DIPARTIMENTO DI MEDICINA MOLECOLARE PERSONALE Capo Dipartimento Ariela BENIGNI, Dr. Sci. Biol., Ph. D. Laboratorio di Biologia Cellulare e Medicina Rigenerativa Capo Laboratorio Marina MORIGI, Dr. Sci. Biol., Ph.D. Unità: Interazione Piastrine-Endotelio Vascolare Capo Unità Miriam GALBUSERA, Dr. Sci. Biol. Unità: Biologia dello Sviluppo Capo Unità Barbara IMBERTI, Dr. Sci. Biol., Ph. D. Laboratorio di Immunologia e Genetica del Trapianto e Malattie Rare Capo Laboratorio Marina NORIS, Dr. Chim. Farm., Ph.D. Unità: Biologia Cellulare dell'Autoimmunità e del Rigetto al Trapianto Capo Unità Sistiana AIELLO, Dr. Sci. Biol. Unità: Biologia Cellulare e Molecolare della Tolleranza al Trapianto Capo Unità Federica CASIRAGHI, Chemist Unità: Genetica e Basi Molecolari delle Malattie Renali Capo Unità Roberta DONADELLI, Dr. Sci. Biol. Laboratorio di Fisiopatologia delle Malattie Renali ed Interazione con altri Sistemi Capo Laboratorio Carla ZOJA, Dr. Sci. Biol., Ph.D. Unità: Patologia e Immunopatologia Capo Unità Mauro ABBATE, Dr. Med. Unità: Modelli Sperimentali di Malattie Renali Capo Unità Daniela CORNA, Chemist Laboratorio di Terapia Genica e Riprogrammazione Cellulare Capo Laboratorio Susanna TOMASONI, Dr. Sci. Biol., Ph.D. Unità: Microscopia Avanzata Capo Unità Elena GAGLIARDINI, Dr. Sci. Biol., Ph.D. CURRICULA VITAE Ariela Benigni si è laureata in Scienze Biologiche nel 1979 presso l’Università degli Studi di Milano e ha conseguito il titolo di PhD presso l’Università di Maastricht, Olanda, nel 2001. Attività formative: nel 1979 Post Doctoral Fellow, Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri (IRFMN), Laboratorio di Chemioterapia Antitumorale in vivo, Milano, Italia; nel 1980-1981 Post Doctoral Fellow, Associazione Bergamasca per lo Studio delle Malattie Renali, Laboratorio della Divisione di Nefrologia e Dialisi, Ospedali Riuniti di Bergamo, Bergamo; nel 1980 Post Doctoral Fellow, Guy’s Hospital, London; nel 1982 Titolare di una borsa di studio della Comunità Europea, Centre Regional de Transfusion Sanguigne de Strasbourg, Strasbourg, Francia; nel 1989 stage al Brigham and Women’s Hospital, Laboratory of Prof. Barry Brenner, Boston. Ha conseguito il titolo di Ph.D. presso l’Università di Maastricht, Olanda, nel 2001. Aree di interesse: mediatori vasoattivi e proinfiammatori nella progressione delle malattie renali con particolare riguardo all'endotelina; trattamento combinato di farmaci antiipertensivi e renoprotettivi per rallentare la progressione della malattia renale cronica; utilizzo di cellule staminali per riparare il tessuto renale in modelli di insufficienza renale acuta e cronica; studi dei meccanismi di rigenerazione del rene; tecniche di trasferimento genico in vitro e in vivo; prevenzione del rigetto acuto e cronico del trapianto attraverso trasferimento genico all’organo da trapiantare; induzione della tolleranza al trapianto attraverso tecniche di trasferimento genico; correzione di difetti genetici nelle malattie rare. Ruoli: nel 1983 Ricercatore, IRFMN, Laboratorio di Malattie Renali, Bergamo; tra 1990-1994 Capo Laboratorio del Metabolismo di Prostaglandine e Leucotrieni, IRFMN, Bergamo; da Gennaio 1991è Segretario Scientifico, IRFMN, Bergamo; tra 1994 e 1999 è Capo Laboratorio dei Mediatori Vasoattivi e Infiammatori di DannoTissutale, IRFMN, Bergamo; da Gennaio 2000 è Capo Dipartimento di Medicina Molecolare, IRFMN, Bergamo. 1996-1998: Associate Editor, Journal of Nephrology; 2003-2005: Associate Editor, Kidney International. 2010-2011: Associated Editor dell'International Journal of Artificial Organs. 2013-2014: Academic Editor di PeerJ e di Plos One; Editor di Expert Opinion on Therapeutic Patents. 20072012 Collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità per un progetto multicentrico internazionale sui fattori angiogenici come causa di pre-eclampsia. Nel 2007 ha avuto l’incarico di “Senior Fellow in Obstetric Medicine” presso l’Università di Oxford, Nuffield Department of Obstetrics & Gynaecology. Dal 2013 membro della Visiting Committee di AERES – Agence d’Évaluation de la Recherche et de l’Enseignement Supèrieur, Necker Enfants Malades Institute (INEM), Université Paris Descartes, Inserm and CNRS, Parigi. Tutor di 6 studenti Ph.D. Open University di Londra e Università di Groningen (Olanda). Principali pubblicazioni: A. Benigni, E. Gagliardini, G. Remuzzi. Abatacept in B7-1-positive proteinuric kidney disease. N Engl J Med 2014;370:1261-1263. S. Buelli, L. Rosanò, E. Gagliardini, D. Corna, L. Longaretti, A. Pezzotta, L. Perico, S. Conti, P. Rizzo, R. Novelli, M. Morigi, C. Zoja, G. Remuzzi, A. Bagnato, A. Benigni. β-arrestin-1 drives endothelin-1-mediated podocyte activation and sustains renal injury. J Am Soc Nephrol 2014;25:523-533. E. Gagliardini, A. Benigni. Drugs to foster kidney regeneration in experimental animals and humans. Nephron Exp Nephrol 2014;126:9196. P. Trionfini, A. Benigni, G. Remuzzi. MicroRNAs in kidney physiology and disease. Nat Rev Nephrol 2014 [Epub ahead of print] G. Remuzzi, A. Benigni, F.O. Finkelstein, J.P. Grunfeld, D. Joly, I. Katz, Z.H. Liu, T. Miyata, N. Perico, B. Rodriguez-Iturbe, L. Antiga, F. Schaefer, A. Schieppati, R.W. Schrier, M. Tonelli. Kidney failure: aims for the next 10 years and barriers to success. Lancet 2013;382:353-362. Parvanova, I.M. van der Meer, I. Iliev, A. Perna, F. Gaspari, R. Trevisan, A. Bossi, G. Remuzzi, A. Benigni, P. Ruggenenti; for the Daglutril in Diabetic Nephropathy Study Group. Effect on blood pressure of combined inhibition of endothelin-converting enzyme and neutral endopeptidase with daglutril in patients with type 2 diabetes who have albuminuria: a randomised, crossover, double-blind, placebo-controlled trial. Lancet Diabetes Endocrinol 2013;1:19-27. D. Macconi, S. Tomasoni, P. Romagnani, P. Trionfini, F. Sangalli, B. Mazzinghi, P. Rizzo, E. Lazzeri, M. Abbate, G. Remuzzi, A. Benigni. MicroRNA-324-3p promotes renal fibrosis and is a target of ACE inhibition. J Am Soc Nephrol 2012;23:1496-1505 S. Conti, P. Cassis, A. Benigni. Aging and the renin-angiotensin system. Hypertension 2012;60:878-883 Benigni, S. Orisio, M. Noris, P. Iatropoulos, D. Castaldi, K. Kamide, H. Rakugi, Y. Arai, M. Todeschini, G. Ogliari, E. Imai, Y. Gondo, N. Hirose, D. Mari, G. Remuzzi. Variations of the angiotensin II type 1 receptor gene are associated with extreme human longevità. Age (Dordr) 2012 Marina Morigi si è laureata in Scienze Biologiche nel 1987 presso l’Università degli Studi di Milano, Italia. Ha conseguito il titolo di Ph.D. presso l’Università di Maastricht, Olanda, nel 2005. Attività formative: 1984–1987 tesista presso IRFMN, Bergamo; 1987-1995 Borsista, IRFMN, Bergamo; 1991 Stage al Brigham and Women’s Hospital, presso il laboratorio del Dr. P. Marsden, Boston. Aree di interesse: Terapia cellulare e rigenerazione del tessuto renale: Studio della capacità delle cellule staminali adulte, di diversa origine, e dei progenitori renali di rigenerare il tessuto renale in modelli sperimentali di danno renale acuto e cronico. Terapia cellulare con cellule staminali embrionali ed IPS (pluripotenti indotte) differenziate in progenitori renali nelle malattie renali acute e croniche , e per studi di ingegneria dei tessuti renali; Organogenesi renale e studio dei meccanismi rigenerativi; Isolamento progenitori renali da tessuto renale e urine. Ruolo della Shigatoxina nella patogenesi del danno cellule endoteliale tipico della forma epidemica di Sindrome Emolitico uremica; Ruolo del complemento nella disfunzione delle cellule renali e trombosi; Tossicità renale delle proteine plasmatiche: studi per identificare i segnali intracellulari, l’espressione e la produzione di mediatori pro-infiammatori in cellule epiteliali del tubulo prossimale e del glomerulo in vitro. Ruoli: dal 1995 Ricercatrice, IRFMN, Bergamo, Italy; 1996-1999 Capo, Unità di Biologia della Cellula Renale ed Endoteliale; dal 2000 Capo, Laboratorio di Biologia Cellulare e Xenotrapianto, rinominato nel 2010 come Laboratorio di Biologia Cellulare e Medicina Rigenerativa, IRFMN, Bergamo, Italy. Principali pubblicazioni: Locatelli M, Buelli S, Pezzotta A, Corna D, Perico L, Tomasoni S, Rottoli D, Rizzo P, Conti D, Thurman JM, Remuzzi G, Zoja C, Morigi M. Shiga toxin promotes podocyte injury in experimental hemolytic uremic syndrome via activation of the alternative pathway of complement. J Am Soc Nephrol. 2014 Aug;25(8):1786-98. Morigi M, De Coppi P. Cell therapy for kidney injury: different options and mechanisms--mesenchymal and amniotic fluid stem cells. Nephron Exp Nephrol. 2014;126(2):59. S. Tomasoni, L. Longaretti, C. Rota, M. Morigi, S. Conti, E. Gotti, C. Capelli, M. Introna, G. Remuzzi, A. Benigni. Transfer of growth factor receptor mRNA via exosomes unravels the regenerative effect of mesenchymal stem cells. Stem Cells Dev 2012 C. Xinaris, V. Benedetti, P. Rizzo, M. Abbate, D. Corna, N. Azzollini, S. Conti, M. Unbekandt, J.A. Devies, M. Morigi, A. Benigni, G. Remuzzi. In vivo maturation of functional renal organoids formed from embryionic cell suspensions. J Am Soc Nephrol 2012;23:1857-1868 C. Zoja, P. Bautista Garcia, C. Rota, S. Conti, E. Gagliardini, D. Corna, C. Zanchi, P. Bigini, A. Benigni, G. Remuzzi, M. Morigi. Mesenchymal stem cell therapy promotes renal repair by limiting glomerular podocyte and progenitor cell dysfunction in adriamycin-induced nephropathy. Am J Physiol Renal Physiol 2012;303:F1370-F1381 M. Morigi, M. Galbusera, S. Gastoldi, M. Locatelli, S. Buelli, A. Pezzotta, C. Pagani, M. Noris, M. Gobbi, M. Stravalaci, D. Rottoli, F. Tedesco, G. Remuzzi, C. Zoja. Alternative pathway activation of complement by Shiga toxin promotes exuberant C3a formation that triggers microvascular thrombosis. J Immunol 2011;187:172-180 Benigni, M. Morigi, G. Remuzzi. Kidney regeneration. Lancet. 2010;375:1310-1317 Morigi M, Rota C, Montemurro T, Montelatici E, Lo Cicero V, Imberti B, Abbate M, Zoja C, Cassis P, Longaretti L, Rebulla P, Introna M, Capelli C, Benigni A, Remuzzi G, Lazzari L. Life-sparing effect of human cord blood-mesenchymal stem cells in experimental acute kidney injury. Stem Cells. 2010 Mar 31;28(3):513-22 Marina Noris si è laureata in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche nel novembre 1986 presso l’Università degli Studi La Sapienza di Roma. Ha conseguito il titolo di Ph.D. presso l’Università di Maastricht, Olanda, nel 2005. Attività formative: nel 1984-1986 Borsista, Istituto di Chimica Farmaceutica e Tossicologica, Università di Roma; nel 1986-1987 Borsista, Istituto di Chimica Farmaceutica e Tossicologica, Università di Roma; nel 1987-1994 Borsista, IRFMN, Unità di Mediatori dell’infiammazione e del danno tessutale, Laboratorio di Malattie Renali, Bergamo. Aree di interesse: Immunologia del trapianto e induzione della tolleranza, genetica della sindrome emolitico uremica, della porpora trombotica trombocitopenica, della glomerulosclerosi focale segmentale e della nefropatia diabetica, alterazioni dell’arginina e dell’ossido d’azoto nell’uremia e nella pre-eclampsia. Ruoli: nel 1992 ricercatrice, Laboratorio di Nefrologia IRFMN, Bergamo; nel 1994 Capo Unità di Patofisiologia dell’endotelio, IRFMN, Bergamo; nel 1996-1999 Capo, Laboratorio di Biologia Cellulare e Molecolare della Risposta Immune e dell'Autoimmunità, IRFMN, Bergamo; da gennaio 2000 Capo, Laboratorio di Immunologia e Genetica di Malattie Rare e Trapianti, Dipartimento di Medicina Molecolare, IRFMN, Bergamo. Dal 2013 è membro dell’ European complement Network Board. Principali pubblicazioni: Noris M, Galbusera M, Gastoldi S, Macor P, Banterla F, Bresin E, Tripodo C, Bettoni S, Donadelli R, Valoti E, Tedesco F, Amore A, Coppo R, Ruggenenti P, Gotti E, Remuzzi G.Dynamics of complement activation in aHUS and how to monitor eculizumab therapy. Blood. 2014 Sep 11;124(11):1715-26. Valoti E, Alberti M, Tortajada A, Garcia-Fernandez J, Gastoldi S, Besso L, Bresin E, Remuzzi G, Rodriguez de Cordoba S, Noris M, A Novel Atypical Hemolytic Uremic Syndrome-Associated Hybrid CFHR1/CFH Gene Encoding a Fusion Protein That Antagonizes Factor H-Dependent Complement Regulation..J Am Soc Nephrol. 2015 Jan;26(1):209-19. Mescia F, Piras R, Noris M, Marchetti G, Rossini G, Remuzzi G, Ruggenenti P. Kidney transplantation from a donor with acute kidney injury: an unexpected outcome. Am J Transplant. 2014 Apr;14(4):977-8. Bresin E, Rurali E, Caprioli J, Sanchez-Corral P, Fremeaux-Bacchi V, Rodriguez de Cordoba S, Pinto S, Goodship TH, Alberti M, Ribes D, Valoti E, Remuzzi G, Noris M; European Working Party on Complement Genetics in Renal Diseases. Combined complement gene mutations in atypical hemolytic uremic syndrome influence clinical phenotype. J Am Soc Nephrol. 2013 Feb;24(3):475-86. Alberti M, Valoti E, Piras R, Bresin E, Galbusera M, Tripodo C, Thaiss F, Remuzzi G, Noris M.Two patients with history of STECHUS, posttransplant recurrence and complement gene mutations.Am J Transplant. 2013 Aug;13(8):2201-6. Lotta LA, Wu HM, Mackie IJ, Noris M, Veyradier A, Scully MA, Remuzzi G, Coppo P, Liesner R, Donadelli R, Loirat C, Gibbs RA, Horne A, Yang S, Garagiola I, Musallam KM, Peyvandi F. Residual plasmatic activity of ADAMTS13 is correlated with phenotype severity in congenital thrombotic thrombocytopenic purpura. Blood. 