studio di Walline et al.25 non ha trovato differenze nella curvatura corneale tra i portatori di lenti a contatto e i portatori di occhiali. La ripetibilità delle misure della curvatura corneale con l’autorefrattometro (WR-5100K; Grand Seiko) è simile alla cheratometria manuale26 e perciò la differenza nelle scoperte probabilmente non è dovuta al metodo di misurazione. Forse c’è un adattamento iniziale all’applicazione delle lenti a contatto che causa il cambiamento della curvatura corneale come la maggiore curvatura dovuta all’adattamento iniziale. Tale adattamento è relativo ad una condizione ipossica dopo l’inizio dell’applicazione, specialmente quando le lac sono applicate in modo prolungato. Dopo l’aggiustamento del cambiamento, causato dall’applicazione, la cornea potrebbe tornare alla curvatura base. Questa modifica transitoria potrebbe spiegare perché l’esame a lungo termine con visite non frequenti eseguite da Walline et al.25 potrebbe non aver trovato la differenza significativa nell’errore rifrattivo sul cambiamento della curvatura corneale che hanno riportato precedenti studi con frequenti visite in periodo breve. La somiglianza nella crescita assiale tra i 2 gruppi di trattamento ottenute in questo recente lavoro conferma il fatto che far applicare lenti a contatto morbide ai bambini non porterà a un aumento permanente nella miopia oltre quello che ci aspetta dalla progressione ottenuta con gli occhiali. Conclusioni I dati ottenuti dai diversi lavori riportati hanno mostrato che l’età dei pazienti e il tipo di lente condizionano il grado di miopia e non hanno evidenziato differenze clinicamente significative tra l’uso delle lenti a contatto morbide e l’uso degli occhiali sulla progressione della miopia nei bambini. Inoltre, in base alla teoria della progressione miopica su base ipossica associata alle lac, l’utilizzo da parte dei pazienti adulti di lac morbide a basso Dk è correlata positivamente all’aumento del vizio rifrattivo, invece l’uso di lenti in Lotrafilcon A, caratterizzate da un alto valore di trasmissibilità di Dk, è associato a minore secchezza oculare e minore progressione miopica. Questo sistema polimerico è caratterizzato da un architettura bifasica, fluoro-silossano e idrogel con un grado di idratazione del 24%, non ionico. La combinazione delle due fasi permette di realizzare una trasmissibilità dell'ossigeno molto elevata, poiché entrambe le fasi sono in grado di veicolarlo. Più in particolare, la fase fluorosilossano fornisce il contributo maggiore al trasporto di gas, mentre la fase idrogel (acqua + dimetilacrilammide) fornisce anch'essa un percorso preferenziale per l'ossigeno, ma, fatto ancora più importante, permette un buon movimento della lente sulla cornea, completando così il raggiungimento dei requisiti fondamentali di una buona lac. Le lenti in Lotrafilcon A, pur con un grado di idratazione del 24% soltanto, raggiungono la più elevata performance a tale riguardo essendo caratterizzate da un alto valore di trasmissibilità all’ossigeno. L'elevata permeabilità ai gas ne consente un uso continuo fino a 30 giorni, mentre il basso contenuto di acqua le rende facilmente maneggevoli; inoltre, l'elevata bagnabilità e la non ionicità costituiscono un ostacolo alla formazione di depositi, microorganismi compresi. Bibliografia 1. Gwiazda J., Thorn F.:Development of refraction and strabismus. Curr. Opin. Opthalmol., 1999; 10: 293 - 299 2. 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Based on the assumption that the increase of myopia in adults is due to relatively hipoxic conditions, authors also reviewed some works comparing low Dk daily wear hydrogel and continuous-wear silicone hydrogel contact lenses (up to 30 days-Lotrafilcon A).These latter lenses have high Dk and allow better oxygenation, giving therefore a minor contribution to myopia progression. Key words Myopia progression, hydrogel contact lenses, silicone hydrogel contact lenses. N. Pescosolido e altri / Lac Lenti a contatto 2010; 12 (1): 7/11 11 CALL FOR PAPERS Lac - lenti a Contatto ha in programmazione un numero monografico dedicato alle: Lenti a Contatto Morbide per la Correzione dell’Ametropia Astigmatica In particolare la Rivista è interessata alla pubblicazione di articoli che vertano sui seguenti aspetti: • Sviluppo delle geometrie • Linee guida nell’applicazione • La dinamica della stabilizzazione • Metodi di controllo dell’applicazione • Descrizione di casi clinici I potenziali autori sono invitati a sottoporre dei lavori, sia in forma di rassegna, che di ricerca clinica o sperimentale. I documenti saranno sottoposti a revisione da parte di una Sottocommissione del Comitato Scientifico. I candidati saranno informati per e-mail relativamente alla loro accettazione. Come parte del processo di sottomissione degli articoli, gli autori sono tenuti a verificare la conformità della loro presentazione con tutti gli elementi pubblicati nelle “Note per gli Autori”. Deadline Il file del lavoro deve essere inviato a: [email protected] entro il 10 Settembre 2010 Luigi Lupelli Condirettore Scientifico 12 ARTICO L O Il fenomeno del drop out visto dai formatori italiani di lenti a contatto Fabrizio Zeri* PAROLE CHIAVE lenti a contatto, drop-out, compliance, contact lenses, drop-out, compliance to forte del mercato della contattologia nei primi anni del decennio compare una flessione ben visibile5 a cui seguirà poi una relativa stabilità del mercato che si trascina fino ad oggi (Figura 1). Sommario L’abbandono dell’uso delle lenti a contatto (drop-out) è un fenomeno di dimensioni rilevanti, che potrebbe essere arginato se venissero comprese le cause che lo determinano e i fattori d’influenza. Nello studio è stata effettuata un’indagine indiretta sui fattori d’influenza del drop-out in Italia, consultando cioè l’opinione dei formatori del settore contattologico. È stato usato un questionario che ha indagato 18 diversi fattori appartenenti a 5 aree principali: ambientali, legati al paziente, legati allo specialista, economici e di altro tipo. Sono stati intervistati 43 formatori. L’area i cui fattori sono considerati dagli intervistati più influenti sul drop-out si è rivelata quella degli “Specialisti” (7,3±1,3) seguita dall’area “Paziente” (6,5±1,5). Nell’area “Specialisti” i fattori più importanti sono risultati la mancanza di controlli (8,4±1,1), le scelte del contattologo (8,0±1,5) e la scarsa educazione del paziente (7,6±1,8). Nella categoria “Paziente” il fattore con punteggio più alto è risultato il fai da te (7,8±1,6) seguito dalla non compliance (6,5±2,2) tra loro significativamente diversi (p<0,01). In conclusione la lettura che i formatori italiani di contattologia danno del fenomeno drop-out in Italia indica che è proprio tra gli “attori” principali del settore (specialisti e pazienti) che possono nascondersi importanti fattori in grado di concorrere all’aumento del drop-out. È lavorando al miglioramento di conoscenze e competenze ma anche delle capacità comunicative, che il contattologo può arginare molti di questi fattori incidendo positivamente alla riduzione del drop-out. Introduzione L’abbandono dell’uso delle lenti a contatto (lac) da parte dei portatori, fenomeno conosciuto con il termine inglese drop-out, rappresenta una “emorragia” nel mercato della contattologia di dimensioni rilevanti. La consapevolezza del fenomeno è cresciuta solo negli ultimi anni1-4 anche perché il flusso in uscita (drop-out) viene nascosto dalle nuove applicazioni che mantengono pressoché fermo il numero totale di portatori di lac nel mondo (l’entità del fenomeno oscilla comunque a seconda del paese). Verso la metà degli anni 90’, dopo un periodo di crescita molF.Zeri / Lac Lenti a Contatto 2010; 12 (1): 13/18 * PhD, Optometrista, Dottore in Psicologia, FIACLE, FBCLA, FAILAC. CdL in Ottica e Optometria - Facoltà di Matematica, Fisica e Scienze Naturali Università Roma Tre Figura 1 Percentuale di portatori di lac in UK rispetto alla popolazione generale dal 1990 al 2002 (rintracciato da Morgan, 2003)5. Mentre il trend di crescita riportato in Figura 1 viene spiegato con l’avvento delle lac disposable e l’influenza dei maggiori investimenti pubblicitari che molte compagnie del settore cominciano a condurre6, a spiegare il calo e la successiva stabilizzazione viene chiamato in causa per la prima volta l’effetto drop-out4. Diversi studi hanno analizzato le cause dell’abbandono delle lac da parte dei portatori1-7 evidenziando che il motivo più importante è la perdita di comfort. Motivi ulteriori appaiono essere la secchezza oculare, le problematiche gestionali, la scarsa visione per lontano e/o vicino, l’arrossamento oculare e i costi. Diversi fattori possono inoltre intervenire negativamente concorrendo a determinare il fenomeno del drop-out. Comprendere le cause e i fattori d’influenza alla base del drop-out è una sfida che impegna clinici e ricercatori nel tentativo di arginare il fenomeno. Nello studio è stata condotta una ricerca indiretta, intervistando cioè degli osservatori “privilegiati” italiani nel settore della contattologia, per valutare il peso nel nostro paese di diversi fattori sul drop-out. 13 Il fenomeno del drop out visto dai formatori