Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
Kickboxing Low Kick FIKBMS
Preparazione tecnico - tattica
A cura di Stefano Baldi
Società CSAM “Shoot Boxe”
A cura di Stefano Baldi - Società Sportiva C.S.A.M. “Shoot Boxe” Caserta. Pagina 0
Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
Indice del testo
Cenni di storia
La dinamica generale
Atteggiamento e impostazione di guardia
Discorso tattico e comportamentale generale
Alternanza di colpi frontali e circolari
Alternanza di colpi in linea alta, media e bassa
Alternanza di colpi portati con gli arti avanzati e posteriori
Determinazione della ‘circonferenza di sicurezza’
Determinazione a colpire
Presenza e lucidità durante il match
Tenere il centro del ring
Colpire il bersaglio con tecniche perpendicolari
Le combinazioni di tecniche
Costruire un repertorio di combinazioni (tecnico)
COMBINAZIONI BASE
LSP - RSP (pugni)
LSP - RUP (pugni)
LHP - RLK (pugni - calci)
LMK - RSP (calci - pugni)
LMFK - RHK (calci)
COMBINAZIONI INVERSE
ARTI ALTERNATI
ARTI ALTERNATI INVERSI
TABELLA DI ESEMPIO DI COMBINAZIONI BASE
Costruire un repertorio di combinazioni (atleta)
Due o più colpi con lo stesso arto
Due o più colpi con arti stesso lato
Il ‘low kick’
La difesa
Pugni su pugni
Schivate
Parate
Difesa alta con gli avambracci
Chiusure
Le tecniche
I diretti (Jab, Straight, Cross, to the head, to the body)
I ganci (Hook Punch, to the head, to the body)
Il montante (Uppercut Punch, to the head, to the body)
Lo swing
Il calcio frontale (Front Kick, High, middle)
Il calcio circolare (Roundhouse Kick, High, middle, low)
TABELLA CFR P. TECNICHE DI ATTACCO E DIFESA
La respirazione
Il footwork
La distanza nella low kick
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pag. 7
pag. 8
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pag. 9
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pag.10
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pag.11
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pag.13
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La combinazioni e la distanza
Le tecniche su scivolata lunga o su passo avanti ed indietro
Rimessa, contemporaneità ed anticipo
Muoversi e combattere
TABELLA SINTESI STRATEGIA MATCH LOW KICK
Il ritmo. Applicazione alternata di pause, forza e velocità
Tecnica del bersaglio fisso
Timing
Progressione dell’acquisizione tecnica
L’incontro (Il match)
Il rilassamento muscolare
Esercizi di respirazione
Visualizzazione e concentrazione
Tre giorni prima
Ingresso nel luogo dell’evento, riscaldamento e vestizione.
All’angolo
Post incontro
Sintesi finale
Considerazioni finali
Appendice: Esercizi propedeutici
Condizionamento all’applicazione dei criteri
L’anticipo
Gli incroci
I colpitori per il colpo d’occhio
Condizionamento ai colpi perpendicolari
Condizionare il cambio di distanza
Tecniche su scivolata lunga
Tenere il centro del ring
Progressive training
Footwork e azione
Integrazione K-1 Rules
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
Nel testo che segue proverò a sintetizzare delle linee guida tecnico – tattiche per la formazione e
la preparazione di un atleta dal primo incontro di terza serie della disciplina Kickboxing Low
Kick, come da REGOLAMENTO DEGLI SPORT DEL RING, versione aggiornata al
15.01.2011. Non saranno quindi presenti elementi di preparazione fisica, stretching e
periodizzazione, nonché altri strumenti ovviamente necessari al concorrere dello scopo. Gli
argomenti sono trattati in modo più che esaustivo nelle pubblicazioni federali CORSO
ALLENATORI, CORSO ISTRUTTORI e CORSO MAESTRI a cura della Scuola Nazionale di
Formazione della FIKBMS.
Il coronamento del lavoro sarebbe costituito dal preparare un atleta di prima esperienza in base
ai principi di seguito espressi, e valutarne in tal modo l’efficacia.
Verranno affrontati marginalmente anche argomenti relativi alla posizione di guardia, al
posizionamento delle braccia, della testa, dei piedi, alla esecuzione delle tecniche. Lo scopo è
quello di determinare, all’interno di una grande varietà di tecniche e di atteggiamenti, un range
determinato e specifico, ipoteticamente più adatto all’utilizzo nella disciplina della low kick
In accordo con il programma tecnico federale in vigore, all’interno di questo lavoro riporto le
tecniche come da programma tecnico per esami di passaggio cinture, anche se talvolta citate
anche in lingua inglese o giapponese. Evito la spiegazione dell’esecuzione della tecnica specifica,
tranne nei casi in cui è funzionale a dimostrare o spiegare uno specifico lavoro che ritengo utile
presentare.
Cenni di storia
Esistono innumerevoli ed emerite pubblicazioni sulla storia di tutte le arti marziali che riportano
date, nomi e luoghi, nonché eventi per ordine cronologico della storia della maggior parte delle
arti marziali conosciute, e ipotesi accreditate su quelle meno conosciute o troppo antiche per
averne molte prove certe. Per i membri della grande famiglia della FIKBMS esiste il prezioso
documento della cronologia della storia moderna della FIKBMS, prima FIKEDA, prima FIAM,
oltre alla ricostruzione della storia della kickboxing fin dalla nascita negli Stati Uniti. Non
intendo ovviamente ripetere ciò che è ben conosciuto da tutti, pubblicato sul sito di federazione,
ma introdurre delle considerazioni e dei concetti personali che concorrano allo sviluppo di
questo testo.
Ai tempi delle origini conosciute delle arti marziali, progenitrici dei moderni sport da
combattimento, non era un regolamento di gara, per quanto duro e permissivo, a regolamentare
gli scontri. Tranne in determinati casi specifici, come nel caso del pancrazio, disciplina olimpica
greca e dei pugilatori, il cimentarsi nell’arte di combattere era quasi esclusivamente una
prospettiva di sopravvivenza e spesso, una necessità. Per quanto, comunque, sia sempre esistita
la ‘motivazione competitiva’, in quanto insita nell’essere umano, che ha spinto praticanti di arti
marziali a misurarsi affrontandosi. La natura della competizione non era una coppa, una
medaglia, o una ratifica di match sul budopass, come oggi, ma spesso, citando una frase
moderna, un vero ‘last man standing’, ovvero, vince chi rimane in piedi, e ancora più spesso chi
rimaneva al ‘tappeto’, lo era da morto o gravemente ferito. Questa diversa modalità di approccio,
apparentemente insignificante, determinava enormi differenze nello spirito, nella natura, nella
disciplina e nella durata delle esercitazioni, rispetto alle sessioni moderne di allenamento.
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E’ difficile trovare nelle origini antiche un preciso antenato della moderna low kick, intesa come
regola di combattimento limitata all’utilizzo del pugilato e di alcuni calci. L’addestramento del
lontano passato prevedeva una preparazione da combattente globale, si pur con le caratteristiche
specifiche dello stile nel quale si addestrava. Il confronto aveva inizio, prima ancora di ingaggiare
lo scontro fisico, già nella modalità di porsi di fronte all’avversario, ovvero in tutti gli
atteggiamenti che, da ambedue le parti, tendevano a convincere l’altro di essere già vincitore,
prima di iniziare combattere effettivamente. Benchè oggi non sia in palio la vita, ancora esiste,
pur in diversa forma, questa attitudine ad intimorire o a soggiogare mentalmente l’avversario
prima ancora di salire sul ring. Il rituale del peso, la scelta delle parole nella conferenza stampa e
nell’intervista pre-incontro, i simboli identificativi dei team, musica, atteggiamento e
comportamento dall’uscita dagli spogliatoi fino all’ingresso sul ring, l’esibizione della forma
fisica, gli sguardi, il linguaggio del corpo, i “face to face”, sono solo alcuni degli strumenti
attraverso i quali ancora si perpetra questa atavica forma di fight – prefight, talvolta in modo
coreografico e sportivo, ma spesso aggressivo ed intimidatorio.
Prima della grande divisione in stili di tutte le grandi arti marziali, esisteva il confronto globale.
Ovvero l’abilità di colpire e difendersi dall’avversario in tutte le situazioni, a tutte le distanze, con
tutte le parti del corpo, lottando, colpendo, afferrando. Per non parlare della capacità di
utilizzare, nello scontro, la miriade di armi, che vanno dai nunchaku, le due aste di legno unite da
un pezzo di corda o da una catena, alle spade, alle lance e a tutti i tipi caratteristici di armi
proprie della regione e della rispettiva parte del mondo. Molte di esse erano oggetti di uso
quotidiano, impiegati nell’agricoltura, nella caccia, nella dissezione e lavorazione di alimenti.
In seguito l’originario kung-fu, ad esempio, si è diviso e specializzato nelle centinaia di stili
diversi (mantide, tigre, serpente, scimmia, stili del nord, stili del sud); l’originario bu-do e ju jutsu
si è diviso in karate, judo, kendo, aikido. Alcuni stili della Cina sono stati poi l’origine di alcuni
giapponesi, come la gru bianca per il Goju-ryu, che successivamente ha dato origine al kyokushin
insieme all’altro stile giapponese shotokan; quasi tutti comunque, per quanto costituiti da atemi,
hanno mantenuto il legame con la tradizione di origine, conservando il lavoro di afferrare, fare
leve, strangolamenti, proiettare e, in alcuni casi, lottare a terra.
Nell’ evoluzione delle arti marziali giapponesi, per esempio, il combattimento totale affida al
karate la parte di lotta che riguarda fondamentalmente gli ‘atemi’, ovvero i colpi; al judo la lotta
con prese, proiezioni e lotta a terra; all’aikido la mobilità, gli spostamenti e la cedevolezza del
muovere il corpo nello spazio attorno all’avversario rivolgendogli contro la forza direzionale che
utilizza per attaccarci.
Molti dei tecnici ai massimi livelli in FIKBMS hanno ricevuto, nei primi anni di inizio pratica,
una solida formazione nei vari stili dell’ arte marziale giapponese del karate. Tecniche del karate
tradizionale le ritroviamo in molti attuali colpi utilizzati negli sport da combattimento. Leggiamo
nel testo federale ‘Regole generali per gli sport da ring’, art. 2.2.1 ‘tecniche di mano, dove
enuncia le tecniche consentite, la descrizione ‘Pugni. (Tutto il repertorio pugilistico)’. Il moderno
“Gancio” o Hook Punch della boxe o pugilato, è una tecnica di pugno del karate tradizionale o
Mawashi tzuki (letteralmente e semplicemente pugno circolare). Il montante (uppercut punch) o
ura tzuki.
Il karate tradizionale è nella sua interezza, pur considerando solo le tecniche di pugno e di calcio
principali, senza l’epurazione del karate sportivo, una disciplina letale a contatto pieno. Lontano
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dai tatami di gara, infatti, in molte palestre, o in sede di stages con i maestri storici giapponesi e
italiani, erano frequenti, e ben graditi dai praticanti stessi, confronti tra praticanti a contatto
pieno.
Determinanti per la ideazione e la realizzazione dei regolamenti di Low kick e K-1 Rules,
discipline per approccio tecnico e tattico molto vicine tra loro, sono stati il karate kyokushin e la
Muay thai. Dal confronto, sul ring, creato da promoters pionieri, tra questo stile di karate
giapponese e l’arte marziale siamese, negli anni 60-70, in Giappone ed in Thailandia, sono venute
fuori le nostre radici, la disciplina chiamata Japanese KickBoxing, successivamente confluite
negli sviluppi del karate full contact proveniente dagli Stati Uniti ed approdato in Italia
principalmente grazie all’interessamento ed al duro lavoro del nostro presidente Onorario Ennio
Falsoni.
La low kick è un karate kyokushinkai senza le tecniche di ginocchio con la differenza di distanza
che ne consegue, e con maggiore attenzione alla pugilistica. Ma d’altra parte potremmo anche
dire che è un Muay Thai senza tecniche di gomito e ginocchio, o un K-1 Rules senza tecniche di
ginocchio e backfist. Ma d’altra parte se aggiungiamo i low kicks alla specialità del Full Contact,
non stiamo definendo la Low Kick?
Esiste, d’altra parte un’altra disciplina sportiva, in ambito FIKBMS e fuori, molto molto simile
alla nostra Low Kick. La Boxe Francese Savate. Le differenze? L’impossibilità nella low kick di
portare il coup de pied bas e altri calci oltre a quello circolare alla coscia, permessi invece nella
Savate. Oltre all’equipaggiamento degli atleti diverso nelle protezioni e nell’abbigliamento.
Ulteriore diversità, la Savate si combatte con la scarpa da combattimento omologata.
Ma dunque, cos’è questa low kick?
La Word Association of Kickboxing Organizations, nel regolamento internazionale, definisce :
“Low-Kick can be defined as full contact kickboxing in which there is also the possibility of
attacking the opponent’s legs with clean kicks. All other definitions are as those of full contact
kickboxing."
Personalmente, per lavorare in palestra e per sviluppare i miei programmi di allenamento tecnico
– tattici, guardo anche al lavoro degli olandesi delle grandi scuole storiche, quali la Mejiro Gym
oggi di Mannaart, la Vos Gym di Ivan Hyppolite ed i Chakuriki, ieri del grande Tom Harinck.
Ho avuto la fortuna di essere loro ospite e, nonostante la sportiva ma reale rivalità storica tra le
tre, tutte hanno creato il loro punto di forza per prepararsi alle competizioni internazionali quali
il K-1 giapponese o il più recente GLORY, sull’integrazione di tre grandi discipline : Karate,
Savate e Muay Thai, integrato da una specifica preparazione pugilistica adattata a chi si aspetta di
ricevere anche colpi di tibia, piede e ginocchio.
Questo lavoro è una proposta di sistema di esempio per la formazione di fighters di low kick,
nella perfetta consapevolezza dell’esistenza di molti altri workout e allenamenti validi. In sintesi,
questo lavoro si propone di essere un piccolo contributo. L’aspetto importante di ogni sistema è
semplicemente che funzioni, ovvero che abbia una sua coerenza formativa, ovvero che gli atleti
preparati seguendo le sue indicazioni portino risultati vincenti.
Perché un lavoro sulla preparazione tecnico tattica di low kick ?
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I punti cardinali delle formazione di un atleta di sport da combattimento sono la preparazione
atletica, la corretta acquisizione del gesto tecnico, e l’impostazione tattica e strategica del match.
Del primo argomento non solo vi sono una serie infinita di testi, generali e specifici sulla
fisiologia e sulla preparazione agli sport da combattimento, grazie all’interesse che ha suscitato
l’incremento sempre maggiore del numero dei praticanti e la risonanza dei tornei internazionali
quali K-1 Tournament, Glory, Yokkao in continua crescita, ma l’interesse degli esperti del
settore ha incontrato le richieste dei dirigenti sportivi attivando corsi sempre più numerosi e
riconosciuti di ‘Preparatori atletici di sport da combattimento’.
Anche del secondo, pur in misura differente, è possibile trovare materiale in formato di testi,
pubblicazioni e dati web, grazie all’impegno sempre maggiore dei formatori, insegnanti, e tecnici.
Del terzo argomento, ovvero l’aspetto di impostazione e di assemblaggio dei criteri tecnicotattici base di un atleta agonista di sport da combattimento, è difficile reperire informazioni o
comunque, in caso positivo sono spesso contrastanti tra loro.
Il mio augurio è che, da una parte, i grandi coach dei veri campioni, attuali e di qualche decennio
fa, si decidano a diffondere informazioni sulla loro preparazione in merito a questo specifico
aspetto, e dall’altra, che l’utilizzo del presente lavoro possa essere utile alla formazione e crescita
di atleti di buon livello. In questo lavoro c’è un riassunto della mia piccola esperienza di oltre
trent’anni nelle arti marziali prima e negli sport da combattimento poi.
La dinamica generale
Se avessimo degli atleti da preparare per la low kick, quali sono le azioni che intraprenderemmo?
Io credo che, innanzitutto, osserveremmo la dinamica del combattimento di questa disciplina. In
che modo? Dal regolamento. Il regolamento della disciplina fa la disciplina. Ovvero: con quali
parti del corpo posso colpire quali bersagli? Quali sono gli atteggiamenti consentiti e quali quelli
vietati? I parametri con cui viene giudicato l’atleta nel caso il match non termini prima del limite
per KO. Dunque, prima di analizzare altri parametri, l’atleta di low kick affronta un incontro in
cui deve calibrare il suo sforzo di portare le tecniche con la massima potenza per tentare di
concludere prima il match, possibilmente aumentando la pressione della sua azione laddove se
ne presenti l’occasione, e la necessità di continuare a colpire efficacemente, visti i criteri sui punti
con cui verrà giudicato in base alla differenza numerica di tecniche a bersaglio portate rispetto al
suo avversario. L’aspetto di duplicità tra tenuta e affondo, comporta ancora più attenzione se si
considera che la preferenza viene accordata, in caso di incontro terminato ai punti, all’atleta che
piazza solo 3 colpi in più dell’avversario nell’ultimo round. Questo vuol dire che l’atleta che ha
tenuto il centro del ring e ha mantenuto una certa supremazia per tutto il match, sia pure di
misura, può perdere l’incontro dimostrando minore tenuta sportiva e condizione fisica
nell’ultimo round. Questo aspetto è in parte oggetto di preparazione alla tenuta agonistica ed alla
preparazione atletica. Ma in parte anche di quella tecnico-tattica. In caso di parità,
prioritariamente viene favorito il più combattivo, poi chi ha utilizzato più tecniche di gamba, che
comportano maggiore perdita di fiato rispetto alla pugilistica, chi ha messo in mostra la migliore
difesa, il miglior stile, ovvero la precisione realizzativa delle tecniche. E ancora, valutando le
tecniche consentite, è vero che il corpo a corpo o il clinch si riduce all’uso dei ganci e dei
montanti, in assenza di colpi di ginocchio, come nel K-1, ma è anche vero che dalla distanza
lunga fino a quella corta, è previsto l’utilizzo di un numero di tecniche di calcio e di pugno che
possono arrivare da tutte le direzioni e a tutte le altezze (testa, torso, cosce, gambe).
Quindi, in sintesi, vince un incontro di Low Kick un atleta che, in ordine di priorità :
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1. Nel corso dei rounds previsti riesce a causare il KO dell’avversario;
2. Nel corso dei rounds previsti riesce a causare 3 conteggi all’avversario in un solo round o 4
nel corso dell’intero match;
3. Metta a segno più punti dell’avversario, dove mettere a segno punti validi vuole dire portare
colpi consentiti dal regolamento, con potenza, precisione, efficacia, intenzione e tecnica;
4. In caso di parità metta a segno più colpi dell’avversario, almeno 3, nell’ultima ripresa,
dimostrando una migliore tenuta sportiva e condizione fisica;
5. Sia stato più attivo e combattivo, veloce, continuo nell’iniziativa, preciso e tecnico (ovvero
capace di ‘combinare’ le tecniche);
6. Abbia portato più tecniche di calcio a segno;
7. Abbia mostrato una migliore tecnica difensiva, sia stato determinato nel mantenere
l’iniziativa costante di condurre l’incontro ovvero tenendo il centro del ring;
8. Abbia mostrato un migliore stile e tecnica;
L’atleta deve comunque mostrare la chiara e ferma intenzione di parare il colpo e non rifugiarsi
in una difesa passiva. Diversamente il colpo ricevuto potrebbe essere considerato valido.
Sviluppiamo una serie di strumenti per mettere in grado l’atleta di soddisfare questi punti.
Atteggiamento e impostazione di guardia
Per quanto riguarda la posizione di guardia, per la presenza dei low kicks, è da preferire una
posizione di guardia frontale o mezzofrontale, rispetto a quella laterale. Pur considerando che,
nel contatto pieno, le strategie le crea chi vince (in molti stages con famosi campioni ci vengono
mostrati atteggiamenti, posizioni, tecniche e tipi di lavoro che talvolta non ci convincono, ma
con il loro utilizzo il campione continua a vincere titoli!), è vero che la anche guardia laterale, con
l’utilizzo corretto dell’anticipo di calcio con la gamba davanti e un’ottima preparazione sui calci
girati, potrebbe essere un approccio corretto. La guardia mezzofrontale, invece, da buona
posizione ‘di mezzo’, permette di portare agevolmente i colpi con gli arti avanzati, i colpi girati,
e, lavorando bene sul riposizionamento del piede anteriore, anche i colpi con gli arti posteriori.
La guardia frontale è ideale per le tecniche anteriori e posteriori, e soprattutto per il gioco di
combinazione tra tecniche avanzate e posteriori alternate, lavorando di spalle ed anca e
sfruttando la torsione di allungamento e ritorno delle tecniche. Per portare le tecniche girate, in
questo caso i calci, sarà necessaria un lavoro di riposizionamento all’interno della guardia del
piede anteriore o di allineamento al piede anteriore del piede posteriore, magari sfruttando il
ritorno dei calci posteriori. Vedremo successivamente, anche in considerazione del rapporto con
i low kicks, quale potrebbe essere la più indicata e favorevole.
E’ difficile parlare del posizionamento delle braccia per la guardia, specialmente nel mondo degli
sport da combattimento, ma anche del pugilato, dove già nei manuali ufficiali troviamo diverse
varianti, che vanno poi a moltiplicarsi nell’insegnamento nelle palestre degli innumerevoli tecnici
federali. E’ sicuramente valido tenere i pugni almeno all’altezza del mento, i gomiti a copertura
dei fianchi, soprattutto il lato destro per il fegato. I guantoni dovrebbero essere vicino al viso,
caricati per colpire, con una leggera posizione avanzata del pugno anteriore. È un aspetto che
vedremo nel paragrafo dedicato alla difesa. La mano destra nella guardia ortodossa, o comunque
quella posteriore, può risultare molto utile se vicina al viso e il gomito vicino al corpo. Altro
aspetto importante è che la partenza delle tecniche, in generale, debba avvenire portando il colpo
con l’arto che parte da dove è posizionato, senza caricare, e sicuramente non caricando indietro.
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Lo sguardo globale che sviluppa l’atleta visualizza immediatamente il movimento di caricamento
dell’avversario, riuscendo spesso a vanificare o anticipare il colpo. La mano sinistra più avanzata
può essere utile nel caso l’atleta porti spesso il dritto sinistro, il jab o comunque una tecnica di
disturbo con il braccio avanzato, ma a patto che buona parte della sua preparazione sia
improntata sui vantaggi ma anche sulle conseguenze di questo lavoro.
Discorso tattico e comportamentale generale
Il coach deve stabilire alcuni criteri base coerenti con cui impostare e sviluppare il lavoro
dell’atleta e/ o della scuola. Impostiamone qui alcuni di esempio, a mia scelta, stabiliti in base alla
mia personale esperienza :
-
Alternanza tra colpi dritti (frontali ) e circolari
Alternanza tra colpi in linea alta, media e bassa
Alternanza tra colpi portati con gli arti avanzati e posteriori (sinistra – destra)
Alternanza di colpi frontali e circolari
Nella terminologia sportiva le direzioni e i piani sono divisi in piano sagittale, ovvero il piano
che divide il corpo umano tra lato destro e lato sinistro, ed il piano frontale, ovvero il piano
che divide il corpo umano in lato anteriore e lato posteriore. In questo caso non ci riferiremo
a alla terminologia classica, per evitare fraintendimenti. Si intenderanno, di seguito, per colpi
dritti o frontali tecniche assimilabili ai pugni dritti, al calcio frontale e laterale ad esempio. Per
colpi circolari si intenderanno i pugni gancio e montante, il calcio circolare, uncino etc. Li
denominiamo colpi dritti perché nella loro traiettoria verso il bersaglio, escludendo il
caricamento, disegnano una linea dritta. All’interno di questa linea, ovvero tra il punto di
inizio e il punto di fine c’è il nostro bersaglio. I colpi circolari descrivono una traiettoria
circolare, ad esempio da destra a sinistra o viceversa, dall’alto in basso e viceversa; all’interno
di questa linea curva, ovvero in un punto di essa, si trova il nostro bersaglio. Perché
l’alternanza dei colpi circolari e dritti crea un criterio coerente che può aiutare il nostro atleta
o team ad essere vincente? Perché la difesa sui colpi circolari è diversa dalla difesa sui colpi
dritti, e risulta abbastanza difficile riuscire ad evadere/ parare/ chiudere tutti i colpi di una
combinazione che contenga un coerente e calcolato mix di colpi con traiettorie diverse. Per
essere completamente efficace, il punto di impatto deve coincidere con il punto di massima
espressione del nostro colpo.