2012 Jul 12;120(2):440-8 Daina E, Noris M, Remuzzi G. Eculizumab in a patient with dense-deposit disease. N Engl J Med. 2012 Mar 22;366(12):1161-3 Mele C, Iatropoulos P, Donadelli R, Calabria A, Maranta R, Cassis P, Buelli S, Tomasoni S, Piras R, Krendel M, Bettoni S, Morigi M, Delledonne M, Pecoraro C, Abbate I, Capobianchi MR, Hildebrandt F, Otto E, Schaefer F, Macciardi F, Ozaltin F, Emre S, Ibsirlioglu T, Benigni A, Remuzzi G, Noris M; PodoNet Consortium. MYO1E mutations and childhood familial focal segmental glomerulosclerosis. N Engl J Med. 2011 Jul 28;365(4):295-306 Cassis P, Azzollini N, Solini S, Mister M, Aiello S, Cugini D, Scudeletti P, Gagliardini E, Abbate M, Gallon L, Remuzzi G, Noris M. Both darbepoetin alfa and carbamylated erythropoietin prevent kidney graft dysfunction due to ischemia/reperfusion in rats. Transplantation. 2011 Aug 15;92(3):271-9 Aiello S, Cassis P, Mister M, Solini S, Rocchetta F, Abbate M, Gagliardini E, Benigni A, Remuzzi G, Noris M. Rabbit anti-rat thymocyte immunoglobulin preserves renal function during ischemia/reperfusion injury in rat kidney transplantation. Transpl Int. 2011 Aug;24(8):829-38 Noris M, Remuzzi G. Atypical Hemolytic Uremic Syndrome N Engl J Med. 2009 Oct 22;361(17):1676-87 Susanna Tomasoni si è laureata in Scienze Biologiche nel 1991 presso l’Università degli Studi di Milano e ha conseguito il titolo di Ph.D in Scienze Fisiologiche presso l’Università di Milano nel 1995. Attività formative: nel 1989-1991 Studente tesista, Università degli Studi di Milano; nel 1991-1994 Studente di dottorato, Università degli Studi di Milano; nel 1994 Borsista, Renal Division, Brigham & Women’s Hospital, Harvard Medical School, Boston, USA; nel 1995-1998 Borsista, IRFMN, Bergamo. Aree di interesse: costruzione di vettori adenovirali per terapia genica; tecniche di trasferimento genico in vitro e in vivo; utilizzo di vettori adenovirali e adeno-associati per prevenire il rigetto acuto e cronico dell’organo trapiantato; induzione della tolleranza al trapianto mediante trasferimento genico; correzione di difetti genetici in malattie rare mediante terapia cellulare e genica; valutazione del coinvolgimento di microRNA nella progressione delle malattie renali; generazione di cellule pluripotenti indotte umane (iPS) a partire da cellule somatiche adulte; differenziazione di cellule iPS in progenitori renali ed endoteliali; utilizzo di cellule staminali per riparare il tessuto renale in modelli di insufficienza renale acuta e cronica; studi dei meccanismi di rigenerazione del rene. Ruoli: 1998-2000: Ricercatrice, IRFMN, Bergamo; 2000-2010: Capo, Unità di Terapia Genica, IRFMN, Bergamo; dal 2010 Capo Laboratorio di Terapia Genica e Riprogrammazione Cellulare, IRFMN, Bergamo. Principali pubblicazioni: Locatelli M, Buelli S, Pezzotta A, Corna D, Perico L, Tomasoni S, Rottoli D, Rizzo P, Conti D, Thurman JM, Remuzzi G, Zoja C, Morigi M: Shiga toxin promotes podocyte injury in experimental hemolytic uremic syndrome via activation of the alternative pathway of complement. J Am Soc Nephrol. 2014 Aug;25(8):1786-98. Tomasoni S, Benigni A: Post-transcriptional gene regulation makes things clearer in renal fibrosis. J Am Soc Nephrol 2013, 24(7): 10261028. Zanchi C, Locatelli M, Benigni A, Corna D, Tomasoni S, Rottoli D, Gaspari F, Remuzzi G, Zoja C: Renal Expression of FGF23 in Progressive Renal Disease of Diabetes and the Effect of Ace Inhibitor. PLoS One 2013, 8(8): e70775. Gagliardini E, Perico N, Rizzo P, Buelli S, Longaretti L, Perico L, Tomasoni S, Zoja C, Macconi D, Morigi M et al: Angiotensin II contributes to diabetic renal dysfunction in rodents and humans via Notch1/Snail pathway. Am J Pathol 2013, 183(1): 119-130. Tomasoni S, Longaretti L, Rota C, Morigi M, Conti S, Gotti E, Capelli C, Introna M, Remuzzi G, Benigni A: Transfer of growth factor receptor mRNA via exosomes unravels the regenerative effect of mesenchymal stem cells. Stem Cells Dev 2013, 22(5): 772-780. Macconi D, Tomasoni S, Romagnani P, Trionfini P, Sangalli F, Mazzinghi B, Rizzo P, Lazzeri E, Abbate M, Remuzzi G et al: MicroRNA-324-3p promotes renal fibrosis and is a target of ACE inhibition. J Am Soc Nephrol 2012, 23(9): 1496-1505. Mele C, Iatropoulos P, Donadelli R, Calabria A, Maranta R, Cassis P, Buelli S, Tomasoni S, et al. Myo1e mutations and childhood familial focal segmental glomerulosclerosis. N Engl J Med 2011; 365: 295-306 Trionfini P, Tomasoni S, Galbusera M, Motto D, Longaretti L, Corna D, Remuzzi G, Benigni A. Adenoviral-mediated gene transfer restores plasma ADAMTS13 antigen and activity in ADAMTS13 knockout mice. Gene Therapy 2009; 16: 1379-85 Tomasoni S, Remuzzi G, Benigni A. Allograft rejection: acute and chronic studies. Contrib Nephrol. 2008; 159:122-34. Carlamaria Zoja si è laureata in Scienze Biologiche presso l’Università degli Studi di Milano, nel 1979. Ha conseguito il titolo di Ph.D presso l’Università di Maastricht, Olanda nel 2001. Attività formative: nel 1979-1981 Borsista “Associazione per lo Studio delle Malattie Renali” presso il Laboratorio della Divisione di Nefrologia e Dialisi degli Ospedali Riuniti di Bergamo; nel 1981-1983 titolare di una borsa di studio della Comunità Europea presso il Center for Thrombosis and Vascular Research, Department of Medical Research, Katholieke Universiteit, Leuven, Belgio; nel 1983-1985 Borsista, Laboratorio di Malattie Renali, IRFMN, Bergamo; nel 1988 stage presso la Case Western Reserve University, Cleveland, Ohio, USA; nel 1989 stage al Brigham and Women’s Hospital, Boston, USA. Aree di interesse: modelli sperimentali di malattie renali; mediatori di danno nella progressione delle malattie renali; ruolo della proteinuria nella progressione delle nefropatie; nuove terapie per rallentare la progressione delle malattie renali; ruolo della Shigatoxin nella patogenesi del danno endoteliale nella Sindrome Emolitico Uremica. Ruoli: nel 1985-1989 Ricercatrice, Laboratorio di Malattie Renali, IRFMN, Bergamo; nel 1990-1994 Capo Unità Modelli Sperimentali di Malattie Renali, IRFMN, Bergamo; dal 1995 Capo Laboratorio Modelli Sperimentali di Malattie Renali, IRFMN, Bergamo. (Da novembre 2010 nuova denominazione: Laboratorio di Fisiopatologia delle Malattie Renali ed Interazione con Altri Sistemi) 2004-2007 membro Editorial Board, Journal of the American Society of Nephrology. Da gennaio 2010 a dicembre 2014 Leader WP5.2, progetto SysKid FP7. Principali pubblicazioni: Zoja C, Corna D, Locatelli M, Rottoli D, Pezzotta A, Morigi M, Zanchi C, Buelli S, Guglielmotti A, Perico N, Remuzzi A, Remuzzi G. Effects of MCP-1 Inhibition by Bindarit Therapy in a Rat Model of Polycystic Kidney Disease. Nephron Physiol, 2014 Dec17 [Epub ahead of print]. Zoja C, Abbate M, Remuzzi G Progression of renal injury toward interstitial inflammation and glomerular sclerosis is dependent on abnormal protein filtration. Nephrol Dial Transplant. 2014 Aug 2. pii: gfu261. [Epub ahead of print]. Locatelli M, Buelli S, Pezzotta A, Corna D, Perico L, Tomasoni S, Rottoli D, Rizzo P, Conti D, Thurman JM, Remuzzi G, Zoja C, Morigi M. Shiga toxin promotes podocyte injury in experimental hemolytic uremic syndrome via activation of the alternative pathway of complement. J Am Soc Nephrol. 2014 Aug;25(8):1786-98. doi: 10.1681/ASN.2013050450. Epub 2014 Feb 27. Zanchi C, Locatelli M, Benigni A, Corna D, Tomasoni S, Rottoli D, Gaspari F, Remuzzi G, Zoja C. Renal expression of FGF23 in progressive renal disease of diabetes and the effect of ACE inhibitor. PLoS One. 2013 Aug 14;8(8):e70775. doi: 10.1371/journal.pone.0070775. Zoja C, Corna D, Nava V, Locatelli M, Abbate M, Gaspari F, Carrara F, Sangalli F, Remuzzi G, Benigni A. Analogs of bardoxolone methyl worsen diabetic nephropathy in rats with additional effects. Am J Physiol Renal Physiol. 2013 Mar 15;304(6):F808-19. Zoja C, Garcia PB, Rota C, Conti S, Gagliardini E, Corna D, Zanchi C, Bigini P, Benigni A, Remuzzi G, Morigi M. Mesenchymal stem cell therapy promotes renal repair by limiting glomerular podocyte and progenitor cell dysfunction in adriamycin-induced nephropathy. Am J Physiol Renal Physiol. 2012 Nov; 303:F1370-1381 Zoja C, Locatelli M, Pagani C, Corna D, Zanchi C, Isermann B, Remuzzi G, Conway EM, Noris M. Lack of the lectin-like domain of thrombomodulin worsens Shoga Toxin-associated Hemolytic Uremic Syndrome in mice. J Immunol. 2012 Oct; 189:3661-3668 Zoja C, Cattaneo S, Fiordaliso F, Lionetti V, Zambelli V, Salio M, Corna D, Pagani C, Rottoli D, Bisighini C, Remuzzi G, Benigni A. Distinct cardiac and renal effects of ETA receptor antagonist and ACE inhibitor in experimental type 2 diabetes. Am J Physiol Renal Physiol. 2011;301:F1114-23 Morigi M, Galbusera M, Gastoldi S, Locatelli M, Buelli S, Pezzotta A, Pagani C, Noris M, Gobbi M, Stravalaci M, Rottoli D, Tedesco F, Remuzzi G, Zoja C. Alternative pathway activation of complement by Shiga toxin promotes exuberant C3a formation that triggers microvascular thrombosis. J Immunol. 2011;187:172-80 Zoja C, Corna D, Gagliardini E, Conti S, Arnaboldi L, Benigni A, Remuzzi G. Adding a statin to a combination of ACE inhibitor and ARB normalizes proteinuria in experimental diabetes which translates into full renoprotection. Am J Physiol Renal Physiol. 2010 Nov;299(5):F1203-11 Mauro Abbate si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1988 presso l’Università degli Studi di Brescia. Nel 1991 ha conseguito il titolo di Specialista in Ricerca Farmacologica, presso IRFMN, Bergamo. Attività formative: nel 1984-1988 Studente tesista, IRFMN, Bergamo; nel 1989 - 1992 Borsista, IRFMN, Bergamo. 1992 – 1994 Training di ricerca, The Renal Unit, Massachusetts General Hospital, Harvard Medical School, Boston, USA. 1994-1996 Borsista, IRFMN, Bergamo. Aree di interesse: meccanismi di progressione delle malattie renali, con particolare riguardo al ruolo di proteinuria, complemento e mediatori proinfiammatori; meccanismi di danno glomerulare; nefrite anti-GBM; meccanismi di danno tubulare e di fibrosi interstiziale; biopsia renale, glomerulopatia membranosa. Ruoli: 1996 - 2000 Ricercatore, IRFMN, Bergamo. Dal 2000 Capo Unità di Patologia e Immunopatologia Renale, IRFMN, Bergamo. Principali pubblicazioni: Zoja C, Abbate M, Remuzzi G. Progression of renal injury toward interstitial inflammation and glomerular sclerosis is dependent on abnormal protein filtration. Nephrol Dial Transplant. 2014 Zoja C, Corna D, Nava V, Locatelli M, Abbate M, Gaspari F, Carrara F, Sangalli F, Remuzzi G, Benigni A. Analogs of bardoxolone methyl worsen diabetic nephropathy in rats with additional adverse effects. Am J Physiol Renal Physiol. 2013 Mar 15;304(6):F808-19 Macconi D, Tomasoni S, Romagnani P, Trionfini P, Sangalli F, Mazzinghi B, Rizzo P, Lazzeri E, Abbate M, Remuzzi G, Benigni A. MicroRNA-324-3p promotes renal fibrosis and is a target of ACE inhibition. J Am Soc Nephrol. 2012 Sep;23(9):1496-505 Cassis P, Gallon L, Benigni A, Mister M, Pezzotta A, Solini S, Gagliardini E, Cugini D, Abbate M, Aiello S, Rocchetta F, Scudeletti P, Perico N, Noris M, Remuzzi G. Erythropoietin, but not the correction of anemia alone, protects from chronic kidney allograft injury. Kidney Int. 2012 May;81(9):903-18. Rota C, Imberti B, Pozzobon M, Piccoli M, De Coppi P, Atala A, Gagliardini E, Xinaris C, Benedetti V, Fabricio AS, Squarcina E, Abbate M, Benigni A, Remuzzi G, Morigi M. Human amniotic fluid stem cell preconditioning improves their regenerative potential. Stem Cells Dev. 2012 Jul 20;21(11):1911-23. Xinaris C, Benedetti V, Rizzo P, Abbate M, Corna D, Azzollini N, Conti S, Unbekandt M, Davies JA, Morigi M, Benigni A, Remuzzi G. In vivo maturation of functional renal organoids formed from embryonic cell suspensions. J Am Soc Nephrol. 2012 Nov;23(11):1857-68. Benigni A, Morigi M, Rizzo P, Gagliardini E, Rota C, Abbate M, Ghezzi S, Remuzzi A, Remuzzi G. Inhibiting angiotensin-converting enzyme promotes renal repair by limiting progenitor cell proliferation and restoring the glomerular architecture. Am J Pathol. 2011 Aug;179(2):628-38 Cravedi P, Abbate M, Gagliardini E, Galbusera M, Buelli S, Sabadini E, Marasà M, Beck LH Jr, Salant DJ, Benigni A, D'Agati V, Remuzzi G. Membranous nephropathy associated with IgG4-related disease. Am J Kidney Dis. 2011 Aug;58(2); 272-5 Buelli S, Abbate M, Morigi M, Moioli D, Zanchi C, Noris M, Zoja C, Pusey CD, Zipfel PF, Remuzzi G. Protein load impairs factor H binding promoting complement-dependent dysfunction of proximal tubular cells. Kidney Int. 2009 May;75(10):1050-9 Ruggenenti P, Cravedi P, Sghirlanzoni MC, Gagliardini E, Conti S, Gaspari F, Marchetti G, Abbate M, Remuzzi G. Effects of rituximab on morphofunctional abnormalities of membranous glomerulopathy. Clin J Am Soc Nephrol. 2008 Nov;3(6):1652-9. Abbate M, Zoja C, Corna D, Rottoli D, Zanchi C, Azzollini N, Tomasoni S, Berlingeri S, Noris M, Morigi M, Remuzzi G. Complementmediated dysfunction of glomerular filtration barrier accelerates progressive renal injury. J Am Soc Nephrol. 