italiani di lenti a contatto Metodo Un questionario, costruito al fine d’indagare il peso di diversi fattori sul fenomeno del drop-out, è stato distribuito per posta elettronica a formatori (professori, docenti, insegnanti etc) nel campo delle lenti a contatto, in forza presso: • Facoltà Universitarie di Ottica e Optometria • Scuole Superiori di Stato di Ottica • Istituti Superiori privati di Optometria • Provider accreditati nel programma di Educazione Continua in Medicina (ECM) • Aziende del settore contattologico. Tra le informazioni generali richieste, oltre il settore formativo nel quale veniva svolta l’attività di docenza in ambito contattologico, vi erano anche gli anni di esercizio (Fino a 5; tra 5 e 10; tra 10 e 15; oltre i 15). Nel questionario, autocompilato servendosi esclusivamente delle indicazioni scritte, veniva richiesto d’indicare in base alla propria esperienza il peso “locale”, cioè relativo al paese di appartenenza, di 18 diversi fattori sul drop-out. Il giudizio veniva richiesto su una scala da 1 a 10, dove 1 rap- presentava nessuna influenza e 10 la massima influenza sull’aumento del drop-out. In tabella 1 sono riportati i fattori indagati che sono stati divisi in 5 categorie principali. Questa divisione per aree non è stata presentata nel questionario ma solo utilizzata nell’analisi dei risultati. I punteggi nelle diverse aree sono stati ottenuti effettuando, per ogni soggetto, una media dei punteggi ottenuti nei rispettivi items (fattori) componenti l’area. Tutte le analisi sui punteggi sono state effettuate a coppie mediante la statistica non parametrica Wilcoxon matched pair test. È stata inoltre effettuata un’analisi dei cluster per valutare eventuali raggruppamenti tra gli item e la forza dei legami. L’analisi dei cluster è stata effettuata a scopo esplorativo ed è stata preferita ad un’analisi fattoriale visto il numero limitato di questionari raccolti. Risultati Sono stati compilati 43 questionari dei 45 distribuiti.Il campione di intervistati è risultato composto da 3 soggetti con esperienza nella formazione inferiore a 5 anni, 5 soggetti con esperienza tra 5 e 10 anni, 16 con esperienza tra 10 e 15 anni e 19 soggetti con esperienza oltre i 15 anni. Tabella 1: I fattori studiati nell’indagine divisi in 5 aree principali: ambientali, legati al paziente, legati agli specialisti, economici e legati ad altri fattori. Caratteristiche ambientali (temperatura, umidità, condizioni lavorative medie etc) Ambientali Presenza di particolari condizioni refrattive Presenza di particolari condizioni anatomo-fisiologiche Paziente Caratteristiche culturali dei pazienti (maggiore accettazione occhiali, scarsa motivazione, etc) Non compliance "Fai da te" Inappropriata scelta da parte del contattologo delle lac (materiali e parametri) e/o del sistema di manutenzione, del regime d'uso, e nella successiva soluzione dei problemi Scarsa educazione del paziente alla gestione delle lac Specialisti Pregiudizio negativo da parte dei contattologi sulla sicurezza dell'uso delle lac, che tende a minare la sicurezza del paziente alle prime difficoltà (acute o croniche) Pregiudizio negativo da parte degli oftalmologi sulla sicurezza dell'uso delle lac, che tende a minare la sicurezza del paziente alle prime difficoltà (acute o croniche) Economici Altri Mancanza controlli periodici "contattologici" Costi delle lac Costi dei liquidi Costi delle prestazioni Diffusione Chirurgia refrattiva Miglioramento performance delle lenti oftalmiche e dell'occhialeria Scarso supporto dell'industria contattologica (diffusione prodotti, informative etc) Demonizzazione delle lac da parte della stampa non specialistica che mina la sicurezza del paziente sull'uso delle lac F.Zeri / Lac Lenti a Contatto 2010; 12 (1): 13/18 14 ARTICO L O Il fenomeno del drop out visto dai formatori italiani di lenti a contatto Tabella 2: Statistica descrittiva dei risultati per ogni fattore, misurato da un item del questionario. Caratteristiche dell'ambiente Presenza di particolari condizioni refrattive Presenza di particolari condizioni anatomo-fisiologiche Fattori culturali dei pazienti Non compliance Fai da te Scelte inappropriate da parte del contattologo Scarsa educazione del paziente Pregiudizio negativo da parte dei contattologi Pregiudizio negativo da parte degli oftalmologi Mancanza controlli periodici Costi delle lac Costi delle soluzioni di manutenzione Costi delle prestazioni Diffusione Chirurgia refrattiva Miglioramento performance delle lenti oftalmiche e dell'occhialeria Scarso supporto dell'industria contattologica Demonizzazione delle lac da parte della stampa non specialistica Media SD Minimum Maximum 4,8 3,1 4,2 5,1 6,5 7,8 7,9 7,6 5,3 7,2 8,4 4,2 4,2 2,7 4,7 3,8 4,9 5,0 2,1 1,7 2,3 2,0 2,1 1,6 1,5 1,7 2,3 2,0 1,1 1,8 1,9 1,6 1,9 1,9 2,2 2,3 1,0 1,0 1,0 1,0 2,0 3,0 3,0 3,0 1,0 2,0 6,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 9,0 7,0 9,0 9,0 10,0 10,0 10,0 10,0 10,0 10,0 10,0 8,0 8,0 7,0 8,0 9,0 10,0 9,0 Il settore formativo degli intervistati era per 11 di essi la docenza in corsi ECM, per 16 la docenza in corsi di Laurea in Ottica e Optometria (4 di questi sono risultati attivi anche in corsi di Ottica), per 8 la docenza in corsi di Optometria d’istituti privati (3 di questi sono risultati attivi anche in corsi di Ottica) e per 8 la docenza come “professional” aziendali. I risultati riassuntivi per ogni fattore sono riportati in Tabella 2. La Figura 2 riporta i risultati divisi secondo le 5 aree principali utilizzate in Tabella 1. I risultati analitici dei singoli fattori delle diverse aree sono riportati nelle restanti 5 figure: “Ambientali” (Figura 3), “Paziente” (Figura 4), “Specialisti” (Figura 5), “Economici” (Figura 6) e “Altri” (Figura 7). Se si analizza la Figura 2, emerge che l’area più importante ai fini del drop-out si è rivelata quella degli “Specialisti” (7,3±1,3) seguita dall’area “Pazienti” (6,5±1,5) signi- Figura 2 Peso dei fattori influenti sul drop-out divisi in 5 aree principali. I confronti a coppie sono risultati tutti significativi (Wilcoxon paired matched test; p<0,01) eccetto quelli tra l’area dei fattori ambientali e rispettivamente l’area dei fattori economici e l’area degli altri fattori. Figura 3 Peso dei singoli fattori “Ambientali”. I confronti a coppie (Wilcoxon test) sono risultati tutti significativi (p<0,01) eccetto quello tra Caratteristiche dell’ambiente e Fattori anatomo- fisiologici. F.Zeri / Lac Lenti a Contatto 2010; 12 (1): 13/18 15 Il fenomeno del drop out visto dai formatori italiani di lenti a contatto ficativamente diverse tra loro (p<0,01). Le aree dei fattori “Ambientali” (4,0±1,5), “Economici” (3,7±1,5) e “Altri” (4,6±1,5) sono risultate significativamente più basse in tutti i confronti a coppia con le prime due (p<0,01). Tra i singoli fattori dell’area ambientale (Figura 3) quello risultato meno rilevante è la presenza di particolari condizioni refrattive (3,1±1,7) che risulta significativamente più basso sia nel confronto con le caratteristiche dell’ambiente (4,8±2,1) che con la presenza di particolari condizioni anatomo-refrattive (4,2±2,3) (entrambi p<0,01). Nella categoria paziente (Figura 4) il fattore con punteggio più alto è risultato il fai da te (7,8±1,6) seguito dalla non compliance (6,5±2,1) e dai fattori culturali (5,1±2,0); i confronti a coppie risultano tutti significativi (p<0,01). Nella categoria specialista (Figura 5) i fattori in ordine d’importanza sono risultati la mancanza di controlli perio- dici (8,4±1,1), le scelte inappropriate da parte del contattologo (7,9±1,5) e la scarsa educazione del paziente (7,6±1,7), il pregiudizio negativo da parte degli oftalmologi (7,2±2,0) e infine il pregiudizio negativo da parte dei contattologi (5,3±2,3). Il fattore pregiudizio da parte dei contattologi risulta significativamente più basso (p<0,01) se si effettuano confronti a coppie con gli altri fattori del gruppo. Nel gruppo dei costi (Figura 6) si registra una differenza significativa (p<0,01) per i confronti a coppia tra i costi delle prestazioni (2,7±1,6) e rispettivamente i costi delle lac (4,2±1,8) e i costi delle soluzioni di manutenzione (4,2±1,9). Nel gruppo “Altri” (Figura 7) i confronti a coppia indicano una differenza significativa (p<0,05) tra miglioramento della performance delle lenti e degli occhiali (3,8±1,9) rispetto agli altri 3 fattori (chirurgia refrattiva [4,7±1,9]; scarso supporto dell’industria [4,9±2,2]; demonizzazione della lac da parte della stampa non specialistica [5,0±2,3]). Figura 4 Peso dei fattori influenti sul drop-out divisi in 5 aree principali. I confronti a coppie sono risultati tutti significativi (Wilcoxon paired matched test; p<0,01) eccetto quelli tra l’area dei fattori ambientali e rispettivamente l’area dei fattori economici e l’area degli altri fattori. Figura 6 Peso dei singoli fattori “Economici”. È risultato significativo il confronto a coppie (Wilcoxon test) tra Costo delle prestazioni e ciascuno degli altri due fattori (p<0,01). Figura 5 Peso dei singoli fattori dell’area “Specialisti”. I confronti a coppie (Wilcoxon test) sono risultati tutti significativi (p<0,01) eccetto tra il fattore Scelte contattologo e rispettivamente Scarsa educazione