Telluris ‐ AdR ‐ FIRI www.teatromania.info V edizione, 2015 26 – 28 giugno 2015 Accademia di Romania in Roma Accesso da viale Belle Arti Programma del Festival e schede artistiche venerdì 26 giugno Ore 20.30 Inaugurazione del festival Ore 21.30 Dor de Eminescu (Nostalgia di Eminescu) di Ion Caramitru su testi di Mihai Eminescu con Ion Caramitru e Aurelian‐Octav Popa (al clarinetto) Produzione UNITER, Bucarest. In lingua romena. In Dor de Eminescu (Nostalgia di Eminescu), dialogando in una formula scenica in cui la recitazione s’intreccia con la musica, i due artisti presentano uno spettacolo basato su testi editi e manoscritti del grande poeta romeno: un tributo artistico alla celebre cassapanca di Eminescu, che questi portava con sé nei suoi traslochi e in cui trasportava i suoi libri, taccuini e annotazioni. Lo spettacolo inizia con testi scritti da Eminescu all’età di 16 anni, stupefacenti per la loro maturità filosofica, ispirati dall’idealismo tedesco, continua con alcune poesie come le celebri Glossa (“Glossa”), Scrisoarea I (“Epistola I”) o Mortua est!, per concludersi, in una tonalità serena, con il Basm (“Fiaba”) di Geo Bogza. Gli intermezzi del clarinettista Aurelian‐Octav Popa costituiscono una traslazione musicale, equilibrata e discreta, della riflessione sullo scorrere del tempo, leitmotiv della creazione emineschiana. Ion Caramitru recita: poesie provenienti dai manoscritti di Eminescu e: Glossa, Cu gandiri si cu imagini, Mortua est!, Eu nu cred nici in Yehova, Scrisoarea I (frammento), Cu maine zilele‐ti adaogi..., Dormi, de ce nu‐mi vii?, Trecut‐au anii...; Basm de Geo Bogza. Aurelian‐Octav Popa interpreta brani musicali di: Henry Purcell, George Enescu, Claude Debussy, Johann Sebastian Bach, Olivier Messiaen, Georg Philipp Telemann, Martian Negrea. Ore 22.45: “Emersioni critiche”, incontro con gli artisti. Sabato 27 giugno Ore 20.00 Sala esposizioni: Printre taceri (Tra i silenzi) performance di e con Isabella Draghici. Produzione indipendente. Di Isabella Draghici Con Isabella Draghici La performance “Tra i silenzi” coglie il cammino iniziatico di un individuo umano nella propria vita. Tra nascita e morte, si trovano i nostri passi, nel tentativo continuo di comprendere e portare a compimento la nostra esistenza. A contatto con l’ambiente sociale corrotto, l’innocenza umana si altera e l’essere umano diventa prigioniero di tale ambiente. Seppure per breve tempo, l’amore può portare la salvezza e la felicità. Ma, senza l’evoluzione interiore, tutto, compreso il matrimonio, è minacciato dal disfacimento e dalla rovina. La crisi relazionale spinge la donna ad un bisogno disperato di esorcizzare il male e salvare la coppia, ma nemmeno un rito compiuto per invocare la divinità riesce a portare i risultati auspicati. Soggetto alla manipolazione politica, l’essere umano diventa vittima della guerra, in un processo di alterazione dell’identità che riflette quella sociale. La metafora del papavero ucciso opera un mutamento di natura riflessiva. Passando dal piano concreto a quello simbolico e da quello individuale a quello collettivo, il personaggio è una parte dell’umanità che attraversa una crisi identitaria. Il punto finale, la morte, è una danza della liberazione da tutto ciò che vuol dire materialità, una reintegrazione nella sorgente primordiale; tra nascita e morte, la nostra sofferenza oltrepassa la sofferenza, l’illusione e la condanna: è un esercizio di saggezza. Ore 21.30 Burrnesha, regia di Valbona Xibri, con Maria Stefanache, Centro Produzioni Teatrali, Milano. In lingua italiana. Video: Giuseppe Baresi Foto: Paola Favoino Testo: Sara Giacomelli “In Albania si dice che per diventare maschio bisogna attraversare l'arcobaleno.” Burrnesha è la storia di un gruppo di donne albanesi che, in pieno ‘900, decidono di abdicare dal loro sesso e, facendo voto di castità, accettano di vivere come uomini per poter godere di diritti che, in questa parte dell'Europa, competono ancora oggi al cosiddetto sesso forte. Loro portano abiti maschili, scelgono un nome da maschio, possono tenere un’arma, ereditare, fumare, bere alcolici, fare lavori da uomo, cantare, suonare e sedersi a conversare con gli uomini. Il passaggio da donna a uomo è