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’Ndrangheta.
Ai ProcopioMongiardo sono
contestate anche le
minacce a un
giornalista: «Deve
scrivere più delicato»
Mercoledì
27 Agosto 2014
Sgominata cosca: venti arresti
Catanzaro. Estorsioni a imprenditori e
commercianti, traffico di armi dalla Svizzera e poi la minaccia ad un giornalista
della Gazzetta del Sud, Francesco Ranieri, che, secondo il presunto boss, avrebbe scritto sempre contro di lui e non
teneva conto della sua versione. È lo scenario che emerge dall’inchiesta della Dda di Catanzaro chiamata Hybris che ieri ha portato all’arresto di venti persone
ritenute esponenti della cosca della ’ndrangheta Procopio-Mongiardo che o-
pera nella zona del soveratese.
Le indagini della squadra mobile di Catanzaro hanno avuto inizio con una serie di intercettazioni telefoniche ed ambientali dalle quali è emerso come la cosca avesse il controllo del territorio nella zona dei comuni di San Sostene, Montepaone e Sant’Andrea. Ed è proprio dalle intercettazioni che è emersa anche la
vicenda della minaccia subita da Francesco Ranieri, il quale doveva scrivere più
«delicato».
Il presunto boss della cosca, Mario Mongiardo, nel corso di una conversazione
con la figlia minorenne, avvenuta in carcere, dove l’uomo si trova detenuto, si lamentava del fatto che Ranieri doveva
«scrivere delicato e riportare anche la nostra versione». Ed è stata proprio la figlia
di Mongiardo, così come aveva chiesto il
padre, a recapitare il messaggio a Ranieri. Una circostanza che è costata al presunto boss l’accusa di violenza privata
aggravata dalle modalità mafiose.
Il caso.
Uccise fidanzato: evasa
Napoli. Rosa Della Corte, la giovane di
Casandrino (Napoli) condannata a 18
anni per l’assassinio del fidanzato Salvatore Pollasto, avvenuto nel 2003, torna sotto i riflettori della cronaca per l’evasione dal carcere di Lecce. Doveva
rientrare nel penitenziario venerdì scorso, dopo un permesso premio, e invece
è scomparsa, sembra assieme al nuovo
compagno, un pugliese conosciuto per
corrispondenza durante la detenzione.
Il suo legale, Carmine Gervasi, si dice
«In Parlamento i malati
diventano fantasmi»
Bioetica
Identità umana
e tecnoscienze:
forum a Noto
ra il 17 e il 22 luglio scorso sono stati presentati in Parlamento due documenti rilevanti: un’indagine conoscitiva sullo stato della sanità pubblica e la relazione sull’applicazione della legge 38/2010 sulle
cure palliative. Cosa accomuna questi documenti? L’assenza totale del non profit
nel primo e la presenza solo marginale
dello stesso nel secondo. E questa è una
lacuna gravissima». È appassionata e accorata la protesta di Raffaella Pannuti,
presidente nazionale della Fondazione
Ant, il più grande ospedale gratuito a domicilio in Italia nel prestare assistenza ai
malati di tumore. In una lettera aperta al
presidente del Consiglio Matteo Renzi,
Ant Italia rivendica il ruolo fondamentale delle associazioni non profit che agiscono per fornire assistenza e conforto a
migliaia di malati oncologici nelle loro case, supplendo alle carenze del Servizio sanitario nazionale (Ssn).
«Se mettiamo a confronto i dati contenuti nella Relazione sul numero degli assistiti terminali di cancro a domicilio, con
la sola attività svolta da Ant nello stesso
«T
periodo – spiega Pannuti –, risultano del
tutto evidenti sia il ruolo del Terzo Settore sia l’ancora incerta attendibilità del sistema informativo del ministero». Le cifre sono decisamente discordanti e rivelano una quota ragguardevole di persone che non risultano censite nel docu-
La fondazione di assistenza
oncologica gratuita: poco
credibili i dati del ministero
sul ruolo del Terzo settore
mento ufficiale come chiarisce la presidente Ant: «Il dato generale fornito è stato di poco più di 34mila assistiti nel 2012.
Ant, nello stesso anno, ne ha sostenuti
quasi 10mila: il 30%. Ebbene, in Emilia
Romagna, secondo il ministero, sono
2.903. Peccato che Ant ne abbia assistiti
oltre 3.150. In Toscana si legge che sono
state assistite 48 persone. Ma noi ne abbiamo assistite 599! Dove sono finiti gli
altri?».