paziente, Pregiudizio oftalmologi e Mancanza controlli. Figura 7 Peso dei singoli fattori inseriti nell’area “Altri”.Il confronto (Wilcoxon test) tra il fattore Miglioramento lenti e occhiali e gli altri fattori è sempre significativo (p<0,05). Gli altri confronti a coppie non risultano significativi. F.Zeri / Lac Lenti a Contatto 2010; 12 (1): 13/18 16 ARTICO L O Il fenomeno del drop out visto dai formatori italiani di lenti a contatto La rappresentazione grafica (dendrogramma) emersa dall’analisi dei cluster è riportata in Figura 8. La clusterizzazione risulta piuttosto eterogenea eccezion fatta per un’aggregazione (nella parte bassa del dendrogramma) composta dai fattori: fai da te, mancanza di controlli periodici, scelte inappropriate da parte del contattologo, scarsa educazione del paziente. Questi items risultano piuttosto omogenei tra loro e si legano da vicino al pregiudizio negativo da parte degli oftalmologi e alla non compliance. parte la non compliance significa il non attenersi alle indicazioni dello specialista8 il fai da te ne rappresenta l’estrema condizione di non consultare affatto uno specialista di lenti a contatto. All’importanza della non compliance in contattologia si è dato larga enfasi negli ultimi anni, soprattutto si è cercato di individuare le responsabilità sia da parte di chi dà istruzioni sul corretto uso e sulla corretta manutenzione sia da parte di chi riceve e mette in pratica queste istruzioni9-12. Ambientali Refrattive Anatomiche Costi Lac Costi Liquidi Oftalmica Costi Prestazioni Chirurgia refrattiva Scarso Supporto industria Demonizzazione Stampa Culturali Non Complaince Fai da te Mancanza Controlli Scelta Conttatologo Educazione Portatore Pregiudizio Oftalmologi Pregiudizio Contattologici 2 4 6 8 10 12 14 16 18 Linkage Distance Figura 8 Dendrogramma dell’analisi dei cluster. Discussione I formatori italiani di contattologia ritengono che i fattori più influenti in Italia sull’aumento del drop-out sono relativi all’area “Specialisti” e “Paziente”. Sono la mancanza di controlli, le scelte inappropriate da parte del contattologo e la scarsa educazione del paziente fattori considerati a maggiore incidenza negativa sul drop-out. Questi fattori sono evidentemente tutti a carico del contattologo. Meno rilievo viene dato al pregiudizio negativo della classe medica seppure considerato più importante rispetto a quello eventuale dei contattologi. Nell’area paziente sono il fai da te (in misura maggiore) e la non compliance i fattori a maggiore influenza negativa sul drop-out. Questo risultato può apparire normale se si considerano i due fattori come due comportamenti di diversa forza appartenenti alla stessa dimensione: se da una È interessante notare come l’analisi dei cluster individua una serie di fattori che sembrerebbero considerati vicini per la loro influenza sul drop-out e che sono proprio i fattori più forti cioè il fai da te, la mancanza di controlli periodici, le scelte inappropriate da parte del contattologo, la scarsa educazione del paziente che da vicino vanno a raggrupparsi al pregiudizio negativo da parte degli oftalmologi e alla non compliance. I fattori economici sono stati giudicati dagli intervistati poco influenti sul fenomeno drop-out italiano. Questi fattori in effetti erano risultati poco rilevanti nel lavoro di Pritchard e coll1 ma più importanti in altri lavori che hanno trovato una percentuale dell’8 - 9% di abbandono legata a fattori economici2-3. Nell’area “Altri” troviamo dei fattori di “concorrenza” alla lente a contatto come gli occhiali e la chirurgia refrattiva ma questi fattori sono considerati dal campione debolmente influenti sul drop-out. F.Zeri / Lac Lenti a Contatto 2010; 12 (1): 13/18 17 Il fenomeno del drop out visto dai formatori italiani di lenti a contatto Conclusioni La lettura che i formatori italiani di contattologia danno del fenomeno del drop-out in Italia indica che è proprio tra gli “attori” principali del settore (contattologi e pazienti) che possono nascondersi importanti fattori in grado di concorrere all’aumento del drop-out. Il fenomeno del drop-out è infatti stato messo in relazione principalmente a sintomi soggettivi di discomfort e secchezza oculare1 che possono essere influenzati negativamente da una cattiva pratica contattologia (fattori specialisti) o da una scarsa, o completamente assente compliance (fattori paziente). È lavorando al miglioramento di conoscenze e competenze ma anche delle capacità comunicative13 che il contattologo può arginare molti di questi fattori incidendo positivamente alla riduzione del drop-out. Ringraziamenti Un particolare ringraziamento va a tutti i formatori italiani che hanno risposto al questionario oggetto dello studio e al Dott. Stefano Livi per i suggerimenti sull’analisi dei dati. Lo studio è stato presentato in versione poster al VI Convegno di Contattologia Assottica tenutosi l’8 - 9 Novembre 2008 al Marriott Hotel di Roma. Bibliografia 1. Pritchard N, Fonn D and Brazeau D. Discontinuation of contact lens wear. Int Contact Lens Clin, 1999; 26: 157 - 61. 2. Young G, Veys J, Pritchard N and Coleman S. A multi-centre study of lapsed contact lens wearers. Ophthal Physiol Opt, 2002; 22: 516 - 27. 3. Veys J, Sulley A. Give drop-outs another chance. Optician, 2002; 224: 40 - 44. 4. Young G. Why one million contact lens wearers dropped out. Cont Lens Anterior Eye, 2004; 27: 83 - 5. 5. Morgan P. Healthcheck on the contact lens market. Optician, 2003; 226: 32 - 3. 6. Morgan P Is the UK CL market healthy? Optician, 2001; 221: 22 - 26. 7. Weed K H, Fonn D and Potvin R. Discontinuation of contact lens wear. Optom Vis Sci, 1993; 70(12s): 140. 8. Collins MJ, Carney LG. Patient compliance and its influence on contact lens wearing problems. Am J Optom Physiol Opt. 1986; 63: 952 - 6. 9. Collins M, Shuley V, Coulson J, Bruce A. Initial compliance with lens care instructions. Clin Exp Optom. 1993; 76: 115 - 118. 10.Cardona G, Llovet I. Compliance amongst contact lens wearers: comprehension skills and reinforcement with written instructions. Cont Lens Anterior Eye. 2004; 27: 75 - 81. 11. Yung AM, Boost MV, Cho P, Yap M. The effect of a compliance enhancement strategy (self-review) on the level of lens care compliance and contamination of contact lenses and lens care accessories. Clin Exp Optom. 2007; 90: 190-202. 12.Cho P, Boost M. Rivers and mountains may change, human nature does not! (traditional Chinese saying). Cont Lens Anterior Eye. 2009; 32: 155 - 6. 13. Chalmers RL, Begley CG. Use your ears to identify lens related dryness. Contact Lens Spectrum 2005: August: 42 - 46. Abstract The contact lens (CLs) drop out is a relevant phenomenon that could be limited if its decisive causes and influence factors would be well understood. This study includes an indirect survey performed on the drop out influence factor in Italy, based on relevant CLs educators’ opinion. A questionnaire was used, which investigated 18 different factors ascribed to 5 main areas: environmental, patient-linked and specialist-linked factors, economical and dependant-on-other factors. 43 CLs educators have been interviewed. The interviewees indicated in “Specialist” the main area which displays the most influent factors on drop out (7,3±1,3). “Patient” area follows (6,5±1,5). In “Specialist” area the most important factors found were lack of after-care examinations (8,4±1,1), ECP choices (8,0±1,5) and poor patient education (7,6±1,8). In “Pazient” category, do-it-yourself is the factor having the highest score (7,8±1,6), followed by non-compliance (6,5±2,2). A significant difference occurs between them (p<0,01). The reading of Italian drop-out phenomenon by Italian CLs educators indicates that among the main “actors” of this field (specialists and patients) are hidden relevant factors contributing to drop-out increase. The ECP can limit most of these relevant factors, contributing to drop-out decrease, by working in order to improve knowledge, skills, abilities and communication capabilities. F.Zeri / Lac Lenti a Contatto 2010; 12 (1): 13/18 18 ARTICO L O Lenti a contatto morbide e prodotti per la manutenzione: mercati a confronto in Europa nell’anno 2009 EUROMCONTACT Association internationale sans but lucratif Board Riassunto Nel 2009, per quanto riguarda i professionisti del settore, il valore del mercato settoriale delle lenti a contatto morbide (nello specifico il mercato delle lenti giornaliere, settimanali/quindicinali e mensili e delle lenti morbide tradizionali) coperto dalle società partecipanti, è cresciuto del 6,18%, fino a € 1.156 milioni (per tutti i 22 Paesi presi in esame). La crescita, per quanto riguarda gli 11 Paesi rappresentati, è stata del 5,7% e il valore di € 1.052 milioni. I Paesi rappresentati costituiscono il 94,3% del totale raccolto (le lenti colorate sono escluse dal report). Giornaliere (+9,6%), settimanali/quindicinali e mensili (+5%) fanno da traino alla crescita. Le lenti morbide tradizionali sono in rapido declino (-20,2%). Aziende partecipanti (2008) AMO Alcon Avizor Bausch & Lomb CIBA Vision Cooper Vision Johnson & Johnson Vision Care Menicon Europe Tabella 1 Aziende partecipanti Paesi/Area Abbreviazioni Austria (AT) Belgio