 Tolomeo (100-178 d.C.
ca.), astronomo e
matematico, sviluppò un
sistema planetario che
rappresentò l'unico
modello del mondo fino
al XVI secolo.
 era collegato con evidenti
osservazioni sperimentali
(“ingenue”)
 era in grado di fare delle
previsioni sulla posizione
sulle orbite s sul moto
retrogrado delle stelle e
dei pianeti
 era un modello accettato
totalmente dalla
“comunità scientifica
 Infatti più le osservazioni
diventavano precise, più il
“modello” le riusciva a
spiegare in maniera
imprecisa
 per spiegare le “anomalie”
il modello da
“estremamente semplice”
era diventato
“estremamente
complicato”
 Malgrado sia universalmente conosciuto come sistema geocentrico, la
Terra comincia a perdere il proprio ruolo centrale nell’universo, mentre
il Sole acquista un ruolo essenziale nel moto di tutti i pianeti: infatti il
periodo del moto lungo l’epiciclo dei pianeti esterni (Marte, Giove e
Saturno) e quello dell’epiciclo lungo il deferente dei pianeti interni
(Mercurio e Venere) coincide con quello del moto apparente del Sole
(un anno). Alla Terra rimane però sempre la prerogativa di restare
immobile. In realtà solo questa radicata convinzione può aver impedito
a Tolomeo ed ai suoi seguaci di accorgersi che tutta la sua complicata
costruzione sarebbe crollata e che tutti i movimenti apparenti dei
pianeti potevano essere spiegati più semplicemente attribuendo tale
periodo di un anno al moto di rivoluzione della Terra intorno al Sole
 Una trattazione grafica
accurata del complesso e
sofisticato modello tolemaico
sarebbe sicuramente di
difficile e faticosa
comprensione, talmente è alto
il numero di deferenti, epicicli
e via dicendo. Basta
sintetizzare ricordando che
l’oggetto più vicino, la Luna,
non ha epiciclo e che il Sole ha
un movimento eccentrico
senza epicicli. Il moto dei
pianeti è invece basato sugli
epicicli. Chiude il tutto la sfera
delle stelle fisse riunite in 48
costellazioni. Inoltre afferma
che nell’universo non si
devono avere spazi vuoti, o
meglio, spazi inutilizzati: ogni
epiciclo deve essere tangente
all’epiciclo successivo.
 I pianeti interni secondo Tolomeo.
La Luna ed il Sole non hanno
epicicli, mentre li hanno Mercurio
e Venere. Notare che la
congiungente Terra-Sole contiene
anche i centri degli epicicli di
Mercurio e Venere.
 I pianeti esterni secondo Tolomeo.
I tre pianeti al di là del Sole
descrivono tutti degli epicicli che
sono tra loro tangenti, dato che
uno dei principi cosmologici della
sua teoria dice che non possono
esistere spazi vuoti nell’universo.
 L’epiciclo( epì-kyklos, "che sta su un cerchio") è un cerchio di piccole
dimensioni sulla cui circonferenza è collocato il pianeta P. L’epiciclo ruota
uniformemente attorno a un punto A della circonferenza di un altro cerchio di
raggio maggiore (il deferente) a sua volta pensato come uniformemente
ruotante intorno a un centro coincidente con la Terra T. Il movimento
risultante dalla somma dei movimenti di epiciclo e deferente osservato dal
centro del sistema T, corrisponde al movimento del pianeta così come appare a
un osservatore terrestre. L’epiciclo e il deferente ruotano entrambi nella stessa
direzione antioraria, che corrisponde per l’osservatore terrestre alla direzione
Est. Quando il pianeta, per la rotazione dell’epiciclo, si trova all’esterno del
deferente, alla massima distanza dal centro T, il moto dell’epiciclo si somma a
quello del deferente, in modo che il pianeta viene trasportato nella direzione
del deferente; quando il pianeta si trova all’interno del deferente, alla minima
distanza da T, il moto dell’epiciclo si sottrae a quello del deferente, e il pianeta
inverte la sua direzione di marcia: il modello giustifica il fenomeno osservato,
si ha cioè un movimento di retrocessione in coincidenza con il periodo di
massima vicinanza del pianeta alla Terra, che è anche il momento in cui
massima è la luminosità.
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