Alternanza di colpi in linea alta, media e bassa
La disciplina della low kick permette di utilizzare una arsenale di colpi abbastanza vario e
soprattutto di diversificare continuamente i livelli di attacco. Perché questa variazione
continua di livelli di attacco potrebbe risultare vincente? Perché difendersi da una
combinazione di colpi basso – alto – medio, meglio ancora se mixato con il criterio
precedente, rende difficile riuscire a neutralizzare tutte le tecniche ricevute. Una di esse
facilmente può arrivare a bersaglio, sia se le combinazioni sono condizionate, ovvero l’atleta
è abituato a portarle meccanicamente nella loro sequenza prestabilita, sia se l’atleta è stato
ben condizionato sul colpo d’occhio, ovvero a portare automaticamente il colpo adatto al
bersaglio che va a scoprirsi nel corso dello scambio. In merito a questo aspetto vedere
qualche esercizio proposto nel paragrafo ‘esercizi propedeutici’.
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Alternanza di colpi portati con gli arti avanzati e posteriori (sinistra – destra)
Le tecniche portate da un atleta di contatto pieno non possono essere portate alla massima
potenza sfruttando solo la forza muscolare degli arti. Per riuscire nell’intento tutto il nostro
corpo deve accompagnare l’esecuzione di ogni singolo colpo portato con le braccia o con le
gambe. Come è possibile ottenere ciò? La forza per portare le tecniche di braccia deve
provenire dai piedi, che ruotano sull’avampiede, risalire lungo le gambe e il busto, essere
potenziata dalla rotazione delle spalle intorno alla colonna vertebrale e scaricare il tutto
attraverso l’estremità finale dell’arto, ovvero il pugno. Per i calci il discorso è legato ai tipi di
calcio che eseguiamo ma, in generale, anche i calci sfruttano la stessa dinamica. A questa, ad
esempio il calcio frontale e laterale, aumentano la forza del colpo anche il corretto
caricamento della tecnica. Per il calcio circolare, ad esempio, la dinamica è esattamente la
stessa, anche se il primo impulso al movimento lo danno la rotazione delle spalle e del busto.
Cosa vuol dire tutto questo? Che per portare con la massima potenza un colpo con gli arti
posteriori, è necessario che vengano eseguiti subito dopo una tecnica portata con gli arti
anteriori e viceversa. Ovviamente la tecnica iniziale della combinazione non avrà nessuna
tecnica che la precede, ma per l’esecuzione di essa, oltre ad una breve spiegazione,
rimandiamo all’insegnamento in palestra dei tecnici titolari di corso o ai loro collaboratori. In
genere sono colpi di avanscoperta, per fungere da apripista per i colpi successivi, per
misurare la distanza, per riposizionarsi in condizioni favorevoli a sferrare il colpo
determinante, per provocare una reazione dell’avversario per anticiparlo, per destabilizzarne
la difesa, per portarlo a scoprirsi, etc. I colpi più utilizzati per questi scopi sono il jab, il front
kick avanzato, il low kick avanzato.
I tre criteri di cui sopra (alternanza di colpi dritti e circolari, portati ad altezze diversificate
alternando continuamente arto sinistro ed arto destro), sapientemente miscelati,
costituiscono i criteri di esempio in questo lavoro, su cui costruiremo la maggior parte della
tecnica con cui formare il nostro atleta di low kick.
Determinazione della ‘circonferenza di sicurezza’
Nel combattimento possono esserci solo due situazioni fondamentali:
1) Fase di non scambio
2) Fase di scambio
Questa precisazione, apparentemente ovvia, serve a determinare ‘quando’ si combatte e
quando non, nel corso del match. L’atleta va condizionato a determinare e tenere sempre
presente una ‘distanza di sicurezza’ dall’avversario, oltre l’ambito della quale può non esserci
combattimento. Questa distanza va mantenuta sempre inalterata durante le fasi di non
combattimento, pur nel corso del movimento sul ring di entrambi i contendenti. Se
l’avversario si allontana cercando di aumentarla, il nostro atleta deve coprire la distanza
mancante creata dall’avversario. Se l’avversario si avvicina cercando di chiuderla o ridurla,
l’atleta considererà questa azione un invasione della distanza di sicurezza, attaccando
possibilmente in anticipo, o, se decide in qual momento di non dare inizio allo scambio deve
indietreggiare, o meglio, girare intorno, per mantenerla. In sintesi, l’atleta va condizionato a
definire una circonferenza ‘di sicurezza’ intorno a se, una sorta di territorio invalicabile; con
l’avversario al di fuori di essa può non esserci scambio di colpi; con l’avversario che accede
all’interno di essa, il combattimento è inevitabile. Inoltre, il nostro atleta deve far in modo
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che l’avversario sia sempre perfettamente al limite della circonferenza, senza allontanarsi. Nel
qual caso, l’atleta deve seguirlo. Il raggio della circonferenza di sicurezza è costituito più o
meno dalla distanza di esecuzione di un circolare posteriore, ovvero poco più di due passi.
Determinazione a colpire
Il nostro atleta deve essere sistematicamente determinato a portare colpi in continuazione,
ovvero, non solo attendere le occasioni procurategli dall’avversario, ma cercare di crearle e di
sfruttarle. Il regolamento della low kick premia l’atleta che ha portato un numero di colpi
totali maggiore, portati con determinazione, potenza ed equilibrio su di un bersaglio valido,
l’atleta che è più attivo e combattivo, e che abbia un migliore stile e tecnica. E’ un
regolamento che non premia atleti attendisti o che si muovono per la maggior parte dei
round in zona corde, intorno all’avversario che li pressa. Inoltre il colpo deve essere portato
con potenza, precisione e stile. Questa attitudine è frutto di un lavoro misto di ripetizioni
continue aerobiche e dell’aumento progressivo della forza dell’arto, nonché della presa di
coscienza di quanto e come tutto il corpo partecipi dinamicamente alla finalizzazione di ogni
singola tecnica. La preparazione atletica rifinisce il tutto, restituendo un pronto recupero
all’atleta dopo aver portato colpi al massimo della potenza.
Presenza e lucidità durante il match
Tra i criteri di giudizio finale per incontro terminato ai punti, oltre agli aspetti evidenziati
sopra, c’è anche la valutazione della migliore tecnica difensiva. Per realizzare questo, l’atleta
deve essere sempre attento e presente al match, e nel caso si presenta la necessità di
difendersi, che andrebbe ridotta al minimo, deve comunque dimostrare di essere padrone
della situazione e di avere sotto controllo gli attacchi degli avversari, schivando e parando. Il
che presuppone la massima lucidità nel ‘vedere’ i colpi dell’avversario e di bloccarli, deviarli o
mandarli a vuoto, cercando al più presto di aggiudicarsi più stabilmente possibile il centro
ring e tornare all’attacco. Atteggiamenti di difesa passiva quali la chiusura di guardia
continuata, o il rifugiarsi in chiusura tra le corde, sono da evitare o limitare al minimo, in
quanto determinano progressivamente ed inderogabilmente la preferenza dei giudici per
l’avversario.
Tenere il centro del ring
Oltre alla precisione ed all’efficacia, all’intensità ed alla velocità con cui le tecniche sono state
portate a segno, la tenuta atletica, tra i criteri di giudizio finali in caso di parità, vi è anche la
determinazione e l’iniziativa nel condurre l’incontro ovvero di tenere il centro del ring. Oltre
ad un lavoro di condizionamento dell’atleta rispetto all’intenzione di mantenere un tale
comportamento, nella sezione esercizi propedeutici c’è qualche lavoro specifico da allenare
nelle sedute di allenamento.
Colpire il bersaglio con tecniche perpendicolari
Questo è un aspetto che viene spesso trascurato. Qualsiasi bersaglio deve essere colpito
perpendicolarmente rispetto alla superficie di impatto, per avere la massima efficacia e per
evitare incidenti e danni fisici a colui che porta il colpo,. Questo significa che l’atleta non solo
va condizionato a colpire le parti lasciate scoperte dal proprio avversario, ma anche a colpirle
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
con tecniche e traiettorie che permettano un impatto perpendicolare al piano di impatto.
Alcuni esempi di danni correlati ad un impatto non perpendicolare al bersaglio:
-
contusioni da impatto con il gomito per calci circolari al viso ascendenti con angolo
minimo rispetto alla linea frontale ;
danni all’articolazione del polso per ganci o montanti portati con angolazioni errate;
danni alla tibia o al piede per lo scontro con il ginocchio dell’avversario per low kick
ascendenti con angolo troppo stretto rispetto alla linea verticale frontale;
danni alle falangi del piede per angolazione ascendente del calcio frontale frustato
rispetto al piano verticale del tronco dell’avversario o per impatto ascendente con i
gomiti posti a difesa;
Questi sono solo alcuni esempi. Nella sezione esercizi propedeutici, qualche sessione per
condizionare il nostro atleta a portare i colpi perpendicolarmente al bersaglio.
Le combinazioni di tecniche
Stilo qui una serie di tecniche di braccia e di gambe, scegliendole tra quelle consentite dal
regolamento. Sono tecniche semplici e basilari. Successivamente provo a metterle in
combinazione secondo i criteri definito come ipotesi di impostazione. La loro combinazione,
ovvero il susseguirsi predefinito delle tecniche base, dovrebbe divenire più efficace applicando
questi criteri. Al fianco delle tecniche in lingua inglese inserisco degli acronimi o numeri per
brevità descrittiva in seguito. Ovviamente l’esempio è costruito su di un atleta in guardia
ortodossa, ovvero con il piede sinistro avanti.
Costruire un repertorio di combinazioni in base al lavoro di selezione per efficacia (del
tecnico)
In base alla natura della preparazione del tecnico e del suo background, è consigliabile che il
tecnico stesso, al di là del programma didattico e del repertorio tecnico fornito dalla FIKBMS,
esprima la sua valutazione interpretativa del regolamento ring di low kick. Questo porterà il
tecnico a stilare una lista di tecniche ritenute maggiormente efficaci, e con lo stesso
ragionamento ad associarla a gruppi di due, tre e quattro combinazioni.
Quale criterio di scelta delle tecniche base per comporre poi delle combinazioni, utilizziamo la
valutazione dei bersagli. Abbiamo, dall’alto verso il basso, i seguenti bersagli :
1) Viso laterale 1 lato
2) Viso frontale
3) Viso laterale 2 lato
4) Tronco laterale 1 lato
5) Tronco frontale
6) Tronco laterale 2 lato
7) Coscia lato 1 esterno
8) Coscia lato 2 esterno
9) Coscia lato 3 interno
10) Coscia lato 4 interno
11) Caviglia lato 1 esterno
12) Caviglia lato 2 esterno
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
13) Caviglia lato 3 interno
14) Caviglia lato 4 interno
Da questa lista vediamo, inizialmente, che i bersagli possibili, da regolamento sono 14. Nella
dizione ‘viso frontale’ vi è anche il colpire il viso dall’alto (con Axe kick ad esempio) o dal basso
(con pugno montante o uppercut punch). Eliminiamo dalla selezione iniziale le tecniche di
spazzata e sbilanciamento in quanto le consideriamo propedeutiche all’approccio alla
combinazione, ovvero apertura stessa della combinazione. Se consideriamo, inoltre, che i due
calci circolari bassi, ovvero portati alla coscia, possono essere utilizzati indifferentemente per
colpire il lato esterno di una coscia ma anche l’interno dell’altra siamo ad otto tecniche minime
per otto bersagli di massima. Stabiliamo che, dopo l’ultima tecnica della combinazione,
inseriremo un calcio girato a scelta tra tre fondamentali (Back Hook Kick, Back side kick e Back
Kick). In questo caso con due combinazioni da quattro tecniche, scelte a coprire tutti i bersagli,
aperte da una tecnica di sbilanciamento e chiuse da un calcio girato, abbiamo una serie minima
completa di colpi.
Questo esempio vuole dimostrare il metodo che è dietro alla scelta delle tecniche. Per maggiore
precisione ed efficacia l’obiettivo successivo sarà raffinare i bersagli sui punti vitali più importanti
quali la tempia, la punta del mento e del naso, la bocca dello stomaco, il fegato, l’innesto del
muscolo quadricipite all’anca ed al ginocchio e così via.
Andiamo, a questo punto, alla scelta delle tecniche di base.
Braccia
LSP - Left Straight Punch
RSP - Right Straight Punch
LHP - Left hook punch
RUP - Right Uppercut Punch
Gambe
LMFK – Left Middle Front Kick
RHK - Right High Kick
RLK - Right Low Kick
LMK – Left Middle Kick
Tecniche aggiuntive
RBHK – Right Back Hook Kick
RBSK – Right Back Side Kick
RBK – Right Back Kick
LSL – Left Sweep Low
RSL – Right Sweep Low
LK – Low Kick (indicazione generica, da sviluppare in base alla prima e ultima tecnica della
combinazione)
Proviamo a creare, da queste tecniche, quattro combinazioni di due tecniche più una classica
conosciuta come “uno-due”, ovvero jab – diretto, ovvero, jab – right straight punch o cross
punch.
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COMBINAZIONI BASE
[SL/LK] - LSP – RSP - [BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK] - LSP – RUP - [BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK] - LHP – RLK - [BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK] - LMK – RSP - [BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK] - LMFK – RHK - [BHK/BSK/BK/LK]
Dopo aver sviluppato il lavoro tecnico di assimilazione della dinamica esecutiva di ogni singola
tecnica, prima di passare immediatamente alle combinazioni, oppure contemporaneamente a
questo lavoro, portare l’atleta a tirare le singole tecniche. Questo lavoro può essere fatto al sacco
per la forza, ai colpitori per la velocità, precisione e colpo d’occhio, a vuoto per il
perfezionamento del gesto tecnico, il condizionamento e la memorizzazione, e in sparring in
modalità aerobica, sollecitando tramite inviti lasciando scoperti i bersagli di ogni singola tecnica
per qualche secondo, condizionando la tecnica necessaria in base alla situazione. Il colpo singolo,
potente, pausato e ritmato è una vera e propria modalità di esecuzione di molti atleti pro di
livello internazionale. Sviluppando una forza e velocità, quindi una potenza, vicina al loro
massimale, conquistano la padronanza di eseguire colpi singoli sia nel momento in cui il
bersaglio al tronco o al viso è scoperto, ma anche quando non lo è completamente, infliggendo
comunque danni nonostante il lavoro di copertura degli avversari.
Importante : queste abbreviazioni [SL/ LK] e [BHK/ BSK/ BK/ LK] servono ad indicare che
tutte le combinazioni possono partire con una tecnica di sbilanciamento o un low kick, e
terminare con un calcio girato o un altro low kick. Le indicazioni saranno sempre inserite, ma in
generale, tenderemo a condizionare l’atleta a partire con una tecnica di sbilanciamento o un low
kick, e a chiudere, laddove possibile e nelle situazioni favorite, con un calcio girato o più spesso,
di nuovo con un low kick.
LSP – RSP (pugni)
L’uno – due, per quanto banale, è la combinazione base che non può mancare nel bagaglio
tecnico di un atleta non solo di low kick, ma anche nel full contact, K-1 Rules, di qualsiasi livello
tecnico o di categoria o di serie. Sono infinite le possibilità di esecuzione della combinazione.
Posso portare il sinistro a disturbo per poi colpire con il destro. Posso fintare il sinistro e poi
eseguire il destro. Posso portare il sinistro allo sterno abbassandomi e poi salire velocemente
scaricando il destro al viso approfittando della guardia abbassata dall’avversario per proteggersi
dalla prima tecnica. Oppure fintare la prima tecnica dell’esempio precedente. Oppure portare
con intenzione sia il primo che il secondo, ma portare il primo molto alto per obbligare
l’avversario a chiudere la linea alta e scaricare in tal modo il secondo sullo sterno. E cosi via.
LSP – RUP (pugni)
Questa combinazione rispetta il criterio arti alternati, il criterio alto basso, il criterio diretto
circolare. Il sinistro dritto andrà tirato con molta convinzione verso la parte alta della testa
dell’avversario, ovvero la fronte, per costringerlo ad effettuare una parata bloccata o deviata,
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
allontanando in questo modo un arto dal viso, oppure una chiusura frontale di guardia molto
alta, lasciando spazio sulla linea frontale per piazzare la seconda tecnica di pugno. Il montante
destro va tirato chiudendo completamente l’anca aperta dall’esecuzione del sinistro dritto e
ruotando completamente le spalle favorendo la spalla destra avanti. Se la prima tecnica è stata
portata bene allo scopo, il secondo colpo andrà agevolmente a segno al mento dell’avversario,
ponendo serie basi per la chiusura del match. Le possibilità di andare a segno se il secondo colpo
è portato al tronco frontale sono alte.
LHP – RLK (pugni - calci)
Questa combinazione rispetta il criterio alto basso, il criterio arti alternati, ma non quello diretto
e circolare. Il gancio sarà largo, molto potente e provocatorio, per colpire direttamente ma anche
per destabilizzare l’avversario, o anche per impedirgli di muoversi e circolare, al fine di piazzare
la seconda tecnica. Il low kick destro andrà a scaricare, o a chiudere, tutta la potenza creata dalla
rotazione delle spalle e delle anche, aperte dal gancio sinistro, colpendo con la tibia la parte
esterna della coscia sinistra dell’avversario, o anche, effettuando una maggiore rotazione e
portando il ginocchio all’interno della linea frontale verso la guardia opposta, colpendo la parte
frontale della coscia avversa. Inutile specificare che riuscire a piazzare il colpo proprio sopra il
ginocchio o all’inserzione del quadricipite nell’anca, può creare le condizioni per chiudere il
match. Il gancio sinistro, a fronte di un avversario con una guardia molto alta che lascia scoperti i
fianchi, può essere portato anche al tronco laterale. La differenza con la combinazione che parte
con il gancio al viso sarà che la prima porta l’atleta a scendere verso il basso per calciare, la
seconda a salire per liberare il low kick posteriore.
LMK – RSP (calci - pugni)
Questa combinazione rispetta il criterio alto basso, arti alternati e diretto circolare. Se ben
portata è una combinazione molto efficace, riuscendo a piazzare il secondo colpo, ovvero il
dritto posteriore al viso. Dopo aver pizzicato varie volte con il circolare sinistro medio il fianco o
il braccio destro dell’avversario, l’atleta tenta di fargli credere di avere intenzione di continuare a
tirare questa tecnica indefinitamente. Nella sicurezza che non ci sono tecniche a seguire
l’avversario potrebbe prendere l’iniziativa, invece di effettuare la chiusura al corpo laterale
classica, di effettuare una parata bloccata esterna con l’avambraccio destro lasciando scoperta la
guardia al viso. Se, inoltre, è un atleta che adotta la guardia con il braccio sinistro più avanzato
del destro rispetto alla linea del mento, a quel punto il viso sarà totalmente scoperto, momento
ideale per piazzare un destro dritto al mento che ha buone probabilità di porre fine al match,
ruotando le spalle, allineando il busto alla linea della coscia – gamba posteriore ben stesa e
poggiata sull’avampiede e scaricando completamente la potenza che sale da terra fino nel pugno
grazie alla rotazione. Anche la semplice esecuzione in velocità della combinazione ha ottime
probabilità di piazzare la seconda tecnica. Il destro può anche essere portato incrociato se la linea
di partenza dell’esecuzione è sfalsata sulla sinistra dell’avversario rispetto alla linea frontale. In
questo modo il dritto destro può anche aggirare il braccio sinistro avversario arrivando al viso.
LMFK – RHK (calci)
Questa combinazione rispetta il criterio alto basso, diretto circolare e arti alternati. In questa
combinazione la prima tecnica serve a preparare la situazione ideale per scaricare l’high kick
destro alla massima potenza al viso dell’avversario. L’atleta utilizza il calcio frontale anteriore –
push kick, ovvero focalizzando l’attenzione sul ginocchio ed alzandolo finchè l’avampiede non
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
raggiunge l’altezza del bersaglio, mantenendo l’angolazione di coscia e gamba di +/- 90 gradi.
Quindi abbassa il ginocchio perpendicolarmente spingendo l’avampiede sul piano orizzontale
verso lo sterno o l’addome dell’avversario. La situazione ideale che si può presentare è quella che
l’avversario tenti di effettuare una parata bassa con il braccio sinistro ad incrociare dall’interno
all’esterno oppure a spinta verso il basso, lasciando scoperto il viso proprio dal lato sinistro per
ricevere un potente high kick. Anche nel caso in cui dovesse solo effettuare una chiusura di
guardia con il braccio sinistro spostandolo sulla linea frontale a copertura del tronco frontale,
comunque lascerebbe parzialmente scoperta la linea esterna alta, riuscendo, pur con ottimi
riflessi, solo a limitare i danni dell’high kick successivo. Anche in questo caso, una buona
strategia è quella di pizzicare l’avversario sia con la prima che con la seconda tecnica portate
singolarmente per prendere atto della sua reazione. Continuando ad insistere due o tre volte
estemporaneamente nel corso degli scambi con la prima tecnica, il frontale anteriore, piazzare
poi la combinazione all’improvviso ha ottime possibilità di successo.
Fino a qui abbiamo costruito un esempio di bagaglio tecnico per l’atleta costituito da otto (dieci)
tecniche singole di braccia e gambe e cinque combinazioni.
COMBINAZIONI INVERSE
[SL/LK]
RSP - LSP
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK]
RUP - LSP
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK]
RLK - LHP [BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK]
RSP - LMK [BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK]
RHK - LMFK
[BHK/BSK/BK/LK]
Possiamo condizionare il nostro atleta a portare prima la seconda tecnica e poi la prima, e questo
lavoro lo chiamiamo combinazioni inverse.
ARTI ALTERNATI
[SL/LK]
LUP - RSP
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK]
LLK - RHP [BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK]
LSP - RMK [BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK]
RMFK - LHK
[BHK/BSK/BK/LK]
Semplicemente invertiamo gli arti rispetto alla combinazione base. Ciò che eseguivamo con la
sinistra lo eseguiamo con la destra. Lavoro degli arti alternati
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
ARTI ALTERNATI INVERSI
[SL/LK] -RSP – LUP - [BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK] - RHP – LLK - [BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK] - RMK – LSP - [BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK] - LHK – RMFK - [BHK/BSK/BK/LK]
Anche qui, come per le combinazioni inverse sulle combinazioni base, invertiamo la prima
tecnica con la seconda.
A questo punto abbiamo costruito un sistema abbastanza solido di combinazioni a due colpi
(quattro se consideriamo l’eventuale tecnica di partenza e di chiusura) che rispecchiano i criteri
che abbiamo considerato efficaci per combattere.
A questo punto possiamo implementare il lavoro unendo ogni singola combinazione con le
successive rimanendo nell’ambito delle quattro categorie che abbiamo creato.
Nella tabella di esempio che segue abbiamo iniziato il lavoro solo sulla prima per dare
un’indicazione. Il lavoro può tranquillamente essere sviluppato dal tecnico una volta compreso, e
considerato valido, il meccanismo.
Le combinazioni possono essere portate fino ad un numero di 8-10 colpi ed oltre.
Del perché durante lo scambio possa verificarsi di colpire l’avversario con una tecnica più lunga,
quale il diretto sinistro, e poi con il montante destro, tecnica più corta, e successivamente, prima
il montante poi il diretto (arti alternati), quindi tecnica corta – lunga, lo vedremo nei paragrafi
successivi con le distanze e gli spostamenti.
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
TABELLA DI ESEMPIO DI COMBINAZIONI BASE
COMBINAZIONI BASE
4 TECNICHE CON 1° COMB.
[SL/LK]
LSP – RSP
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK] LSP - RSP
- LSP – RUP
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK]
LSP – RUP
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK] LSP - RSP
- LHP – RLK
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK]
LHP – RLK
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK] LSP - RSP
- LMK – RSP
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK]
LMK – RSP
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK] LSP - RSP
- LMFK – RHK
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK]
LMFK – RHK
[BHK/BSK/BK/LK]
COMBINAZIONI INVERSE
[SL/LK]
RSP – LSP
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK] RSP - LSP
- RUP – LSP
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK]
RUP – LSP
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK] RSP - LSP
- RLK – LHP
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK]
RLK – LHP
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK] RSP - LSP
- RSP – LMK
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK]
RSP – LMK
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK] RSP - LSP
- RHK – LMFK
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK]
RHK – LMFK
[BHK/BSK/BK/LK]
ARTI ALTERNATI
[SL/LK] LUP – RSP
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK] LUP - RSP
- LLK – RHP
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK] LLK – RHP
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK] LUP - RSP
- LSP – RMK
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK] LSP – RMK
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK] LUP - RSP
- RMFK – LHK
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK] RMFK – LHK
[BHK/BSK/BK/LK]
ARTI ALTERNATI INVERSI
[SL/LK] RSP – LUP
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK] RSP - LUP
- RHP – LLK
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK] RHP – LLK
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK] RSP - LUP
- RMK – LSP
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK] RMK – LSP
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK] RSP - LUP
- LHK – RMFK
[BHK/BSK/BK/LK]
[SL/LK] LHK – RMFK
[BHK/BSK/BK/LK]
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
Costruire un repertorio di combinazioni valorizzando le propensioni dell’atleta
Nel caso precedente abbiamo sviluppato un sistema standard con degli esempi di tecniche base e
combinazioni creato dal team o dalla società con lo scopo di cercare la massima efficacia.