e Lussemburgo (BE-LU) Francia (FR) Con un totale del 9,69% della popolazione tra i 15 e i 64 anni che indossa lenti a contatto, i Paesi Nordici (Danimarca-Finlandia-Svezia) hanno il più alto tasso di penetrazione, davanti al nuovo secondo, la Svizzera (7,77%). Presupponendo che il 50% necessiti di una correzione visiva, i Paesi Nordici hanno un tasso di penetrazione di quasi il 20%. Il tasso più basso si registra in Germania (2,96%). Germania (DE) Italia (IT) Paesi Bassi (NL) Paesi Nordici (NO-SE-DK-FI) Russia (RU) Svizzera (CH) Spagna (ES) Le lenti in silicone idrogel attualmente rappresentano una quota superiore al 50% nel segmento delle lenti settimanali/quindicinali e mensili e nella maggior parte dei Paesi. Solo Francia, Paesi Bassi, Italia e Spagna sono ancora al di sotto del 50%. Regno Unito e Irlanda (UK-IE) Tabella 2 Mercati rappresentati Paesi/Area Abbreviazioni Emirati Arabi (AE) Il mercato dei prodotti per la manutenzione è in fase di ridimensionamento (-4,4% per tutti e 22 i Paesi presi in esame). Repubblica Ceca e Slovacchia (CZ-SK) Grecia (GR) Introduzione Ungheria (HU) Israele (IL) Polonia (PL) Portogallo (PT) Romania (RO) Arabia Saudita (SA) Turchia (TU) Sud Africa (ZA) Fin dal 2003, EUROMCONTACT ha fornito ai suoi membri (produttori internazionali di lenti a contatto e di liquidi per la manutenzione) la struttura per realizzare indagini di mercato. La tabella 1 mostra i nomi delle società che hanno partecipato e contribuito alla raccolta dei dati nel 2009. Il totale dei dati raccolti riguarda 22 Paesi. Questo report copre solo gli undici Paesi principali, benché si faccia occasionalmente riferimento ai 22 totali - si vedano le tabelle 2 e 3 per i Paesi-mercati rappresentati e non rappresentati). Per facilitare l’osservazione del trend, questo report si focalizza da vicino sui primi. Tabella 3 Mercati rilevati, ma non rappresentati in questo report Euromcontact a.i.s.b.l. Board / Lac Lenti a contatto 12 (2010) 19-25 19 Lenti a contatto morbide e prodotti per la manutenzione: mercati a confronto in Europa nell’anno 2009 Il processo di raccolta dati Trimestralmente, le sedi europee delle aziende che partecipano forniscono a una società indipendente esterna il numero totale di lenti vendute (espresso in unità, dati di consegna) e il valore del proprio mercato (lenti e prodotti per la manutenzione) calcolato in base ai prezzi franco fabbrica (dati di sell in). La società quindi rimuove i dati specifici relativi al produttore e rimanda alle aziende che li hanno forniti e a EUROCOMTACT i numeri accorpati per Paese, segmento e per il totale di tutti i Paesi. Il report riguarda tutti i segmenti del mercato delle lenti morbide e dei prodotti per la manutenzione. Il report inoltre mostra il cambiamento rispetto all’anno precedente (dove necessario, i valori vengono adeguati allo stesso tasso di cambio dell’anno riportato). I dati sono prevalentemente destinati ai produttori che hanno fornito i dati, che sono così in grado di valutare la loro performance. I dati si rivelano tuttavia interessanti anche per i medici e per l’intera industria ottica. Questo report prende in considerazione la base di portatori di lenti a contatto morbide in un certo numero di Paesi europei, sulla base delle vendite del 2009. Si suppone che le società partecipanti coprano circa l’80-90% del mercato di lenti usa e getta nei Paesi considerati. La base di portatori di lenti a contatto Il numero di portatori è un buon indicatore del successo delle lenti a contatto sul mercato. Il valore del mercato totale e i segmenti di mercato di un Paese sono importanti, ma sono soggetti a fattori esterni come la fluttuazione della valuta, le promozioni di prezzo, lanci di nuovi prodotti ecc. Il numero di persone che portano lenti a contatto all’interno di un mercato è in genere definito “base di portatori di lenti”, che in questa sede viene definita come la parte di adulti portatori di lenti a contatto (tra i 15 e i 64 anni) all’interno della popolazione. Sarebbe più interessante esprimerla come la parte della popolazione che necessita di correzione visiva, ma al contrario dei dati sulla popolazione in generale, questa cifra non è prontamente disponibile. La base di portatori è stata calcolata utilizzando le informazioni di vendita (espresse in unità) fornite dai produttori membri di EUROMCONTACT. Sono stati forniti dati per le seguenti categorie di lenti (valori e unità): • lenti morbide giornaliere (DD) • lenti morbide a sostituzione settimanale/quindicinale e mensili (W/B&M) • lenti morbide tradizionali (tutte le altre frequenze di sostituzione non incluse sopra, CS) • lenti morbide in silicone idrogel (SiHy, incluse anche nelle W/B&M) Paese MPS/HP 2008 Cambiamenti rispetto al 2007 AT 0.98 4.4 % BE-LU 2.19 3.3 % CH 1.24 0.7 % DE 1.26 18.7 % ES 3.56 11.5 % FR 3.58 14.0 % IT 2.23 2.5 % NL 3.76 16.7 % NO-SE-DK-FI 6.52 8.7 % UK-IE 2.31 10.4 % Totale 3.22 14.9 % Tabella 4 Dimensione del segmento soluzioni uniche vs. il perossido d'idrogeno per paese Dati raccolti, ma non utilizzati in questa pubblicazione riguardano: • lenti morbide a rimpiazzo frequente (lenti a rimpiazzo mensile o più frequente, incluse le giornaliere, le W/B&M e le lenti colorate) • lenti morbide colorate/lenti cosmetiche (a rimpiazzo giornaliero, frequente e tradizionali) • lenti rigide Questo report non entra in dettaglio per quel che riguarda le lenti rigide in quanto una parte significativa che concerne la vendita di lenti rigide (per esempio nel Regno Unito, in Germania e nei Paesi Bassi) è realizzata da società che non prendono parte a questo processo di raccolta dati. Questa valutazione mette a confronto solo le lenti morbide e tra queste le lenti giornaliere (DD), le settimanali/quindicinali, mensili (W/B&M) e le lenti tradizionali (CS) e la loro relativa base di portatori di lenti. Gli undici Paesi e aree valutati in questo articolo sono elencati nella tabella 2. Per ogni categoria di lenti e per ogni Paese o area, il numero di portatori di lenti è stato calcolato prendendo i dati delle unità vendute in un anno e quindi, dividendo questi valori per il consumo annuo stimato per portatore di lenti. Come per lo scorso anno, in questa analisi questi valori sono stimati in 350 lenti annue per le lenti giornaliere1; in 26 lenti annue per lenti a rimpiazzo frequente1 e in 2,7 lenti annue per le lenti morbide tradizionali2. Il numero di portatori per ciascuna categoria è stato poi diviso per la popolazione tra i 15 e i 64 anni in ciascun Paese o area, al fine di fornire un valore della base dei portatori di lenti, in proporzione alla popolazione (in percentuale)3. Euromcontact a.i.s.b.l. Board / Lac Lenti a contatto 12 (2010) 19-25 20 ARTICO L O Lenti a contatto morbide e prodotti per la manutenzione: mercati a confronto in Europa nell’anno 2009 Risultati I Paesi rappresentati costituiscono il 94,3% del totale raccolto (le lenti colorate sono escluse dal report). Le giornaliere (+9,6%) e le settimanali/quindicinali e mensili (+5,0%) fanno da traino alla crescita. Le lenti tradizionali sono in rapido declino (-20,2%). Con un totale del 9,69% della popolazione tra i 15 e i 64 anni che indossa lenti a contatto, i Paesi Nordici (Danimarca-Finlandia-Svezia) hanno il più alto tasso di penetrazione, davanti al nuovo secondo, la Svizzera (7,77%). Presupponendo che il 50% necessiti di una correzione visiva, i Paesi Nordici hanno un tasso di penetrazione di quasi il 20%. Il tasso più basso di registra in Germania (2,96%). Le lenti in silicone idrogel attualmente rappresentano una quota superiore al 50% nel segmento delle lenti settimanali/quindicinali e mensili e nella maggior parte dei Paesi. Solo Francia, Paesi Bassi, Italia e Spagna sono ancora al di sotto del 50%. Il mercato dei prodotti per la manutenzione è in fase di ridimensionamento (-4,4% per tutti e 22 i Paesi presi in esame). Il valore totale delle lenti in tutti e i 22 mercati è cresciuto del 6,18% fino a € 1.156 milioni. Il totale per quanto riguarda gli 11 Paesi riportati è cresciuto del 5,7% fino a € 1.052 milioni. La crescita più im- portante tra i Paesi rappresentati si è rilevata in Russia (+ 15,67%), seguita dalla Svizzera (+13,01%). I Paesi Bassi hanno registrato una diminuzione del -4,48%. Il declino è dovuto principalmente alla non disponibilità dei dati relativi alle lenti morbide tradizionali per l’anno 2009, dati invece disponili nel 2008. La cifra “reale”, se si confrontano solo i segmenti per i quali sono disponili i dati del 2009 e del 2008, è un -0,15%. I paesi rappresentati costituiscono il 94,3% dei totali conteggiati (le lenti colorate sono escluse dal report). Lenti giornaliere (+9,6%) e settimanali/quindicinali e mensili (+5%) fanno da traino alla crescita. Le lenti morbide tradizionali sono in rapido declino (-20,2%). Il divario di valore tra i segmenti per il totale dei 22 mercati è: 41,23% per le giornaliere, 56,74% per le settimanali/quindicinali e mensili e 2,03% per le tradizionali (si veda anche la figura 2 e la tabella 5). I Paesi Nordici hanno nuovamente il più alto tasso di penetrazione. La percentuale del 9,96% rappresenta un +8,0% rispetto al 2008. Il più basso tasso di penetrazione tra i paesi presi in esame in