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VIRGOLETTE
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Dalla nostra abbiamo un
capitale di esperienza,
accumulato dai Cappuccini.
Sono segreti di casa, raccontarli
sarebbe come svelare la ricetta
della Coca Cola
Dobbiamo trovare maggiore
regolarità e ritmi di partita più
elevati con più costanza, perché
non abbiamo la possibilità, che
hanno altre squadre, di
concederci dei rilassamenti
L’uomo del calendario
L’uomo dell’hockey
“La felicità futura
...dipende da noi”
“Energie positive
per poter crescere”
Serge Pelletier
N
o, non stropicciatevi gli occhi. Frate Indovino c’è: esiste, è un
cappuccino che sprizza simpatia e calore umano. Da buon
frate, vive in un convento carico di storia e di natura. Siamo a
Gualdo Tadino, nella verde Umbria: alle pendici di Serra Santa, dalle cui viscere sgorga la famosa acqua minerale Rocchetta. Lui è Padre Mario Collarini, un capitano in saio che con un drappello di
fedelissimi miscela gli ingredienti di una formula magica da cui nasce il famoso calendario. Appunto Frate Indovino, che tira anche un’edizione svizzera in 50 mila copie, diversa per via delle festività.
P. Mario Collarini non ama le interviste. Preferisce parlare con i fogli del suo
calendario, che arriva in sei milioni di case, posto fisso in cucina. Alla fine,
l’abbiamo stanato ed eccolo a raccontarsi per “il Caffè”. Comincio con una
battuta che lo fa sorridere: “Lei è il frate più appeso del mondo. Non solo, ma
è anche condannato a continui allunghi nel regno di Cronos…”. Ribatte lesto:
“In effetti, mentre stanno arrivando a destinazione i calendari del 2013, noi
abbiamo già praticamente chiuso l’edizione del 2014 e siamo in avanscoperta nel 2015. Siamo diventati un marchio di italianità. Proprio come la Nutella e i Baci Perugina, la Vespa, la Moka Bialetti e le Figurine Panini”.
Le previsioni e la natura
Specialità iniziale della pubblicazione: le previsioni del tempo. Frate Indovino voleva aiutare il mondo dei contadini, quando ancora i satelliti e gli
esperti degli anticicloni dovevano nascere. Oggi sappiamo il tempo che
farà domani, dopo, fra una settimana, ci si spinge anche - con non poco azzardo - sulle vacanze della prossima estate. Si potrebbe pensare che il crepuscolo e la fine siano inesorabili. “Macché - riprende Frate Indovino - abbiamo un crescente riscontro d’interesse per la terra, la natura, l’orto, i rimedi dei nonni. Questo cordone ombelicale non si spezzerà mai. Dopo esserci liberati degli arnesi e delle fatiche dei contadini, molti amano farsi un
ladome
Frate Indovino
GIUSEPPE
ZOIS
MASSIMO
SCHIRA
Di scioperi e pause
giunto da inserire però in un contesto che ha i suoi equilibri. Al debutto,
infatti, l’at
taccante di Colorado è stato schierato in tre linee distinte per essere utile
alla squadra a dipendenza delle situazioni. Credo sia la linea giusta da
seguire, altre squadre, in Svizzera, hanno scelto altre strade, speculando
molto di più sullo sciopero di quanto non abbia fatto l’Ambrì”. Accanto al
viavai di arrivi e partenze da Stati Uniti e Canada, a complicare la vita
dell’allenatore, anche la gestione di un calendario quanto meno bizzarro sotto il profilo del susseguirsi delle partite. “Anche durante il periodo
natalizio della Coppa Spengler penso sarebbe meglio continuare con il
campionato, come del resto fanno negli altri Paesi europei - precisa Pelletier -. Perché i giocatori che vanno al torneo di Davos approfittano del
fatto di poter giocare partite ravvicinate ad un buon livello, mentre gli altri sono ‘limitati’ negli allenamenti. Salvo poi tornare al campionato con
un ritmo indiavolato nel mese di gennaio, con partite a ripetizione neanche fossimo in National Hockey League”.
“Studiamo i fenomeni celesti”
ilcaffè
Settimanale di attualità, politica, sport e cultura
Tra medio e lungo termine
Anche se la situazione di classifica è complicata per l’Ambrì, il suo tecnico non rinuncia a porsi obiettivi a medio, ma anche a lungo termine.