Adesso proviamo a partire direttamente dall'analisi dell'atleta stesso. Per il regolamento ring per
poter effettuare il primo incontro di terza serie, ovvero il primo incontro federale di contatto
pieno in assoluto, l’atleta deve essere tesserato in federazione da almeno dodici mesi. Dopo i
mesi di allenamento tecnico proviamo a considerare le caratteristiche fisiche e le propensioni
tecniche di ogni singolo fighter. Potremmo sviluppare il discorso anche in base al peso. L'atleta
più pesante in genere può avere più facilmente il colpo risolutivo rispetto ad un atleta più
leggero. Questo vuol dire anche che atleti di peso maggiore possono portare meno colpi con la
massima potenza in combinazione, dando prevalenza in preparazione a quelli singoli o alle
combinazioni di 2-4 colpi. Quelli leggeri hanno la necessità di continuare a colpire più
incessantemente e ripetutamente, essendo più difficilmente in possesso di un colpo potente.
Osserviamo il nostro atleta e valutiamo quale tecnica porta più agevolmente :
-con il braccio sinistro
-con il braccio destro
-con la gamba sinistra
-con la gamba destra
sempre in considerazione dei bersagli permessi come nel paragrafo precedente. Una volta
effettuata questa valutazione costruiamo una combinazione di questo tipo, basandoci sui colpi di
cui sopra: braccio sinistro - braccio destro - gamba sinistra - gamba destra.
Come sopra consideriamo la possibilità di inserire :
- all'inizio della combinazione una tecnica di sbilanciamento allo scopo di distrarre e
o di destabilizzare l'avversario che sia portata indifferentemente con la gamba
sinistra o destra in base alle valutazioni che abbiamo già descritto sopra.
- al termine della combinazione, sia che la combinazione termini con un calcio
avanzato o posteriore, come vedremo più avanti, un calcio girato a scelta tra back
hook kick, back side kick, back kick.
Ovviamente il tutto costituisce solo un esempio, nel senso che, davanti ad una evidente
propensione dell'atleta ad un back axe kick, la scelta del coach cadrà evidentemente su questo
calcio girato. La tecnica del braccio davanti potrebbe essere il diretto sinistro, che qui, come
sopra indicheremo con LSP ovvero Left Straight Punch. La tecnica del baccio posteriore
potrebbe essere il gancio destro, che qui indicheremo con RHP ovvero Right Hook Punch. La
tecnica del calcio avanzato potrebbe essere un calcio frontale al corpo, che qui indicheremo con
LMFK ovvero Left Middle Front Kick. La tecnica del calcio posteriore, visto che stiamo in
argomento specialità Low Kick, potrebbe essere un Low Kick che qui indicheremo con RLK
ovvero Right Low Kick.
Abbiamo iniziato a costruire la combinazione di esempio prendendo le quattro migliori tecniche
per arto dell’atleta. Mettiamole ora in sequenza sinistro - destro, secondo il criterio che sopra
abbiamo stabilito efficace per la rotazione continua delle spalle e del tronco e delle anche, che
danno maggiore potenza dinamica al susseguirsi delle tecniche.
Left Straight Punch - Right Hook Punch - Left Middle Front Kick - Right Low Kick.
Ovvero :
[SL] - LSP - RHP - LMFK - RLK - [BHK/BSK/BK]
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
La combinazione rispetta il criterio di sinistro destro, alto basso e una continua alternanza di
affondi frontali e circolari.
Analizzando la combinazione sinteticamente vediamo che l'avversario riceve un dritto sinistro e
si chiude in chiusura frontale, ovvero chiude entrambe le braccia frontalmente; in tal caso
potrebbe facilmente riceve il gancio destro che gira intorno all'avambraccio entrando a bersaglio;
nel caso effettuasse parata deviata con la mano destra comunque allontanerebbe un guanto a
chiusura del viso e potrebbe ricevere il gancio sopratutto se incrociato; se effettua una schivata
all'esterno (sul suo lato destro) si ritroverebbe a ritornare in posizione giusto in contrapposizione
alla direzione del gancio; dovrebbe essere capace di prolungare il gioco sul tronco ed effettuare
una flessotorsione per passare sotto al pugno destro. In tutti i casi l'azione finora si è svolta sulla
linea alta; l'arrivo del calcio frontale in linea media dovrebbe sorprenderlo con le braccia
impegnate in linea alta ed è facile che possa subirlo; se ha la prontezza di deviarlo correttamente
con la parata bassa sinitra (incrociata) verso l'esterno comunque effettuerebbe una rotazione
dell'anca esponendo e facendo perno sulla gamba sinistra che sarebbe esposta al calcio circolare
basso destro, non avendo materialmente il tempo di alzarla in chiusura di low kick. E’ molto
probabile che almeno una delle tecniche arrivi a bersaglio.
Questa combinazione con qualche piccolo accorgimento può trasformarsi in più combinazioni
diverse mantenendo criteri ed efficacia. Ad esempio, sempre valutando il nostro atleta, si
potrebbe cambiare solo l'altezza di qualche colpo per avere un'altra combinazione altrettanto
efficace. Il dritto al viso potrebbe essere portato al corpo, o essere solo fintato, per poi
proseguire con la combinazione degli altri tre colpi. L'avversario potrebbe reagire al colpo ed
abbassare la guardia.
Le altezze del gancio e del frontale potrebbero invertirsi. Dopo il dritto al viso, il gancio
posteriore al corpo o va a bersaglio, oppure obbliga l'avversario a chiudere al fianco. Il frontale al
viso troverebbe una linea di penetrazione molto più facilmente.
Per finire, il low kick posteriore potrebbe trasformarsi in high kick. Dopo un frontale ben
affondato e che distragga seriamente l'avversario dalla linea alta, piazzare un circolare destro con
il massimo della potenza potrebbe avere esiti definitivi, anche se l'avversario tentasse una difesa.
L'avversario, dopo aver ricevuto due o tre volte la stessa combinazione, sull'ultima tecnica va
automaticamente a chiudere sul low kick che si aspetta, vista la ripetitività. Se all'improvviso
l'ultima tecnica diventa un high kick, l'avversario potrebbe riceverlo in pieno, non essendosi
curato di coprirsi al viso. Potrebbe essere la chiusura dell'incontro.
E' necessario valutare che l'incontro è anche un continuo studio, ed è difficile andare a segno
sempre con gli stessi colpi dopo i primi attacchi. L'effetto sorpresa termina e l'avversario prende
le misure. Invece, con piccole variazioni, l'atleta, comunque condizionato sui meccanismi rodati,
può continuare a piazzare i colpi. Questo lavoro, oltre a portare punti sui tabellini dei giudici,
infonde una progressiva perdita di sicurezza nell’avversario.
Tutto questo discorso può essere reso ulteriormente efficace lavorando sulla differente
esecuzione delle tecniche propria di ogni singola scuola. Ad esempio, un frontale frustato
caricamento di tallone alla natica, potrebbe velocizzare di molto l'esecuzione del secondo calcio
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
(terza tecnica della combinazione). Oppure il frontale potrebbe diventare il ginocchio di slancio
verso l'alto per eseguire il circolare saltando (jumping high kick). Oppure la quarta tecnica
potrebbe essere eseguita in modalità brazilian kick, dando l’impulso all'avversario di un secondo
front kick che invece giri all'improvviso circolarmente al viso. Pur considerando solo questa
combinazione base di quattro tecniche, vediamo quante sono le possibilità esecutive che, con
piccole variazioni, la rendono diversificata ed imprevedibile per gli avversari.
Riprendiamo la nostra combinazione iniziale e diamole dei numeri per semplificazione di
trattazione successiva:
0.SL - 1.LSP - 2.RHP - 3.LMFK - 4.RLK - 5.BHK/BSK/BK
Condizioniamo il nostro atleta sulle progressioni qui di seguito :
- [0]1234[5] (la combinazione base)
- [0]2341[5] iniziando dal gancio posteriore e terminando con il dritto sinistro
- [0]3412[5] iniziando dal frontale avanzato e terminando con il gancio destro
- [0]4123[5] iniziando da low kick posteriore e terminando con il frontale avanzato
Lo [0] ed il [5] sono opzionali e possiamo alternare le sedute di condizionamento sia solo con la
combinazione base che iniziando con la sweep low (spazzata bassa) o terminando con il calcio
girato oppure entrambi insieme. Fondamentale risulta condizionare l'atleta a sviluppare la veloce
valutazione del quando e del se proseguire con la combinazione. Le quattro tecniche possono
divenire due, o tre o una, perche l'avversario anticipa o contrattacca, perchè non c'è piu la
distanza e l'occasione, o per qualsiasi altro motivo. In palestra, gli atleti cui viene dato un
esercizio in combinazione o anche delle tecniche singole, eseguono spesso acriticamente in
modalità automatica. E' invece fondamentale trasferire e far sperimentare subito, che il dato
esercizio va eseguito se, quando e fin quando ne sussistono le circostanze favorevoli. In caso
contrario, ci si ferma, ci si chiude e si ricomincia a lavorare. Molti atleti durante il match
incassano gratuitamente colpi durissimi perchè non sono stati preparati su questo aspetto della
continua valutazione del contesto e dell’applicabilità, e il loro scambio sul ring è dissociato dal
contesto applicativo.
Scalare la tecnica iniziale della combinazione, come abbiamo visto qui sopra, in allenamento,
condiziona l'atleta alla sequenza delle tecniche in serie, incluse piccole variazioni, legate al lavoro
del colpo d'occhio sui bersagli che vanno a scoprirsi momento per momento durante lo
scambio. Es. Incrociando di gancio destro un jab dell'avversario (colpo di anticipo), il nostro
atleta prosegue automaticamente con front kick sinistro, low kick destro, jab sinistro e così via,
fin quando ci sarà la possibilità di proseguire con la scarica di colpi.
Prendiamo poi la nostra combinazione di esempio ed eseguiamola all'inverso ovvero :
[0]4321[5]
e anche su questo ruotiamo il colpo di inizio e di fine delle della combinazione come sopra in
senso inverso:
[0]3214[5]
[0]2143[5]
[0]1432[5]
[0]4321[5]
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In questo modo il nostro atleta dopo un frontale sinistro automaticamente porterà il low kick
destro ma anche un gancio destro. Se sarà ben addestrato ai riflessi ed al colpo d'occhio la scelta
non sarà casuale ma condizionata all'occasione più favorevole in base alla distanza, alla situazione
di copertura dell'avversario e a tutte le valutazioni del caso, nella frazione di secondo che lo
scambio concede durante un match.
Al termine di questo paragrafo è il caso di fare un piccolo riassunto semplificativo. Abbiamo
visto come un tecnico di low kick può definire una serie di tecniche base legate alla tradizione ed
alla provenienza del background dei tecnici. In base ad esse può costruire un semplice sistema di
accoppiamento di tecniche in base a dei criteri ritenuti di efficacia particolare. Accorpando ad
hoc le serie base di colpi, può dotare i propri atleti di combinazioni di colpi per combattere un
match di low kick dopo averne valutato la reale efficacia esecutiva in base al regolamento, che
definisce la specialità specifica. Oltre a questo sistema, può aggiungere ai propri programmi una
serie di tecniche combinate che parta dalla valutazione delle caratteristiche di ogni singolo atleta,
costruendo su di esso un sistema coerente e mettendo in risalto i suoi punti di forza. Un
ulteriore passo può essere quello di fondere i due metodi in modo sistematico o occasionale in
base a successive valutazioni estemporanee.
La caratteristica fondamentale della low kick, consiste nel saper miscelare la tecnica ‘chiave’ della
disciplina stessa, ovvero il calcio circolare basso alla coscia, con tutte le altre, nell’ambito
dell’intero profilo dell’atleta, ovvero nel suo stile globale di combattimento. Per la natura stessa e
per l’idea fondatrice basilare di ogni regolamento di combattimento interstile, ogni atleta
proveniente da qualsiasi arte marziale o sport da combattimento, può cimentarsi nella low kick.
In sintesi, si può anche trascurare la preparazione e l’addestramento del low kick, ma, anche per i
motivi che ho indicato nel paragrafo della ‘difesa’, potrebbe trovarsi in serie difficoltà di fronte
ad un atleta invece preparato sulle dinamiche di questo calcio specifico, e di tutte le strategie ad
esso correlate di attacco e di difesa.
Due o più colpi con lo stesso arto
All’interno di questo lavoro non abbiamo trovato combinazioni che contengono colpi almeno
doppi con lo stesso arto, né colpi almeno doppi con lo stesso lato (es. braccio sinistro – gamba
sinistra). In realtà, questo discorso riguarda solo i colpi doppiati di pugno perché innumerevoli
calci possono essere portati con la stessa gamba senza poggiare il piede a terra. Una volta colpito
di calcio, ritirando l’arto si può assumere direttamente la nuova posizione di caricamento per il
colpo successivo. Questo discorso non è similare per i pugni. Perché una volta che il colpo è
stato scaricato e la spalla è avanzata, un eventuale colpo successivo con lo stesso braccio sarebbe
evidentemente meno potente in quanto legato alla sola forza muscolare dell’arto. E’ necessario
comunque ricaricare la spalla, avanzando l’opposta e arretrando quella interessata. A questo
punto vale la pena allenare le combinazioni a braccia alternate, criterio che abbiamo scelto in
partenza, e, saltuariamente, in fase di esecuzione, semplicemente fintare o eseguire solo la
rotazione con la spalla, il colpo con la spalla opposta. In questo senso, nelle combinazioni
suggerite, ma in generale in tutte le combinazioni che si possono implementare un volta fissato
un metodo e dei criteri, questi colpi sono già direttamente (per i pugni) e indirettamente (per le
gambe) contenuti.
Per un esempio sui pugni prendiamo le due combinazioni che già abbiamo visto :
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1. diretto sinistro – diretto destro
2. gancio sinistro – low kick destro
Dopo aver allenato bene l’esecuzione di entrambe le combinazioni ed averle abbinate, possiamo
eseguire :
diretto sinistro viso – rotazione spalla destra e ricarica (oppure anche con finta di diretto destro)
– gancio sinistro tronco laterale – low kick destro
Abbiamo comunque una combinazione con i primi due pugni eseguiti con lo spesso braccio.
Per un esempio sui calci prendiamo la combinazione già vista :
diretto destro – middle kick sinistro
Una volta eseguito il middle kick sinistro, ricaricando l’arto, posso eseguire altri calci. Oppure
posso eseguirli prima e chiudere con il middle kick sinistro. Facciamo solo uno dei possibili
innumerevoli esempi ricordando sempre i criteri che abbiamo dati per validi (alto – basso,
circolare – diretto)
Diretto destro – low kick sinistro – middle kick sinistro stessa gamba;
Diretto destro – middle kick sinistro – high kick sinistro stessa gamba;
Diretto destro – middle kick sinistro – Axe kick sinistro stessa gamba;
Ho inserito questo discorso per completezza di trattazione, ma i calci doppiati nella low kick
sono introducibili sono con atleti molto dotati di mobilità articolare. Eseguire due o più calci con
la stessa gamba equivale a fermarsi sul piede d’appoggio, azzerare la mobilità, diminuire la difesa.
Se il risultato copre il rischio allora vale la pena.
I pugni doppiati possono essere utilizzati con successo. La preparazione deve avvenire
comunque su di una combinazione a tre tecniche (es. sinistro – destro – sinistro) per poi ridurre
o eliminare l’esecuzione della dell’arto opposto (in questo caso la destra) ma non la rotazione
della spalla.
Due o più colpi con arti stesso lato
L’esecuzione di due tecniche con arti diversi dello stesso lato ha una dinamica diversa. Se è vero
che, dopo un colpo di pugno portato con il sinistro, nel ritorno l’arretramento della spalla
favorisce la rotazione di tutto il busto e quindi anche dell’anca favorendo e potenziando
l’esecuzione del calcio, anche l’esecuzione di un pugno destro prima di un calcio destro, o
viceversa ad esempio, permette di contribuire alla forza del colpo successivo. Anche se in
maniera diversa. Il movimento è di contro torsione delle spalle rispetto all’anca per i calci e
viceversa per i pugni.
Anche questo tipo di esecuzione e di combinazioni sono già implicitamente inserite quando
stiliamo una lista di combinazioni efficaci secondo i criteri arti alternati / alto basso / diretoto –
circolare.
Vediamo qualche esempio. La combinazione già utilizzata nel paragrafo precedente oltre che
presente nella lista delle combinazioni suggerite:
Gancio sinistro – low kick destro (sinistro/destro – alto/basso –circolare/circolare)
Dopo aver allenato la combinazione possiamo ulteriormente inserire :
Gancio sinistro – middle front kick sinistro – low kick destro (sinistro/ sinistro/ destro –
alto/medio/basso – circolare/diretto/circolare)
Oppure ancora :
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Gancio sinistro – diretto destro tronco – low kick destro (sinistro/ destro/ destro –
alto/medio/basso – circolare/diretto/circolare)
Ultimo esempio inserendo due colpi a sinistra e due a destra :
gancio sinistro – middle front kick sinistro – diretto destro viso – low kick destro
(sinistro/sinistro/destro/destro – alto/medio/alto/basso – circolare/diretto/diretto/circolare)
Il ‘low kick’
Il calcio circolare alla coscia è la peculiarità che differenzia la low kick dal full contact.
Apparentemente la differenza è minima. In realtà la possibilità di colpire ed essere colpiti alla
coscia crea un'altra linea di attacco/ difesa che destabilizza e ridefinisce tutta la dinamica del
combattimento rispetto al full contact.
Il low kick è una tecnica micidiale, capace di apportare indolenzimenti e contusioni che vanno
oltre alla durata dell’incontro a chi lo riceve. Particolare attenzione deve essere adottata anche da
chi lo esegue, in quanto non sono rare le fratture di varia tipologia alla tibia, specialmente della
zona terminale della cresta tibiale, per il contatto con il ginocchio in fase difensiva. Questa
evenienza è occorsa soprattutto ad atleti pro di livello internazionale, non protetti da protezioni,
come previsto da regolamento.
Sia per gli atleti che provengono da altre arte marziali o sport da combattimento che non
prevedono il low kick, sia per gli stessi atleti che iniziano il loro percorso direttamente in questa
disciplina, è importante condizionare l’utilizzo di questo calcio, anche perché le gambe sono,
generalmente, un bersaglio in continuo movimento, non facile da colpire come il bersaglio
grosso del tronco.
Nel regolamento di low kick c’è la regola dei sei calci per round. Il low kick permette di
rispettarla senza perdere troppo fiato in quanto è un calcio in cui l’arto non deve essere alzato
eccessivamente.
Le modalità di esecuzione del low kick, pure se si tratta di un calcio circolare, ovvero
roundhouse kick, possono essere diverse. Di seguito qualche piccolo suggerimento sia in
esecuzione che in ricezione di questo calcio. (Esempi con entrambi gli atleti in guardia sinistra)
In fase di attacco :
- testare sempre prima la reazione dell’avversario accennando in velocità il low kick
come tecnica singola quasi ‘telefonata’ o preavvertita in modo da favorire la
reazione. In questo modo daremo possibilità all’avversario di dimostrarci il suo
automatismo difensivo rispetto a questo tipo di sollecitazione. Attenzione
all’eventuale anticipo in linea alta e mantenere alta e attiva la guardia.
- Se la difesa dell’avversario consiste nell’alzare di pochi centimetri il piede da terra,
o semplicemente porre il ginocchio verso l’esterno, cambiamo l’angolazione del
calcio rendendolo discendente. Se l’avversario non ha automatismi alternativi,
tutti i successivi attacchi di low kick andranno a bersaglio.
- Se l’avversario reagisce al low kick posteriore alzando il ginocchio anteriore verso
l’esterno all’altezza dell’anca o oltre, cambiamo traiettoria del calcio spostandoci
leggermente verso la nostra sinistra e rendendolo più allineato rispetto al piano
frontale. L’avversario riceverà comunque il colpo sulla sua tibia ammortizzando il
nostro low kick, ma la compressione violenta gamba-coscia potrebbe alla lunga o
subito portare qualche fastidio al ginocchio a causa della continua flessione
improvvisa. Ne risentirebbe in mobilità o quanto meno non sarebbe più
facilmente propenso a ripetere lo stesso gesto difensivo che gli ha procurato
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fastidio. Se non ha alternative automatizzate potrebbe iniziare a subire tutti i low
kick successivi.
Far precedere al low kick una tecnica di braccia al viso, o allungare il jab sinistro al
viso, senza scoprirsi per troppo tempo. L’avversario avrebbe la visuale coperta e
difficilmente vede il low kick successivo. Diversificare sempre, anche in questo
caso, il colpo all’esterno ed all’interno della coscia, per rendere meno prevedibile
l’attacco.
Dopo averne testato la reazione, insistere spesso con il low kick avanzato
all’interno della coscia avanzata dell’avversario. Questo potrebbe spingerlo a
chiudere automaticamente la difesa all’interno. Poi, fintando quello anteriore,
portare a sorpresa il low kick posteriore all’esterno della coscia. Ricominciare. Se
l’avversario crede sia solo una preparazione del low kick posteriore, incassa il low
kick anteriore. Se intercetta il low kick anteriore, incassa quello posteriore.
Portare sempre il low kick con l’arto sciolto. E’ una tecnica di interdizione, di
preparazione e di studio. Finchè non si creano le condizioni ideali, evitare di
scaricarlo con sicurezza e con tutta la potenza proprio per evitare infortuni.
Evitare di portare il low kick se l’arto da colpire non è sulla linea frontale d’attacco
o più alla nostra sinistra per i low kick posteriori, o più alla nostra destra per i low
kick anteriori. In questo modo la tecnica, anche se va a bersaglio, non scarica tutta
la potenza in quanto non ha ancora chiuso la traiettoria. Inoltre in fase di ‘salita’ i
danni alla tibia, in caso di scontro con il ginocchio, sono maggiori, in quanto l’osso
impatta la tibia più perpendicolarmente se il colpo è eccessivamente ‘tagliato’
rispetto alla linea frontale. Diversamente utilizzare quello discendente.
Se incontriamo un avversario che tiene costantemente il peso sul piede posteriore
sollevando ritmicamente quello anteriore da terra, evitiamo di portare il low kick
posteriore all’esterno della coscia avanzata. Insistiamo con il low kick anteriore
sull’esterno della gamba d’appoggio o sull’interno di quella avanzata. Scegliamo
bene il tempo per il low kick posteriore, possibilmente quando l’avversario poggia
il piede al tappeto per riprendere slancio ed equilibrio. Attenzione all’anticipo di
calcio avanzato, spesso un front kick anteriore o un middle kick ripetuto due o tre
volte.
Alleniamo bene il low kick posteriore alla traiettoria orizzontale e parallela al
tappeto. Quello avanzato può essere più ascendente in quanto più diretto. Il piede
avanzato si trova molto più vicino all’interno della coscia avanzata dell’avversario.
Tiriamo decisamente e con potenza il low kick posteriore sull’esterno della coscia
scegliendo bene il tempo di quando l’avversario sposta completamente tutto il
peso sulla gamba avanzata. Gli risulta impossibile, se preso in controtempo, alzare
l’arto, spostarlo o riposizionarlo. Questa situazione si presenta quando un
avversario tira spesso colpi di pugno destro (posteriore), per esempio il diretto.
Dopo averlo studiato, eseguire come descritto sopra, d’anticipo o contemporaneo,
coprendoci o schivando contemporaneamente il suo colpo.