questa pubblicazione si è registrato in Russia (0,68%, +8,7%). Questo numero relativo alla Russia non include i dati che riguardano il segmento delle giornaliere, in quanto non sono disponibili (secondo le regole della non divulgazione nel sistema di raccolta dati, ovvero la soppressione di un segmento Figura 1 Tasso di crescita 2008 Vs. 2007 Euromcontact a.i.s.b.l. Board / Lac Lenti a contatto 12 (2010) 19-25 21 Lenti a contatto morbide e prodotti per la manutenzione: mercati a confronto in Europa nell’anno 2009 % Portatori DD 2008 % Portatori % Portatori S/Q Mensili 2008 Convenzionali 2008 % Totale 2008 Paesi Nordici NO-SE-DK-FI 4.71 % 4.06 % 0.14 % 8.90 % Regno Unito e Irlanda UK-IE 3.21 % 3.85 % 0.11 % 7.17 % Paesi Bassi NL 1.16 % 5.49 % 0.37 % 7.01 % Svizzera CH 2.52 % 4.32 % 0.10 % 6.95 % Italia IT 1.70 % 2.54 % 0.21 % 4.45 % Belgio e BE-LU Lussemburgo 1.06 % 3.04 % 0.16 % 4.27 % Francia FR 0.82 % 3.29 % 0.11 % 4.23 % Spagna ES 0.49 % 3.25 % 0.22 % 3.96 % Austria AT 0.87 % 2.01 % 0.15 % 3.04 % Germania DE 0.54 % 2.19 % 0.13 % 2.86 % Russia RU n.d. 0.65 % n.d. 0.65 % Tabella 5 % portatori per segmento in popolazione con età compresa tra 25-64 anni (n.d. = non disponibile) Le giornaliere (DD) sono indossate da più del 5% dei portatori solo nei Paesi Nordici (5,04%, il 52% di tutti i portatori). Il secondo valore più elevato si registra nel Regno Unito-Irlanda (3,36%; il 46,7% del totale) e in Svizzera (3,0%; il 38,6% del totale). Le lenti settimanali/quindicinali e mensili rappresentano i segmenti più forti in Spagna, Francia, Germania e Paesi Bassi. Figura 2 % portatori 2008 su popolazione 15-64 anni Figura 3 Divisione per valore (Valore, in %) 2008 al fine di mostrare il totale). Una diminuzione del totale dei portatori di lenti è stato osservato in Spagna (-4,0%) e nei Paesi Bassi (-7,0% in totale e -2,9% escludendo le lenti tradizionali). Con il 7,77%, la Svizzera ha raggiunto il secondo posto (rispetto al 4° posto dello scorso anno, crescendo del 12,2%). Lenti in silicone idrogel Negli ultimi anni, le lenti giornaliere e le lenti in silicone idrogel si sono rivelate importanti traini per il mercato delle lenti a contatto. È perciò interessante osservare con quale percentuale le lenti in silicone idrogel incidono sul segmento delle settimanali/quindicinali e mensili (si veda la figura 4). La Russia è in testa con quasi l’80% del valore rivestito dalle lenti in silicone idrogel. È interessante notare che anche i Paesi Nordici, la Svizzera, il Regno Unito-Irlanda e i Paesi Bassi, i quattro Paesi con il più alto tasso di penetrazione, hanno quote relative alle lenti in silicone idrogel superiori al 70%. Ad oggi in Germania le lenti in silicone idrogel rappresentano quasi il 60% (59,14%). Potenziali errori ed avvertenze Una potenziale fonte di errore in questo modello è che la stima dei tassi di consumo annuale delle lenti a contatto può rivelarsi imprecisa. Tuttavia, da un’analisi di mercato simile a questa, svolta nel Regno Unito, i tassi di consumo hanno dimostrato di essere solidi e sembrano essere ben accetti in generale. In ogni caso, un errore geEuromcontact a.i.s.b.l. Board / Lac Lenti a contatto 12 (2010) 19-25 22 ARTICO L O Lenti a contatto morbide e prodotti per la manutenzione: mercati a confronto in Europa nell’anno 2009 Figura 4 Quota di mercato del Silicone Idrogel Sett/Quind Mensili 2008/2007 (€) nerico su questi valori permetterebbe comunque di ottenere un buon confronto relativo tra i mercati e il loro uso costante permetterebbe di conoscere il trend relativo allo sviluppo dei mercati stessi. Potrebbe anche accadere che i tassi di consumo per modalità di indossare le lenti siano diversi tra i mercati. La popolazione russa potrebbe utilizzare un numero superiore o inferiore di lenti giornaliere all’anno, rispetto a quanto si possa verificare in Svizzera, per esempio. Ad oggi,vi è poca informazione disponibile sulle differenze nelle modalità di indossare le lenti a contatto in Europa, e nessuna considerazione è stata fatta in merito all’interno di questo modello specifico. In ogni caso, è possibile che le modalità di indossare le lenti siano ragionevolmente similari tra i Paesi e per questo i dati complessivi non dovrebbero esserne molto influenzati. Un declino percepito potrebbe non essere effettivo, in quanto dovuto a uno spostamento delle vendite dai produttori che partecipano a quelli che invece non partecipano. Lanci di nuovi prodotti e una iniziale spinta di sell in degli stock e/ o dei resi e degli esaurimenti scorte potrebbero avere un effetto sul numero di portatori di lenti dichiarati. Un’importante avvertenza in questo lavoro è che i dati raccolti riguardano solo le lenti a contatto morbide ed è noto che alcuni fornitori locali di lenti (specializzati principalmente in lenti rigide gas-permeabili e alcune lenti morbide tradizionali), che potrebbero avere significative quote di mercato, possono essere stati esclusi (per esempio in Germania, Svizzera, UK e Irlanda). Quindi, la base totale di portatori di lenti a contatto illustrata potrebbe differire dalla base totale reale, specialmente in quei Paesi con un alto utilizzo di lenti rigide gas-permeabili, come Germania e Paesi Bassi. Prodotti per la manutenzione Per quanto concerne il mercato dei prodotti per la manutenzione, sono stati raccolti solo i valori, poiché i differenti formati dei flaconi e la quantità utilizzata in base a ciascun sistema e portalenti non permettono un sistema unitario di calcolo. I segmenti rilevati sono i seguenti (non è stata apportata alcuna modifica dei segmenti presi in esame rispetto ai report degli anni precedenti): 1. Perossido d’idrogeno (HP) soluzione/sistemi 2. Soluzioni Uniche (MPS) 3. Soluzioni liquide (principalmente per lenti RGP); disinfettanti chimici non polifunzionali 4. Detergenti (per lenti rigide e morbide) 5. Prodotti per la rimozione delle proteine 6. Soluzioni per il risciacquo (saline) 7. Umettanti (gocce, soluzioni) 8. Totale (somma di tutti i segmenti) I dati non sono stati disponibili così dettagliati in ciascun Paese, neppure per i primi due segmenti, che sono i più rilevanti. Questo report quindi si concentrerà solo sui totali e sui due segmenti principali (HP e MPS). Il mercato totale dei prodotti per la manutenzione in tutti e 22 i Paesi ha registrato un decremento del 4,4%, fino a € 2237,5 milioni. 17 mercati su 22 hanno registrato delle crescite negative, gli altri sette un incremento. Euromcontact a.i.s.b.l. Board / Lac Lenti a contatto 12 (2010) 19-25 23 Lenti a contatto morbide e prodotti per la manutenzione: mercati a confronto in Europa nell’anno 2009 Figura 5 Sett/Quind - Mensili + LCP e Conv. + LCP rispetto a DD per Paese - 2008 Il valore delle soluzioni MPS è diminuito dell’1,6%, mentre quello delle HP è diminuito del 6,6%. Insieme, le soluzioni HP e MPS costituiscono il 76,3% del totale del mercato dei liquidi per la manutenzione delle lenti. Il valore totale del mercato delle MPS è 3,2 volte tanto quello delle soluzioni HP (si veda la tabella 4 per tutti i Paesi che hanno fornito i dati sui segmenti delle soluzioni uniche e perossidi). Valore annuale di liquidi di mantenimento per portatore I portatori di lenti settimanali/quindicinali e mensili, come pure i portatori di lenti tradizionali morbide utilizzano Soluzioni Uniche o Soluzioni al Perossido d’Idrogeno per disinfettare le lenti quando non le indossano. Così, se si prende il valore complessivo delle soluzioni uniche e dei perossidi d’idrogeno e lo si suddivide per il numero di portatori di lenti settimanali/bisettimanali e mensili, più le morbide tradizionali, si ottiene un valore annuale di liquidi di mantenimento per portatore. Così facendo si ignora il fatto che alcuni portatori di lenti settimanali/bisettimanali e mensili indossano le lenti in modo esteso o continuativo, e quindi non utilizzano prodotti per la manutenzione. Questo valore annuale di liquidi per la manutenzione per portatore raggiunge il massimo livello in Austria e il minimo in UK-Irlanda. La differenza è di 5 volte tanto! Ci possono essere diverse ragioni. La principale è che manca uno dei principali fornitori di liquidi in UK-Irlanda (SAUFLON). Altri fattori possono coinvolgere il fatto che in Austria i prezzi sono molto più alti oppure che i portatori di lenti in Austria usano piu’ flaconi durante l’anno, oppure può trattarsi di una combinazione delle due. Un’altra opzione potrebbe essere il mix tra soluzioni MPS meno care e soluzioni HP più costose. Confronto del costo totale dei differenti sistemi per i professionisti Prendendo il consumo di lenti stimato, si può ottenere il costo annuale delle lenti per portatore. Aggiungendo a questo valore quello relativo al consumo di liquidi (per le settimanali/quindicinali e mensili e morbide tradizionali), si ottiene il costo al quale lo specialista acquista la propria fornitura annuale per tutti i diversi sistemi. Prendendo il costo annuale per le giornaliere come base (100) in ciascun Paese, è possibile esprimere gli altri costi di sistema relativi alle giornaliere. Questo è stato fatto solo per i Paesi che avevano dati di tutti i segmenti di lenti (settimanali/quindicinali e mensili e morbide tradizionali) e delle