2008 Jun;19(6):1158-67. Sistiana Aiello si è laureata in Scienze Biologiche nel 1993 presso l’Università degli Studi di Milano e ha conseguito il titolo di Specialista in Ricerca Farmacologica presso IRFMN, Bergamo, Italia, nel 1996. Attività formative: 1990-1993 tesista presso IRFMN, Bergamo; 1993-2000 borsista presso IRFMN, Bergamo. Aree di interesse: immunologia del trapianto con particolare attenzione alla biologia delle cellule dendritiche e ai meccanismi mediante i quali si generano ed operano le cellule T regolatrici; studi in vitro e in vivo su nuovi composti immunosoppressori o capaci di prevenire i danni causati da ischemia/riperfusione; mediatori vasoattivi e proinflammatori nella progressione delle malattie renali con particolare riguardo al platelet acrivating factor (PAF) e al monossido d’azoto (NO). Ruoli: dal 2000 Ricercatore nel Laboratorio di Immunologia e Genetica delle Malattie Rare e del Trapianto, IRFMN, Bergamo; dal 2006 Capo dell’ Unità di Biologia Cellulare dell’Autoimmunità e del Rigetto al Trapianto, IRFMN, Centro Ricerche Trapianti “Chiara Cucchi de Alessandri e Gilberto Crespi”, Ranica. Principali pubblicazioni: P. Cassis, S. Solini, N. Azzollini, S. Aiello, F. Rocchetta, S. Conti, R. Novelli, E. Gagliardini, M. Mister, F. Rapezzi, S. Rapezzi, A. Benigni, G. Remuzzi, E. M. Conway, M. Noris. An unanticipated role of survivin in organ transplant damage. Am J Transpl 2014;14:1046-1060. Solini S, Aiello S, Cassis P, Scudeletti P, Azzollini N, Mister M, Rocchetta F, Abbate M, Pereira RL, Noris M. Prolonged cold ischemia accelerates cellular and humoral chronic rejection in a rat model of kidney allotransplantation. Transpl Int. 2012; 25(3):347-56 Aiello S, Cassis P, Mister M, Solini S, Rocchetta F, Abbate M, Gagliardini E, Benigni A, Remuzzi G, Noris M. Rabbit anti-rat thymocyte immunoglobulin preserves renal function during ischemia/reperfusion injury in rat kidney transplantation. Transpl Int. 2011;24(8):829-38. Rocchetta F, Solini S, Mister M, Mele C, Cassis P, Noris M, Remuzzi G, Aiello S. Erythropoietin enhances immunostimulatory properties of immature dendritic cells. Clin Exp Immunol. 2011;165(2):202-10 Aiello S, Noris M. Klotho in acute kidney injury: biomarker, therapy, or a bit of both? Kidney Int. 2010 Dec;78(12):1208-10 Noris M, Cassis P, Azzollini N, Cavinato R, Cugini D, Casiraghi F, Aiello S, Solini S, Cassis L, Mister M, Todeschini M, Abbate M, Benigni A, Trionfini P, Tomasoni S, Mele C, Garlanda C, Polentarutti N, Mantovani A, Remuzzi G. The Toll-IL-1R Member Tir8/SIGIRR Negatively Regulates Adaptive Immunity against Kidney Grafts. J Immunol. 2009, 183(7): 4249-60 Macconi D, Chiabrando C, Schiarea S, Aiello S, Cassis L, Gagliardini E, Noris M, Buelli S, Zoja C, Corna D, Mele C, Fanelli R, Remuzzi G, Benigni A. Proteasomal processing of albumin by renal dendritic cells generates antigenic peptides. J Am Soc Nephrol. 2009;20(1):123-30 Federica Casiraghi ha ottenuto il diploma di Perito Chimico Industriale nel 1988 presso Istituto Tecnico per la Chimica “G.Natta” di Bergamo. Nel 1992 ha conseguito il diploma di Tecnico di Ricerca Clinica presso il centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare, Villa Camozzi, Ranica (BG), e nel 1993 il diploma di Tecnico di Ricerca Biochimica presso IRFMN di Bergamo, Italia. Attività formative: 1989-1994 Borsista presso IRFMN, Bergamo. Aree di interesse:immunologia del trapianto con particolare attenzione alle terapie cellulari e farmacologiche di induzione e mantenimento della tolleranza al trapianto. Caratterizzazione delle cellule regolatrici in pazienti con trapianto di rene e in modelli sperimentali di tolleranza al trapianto. Impatto delle diverse terapie immunosoppressive sui linfociti T in pazienti con trapianto di rene. Mediatori vasoattivi e proinfiammatori nella progressione delle malattie renali con particolare riguardo ai metaboliti dell’acido arachidonico. Ruoli: Nel 1994 Ricercatore nel Laboratorio di Immunologia e Genetica delle Malattie rare e del Trapianto, IRFM, Bergamo; dal 2006 Capo dell’Unità di Biologia Cellulare e Molecolare della Tolleranza al Trapianto, IRFMN, Centro Ricerche Trapianti “Chiara Cucchi de Alessandri e Gilberto Crespi”, Ranica. Principali pubblicazioni: Rakha A, Todeschini M, Casiraghi F. , Assessment of anti-donor T cell proliferation and cytotoxic T lymphocyte-mediated lympholysis in living donor kidney transplant patients. Methods Mol Biol. 2014;1213:355-64. doi: 10.1007/978-1-4939-1453-1_29. Marta Todeschini, Monica Cortinovis, Norberto Perico, Francesca Poli, Annalisa Innocente, Regiane Aparecida Cavinato, Eliana Gotti, Piero Ruggenenti, Flavio Gaspari, Marina Noris, Giuseppe Remuzzi, and Federica Casiraghi.In Kidney Transplant Patients, Alemtuzumab but Not Basiliximab/Low-Dose Rabbit Anti-Thymocyte Globulin Induces B Cell Depletion and Regeneration, Which Associates with a High Incidence of De Novo Donor-Specific Anti-HLA Antibody Development.J Immunol, 2013, 191: 2818–2828. Perico N, Casiraghi F, Gotti E, Introna M, Todeschini M, Cavinato RA, Capelli C, Rambaldi A, Cassis P, Rizzo P, Cortinovis M, Noris M, Remuzzi G. Mesenchymal stromal cells and kidney transplantation: pretransplant infusion protects from graft dysfunction while fostering immunoregulation. Transpl Int. 2013 26(9):867-78. Casiraghi F, Azzollini N, Todeschini M, Cabinato RA, Cassis P, Solini S, Rota C, Morigi M, Introna M, Maranta R, Perico N, Remuzzi G, Noris M. Localization of mesenchymal stromal cells dictates their immune or proinflammatory effects in kidney transplantation. Am J Transplant. 2012 Sep;12(9):2373-83 Casiraghi F, Perico N, Remuzzi G. Mesenchymal stromal cells to promote solid organ transplantation tolerance. Curr Opin Organ Transplant 2013, 18:51–58 Perico N, Casiraghi F, Introna M, Gotti E, Todeschini M, Cavinato RA, Capelli C, Rambaldi A, Cassis P, Rizzo P, Cortinovis M, Marasà M, Golay J, Noris M, Remuzzi G. Autologous Mesenchymal Stromal Cells and Kidney Transplantation: A Pilot Study of Safety and Clinical Feasibility. Clin J Am Soc Nephrol. 2011Feb ;6(2):412-22. Noris M, Cassis P, Azzollini N, Cavinato R, Cugini D, Casiraghi F, Aiello S, Solini S, Cassis L, Mister M, Todeschini M, Abbate M, Benigni A, Trionfini P, Tomasoni S, Mele C, Garlanda C, Polentarutti N, Mantovani A, Remuzzi G. The Toll-IL-1R Member Tir8/SIGIRR Negatively Regulates Adaptive Immunity against Kidney Grafts. J Immunol. 2009;183(7): 4249-60 Casiraghi F, Azzollini N, Cassis P, Imberti B, Morigi M, Cugini D, Cavinato RA, Todeschini M, Solini S, Sonzogni A, Perico N, Remuzzi G, Noris M. Pretransplant infusion of mesenchymal stem cells prolongs the survival of a semiallogeneic heart transplant through the generation of regulatory T cells. J Immunol. 2008;181(6):3933-46 Daniela Corna si è diplomata in Chimica Industriale presso l’Istituto Tecnico Industriale Statale per la Chimica Giulio Natta, nel 1985. Attività formative: nel 1986-1989 Borsista e frequentatrice della scuola della Regione Lombardia con conseguimento dell’ Attestato di Tecnico di Laboratorio in Ricerca Biochimica presso il Laboratorio di Modelli Sperimentali di Malattie Renali, IRFMN, Bergamo. Aree di interesse: modelli sperimentali di malattie renali in animali transgenici e non; mediatori di danno nella progressione delle malattie renali; ruolo della proteinuria nella progressione delle nefropatie; nuove terapie per rallentare la progressione delle malattie renali. Ruoli: nel 1986-2010 Ricercatrice nel Dipartimento di Medicina Molecolare, IRFMN, Bergamo; dal Novembre 2010 Capo Unità Modelli Sperimentali di Malattie Renali, IRFMN, Bergamo; Principali pubblicazioni: Zoja C, Corna D, Locatelli M, Rottoli D, Pezzotta A, Morigi M, Zanchi C, Buelli S, Guglielmotti A, Perico N, Remuzzi A, Remuzzi G. Effects of MCP-1 Inhibition by Bindarit Therapy in a Rat Model of Polycystic Kidney Disease. Nephron Experimental Nephrology, 2014 Dec17 [Epub ahead of print]. Buelli S, Rosanò L, Gagliardini E, Corna D, Longaretti L, Pezzotta A, Perico L, Conti S, Rizzo P, Novelli R, Morigi M, Zoja C, Remuzzi G, Bagnato A, Benigni A. ?-arrestin-1 drives endothelin-1-mediated podocyte activation and sustains renal injury. Am J Physiol Renal Physiol. 2013 Mar 15;304(6):F808-19. Zoja C, Corna D, Nava V, Locatelli M, Abbate M, Gaspari F, Carrara F, Sangalli F, Remuzzi G, Benigni A. Analogs of bardoxolone methyl worsen diabetic nephropathy in rats with additional effects. Am J Physiol Renal Physiol. 2012 Nov 7 (Epub ahead of print) Xinaris C, Benedetti V, Rizzo P, Abbate M, Corna D, Azzollini N, Conti S, Unbekandt M, Davies JA, Morigi M, Benigni A, Remuzzi G. In vivo maturation of functional renal organoids formed from embryonic cell suspensions. J Am Soc Nephrol. 2012 Nov; 23:18570-1868. Zoja C, Garcia PB, Rota C, Conti S, Gagliardini E, Corna D, Zanchi C, Bigini P, Benigni A, Remuzzi G, Morigi M. Mesenchymal stem cell therapy promotes renal repair by limiting glomerular podocyte and progenitor cell dysfunction in adriamycin-induced nephropathy. Am J Physiol Renal Physiol. 2012 Nov; 303:F1370-1381 Zoja C, Locatelli M, Pagani C, Corna D, Zanchi C, Isermann B, Remuzzi G, Conway EM, Noris M. Lack of the lectin-like domain of thrombomodulin worsens Shoga Toxin-associated Hemolytic Uremic Syndrome in mice. J immunol. 2012 Oct; 189:3661-3668 Zoja C, Corna D, Gagliardini E, Conti S, Arnaboldi L, Benigni A, Remuzzi G. Adding a statin to a combination of ACE inhibitor and ARB normalizes proteinuria in experimental diabetes which translates into full renoprotection. Am J Physiol Renal Physiol. 2010 Nov;299:F1203-11 Gagliardini E, Corna D, Zoja C, Sangalli F, Carrara F, Rossi M, Conti S, Rottoli D, Longaretti L, Remuzzi A, Remuzzi G, Benigni A. Unlike each drug alone, lisinopril if combined with avosentan promotes regression of renal lesions in experimental diabetes. Am J Physiol Renal Physiol. 2009 Nov; 297(5):F1448-1456 Roberta Donadelli si è laureata in Scienze Biologiche nel 1992 presso l’Università degli Studi di Milano e ha conseguito il titolo di Specialista in Ricerca Farmacologica presso IRFMN, Bergamo, Italia, nel 1995. Attività formative: 1990-1992 tesista presso IRFMN, Bergamo; 1992-1999 borsista presso IRFMN, Bergamo; 1996 stage al Medical Policlinic, Ludwig-Maximilians University, Munich, Germany; 2002-2003 ospite ricercatore presso il Department of Molecular and Experimental Medicine, Division of Hemostasis and Thrombosis, The Scripps Research Institute, San Diego, USA. Aree di interesse: genetica della SEU atipica e della TTP, GFS e MPGN; espressione e studi funzionali dei mutanti dei geni codificanti le proteine del complemento e ADAMTS13; espressione e studi funzionali di mutazioni identificate nel gene della fibronectina in pazienti affetti da glomerulopatia con depositi di fibronectina; produzione topi knock-in come modello murino di aHUS; meccanismi molecolari coinvolti nella progressione delle malattie renali; geni indotti dallo shear-stress. Ruoli: dal 1999 Ricercatore nel Laboratorio di Modelli Sperimentali e Malattie Renali, IRFMN, Bergamo; dal 2010 Capo dell’ Unità di Genetica e Basi Molecolari di Malattie rRnali, IRFMN, Centro Ricerche Trapianti “Chiara Cucchi de Alessandri e Gilberto Crespi”, Ranica. Principali pubblicazioni: • • • • • • • Dynamics of complement activation in aHUS and how to monitor eculizumab therapy.Noris M, Galbusera M, Gastoldi S, Macor P, Banterla F, Bresin E, Tripodo C, Bettoni S, Donadelli R, Valoti E, Tedesco F, Amore A, Coppo R, Ruggenenti P, Gotti E, Remuzzi G.Blood. 2014 Sep 11;124(11):1715-26. Rurali E, Noris M, Chianca A, Donadelli R, Banterla F, Galbusera M, Gherardi G, Gastoldi S, Parvanova A, Iliev I, Bossi A, Haefliger C, Trevisan R, Remuzzi G, Ruggenenti P; BENEDICT Study Group. ADAMTS13 predicts renal and cardiovascular events in type 2 diabetic patients and response to therapy. Diabetes 2013 Oct; 62(10): 3599-609 Lotta LA, Wu HM, Mackie IJ, Noris M, Veyradier A, Scully MA, Remuzzi G, Coppo P, Liesner R, Donadelli R, Loirat C, Gibbs RA, Horne A, Yang S, Garagiola I, Musallam KM, Peyvandy F. Residual plasmatic activity of ADAMTS13 is correlated with phenotype severity in congenital thrombotic thrombocytopenic purpura. Blood 2012 Jul 12; 120(2): 440-8 Mele C, Iatropoulos P, Donadelli R, Calabria A, Maranta R, Cassis P, Buelli S, Tomasoni S, Piras R, Krendel M, Bettoni S, Morigi M, Delledonne M, Pecoraro C, Abbate I, Capobianchi MR, Hildebrandt F, Otto E, Schaefer F, Macciardi F, Ozaltin F, Emre S, Ibsirlioglu T, Benigni A, Remuzzi G, Noris M; PodoNet Consortium. MYO1E mutations and childhood familial focal segmental glomerulosclerosis. N Engl J Med. 2011 Jul 28; 365(4):295-306 Castelletti F, Donadelli R, Banterla F, Hildebrandt F, Zipfel PF, Bresin E, Otto E, Skerka C, Renieri A, Todeschini M, Caprioli J, Caruso RM, Artuso R, Remuzzi G, Noris M. Mutations in FN1 cause glomerulopathy with fibronectin deposits. Proc Natl Acad Sci U S A. 2008;105(7):2538-43 Donadelli R, Banterla F, Galbusera M, Capoferri C, Bucchioni S, Gastoldi S, Nosari S, Monteferrante G, Ruggeri ZM, Bresin E, Scheiflinger F, Rossi E, Martinez C, Coppo R, Remuzzi G, Noris M. In-vitro and in-vivo consequences of mutations in the von Willebrand factor cleaving protease ADAMTS13 in thrombotic Thrombocytopenic purpura. Thromb Haemost. 