perfettamente tollerato dalla comunità ma il fatto sorprendente è che queste donne non hanno (quasi) rimpianti… Ma la natura può sottomettersi alle ragioni degli uomini? Oppure segue il suo corso? Come si fa a reprimere la propria sessualità in un corpo che non senti più tuo? Cosa pensano queste donne nelle loro stanze verginali? Dopo anni a muoversi e parlare come uomini si sentono tali? Al termine di un complesso itinerario di ricerche e documentazioni, si è cercato di dare una forma teatrale a questa massa molto viva di suggestioni e temi che sottendono una sorprendente capacità di adattamento di queste persone ad identità "altre da sé. Lei/lui comincia il suo percorso dopo aver giurato, irrevocabilmente, verginità eterna. Di giorno fa l'uomo con tutti i suoi diritti e doveri, mentre di notte si interroga …(di proposito x incuriosi La performance vede sequenze del corpo intervallate da azioni, suoni e canti dal vivo, mentre illuminazione, video e immagini fanno parte attiva e costruiscono il racconto della performance. Ore 22.45: “Emersioni critiche”, incontro con gli artisti. Domenica 28 giugno Dalle 15 alle 18, Sala concerti: workshop della regista Maria Stefanache “Tecniche teatrali per la comunicazione e l’arte di parlare in pubblico”. Rivolto a tutti gli interessati. Ore 20.00 Ultimul lepros (L’ultimo lebbroso) di Radu Botar tratto da Vlad Zografi con Vlad Chico, produzione Teatrul de Nord, Satu Mare. In romeno con sovratitoli in italiano. Il futuro suona bene! O no?... Non è un manifesto politico o uno slogan pubblicitario per l’ultima offerta promozionale televisiva. Nel futuro non ci saranno più malattie, la speranza di vita raggiungerà 115 anni, e tutte le persone per strada saranno sorridenti … fintantoché ci saranno sufficienti quantità di Prozac per tutti. E noi, chi siamo e dove andiamo? Stiamo progredendo o ci dirigiamo verso l’auto sterminio? Se la seconda possibilità è quella corretta, possiamo fare ancora qualcosa per questo treno che sta correndo alla velocità massima? Cos’è la “società”? Una forma di organizzazione necessaria dell’umanità, o un organismo che respinge ogni individuo incapace di adattarsi ai suoi rigori. Sono solo alcune delle domande alle quali questo spettacolo‐manifesto cerca di fornire una risposta. Ore 21.30 Abator (Mattatoio) di Marco Di Stefano Traduzione: Ioana Visalon Adattamento: Marco di Stefano Regia: Madalina Turcanu Scenografia: Victor Luca Grecu Con: Olimpia Malai, Liliana Tofan In romeno con sovratitoli in italiano Produzione: Dot Spot Media, Bucarest Abator è un’investigazione dei tempi in cui viviamo, dei valori morali e dei limiti della dignità umana di questo nostro presente. Il tema proposto dalla pièce parte da una realtà inquietante. Spinti dalla povertà, sempre più europei offrono in vendita parti del proprio corpo, uno o anche più organi: un rene, un pezzo di fegato, la cornea, il midollo. Nella visione del drammaturgo Marco di Stefano, questo fatto è una forma di prostituzione estrema. Abator non è un manifesto anticapitalista bensì un’interrogazione sul corpo umano spogliato da qualsiasi sacralità, un’indagine sui bisogni, materiali o non, che portano a scelte estreme. Il ritmo svelto, quasi cinematografico dello spettacolo cattura l’attenzione del pubblico di ogni età: in fondo, è una fetta di vita della storia di due donne. TeatROmania emersioni_sceniche 2015 Organizzato da Telluris Associati, Accademia di Romania e FIRI Con il sostegno dell’Istituto Culturale Romeno di Bucarest Con il Patrocinio della Regione Lazio e del Comune di Roma, Assessorato Cultura e Turismo Direzione artistica: Letteria Giuffrè Pagano Sponsor tecnico: After srl Roma Media partners: Actualitatea Magazin, Art A Part of Culture, Gazeta Romaneasca, Orizzonti culturali italo‐ romeni, Persinsala, Più culture, Radio Romania, Romit tv. Ingresso libero fino a esaurimento posti. In caso di pioggia, gli spettacoli programmati all’aperto si svolgeranno nella Sala concerti. Ufficio stampa: 369 Gradi ‐ Benedetta Boggio 333.20.62.996, [email protected] Programma e dettagli sul sito del Festival: www.teatromania.info Info: 06.320.15.94. Facebook: TeatromaniaEmersioniSceniche Info e prenotazioni workshop: 329‐6437339.