soluzioni MPS e HP (si veda la figura 5). I Paesi sono ordinati in ordine crescente rispetto al costo rilevato per le giornaliere in quel Paese. È interessante notare che in alcuni paesi come i Paesi Nordici, la Svizzera e l’Austria c’è una piccola differenza tra i sistemi, Euromcontact a.i.s.b.l. Board / Lac Lenti a contatto 12 (2010) 19-25 24 ARTICO L O almeno per quanto riguarda i professionisti del settore. In altri Paesi le differenze sono enormi, come in Francia, dove le tradizionali morbide sono più costose. Come per i liquidi di manutenzione, ciò può essere dovuto a molteplici ragioni. Oltre alle differenze già discusse nella sezione sopra dedicata alla manutenzione delle lenti, la ragione può di nuovo essere la conformità e, quindi, il mix (qui tra settimanali/bisettimanali e mensili tra le W/B&M), che può fare da traino nei Paesi Nordici, dato che le W/B sono forti in Danimarca. Un’altra ragione può essere il prezzo, che può essere effettivo o un mix delle più costose in silicone idrogel, delle toriche e delle bi-focali, rispetto alle semplici sferiche. Per ciascun Paese è necessario considerare una serie articolata di variabili. Ma ciò richiederebbe approfondimenti troppo complessi per essere affrontati in questa occasione. Abstract In 2009, the industry to eye care professionals (ECP) market value of soft contact lenses (SCLs), defined as Daily Disposables (DD), Weekly / Bi-weekly and Monthly (W/B&M) and conventional soft (CS) covered by the participating companies grew by 6.18% to 1,156 millions (for all 22 countries collected). Growth for the 11 reported countries was 5.7%, and the value was € 1,052 millions. Reported countries represent 94.3% of the total collected. (coloured lenses are excluded from the report) DD (+9.6%) and W/B&M (+5.0%) are the growth drivers. CS are declining rapidly (-20.2%). Sintesi finale Questa è la settima volta in cui dati paneuropei, forniti da aziende membro di Eurocomtact sono stati utilizzati per analizzare la dimensione nazionale della base di portatori di lenti a contatto. Sulla base di questi dati, la più ampia base di portatori di lenti si trova nei Paesi Nordici, con il 9,69% di tutti gli adulti. La base di portatori di lenti più ridotta tra gli 11 Paesi riportati si trova in Russia (0,68%, senza però dati relativi alle giornaliere. La base più ridotta considerando i dati per tutti i segmenti si trova in Germania, con un 2,96% di adulti, tra i 15 e i 64 anni). Nella maggior parte dei Paesi, le lenti a rimpiazzo settimanale/quindicinale e mensile sono quelle più comunemente utilizzate, con le giornaliere particolarmente diffuse nei Paesi Nordici, UK-Irlanda e Svizzera. Le lenti giornaliere sono un forte traino per la crescita, persino più di 15 anni dopo la loro prima introduzione. Tra le lenti settimanali/quindicinali e mensili, quelle in silicone idrogel stanno crescendo fortemente e stanno perciò trainando il cambiamento e la crescita. EUROCOMTACT ringrazia tutte le aziende che hanno partecipato per il loro contributo e per la loro collaborazione. Riferimenti 1. Basato sul rapporto annuale sull'utilizzo delle lenti a contatto, Eurolens Research, UMIST. 2. Jones L, Woods CA and Efron N. Life expectancy of rigid gas permeable and high water content contact lenses. CLAO J. 22: 258-261. 3. http://www.cia.gov/cia/publications/factbook/ Euromcontact a.i.s.b.l. Board / Lac Lenti a contatto 12 (2010) 19-25 25 26 27 ARTICO L O IMMAGINI DI LAC Champagne! a cura di Fabrizio Zeri Figura 1 rabili con fluoresceina (dimple), che spariscono velocemente (in poche ore) alla rimozione delle lente. Se le depressioni sono sufficientemente numerose e centrali possono interferire con la visione; è il fenomeno conosciuto con il nome di dimple veiling (Calossi, 1999). Il caso riportato nella rubrica è quello di una signora di 62 anni portatrice di lac rigide da circa 46 anni. La lente in uso sull’occhio sinistro (Figura 1 e 2) è una RGP sferica di -8,50 applicata su una cornea con astigmatismo SR di 2,50D. La lente ha un aggancio palpebrale stabile (Fig.2) che produce un forte clearence nella zona superiore limbare della cornea. È probabilmente proprio questo disallineamento locale a causare la turbolenza lacrimale e il massiccio fenomeno di bollicine e schiuma con formazione di dimple. Seppure il fenomeno potrebbe essere ridotto o eliminato allineando meglio la lente (ad esempio con un lente a geometria interna torica), in questo caso il dimple veiling non desta nessun problema visivo perchè fuori dalla pupilla d’entrata. Che dire allora: “Champagne”! Bibliografia Calossi A. Dimple veiling: le mille bolle blu. LAC 1999; 1: 32. MacMonnies C, Lowe R. After-care. In Ed.Phillips AJ. Speedwell L. Contact Lenses. Buttherworth Heinemann Elsevier 2007. McMahon TT. Dellen and Dimple Veiling. Contact Lens Spectrum. May, 2002. Figura 2 Un fenomeno piuttosto diffuso in contattologia rigida, soprattutto nel caso di un’applicazione stretta, è quello della formazione di bolle d’aria sotto la lente (McMonnies e Lowe, 2007). La formazione è favorita dall’eccessivo spazio che si produce tra lente e superficie oculare (leggi clearence) e dal movimento legato all’ammiccamento. Spesso è la schiuma che si produce al bordo della lente a venir risucchiata nelle zone di maggiore spazio sotto la lente (MacMahon, 2002). Le bolle intrappolate sotto l’azione meccanica della lente schiacciano l’epitelio producendo delle indentazioni circolari colo- 28 R UB R ICA PILLOLE DI LAC E DINTORNI a cura di Luigi Lupelli È stato pubblicato... Comfort e Visione con lenti in silicone idrogel: effetto della compliance Dumbleton K, WoodsG, Jones L, Richter D, Fonn D Optom Vis Sci 2010; 87:421-425 Gli autori si pongono una domanda: sostituire le lenti a contatto in idrogel secondo le indicazioni del produttore comporta dei vantaggi visivi e di comfort sia al mattino che al termine della giornata? L’analisi viene eseguita su 1344 pazienti che utilizzano o la modalità di ricambio quindicennale (717), o quella mensile (617). I risultati mostrano che: a) la compliance è migliore per quei pazienti che usano lenti a ricambio mensile; b) quei pazienti che sostituiscono le lenti a contatto secondo le indicazioni hanno una migliore visione e un miglior comfort. Esposizione passiva al fumo di sigarette e uso di lenti a contatto morbide Ward SK, Wakamatsu, Ibrahim O, et al. Optom Vis Sci 2010; 87: 367-372 Tramite esami della superficie oculare (stain epiteliale con fluoresceina e rosa bengala), e del film lacrimale (tasso di evaporazione lacrimale, BUT, Test di Schirmer) vengono valutati gli effetti dell’esposizione del fumo passivo in portatori di lenti a contatto. I risultati indicano che persino l’esposizione a tempi brevi di fumo passivo favorisce la presenza di effetti avversi sia sulle lacrime che sulla superficie oculare. Topografia corneale e applicazione di lenti a contatto Young G, Schnider C, Hunt C, Efron S Optom Vis Sci 2010; 87: 358-366 È convenzione che la selezione del raggio della zona ottica posteriore (BOZR) di una lente a contatto morbida possa essere favorita da una valutazione preliminare dell’entità della curvatura corneale centrale eseguita tramite oftalmometria. Alcune ricerche hanno messo in dubbio tale relazione. Cosa accade se invece di utilizzare i dati oftalmometrici usiamo quelli videocheratoscopici? Facendo uso di un topografo corneale Medmont E300 con cui vengono rilevati, oltre alla curvatura corneale, anche il fattore forma e l’altezza corneale, gli autori mostrano che i dati videocheratoscopici permettono di eseguire una previsione del BOZR della lente migliore dei dati oftalmometrici. Comunque entrambi i metodi non sono abbastanza attendibili a tale scopo per cui si raccomanda di eseguire la selezione del BOZR dopo aver valutato posizione e dinamica delle lenti a contatto applicate. Idrope acuta in cheratectasia indotta da cheratotomia radiale Sharma N, Sachdev R, Jindal A, Titiyal Eye Contact Lens 2010; 36: 185-187 Lo sviluppo di ectasia corneale è una complicanza sempre più frequentemente riportata in casi di trattamento fotorefrattivo con ablazione laser, mentre risulta essere decisamente meno frequente in casi di cheratotomia incisionale. In questo lavoro viene riportato un caso di un soggetto miope di 28 anni che 8 anni prima è stato sottoposto a trattamento refrattivo con cheratotomia radiale (16 incisioni) in entrambi gli occhi. Alla presentazione l’acuità visiva del paziente è di motu mano all’occhio destro e tra 2 e 3/10 all’occhio sinistro. L’esame biomicroscopico mette in evidenza un marcato edema della porzione centrale e infero temporale della cornea associato a congestione congiuntivale e discontinuità della membrana di Descemet. L’esame dell’immagine ottenuta con Scheimpflug conferma la presenza di comunicazione tra stroma e la camera anteriore. Viene eseguita la diagnosi di idrope acuta conseguente a cheratectasia. L’ectasia corneale è presente anche nell’altro occhio. Questo lavoro ribadisce, ancora una volta, la necessità di un adeguato esame pre chirurgia refrattiva al fine di mettere in evidenza cheratoconi subclinici. Il premio per il miglior poster al GSLS di Las Vegas Antonella Vecchies, ricercatrice