Se l’avversario alza spesso il ginocchio sinistro in fase difensiva, anche oltre la linea
della vita, portiamo un low kick posteriore o anteriore (su scivolata lunga) più
profondo e con traiettoria molto circolare che vada oltre il bersaglio, tale da
riuscire ad incrociare l’interno della coscia posteriore. L’avversario subisce il low
kick all’interno della coscia di appoggio contratta, e facilmente cade al tappeto.
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Automatizzare un caricamento unico per il roundhouse su tutti e tre i livelli,
possibilmente ad altezza media. Per l’avversario questo tipo di azione è
destabilizzante in quanto non può mai intuire il calcio circolare a che altezza sarà
portato ad ogni azione. Se a questo atteggiamento associamo anche uno schema
ripetitivo cambiandolo poi randomicamente, possiamo riuscire a portare a
bersaglio low kick ben caricati, e volendo anche letali high kicks.
In fase di difesa:
- Avere una posizione dei piedi più accorciata e più frontale aiuta sicuramente ad
offrire meno superficie e più distanza ai low kick dell’avversario.
- Portare i colpi in semispostamento avanti e ritirare subito il piede ritornando nella
stance iniziale, offre meno possibilità di essere vittima di un potente low kick. Per
quello che abbiamo visto, diversificare sempre gli scambi evita che l’avversario
possa prenderci le misure e colpirci proprio quando siamo in affondo e proprio
quando il muscolo quadricipite è contratto, procurandoci il massimo del danno.
- Evitare di alzare il ginocchio al di sotto della linea della vita. Scontrarsi con la tibia
dell’avversario, anche se teoricamente procura più danni all’altro, potrebbe
procurarne anche a noi, specialmente se la tibiata arriva al punto di riunione dei
crociati, giusto al di sotto del ginocchio.
- Esercitarsi sull’automatismo di tirare i calci frontali con la gamba anteriore se
riceviamo un low kick posteriore dell’avversario e l’high kick avanzato se
riceviamo un low kick avanzato all’interno della nostra coscia. Anche se non
portiamo sempre a termine l’azione riceveremo meno danno dal colpo ricevuto.
- Nel caso di chiusura su low kick portando il ginocchio all’altezza della vita, non
rilasciamo completamente la tensione della gamba sulla coscia, né blocchiamo
completamente il colpo contraendo eccessivamente tutta la parte. Un colpo
violento può farci avere risentimenti al ginocchio in entrambi i casi, per
compressione quindi allungamento, e per contrazione quindi contrattura.
Assorbire significa accompagnare la gamba sulla nostra coscia in un movimento di
ricezione guidato ammortizzato, non completamente passivo né duro.
- Anche riuscire a spostare di pochi centimetri la gamba oltre il punto di impatto del
low kick ci garantisce di non ricevere tutta la potenza del colpo. L’importante è
evitare che il punto di impatto coincida con il punto di espressione di massima
potenza del colpo. Anche spostamenti di pochi centimetri verso l’esterno o verso
l’interno sono positivi. Questo discorso non vale per i calci circolari portati a
gamba tesa dall’esterno all’interno o viceversa con la rotazione dell’anca. Il
massimo impatto di questo calcio non è un punto specifico ma una linea.
- Direzionare il ginocchio all’esterno o all’interno senza variarne l’altezza, rende il
low kick dell’avversario non più perpendicolare alla superficie di impatto,
facendolo ‘scivolare’ verso l’alto e ammortizzando parzialmente il colpo.
- Spesso in fase di esecuzione di low kick, ma dei calci circolari in generale, gli
avversari possono curare poco la difesa. Non è raro che il braccio corrispondente
al calcio sia lanciato all’indietro e l’altro proiettato in avanti. Automatizzare in
palestra tutte le tecniche di anticipo, quali il diretto posteriore, l’high kick avanzato
e posteriore, il gancio largo sinistro avanzato. Da una intenzione di attacco ai
nostri danni possiamo volgere l’incontro a nostro favore.
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Con un avversario che utilizza molto il low kick muoversi molto il linea laterale e
avanti ed indietro. I colpi di rimessa, se portati subito dopo aver mandato a vuoto
un low kick, possono avere esiti devastanti a nostro favore.
Allenare molto il passo indietro-passo avanti, spostamento indietro-avanti e lo
swich, molto utili per evadere il low kick. Colpi di pugno sincronizzate agli
spostamenti di piede possono andare facilmente a segno mentre l’avversario ci
attacca di low kick.
La difesa
La difesa è tanto importante quanto l’attacco. La progressione di acquisizione delle tecniche di
difesa dell’atleta deve andare di pari passo di pari passo con l’acquisizione delle tecniche di
attacco.
Pugni su pugni
Non è più molto sfruttata, ma se ben allenata può risultare molto efficace. Si tratta di
contrastare i pugni con i pugni. Questo può avvenire tra diretti, diretti e ganci per deviare
i dritti, montanti e dritti, per deviare verso l’alto i dritti, e cosi via. Questo discorso è
parzialmente legato alle tempistiche dell’anticipo, in cui troviamo gli incroci o i counter
punches. Il vantaggio di questa tecnica è che portando in avanti una spalla e girando
l’anca per effettuare il pugno – parata, abbiamo automaticamente caricato l’altro lato per
portare il colpo. Quindi con una semplice rotazione possiamo fermare l’azione
dell’avversario e dare inizio ad una nostra azione d’attacco.
Schivate
Le schivate sono molto utilizzate nel pugilato, ma nel pugilato non ci sono i calci. Un
addestramento sulle schivate è molto importante, ma la schivata va utilizzata nella low
kick soprattutto quando, a causa di uno scambio, ci ritroviamo con una o ambedue le
braccia abbassate e l’ultima possibilità è la torsione o la flessotorsione del busto, nel
tentativo immediato di recuperare la guardia al più presto. Le schivate meno pericolose, o
che ci espongono meno alla possibilità di essere colpiti da un calcio, sono quelle in
torsione, ovvero quelle che effettuiamo esponendo la spalla sui colpi dritti dell’avversario.
Poi la schivata in basso flettendo le ginocchia per evitare i ganci, ma avendo cura di non
scendere oltre la linea delle spalle dell’avversario proprio per evitare di portarci nella linea
media dei calci. Lo stesso movimento può essere effettuato in flessotorsione, ma sempre
piegando le ginocchia. Risulta spesso decisiva la schivata all’indietro, ovvero portare il
busto e la testa all’indietro solo il necessario per non ricevere il colpo. L’importante è che
il gesto non sia troppo ampio e che il mento rimanga più possibile a copertura della gola.
Da evitare comunque di abbassare eccessivamente la testa o di portarla troppo fuori linea
verticale rispetto al busto, in basso o in avanti. I punti chiave di una corretta schivata
sono: l’intraprendere l’azione più tardi possibile, proprio quando il colpo sta arrivando;
questo evita che l’avversario porti direttamente il colpo verso il nuovo riposizionamento
del viso avendo effettuato la schivata troppo in anticipo,. oppure che devii il colpo stesso
avendo intuito la nostra azione. Muoversi solo lo stretto necessario dalla posizione
iniziale, giusto per non essere colpiti. E’ inutile allontanarsi eccessivamente, anche perché
difficilmente i colpi dell’avversario sono singoli e il nuovo riposizionamento del viso può
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metterci in difficoltà di movimento a causa del gesto eccessivo. Elemento di maggior
efficacia e sicurezza risulta l’abbinare le schivate con gli spostamenti. Altro elemento
fondamentale è allenarsi sempre a schivare sul lato cieco della guardia dell’avversario, per
tentare di evitare di subire la seconda tecnica.
Riassunto sulle principali schivate:
-
Schivata indietro
Schivata laterale
Schivata avanti laterale
Schivata bassa
Schivata bassa in flessotorsione
Parate
Laddove non riusciamo a spostarci e ad evitare completamente il colpo dell’avversario, è
necessario e fondamentale utilizzare le parate, soprattutto in difesa del viso. Il corpo può
essere più facilmente coperto dai gomiti quindi dalle chiusure, oltre al fatto che l’esercizio
fisico specifico ne rafforza i muscoli per contrastare i colpi. Il viso, frontale e laterale, non
ha muscoli a difesa e possiede parecchi punti deboli in più che possono causare la fine
dell’incontro, indipendentemente dalla nostra volontà. Le parate più importanti sono le
parate bloccate e deviate, che presuppongono un corretto timing, ovvero scelta di tempo
rispetto al colpo che arriva, per avere successo. Come i pugni sui pugni, se addestriamo il
nostro atleta ad accompagnare, laddove è praticabile, la parata con il movimento d’anca e
di spalle, lo mettiamo in condizioni di portare subito uno o più colpi di risposta partendo
dall’arto opposto. Altra parata importante è la parata alta laterale, da effettuare con
l’avambraccio contro i calci di traiettoria circolare. Portando il gomito all’altezza della
spalla riusciamo ad intercettare il calcio nella fase finale della sua fase di carico, prima che
si ‘chiuda’ e scarichi tutta la sua massima potenza. E’ una valida alternativa alla chiusura
laterale, utile allo stesso scopo, ma che sporta ad assorbire egualmente parte o tutta la
potenza del colpo. La parata al mento è soprattutto utilizzata per contrastare il montante,
il pugno in linea verticale dal basso verso l’alto. Per essere efficace il gomito dell’arto che
la esegue deve essere tenuto vicino al corpo e la chiave per il successo dell’azione è, anche
in questo caso, la scelta di tempo. La parata alta frontale contrasta gli axe kick al viso o al
petto; è importante intercettare il calcio prima che scenda, il che si ottiene avanzando,
tenendo il gomito in linea verticale almeno con la spalla, per scaricare il peso a terra, e
l’avambraccio quarantacinque gradi verso l’alto, per far scivolare fuori il calcio o
bloccarlo. C’è la possibilità di contrattaccare l’avversario prima che riesca a ritirarsi la
gamba. Qualsiasi altra azione causa il ricevere il calcio insieme al nostro braccio giusto in
viso. La parata bassa interna esterna e quella a spinta possono deviare calci il linea diretta,
come il calcio frontale e laterale al corpo (front kick e side kick nel regolamento). Tutte le
parate deviate devono chiudere la guardia dell’avversario per evitare che prosegua
nell’attacco quindi effettuate con l’arto dello stesso lato dell’attacco (es. calcio frontale
destro al corpo deve essere deviato alla nostra destra con la parata bassa interna esterna
effettuata dal nostro braccio destro). Le parate bloccate devono essere effettuate con
l’arto a specchio per evitare che l’avversario prosegua l’attacco trovandoci senza difesa (es
il diretto sinistro deve essere bloccato davanti al mento con il nostro guantone destro. Se
l’avversario prosegue l’azione trova il guantone sinistro a protezione del lato sinistro. Se il
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colpo è più lungo e sfugge al blocco viene automaticamente deviato fuori bersaglio verso
l’esterno).
Riassunto delle principali parate:
-
Parata alta bloccata
Parata bloccata al mento
Parata alta deviata
Parata alta laterale
Parata alta frontale
Parata media bloccata
Parata media deviata
Parata bassa deviata
Parata bassa a spinta
Difesa alta con gli avambracci
Questa tecnica difensiva non può essere utilizzata in modalità standard. Come le chiusure,
la difesa con gli avambracci ci risulta utile in momenti in cui abbiamo perso lucidità e
controllo dell’avversario e del match. Funziona soprattutto il linea alta ed è utilizzabile per
proteggerci soprattutto dai pugni ganci e dritti, ma anche dai pericolosi high kicks. Deve
comunque essere una difesa attiva, in quanto se il colpo è molto forte, potrebbe causarci
danni all’articolazione della spalla, in quanto il braccio è una leva che scarica il colpo, o
direttamente all’articolazione del gomito per causa di traumi contusivi diretti. E’ una
tecnica abbinabile al lavoro di disturbo del jab e al ritorno di colpi di braccia per
difenderci dalla rimessa dell’avversario. Va comunque considerato che la posizione
perfetta per i gomiti è sempre la difesa del tronco frontale e laterale.
L’esecuzione della tecnica consiste nel frapporre l’esterno o la parte inferiore della parte
dell’avambraccio vicina al gomito tra il colpo che stiamo per ricevere (pugni dritti o ganci)
e il nostro viso frontale o laterale (mento, mandibola).
La parata alta laterale, ad esempio, può essere considerata una difesa alta con
avambraccio.
Chiusure
Le chiusure costituiscono l’ultimo baluardo, quando non solo non siamo stati capaci di
intuire il colpo, ma è anche partito senza che lo vedessimo. Ci evitano di prendere in
pieno il colpo. La chiusura come unico strumento di difesa fa in modo che il
combattimento si svolga su di una dinamica fissa -chiusura su attacco – rimessa-, laddove
alcuni atleti non siano preparati bene sull’anticipo. Esponiamo comunque il nostro atleta
a danni fisici da recuperare, inutili se si lavora bene in modo globale su tutti gli aspetti
della difesa. L’altro aspetto sconveniente delle chiusure come unico mezzo di difesa, è il
minore punteggio in caso di incontro finito in parità. “L'atleta deve mostrare la chiara e
ferma intenzione di parare il colpo (difesa attiva) e non rifugiarsi in una difesa passiva.”.
Un altro aspetto da tenere in considerazione è che la chiusura evita il contatto diretto del
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colpo dell’avversario con il nostro corpo, ma ne trasferisce comunque la forza cinetica,
seppur diffusa. Sono molto utili quando ci accorgiamo del colpo che arriva solo
all’ultimo momento, e di riflesso frapponiamo l’arto tra il colpo ed il bersaglio. Sono
sicuramente la difesa più appropriata sul corpo a corpo, in cui il fighter ha a disposizione
una rosa di tecniche limitate, ovvero il gancio e montante; chi ha un ottima mobilità
articolare può portare un crescent kick o un roundhouse semicircolare, comunque
allontanandosi un minimo necessario. Ciò dimostra che affrontare un match dotati delle
chiusure come unica tecnica difensiva, permette all’avversario di accorciare subito le
distanze, passando dalla distanza di calcio a quella di pugno. Le potremmo definire
“difesa corta”.
Vediamo nel dettaglio le più importanti chiusure:
Chiusura di guardia frontale
Chiusura al mento frontale
Chiusura alla testa laterale
Chiusura al fianco
Chiusura al corpo frontale
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Chiusura di guardia frontale: è la tecnica di difesa più diffusa tra le chiusure.
Nell’immediato, effettivamente può evitare di subire una scarica di pugni
dall’avversario, ma deve essere comunque seguita da una pronta risposta. Si esegue
poggiando l’interno di entrambi i guantoni all’attaccatura dei capelli e tenendo i
gomiti sul corpo. Considerato che la lunghezza degli avambracci non coprono
tutta la distanza è necessario arcuare il busto e posizionare il mento nell’incavo
della gola. Lasciare una distanza minima tra gli avambracci per poter mantenere il
contatto visivo con l’avversario. Questa posizione, fissa o con piccole varianti, è
capace di proteggerci da molti colpi. Dai colpi frontali al viso ed al corpo ai diretti
di pugno, i calci frontali e laterali al viso e al corpo, ai pugni montanti, in quanto
nasconde il mento ed il naso, ovvero le superfici orizzontali bersaglio del colpo. E’
relativamente efficace anche contro i ganci al corpo ed al viso e i calci circolari
come l’high kick ed il middle kick, o in generale verso gli altri colpi con la stessa
traiettoria. Contro questi colpi è necessario effettuare una rotazione del corpo a
sinistra o a destra con una piccola modifica della posizione delle braccia. Non è
molto efficace per difendersi dagli axe kick, ma comunque i guantoni a copertura
della parte frontale della testa evita il contatto diretto con il colpo, anche se non la
sua forza cinetica.
Chiusura al mento frontale : è utilizzata soprattutto contro i pugni montanti. Per
estensione anche sui pugni dritti, calci frontali e laterali al mento. Per utilizzarla
correttamente è necessaria una grande scioltezza della spalla che va allenata. La
tecnica di difesa va utilizzata a specchio. Per esempio sul montante posteriore o
destro dell’avversario al nostro mento dobbiamo opporre la chiusura con il gomito
sinistro. In questo modo chiudiamo tutta la parte sinistra del nostro viso
all’avversario, nel caso la traiettoria del montante non risulti precisamente
verticale. Se anche il pugno riuscisse a penetrare all’interno del gomito, il colpo
andrebbe a vuoto verso la nostra destra e non raggiungerebbe il bersaglio. Nel
momento dell’impatto con il colpo è necessaria una immediata contrazione, la
stessa necessaria a postare un colpo.
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
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Chiusura alla testa laterale : per effettuarla correttamente dobbiamo portare il
guantone all’altezza dell’orecchio o subito dietro, mantenendo braccio ed
avambraccio flessi l’uno sull’altro. L’ideale sarebbe tenere il braccio così piegato
non a contatto della testa. In caso di un colpo forte tutta la potenza cinetica
sarebbe trasferita alla testa. Anche se la frapposizione dell’arto tra il bersaglio ed il
colpo è vistosa, i giudici potrebbero considerare il colpo valido ed assegnare il
punto. E’ la difesa più efficace sul gancio, dopo la schivata in flessotorsione, in
quanto essendo un colpo che gira non ci sono parate realmente efficaci contro di
esso. La difesa con l’avambraccio può essere un altro metodo di difesa valido
contro il gancio, ma solo contro i ganci più larghi e soprattutto presuppone
esperienza da parte dell’esecutore. Per il resto questa chiusura è efficace contro
tutti i colpi circolari che sono diretti al lato della testa. Quanto dobbiamo portare il
gomito in alto? Dipende dal colpo. In caso di ganci dal basso, portare troppo in
alto il gomito vuol dire prendere il colpo al mento ugualmente. Portare il gomito
troppo basso ed usarla come una chiusura di boxe, ovvero il guantone appoggiato
al lato della testa, tra la tempia e l’orecchio, vuol dire incassare il colpo avversario,
oltre al proprio guantone, alla testa. Nel caso di un calcio, ad esempio il
roundhouse, vuol dire incassare anche il colpo con la parte finale del piede
avversario, che probabilmente ci colpirà dietro l’orecchio e parte della nuca, zona
molto delicata, il che potrebbe essere causa di caduta al tappeto. Nel momento
dell’impatto con il colpo è necessaria una immediata contrazione, la stessa
necessaria a postare un colpo.
Chiusura al fianco : La effettuiamo portando il braccio e l’avambraccio flessi tra di
loro a chiusura del tronco lateralmente. E’ l’ultima difesa su un qualsiasi colpo
circolare che sia diretto a questo bersaglio. E’ importante allenarsi ad evitare che, a
causa del colpo, il gomito possa recarci danno. Questa chiusura va effettuata
ruotando leggermente le spalle e il piede sull’avampiede interessato dal
movimento. Nel momento dell’impatto con il colpo è necessaria una immediata
contrazione, la stessa necessaria a postare un colpo.
Chiusura al corpo frontale: la effettuiamo ponendo la parte dell’avambraccio
vicina al gomito tra il bersaglio ed il colpo. In genere il bersaglio coperto è il
fegato, la bocca dello stomaco o lo sterno, la fascia addominale al di sopra della
cintura. Anche questa chiusura va effettuata a specchio, evitando in tal modo che
se il colpo penetri, possa colpire comunque il bersaglio. Per esempio, per chiudere
su di un front kick destro dell’avversario alla bocca dello stomaco, utilizziamo la
chiusura con il braccio sinistro. Anche questa chiusura va effettuata ruotando
leggermente le spalle e il piede sull’avampiede interessato dal movimento. Nel
momento dell’impatto con il colpo è necessaria una immediata contrazione, la
stessa necessaria a postare un colpo.
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
Le tecniche.
Facciamo un veloce escursus sulle modalità di esecuzione delle tecniche di base, ovvero i quattro
pugni, calcio frontale e circolare. E’ corretto, in considerazione del fatto che il regolamento
definisce chiaramente con quali parti del corpo è permesso colpire quali parti del corpo
dell’avversario, lasciare che la dinamica dell’esecuzione tecnica di ogni singolo colpo sia a carico
e prerogativa dell’insegnante. Il tutto anche nel rispetto della tradizione delle scuole e società
affiliate alla FIKBMS e del programma tecnico federale. Questo paragrafo intende definire
alcune considerazioni sulla scelta dell’esecuzione tecnica dei colpi, cercando di fornire delle
dinamiche diversificate, alternative e appropriate alla situazione specifica del combattimento.
I diretti (Jab, Straight, Cross, to the head, to the body)
Come tutte le tecniche singole portate con gli arti avanzati, il jab non è considerato un vero e
proprio colpo. E’ piuttosto gesto di interdizione utilizzato per studiare la reazione
dell’avversario, impedirgli di avanzare, di prendere le misure per partire con il suo attacco, per
prendergli il tempo e prepararsi a portare i propri colpi. La potenza applicata è molto ridotta, in
quanto il gesto si affida al solo movimento di braccia, quindi alla relativa muscolatura. Ma il
diretto sinistro, soprattutto in combinazione, come colpo successivo, sfruttando la rotazione
delle spalle in ritorno di un colpo portato con l’arto opposto, può essere una tecnica da KO.
Grazie alla sua versatilità e direzionalità può essere utilizzato anche come colpo incrociato,
ovvero come counter. In questo caso alla potenza muscolare del braccio si somma l’inerzia del
movimento di avanzamento dell’avversario nel portare il suo diretto destro.
Il diretto destro non necessità di ulteriori approfondimenti. La sua massima potenza viene
espressa quando il principio della catena dinamica di scarico parte dalla torsione dell’avampiede a
terra, proseguendo lungo gamba e coscia leggermente flessa in linea con la schiena inclinata in
avanti, proseguendo lungo il braccio e scaricando la potenza con l’estremità del pugno, ovvero la
zona delle nocche.
E’ importante che entrambi i diretti, tranne quando il sinistro viene utilizzato come tecnica di
disturbo, vengano eseguiti con i gomiti molto chiusi. La potenza del colpo aprendo il gomito
verso l’esterno si disperde proporzionalmente all’aumentare dell’angolo di apertura, impiegando
sempre di più la sola forza muscolare dell’arto singolo. Per un corretto allenamento dei pugni
dritti è sufficiente immaginare di eseguirli considerando di essere incastrati lateralmente tra due
muri che ci impediscono di aprire i gomiti.
Fondamentale l’importanza dell’utilizzo della forza cinetica generata dalla torsione delle spalle e
del busto nel ritorno delle tecniche di dritto nelle combinazioni, soprattutto nell’esecuzione dei
calci circolari o roundhouse.
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
Esecuzione dei pugni diretti al viso ed al corpo secondo il manuale AIBA
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I ganci (Hook Punch, to the head, to the body)
Esistono molte esecuzioni del pugno nella kickboxing. Il più utilizzato in allenamento è il gancio
corto, ovvero con braccio ed avambraccio in angolo di 90°.
Ma nei match, anche professionistici, non è raro vedere altri tipi di esecuzione più larghi, ovvero
con l’angolo tra i segmenti dell’arto molto più ampi.
Un'altro argomento controverso è la rotazione del guantone al momento dell’impatto. Alcuni
insegnano a “guardare l’orologio”, altri a “guardare il palmo del guanto”.
Sicuramente la rotazione del pollice verso il basso, ovvero il “guardare l’orologio”, crea meno
tensione a tutta la muscolatura del braccio, rispetto alla rotazione del pugno verso l’interno, che
contrae soprattutto il bicipite e tende a bloccare i tendini del gomito, esponendo l’atleta più
facilmente a traumi o infortuni.
Sono diversificati nell’esecuzione anche i caricamenti del colpo. Alcuni per caricare potenza
lasciano la posizione di guardia del guantone allargando il braccio in fuori, oppure abbassando il
pugno verso il basso per poi sfruttare la forza della risalita contemporaneamente alla torsione
delle spalle.
Probabilmente basta considerare che il gancio è un colpo circolare che colpisce dal lato. E’
necessario immaginare di colpire l’avversario con un pugno dritto stando sul suo lato ma in
realtà gli si è di fronte.
I caricamenti del gancio, ovvero le traiettorie, possono essere fondamentalmente due, comunque
circolari.