2006;96:454-64 Donadelli R, Orje JN, Capoferri C, Remuzzi G, Ruggeri ZM. Size regulation of von Willebrand factor-mediated platelet thrombi by ADAMTS13 in flowing blood. Blood 2006 Mar 1; 107(5):1943-50 Elena Gagliardini si è laureata in Scienze Biologiche nel 1998 presso l’Università degli Studi di Milano e ha conseguito il titolo di Ph.D. presso la Open University di Londra, UK, nel 2007. Attività formative: nel 1996–1998 tesista presso IRFMN, Bergamo; nel 1998-2006 Borsista, IRFMN, Bergamo. Aree di interesse: meccanismi di progressione di malattie renali sperimentali sia acute che croniche; mediatori vasoattivi e infiammatori del danno renale progressivo; studio della patogenesi della nefropatia membranosa idiopatica e secondaria; trattamento combinato di farmaci antiipertensivi e renoprotettivi per rallentare la progressione della malattia renale cronica ed indurne la sua regressione; meccanismi preposti alla rigenerazione tissutale; ultrastruttura e funzione del filtro glomerulare in condizioni fisiologiche e patologiche. Ruoli: dal 1996 Ricercatore, IRFMN, Bergamo. Dal 2010: Capo dell’Unità di Microscopia Avanzata, IRFMN, Bergamo. Principali pubblicazioni: Gagliardini E, Benigni A. Drugs to foster kidney regeneration in experimental animals and humans. Nephron Exp Nephrol. 2014;126(2):91 Cassis P, Solini S, Azzollini N, Aiello S, Rocchetta F, Conti S, Novelli R, Gagliardini E, Mister M, Rapezzi F, Rapezzi S, Benigni A, Remuzzi G, Conway EM, Noris M. An unanticipated role for survivin in organ transplant damage. Am J Transplant. 2014 May;14(5):1046-60. Benigni A, Gagliardini E, Remuzzi G. Abatacept in B7-1-positive proteinuric kidney disease. N Engl J Med. 2014 Mar 27;370(13):1261-3 Buelli S, Rosanò L, Gagliardini E, Corna D, Longaretti L, Pezzotta A, Perico L, Conti S, Rizzo P, Novelli R, Morigi M, Zoja C, Remuzzi G, Bagnato A, Benigni A. β-Arrestin-1 drives endothelin-1-mediated podocyte activation and sustains renal injury. 2014 Mar;25(3):523-33 Rizzo P, Perico N, Gagliardini E, Novelli R, Alison MR, Remuzzi G, Benigni A. Nature and mediators of parietal epithelial cell activation in glomerulonephritides of human and rat. Am J Pathol. 2013 Dec;183(6):1769-78 Gagliardini E, Perico N, Rizzo P, Buelli S, Longaretti L, Perico L, Tomasoni S, Zoja C, Macconi D, Morigi M, Remuzzi G, Benigni A. Angiotensin II contributes to diabetic renal dysfunction in rodents and humans via Notch1/Snail pathway. Am J Pathol. 2013 Jul;183(1):119-30 Gagliardini E, Conti S, Benigni A, Remuzzi G, Remuzzi A. Imaging of the porous ultrastructure of the glomerular epithelial filtration slit. J Am Soc Nephrol. 2010 Dec;21(12):2081-9 Gagliardini E, Corna D, Zoja C, Sangalli F, Carrara F, Rossi M, Conti S,Rottoli D, Longaretti L, Remuzzi A, Remuzzi G, Benigni A. Unlike each drug alone, lisinopril if combined with avosentan promotes regression of renal lesions in experimental diabetes. Am J Physiol Renal Physiol. 2009 Nov;297(5):F1448-56. Miriam Galbusera si è laureata in Scienze Biologiche nel 1981 presso l’Università degli Studi di Milano. Attività formative: nel 1981-1983 tirocinante, Istituto di Patologia Speciale Medica dell'Università degli Studi di Milano; nel 1985-1989 Borsista, IRFMN, Bergamo; nel 1989-1991 Borsista, Scripps Clinic and Research Foundation, Laboratory of Thrombosis and Hemostasis, La Jolla, CA, USA; nel 1991-1995 Borsista, IRFMN, Bergamo. Aree di interesse: ruolo del complemento nella perdita della tromboresistenza endoteliale; complemento e trombosi nella Sindrome Emolitico Uremica e nella Porpora Trombotica Trombocitopenica; ADAMTS-13 e VWF nelle microangiopatie trombotiche; biochimica del VWF; xenotrapianto; interazione piastrineendotelio in condizioni di flusso; difetti piastrinici nell’uremia; recettori renali e piastrinici. Ruoli: nel 1995-1999 Ricercatrice, IRFMN, Bergamo, dal 2000 Capo Unità dell’Interazione PiastrineEndotelio Vascolare, IRFMN, Bergamo. Principali pubblicazioni: M Noris , Galbusera , M Gastoldi S, P Macor, F Banterla , E Bresin , C Tripodo , S Bettoni , R Donadelli , E Valoti , F Tedesco , A Amore, R Coppo , P Ruggenenti , E Gotti , G Remuzzi . Dynamics of complement activation in aHUS and how to monitor eculizumab therapy. Blood. 2014 124: 1715-1726. Rurali, E., Noris, M., Chianca, A., Donadelli, R., Banterla, F., Galbusera, M., Gherardi, G., Gastoldi, S., Parvanova, A., Petrov Iliev, I., Bossi, A., Haefliger, C., Trevisan, R., Remuzzi, G., Ruggenenti, P., for the BENEDICT study group. ADAMTS13 predicts renal and cardiovascular events in type 2 diabetics and response to therapy. Diabetes, 2013; 62:3599-3609. Morigi M, Galbusera M, Gastoldi S, Locatelli M, Buelli S, Pezzotta A, Pagani C, Noris M, Gobbi M, Stravalaci M, Rottoli D, Tedesco F, Remuzzi G, Zoja C. Shiga toxin triggers microvascular thrombosis via complement activation. J Immunol. 2011;187:172-80 Cravedi, Abbate M, Gagliardini E, Galbusera M, Buelli S, Sabadini E, Marasà M, Beck LHJr, Salant DJ, D’Agati V, Remuzzi G. Membranous nephropathy associated with IgG4-related disease. Am J Kidney Dis. 2011; 58:272-5 Trionfini, P, Tomasoni S, Galbusera M, Motto D, Longaretti L, Corna D, Remuzzi G, Benigni A. Adenoviral-mediated gene transfer restores ADAMTS13 plasma levels and activity in knockout mice. Gene Therapy. 2009; 16:1373-9 Galbusera M, Remuzzi G, Boccardo P. Treatment of bleeding in the dialysis patients. Semin Dial. 2009; 22:279-86 Galbusera M, Noris M, Remuzzi G. Inherited thrombotic thrombocytopenic purpura. Haematologica. 2009; 94:166-70 Bresin E, Gastoldi S, Daina E, Belotti D, Pogliani E, Perseghin P, Scalzulli PR, Paolini R, Marcenò R, Remuzzi G, Galbusera M. Rituximab to prevent relapses in patients with thrombotic thrombocytopenic purpura and evidence of anti-ADAMTS13 autoantibodies. Thromb Haemost. 2009; 101:233-8 Barbara Imberti si è laureata in Scienze Biologiche nel 1994 presso l'Università degli Studi di Pavia e ha conseguito il titolo di Ph. D. presso la Open University Research School London nel 2007. Attività formative: 1995-1997 Specializzazione post-laurea in Ricerca Farmacologica presso l'IRFMN, Bergamo; 1994-1998 Borsista IRFMN Bergamo: 1999-2000 Training presso il Georgia Institute of Technology, Petit Institute for Bioengineering and Bioscience, Atlanta, GA, USA Aree di interesse: studio della capacità differenziativa in senso renale di cellule staminali embrionali e pluripotenti indotte (iPSC) in vitro e in vivo in modelli sperimentali di insufficienza renale acuta e cronica; organogenesi renale e studio dei meccanismi rigenerativi. Ruoli: 2001-2007 Ricercatore IRFM, Bergamo, 2007-2011 Ricercatore Senior Dipartimento di Medicina Molecolare IRFMN Bergamo, dal 2011 capo Unità Biologia dello Sviluppo, IRFMN, Bergamo Principali pubblicazioni: Xinaris C, Morigi M, Benedetti V, Imberti B, Fabricio AS, Squarcina E, Benigni A, Gagliardini E, Remuzzi G. A novel strategy to enhance Mesenchymal Stem Cell migration capacity and promote tissue repair in an injury specific fashion. Cell Transplant. 2013, 22(3): 423-36 Rota C, Imberti B, Pozzobon M, Piccoli M, De Coppi P, Atala A, Gagliardini E, Xinaris C, Benedetti V, Fabricio AS, Squarcina E, Abbate M, Benigni A, Remuzzi G, Morigi M. Human Amniotic Fluid Stem Cell Preconditioning Improves Their Regenerative Potential. Stem Cells Dev. 2012, 21(11): 1911-23 Imberti B, Casiraghi F, Cugini D, Azzollini N, Cassis P, Todeschini M, Solini S, Sebastiano V, Zuccotti M, Garagna S, Redi CA, Noris M, Morigi M, Remuzzi G.Embryonic stem cells, derived either after in vitro fertilization or nuclear transfer, prolong survival of semiallogeneic heart transplants. J Immunol. 2011 Apr 1;186(7):4164-74 Morigi M, Rota C, Montemurro T, Montelatici E, Lo Cicero V, Imberti B, Abbate M, Zoja C, Cassis P, Longaretti L, Rebulla P, Introna M, Capelli C, Benigni A,Remuzzi G, Lazzari L. Life-sparing effect of human cord blood-mesenchymal stem cells in experimental acute kidney injury. Stem Cells. 2010 Mar 31;28(3):513-22 Casiraghi F, Azzollini N, Cassis P, Imberti B, Morigi M, Cugini D, Cavinato RA, Todeschini M, Solini S, Sonzogni A, Perico N, Remuzzi G, Noris M. Pretransplant infusion of mesenchymal stem cells prolongs the survival of a semiallogeneic heart transplant through the generation of regulatory T cells. J Immunol. 2008 Sep 15;181(6):3933-46 Morigi M, Introna M, Imberti B, Corna D, Abbate M, Rota C, Rottoli D, Benigni A, Perico N, Zoja C, Rambaldi A, Remuzzi A, Remuzzi G. Human bone marrow mesenchymal stem cells accelerate recovery of acute renal injury and prolong survival in mice. Stem Cells. 2008 Aug;26(8):2075-82 ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO Il Dipartimento di Medicina Molecolare è stato istituito nel 2000 presso i laboratori del Mario Negri di Bergamo con lo scopo di coordinare il lavoro di quattro laboratori e sette unità. L’attività del Dipartimento di Medicina Molecolare è strettamente collegata a quella del Dipartimento di Medicina Renale del Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare “Aldo e Cele Daccò”. Questi i principali obiettivi del Dipartimento: 1) Identificazione di mediatori e di meccanismi d’azione responsabili della perdita di funzionalità renale nelle malattie renali; sviluppo di strategie terapeutiche farmacologiche, cellulari e molecolari per rallentare la progressione della malattia renale verso l’insufficienza renale terminale e indurre regressione del danno cronico al rene. 2) Studio dei meccanismi di rigenerazione del rene indotta da terapie renoprotettive. Identificazione di progenitori renali. 3) Generazione di unità funzionanti di rene a partire da cellule embrionali isolate 4) Generazione di cellule staminali pluripotenti indotte (iPS) da pazienti con malattie rare e sviluppo di protocolli differenziativi di iPS verso un fenotipo renale 5) Analisi dei meccanismi e dei fattori responsabili della perdita di tromboresistenza dell'endotelio nelle microangiopatie trombotiche. 6) Sviluppo di nuove strategie, tra cui la terapia genica, per modulare la risposta immunitaria post-trapianto e per prevenire il rigetto acuto e cronico del trapianto d’organo; studio di possibili vie immunologiche che portino alla tolleranza dell’organo trapiantato. 7) Studio delle basi molecolari e genetiche di malattie rare come la sindrome emolitico uremica/ porpora trombotica trombocitopenica e la preeclampsia; valutazione di alterazioni genetiche responsabili dello sviluppo di malattie rare e caratterizzazione di polimorfismi genetici che predicono la risposta dei pazienti alla terapie farmacologiche per malattie mono e poligeniche. Sviluppo di strategie di terapia genica per la cura di malattie rare genetiche. Questi obiettivi sono perseguiti grazie all’impiego di svariati approcci metodologici: 1) Modelli sperimentali di malattie renali e non rappresentativi di malattie umane, per studiare i mediatori vasoattivi e infiammatori e per testare nuovi farmaci che riducano la proteinuria e inducano regressione delle lesioni 2) Terapia cellulare per la cura di insufficienza renale acuta e cronica con l’utilizzo di cellule staminali di diversa origine (midollo osseo, cordone ombelicale, liquido amniotico) 3) Linee cellulari renali sia glomerulari che tubulari 4) Cellule staminali pluripotenti indotte (iPS) 5) Generazione di organoidi con sistemi di ingegneria tessutale 6) Modelli “in vitro” per studiare l’interazione delle cellule dell’endotelio vascolare con leucociti e piastrine in condizioni di flusso controllato. 7) Modelli sperimentali di allotrapianto di rene per studiare i processi immunologici responsabili del rigetto acuto e cronico, la tossicità renale di farmaci immunosoppressori e per identificare strategie di induzione della tolleranza. 8) Trasferimento genico mediante costrutti virali contenenti geni per molecole immunomodulatorie come strategia per impedire il rigetto cronico dell’organo trapiantato e ridurre o evitare la terapia immunosoppressiva. Utilizzo di costrutti virali per correggere difetti genetici. 