presso l’Ospedale Infantile Burlo Garofolo di Trieste, iscritta al Master in Scienze della Visione di Padova, e Dino Marcuglia, docente presso l’Università degli Studi di Firenze e l’Istituto Regionale di Studi Ottici e Optometrici di Vinci (FI), si sono aggiudicati il primo premio nella sezione poster durante il Global Specialty Lens Symposium, congresso di contattologia che si è svolto a Las Vegas, Nevada, dal 28 al 31 gennaio 2010. È stato presentato uno studio sulla valutazione della stereopsi con lenti a contatto multifocali (Tisilfocon A) nelle esotropie accomodative con eccesso di convergenza. Edward Bennett, OD consegna il premio ad Antonella Vecchies 29 TIPS & TRICKS a cura di Laura Boccardo Primavera: torna il tempo delle allergie Con sempre più pazienti affetti da allergie, è indispensabile per gli applicatori sviluppare una strategia per non perdere ogni anno una fetta di questi portatori di lenti a contatto. Ridurre al minimo le potenziali fonti di infiammazione può contribuire a ridurre la risposta allergica. È possibile ottenere questo risultato cercando un’applicazione leggermente più stretta del normale, per ridurre il movimento delle lenti. Nelle lenti RGP è necessario minimizzare il sollevamento al bordo, per evitare sia la sollecitazione meccanica delle palpebre, sia l’accumulo di allergeni sotto le lenti. Per evitare l’accumulo di allergeni, bisogna anche intensificare la pulizia delle lenti: in questi casi può essere utile l’utilizzo di un sapone, invece di eseguire la pulizia solo con la soluzione unica. Una strategia efficace è anche quella di aumentare la frequenza di sostituzione, passando a lenti giornaliere usa e getta, soprattutto durante il periodo più critico. In effetti, le lenti monouso sono ideali se sono disponibili in una prescrizione appropriata. Dato che molti allergeni sono trasportati dall'aria, occhiali protettivi o occhiali da sole indossati sopra le lenti a contatto possono essere molto utili. Molti pazienti allergici utilizzano farmaci sistemici per contrastare i sintomi. Ciò può essere un problema per i portatori di lenti a contatto, perché questo tipo di medicinali tende a ridurre la produzione di lacrime. Una riduzione della quantità di lacrime, non solo rende più difficile l’utilizzo delle lenti, ma può anche portare a un aumento dei livelli di allergeni nelle lacrime e ac- 30 crescere la concentrazione dei mediatori infiammatori. In questi casi è utile usare lacrime artificiali. Diagnosing, Managing Allergy in Lens Wearers, Arthur B. Epstein, CLSpectrum Aprile 2010 Un altro approccio alle lacrime artificiali I pazienti pensano che le gocce lubrificanti o umettanti dovrebbero essere usate solo quando sentono le lenti o gli occhi asciutti. Ma le persone valutano in modo estremamente vario la soglia fra confort e fastidio e molti utilizzatori si rassegnano a portare lenti a contatto che sono appannate e meno confortevoli a fine giornata. Mi sono accorta che è utile dire ai pazienti che un vantaggio addizionale delle gocce lubrificanti è quello di permettere alle lenti di “galleggiare”. Spiego che la cornea perde cellule morte, così come la nostra pelle, e facendo sì che la lente si muova più liberamente, si permette alle sostanze irritanti intrappolate di scorrere via dalla superficie corneale. Spiego anche che, poiché le gocce reidratano la lente, la qualità ottica, e quindi la visione, saranno migliori. Ally Stoeger, CLToday, dicembre 2009 Quali lenti per gli utilizzatori part-time Secondo Efron e Morgan (How often are contact lenses worn? Cont Lens Anterior Eye 2009) gli utilizzatori di lenti a contatto part-time sono una percentuale considerevole del totale, circa il 60%. Il corretto utilizzo delle lenti è sempre un problema per chi non le usa tutti i giorni e alcuni arrivano ad allungare fino a un anno la vita di una confezione di lenti quindicinali: spesso interpretano liberamen- te il termine “quindicinale”, portando le lenti quindici volte, invece che per due settimane. Per gli utilizzatori occasionali, le lenti a contatto giornaliere usa e getta sono la scelta raccomandata: non è solo un fatto di costi, ma soprattutto di comodità e di rispetto dei tempi di utilizzo. Daily Disposable Lenses: A Look Back and Ahead, Renee Reeder, CLSpectrum Aprile 2010 Sempre a proposito dei tempi di sostituzione... Uno studio di Dumbleton e colleghi (Compliance with contact lens replacement in Canada and the United States, Optom Vis Sci 2010) mostra che troppi pazienti non sostituiscono le lenti come indicato dalle istruzioni del produttore. Il gruppo meno diligente è quello degli utilizzatori di lenti bisettimanali: circa il 50% le utilizza per un periodo più lungo di quello prescritto, perché si dimentica banalmente la data di sostituzione. L’aspetto curioso è che una percentuale fra il 18% e il 34% degli applicatori stessi dice ai pazienti di portare le lenti bisettimanali per più tempo di quello raccomandato dal produttore. Quando mi rendo conto, o anche solo ho il sospetto valutando la frequenza di acquisto, che un mio paziente porti le lenti quindicinali per un mese intero, gli propongo di passare a delle lenti a sostituzione mensile. Il messaggio deve essere chiaro: è giusto scegliere il tipo di lenti più adatto alle esigenze del singolo paziente, ma sui tempi di sostituzione prescritti non si può transigere di un solo giorno. (L.B.) RUBRICA IN LIBRERIA Optometry: Science, Techniques and Clinical Management a cura di Laura Boccardo Mark Rosenfield, Nicola Logan 2a edizione Butterworth-Heinemann, 2009 568 pagine oltre 400 illustrazioni www.elsevier.com Questo libro è il successore di Optometry, edito da Keith Edwards e Richard Llewellyn, pubblicato nel 1988. In confronto fra i due testi testimonia in modo evidente quanto è cambiata l’optometria negli ultimi vent’anni. Nella pratica clinica quotidiana sono oggi integrate tecniche e procedure che non erano neppure state inventate al tempo in cui la precedente edizione è stata scritta, inoltre è completamente cambiata la base di pazienti: l’allungamento della speranza di vita ha portato in primo piano i problemi della popolazione anziana, mentre i pazienti giovani hanno esigenze visive sempre maggiori e più specifiche. L’optometria ha la responsabilità di fornire un’assistenza di alta qualità a tutte le fasce della società. Con la rapidità con cui si sviluppa la pratica dell’optometria, viene da domandarsi come può un singolo volume coprire tutti gli aspetti di questa professione in continua crescita. La risposta è semplicemente che non può farlo, soprattutto perché molti degli argomenti trattati in un solo capitolo di questo libro sono oggetto di interi volumi, dedicati esclusivamente ad essi. Tuttavia lo scopo di questo libro è quello di fornire un’introduzione ad ogni argomento: si spera che questo stuzzichi l’appetito del lettore e lo spinga ad approfondire i singoli argomenti su libri monografici o riviste scientifiche. Per questo motivo ogni capitolo si chiude con un’ampia e completa bibliografia. Il libro si presenta molto curato da un punto di vista grafico: grande formato, copertina rigida, ricco di illustrazioni e grafici a colori. Il libro è diviso in tre sessioni, identificate ognuna da un colore diverso per una più facile consultazione: scienza, tecnologie e procedure cliniche. La prima sessione passa in rassegna l’ottica, l’anatomia, la fisiologia e la psicologia della visione, esamina la funzione visiva e lo sviluppo della visione, descrive le principali patologie oculari e il loro trattamento farmacologico. Nella seconda sessione, le tecniche per valutare le condizioni e le funzioni dell’occhio vengono analizzate insieme alla correzione dei difetti refrattivi. Gli argomenti trattati sono: l’acuità visiva, la sensibilità al contrasto, la refrazione oggettiva e soggettiva, l’accomodazione, la visione binoculare, l’esame del segmento anteriore e del segmento posterio- re dell’occhio, la visione dei colori, l’elettrofisiologia, il campo visivo, la pressione oculare, la pachimetria, la correzione dei difetti refrattivi mediante lenti a contatto, occhiali, o metodi alternativi, quali l’ortocheratologia e la chirurgia refrattiva. L’ultima sessione affronta aspetti legati alla gestione del paziente, la comunicazione e la gestione degli aspetti legali e analizza le esigenze di fasce particolari della popolazione, come i bambini, gli anziani, i disabili, gli ipovedenti e colori che necessitano di ausili di protezione oculare. Nella stesura del testo sono stati coinvolti quaranta autori, provenienti da quattro continenti e ciascuno esperto in uno specifico argomento. Al di là dell’intenzione dei curatori di offrire una visione globale dell’optometria, bisogna dire che tutti coloro che hanno portato un contributo a questo progetto provengono da nazioni di tradizione anglosassone: USA, UK, Australia e Hong Kong. Alcuni argomenti trattati, come per esempio il trattamento farmacologico o la diagnostica del segmento posteriore non sono immediatamente fruibili per i professionisti di tanti paesi del mondo, come anche l’Italia. Rosenfield e Logan sperano che questo libro possa costituire un contributo alla globalizzazione della professione optometrica, affinché questa si uniformi in tutto il mondo ai massimi livelli di qualità. 