Corto : dalla posizione di guardia portare il pugno in avanti in linea con la spalla. Nel momento
in cui l’angolo tra braccio e avambraccio è più o meno 90° effettuare la rotazione della spalla in
avanti alzando insieme il gomito e portando il pugno circolare rispetto alla linea frontale parallelo
al tappeto. La figura finale al momento dell’impatto, considerando anche la rotazione delle
spalle, consiste nelle spalle ed il braccio su di un’unica linea dritta, da spalla opposta a gomito che
esegue il colpo e l’avambraccio in angolo con essa di 90°. Il pugno non deve superare l’altezza
della spalla opposta dell’avversario in ogni caso. La testa rimane ferma e dritta, puntata verso il
bersaglio, con il mento nell’incavo tra gola e petto. Subito dopo l’esecuzione, che sia andata a
buon fine o meno, il primo impulso deve essere sul gomito che ritorna velocemente al fianco in
contemporanea all’avambraccio che si flette sul braccio recuperando la guardia. La posizione del
guantone al momento dell’impatto potrebbe essere quella del “guardare l’orologio”, in quanto la
rotazione del polso nell’ultima fase aggiunge potenza al colpo. Specialmente se, quando apriamo
l’angolo braccio- avambraccio in fase di caricamento si ruota inizialmente il palmo della mano
verso lo sguardo.
Ovviamente questa tecnica può essere eseguita con successo a distanza media-corta,
considerando che la sua lunghezza è quella del braccio senza avambraccio aumentata dalla
rotazione della spalla in avanti. Per eseguirlo a distanza maggiore deve essere portato su
semispostamento o spostamento in avanti. Questa precisione esecutiva è consigliabile ai fini
dell’efficacia e precisione, soprattutto quando il colpo è eseguito come prima tecnica di una
combinazione o come colpo singolo. La dinamica risulta molto più potente quando è eseguita
come seconda tecnica, laddove la prima è portata con uno dei due arti opposti. In questo caso le
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spalla è già ruotata all’indietro permettendo un caricamento maggiore grazie al ritorno della
prima.
Anche questa tecnica va allenata considerando di essere appoggiati ad un muro lateralmente, per
evitare di alzare il gomito verso l’esterno prima della rotazione finale del colpo.
Lungo: è la stessa esecuzione del corto. Ma, di preferenza si carica portando il gomito all’esterno
all’altezza della spalla, sulla stessa linea delle spalle e aprendo l’avambraccio a 90° a formare una
L. Con la rotazione del busto si porta il tutto, senza modificare gli angoli, a scaricare il colpo
nella stessa modalità di sopra. Infatti la figura finale al momento dell’impatto è uguale, con la
differenza che nella traiettoria finale di scarico del colpo è possibile aprire l’angolo tra braccio ed
avambraccio tra i 90° e i -180° (braccio quasi teso). Portare il gancio con il braccio teso
completamente è sconsigliabile in quanto al momento dell’impatto si va in contro - articolazione
sul gomito mettendo a dura prova le teste articolari. Questa esecuzione rende il colpo più lungo
e in tal modo può essere portato anche a distanza media.
La differenza tra i due colpi non è solo la distanza del bersaglio ma anche la posizione. Per
eseguire il gancio corto è preferibile che il nostro bersaglio sia oltre il centro della linea frontale
rispetto all’arto con cui lo eseguiamo, altrimenti la tecnica non “si chiude”, non riuscendo ad
esprimere la massima potenza meccanico-cinetica. Questo non accade per il gancio lungo in
quanto il colpo è caricato più lateralmente, compensando il disallineamento del bersaglio rispetto
alla linea frontale con la lunghezza del braccio senza avambraccio alzato lateralmente.
In combattimento non sono rare modalità esecutive simili all‘ HAITO UCHI del karate. In
teoria anche questa dinamica non è errata se produce effetti sull’ avversario, l’importante è
ricordare che la parte che guantone che deve colpire è sempre la quella superiore corrispondente
alle nocche.
Comprendere la corretta dinamica del gancio partendo dalla guardia alta, per molti atleti, anche
non novizi, risulta spesso ostico. Nonostante in allenamento molti diano l’impressione di averla
masterizzata, sotto la pressione del match possono eseguirla in modalità schiaffo, “sbracciando”
e scoprendosi.
L’efficacia di questo colpo sta nel “girare intorno” all’avambraccio a protezione del viso o del
tronco laterale colpendolo. Meno la linea avambraccio - pugno ha una traiettoria diretta dal lato,
più è facile per l’avversario neutralizzare il colpo semplicemente frapponendo l’avambraccio con
un piccolo movimento del pugno verso l’alto. Ma, fin quando non si scopre la potenza del colpo
insita nella corretta dinamica, nell’intento di portare più danno possibile all’avversario nel corso
del match, esercitandolo a lungo, l’atleta tenderà sempre a compensare la forza, che sente
mancante, aprendo l’arto lateralmente e sbracciando.
Spesso è utile insegnarlo, come nel karate tradizionale, anche in modalità esecutiva di
MAWASHI TSUKI o KAGI TSUKI, ovvero partendo dal pugno al fianco. Successivamente
l’atleta unirà le due dinamiche, diverse solo in partenza, del pugno al fianco e da guardia di
pugilato, nel punto della salita della tecnica del tradizionale, quando il pugno arriva all’altezza del
bersaglio e sta per girare.
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Esecuzione del “pugno circolare” nel karate (sopra)
Molti insegnanti, anche di pugilato, utilizzano l’esecuzione dal fianco per riscaldamento,
raggiungendo il doppio obiettivo di introdurre l’allenamento e di fornire una comprensione della
dinamica corretta del colpo.
Un terzo approccio all’esecuzione del gancio è alla maniera del crochet della Boxe Francaise
Savate. Il pugno si allontana dal viso cui è a copertura, o comunque dalla posizione di guardia cui
è posto a difesa, e si posiziona all’altezza del bersaglio più o meno in linea della spalla sulla linea
frontale. Il braccio e l’avambraccio formano il consueto angolo di 90°, ma il gomito è all’esterno
della linea della spalla, più avanzato rispetto ad essa, alla stessa altezza del pugno. Il movimento
di chiusura della tecnica è la stesso delle precedenti, ovvero il pugno prosegue la sua direttrice
verso il bersaglio, con la rotazione dell’avampiede e la torsione della spalla. I punti di
allineamento, per sfruttare al massimo la potenza di esecuzione con tutto il corpo, sono spalla
opposta, spalla che esegue e gomito sulla stessa linea. L’angolo di braccio ed avambraccio,
successivamente ai + / -90° del caricamento, può allargarsi in base alla distanza da coprire per
arrivare al bersaglio. Probabilmente, questa esecuzione è quella che dà possibilità più versatili di
esecuzione, pur perdendo in potenza rispetto al caricamento con il gomito all’esterno all’altezza
della spalla, e in velocità rispetto al caricamento diretto, portando il colpo frontalmente e girando
successivamente tenendo il gomito all’interno della linea frontale.
I crochet della Boxe Francese Savate (sopra)
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Il gancio al viso secondo il manuale internazionale AIBA (sopra)
Il gancio al viso posteriore secondo il manuale AIBA (sopra)
Il gancio avanzato al tronco (fegato) secondo il manuale AIBA (sopra)
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Il gancio posteriore al tronco secondo il manuale AIBA (sopra)
Il montante (Uppercut Punch, to the head, to the body)
Anche l’esecuzione del montante incontra molte interpretazioni diverse.
diverse Effettivamente rispetto
agli altri colpi di pugno il montante è un colpo verticale dal basso verso l’alto, ma il pugno, da
posizione di guardia, prima di eseguire il colpo, è già posizionato in alto!
Anche in questo caso su alcuni manuali di boxe è illustrato con il palmo della mano verso il viso
dell’esecutore al momento dell’impatto, ed in altri con il pollice
pollice verso l’esecutore e il taglio della
mano verso l’avversario.
Inoltre, fin quando non se ne comprende la modalità esecutiva con tutto il corpo, ma solo con la
forza dell’arto singolo, per aumentarne la conseguente ridotta potenza si possono verificare
co
contorsioni
ntorsioni della schiena o delle spalle, talvolta dannose per l’esecutore.
Innanzitutto l’angolo tra braccio ed avambraccio, durante tutta l’esecuzione del colpo, ma
soprattutto al momento dell’impatto, deve essere necessariamente +/+/ 90 gradi. Una angolazi
angolazione
one
maggiore sposterebbe lo scarico dell’urto sul bicipite,, che riceverebbe una contrazione
improvvisa, con serie possibilità di traumi da strappo di carico. Inoltre la superficie di impatto
non risulterebbe più quella permessa, ovvero la sommità del guantone, ma il palmo. Una
angolazione minore presupporrebbe la posizione del bersaglio in prossimità del viso
dell’esecutore.
La potenza della tecnica, come in tutte le altre tecniche di pugno, viene dalla spinta
dell’avampiede
dell’avampiede, del lato corrispondente,
corrispondente al suolo. Contemporaneamente il colpo viene caricato e
quando l’avampiede ruota spinge la forza che segue il percorso gambe – busto – estremità
dell’arto portando il colpo in un unico movimento sincrono.
sincrono. La torsione della spalla avviene ma
è relativa in termini di potenza rispetto all’esecuzione del gancio e dei diretti, essendo soprattutto
necessaria alla torsione e all’aumento di distanza
distanza per portare in avanti e verso l’alto questo colpo
per natura corto.
Le modalità di caricamento sono tre, ma due realmente didattiche ai fini della comprensione
della dinamica. La prima è il caricamento del colpo con il pugno al fianco, con il guanto
guantone
proprio sulla fascia del pantaloncino di gara. Questa esecuzione serve ad imparare la dinamica
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corretta dell’arto, in quanto in questa posizione l’angolo tra braccio ed avambraccio è già di 90°.
L’atleta non deve più modificare questa angolazione ma solo portare l’arto cosi piegato verso
l’avversario fino a colpire il bersaglio. Anche qui, che la tecnica sia andata a buon fine o meno, il
colpo deve comunque fermarsi all’altezza del mento o del naso, e il pugno immediatamente
ritirato a recuperare la posizione di guardia. Questo vale per tutte e tre le esecuzioni. Questa
prima esecuzione, tranne il ritorno del pugno immediatamente in posizione, è la stessa
dell’esecuzione della tecnica di karate URA TSUKI.
Esecuzione del pugno verticale dal basso verso l’alto nel Karate (sopra)
Esecuzione del montante con caricamento di pugno al fianco (sopra)
La seconda esecuzione è con il gomito al fianco ed il braccio ed avambraccio già a 90°. Il
procedimento successivo è uguale alla prima. Questa figura di caricamento la troviamo spesso
anche in alcuni manuali di pugilato datati. La terza modalità esecutiva è abbassare il pugno da
guardia leggermente verso il basso mantenendo il gomito sul tronco frontale e proseguire
velocemente fin quando l’angolo tra braccio ed avambraccio non raggiunge i 90°. In quel
momento ruotare il pugno velocemente verso l’alto senza perdere l’angolazione tra i segmenti
segmenti del braccio.
L’obiettivo durante il match è eseguire la terza modalità, accompagnata dalla torsione
dell’avampiede e dalla rotazione della spalla, con ritorno immediato in posizione di guardia dopo
l’impatto. Una volta acquisita la corretta dinamica e presa coscienza della potenza che può
rilasciare, la terza modalità esecutiva è vantaggiosa nel rapporto attacco/ difesa, in quanto porta
l’atlketa a scoprirsi meno possibile ma ad eseguire una tecnica veloce e potente.
Anche il montante presuppone padronanza tecnica maggiore quando viene portato come colpo
singolo o come prima tecnica di una combinazione. Come secondo colpo, basta abbassare
leggermente il pugno per essere già pronti a scaricarlo sfruttando la torsione di ritorno della
tecnica portata con l’altro arto. In questo modo è anche possibile portarlo nella seconda
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
modalità esecutiva, che ne aumenta sicuramente
sicuramente la potenza, pur a danno della difesa. Riguardo
alla posizione del guantone al momento dell’impatto, credo sia da preferire l’esecuzione con
l’interno del guantone verso l’esecutore, in quanto la torsione del polso aumenta la potenza del
colpo, specialm
specialmente
ente se in fase di caricamento il guantone è posto con il pollice verso il nostro
viso e il movimento di torsione è immediatamente precedente all’impatto.
Montante al viso avanzato e posteriore (al momento dell’impatto) secondo il manuale AIBA (sopra)
Esecuzione del montante avanzato al tronco frontale secondo il manuale AIBA (sopra)
.Esecuzione del montante posteriore al tronco frontale secondo il manuale AIBA (sopra)
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
Lo swing
Questo tecnica è un colpo diretto ma caricato come un gancio, ovvero alzando il gomito
lateralmente all’altezza della spalla posizionando la linea delle spalle in linea con il gomito, e
mantenendo l’angolo braccio – avambraccio 90°. Il palmo del guantone è rivolto verso il
tappeto. Da questa posizione, utilizzando la rotazione dell’avampiede a terra e la conseguente
torsione delle spalle e del busto, portiamo il colpo a bersaglio.
Questo colpo viene portato principalmente al viso. Senza la forza dell’intero corpo dovuto
all’allontanamento del gomito in fase di caricamento e durante l’intera esecuzione, affida il suo
colpo alla forza muscolare del tricipite e del pettorale, e alla rotazione del busto. La potenza
aggiuntiva alla tecnica la porta l’avversario con il suo movimento di incontro nel momento in cui
accorcia la distanza eseguendo il proprio attacco. In effetti, lo scopo dello swing è colpire
eseguendo una traiettoria su di una linea superiore a quella delle spalle e talvolta addirittura
discendente se il gomito è portato ancora più in alto. Partendo lateralmente, dopo il caricamento,
la sua traiettoria è, quindi, anche incrociata.
Le caratteristiche di utilità del colpo sono :
-
Colpire in linea dritta accompagnando il movimento di schivata laterale, in quanto
la flessione del busto al lato compensa la lateralità di esecuzione del colpo.
Colpire in counter punching, ovvero in anticipo o contemporaneità.
Mettere in crisi buona parte delle tecniche di difesa grazie alla traiettoria diagonale
ad incrocio, in linea alta diretta e non ascendente.
Grazie al proprio caricamento molto simile ad una delle modalità di esecuzione del
gancio, procura disorientamento nella difesa avversaria, sempre incerta su quale
colpo stia per lanciare l’avversario.
Il calcio frontale (Front Kick, High, middle)
Il calcio frontale è una tecnica molto diffusa in tutte le arti marziali e negli sport da
combattimento. Tutte le discipline sono dotate di una particolare forma esecutiva del calcio
(frustato, stampato, spinto), prediligendo il caricamento con il tallone alla natica, o con il
ginocchio in alto o verso il bersaglio o al petto, differenziando le varie parti del piede che
colpiscono effettivamente il bersaglio (avampiede, piede, tallone, collo del piede).
In questa sede ci limitiamo a segnalare la modalità esecutiva principale che vogliamo introdurre
nel bagaglio tecnico del nostro atleta.
La figura che segue è presa in prestito dalla modalità esecutiva dello “chasse frontal figure jambe
avant”, ovvero calcio frontale a pistone portato al viso con la gamba avanzata.
E’ stata scelta perché esegue la stessa modalità di caricamento della tecnica di cui vogliamo
dotare il nostro atleta. Portare il ginocchio verso l’alto frontalmente, mantenendo l’angolo tra
coscia e gamba di + / - 90°. Nel momento in cui l’avampiede arriva all’altezza del bersaglio
(addome sopra la cintura, plesso solare, mento, viso) il ginocchio spinge rapidamente verso il
basso causando l’estensione repentina dell’intero arto e portando l’avampiede a raggiungere il
bersaglio. Nella figura il calcio frontale è portato con il tallone, ma per eseguire il nostro colpo si
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deve mantenere il piede teso in avanti, con le dita flesse indietro esponendo l’avampiede, con cui
colpiremo. Il movimento post impatto sarà speculare al movimento di andata. Ovvero ponendo
l’attenzione di nuovo al ginocchio, riportarlo rapidamente verso l’alto, ritirare velocemente il
piede e poggiarlo rapidamente a terra, recuperando guardia e posizione. Alternativa al
movimento può essere costituita dal recuperare velocemente il tallone alla natica per poi
ritornare in posizione di guardia. Diverse modalità di ritorno possono essere eseguite dopo,
soprattutto in caso di esecuzione di calcio doppiato subito dopo il quello frontale.
Questo tipo di calcio è anche chiamato push kick, anche se la definizione è per alcuni collegata
anche al side kick alla coscia. Alcuni lo interpretano in combattimento come una spinta, ma in
realtà è un vero e proprio colpo. Se utilizzato con un buon timing in anticipo al movimento di
avanzamento dell’avversario, per portare dei colpi ad esempio, può avvenire che venga spinto
improvvisamente all’indietro o che possa anche cadere.
Altri punti fondamentali sono :
-
Non sbilanciare il busto indietro in nessuna fase del movimento di esecuzione del
calcio, come in tutti gli altri calci.
Le braccia non partecipano alla esecuzione del calcio, quindi vanno mantenute
nella loro posizione di guardia a copertura del tronco-viso.
Non sbilanciarsi in avanti durante l’esecuzione del calcio, nel tentativo di eseguirlo
più lungo rispetto alle proprie possibilità. Comporta una inutile perdita di
equilibrio e sbilanciamento in avanti, e l’esecuzione di una tecnica poco potente in
quanto ha esaurito il suo spazio di efficacia. Impariamo ad eseguire la tecnica alla
distanza giusta.
Esecuzione del calcio frontale nella Boxe Francese Savate (sopra)
Il calcio circolare (Roundhouse Kick, High, middle, low)
Le modalità di caricamento e di esecuzione del calcio circolare sono innumerevoli.
I punti di attenzione su questo tipo di calcio nella maggior parte degli stili di karate e nella Boxe
Francese Savate, sono focalizzati sull’immediata raccolta del tallone sul gluteo e sul
posizionamento del ginocchio verso il bersaglio che intendiamo colpire (coscia, tronco, viso).
Per permettere questo lavoro il piede di appoggio rotea verso l’esterno proporzionalmente alla
distanza cui dobbiamo portare il calcio.
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Quindi sinteticamente potremmo definire un primo tipo di calcio circolare, con innumerevoli
varianti, come un colpo che basa la sua dinamica iniziale sulla sincronizzazione tra la raccolta in
caricamento dell’arto esecutore e la rotazione del piede di appoggio.
La linea piede ginocchio può essere perpendicolare al suolo nei caricamenti frontali ( esecuzione
brazilian ), per poi cambiare angolazione da 45 ° (circolari ascendenti) fino a 90° (circolari
orizzontali), oppure essere posizionata direttamente nell’angolazione di esecuzione; generalmente
45°-90°. Il calcio può essere addirittura discendente, ovvero dall’alto verso il basso, ma per
seguirlo in questa modalità è necessario far in modo che il piede sia più in alto del ginocchio in
fase di esecuzione.
L’altra modalità è quella dove maggior attenzione nell’ esecuzione viene affidata alla rotazione ed
alla contro - rotazione delle spalle e del torso, considerando l’intera gamba come una intera arma
offensiva da scaricare sul bersaglio circolarmente.
Questo tipo di esecuzione comporta che il primo movimento sia la rotazione delle spalle e del
torso intorno alla colonna vertebrale. Il piede dell’arto che colpisce viene staccato dal suolo per
liberarlo dal vincolo a terra e portato verso l’esterno. Il movimento rotatorio dell’arto verso il
bersaglio, che verrà colpito con la tibia, continua come effetto della rotazione del busto sul
proprio asse. Il piede di appoggio, come nell’esecuzione precedente, ruota il necessario per
permettere al colpo di raggiungere il bersaglio in base alla distanza dello stesso. Al momento
dell’impatto si esegue, generalmente, una contro-rotazione del busto, per evitare di girarsi
indietro e per accompagnare il movimento sincrono del colpire. Alcuni, per rafforzare il
movimento, lasciano a copertura di guardia il braccio opposto all’arto che esegue il calcio,
mentre il braccio dello stesso lato viene lanciato indietro in controbilanciamento.
La modalità di raccolta dell’arto, anche in questo caso è varia. Alcuni portano il ginocchio
esternamente all’altezza della vita lasciando la gamba perpendicolare al suolo, prima di iniziare il
movimento di rotazione del busto. Altri portano l’arto leggermente flesso verso l’esterno prima
di indirizzarlo verso il bersaglio. Anche l’angolazione del moto dell’arto verso il bersaglio varia
da ascendente, ad orizzontale a discendente.
Altra variazione la verifichiamo al momento dell’impatto : anca – ginocchio e tibia sono sulla
stessa linea, ovvero il segmento coscia gamba è pressochè teso. In altre modalità esecutive, il
ginocchio è disallineato all’anca ed alla tibia, avendo proseguito oltre la linea del bersaglio,
lasciando il segmento coscia – gamba flesso, talvolta anche quasi di 90° al momento dell’impatto.
Questa esecuzione permette di scaricare la massima potenza del colpo, anche se è sfavorevole in
termini di difesa, in quanto il recupero dell’arto è meno veloce, e viene rallentato il ritorno in
posizione di guardia. Coloro che eseguono questo tipo di circolare, spesso ruotano
completamente il piede di appoggio ( di 180° ), per liberare tutta l’anca, indipendentemente dalla
distanza corta-media-lunga del bersaglio; spesso il bersaglio è a distanza medio-corta.
L’argomento riguardante il calcio circolare è molto vasto. Il colpo prescelto per il nostro atleta di
low kick è all’interno di questa sintetica panoramica appena descritta.
L’esecuzione più adatta, è quella che sfrutta la rotazione delle spalle intorno all’asse centrale
verticale. L’arto può essere anche caricato indifferentemente con ginocchio alla vita
esternamente o semiflesso all’esterno. Se è possibile, evitare o ridurre al minimo caricamenti con
ginocchio puntato verso il bersaglio. L’eventuale incontro di due caricamenti simili e
contemporanei, nell’area della linea frontale di combattimento, può risultare fatale per la salute
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
del ginocchio dell’atleta. La modalità preferita di esecuzione è quella orizzontale, anche e
soprattutto per il criterio della perpendicolarità del colpo rispetto al bersaglio. Il piede a terra
deve ruotare il necessario in base alla distanza del bersaglio e anca/ ginocchio e tibia dovrebbero
trovarsi sulla stessa linea al momento dell’impatto per permettere un recupero veloce della
guardia. In situazioni di particolare sicurezza, scaricare tutta la potenza portando il ginocchio
oltre il bersaglio e ruotando completamente il piede di appoggio, può essere molto vantaggioso
ai fini del risultato finale. Particolare attenzione deve essere dedicata alla inclinazione del busto
ed alla posizione delle braccia, soprattutto al momento dell’impatto : il busto durante tutto il
movimento deve certamente ruotare su se stesso, ma deve rimanere il più eretto possibile,
ovvero perpendicolare al suolo. Il calcio deve essere eseguito dalla gamba, non dal busto. Le
braccia devono favorire, anzi essere il principio della rotazione del busto, ma devono effettuare
questo lavoro in posizione di l’avambraccio flesso sul braccio. Il principio del movimento deve
essere generato dai gomiti non dai pugni. La rotazione del busto deve essere sull’asse, non
piegando il busto in direzione opposta, né all’indietro al momento dell’impatto. Un caricamento
del calcio uguale per l’esecuzione a tutte le altezze (high, middle, low), per esempio ad altezza
media, favorisce un disorientamento dell’avversario in fase di difesa, in quanto gli risulterebbe
difficile intuire realmente a quale altezza il nostro atleta stia portando la tecnica. Tra le tante
rappresentazioni disponibili del calcio circolare, quella di seguito, proveniente da un manuale di
karate kyokushinkai, è quella che meglio rappresenta la modalità che abbiamo descritta sopra, a
parte il corretto movimento delle braccia, che, in quanto arte marziale, il karate gestisce in
modalità diversa; L’ampiezza del passo è eccessiva rispetto a quella raccomandata ad un atleta di
low kick.