9) Analisi di linkage, ricerca di mutazioni e studio di polimorfismi genetici per identificare i geni responsabili o predisponenti allo sviluppo di malattie genetiche rare e per stabilire terapie personalizzate. PRINCIPALI RISULTATI Identificato un metodo per indurre la riprogrammazione di cellule staminali mesenchimali umane in cellule renali mediante esposizione a estratti citoplasmatici di cellule epiteliali tubulari. Identificato un nuovo meccanismo protettivo della SIRT3 che preserva l'integrità dei mitocondri nell'insufficienza renale acuta, limitando la loro frammentazione, depolarizzazione e mitofagia. Sviluppo di una nuova tecnica in vitro che permette di creare organoidi renali chimerici a partire da singole cellule renali embrionali murine e cellule umane di differente origine, con lo scopo di testare il potenziale nefrogenico delle cellule umane. La proteina survivin protegge il tessuto renale dai danni causati da ischemia/riperfusione nel trapianto di rene. Identificato un nuovo gene ibrido CFHR/CFH in pazienti con sindrome emolitica uremica atipica. La caratterizzazione funzionale delle varianti nucleotidiche nel gene del complemento del fattore B del sistema del complemento è necessaria per stabilire un'associazione con la sindrome emolitica uremica atipica. Un nuovo test documenta la specifica attivazione del complemento a livello endoteliale in pazienti affetti da sindrome emolitica uremica atipica consente di monitorare l'efficacia della terapia con Eculizumab. Lo screening genetico del donatore nei geni del complemento è importante per prevenire e/o curare la ricomparsa della sindrome emolitica uremica post-trapianto. Identificati miRNA nel rene di ratti diabetici che contribuiscono alla comprensione dei meccanismi molecolari coinvolti nella patogenesi della nefropatia diabetica COLLABORAZIONI NAZIONALI Centro Dislipidemie "Enrica Grossi Paoletti", Ospedale Niguarda Cà Grande, Milano Consorzio per la Ricerca sul Trapianto di Organi, Tessuti, Cellule e Medicina Rigenerativa CORIT, Padova Clinica di Pediatria Oncoematologica, Università di Padova Fondazione I.R.C.C.S. Policlinico San Matteo, Pavia Dipartimento di Istologia Microbiologia e Biotecnologie Mediche, Università di Padova Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale, Università di Bologna Dipartimento di Patologia Clinica, Centro Regionale per Biomarcatori, Fondazione ABO, Venezia, Italia. Dipartimento di Patofisiologia Clinica, Sezione di Nefrologia, Università di Firenze Dipartimento di Scienze Farmacologiche, Università di Milano Endocannabinoid Research Group, Istituto di Chimica Biomolecolare, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Pozzuoli (Napoli) International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology, Molecular Medicine Group, Trieste Istituto di Medicina Interna e Geriatria e Centro di Ricerca Emostasi, Università Cattolica, Roma Istituto Nazionale dei Tumori Regina Elena, Roma Laboratorio di Biologia dello Sviluppo, Dipartimento di Biologia Animale, Università degli Studi di Pavia Laboratorio di Terapia genica e cellulare, G. Lanzani, Divisione di Ematologia, Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo Laboratorio di Tecnologie della Riproduzione, AVANTEA Srl, Cremona Laboratorio di Virologia, Istituto Nazionale per le Malattie Infettive L. Spallanzani, Roma U.O. di Ostetricia e Ginecologia, Azienda Ospedaliera Spedali Civili di Brescia School of Medicine, University of Milano-Bicocca Stem Cell Processing Laboratory, Clinic of Paediatric Oncohematology, University of Padova Stem Cells and Regenerative Medicine Lab, Foundation Institute of Paediatric research, Fondazione Città della Speranza, Padova Unità di Nefrologia e dialisi ,Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù”, Roma COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI Assistance Publique-Hopitaux de Paris, Hôpital Europeen Georges-Pompidou, Service d’Immunologie Biologique, Paris, Francia Academisch Ziekenhuis Maastricht, Interne Geneeskunde, Maastricht, Olanda Beth Israel Deaconess Medical Center and Harvard Medical School, Boston, USA Biogazelle NV, Zwijnarde, Belgio Centro de Investigaciones Biològicas and Centro de Investigacion Biomedica en Enfermedades Raras, Madrid, Spagna Charité Universitätsmedizin Berlin, Germania Children's Hospital and Regional Medical Center, University of Washington, Seattle, USA Department of Cell and Developmental Biology, SUNY Upstate Medical University, Syracuse, NY, USA Departments of Pediatrics and Human Genetics, University of Michigan, Ann Arbor, USA Deparment of Medicine, Division of Rheumatology, Washington University School of Medicine, St. Louis, USA Department of Medicine, Renal Research Institute, New York Medical College, Valhalla, NY, USA Division of Nephrology and Hypertension, Department of Internal Medicine, The Jikei University School of Medicine, Institute of DNA Medicine, Tokyo, Japan Division of Pathology, Department of Laboratory Medicine, Karolinska Institutet, Stockholm, Sweden Duke University Medical Center and Durham Veterans Affairs Medical Center, Durham, North Carolina, USA Emergentec Biodevelopment GmbH, Vienna, Austria Hans-Knoll Institute for Natural Products Research, Jena, Germania Hospital of Bellvitge, Barcelona, Spagna INSERM (Institut National de la Santé et de la Recherche Mèdicale), Nephrology and Dialysis Department, Unit UMR S 702, Paris, Francia Institute for Stem Cell Biology and Regenerative Medicine, Stanford University School of Medicine, Palo Alto, USA Institute of Human Genetics, Newcastle University, Newcastle upon Tyne, UK Institut of Experimental Immunology, University of Bonn, Bonn, Germania. Icahn School of Medicine at Mount Sinai, New York, New York, United States Klinikum der Ludwig Maximillians Universitat Munchen, Germania Max-Plank Gesellschaft zur Forderung der Wissenshaften, Hpi of experimental endocrinology, Hannover, Germania Medical University of Innsbruck, Austria MISOT (Mesenchymal Stem Cells in Solid Organ Transplantation) study group Molecular Medicine Research Center, Laboratory of Molecular and Medical Genetics, University of Cyprus Molecular Otolaryngology and Renal Research Laboratories, Division of Nephrology, Department of Internal Medicine, University of Iowa, Iowa City, USA Mosaiques Diagnostics GmbH, Hannover, Germania Otto-von-Guericke-University Magdeburg, Germania Pediatric Nephrology Division, Center for Pediatrics and Adolescence Medicine, Heidelberg, Germany Rosalind Franklin University of Medicine and Science, Chicago, USA Saarland University Hospital, Homburg/Saar, Germania The imperial college of science, technology and medicine, Londra, UK UCD Conway Institute, University College Dublin, Irlanda University of British Columbia, Vancouver, Canada University of Colorado Cardiovascular Institute, Denver, USA University of Colorado Denver School of Medicine, Division of Nephrology and Hypertension, Colorado, USA University of Groningen, Olanda University of Pittsburgh School of Medicine, Pittsburgh, USA Wake Forest Institute of Regenerative Medicine, Wake Forest University of School of Medicine, WinstonSalem, NC, USA Weizmann Institute of Science, Rehovot, Israele PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Expert Opinion on Therapeutic Patents PeerJ Plos One ATTIVITA' DI REVISIONE American Journal of Kidney Disease American Journal of Pathology American Journal of Pathology-Renal Physiology American Journal of Transplantation Annals of Hematology Apoptosis Blood Biodrugs British Journal of Pharmacology Cell Transplantation Clinical Journal of the American Society of Nephrology Clinical and Experimental Immunology Cytotherapy Diabetology and Metabolic Syndrome Disease Models & mechanisms EMBO Molecular Medicine Endocrine Experimental Biology and Medicine Gene Therapy Journal of the American Society of Nephrology Journal of Immunology Journal of Pathology Journal of Translational Medicine Kidney and Blood Pressure Research Kidney International Laboratory Investigation Life Sciences Mediators of Inflammation Meta Gene Nature Medicine Nature Reviews Nephrology Nephrology, Dialysis Transplantation Nephron Organogenesis Pharmaceutical Sciences Physiological Genomics Physiological Reports Plos One Stem Cells International Stem Cell Research & Therapy Stem Cells Translational Medicine Thrombosis Research Transplantation PRESENTAZIONI A CONGRESSI ED EVENTI Fourth Annual Meeting SysKid, FP7, Berlin, Germany, 26-28 gennaio, 2014 Ninth International Workshop on Structure and function of the vascular system, Parigi, Francia, 6-8 febbraio 2014 Up to date 2014: Diagnositca e Terapie delle Malattie Rare, Bari 12 febbraio 2014 Meeting STELLAR Project III, Ranica (BG), 19 marzo 2014 The IX International Conference on Hypertension and the kidney” Madrid, Spagna, 19-21 marzo 2014 5th Expert Meeting MISOT, Ranica (BG), 20-21 marzo 2014 La primavera nefrologica, Bertinoro (Forlì), 24-29 marzo 2014 ISN Nexus Symposium, Bergamo, 3-6 aprile 2014 Le cellule staminali cureranno davvero le malattie dell’uomo?, Conferenza ARMR, Cremona, 15 aprile 2014 Cypriot Congress of Medicine, Nicosia, Cyprus, May 10-11, 2014 51st ERA-EDTA congress, Amsterdam, Netherlands, 31 maggio-1 giugno 2014 “Focus su E.coli produttori di tossina Shiga-like (STEC)” , Lecco, 5 giugno 2014 32 Vicenza Course HD-PD, Vicenza, 11 giugno 2014 2014 aHUS Genetic Testing Round Table Roma, 13-14 giugno 2014 Simposio: La conoscenza delle malattie rare, Napoli, 24 giugno 2014 2014 World Transplant Congress, San Francisco, 26-31 luglio 2014 Academy of Ideas, Biogem, Ariano Irpino, Italy, September 1-3, 2014 XXVI European Congress of Pathology , Londra UK, 2 Settembre 2014 XXXVIII Congresso Nazionale della Società Italiana Trapianti D’Organo, Siena 24-26 settembre 2014 The 7th International Conference: Living Donor Abdominal Organ Transplantation, Padova, 26-27 settembre 8th Bari International Conference, Bari, Italy, October 3-5, 2014 55° Congresso Nazionale Società italiana di Nefrologia, 8-11 ottobre 2014 Lecture ISN Program, University Hospital Moscow, 14 October 2014 Eurenomics Steering Committee Meeting, Parigi 20 Ottobre 2014 Lecture University of Turin, Italy, 27 October 2014 Festival della Scienza Genova, “Non fa male perché non provare. Come difendersi dai falsi profeti”, Genova, 28 ottobre 2014 5th World Congress on Targeting Mitochondria, Berlin, Germany, October 29-31, 2014 Il Cuore della Scienza: Le storie degli scienziati che scelgono l’Italia, Roma, 10 novembre 2014 Giornate Ematologiche Vicentine VI Edizione. Vicenza 19-21 Novembre 2014 ASN Kidney Week, Philadelphia, PA, 13-16 novembre 2014 Meeting STELLAR Project IV, London, UK, November 24-25, 2014 Nephrology Educational Winter Symposium III Barcellona, Spagna, 28 novembre 2014 VII Meeting della Rete di Ricerca Italiana per la lotta alla glomerulosclerosi focale, Milano , 28 Novembre 2014 Fifth Annual Meeting SysKid, FP7,Vienna, Austria, 1-3 dicembre, 2014 Kidney-connect: a platform for European podocyte research, Milano, 5 dicembre 2014 Donazione e trapianto in Regione Lombardia: Stato dell’arte, innovazione, prospettive, Milano, 17-18 dicembre 2014 CONTRIBUTI E CONTRATTI Comitato Telethon Fondazione ONLUS Commissione Europea Fondazione Aiuti per la Ricerca sulle Malattie Rare (ARMR) Fondazione ART per la Ricerca sui Trapianti ONLUS Fondazione Cariplo F. Hoffman – La Roche Ltd Ministero della Salute Regione Lombardia AbbVie Inc. ADIENNE Srl Bayer Pharma AG Celldex Therapeutics, Inc Chemocentryx, Inc Novartis Farma SpA Omeros Corporation Sigma-Tau SpA SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE P. Cassis, S. Solini, N. Azzollini, S. Aiello, F. Rocchetta, S. Conti, R. Novelli, E. Gagliardini, M. Mister, F. Rapezzi, S. Rapezzi, A. Benigni, G. Remuzzi, E. M. Conway, M. Noris. An unanticipated role of survivin in organ transplant damage. Am J Transpl 2014;14:1046-1060. A. Benigni, E. Gagliardini, G. Remuzzi. Abatacept in B7-1-positive proteinuric kidney disease. N Engl J Med 2014;370:1261-1263. S. Buelli, L. Rosanò, E. Gagliardini, D. Corna, L. Longaretti, A. Pezzotta, L. Perico, S. Conti, P. Rizzo, R. Novelli, M. Morigi, C. Zoja, G. Remuzzi, A. Bagnato, A. Benigni. -arrestin-1 drives endothelin-1-mediated podocyte activation and sustains renal injury. J Am Soc Nephrol 2014;25:523-533. E. Gagliardini, A. Benigni. Drugs to foster kidney regeneration in experimental animals and humans. Nephron Exp Nephrol 2014;126:91-96. 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ATTIVITA' DI RICERCA Laboratorio di Biologia Cellulare e Medicina Rigenerativa Riprogrammazione di cellule staminali mesenchimali umane da midollo osseo in cellule renali mediante estratti di cellule epiteliali tubulari In collaborazione con il Laboratorio di Terapia Genica e Riprogrammazione Cellulare e con il Laboratorio di Documentazione e Ricerca sulle Malattie Rare Le malattie renali acute e croniche colpiscono milioni di persone e a tutt’oggi le terapie esistenti sono limitate alla dialisi e al trapianto. La dimensione del fenomeno e le limitate cure disponibili, sottolineano l’urgenza di sviluppare approcci terapeutici alternativi ed efficaci. Dai risultati di ricerche recenti, la terapia cellulare basata sull’utilizzo di cellule staminali sembra essere una strategia convincente e in campo renale si sta lavorando per identificare progenitori renali capaci di indurre rigenerazione del tessuto danneggiato. In quest’ambito, il nostro laboratorio si è focalizzato sulla riprogrammazione di cellule staminali mesenchimali umane isolate da midollo osseo (BMSCs) in cellule epiteliali tubulari, utilizzando estratti cellulari renali. I risultati hanno mostrato che le BMSCs riprogrammate perdevano la loro tipica morfologia fibroblastoide formando delle strutture tipicamente delle cellule tubulari prossimali. Inoltre, l’analisi al microscopio elettronico a scansione ha rivelato che le BMSCs, esposte ad estratti delle HK2, andavano incontro a cambiamenti ultrastrutturali quali la comparsa dell’orletto a spazzola e di giunzioni intercellulari, a conferma dell’acquisizione da parte delle BMSCs riprogrammate di un fenotipo simile a quello delle cellule epiteliali tubulari. Abbiamo inoltre osservato che l’esposizione delle BMSCs agli estratti delle HK2 induceva un cambiamento del profilo antigenico delle BMSCs che perdevano le caratteristiche tipiche della linea mesenchimale, per acquisire i marcatori tipici delle cellule epiteliali tubulari, quali E-caderina, aquaporina1 e ZO-1. Allo scopo di monitorare nel tempo il processo di riprogrammazione, abbiamo trasfettato le BMSCs riprogrammate con un plasmide