“Dobbiamo trovare maggiore regolarità e ritmi di partita più elevati con
più costanza - afferma Serge Pelletier -, perché non abbiamo la possibilità, che hanno altre squadre, di concederci dei rilassamenti. Ci manca il
talento per farlo. Tendo sempre a chiedere di più alla squadra in generale e attraverso i singoli giocatori, perché so che se l’Ambrì vuole vincere
una partita, tutti devono dare il 100%, tutto deve funzionare. In prospettiva bisognerà pensare anche alle scelte del tipo di giocatore da scegliere
per il futuro. E credo che bisognerà puntare su elementi con un margine
di crescita, piuttosto che su giocatori affermati, ma magari di età più
avanzata”.
[email protected]
Q@MassimoSchira
li
Domanda impertinente: come “indovinate” il tempo? Collarini annusa il
trabocchetto: “Dalla nostra abbiamo un capitale di esperienza, accumulato dai Cappuccini. Sono segreti di casa, raccontarli sarebbe come svelare la
ricetta della Coca Cola. Diciamo che continuiamo a studiare i fenomeni celesti… Stiamo anche ricalibrando molte cose, perché è comunque vero che
il tempo non è più quello di una volta. Prendiamo il vento di tramontana:
quando soffiava, ero certo che non ci sarebbero stati temporali e così accadeva. Ora non è più così”. Ogni anno Padre Collarini deve scegliere il tema
del calendario. Top secret naturalmente sul 2014. “Un anno andiamo su argomenti sbarazzini e un anno su motivi forti. Dopo il 2012 dedicato all’umiltà dell’asino, vivremo il 2013 in compagnia di Francesco d’Assisi.
“Francesco unisce tutti, è un santo universale. I valori che hanno improntato la sua avventura umana sono eterni e questi otto secoli lo dimostrano”.
Dopo un anno bisesto, sopravvissuti alle fosche previsioni Maya, che 2013
avremo? Qui la risposta più che di magia sa di filosofia: “La felicità, che è il
sogno di tutti, dipende da noi, dalla salute e da un posto di lavoro, certo, ma
anche dalla libertà e dalla pace che saremo riusciti a costruire dentro di noi,
per trasmetterle poi agli altri”.
D
el suo arrivo sulla panchina dell’Ambrì Piotta, Serge Pelletier rimpiange soltanto una cosa: non essere arrivato prima. Perché il 47enne nato a Montréal è conscio - da attento
professionista - dei limiti della sua squadra, ma è altrettanto convinto che il potenziale per far meglio rispetto agli ultimi, disastrosi, anni, ci sia tutto. “Anche a livello statistico le cose in questo periodo stanno andando meglio - spiega Pelletier al Caffè -. Dal mio
arrivo in panchina abbiamo una media di 1,5 punti a partita, una media
che ci collocherebbe in un altra posizione rispetto a quella che occupiamo adesso. Ecco perché dico di essere dispiaciuto di non aver iniziato
prima. Sono certo che potremmo avere qualcosa in più dalla nostra stagione”. Una convinzione che parte da lontano, dall’esperienza dell’allenatore che non è certo alla sua “prima” da subentrante in corso d’opera.
“Sono sempre situazioni particolari - osserva -, perché bisogna affrontare la squadra anche sotto l’aspetto mentale. Se il gruppo è messo male,
non lo è solo a livello di risultati e di prestazioni, ma anche di testa. Si
tratta quindi di trasmettere energie positive capaci di eliminare i pensieri negativi che bloccano la squadra. Per permettere ai singoli di esprimersi al loro miglior livello in aiuto al collettivo”.
Pelletier non ha certo scelto la stagione più semplice per tornare a dirigere una squadra dalla panchina. A complicare la gestione del gruppo e
del susseguirsi di impegni in campionato, anche lo sciopero in Nordamerica. “L’obiettivo fissato al mio arrivo con i giocatori è stato chiaro:
migliorare partita dopo partita attraverso una crescita nel nostro livello
di gioco e nello spirito agonistico - afferma il tecnico biancoblù -. L’arrivo
di un elemento come Matt Duchene va quindi visto come un valore ag-
piccolo orto, piantare qualche barbatella di vite e vogliono sapere come
fare, quando seminare le verdure o potare la vigna. Di più: l’appezzamento
di carta dei singoli mesi si è riempito di rubriche per tutti, i bambini e le
donne, i proverbi, anche la bellezza”. Non è casuale che dall’aprile prossimo
Frate Indovino riaprirà la sua collaudata erboristeria, offrendo decotti, infusi e tisane.
Sì, ma Frate Indovino è sinonimo di meteo e la concorrenza è agguerrita. Il
cappuccino non evita la domanda e ribatte: “Intanto non mi disturba affatto che si moltiplichino le previsioni fatte con le più avanzate tecnologie. E
loro lavorano sull’immediato. Se incappano in svarioni loro, possiamo ben
essere perdonati noi, che prevediamo con anticipo di due anni”.
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IL CAFFÈ 23 dicembre 2012
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