31 RNOTE UB R ICA NOTE PER GLI AUTORI Lenti a contatto (lac) è una rivista il cui obiettivo è fornire ai professionisti del settore, ricercatori e studenti, informazioni aggiornate sulle ricerche cliniche e scientifiche nell’ambito dell’area contattologica, nella fisiologia e patologia dell’occhio esterno. coli di rassegna bibliografica, casi clinici, descrizioni di nuovi strumenti o procedure dovrebbero essere costituiti da: sommario, introduzione, testo e commenti. Sono benvenuti tutti gli articoli originali a carattere clinico, di ricerca, rassegne bibliografiche, casi clinici ed editoriali che trattino argomenti legati alla contattologia. Possono anche essere pubblicate lettere attinenti lo sviluppo professionale e la sua evoluzione, l’educazione e gli eventi del settore. Bibliografia I riferimenti nel testo dovranno essere soltanto numerici e riportati con un corpo più piccolo ad apice. L’elenco dei riferimenti deve essere riportato in pagine separate del testo e dovrà essere redatto secondo le modalità sotto elencate, rispettando la punteggiatura e lo stile indicati: Tutti gli articoli devono essere inviati all’attenzione di: Marica Lava o Oscar De Bona CIBA Vision s.r.l. Via E. Mattei, 11, 30020 Marcon (VE) Articoli di riviste Cognome e iniziale del nome dell’autore/i, titolo dell’articolo, titolo della rivista abbreviato secondo le norme codificate, anno, volume, prima e ultima pagina in cui appare l’articolo. I lavori inviati non devono essere stati precedentemente pubblicati su altre riviste o presentati per la pubblicazione contemporaneamente ad altri giornali. Il testo dell’articolo, corredato da eventuali immagini, deve essere inviato in duplice copia per essere esaminato. Il lavoro deve pervenire anche su supporto magnetico. Dopo la revisione dei referees, l’autore corrispondente sarà informato sull’esito della revisione. Nel caso d’accettazione del lavoro presentato, farà seguito la documentazione necessaria per la cessione dei diritti. Dattiloscritto, dischetto e immagini originali, anche se non pubblicati, non saranno necessariamente restituiti. Nel caso che la numerazione delle pagine della rivista non segua un ordine annuale, accanto al numero del volume indicare, tra parentesi, anche il numero del fascicolo. Preparazione del dattiloscritto e del supporto magnetico I dattiloscritti devono pervenire su fogli A4. Impostazione margine superiore 2,50 cm, inferiore e laterale, destro e sinistro, 2 cm. Per il frontespizio, il sommario, il testo, i ringraziamenti, la bibliografia, le tabelle e le didascalie delle illustrazioni utilizzare il carattere Times New Roman corpo 12. Le pagine devono essere numerate in modo progressivo iniziando dal frontespizio. Tutti i lavori accettati per la pubblicazione debbono pervenire anche su supporto magnetico, nei formati Macintosh e IBM compatibili elencati: MacWrite, Microsoft Word, Solo testo, R.T.F. Frontespizio La prima pagina deve includere il titolo per esteso, ed eventualmente anche ridotto, il nome e cognome, per esteso, degli autori nella sequenza desiderata, eventuali istituti o enti d’appartenenza, il nome, l’indirizzo ed il numero di telefono dell’autore cui fare riferimento per la corrispondenza. Sommario Il sommario in lingua italiana, che non deve contenere più di 130 parole, deve essere riportato su una pagina separata. È auspicabile che l’autore sottoponga anche un sommario più esteso, massimo 230 parole, in lingua inglese. Entrambi devono contenere la parte centrale del tema trattato, il metodo di lavoro, i risultati e le conclusioni. Parole chiave Per facilitare la schedatura degli articoli indicare da 3 a 7 parole chiave per ogni articolo. Tali parole chiave, in lingua italiana ed inglese, debbono seguire i relativi sommari. Testo Gli articoli di ricerca dovranno essere comprensivi di: introduzione, descrizione del materiale, metodo di lavoro, risultati e discussione. L’introduzione deve riportare in modo conciso gli obiettivi dello studio. Il materiale e i metodi utilizzati devono essere descritti in dettaglio, mentre i risultati dovrebbero essere descritti in maniera succinta. La discussione deve essere limitata all’osservazione dei dati presentati. Arti- 32 Esempio di articolo da rivista Simmons PA, Tomlinson A e Seal DV. The role of Psedomonas aeruginosa biofilm in the attachment of Acanthamoeba to four types of hydrogel contact lens materials. Optom Vis Sci, 1998; 75: 860-866 Libri Cognome e iniziale del nome dell’autore/i, titolo e sottotitolo dell’opera con iniziali maiuscole, luogo di edizione, editore, anno, n. pagine. Esempio di libro Fletcher R e Still DC. Eye Examination and Refraction. Oxford, Blackwell Science, 1998, 58-60. Nel caso che si faccia riferimento ad un capitolo di libro: Woodward G. Clinical applications of contact lenses. In Edwards K. e Llewellyn R. Optometry. London, Butterworth, 1988, 486-500. Tutte le citazioni devono essere organizzate sulla base della numerazione del testo e non secondo l’ordine alfabetico. Illustrazioni Per illustrazioni si intende materiale come: fotografie, disegni, grafici, tracciati, ecc. La qualità delle immagini deve essere elevata, i disegni e i grafici professionali. Ogni illustrazione deve essere numerata con lo stesso numero citato nel testo. Sono accettate fotografie in bianco e nero e a colori in formato digitale JPG o TIF. Le immagini devono essere tutte corredate di didascalia. Ogni immagine deve riportare le seguenti informazioni: - titolo del lavoro - numero della figura - nome del primo autore e una freccia indicante la parte alta della fotografia. Organizzazione e spedizione del supporto magnetico È indispensabile che il file rispecchi le caratteristiche finali dell’articolo. L’etichetta del supporto deve riportare: - il nome dell’autore corrispondente - un titolo dell’articolo, eventualmente ridotto - il sistema operativo - il formato - il processore word utilizzato, con versione e numero Materiale aggiuntivo come tabelle, legende, bibliografia ecc. devono essere salvati su file individuali, uno per ogni categoria; particolarmente gradita è la preparazione di un file legenda. AIROPTIX®: unagammacompleta dilentiacontatto adaltatrasmissibilitàall’ossigeno Una naturalezza che si sente e si vede OSSIGENO IDRATAZIONE RESISTENZA AI DEPOSITI OSSIGENO: la salute corneale inizia dall’elevata trasmissibilità all’ossigeno. Le lenti a contatto AIR OPTIX lasciano passare attraverso la lente una maggiorequantitàdiossigeno rispetto alle lenti tradizionali in idrogel, per occhi bianchi e dall’aspetto sano. IDRATAZIONE: le lenti a contatto AIR OPTIX aiutano a mantenere la lente umettata minimizzando il tasso di disidratazione1 e offrono un’eccellente bagnabilità2. RESISTENZA AI DEPOSITI: con una superficieultra-liscia, la gamma di lenti a contatto AIR OPTIX superalealtrelentiinsiliconeidrogel per resistenza ai depositi lipidici3, contribuendo ad un uso sano e confortevole delle lenti. *Lenti a contatto AIR OPTIX® for ASTIGMATISM: Dk/t = 108 @ -3.00D, -1.25D x 180. Lenti a contatto AIR OPTIX® AQUA: dK/T = 138 @ -3.00D. Lenti a contatto AIR OPTIX® NIGHT & DAY®: Dk/t = 175 @ -3.00D. Lenti a contatto AIR OPTIX® AQUA MULTIFOCAL: Dk/t = 138 @ -3.00D. Altri fattori possono incidere sulla salute oculare. Informazioni importanti per le lenti a contatto AIR OPTIX® AQUA: per uso diurno o uso prolungato fino a 6 notti per miopia/ipermetropia. Il rischio di seri problemi oculari (ad es. ulcera corneale) è maggiore con l’uso prolungato. In rari casi, potrebbe portare ad una perdita della visione. Potrebbero insorgere effetti collaterali quali fastidio, leggero bruciore o pizzicore. Fonti: 1. CIBA VISION data on file, 2008. Sulla base di misurazioni in vitro a confronto con lenti in HEMA ad alto contenuto d’acqua (> 50%). 2. CIBA VISION data on file 2009. Sulla base della misurazione in vitro dell’angolo di bagnabilità di lenti non indossate. 3. CIBA VISION data on file, 2008. A confronto con tutte le altre lenti in silicone idrogel a sostituzione quindicinale e mensile. AIR OPTIX, NIGHT & DAY, CIBA VISION e il logo CIBA VISION sono marchi registrati di Novartis. AG. ACUVUE è un marchio registrato e ADVANCE e OASYS sono marchi depositati di Johnson & Johnson Vision Care, Inc. PureVision è un marchio registrato di Bausch & Lomb, Inc. Biofinity è un marchio registrato di CooperVision, Inc. © CIBA VISION AG, 2009-084-11083 CVI_05100884 Lenti a Contatto - Contact lenses Aprile 2010, volume XII, numero 1 Lenti a Contatto - Contact lenses Aprile 2010, volume XII, numero 1 Il contenitore: il brutto anatroccolo della contattologia Luigi Lupelli Effetto delle lenti a contatto morbide sulla progressione della miopia N. Pescosolido, C. Nardella, M. Evangelista, A. Stefanucci Il fenomeno del drop out visto dai formatori italiani di lenti a contatto Fabrizio Zeri Lenti a contatto morbide e prodotti per la manutenzione: mercati a confronto in Europa nell’anno 2009 Euromcontact a.i.s.b.l. Board Immagini di lac Shared Passion for Healthy Vision and Better Life Poste Italiane. Spedizione in a. p. - 70% - DC/DCI/VC nr 1- 2010 Fabrizio Zeri dodicesimoanno con il patrocinio di