contenente eGFP sotto il controllo del promotore dell’E-caderina. A partire dal giorno 5, abbiamo osservato la presenza di cellule positive per eGFP ad indicare che era in atto la riprogrammazione delle BMSCs. Per comprendere se le caratteristiche acquisite dalle BMSCs riprogrammate si mantenevano anche dopo ripetuti passaggi, abbiamo generato più di 50 cloni. Tra questi, 5 mostravano delle evidenti caratteristiche di cellule epiteliali. Uno di questi, il clone 17, è stato approfonditamente caratterizzato e mostrava elevata capacità di mantenere la sua morfologia e il fenotipo renale stabili nel tempo. Similmente alle HK2, anche il clone 17 mostrava l’espressione di E-caderina, aquaporina1 e ZO-1. Inoltre l’analisi al microscopio elettronico dimostrava la presenza sulla superficie cellulare di microvilli simili a quelli presenti su cellule tubulari prossimali. Abbiamo inoltre studiato le cellule riprogrammate (clone 17) anche dal punto di vista funzionale. I risultati hanno evidenziato che queste cellule erano in grado di legare e assorbire l’albumina, proprietà tipica delle cellule epiteliali tubulari. Inoltre avevano sviluppato dei valori di resistenza transepiteliale elettrica (TER) simili a quelli di cellule epiteliali altamente differenziate. Infine, in vivo, abbiamo osservato che le cellule riprogrammate iniettate in topi immunodeficienti con insufficienza renale acuta indotta da cisplatino, erano in grado di migliorare la funzione renale e il danno tubulare, localizzandosi a livello dei tubuli prossimali. In conclusione, questi risultati dimostrano la capacità delle BMSCs di acquisire le caratteristiche delle cellule da cui sono stati ottenuti gli estratti usati per la riprogrammazione, indicando questa tecnica come un importante strumento per generare progenitori utili alla terapia cellulare nell’ambito della medicina rigenerativa. Sirtuina 3 e dinamica mitocondriale: nuove prospettive per il trattamento dell’insufficienza renale acuta In collaborazione con il Laboratorio di Terapia genica e Riprogrammazione Cellulare L’insufficienza renale acuta (IRA) colpisce oltre 13 milioni di persone a livello globale ed è associata ad un elevato tasso di mortalità, allo sviluppo di malattie renali a lungo termine e alla disfunzione di altri organi in una percentuale significativa di pazienti. Nonostante le approfondite ricerche degli ultimi venti anni ed i notevoli progressi nella conoscenza della fisiopatologia dell’IRA, non sono stati ancora identificati efficaci strumenti terapeutici in grado di migliorare la sopravvivenza dopo un episodio di IRA. Per questa ragione l’identificazione di un mediatore in grado di accelerare la riparazione renale dopo un episodio di IRA, resta uno degli obbiettivi fondamentali per la progettazione di terapie innovative. La disfunzione e la perdita di cellule epiteliali tubulari giocano un ruolo fondamentale nell'evoluzione del danno renale acuto. Sulla base di precedenti studi, il nostro gruppo ha dimostrato che in un modello murino di IRA indotta da cisplatino, le cellule tubulari producono un’eccessiva quantità di specie reattive dell'ossigeno che contribuiscono al danno mitocondriale responsabile, in ultima analisi, del danno cellulare. Inoltre, l'elevata espressione renale di Sirtuina 3 (SIRT3) riduce le specie reattive dell'ossigeno e migliora la dinamica mitocondriale, traducendosi in un fenotipo longevo nei topi. La SIRT3 è la principale sirtuina mitocondriale che mantiene i livelli basali di ATP e controlla l’omeostasi delle specie reattive dell'ossigeno attraverso la regolazione dell’attività di diversi enzimi detossificanti. Basandoci su queste evidenze abbiamo pensato che studiare la SIRT3 potesse essere di particolare interesse per identificare possibili target terapeutici nell’IRA. Abbiamo dimostrato che lo stress ossidativo e la frammentazione mitocondriale in un modello murino di IRA indotta da cisplatino sono associate ad una ridotta espressione renale di SIRT3. Animali deficienti per SIRT3 sviluppano una condizione patologica più severa e muoiono precocemente, suggerendo un ruolo chiave di SIRT3 nel prevenire e riparare il danno mitocondriale nell’IRA. L’utilizzo di farmaci in grado di aumentare l’espressione renale di SIRT3, quali un agonista di AMPK (AICAR) o un agente antiossidante (acetyl-Lcarnitine), sono in grado di migliorare la funzionalità renale e riducono il danno tubulare nei topi WT ma non negli animali deficienti per SIRT3. In vitro, utilizzando cellule tubulari umane silenziate o che esprimono elevati livelli di SIRT3 abbiamo dimostrato il ruolo funzionale di SIRT3 nella regolazione della dinamica mitocondriale nell’IRA. Il meccanismo protettivo di SIRT3 deriva dalla sua capacità di preservare l'integrità dei mitocondri, limitandone la fissione e la depolarizzazione della membrana, entrambi eventi che rappresentano il prerequisito per l’attivazione dei processi mitofagici. Il nostro studio identifica la SIRT3 come un nuovo target per lo sviluppo di molecole che possono attivarne la funzione. Qualora uno di questi farmaci diventasse disponibile per l’utilizzo nell’uomo, molte condizioni croniche ancora prive di trattamenti efficaci, tra cui la sindrome metabolica, l’invecchiamento precoce, il cancro e l’IRA qui studiata, potrebbero beneficiarne. Creazione di strutture renali tridimensionali a partire da singole cellule renali embrionali murine e cellule umane In collaborazione con il Laboratorio di Terapia genica e Riprogrammazione Cellulare La costruzione di organi e tessuti in vitro a partire da cellule umane potrebbe rappresentare uno strumento utile per chiarire i meccanismi di sviluppo di vari organi, per fornire modelli sperimentali di malattia umana ed infine, in futuro, per ottenere tessuti da utilizzare per il trapianto. Nonostante i numerosi sforzi condotti nel campo dell’ingegneria dei tessuti, non è stato ancora descritto in letteratura un tessuto funzionale (“organoide”) renale di origine umana. Uno dei maggiori ostacoli è rappresentato dal fatto che i sistemi di coltura in vitro attualmente disponibili non riproducono l’organogenesi renale in maniera accurata e completa, poiché il rene è un organo complesso che origina da interazioni multiple tra diversi tipi cellulari. Da queste osservazioni nasce la necessità di trovare un nuovo sistema di coltura in vitro che sia in grado di mimare l’organogenesi renale in maniera completa. Le cellule renali embrionali murine posseggono la singolare capacità di auto-organizzarsi e ricostruirsi a seguito di dissociazione in singole cellule e subito riaggregazione. Basandoci su questa osservazione, il nostro gruppo ha dimostrato per la prima volta che, a partire da una sospensione di singole cellule renali embrionali murine, si potevano generare in vitro organoidi che erano in grado di maturare in vivo, in seguito a trapianto in ratti. Gli organoidi presentavano l’anatomia tipica di un tessuto renale fetale in via di sviluppo e svolgevano funzioni quali la filtrazione glomerulare, il riassorbimento tubulare e la produzione di eritropoietina. Questi importanti risultati suggeriscono che, tra le varie applicazioni, l’organoide renale possa servire come una “impalcatura biologica” (“bio-scaffold”) per permettere a cellule umane di diversa origine di integrarsi, formando infine un tessuto renale chimerico in un ambiente tridimensionale. A questo proposito, abbiamo recentemente utilizzato cellule umane con caratteristiche di cellule epiteliali tubulari, chiamate clone 17, per creare tessuto renale chimerico in vitro. Le cellule clone 17 sono state ottenute dalla riprogrammazione di cellule staminali mesenchimali isolate dal midollo osseo (BMSCs), mediante incubazione con estratti di cellule tubulari prossimali umane (HK2). Per generare gli organoidi chimerici, abbiamo centrifugato la sospensione di singole cellule renali embrionali murine insieme a quella delle diverse popolazioni cellulari umane (clone 17, BMSCs o HK2) e gli organoidi così ottenuti sono stati coltivati in vitro fino a 5 giorni. L’analisi mediante tecniche di immunofluorescenza ha mostrato che dopo 1 giorno di coltura in vitro le cellule clone 17 erano in grado di integrarsi nel mesenchima metanefrico (MM) che condensava intorno alla gemma ureterica (UB), identificato dalla co-espressione dei marcatori neural cell adhesion molecule 1 (NCAM; marcatore di MM condensato) e paired box 2 (Pax2; marcatore di entrambi MM condensato e UB). Dopo 5 giorni di coltura in vitro, gli organoidi chimerici formati da cellule clone 17 o HK2 continuavano a svilupparsi e presentavano strutture tubulari allungate circondate da laminina, un marcatore della membrana basolaterale. È importante notare che le strutture tubulari che contenevano cellule clone 17 o HK2 si trovavano molto vicine a strutture glomerulari positive per Wilm’s tumor 1 (WT-1), una proteina espressa dai podociti. Al contrario, BMSCs non erano in grado di integrarsi nelle strutture renali, ma rimanevano confinate negli spazi interstiziali, dimostrando di non avere un potenziale nefrogenico. I dati dimostrano che le cellule clone 17 avevano acquisito un fenotipo renale, supportando l’efficacia della riprogrammazione cellulare. In conclusione, abbiamo dimostrato con successo che il nostro sistema di coltura in vitro permette di creare tessuti renali chimerici tridimensionali, incorporando cellule umane. Infine, gli organoidi renali rappresentano uno strumento utile per testare la capacità nefrogeniche di cellule umane di diversa origine. Laboratorio di Immunologia e Genetica del Trapianto e Malattie Rare Un inaspettato ruolo di survivin nel danno associato al trapianto di organo Il danno da ischemia /riperfusione (I/R) è uno dei fattori che maggiormente determinano la sopravvivenza dell’organo nel trapianto di rene. Survivin, una proteina che inibisce l’apoptosi e promuove la mitosi e la progressione del ciclo cellulare, è implicata nella protezione e nel riparo del rene in seguito al danno da ischemia/riperfusione; ma nessuno studio è stato ancora effettuato nel contesto del trapianto. Noi abbiamo indagato il ruolo di survivin nel modulare il danno associato al trapianto singenico e allogenico di rene, e abbiamo valutato se proteggere il rene dal danno da I/R possa avere un effetto sulla risposta immunitaria del ricevente, sui danni renali cronici e quindi sul rigetto dell’organo. In questo studio abbiamo utilizzato topi geneticamente modificati che possiedono livelli insufficienti di survivin e topi in cui la survivin è stata overespressa grazie a terapia genica. Nel trapianto singenico i ridotti livelli di survivin nel rene trapiantato erano associati ad un maggiore danno da I/R, che portava poi ad un aumento dell’infiammazione tessutale e quindi alla perdita dell’organo trapiantato. Al contrario, l’over-espressione di survivin nel rene trapiantato minimizzava il danno da I/R e la disfunzione renale sia nel trapianto singenico, sia nel trapianto allogenico, un modello clinicamente più rilevante. In quest’ultimo, l’over-espressione di survivin si traduceva in una ridotta risposta immunitaria adattativa del ricevente verso il donatore, e a lungo termine in un minore danno renale associato ad una maggiore protezione del parenchima renale. I nostri dati suggeriscono che la overespressione di survivin nell’organo trapiantato possa essere considerato un nuovo target per protocolli clinici atti a limitare il danno tessutale al momento del trapianto e a modulare quindi il sistema immunitario del ricevente. Un nuovo gene ibrido CFHR/CFH associato alla Sindrome Emolitico Uremica atipica codifica per una proteina di fusione che antagonizza la regolazione del complemento-FH dipendente La Sindrome Emolitico Uremica atipica (SEUa) è una malattia rara caratterizzata da microangiopatia trombotica, anemia emolitica, trombocitopenia e insufficienza renale acuta, in cui sono stati decritti dei riarrangiamenti genomici che coinvolgono i geni che codificano il fattore H (FH) e le cinque proteine FHrelated. Questi riarrangiamenti si generano attraverso meccanismi di ricombinazione omologa non allelica causata dalla presenza di sequenze ripetute nei geni CFH e CFHR1-5. In questo studio abbiamo identificato dei riarrangiamenti tra i geni CFH e CFHR nel 4.5% dei pazienti con SEUa. I riarrangiamenti sono associati ad una prognosi sfavorevole ed ad un alto rischio di ricorrenza della malattia dopo il trapianto. Cinque pazienti sono portatori di geni CFH/CFHR1 noti, mentre in una famiglia con due soggetti affetti abbiamo identificato una duplicazione che porta ad un nuovo gene ibrido CFHR1/CFH. La proteina di fusione risultante contiene i primi 4 short consensus repeats (SCRs) del FHR1 e l’SCR 20 del FH. Nel saggio di emolisi dipendente dal FH abbiamo dimostrato che la proteina ibrida causa lisi degli eritrociti di pecora. L'analisi funzionale della frazione FHR1 purificata dal siero di portatori in eterozigosi del gene ibrido CFHR1/CFH indicano che la proteina ibrida FHR1/FH agisce da antagonista competitivo del FH. Inoltre, i sieri ottenuti da pazienti portatori del gene ibrido inducono una maggiore deposizione di C5b-9 sulle cellule endoteliali rispetto al siero di un soggetto sano. Questi risultati suggeriscono che questo nuovo ibrido media la patogenesi della malattia attraverso la alterata regolazione del complemento sulla superficie dell’endotelio. 