Esecuzione di High Kick secondo “Essential karate” di Mas Oyama (sopra)
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
TABELLA DI CONFRONTO PRINCIPALI TECNICHE DI ATTACCO E DIFESA
Di seguito una piccola tabella indicativa di confronto tra i colpi e le tecniche principali di difesa:
Colpo
Left Straight Punch
Diretto sinistro
Jab
Right Straigh Punch
Cross
Diretto destro
Principale difesa/anticipo
Incrociato destro
Schivata interna + montante sinistro
Schivata esterna + diretto destro corpo
Schivata esterna + gancio dx corpo
Schivata interna
Schivata avanti laterale
Schivata indietro
Parata deviata dx
Parata bloccata dx
Chiusura di guardia frontale
Parata con avambraccio
Parata bloccata media destra
Parata bassa sinistra
Chiusura al tronco frontale destra
Incrociato sinistro
Schivata interna + gancio sx viso/corpo
Schivata esterna + montante dx
Schivata esterna + diretto fegato
Schivata esterna
Schivata avanti laterale
Schivata indietro
Parata deviata destra
Parata bloccata destra
Chiusura di guardia frontale
Parata con avambraccio
Parata bloccata media destra
Parata bassa destra
Chiusura al tronco frontale sinistra
Left Hook Punch
Gancio sinistro
Schivata esterna + diretto destro viso
Schivata esterna + swing destro
Schivata indietro + montante sinistro
Schivata bassa
Schivata indietro
Schivata in flessotorsione
Parata con avambraccio
Parata alta laterale
Chiusura al viso destra
Chiusura al tronco laterale destra
Right Hook Punch
Schivata interna + diretto sinistro viso
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
Gancio destroy
Schivata interna + swing sinistro
Schivata indietro + montante sinistro
Schivata bassa
Schivata indietro
Schivata in flessotorsione
Parata con avambraccio
Parata alta laterale
Chiusura al viso sinistra
Chiusura al tronco laterale sinistra
Left Uppercut Punch
Montante sinistro
Swing destro
Diretto destro
Parata bloccata sinistra + gancio destro
Schivata indietro
Parata bloccata
Chiusura al mento
Chiusura allo sterno
Right Uppercut Punch
Montante destroy
Swing sinistro
Diretto sinistro
Parata bloccata destra + gancio sinistro
Schivata indietro
Parata bloccata
Chiusura al mento
Chiusura allo sterno
Left Front kick
Calcio Frontale sinistro
Low kick destro
High kick destro (su middle)
Gancio destro
Diretto destro
Parata bloccata destra
Parata deviata destra
Schivata indietro
Schivata interna
Chiusura allo sterno destra
Parata bassa a spinta destra
Parata bassa deviata sinistra
Right Front kick
Calcio Frontale destro
Low kick sinistro
High Kick sinistro (su middle)
Gancio sinistro
Diretto sinistro
Parata bloccata sinistra
Parata deviata destra
Chiusura allo sterno sinistra
Parata bassa a spinta sinistra
Parata bassa deviata destra
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
Low ( Roundhouse ) kick sinistro
Calcio circolare sinistro basso
Low ( Roundhouse ) kick destro
Calcio circolare destro basso
Gancio destro
Diretto destro
High kick destro
High kick sinistro
Left Middle Front Kick
Right Middle Front Kick
Chiusura su low kick sinistra
Chiusura su low kick destra
Spostamento circolare a sinistra
Gancio sinistro
Diretto sinistro
High kick sinistro
High kick destro
Left Middle Front Kick
Right Middle Front Kick
Chiusura su low kick sinistra
Chiusura su low kick destra
Apertura gamba avanzata a sinistra
Passo indietro
Spostamento a destra laterale
Left Middle (roundhouse) kick
Calcio circolare sinistro medio
(o al tronco)
Gancio destro
Diretto destro
Low kick destro
High Kick sinistro
Left Middle Front Kick
Chiusura laterale al tronco destra
Parata media bloccata destra
Parata bassa deviata sinistra
Right Middle (roundhouse) kick
Calcio circolare destro medio
(o al tronco)
Gancio sinistro
Diretto sinistro
Low kick sinistro
High Kick sinistro
Right Middle Front Kick
Chiusura laterale al tronco sinistra
Parata media bloccata sinistra
Parata bassa deviata destra
Left high (Roundhouse) kick
Calcio circolare sinistro alto
(o al viso)
Low kick destro
Diretto destro
Diretto sinistro (se semicircolare)
Gancio sinistro
Left middle front kick (se semicircolare)
Right middle front kick destro
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
Parata alta laterale destra
Chiusura al viso laterale destra
Right high (Roundhouse) kick
Calcio circolare destro alto
(o al viso)
Low kick sinistro
Diretto destro
Diretto sinistro (se semicircolare) su
semispostamento
Gancio destro
Right middle front kick destro
Parata alta laterale sinistra
Chiusura al viso laterale sinistra
La respirazione
La respirazione durante il match e il suo abbinamento con l’esecuzione dei colpi, la difesa ed il
muoversi sul ring è tanto fondamentale quanto la strategia, la tecnica, la padronanza e
l’esperienza.
In questa sede non approfondiamo un discorso che deve essere sviluppato in palestra, ma
evidenziamo qualche aspetto saliente riportando due modalità fondamentali di respirazione.
Durante il match sarebbe necessario espirare, ovvero ‘cacciare l’aria’, su ogni movimento in
velocità e potenza, che sia spostamento, difesa, colpo, colpo su spostamento. Se eventualmente
si può soprassedere sull’espirare in concomitanza dell’esecuzione di tutti gli altri gesti,
sicuramente è obbligatorio farlo sull’esecuzione dei colpi. Poiché la bocca è occupata dal
paradenti, sarebbe opportuno espirare attraverso il naso; alternativamente, o per incapacità di
veicolare l’aria in uscita attraverso il naso, o per impossibilità contestuale o strutturale, è possibile
espirare attraverso la bocca.
L’emissione dell’aria deve essere sincrona al momento dell’impatto e breve quanto l’attimo di
contrazione relativo.
Le due modalità fondamentali sono :
1. Inspirare ed espirare regolarmente lasciando il flusso del respiro senza controllo fino al
momento di attaccare; quindi, se vuoti, inspirare velocemente quindi una buona quantità
d’aria ed espirarla sincronicamente ad ogni colpo della combinazione eseguito.
2. Mantenere una respirazione regolare e eseguire una espirazione veloce per ogni colpo
portato sia estemporaneamente che in combinazione. Per gestire in tale modo l’emissione
di fiato è necessario imparare la respirazione a mantice che rende attivo l’atto
dell’espirazione e passivo quello dell’inspirazione. L’aria espulsa si ricarica
automaticamente.
I vantaggi del primo metodo sono l’estrema facilità della espulsione dell’aria nell’accompagnare
l’esecuzione di combinazioni in massima velocità, in quanto svuotare a poco a poco i polmoni
riempiti è un atto consecutivo senza azioni di ricarica dell’aria fino a svuotamento completo. Lo
svantaggio è che finita la quantità d’aria a disposizione è necessariamente finita anche la
possibilità di continuare ad attaccare, quindi dobbiamo prima ricaricare. Altro svantaggio è che la
ricarica e lo svuotamento completo comporta che durante il match abbiamo bisogno di
cadenzati momenti di recupero completo; se veniamo colpiti al tronco frontale proprio in quei
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
momenti, il colpo viene accusato in tutta la sua potenza, in quanto è difficile conciliare la
contrazione muscolare a protezione della parte ed inspirare contemporaneamente.
I vantaggi del secondo metodo sono gli svantaggi del primo. Non ci sono fasi in cui possiamo
essere colpiti al tronco frontale ed essere impossibilitati alla contrazione muscolare delle fasce
addominali alte, medie e basse. Possiamo portare i nostri colpi in qualsiasi momento, anche
durante la fase finale dell’espirazione, in quanto l’espulsione e la ricarica consentono di
continuare comunque a respirare in qualsiasi fase della respirazione. Lo svantaggio è che, finchè
non impariamo ed automatizziamo, a tal punto da poterla utilizzare in combattimento, la
respirazione a mantice, è difficile eseguire combinazioni di colpi in velocità in quanto la
respirazione sarà lenta e non riuscirà a seguire l’esecuzione del gesto fisico.
Il footwork.
Insegnare all’atleta il footwork e perfezionarlo, ha la stessa fondamentale importanza di
insegnare ad una persona il gesto del camminare.
Senza mobilità sul ring non c’è combattimento. Può esistere solo uno scambio alternato di colpi
all’interno di una gara di resistenza alla sofferenza fisica causata dai colpi ricevuti, in cui esce
vincitore chi possiede una soglia più alta di resistenza al dolore, o ha la fortuna di non ricevere
colpi momentaneamente invalidanti che gli permettono di rimanere in piedi rispetto all’altro
contendente.
Il corretto footwork è fondamentale per muoversi sul ring durante tutto l’incontro. Proviamo ad
elencarne le principali caratteristiche:
-
-
-
Evitare di incrociare le gambe a meno che non faccia parte di una strategia
predefinita o di parte del movimento esecutivo di un colpo importante.
L’inizio del movimento in genere è affidato al piede che è più prossimo alla
direzione verso la quale vogliamo spostarci (es piede sinistro per muoverci a
sinistra). Ci sono delle eccezioni.
Combinare sempre l’esecuzione dei colpi con gli spostamenti ed il footwork. Il
movimento aggiunge potenza all’esecuzione del colpo, oltre a renderla più efficace
grazie alla modificata traiettoria inaspettata dall’avversario.
L’atleta deve essere capace, dopo una corretta preparazione, di portare colpi
muovendosi in tutte le direzioni. Grazie a questo, può anche indietreggiare davanti
all’avversario, visto che arretrare colpendo, oltre a creare situazioni di danno
potenziale per l’avversario, non rende il movimento passivo bensì attivo.
Di seguito la lista dei più importanti movimenti di footwork. Approfondiremo solo quelli
coerenti alla strategia di fighting low kick determinati in questo lavoro.
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
L’immagine sopra ci servirà per determinare le direzioni degli spostamenti. Gli esempi sono per
atleta in guardia sinistra con guardia frontale o mezzo frontale.
1. In avanti : semispostamento avanti, spostamento avanti, scivolata lunga, passo avanti,
slittamento su tecnica con arto avanzato, cambio guardia avanti.
2. Sinistra avanti 45° : semispostamento, spostamento circolare, scivolata lunga
3. Laterale a sinistra : semispostamento, spostamento, spostamento circolare.
4. Dietro sinistra 45° : spostamento circolare (solo con il piede destro con sinistro piede
perno), passo indietro, swich.
5. Indietro : semispostamento, spostamento, scivolata lunga, passo indietro, cambio guardia
indietro, swich.
6. Dietro destra 45° : semispostamento, spostamento circolare (solo con piede destro e
piede sinistro perno), spostamento indietro.
7. Laterale a destra : semispostamento, spostamento circolare, cambio guardia destra laterale
con spostamento circolare (piede destro a destra e piede sinistro indietro destra 45°
cambiando direzione verso l’avversario)
8. Avanti destra 45° : passo, cambio guardia avanti destra.
Lo swich, ovvero il cambio guardia veloce rimanendo sul posto, non è collegato a nessuna
direzione specifica, ma è un movimento molto importante per rompere la guardia e disorientare
l’avversario.
L’atleta di low kick si muoverà sul ring utilizzando molto gli spostamenti laterali avanti e laterali
in linea e 45°. La ripetizione continua di questi movimenti, soprattutto a destra e sinistra,
costituiranno il suo modo di ‘camminare sul ring’. I colpi verranno portati insieme ai
semispostamenti ed ai spostamenti in linea, laterali e circolari nelle direzioni 1,2,3,5,7 e 8.
Anche colpire su passo indietro o su scivolata lunga avanti, cui una parte di questo lavoro è
dedicata, costituisce un solido bagaglio aggiuntivo per l’atleta.
L’implementazione del lavoro coordinato di colpire in movimento, è molto vasto. E’ riportata
qualche metodica di lavoro di esempio nella sezione esercizi propedeutici.
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
La distanza nella low kick.
Quale è la distanza giusta da mantenere rispetto all’avversario nei momenti in cui non si
scambia? Qual è la distanza di sicurezza oltre la quale l’avversario deve subire un nostro attacco?
A quale distanza si portano quali tecniche e come? Una parte di questo discorso, relativa solo
alla distanza, l’abbiamo già vista nella definizione della circonferenza di sicurezza. Le distanze nel
combattimento sono fondamentalmente cinque : oltre la distanza lunga, la distanza lunga, la
distanza media, la distanza corta, il corpo a corpo. Non costituiscono misure quantificabili in
metri o in centimetri, ma possiamo definirle in base alla quantità di passi medi di distanza dei
contendenti l’uno dall’altro e dalle tecniche che si possono eseguire ad ogni specifica distanza.
Il corpo a corpo. Quando il piede anteriore di un atleta è oltre la linea del piede anteriore
dell’avversario. A questa distanza è difficile che il combattimento duri più di pochi secondi in
quanto l’arbitro permette lo scambio finchè gli atleti non si abbracciano o ‘legano’. In quel
momento viene chiamato il break e i due atleti vengono separati. Le uniche tecniche che
possono essere portate a questa distanza sono il gancio corto e il montante, e tecniche di
spazzata.
La distanza corta. E’ la distanza corrispondente a più o meno un passo di un atleta dall’altro. Da
questa posizione è possibile portare ganci corti e montanti con rotazione della spalla, pugni dritti
o incrociati con la sola escursione articolare del braccio; atleti con buona mobilità articolare
possono portare calci frontali molto stretti, crescent kicks interni ed esterni, axe kicks, heel kicks
senza rotazione del piede di appoggio con rotazione della sola anca, tecniche di spazzata e
roundhouse semicircolari con la tibia.
La distanza media. E’ la distanza di ingaggio, di combattimento della low kick. Gli atleti si
trovano più o meno a due passi l’uno dall’altro. Da questa distanza è possibile portare i diretti
con la rotazione delle spalle, o, se la distanza è leggermente maggiore, ma non corrispondente
alla distanza lunga, su semispostamento avanti; Stesso discorso per il gancio lungo; è possibile
portare i front kicks e axe kicks; è possibile portare roundhouse kicks, side kicks, heel kicks con
la rotazione del piede di appoggio all’esterno di 90°. E’ possibile portare tecniche di calcio con
l’arto avanzato (Front kicks e roundhouse) con un movimento di scivolata lunga eseguito a metà.
Questa distanza è ideale per eseguire tutti i calci in rotazione.
La distanza lunga. E’ più o meno la distanza di tre passi tra gli atleti. Da questa distanza in genere
non vi è combattimento ed è difficile che gli atleti vi si trovino stabilmente. Le casistiche sono
legate agli scambi in cui un atleta è indietreggiato spontaneamente, a seguito di una finta o a
seguito di un colpo (es. Front kick). Per quanto abbiamo detto riguardo alla definizione della
circonferenza di sicurezza, gli atleti non dovrebbero mai trovarsi in questa posizione
volontariamente. Da questa distanza è possibile eseguire i side kicks, i roundhouse kicks e gli hell
kick o hook kicks posteriori ruotando completamente (180°) il piede di appoggio verso l’esterno,
ovvero indietro rispetto alla linea di combattimento, l’anca. E’ possibile portare i calci saltati,
soprattutto quelli eseguiti con lo slancio di un arto e l’esecuzione con l’altro. Questa distanza si
può anche rompere improvvisamente con lo spostamento del passo avanti e con il movimento
completo della scivolata lunga, portando poi i colpi con la gamba anteriore, e recuperando,
quando possibile, subito, la distanza.
Oltre la distanza lunga. E’ veramente raro che i due atleti si ritrovino a fronteggiarsi da questa
distanza. Può avvenire quando l’arbitro chiama il ‘break’ e separa i due atleti, oppure all’inizio del
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
round quando gli atleti convergono al centro del ring dall’angolo, o nel momento in cui c’è una
sospensione veloce per un conteggio e un atleta è all’angolo neutro. Al di fuori di queste
situazioni, anche ammesso che gli atleti si trovino a questa distanza, velocemente di riavvicinano
per stabilire la distanza di combattimento. Un atleta che forza continuamente la distanza,
allontanandosi oltre i tre passi, è passibile di richiamo per comportamento vietato al fine di
evitare il combattimento.
La rottura della distanza di due passi, ovvero della distanza media, è una attitudine che va evitata
il più possibile. Allontanarsi dall’avversario, o lasciarlo allontanare continuamente e recuperare
poi la distanza, interrompe l’attenzione e la strategia di stato vigile e concentrato, oltre al fatto
che dalla distanza lunga possono essere caricati colpi molto forti, sommando la potenza del
colpo all’ inerzia di grandi movimenti o spostamenti di avvicinamento. Quando un atleta si
allontana, l’altro dovrebbe sempre seguirlo cercando di mantenere la distanza almeno di due
passi. D’altra parte è da evitare l’azione di indietreggiare, non solo senza un valido motivo
strategico, ma comunque meno frequentemente possibile in generale.
Particolare attenzione va dedicata alla preparazione dell’atleta dal modificare la distanza di due
passi al corpo a corpo e viceversa, ovvero avvicinarsi ed allontanarsi dall’avversario. Va lasciata
all’avversario l’azione di avvicinarsi anticipandolo e di indietreggiare seguendolo ed attaccandolo.
Eventualmente c’è necessita di applicazione di una strategia studiata di avvicinamento, va
eseguita coprendosi ed attaccando; l’azione di allontanarsi dal corpo a corpo per tornare alla
distanza media va eseguita coprendosi ed attaccando mentre si indietreggia.Di seguito una tabella
che indica i principali colpi eseguibili agevolmente alle varie distanze di combattimento :
Corpo a Corpo
-Ganci
-Montanti
Corta (un passo)
-
-
-
Diretti (solo
escursione del
braccio)
Ganci
Montanti
Front kicks
Roundhouse
con la tibia
semicircolari
Crescent
&
Axe Kicks
Spazzate
Media (due passi)
-
-
-
-
Diretti e swing con
rotazione delle spalle o
semispostamento
Ganci lunghi e/ o su
semispostamento
Front kicks
Side kick rotazione
piede di appoggio 90°
Roundhouse
kicks
rotazione piede di
appoggio 90°
Axe Kicks
Heel
Kicks
con
rotazione del piede di
appoggio 90°
Calci in rotazione
Calci avanzati su semi
scivolata lunga
Lunga (tre passi)
-
-
Calci saltati
Calci
su
scivolata
lunga o passo
avanti
Side,
Roundhouse,
Heel Kicks
posteriori con
rotazione
completa
dell’anca e del
piede
di
appoggio di
180°
Vedere nella sezione degli esercizi propedeutici alla voce ‘Condizionare il cambio di distanza’.
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
La combinazioni e la distanza
Per rendere più efficaci le combinazioni e aumentare il bagaglio tecnico dell’atleta possiamo
incrociare il lavoro delle combinazioni con il lavoro della distanza.
Vediamo come:
Prendiamo le cinque combinazioni di esempio che abbiamo definito in precedenza, per coerenza
di trattazione.
Braccia
LSP - Left Straight Punch
RSP - Right Straight Punch
LHP - Left hook punch
RUP - Right Uppercut Punch
Gambe
LMFK – Left Middle Front Kick
RHK - Right High Kick
RLK - Right Low Kick
LMK – Left Middle Kick
Le cinque combinazioni che abbiamo definito sopra :
LSP – RSP
LSP - RUP
LHP – RLK
LMFK – RHK
LMK - RSP
Prendiamo ad esempio una di queste combinazioni. Per semplicità esplicativa prendiamo il
classico uno-due ovvero diretto sinistro + diretto destro.
Quale sarà la terza tecnica in considerazione della nuova distanza dall’avversario dopo il diretto
destro, partendo dalla distanza media?
LSP – RSP – LHP ritrovandosi a distanza corta;
LSP – RSP – LSP rimanendo a distanza media differenziando le altezze dei pugni;
LSP – RSP – LHP con gancio lungo o con semispostamento in avanti rimanendo a distanza
media;
LSP – RSP – LMK con rotazione del piede di appoggio di 90° all’esterno rimanendo a distanza
media;
LSP – RSP – LMFK a distanza media;
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
LSP – RSP – LMK con rotazione del piede di appoggio di 180° verso l’esterno, oppure su
scivolata lunga, se l’avversario è indietreggiato, o per qualsiasi altra occasione la nuova distanza
da media diviene lunga.
In questo modo, partendo da una combinazione qualsiasi fissa di due tecniche, il nostro atleta
sarà capace di eseguire una terza tecnica adeguata, non solo alla situazione contestuale di
scopertura dell’avversario, ma anche alla distanza cui si trova il bersaglio. Inoltre, l’avversario
viene sicuramente sorpreso scoperto almeno una volta durante l’esecuzione diversificata della
terza tecnica della combinazione. Ad esempio il nostro atleta porta ripetutamente l’uno –due con
interdizione fissa e nel giro di un minuto o un round fa seguire alle prime due tecniche il gancio
sinistro. L’avversario crede ormai di aver preso le misure su questo automatismo. Quando il
nostro atleta cambia all’improvviso con un left middle kick, è molto probabile che trovi
l’avversario in chiusura di guardia laterale destra, lasciando scoperto il tronco laterale destro,
portando almeno a segno un punto.
Ovviamente, in base alla decisione di quanto questo lavoro debba essere condizionante ed
importante per la preparazione dell’atleta, questo discorso può essere effettuato, oltre che sulla
diversificazione delle terza tecnica, anche sulla quarta tecnica.
Esempio: combinazione base a tre LSP – RSP – LHP
A distanza corta:
LSP – RSP – LHP – RUP
A distanza media:
LSP – RSP – LHP – RUP con gancio lungo e montante destro in semispostamento, oppure
eseguendo le ultime due tecniche in semispostamento.
LSP – RSP – LHP – RHK
LSP – RSP – LHP – RLK
LSP – RSP – LHP – RSP (tronco)
A distanza medio lunga :
LSP – RSP – LHP – RHK con rotazione del piede di appoggio di 180° all’esterno
LSP – RSP – LHP – RLK con rotazione del piede di appoggio di 180° all’esterno
All’esempio sviluppato possiamo aggiungere le tecniche di sbilanciamento in apertura
combinazione e i calci in rotazione in chiusura combinazione. Una volta espresso il concetto è
sempre possibile aggregare gli specifici lavori tra di loro e comporre una tabella tecnica di
pianificazione e sviluppo.
Tutte queste combinazioni, oltre ad avere la caratteristica di determinare un numero di tecniche
base combinate fisse con la diversificazione continua dell’ultima, che come avviamo visto può
risultare molto destabilizzante per l’avversario, sono anche composte da colpi che provengono
da traiettorie diverse e sollecitano altezze diverse, alternando l’utilizzo degli arti destro e sinistro.
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
E’ molto probabile che queste semplici combinazioni composte da tecniche base della
kickboxing arrivino a bersaglio con almeno un colpo.
Approcciamo allo stesso metodo in modalità diversa. Ipotizziamo di porre quale prima tecnica
delle combinazioni tre tecniche base del repertorio della low kick scelte tra le tecniche ammesse,
portate con gli arti avanzati, in quanto gli arti avanzati sono più prossimi all’avversario, e che
quindi nell’eseguire un colpo hanno meno potenza ma più velocità. Inoltre : con esse possiamo
testare, se eseguite da sole e ripetutamente, l’ eventuale reazione dell’avversario; possono essere
proposte come invito o come finta, per eseguire poi il resto della combinazione partendo dalla
seconda tecnica. Alleniamo il nostro atleta cominciando a dare per fissa la prima tecnica, mentre
la scelta della seconda tecnica dipenderà dalla nuova distanza dall’avversario creatasi a causa
dell’imprevedibilità dello svolgimento del match. Poi applichiamo lo stesso criterio sulla terza
tecnica, e così via. L’obiettivo è quello di far automatizzare al nostro atleta una serie di
combinazioni di colpi che eseguirà in base alla distanza del suo avversario, mano mano che
questa si modifica nel corso dello scambio.
Nell’esempio che segue:
-
nella colonna 1° (colpo), 2° (colpo) e cosi via inseriamo i colpi che intendiamo far
memorizzare al nostro atleta;
nella colonna D (distanza) inseriamo la nuova distanza che si viene a creare dopo
l’esecuzione della tecnica precedente nel corso dello scambio; di seguito le abbreviazioni
per chiarezza esplicativa : CC= corpo a corpo, DC = distanza corta, DM = distanza
media, DL = distanza lunga.
Lista delle tecniche e delle abbreviazioni :
LSP = jab, diretto sinistro;
RSP = cross, diretto destro;
LHP = gancio sinistro; se successivo alla distanza corta sarà corto, se successivo alla distanza
lunga sarà lungo oppure eseguito su semispostamento;
RHP = gancio destro; se successivo alla distanza corta sarà corto, se successivo alla distanza
lunga sarà lungo oppure eseguito su semispostamento;
LUP = montante sinistro;
RUP = montante destro;
LMFK = calcio frontale medio sinistro;
RMFK = calcio frontale medio destro;
LHFK = calcio frontale alto sinistro;
RHFK = calcio frontale alto destro;
LLK = low kick sinistro;
RLK = low kick destro;
LMK = calcio circolare sinistro medio;
RMK = calcio circolare destro medio;
LHK = calcio circolare alto sinistro;
RHK = calcio circolare alto destro;
Tutti i calci circolari a tutte le altezze, se eseguiti a DC saranno semicircolari senza torsione del
piede di appoggio, oppure con la massima torsione ma eseguiti con l’arto di esecuzione piegato
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
colpendo con la tibia; se eseguiti a DM saranno semicircolare con la torsione a 90° del piede di
appoggio; se eseguiti a DL saranno completamente circolari con la massima torsione del piede di
appoggio, ovvero +/-180°.