Il cavillo risiede nel fatto che moltissimi
assistiti risultano senza convenzione, trasformandosi a tutti gli effetti in "pazienti
fantasma", così come diventano trasparenti anche le strutture che se ne fanno carico e i volontari. Su questo punto Pannuti
è perentoria: «Purtroppo non c’è presa
d’atto di quanto la società civile, il non
profit, ha fatto finora, come se quello che
viene da queste realtà fosse marginale e
non invece un tassello fondamentale della programmazione sanitaria». In tempo
di spending review è importante focalizzare anche il problema dei costi. Grazie
all’intervento delle associazioni di assistenza domiciliare è possibile infatti contenere significativamente le spese. Secondo i dati forniti proprio da Ant, la presa in carico di un paziente da parte della
fondazione, per una media di 132 giorni,
comporta un costo di circa 2.090 euro esclusi i farmaci, che restano a carico del
Ssn. Tenendo conto che il costo di una
giornata di degenza in una struttura residenziale dedicata alle cure palliative è di
circa 240 euro e quella di una giornata di
ricovero in un ospedale pubblico è di circa 780 euro, il risparmio che ne deriva risulta evidente. Di qui la necessità di met-
lla ricerca dell’identità
perduta: dal corpo all’immagine, dalla politica alla clinica» è il tema del quinto
Convegno internazionale di bioetica organizzato dalla diocesi di Noto dal 16 al 18 ottobre e rivolto in
particolare a medici, infermieri, personale di strutture socio-sanitarie,
giuristi, educatori e studenti (iscrizioni: [email protected]). Ideato e animato dal vescovo monsignor Antonio Staglianò, l’appuntamento si qualifica di anno in anno come una delle occasioni più rilevanti per approfondire da un punto di vista filosofico e teologico le
grandi sfide poste dalla tecnoscienza e dalla biomedicina alla coscienza e alla cultura. «L’esperienza cristiana interroga l’identità dell’humanum» sarà il tema della relazione di Staglianò, affiancato da studiosi tra i quali Francesco D’Agostino, Salvino Leone, André-Marie Jerumanis, Fernando Fabò, Domenico Pisana e Adriano Minardo. Gli
ambiti del convegno saranno antropologico, psicologico, clinico e
familiare. Le quattro sessioni – «Pensare l’identità», «L’identità tra natura e cultura», «I confini dell’identità», «Il tempo delle metamorfosi»
– saranno precedute da un pomeriggio di studio in cui agli uditori
verrà offerta la possibilità di approfondire questioni specifiche inerenti tematiche di bioetica.
Massimiliano Casto
«A
La denuncia Ant: dati inattendibili
I nostri assistiti non sono conteggiati
EMANUELA VINAI
preoccupato per le condizioni di salute
della 29enne e per il pericolo di un gesto estremo: era depressa, spiega, e dimagrita di ben 25 chili negli ultimi mesi. Tra due anni sarebbe tornata in libertà. Le ricerche di Rosa si svolgono in
una vasta area, tra la Puglia e la Campania. Di lei si sono perse le tracce giovedì
sera, alle 21, quando il cognato l’ha vista salire sul treno che da Napoli doveva riportarla in Puglia dopo alcuni giorni trascorsi con la madre.
tere in campo tutte le forze per una gestione dei servizi economica ma qualitativamente elevata, come propone la Pannuti: «L’esperienza dimostra che è possibile produrre un modello di eccellenza
replicabile su larga scala, con una qualità
molto alta e a costi contenuti, così da poter permettere di reinvestire i risparmi in
altri settori della sanità». Per arrivare a
questo risultato è necessario un coordinamento più efficace tra Stato e società
civile, evitando la noncuranza delle istituzioni da un lato e un agire troppo in sor-
dina dall’altro.
«Mi permetto di alzare i toni anche per le
altre associazioni più piccole, che operano in silenzio, ogni giorno, per fornire la
migliore assistenza possibile ai malati –
conclude la presidente Ant –. Chiediamo
un tavolo di lavoro per valorizzare chi realizza progetti efficaci e chiediamo a Renzi, che si dichiara attento verso il Terzo
settore, di sollecitare i suoi ministri a fare altrettanto. Non lasciamo che le relazioni parlamentari ci ignorino».
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