'E quindi importante che lo screening genetico nei pazienti con SEUa includa anche le analisi dei riarrangiamenti tra i geni CFH e CFHR, in modo particolare nei pazienti che verranno sottoposti al trapianto di rene. Le mutazioni nel gene del fattore B della via alternativa del complemento sono rilevanti per l'insorgenza della sindrome emolitica uremica atipica? La sindrome emolitico-uremica atipica (SEUa) è una malattia renale molto rara associata ad una iperattivazione della via alternativa del sistema del complemento, un importante effettore del sistema immunitario. Finora sono state identificate nei siti di binding del fattore B quattro mutazioni gain-of-function che determinano la formazione di una C3 convertase più attiva o non suscettibile alla regolazione. In questo studio abbiamo valutato le conseguenze funzionali di 10 varianti genetiche del FB recentemente identificate in differenti coorti di pazienti affetti da HUSa. L'utilizzo di differenti tests funzionali volti a studiare la formazione e la regolazione della C3 e C5 convertasi, hanno permesso di identificare 2 mutazioni gain-offunction potenzialmente rilevanti per la malattia che formano una convertasi iperattiva (M433I) o una convertasi resistente al decay da parte del FH (K298Q). Un' altra mutazione, la R178Q, causa invece la sintesi di una proteina parzialmente degradata priva di attività funzionale e non in grado di legarsi al suo ligando. Le rimanenti 7 varianti determinano una attività di legame e funzionale normale, paragonabile al comune polimorfismo R7. 'E importante inoltre osservare che nessuno degli algoritmi utilizzati per predire l'impatto delle mutazioni sulla rilevanza della malattia è in accordo con i dati sperimentali ottenuti, suggerendo che gli approcci in silico devono essere valutati con cautela. Questi dati e quelli precedentemente pubblicati suggeriscono che 9 delle 15 varianti genetiche identificate nei pazienti affetti da aHUS non sono associate alla patogenesi della malattia. Questo studio mette in evidenza che la valutazione funzionale delle varianti nucleotidiche nel gene del FB è necessaria per confermare l'associazione con la malattia. Dinamiche dell'attivazione del complemento e monitoraggio della terapia con Eculizumab In collaborazione con l’Unità Interazione Piastrine-Endotelio Vascolare L’associazione della sindrome emolitico-uremica (SEU) atipica ad anomalie genetiche del complemento od alla presenza di anticorpi anti-CFH ha aperto la strada al trattamento con Eculizumab. Questo è un anticorpo umanizzato monoclonale anti-C5 che, bloccando la scissione di C5, protegge dalla trombosi microvascolare migliorando radicalmente la prognosi della SEU atipica. Tuttavia, non è ancora stato stabilito come dosare il trattamento anti-C5 nella pratica clinica. In questo studio abbiamo studiato 44 pazienti con SEU atipica e i loro familiari per: 1) provare nuovi tests di attivazione del complemento; 2) verificare se tale anomalia si verifica anche nei portatori della mutazione non affetti dalla malattia; 3) ricercare un metodo per la titolazione dell' Eculizumab. In circa la metà dei pazienti, a prescindere dalla fase della malattia, abbiamo trovato un anomalo profilo del complemento circolante (C3 basso, alto C5a o SC5b-9). Il siero di pazienti con SEU atipica in fase acuta, ma non il siero raccolto in remissione, causava sulle cellule endoteliali della microcircolazione (HMEC-1) non attivate dei depositi di C3 e C5b-9 più ampi rispetto a quelli indotti da sieri di controllo. Sulle HMEC-1 attivate con ADP anche dall’84% al 100% dei sieri dei pazienti in remissione e di tutti i portatori della mutazione non affetti dalla malattia inducevano un deposito eccessivo di C3 e di C5b-9. A differenza di quanto osservato con i sieri di pazienti con SEU atipica, nei pazienti con C3 glomerulopatie o glomerulonefriti membranoproliferative associate ad immuno-complessi i depositi di C5b-9 indotti dal siero erano normali nella maggior parte dei casi. In 8 pazienti con SEU atipica trattati con Eculizumab i livelli circolanti di C3 e SC5b-9 non cambiavano dopo Eculizumab. Al contrario, i depositi endoteliali di C5b-9 indotti dal siero si normalizzavano dopo il trattamento, in parallelo con la remissione della malattia o addirittura precedendola, fornendo importanti indicazioni sia sul dosaggio che la tempistica della somministrazione del farmaco. Questi risultati indicano che per il trattamento della SEU atipica serve l'efficiente inibizione del complemento a livello endoteliale. I depositi di C5b-9 endoteliali potrebbero aiutare il monitoraggio dell'efficacia dell’Eculizumab, evitare la sovraesposizione al farmaco e risparmiare denaro considerando il costo estremamente elevato di questo farmaco. Trapianto di rene da donatore con insufficienza renale acuta: un inaspettato decorso clinico. Un uomo di 30 anni che aveva ricevuto un trapianto di rene da una donna di 19 anni morta per traumacranico complicato da un’importante emorragia gastrointestinale e insufficienza renale acuta, non aveva recuperato la funzione renale nonostante l’intervento fosse andato bene. Dopo 6 giorni dal trapianto, la biopsia renale mostrava microtrombi in circa il 30% dei glomeruli, senza segni di rigetto. La funzione renale è andata progressivamente peggiorando, richiedendo l’emodialisi. Il rene trapiantato è stato espiantato e la analisi istologica ha rilevato una nefropatia cronica da trapianto. Il paziente si è successivamente sottoposto a un altro trapianto da donatore defunto. Diversi anni dopo, l’analisi genetica del primo donatore dei geni che codificano per le proteine del complemento circolanti (C3, Fattore H, Fattore B e Fattore I) e di membrana (proteina cofattore di membrana e trombomodulina) ha portato all'identificazione di una mutazione missenso in eterozigosi nel gene della trombomodulina, che causa un cambio nel dominio N terminale della proteina (p.V81I). Probabilmente, l’inaspettato decorso clinico del paziente dopo il primo trapianto è stato determinato dalla mutazione nel gene della trombomodulina del donatore. La trombomodulina è una proteina transmembrana espressa sulla superficie endoteliale che ha proprietà anticoagulanti e antiinfiammatorie. In particolare, il dominio D1 che porta la mutazione V81I identificata nel paziente, è direttamente coinvolto nella regolazione del sistema del complemento attraverso l’inattivazione del C3b mediata dal Fattore I. Mutazioni in eterozigosi nel dominio D1 sono state identificate nel 2% dei pazienti con sindrome emolitica uremica (aHUS), soprattutto nei bambini con prodromi virali, e in particolare studi in vitro hanno dimostrato che la variante 81I determina una importante riduzione dell'inattivazione del C3b. L'osservazione che il difetto della trombomodulina fosse limitato al rene trapiantato può inoltre spiegare perchè nel ricevente, nonostante la grave e irreversibile microangiopatia renale, non siano stati riscontrati marcati segni di HUS a livello sistemico. Quindi, noi suggeriamo che il difetto della trombomodulina possa aver contribuito al processo microangiopatico nel rene trapiantato. Laboratorio di Fisiopatologia delle Malattie Renali e Interazione con altri Sistemi RAS-FGF23-Klotho, RAS-ET1: “pathways” rilevanti per il trattamento della nefropatia diabetica L'attivazione del sistema renina-angiotensina (RAS) è un evento chiave nella progressione delle malattie renali. L'efficacia degli inibitori di RAS dipende, però, dalla fase della malattia in cui la terapia ha inizio e non sempre conduce ad una renoprotezione sufficiente, soprattutto nella nefropatia diabetica. Nella ricerca di nuovi “targets” e molecole da associare alla terapia convenzionale, abbiamo studiato in un modello sperimentale di diabete di tipo 2, una serie di “pathways” di potenziale rilevanza, tra cui l'asse RAS-FGF23Klotho. Fibroblast Growth Factor-23 (FGF23) è un ormone fosfaturico, prodotto principalmente dal tessuto osseo in risposta ad elevate concentrazioni plasmatiche di fosforo, che agisce sui recettori FGF presenti a livello renale e Klotho è un co-recettore indispensabile per mediarne l'effetto biologico. Abbiamo utilizzato ratti “Zucker diabetic fatty” (ZDF), un modello di nefropatia diabetica di tipo 2, caratterizzato da obesità, dislipidemia, insulino-resistenza, danno renale progressivo ed alterazioni cardiovascolari. L'espressione di FGF23, nel rene dei ratti ZDF, aumentava nel tempo, parallelamente ad una diminuzione dell'espressione di Klotho. Il trattamento dei ratti diabetici con ACE inibitore, che limita la proteinuria, riduceva l'espressione renale di FGF23 e ripristinava quella di Klotho. Abbiamo così dimostrato, per la prima volta, che il rene è un sito di sintesi di FGF23 e che vi è un collegamento tra l'attivazione di RAS e l'asse FGF23-Klotho. La produzione locale di FGF23 potrebbe rappresentare una risposta adattativa a un danno renale precoce, allo scopo di mantenere l'omeostasi del fosfato. L'attivazione di RAS, in accordo con i risultati osservati in seguito alla somministrazione di ACE inibitore, sembrerebbe, d'altra parte, provocare una riduzione dell'espressione di Klotho e di conseguenza indurre resistenza nei confronti dell'azione biologica di FGF23. Intervenire direttamente o indirettamente sull'asse RAS-FGF23-Klotho, nonché sull'omeostasi del fosforo potrebbe, quindi, rappresentare una strategia terapeutica rilevante per il trattamento della nefropatia diabetica. Il sistema dell'endotelina-1 (ET-1) è da diversi anni, oggetto di studio nel nostro dipartimento. ET-1 è un potente vasocostrittore con azione pro-infiammatoria, mitogenica e profibrotica. Tali effetti sono mediati principalmente dal recettore di tipo A (ETA). In ratti con diabete di tipo 1 indotto da streptozotocina è stato osservato un aumento dell'espressione renale di ET-1 associato con progressivo danno a livello glomerulare e tubulointerstiziale. Abbiamo dimostrato l'efficacia del trattamento con antagonista recettoriale di ETA che in combinazione con ACE inibitore determinava un miglioramento del danno tubulointerstiziale e addirittura promuoveva la regressione delle lesioni glomerulari. L’antagonista del recettore ET A favoriva la vascolarizzazione peritubulare e la perfusione limitando il danno tubulointerstiziale, mentre l’ACE inibitore normalizzava la proteinuria preservando le proprietà di permeabilità selettiva della membrana glomerulare. Nei ratti ZDF con diabete di tipo 2 sottoposti alla terapia combinata si è osservato un miglioramento significativo, sebbene non completo, della malattia renale, dovuto principalmente all’ACE inibitore. Importanti effetti sono stati dimostrati a livello cardiaco dipendenti dall’azione di antagonista recettoriale di ETA, con riduzione rilevante dell'ipertrofia dei miociti, ripristino della rete dei capillari in presenza di aumentata espressione di VEGF/VEGFR, e riduzione dello stress ossidativo. Attualmente il principale obiettivo da raggiungere nell'impiego clinico degli antagonisti recettoriali di ETA, da associare agli inibitori di RAS, è rappresentato dal superamento dei problemi di ritenzione dei fluidi e sviluppo di edema, che potrebbero essere attenuati con una appropriata selezione dei pazienti, appropriato dosaggio del farmaco ed uso di diuretici. Analisi dell’espressione di miRNA in un modello di nefropatia diabetica In collaborazione con il Laboratorio di terapia genica e riprogrammazione cellulare I microRNA (miRNA) sono importanti regolatori dell’espressione genica nei processi cellulari fisiologici e patofisiologici. Recenti evidenze indicano una loro implicazione in processi coinvolti nello sviluppo delle malattie renali. In un modello di nefropatia diabetica di tipo 2 abbiamo voluto studiare quali miRNA fossero alterati nel tessuto renale durante la progressione della malattia, e caratterizzarne il ruolo funzionale. Un’analisi di miRNA-microarray è stata condotta in ratti diabetici ‘Zucker diabetic fatty’ (ZDF) e ratti ‘lean’ di controllo, sia in una fase precoce della malattia (2 mesi di età) che in una fase tardiva (8 mesi di età). I ratti ZDF presentano mutazione del recettore della leptina e sviluppano spontaneamente diabete di tipo 2, manifestando obesità, dislipidemia, insulino-resistenza, danno renale progressivo e alterazioni cardiovascolari. I risultati dei profili di espressione rivelavano 11 miRNA differenzialmente espressi nel tessuto renale dei ratti ZDF a 2 mesi di età rispetto ai controlli: 6 erano up-regolati e 5 down-regolati. Inoltre, 15 miRNA erano significativamente alterati nel rene di ratti ZDF a 8 mesi d’età rispetto ai controlli: l’espressione di 10 miRNA era aumentata, mentre 5 mostravano una riduzione. Tra i miRNA maggiormente alterati a 8 mesi di età sono stati selezionati due miRNA, la cui espressione è stata validata mediante PCR quantitativa. Esperimenti di ibridazione in situ sono in corso per determinare quale popolazione cellulare all’interno del rene esprima questi miRNA. Mediante l’ausilio di algoritmi bioinformatici sono stati identificati potenziali geni target implicati nei processi d’infiammazione e