Proviamo a creare la tabella di allenamento con queste semplici tecniche base. Arriviamo a solo
tre livelli di esempio, ovvero a combinazioni di tre tecniche. Una volta eventualmente condiviso
il metodo l’insegnante può sviluppare e selezionare le combinazioni principali con cui allenare
l’atleta. In questa tabella diamo per scontato che la distanza di partenza (da cui parte la prima
tecnica) delle combinazioni sia quella standard, ovvero quella media.
Le tecniche o le distanze inserite insieme nella stessa colonna divisa dalla sbarra (/ ) sono per
indicare o una o l’altra. La tabella è creata in questo modo per evitare che la tabella stessa diventi
troppo lunga per la consultazione a causa del numero delle possibilità di diversificazione della
distanza nel corso dello scambio e conseguentemente dei colpi che possiamo far sperimentare al
nostro atleta, pur se scelti tra una lista di tecniche base della low kick e non includendole tutte.
La riga evidenziata con i trattini (---) sta ad indicare che l’esempio con la prima tecnica (1°) non
viene portato oltre, sollecitandone lo sviluppo eventuale a carico del tecnico, e indichiamo altre
combinazioni partendo da un’altra tecnica avanzata.
1°
LSP
LSP
LSP
LSP
LSP
LSP
LSP
LSP
LSP
LSP
LSP
LSP
LSP
LSP
LSP
LSP
LSP
LSP
LSP
----LLK
LLK
LLK
LLK
LLK
LLK
LLK
-----
D
CC/DC
CC/DC
CC/DC
CC/DC
DM
DM
DM
DM
DM
DM
DM
DM
DM
DM
DM
DM
DM
DM
DM
-----DM
DM
DM
DM
DM
DM
DM
-----
2°
RHP
RHP
RUP
RUP
RSP/RHP
RSP/RHP
RSP/RHP
RSP/RHP
RSP/RHP
RSP/RHP
RSP/RHP
RSP/RHP
RSP/RHP
RLK
RLK
RLK
RLK
RLK
RLK
-----RSP/RHP/RHK/RHFK
RMK/RMFK
RSP/RHP/RHK/RHFK
RSP/RHP/RHK/RHFK
RMK/RMFK
RLK
RSP/RHP/RHK/RHFK
----
D
CC/DC
CC/DC
CC/DC
CC/DC
3°
LUP
LHP
LHP
LUP
DM
DM
DM
DM
DM
DL
DL
DL
DM/DL
DM/DL
DM/DL
DM
DM
DM
----CC/DC
CC/DC
DM
DM
DM
DM
DL
-----
LLK
LMK
LFMK
LHP
LSP
LLK
LMK
LHK
LLK
LMK
LHK
LMFK
LHFK
LSP/LHP
----LHP/LUP
LHP/LUP
LLK
LMK/LMFK
LSP/LHP
LSP/LHP
LLK
-----
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
LMFK
LMFK
LMFK
LMFK
LMFK
LMFK
LMFK
LMFK
LMFK
LMFK
LMFK
LMFK
---LMFK
LMFK
LMFK
LMFK
-----
CC
CC
CC
DC
DM
DM
DM
DM
DM
DM
DM
DM
---DM
DM
DM
DM
-----
RUP/RHP
RUP/RHP
RUP/RHP
RSP/RUP/RHP/RLK/RHFK
RSP
RSP
RSP
RSP
RSP
RHP
RHP
RHP
---RHK
RHK
RHK
RHK
-----
CC
DC
DC
DC
DM
DM
DM
DM
DM
DM
DM
DM
---DM
DM
DM
DM
----
LUP/LHP
LUP/LHP/LLK
LSP
LSP/LUP/LHP/LLK/LHFK
LHK
LLK
LSP
LHP
LHFK
LLK
LSP
LHP
---LLK
LHK
LSP
LHP
-----
Le tecniche su scivolata lunga o su passo avanti ed indietro.
Nel bagaglio tecnico dell’ atleta non può mancare l’automatismo di portare le tecniche su
scivolata lunga, lo spostamento chiamato anche “piede scaccia piede”.
Questo tipo di lavoro ci permette di accorciare le distanze all’improvviso, colpire
imprevedibilmente e recuperare la posizione iniziale molto velocemente. Colpi di interdizione,
convertibili all’occasione in finte, di questo tipo, ci permettono spesso di mettere a segno punti
per il match; ci permettono di indurre la convinzione di un falso schema comportamentale
nell’avversario, che all’occasione possiamo sovvertire, riuscendo in tal modo a portare a segno
colpi; Il colpo portato aumenta di potenza sfruttando la dinamica e l’inerzia dello spostamento
che va ad aggiungersi alla potenza generata dal colpo in sé.
Il posizionamento del piede posteriore che affianca l’anteriore, arto con il quale portiamo poi il
nostro colpo, può essere (esempi in guardia sinistra) :
1. affianco alla destra del piede avanzato.
2. affianco alla sinistra del piede avanzato, permettendoci di girarci di schiena.
3. passo avanti, ovvero il piede destro va a posizionarsi più avanti del piede sinistro in linea
frontale con l’avversario, cambiando guardia.
4. passo avanti laterale 45°, ovvero la destra si posiziona più avanti della sinistra 45° a destra
rispetto alla linea frontale.
5. Passo indietro, ovvero il piede sinistro va a posizionarsi indietro rispetto al piede destro
rimanendo in linea frontale con l’avversario, cambiando guardia.
In questa sezione valutiamo solo le tecniche di gamba su questi movimenti. Il resto lo vedremo
negli spostamenti abbinato alle combinazioni di esempio che abbiamo creato in precedenza. I
movimenti vanno allenati per essere molto sciolti e veloci, allo scopo di dimezzare
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
improvvisamente la distanza. Il movimento di ritorno può riportarci nella posizione iniziale di
partenza se l’avversario non è arretrato; nella nuova posizione avanzata se l’avversario è
arretrato; costringerci a riposizionarci sfruttando movimenti semicircolari o switch in caso di
reazione inaspettata dell’avversario, quale anticipo, spostamento, difesa e rimessa o altro. Questi
movimenti sono importanti perché cambiano all’improvviso la traiettoria (nel caso dei calci
circolari) e la linea (nel caso dei colpi diretti) di penetrazione; ed inoltre li potenziano
sensibilmente caricandoli della cinetica del movimento del corpo in avanti.
Sul movimento numero 1 possiamo portare soprattutto i front kicks ed i roundhouse avanzati.
Le casistiche di riposizionamento e di prosecuzione dell’azione vanno studiate in allenamento,
basandosi su quelle descritte sopra o su altre, valutate dall’insegnante diretto.
Sul movimento numero 2 possiamo portare gli heel kicks (hook), i side kicks ed i back kicks. La
casistiche di riposizionamento sono come sopra. Questo movimento ci pone di schiena quindi il
ritorno del calcio, soprattutto se andato a vuoto, deve essere veloce, in quanto prendendoci il
rischio di portare un calcio potenziato dallo spostamento, ci siamo scoperti molto di più rispetto
all’esecuzione alternativa di una azione frontale. Offesa e difesa risultano inversamente
proporzionali.
Il movimento numero 3 è molto simile al numero 1. La differenza è uno slancio ancora
maggiore che potenzia ulteriormente il colpo finale. Suggeriti front kicks e roundhouse kicks.
Il movimento numero 4 è l’ideale per portare roundhouse kicks e heel kicks, in quanto ci
disallinea all’improvviso dalla linea frontale ponendoci laterali, posizione ideale per scaricare
colpi circolari ben caricati. Soprattutto il middle kick ed il low kick risulta difficile da intercettare
perché la tibia arriva orizzontale sulla linea frontale, non più laterale, al bersaglio, avendo
spostato il centro del compasso (il piede perno) lateralmente.
Tutti i movimenti, soprattutto il 3 ed il 4, vanno “preparati”, nel senso che è consigliabile farli
precedere da finte o attacchi reali che evitino l’anticipo da parte dell’avversario. In caso di
anticipo, la potenza del colpo ricevuto aumenta esponenzialmente a causa del nostro movimento
veloce verso di esso.
Il movimento numero 5 è molto importante per l’atleta di Low Kick. Siamo abituati a
considerare l’attacco unicamente abbinato all’avanzamento. Riuscire a portare colpi mentre ci
muoviamo in tutte le direzioni aumenta il nostro bagaglio tecnico, ci rende comunque attivi
anche in fase di momentaneo arretramento per difesa. Se arretriamo in linea, quasi sicuramente
lo stiamo facendo perché l’avversario sta attaccando mentre avanza. Non si aspetta, mentre
attacca, di ricevere un high kick, un middle side kick o front kick, colpi che possono facilmente
andare a buon fine in una situazione del genere. E’ anche probabile che attaccando ed
avanzando l’avversario si scopra, rendendo più pericolosi i nostri colpi in fase di difesa.
Per esercitarsi su questa sezione vedi il lavoro negli esercizi propedeutici.
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
Rimessa, contemporaneità ed anticipo.
Le tre principali fase dello scambio contenute nel titolo del paragrafo, in realtà contengono una
unica fase fondamentale : l’anticipo.
La contemporaneità è solo un ritardo nell’intenzione di anticipare, ovvero quando portiamo un
colpo contemporaneamente al colpo del nostro avversario.
La rimessa è solo un anticipo posticipato rispetto ad una iniziale fase di difesa, che come
abbiamo visto deve essere comunque attiva, prima che il nostro avversario prosegua nel suo
attacco.
Anticipare vuol dire portare i nostri colpi prima del nostro avversario, ovvero prima che porti a
termine tutta l’esecuzione della tecnica. Ovviamente è difficile, probabilmente impossibile,
portare avanti l’intero incontro anticipando continuatamente l’avversario, a meno che questa
intenzione, determinata dall’inizio del match, non lo porti a termine in anticipo grazie ad un KO
dell’avversario.
Non è possibile separare il concetto di anticipo da quello di continua proattività e ritmo. Per
poter sistematicamente anticipare il nostro avversario, e quindi evitargli sistematicamente di
attaccare, è necessario imporre il nostro ritmo ed essere perennemente attivi e presenti durante il
match. Sono necessari riflessi allenati, una presenza, concentrazione ed attenzione costante e una
velocità implementata ai massimi livelli. Questo vuol dire anche essere vigili ma rilassati. Una
tensione eccessiva diventa bloccante per l’atleta sul ring, portandolo a reagire in maniera
abnorme a finte e falsi attacchi e di contro a rimanere immobile quando subisce attacchi effettivi.
Imponendo il nostro ritmo, invece, questa condizione potrebbe essere inflitta all’avversario.
Essere continuamente anticipato, andare a vuoto e fuori tempo rispetto al ritmo imposto
dall’incontro, ricevere colpi duri e potenti probabilmente non avendoli nemmeno intuiti ma solo
sentiti, porta in poco tempo a minare la solidità nervosa dell’atleta avversario volgendo presto
l’incontro a nostro favore. I riflessi e l’attenzione possono essere allenati in vari modi anche al di
fuori delle normali attività di palestra legate al combattimento, ma la modalità esecutiva di come
anticipare l’avversario deve diventare un automatismo tecnico, che, unito ai primi due porta il
coach a raggiungere il risultato. Spesso, non solo sul ring, gli atleti appaiono “imbambolati”,
ovvero apparentemente non presenti al lavoro che gli è stato affidato durante l’allenamento.
Questo può accadere per tendenze naturali dell’atleta, portato ad alternare attimi di attenzione ad
altri di ‘assenza’, in presenza di un periodo di superlavoro o affaticamento eccessivo, oppure
quando sta portando avanti un lavoro particolarmente condizionante, ovvero routinario, che è
necessario per imprimere e memorizzare dei gesti automatizzati. E’ utile, in questi casi,
semplicemente richiamare l’atleta alla “presenza”, durante il lavoro, nei momenti in cui appare
più assente. E’ necessario, inoltre, ripetere continuamente agli atleti che proprio il lavoro di
condizionamento presuppone la presenza di attenzione mentale, in quanto diversamente il
lavoro non viene realmente memorizzato. Durante il match, invece, momenti di assenza e di
mancanza di reazione, possono essere causati da mancanza di fiato, da azioni troppo continuate
e ad alto dispendio energetico, oppure a temporanei momenti di perdita parziale di lucidità a
causa di colpi particolamente efficaci ricevuti in punti vitali. Grazie ad un continuo lavoro di
richiamo verbale all’attenzione, questi momenti, salvo cause di forza maggiore, devono essere
tendenzialmente annullati o ridotti al minimo. Le modalità del lavoro di anticipo vanno
automatizzate con un lavoro aerobico e condizionante, le cui dinamiche in parte abbiamo
affrontate nella progressione dell’acquisizione tecnica, mentre alcuni esempi pratici li abbiamo
visti nella tabella di comparazione tra tecniche di attacco e di difesa. Esempi sono riportati nella
sezione esercizi propedeutici.
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
Muoversi e combattere.
Definiamo a questo punto la strategia e la tattica cui il nostro atleta deve essere condizionato.
La strategia e l’approccio dell’atleta al combattimento deve essere definito dall’insegnante diretto
oppure dal direttore tecnico della scuola.
Ma, come abbiamo visto dal regolamento ring, in relazione alla competizione FIKBMS di sport
da combattimento, non c’è molta scelta tra le strategie disponibili. Come abbiamo ripetuto più
volte nell’ambito di questo lavoro, l’atleta deve essere attivo per tutto il match, dimostrare
determinazione a colpire e proattività anche nella difesa, non chiudendosi passivamente sotto i
colpi dell’avversario.
In generale, nel tentativo di definizione di una strategia di combattimento, che va poi dettagliata
in base alle caratteristiche di ogni singolo atleta, il nostro avversario può, durante il match :
-
Avanzare attaccandoci in linea dritta;
Attaccarci muovendosi e girando verso il nostro angolo cieco;
Attaccarci muovendo e girando verso l’interno della nostra guardia;
Indietreggiare per qualsiasi motivazione : guadagnare il centro del ring per fintare di darci
spazio, per evitare un nostro attacco, per prendere una distanza più consona al colpo /
combinazione / azione di attacco che intende portare etc;
Dal nostro punto di vista :
-
-
-
Nel primo caso la priorità è l’anticipo. La seconda opzione è girare intorno mandandolo a
vuoto e attaccandolo a nostra volta. La terza opzione è, tenendo bene l’attenzione sulla
linea alta, conservare una difesa attiva con parate bloccate, parate con gli avambracci ed
eseguire un contrattacco immediato. In ultima analisi legare con l’avversario tenendo
bene le sue braccia bloccate per evitare colpi e cercare di far ripartire l’azione dopo il
break dell’arbitro.
Nel secondo caso, ovvero che l’avversario si muova / attacchi / giri verso il nostro
angolo cieco: Se riusciamo ad intuire immediatamente l’azione portiamo diretto sinistro e
gancio sinistro come azione di sbarramento. Anche il nostro Left Low Kick sull’esterno
della coscia destra o l’interno della coscia sinistra o un Left Roundhouse seguito da colpi
di pugno posteriori e/ o combinazioni di braccia è una buona strategia. Se il movimento
dell’avversario verso il nostro angolo cieco è già iniziato, possiamo seguirlo in rotazione
con Roundhouse kicks destri a chiusura, che accompagnano il suo movimento
colpendolo e permettendo anche a noi di ruotare ripristinando la linea frontale. Se il
movimento dell’avversario arriva lateralmente portandosi in linea con i nostri due piedi di
appoggio, senza che noi abbiamo ancora reagito, eseguire side kicks anteriori. Se il
movimento dell’avversario è andato oltre la linea piede avanzato – posteriore, portare
calci girati. Con movimenti circolari cercare sempre di riposizionarsi frontali sulla linea di
combattimento. Continuare ad attaccare, fintare, pressare.
Nel terzo caso, ovvero che l’avversario attacchi / giri / si muova laterale verso l’interno
della nostra guardia . Intercettando il movimento dall’inizio, anticipare e sbarrare con
Right high/ middle/ low kick discendente e/o diretto posteriore. Se il movimento
continua seguire l’avversario nel movimento circolare chiudendo con Gancio
sinistro/ low kick sinistro. Se l’avversario è lateralmente all’interno della nostra guardia
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
-
eseguire Right front kick. Riposizionarsi frontali più velocemente possibile con
movimenti circolari. Mantenere sempre il centro del ring Riprendere il centro del ring se
perso a sfavore dell’avversario. Continuare ad attaccare, fintare, pressare.
L’avversario indietreggia per un qualsiasi motivazione oppure in quanto sotto nostro
attacco. Continuare ad attaccare avanzando, mantenendo alta l’attenzione per contrastare
un anticipo, difesa e contrattacco o un counter. Continuare a mantenere la distanza
media, dalla quale è sempre possibile continuare a portare il maggior numero di colpi a
disposizione nel nostro repertorio. I colpi da preferire sono sempre quelli in linea frontale
da miscelare ad arte con quelli circolari, diversificare le altezze di attacco e continuare ad
alternare gli arti destro e sinistro per garantire la continuità della combinazione. Tra i
colpi diretti preferire : Diretti / Front Kicks. Tra i circolari : / montanti / Axe Kicks/
RoundHouse Kicks. Avanzare sempre in copertura per evitare l’anticipo. Queste misure
sono valide sempre che non abbiamo nel nostro bagaglio combinazioni automatizzate
che possiamo utilizzare al posto della strategia di cui sopra, oppure miscelate a tecniche
ad hoc portate in base al contesto ed al momento considerando i punti in cui l’avversario
si scopre, utilizzando il colpo d’occhio. La scuola che ha nel proprio repertorio altre
tecniche base che corrispondono ai criteri e che sono ammesse dal regolamento, può
utilizzarle.
Fin quando è possibile è sempre meglio evitare di indietreggiare. E’ preferibile girare intorno
all’avversario, continuando ad attaccare ed evidenziare atteggiamento attivo sia in attacco che in
difesa. Questo lavoro può essere effettuato abbinando colpi su spostamenti, ovvero footwork e
tecniche. Indietreggiare determina che la distanza di attacco sia costantemente mantenuta,
riproponendo sistematicamente la medesima situazione di passività e lasciando lo spazio
all’avversario per continuare a colpire. Questa situazione svantaggiosa può ulteriormente
peggiorare nel caso si arrivi alle corde, dove, in mancanza di una serie di strategie di uscita
provate più volte in allenamento o di cui si sia fatta anche esperienza sul ring, l’atleta è
completamente in balia dei colpi dell’avversario, specialmente se, a seguito di qualche colpo ben
piazzato, abbia perso anche fiato e lucidità. Se l’arbitro è particolarmente presente ed attento,
davanti ad una condizione palese di passività, può iniziare il conteggio e, nei casi peggiori, dove
la verifica visiva dell’atleta dopo il conteggio stesso non lo convince, decretare, a giudizio
insindacabile, il KOT. Se l’arbitro non interviene immediatamente, o se, in concomitanza o in
alternativa, i colpi dell’avversario sono particolarmente pesanti, l’atleta subisce inutilmente,
finendo probabilmente al tappeto, e rischiando una perdita di conoscenza. Uno dei motivi della
determinazione in regolamento a mostrare un atteggiamento visibilmente attivo da parte dei
contendenti, è anche un tentativo di dare immediatamente visibilità, all’arbitro centrale, di un
atteggiamento passivo, dietro al quale, essendo i protagonisti atleti allenati e preparati, potrebbe
esserci facilmente una situazione di difficoltà di uno dei due. Ciò permette di chiudere l’incontro
con una immediatezza che eviti inutili infortuni e colpi in eccesso gratuiti.
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
Di seguito uno schema riassuntivo di esempio di strategia :
TABELLA SINTESI STRATEGIA MATCH LOW KICK
Attivo sulla difesa in linea alta. Attivo in attacco. Parate block e mobilità, anticipo, difesa e rimessa veloce.
1.
L’avversario indietreggia.
Attaccare avanzando. Mantenere la distanza.
Diretti + Front Kicks + montanti + Axe Kicks 2. RoundHouse Kicks
Avanzare in copertura per evitare anticipo.
AVVERSARIO
L’avversario verso nostro angolo
cieco.
Diretto e gancio sinistro
sbarramento.
Left Low Kick. Left Roundhouse di
sbarramento.
Roundhouse destri a chiusura.
Quando si porta sulla linea piede
anteriore – piede posteriore
eseguire side kicks anteriori.
Oltre la linea piede avanzato
posteriore portare calci girati.
Movimenti circolari e riposizionarsi
frontali. Continuare ad attaccare,
fintare, pressare.
L’avversario attacca sulla linea
frontale.
1.Anticipo.
2.Girare e mandarlo a vuoto
3.Difesa attiva con parate bloccate e
risposta immediata continuata.
4.Legare
Non indietreggiare
Riprendere il centro del ring se
momentaneamente perso a sfavore
dell’avversario con traiettorie
circolari centripete.
Continuare ad attaccare, fintare,
pressare.
L’avversario laterale verso l’interno
della guardia .
Anticipo e sbarramento con :
1.Right high/middle /low kick
discendente/diretto posteriore.
2.Gancio sinistro/low kick sinistro.
3.Right front kick
Riposizionarsi frontali con
movimenti circolari
Mantenere il centro del ring
Riprendere il centro del ring se
perso a sfavore dell’avversario.
Continuare ad attaccare, fintare,
pressare.
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
Il ritmo. Applicazione alternata di pause, forza e velocità.
Il combattimento, tra i suoi aspetti, è ha quello di essere un movimento continuo. Ogni
movimento risente del ritmo. L’atleta che riesce ad imporre il suo ritmo all’avversario, ha buone
possibilità di aggiudicarsi il match.
Il discorso del ritmo sul footwork lo abbiamo affrontato nel paragrafo relativo.
Affrontiamo qui il discorso del ritmo sui colpi portati e sulle combinazioni. Abbiamo già
valutato e definito che l’atleta maggiormente attivo e che abbia imposto il proprio ritmo, venga
più facilmente decretato vincitore per il regolamento della low kick.
Per realizzare ciò è anche necessario che il nostro atleta sia padrone della gestione
dell’applicazione della forza e della velocità nell’esecuzione dei singoli colpi e delle combinazioni.
Per essere al massimo della potenza una tecnica, o una serie di tecniche, devono essere portate al
massimo della forza e velocità. Per quanto, però, l’atleta sia stato sottoposto alla migliore
preparazione atletica e fisica, è difficile riuscire a portare colpi alla massima potenza per tutta la
durata dei rounds del match.
Per ovviare a questo aspetto, un lavoro importante può risultare il condizionamento sul ritmo
dell’attacco, e quindi di gestione della forza e della velocità, nonché di gestione delle pause tra
l’esecuzione di un colpo o una serie di colpi e quelli successivi. Per esemplificare prendiamo una
combinazione di esempio, tra quelle che abbiamo già utilizzato sopra :
Left straight + right hook punch + left middle front kick + right low kick
Adesso, pur eseguendo la stessa combinazione, vediamo come ne cambia l’esecuzione
assegnando o meno delle pause.
1. Eseguiamo l’intera combinazione. Non potremo portare tutte le tecniche alla massima
potenza ma eserciteremo un valore medio alto di forza ed un massimale di velocità.
Possiamo, se vogliamo, eseguire una sola delle tecniche con il valore massimo di forza
2. Poniamo la pausa dopo la prima tecnica. Il left straight può essere eseguito alla massima
potenza, quindi massimale di forza e velocità, e poi eseguire la seconde due o tre alla
massima velocità con forza medio alta. In questo caso il primo colpo costringerà
l’avversario a chiudersi, sempre che non arrivi già a bersaglio essendo stata anticipata da
altri lavori che abbiamo già visto, e permetterci di portare a bersaglio almeno uno degli
altri colpi.