fibrosi. La valutazione dell’interazione diretta tra i miRNA selezionati e i geni target predetti è in corso. Esperimenti in vitro permetteranno inoltre di definire quali mediatori di danno renale sono coinvolti nella regolazione di questi specifici miRNA. Questo studio potrà contribuire alla comprensione dei meccanismi molecolari coinvolti nella patogenesi della nefropatia diabetica ed allo sviluppo di nuove strategie terapeutiche. Laboratorio di Terapia Genica e Riprogrammazione Cellulare Sistemi di comunicazione tra cellule renali danneggiate In collaborazione con il Laboratorio di Biologia Cellulare e Xenotrapianto Abbiamo recentemente dimostrato come cellule stromali mesenchimali derivate dal midollo osseo (BMMSC) siano in grado di contribuire al riparo del tessuto renale non solo mediante il rilascio di fattori di crescita ma anche di microvescicole ed esosomi che contengono specifici mRNA. Il rilascio di esosomi è un fenomeno comune a diversi tipi cellulari tra cui le cellule del rene e in particolare del glomerulo. Stiamo valutando il ruolo degli esosomi rilasciati da vari tipi di cellule renali con l’obiettivo futuro di capire se sia possibile utilizzare gli esosomi come terapia alternativa a quella cellulare. Cellule pluripotenti indotte ottenute da cellule adulte umane In collaborazione con il Laboratorio di Biologia Cellulare e Xenotrapianto Abbiamo ottenuto in laboratorio cellule pluripotenti indotte - dette iPS - riprogrammando fibroblasti umani neonatali utilizzando un lentivirus contenente i quattro fattori di riprogrammazione Oct4, Sox2, Klf4 e cMyc in un'unica cassetta di espressione. Abbiamo ottenuto diversi cloni di cellule iPS che sono stati caratterizzati in vitro e in vivo per verificare la loro pluripotenza. In collaborazione con il Laboratorio di Biologia Cellulare e Medicina Rigenerativa abbiamo messo a punto un protocollo di differenziazione per ottenere progenitori renali a partire da cellule iPS. Per evitare l’inserimento di sequenze virali nel genoma delle cellule riprogrammate stiamo riprogrammando le cellule mediante il virus Sendai e abbiamo ottenuto cloni di iPS partendo sia da fibroblasti adulti di soggetti sani che da PBMC di pazienti con mutazioni geniche. Questi nuovi cloni di iPS verranno caratterizzati e studiati per la loro capacità di differenziare in cellule epiteliali viscerali glomerulari ed endoteliali. Le cellule differenziate ottenute da iPS di pazienti ci serviranno per studiare i meccanismi molecolari alla base della patologia del paziente con l’obiettivo futuro di trovare una terapia pazientespecifica. La terapia genica per prevenire il rigetto cronico di un organo solido trapiantato In collaborazione con il Laboratorio di Immunologia e Genetica del Trapianto e Malattie Rare Dalle sue origini la medicina del trapianto ha fatto enormi progressi. L’introduzione di nuovi farmaci antirigetto e i miglioramenti nella chirurgia hanno reso il trapianto la terapia ideale per tutte le grandi insufficienze d’organo, del rene soprattutto ma anche del cuore, fegato, polmoni, intestino e pancreas. I farmaci antirigetto funzionano molto bene per il rigetto acuto - quello che nella maggior parte dei casi si verifica entro giorni, settimane o pochi mesi dal trapianto – ma c’è una forma di rigetto cronico per cui non abbiamo farmaci efficaci. Questo si traduce nel fatto che dopo 10 anni dal trapianto solo il 50% degli organi funzionano ancora, gli altri hanno smesso di funzionare e ci vuole un altro trapianto, quando questo è possibile, altrimenti si torna in dialisi per il rene o si muore per chi ha avuto un altro organo. Questo progetto si propone di risolvere il problema del rigetto cronico utilizzando il rene come modello. Anche se le cause che portano all’insufficienza tardiva dell’organo trapiantato non sono ancora ben definite, sia fattori immunologici che non immunologici potrebbero contribuire alla progressiva perdita di funzionalità dell’organo. Tra le cause immunologiche alla base del rigetto cronico post-trapianto vi è l’attivazione delle cellule T, mediata dal processo di riconoscimento dell’alloantigene e dall’attivazione di segnali di costimolazione tra cui il più importante è quello tra CD28 presente sulla superficie delle cellule T e B7 presente sulle cellule che presentano l’antigene. Studi eseguiti dal nostro laboratorio in roditori hanno dimostrato che il trasferimento genico nell’organo bersaglio di CTLA4Ig - una proteina di fusione in grado di prevenire l’interazione tra il recettore CD28 e il B7 era in grado di prevenire la comparsa di proteinuria e di proteggere i reni trapiantati dal danno strutturale nel lungo termine in assenza di terapia immunosoppressiva. Il gene immunomodulatore, trasportato da un virus inattivo- un virus adeno-associato (AAV) in grado di indurre una duratura espressione del transgene senza segni evidenti di risposta infiammatoria e/o immune- faceva sì che la proteina si esprimesse nel rene a lungo termine. Il rene così modificato trapiantato in un animale incompatibile era in grado di sopravvivere a lungo senza richiedere ulteriore somministrazione di terapie antirigetto. Questi studi possono avere applicazioni importanti per migliorare la cura del trapianto nell’uomo. Prima di pensare all’uomo servono ulteriori verifiche precliniche che dimostrino che il rene di una specie animale più vicina all’uomo sia ingegnerizzabile come quello di roditore. Questo è stato l’obiettivo del progetto condotto in collaborazione con altri due centri di ricerca italiani, il Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologia (ICGEB) di Trieste e il Consorzio per la Ricerca sul Trapianto di Organi Tessuti, Cellule e Medicina Rigenerativa (CORIT) di Padova. Il vettore AAV9-LEA29Y è stato prodotto su larga scala dal gruppo del prof. Mauro Giacca all’ICGEB per trattare il rene di primati con la stessa preparazione virale. Sono stati eseguiti quattro autotrapianti dal gruppo di Padova, seguendo un protocollo approvato dal Ministero della Salute, che ci hanno permesso di verificare l’efficacia del trasferimento genico senza avere attivazione del sistema immunitario, condizione che si verifica con l’allotrapianto. Grazie agli esperimenti di espressione genica abbiamo dimostrato che il vettore AAV è in grado di infettare il rene di primate facendo esprimere LEA29Y nei reni degli animali trapiantati. La proteina viene prodotta a livello renale e non viene rilasciata nel siero confermando che l’approccio di terapia genica induce una produzione locale evitando gli effetti legati alla presenza della proteina a livello sistemico. Il passo successivo è quello di identificare i meccanismi che intervengono nel processo di immunomodulazione indotto da LEA29Y. Per questo in collaborazione con il Laboratorio di Immunologia e Genetica del Trapianto e Malattie Rare stiamo mettendo a punto un sistema di trasferimento genico nel rene di topo che ci consentirà di capire i fenomeni che intervengono nell’induzione della tolleranza indotta dall’espressione locale di LEA29Y. Ottenere un efficiente trasferimento genico nel rene di topo è molto più difficile rispetto al ratto poiché la ripresa della funzione del rene trapiantato nel topo si ha solo se il tempo di ischemia è breve. Questo riduce la possibilità di ottenere una over-espressione del transgene nell’organo trapiantato. Tuttavia modificando il protocollo precedentemente utilizzato per il ratto, abbiamo dimostrato mediante esperimenti di RT-PCR che il trascritto di LEA29Y viene espresso anche nel rene di topo in un modello di trapianto singenico 30 giorni dopo il trapianto. Il prossimo passo sarà quello di valutare se l’espressione del transgene sia in grado di indurre un prolungamento della sopravvivenza del rene in un modello di trapianto allogenico. L’angiotensina II contribuisce alla patogenesi della disfunzione renale diabetica sia sperimentale che clinica attraverso l’attivazione di Notch1 e Snail In collaborazione con il Laboratorio di Biologia Cellulare e Medicina Rigenerativa Negli ultimi 25 anni il numero dei pazienti affetti da diabete mellito nel mondo è raddoppiato, e le proiezioni nel futuro sono allarmanti. La mortalità associata al diabete è essenzialmente dovuta alla concomitante malattia renale che può progredire verso uno stadio terminale della malattia nel 30-40% dei pazienti. Uno dei fattori maggiormente coinvolti nella progressione della malattia renale è il vasocostrittore angiotensina II (Ang II). L’Ang II altera la struttura e la funzione del filtro glomerulare attraverso la sua azione emodinamica e il suo effetto nel ridurre l’espressione di nefrina, proteina essenziale dello slit diaphragm glomerulare. Studiare il meccanismo molecolare attivato da Ang II nella nefropatia diabetica è cruciale. Noi abbiamo documentato che nel rene di ratto isolato la perfusione di Ang II riduceva l’espressione di nefrina con concomitante perdita della funzionalità del filtro glomerulare. In podociti umani in coltura, Ang II riduceva l’espressione di nefrina attraverso l’attivazione di Notch1, recettore transmembrana che media la trascrizione di diversi geni, e la traslocazione nucleare di Snail, noto repressore dell’espressione di nefrina. Le alterazioni dell’asse Notch1/Snail/nefrina osservate in vitro erano simili a quelli osservati nelle biopsie renali di ratti e di pazienti con nefropatia diabetica. Nel diabete sia sperimentale che clinico, il trattamento farmacologico con l’inibitore del sistema renina-angiotensina (RAS) riduceva la proteinuria e aumentava i livelli di nefrina glomerulare attraverso la regolazione di Notch1 e Snail. Questo studio documenta quanto sia cruciale il ruolo di Ang II nel perpetuare il danno glomerulare nella nefropatia diabetica, sia sperimentale che umana, attraverso una persistente attivazione di Notch1 e Snail nei podociti e alla conseguente riduzione dell’espressione di nefrina. Natura e mediatori dell’attivazione di cellule parietali epiteliali nelle glomerulonefriti di uomo e ratto In collaborazione con il Laboratorio di Fasi Avanzate dello Sviluppo dei Farmaci nell’Uomo In diverse forme di glomerulonefriti proliferative nell’uomo, un meccanismo patogenetico comune è l’attivazione delle cellule parietali epiteliali della capsula di Bowman, che proliferano e migrano in risposta a un danno ai podociti. Recentemente una popolazione di progenitori renali CD133+CD24+ è stato suggerito essere la maggior costituente delle risultanti lesioni crescenteriche, anomalie glomerulari costituite da un multistrato di cellule che si accumulano tra la capsula di Bowman e il gomitolo di capillari glomerulari. Tuttavia, la composizione cellulare di tali lesioni è controversa, e i mediatori responsabili della proliferazione e migrazione dei progenitori renali verso lo spazio di Bowman non sono ancora stati tutt’ora descritti. In questo studio, analizzando biopsie renali di pazienti con glomerulopatie proliferative e non proliferative, abbiamo dimostrato che i progenitori CD133+CD24+ della capsula di Bowman’s invadono il glomerulo esclusivamente nelle patologie proliferative. La proliferazione incontrollata e la migrazione dei progenitori renali può essere giustificata dalla natura infiammatoria di questi disordini glomerulari. Infatti abbiamo dimostrato che i podociti, probabilmente attivati dal microambiente infiammatorio, esprimono la chemochina fattore derivato dalle cellule stromali-1 (SDF-1), provvedendo il ligando per il recettore CXCR4 aumentato a livello dei progenitori parietali, promuovendo quindi la loro migrazione e proliferazione. Oltre alle chemochine, la proliferazione cellulare e la conseguente formazione di lesioni crescenteriche, può essere anche promossa dall’aumentata espressione del recettore di tipo 1 dell’angiotensina II (recettore AT1) a livello dei progenitori parietali. I dati ottenuti nelle biopsie umane sono stati validati in un modello sperimentale di ratto analizzando il tessuto renale dei ratti Munich Wistar Fromter affetti da glomerulonefrite proliferativa. In questo modello, alterazioni simili nell’espressione di CXCR4, SDF-1 e recettore AT1 sono state riscontrate rispetto a ratti di controllo. Tornando allo studio sull’uomo, abbiamo inoltre osservato che in un paziente con glomerulonefrite extracapillare, il trattamento con ACE inibitore normalizza l’espressione di CXCR4 e recettore AT1 sui progenitori renali, in concomitanza con la regressione delle lesioni crescenteriche. Questi risultati suggeriscono che le lesioni crescenteriche glomerulari derivano dalla proliferazione e migrazione dei progenitori renali in risposta ad un danno ai podociti. Interferire con la via angiotensina II/recettore AT1/SDF-1/CXCR4 potrebbe essere efficace per curare forme severe di patologie glomerulari proliferative. Per fare luce sulla patogenesi della glomerulonefrite extracapillare, stiamo ora investigando altri meccanismi alla base dello sviluppo delle lesioni crescenteriche quali la rottura della capsula di Bowman e della membrana basale glomerulare e il ruolo delle cellule infiammatorie che infiltrano il glomerulo. Inoltre al fine di avvalorare i risultati ottenuti nel precedente studio, stiamo aumentando il numero dei pazienti analizzati dopo trattamento con ACE inibitore.