3. Poniamo la pausa dopo la seconda tecnica, ed eseguiamo solo la terza, o la terza e la
quarta alla massima potenza. Il diretto sinistro ed il gancio possono essere eseguiti alla
massima velocità e precisione, costringendo l’avversario ad una concentrazione della
difesa sulla linea alta, per poi portare alla massima potenza il front kick medio, che quasi
sicuramente arriverebbe a bersaglio sul tronco frontale. La quarta tecnica, il low kick, può
essere portato subito dopo con lo stesso massimale di potenza o solo con il massimale di
velocità; le variabili che determinano un tipo di esecuzione o l’altra sono legate, oltre al
condizionamento in allenamento, anche dal residuo di applicabilità di potenza lasciataci
dall’esecuzione della combinazione, dal momento del match in cui ci troviamo o del
round in cui la stiamo eseguendo etc. Nel secondo caso, ovvero che eseguiamo con la
massima potenza la quarta tecnica, l’avversario, dopo essere stato sollecitato alla difesa
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
della linea alta, e, dopo un momento di pausa alla difesa della linea media centrale,
subirebbe quasi sicuramente il low kick destro eseguito con la massima potenza.
4. Poniamo la pausa dopo la terza tecnica, eseguendo solo la quarta tecnica alla massima
potenza. L’avversario subirebbe, come nel caso precedente, una veloce sollecitazione alla
difesa della linea alta per ben due volte e da direzioni diverse, seguita velocemente da una
sollecitazione sulla linea centrale media, per poi ricevere un low kick destro alla massima
potenza.
Abbiamo fatto questi esempi, molto basilari, ponendo una sola pausa all’interno di una
combinazione di quattro tecniche. Introducendo due o più pause, le varietà di esecuzione di
anche una sola singola combinazione diventerebbero così innumerevoli ed efficaci, che, pur
eseguendo le stesse tecniche combinate, a causa della variazione della velocità e delle
sospensioni esecutive, molti dei colpi portati potrebbero andare a segno.
Ad esempio, evidenziando affianco alla tecnica la velocità come massimale con (v) ovvero v
minuscolo, la potenza con (P) ovvero P maiuscolo e la pausa con (p) ovvero p minuscolo,
vediamo questi semplici esempi, analizzandone qualcuno successivamente.
Assegnamo alle tecniche della combinazione dei numeri sequenziali per chiarezza espositiva:
1 = Left Straight Punch, 2 = Right Hook Punch, 3 = Left Middle Front Kick, 4 = Right Low
Kick
Vediamo prima l’alternanza possibile di velocità massima e potenza massimale senza pause
negli esempi di seguito :
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
1(P)2(v)3(v)4(v)
1(v)2(P)3(v)4(v)
1(v)2(v)3(P)4(v)
1(v)2(v)3(v)4(P)
1(P)2(P)3(v)4(v)
1(v)2(P)3(P)4(v)
1(v)2(v)3(P)4(P)
1(P)2(v)3(v)4(P)
Eseguiamo una piccola analisi veloce sull’esecuzione delle combinazioni dalla 5 alla 8.
Nella 5. le due tecniche di pugno vengono portate alla massima potenza in linea alta. Vista
l’alternanza della direzione dei colpi il secondo almeno dovrebbe andare a bersaglio dopo il
left straight. Subito dopo, le due tecniche di calcio, portate con un massimale di velocità,
potrebbero andare a segno entrambe. La terza tecnica potrebbe essere utilizzata come finta
anticipando il low kick destro in velocità. Oppure potrebbe essere utilizzata la quarta tecnica
come finta, piazzando subito di nuovo il diretto sinistro alla massima potenza.
Nell’esempio 6. La prima tecnica di pugno è portata con un massimale di velocità cui segue
subito il right hook ed il left front kick medio alla massima potenza. Una delle due tecniche,
la seconda o la terza, potrebbero raggiungere il bersaglio al viso laterale o al tronco frontale,
visto il repentino cambio delle direzioni delle tecniche e la differenziazione delle altezze dei
livelli di attacco. Il diretto sinistro potrebbe essere utilizzato come finta, portando subito
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
dopo il gancio destro alla massima potenza più velocemente, e continuando l’esecuzione
della combinazione come indicato.
Nell’esempio 7. Le prime due tecniche di pugno vengono portate con un massimale di
velocità impegnando l’avversario in una difesa su linea alta e su due direzioni di attacco
diverse, la frontale e la laterale. Il front kick sinistro medio arriva sempre in velocità come
terza tecnica, ma anche con il massimo della potenza. Se l’avversario riceve il colpo sul
tronco frontale, e, a causa di esso non viene spinto troppo indietro rompendo la distanza
necessaria, potremo portare anche il low kick destro. Con una completa rotazione del piede
di appoggio potremo raggiungere la coscia dell’avversario anche a distanza lunga, scaricando
anche nella quarta tecnica il massimo della potenza. Il secondo colpo potrebbe essere
utilizzato come finta, portando più velocemente il calcio frontale medio alla massima
potenza, e continuando l’esecuzione della combinazione come indicato.
Nell’esempio 8. Il diretto sinistro portato alla massima potenza costringe l’avversario ad una
azione di difesa sulla linea alta frontale. Il gancio destro al viso laterale e il calcio frontale
medio al corpo portati, subito dopo, alla massima velocità potrebbero andare a segno. In
ogni caso risulterebbero ottimi apripista per portare la quarta tecnica, anch’essa alla massima
potenza, ovvero il low kick destro. Il calcio frontale medio potrebbe essere fintato,
obbligando l’avversario a chiudere sulla linea media e a ridurre la mobilità, subendo il low
kick destro portato alla massima potenza e più velocemente, sfruttando l’economia del
movimento della finta.
Per simulare un lavoro di pause integrato con il massima di potenza e velocità come sopra,
prendiamo una delle combinazioni di cui sopra, creando un esempio di massima e lasciando
lo sviluppo di questa parte specifica al tecnico che intende utilizzarla.
Ritorniamo allo studio della combinazione 1234.
Inserendo una pausa tra ogni tecnica, ad esempio 1p2p3p4p possiamo portare tutti i colpi
alla massima potenza. Quindi 1(P)(p)2(P)(p)3(P)(p)4(P)(p). Questo schema può proseguire
oltre la quarta tecnica, e, come abbiamo visto, se ben condizionato al colpo d’occhio, l’atleta
può sospendere randomicamente l’esecuzione legata alla sequenza della combinazione, e
portare uno dei quattro colpi in base ad una valutazione distanza/ bersaglio scoperto, alla
massima potenza dopo ogni pausa, ogni volta che l’avversario glielo permette. Questo
approccio è utilizzato da molti atleti professionisti di livello internazionale. La loro modalità
di esecuzione puntuativa di tecniche alla massima potenza intervallate da pause per
riposizionamento, studio, finte, recupero fisico, abbraccia tutta la strategia completa del
match, a partire dall’anticipo, alla rimessa, all’attacco contemporaneo e/o continuativo.
Altri esempi:
1(v)2(v)(p)3(P) – Diretto sinistro e gancio veloci. L’avversario chiude la linea alta frontale e
laterale. Tiriamo middle front kick sinistro alla massima potenza.
1(v)2(v)(p)3(P)(p)4(P) – come l’esempio precedente. Ma dopo aver portato il middle front
kick sinistro alla massima potenza, dopo una attimo di pausa, portiamo anche il low kick.
Potrebbe essere particolarmente adatto poiché il nostro avversario, dopo aver ricevuto i
primi tre colpi, potrebbe passare al contrattacco di pugno, e il nostro low kick destro alla
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massima potenza avrebbe funzione di attacco contemporaneo o anticipo, colpendo la coscia
in piena contrazione. L’avversario, inoltre, difficilmente potrebbe sottrarla con un
movimento difensivo, poiché la sta utilizzando come base per il lavoro di pugni.
1(v)2(v)(p)3(P)(p)4(v)1(P) – la stessa combinazione, aumentata del primo colpo ripetuto
dopo l’ultimo, si trasforma in tre combinazioni, due di due tecniche e una da una tecnica.
Vediamo l’esecuzione. I due colpi di pugno con velocità massimale. Pausa con eventuale
ripartenza dell’avversario, che anticipiamo con la terza tecnica, il calcio frontale mediano che
in questo caso specifico funge da stop kick. Ancora pausa. Ripartenza con il low kick destro
alla massima velocità, o anche eseguito come finta, magari accompagnando l’esecuzione con
lo sguardo, ma tenendo bene la guardia; subito dopo, diretto sinistro di nuovo, ma portato
con la massima potenza. Se l’avversario ha seguito il nostro sguardo alla sua coscia, ha
probabilmente allentato la guardia in linea alta per chiudere sul calcio basso o sulla relativa
finta credibile, subirà l’ultima tecnica al viso frontale.
Questi che abbiamo esposto sono solo piccoli esempi dell’enorme ed efficace lavoro che si
può costruire sull’alternanza di pause e colpi, e sulla gestione ‘pensata’ della modalità di
esecuzione alternata tra velocità, forza e potenza.
Chiariamo che tutte le combinazioni, di cui sopra, possono essere eseguite nella loro
interezza, come indicato sopra, solo nell’eventualità che se ne creino e ne persistano le
condizioni specifiche. Se dopo l’esecuzione della prima tecnica, ovvero in questo caso del
diretto sinistro, già il nostro avversario modifica la linea del combattimento spostandosi
immediatamente alla nostra sinistra, è chiaro che non ci sarà spazio né modo per eseguire
nemmeno il gancio destro, ovvero la seconda tecnica della combinazione. Le motivazioni
dell’impossibilità di proseguire nella combinazione nella sua interezza possono essere infinite.
Le più frequenti sono l’anticipo da parte dell’avversario, la perdita della distanza corretta per
l’esecuzione, la rimessa dell’avversario prima che la nostra combinazione sia terminata, il
disallineamento della linea di combattimento. Possiamo anche allenare il nostro atleta ad
essere preparato a fronteggiare alcune delle varie situazioni possibili.
Tecnica del bersaglio fisso.
Questa attitudine durante il match consiste nel continuare a colpire ripetutamente un bersaglio
fisso dell’avversario, ovvero una parte del suo corpo. La decisione di effettuare questo tipo di
approccio durante il combattimento può avvenire intenzionalmente oppure occasionalmente.
Intenzionalmente perché il nostro atleta ravvede nella guardia del suo contender almeno un
punto debole fisso, ad esempio avere la tendenza a lasciare scoperta la parte sinistra del viso,
oppure avere la gamba sinistra troppo avanzata, a causa di una posizione dei piedi più lunga, e
così via. Le possibilità sono molte e possono venire fuori solo durante il match. Se il nostro
atleta è abituato ad essere vigile ed avere il senso di presenza ed osservazione sviluppato, può
trovare presto uno o più punti deboli dell’avversario, sia in fase di posizione statica, ovvero nella
‘stance’ abitudinaria, oppure in fase di scambio. Il tutto deve essere anche verificato con una
serie di colpi di prova, perché potrebbe essere anche un falso atteggiamento di invito, per
spronare il nostro atleta ad attaccare proprio dove il nostro avversario desidera e scoprirsi in tal
modo a sua volta.
Una volta verificato che in quel punto l’avversario ha realmente un problema di difesa, il nostro
atleta deve essere abituato a sfruttarlo al meglio. Da quel momento, tutto il repertorio di colpi a
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disposizione del nostro atleta deve essere utilizzato per portare l’avversario a scoprirsi
ripetutamente proprio in quel punto per cercare di portare il colpo definitivo che chiude il
match.
La situazione occasionale : il nostro atleta colpisce una parte del colpo dell’avversario più
violentemente in modo casuale, a seguito di un tentativo di attacco. La parte colpita non è un
punto vitale ma una parte del braccio, del tronco o delle gambe. L’avversario dà più o meno
chiaro segno di aver accusato il colpo, dimostrando indolenzimento. Da quel momento in poi, il
nostro atleta ha l’opportunità di insistere nell’attaccare quel punto, ovviamente sempre
continuando a portar avanti il match.
-
-
-
Le gambe. Un indolenzimento alle gambe, ovvero alla coscia, è la migliore occasione
che può presentarsi. La coscia è un bersaglio consentito. E’ un punto più esposto e
attaccabile rispetto al tronco. Riuscire a peggiorare un iniziale indolenzimento alla
coscia può voler dire mettere fine in anticipo al match, o, quanto meno, limitare o
azzerare la mobilità dell’avversario sul ring.
Le braccia. Le braccia proteggono il viso ed il tronco. Invalidare parzialmente o
completamente l’utilizzo di un braccio vuol dire aver seriamente compromesso a
proprio vantaggio il match. Se il baccio è il sinistro, o in altre parole, quello avanzato,
l’avversario è privo della possibilità di difendere il viso dal rispettivo lato, e in parte
anche il tronco. E’ impossibilitato o quanto meno impedito a portare tecniche di
disturbo quali il jab o il gancio sinistro. La variante rispetto alle gambe è che le braccia
non sono un bersaglio valido.
Il tronco. Il tronco, tranne i punti vitali che comunque per essere sollecitati devono
essere colpiti sfruttando una sospensione della respirazione, è la parte del corpo più
protetta nell’atleta. Flessioni sulle braccia e vari esercizi addominali, ad esempio, già da
soli creano una buona muscolatura che, se accompagnata ad una corretta respirazione,
rendono bassa la vulnerabilità di questa parte del corpo. Se riusciamo, giostrando con
le tecniche, a piazzare continuativamente lo stesso colpo che ha causato
l’indolenzimento, nello stesso punto colpito in precedenza, le possibilità che il match
finisca in anticipo sono parecchie. Tutto questo è ancora più vero se l’avversario ha
un punto debole nella sua difesa o guardia, proprio rispetto alla zona indolenzita.
Non è raro che un serio colpo, che rende difficilmente utilizzabile un arto o una parte del
tronco, possa portare l’avversario a provare a combattere con la guardia opposta, pur di
continuare il match. Le conseguenze di questa scelta procurano al nostro atleta ulteriori vantaggi,
in quanto l’avversario perde buona parte dei suoi automatismi ed è costretto, a meno che non è
una situazione che ha ben sperimentato già in palestra, ad improvvisare mettendo sul ring tutta la
sua esperienza.
Timing
Tra le fondamenta del fighter di Low Kick, come d’altra parte di tutti gli sport da
combattimento, il pilastro maggiore da costruire ed assimilare è il concetto di timing. Il termine,
molto conosciuto nell’ambito del nostro sport, è inglese ed ha varie traduzioni, ma la più adatta
al nostro concetto è ‘tempismo’. Cosa è il tempismo nella low kick? E’ la capacità di eseguire
continuamente l’azione giusta al momento giusto sfruttando al meglio le situazioni del
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combattimento in termini di tempi e controtempi, fermo considerando i punti fissi che abbiamo
determinato sopra, fondamentali per essere considerati vincitori di un match di low kick.
L’anticipo, l’attacco contemporaneo con evasione del colpo ricevuto, la difesa e la rimessa
eseguita con successo, la capacità di colpire ed andare a segno in qualsiasi situazione con la
tecnica giusta al momento giusto, avanzando, indietreggiando, uscendo laterale, girando e
schivando, dopo una finta o un invito, sono tutti esempi perfetti di timing.
L’allenamento al timing parte dal lavoro aerobico e dalla sedimentazione delle memorie visive
degli automatismi delle catene cinetiche standard dei movimenti specifici di questo sport.
Maggiore esperienza, fluidità, coordinazione braccia-gambe, colpi –spostamenti, difesa-attacco
ha acquisito l’atleta, maggiori sono le possibilità che ha di ‘prendere il tempo’ all’avversario ed
essere sempre attivo, vigile e presente all’azione che si svolge e di cui necessariamente deve
rendersi protagonista vincente.
Progressione dell’acquisizione tecnica
Come approcciamo al trasferimento ai fini dell’acquisizione del gesto tecnico all’atleta? Quali
sono praticamente le azioni che mettiamo in campo per far in modo che il nostro atleta
acquisisca inizialmente il gesto tecnico, lo perfezioni, lo velocizzi, lo potenzi e lo esegua nel
modo più efficace e preciso rispetto alle proprie possibilità?
Inizialmente è necessario spiegare lo scopo della tecnica che andiamo ad insegnare. Evitiamo
all’atleta di ‘far vedere’ direttamente la tecnica personalmente, ovvero esibirla. L’essere umano è
dotato di una memoria visiva generalmente molto sviluppata. Probabilmente siamo ancora ottimi
atleti oltre che insegnanti, ma, ancora più probabilmente abbiamo in quel momento davanti un
atleta potenzialmente più dotato articolarmente rispetto noi, magari perché più giovane, perché
ha acquisito coordinazione e forma fisica in altre discipline sportive, o semplicemente perché ha
caratteristiche fisiche diverse dalle nostre ed esegue alcuni colpi più agevolmente ed altri meno.
Inoltre la nostra esecuzione è inevitabilmente personalizzata, talvolta lontana dall’esecuzione da
manuale, ovvero dalla consecuzione più precisa possibile dei movimenti corporei che portano
alla perfetta esecuzione della tecnica che stiamo mostrando. Il rischio, quindi, è di portare l’atleta
ad autolimitare una più corretta esecuzione nel tentativo di imitare il gesto tecnico da noi esibito.
Questa probabilità è maggiore nell’esecuzione di calci complessi o di varianti di essi, mentre è
minore nell’esecuzione di gesti tecnici composti da ampiezza contenuta di movimenti, come
pugni o parate. L’ideale sarebbe riuscire a dotarsi di una buona capacità esplicativa nel guidare
l’atleta nelle prime esecuzioni della nuova tecnica da acquisire. Più dettagli della catena cinetica
del movimento, in parole povere spiegare il movimento a pezzi, riusciamo a fornire, maggiore
sarà la capacità e precisione esecutiva nel momento dell’esecuzione del gesto completo e a
velocità reale. Se proprio abbiamo necessità di un modello da mostrare, richiediamo il supporto
di un atleta esperto, il cui movimento sia più vicino possibile alla esecuzione da manuale e meno
personalizzato. Successivamente lavoreremo sull’adeguamento in termini di efficacia del gesto
tecnico stesso in base alle caratteristiche generali di costituzione, muscolatura e mobilità
articolare dell’atleta specifico.
L’esecuzione iniziale è in modalità lenta ed aerobica. Maggiore è il numero delle ripetizioni da
fermo a vuoto e successivamente a bersaglio, maggiore è l’incremento della capacità esecutiva e
della memorizzazione del gesto. Successivamente va sviluppata contemporaneamente la velocità
senza forza e tensione, con la contrazione muscolare di tutta la catena cinetica del corpo che
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partecipa al colpo, e l’immediata decontrazione e recupero dell’arto lanciato. Insieme a questo
lavoro va introdotto immediatamente il supporto al gesto tecnico dell’espirazione
contemporanea alla contrazione. Il perfezionamento delle capacità respiratorie coordinate al
match è tanto importante quanto l’acquisizione tecnico – tattica degli strumenti del
combattimento e costituisce la struttura portante dell’incontro di low kick stesso, obiettivo finale
della preparazione. Una errata applicazione delle capacità respiratorie impedisce il recupero
durante lo svolgimento del combattimento, ed inibisce la completa estrinsecazione della potenza
massima dei colpi del soggetto. Questo lavoro va svolto ancora da fermo mentre si introduce il
footwork e gli spostamenti. Va svolto ancora a vuoto, ai colpitori, al sacco, con lo sparring
partner. Quando l’atleta ha acquisito una corretta esecuzione in velocità della tecnica da fermo
sia a vuoto che a bersaglio lo portiamo all’esecuzione della tecnica in movimento sempre con
bersaglio fisso, utilizzando sempre i vuoti, colpitori, sacco, sparring partner. Dopo aver acquisito
soddisfacenti risultati con questo lavoro l’atleta si accinge ad affrontare il lavoro finale. Il lavoro
realistico di colpire un bersaglio in movimento questa volta necessariamente un colpire, un sacco
in movimento o lo sparring partner in movimento introduce al match vero e proprio. Andiamo a
riassumere gli steps di lavoro per arrivare all’obiettivo match per l’atleta dal punto di vista delle
progressione esecutiva :
1. Da fermo tecnica a pezzi con precisione esecutiva. Vuoto; specchio. (atleta e bersaglio
entrambi fermi)
2. Da fermo tecnica in velocità con contrazione a bersaglio e decontrazione immediata
successiva. Bersaglio fisso. Vuoto; specchio; colpitore; sacco; sparring partner
3. Da fermo potenza esecutiva. Bersaglio fisso. Sacco; colpitore; Sparring.
4. In movimento coordinazione movimenti e colpi aerobico. Bersaglio fisso. Vuoto;
specchio; colpitore; sparring partner. (atleta in movimento bersaglio fisso)
5. In movimento veloce. Bersaglio fisso. Specchio; vuoti; colpitore; sacco; sparring.
6. In movimento con potenza. Bersaglio fisso. Sacco.
7. In movimento velocità e precisione bersaglio mobile. Colpitori; Sparring. (atleta e
bersaglio entrambi in movimento)
8. In movimento potenza bersaglio mobile. Sacco. Sparring libero.
Il lavoro 1 può essere utilizzato anche da un atleta esperto come primo riscaldamento. I lavori 4
e 5 possono essere utilizzati come riscaldamento pre – match nello spogliatoio. Il lavoro 8 è la
simulazione reale del match o comunque ne richiede la stessa intensità senza la stessa
componente ambientale e la stessa pressione.
L’incontro (Il match)
Il match è un’evento per il quale l’atleta va preparato fisicamente e tecnicamente, ma anche
mentalmente. Il coach deve evitare che l’atleta arrivi mentalmente stressato o condizionato da
pensieri fissi di qualsiasi genere o eccessivamente esaltato per una facile vittoria sull’avversario o
viceversa per una molto probabile se non sicura sconfitta. Sono tutte condizioni che non
favoriscono la concentrazione, la proattività, la presenza mentale e la messa in campo di tutto il
bagaglio tecnico-agonistico-tattico-strategico per il quale atleta e coach/ team hanno lavorato
durante tutta la preparazione. Non è possibile, ovviamente, per il coach, estendere le relazioni
con l’atleta nella vita privata, in cui possono accadere i normali eventi positivi e negativi della vita
comune, salvo nel caso di fighters professioni a livello nazionale ed internazionale, per i quali la
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società può indirettamente esigere contrattualmente un parziale disinteresse per altre attività che
distraggano l’atleta dall’attività professionistica. Al di fuori di questo caso, però, il coach può
dotare l’atleta di strumenti di lavoro da utilizzare per favorire l’arrivo al match nelle migliori
condizioni mentali possibili.
Il rilassamento muscolare
E’ importante che un atleta di buon livello impari una qualsiasi delle innumerevoli
tecniche di rilassamento muscolare.
La comunicazione tra il corpo e la mente è bidirezionale. Un corpo muscolarmente teso
comunica lo stesso stato alla mente, a livello di sistema nervoso, ed innesca condizioni di
tensione mentale che possono estrinsecarsi in qualsiasi forma inibendo la concentrazione
dell’atleta. Il percorso funziona simmetricamente all’inverso, ovvero una mente tesa e
preoccupata, induce nel corpo la tensione muscolare, che unita a distrazione e mancanza
di concentrazione può avere come effetti minimi predisposizione a subire colpi ed
infortuni, difficoltà ad acquisire e memorizzare nuovi lavori e movimenti, fino ad arrivare
alla resa minima durante gli allenamenti e, al peggio, durante il match. Inoltre, un sistema
muscolare interamente o parzialmente teso, assorbe, anche da fermo, enormi quantità di
energia vitale, da dedicare invece alla migliore interpretazione del match. I pensieri e le
preoccupazioni vanno tenute lontane dal ring, come da qualsiasi altra attività che necessità
di concentrazione e presenza mentale. Ma per raggiungere questo scopo è necessario
lavoro integrativo ed impegno.
La tecnica basilare per il rilassamento muscolare è il massaggio sportivo, una tecnica
passiva indotta da un massaggiatore qualificato esperto. Il corpo rilassato e tonicizzato
induce uno stato generale di concentrazione, stato vigile e presente, ma rilassato. Lo
scopo è ottenuto. Non sempre è possibile, però, disporre di un massaggio sportivo
completo prima del match. Il coach può acquisire tecniche minimali di massaggio da
praticare prima dell’incontro o dopo gli allenamenti per rilassare il fighter.
Se l’atleta è capace di autoindurre questo stato nel proprio corpo, ne potrà disporre
l’utilizzo nei momenti che ritiene più necessari.
Una delle tecniche più diffuse, semplici ed efficaci, è quella di assumere una posizione
comoda senza tensioni, e, iniziando dalla concentrazione su di una delle due estremità del
corpo (testa o piedi), risalendo, o discendendo, con l’attenzione, attraverso le varie parti di
esso, rilassarlo a pezzi, fino a raggiungere una sensazione ‘globale’ di rilassamento. Dopo
un breve periodo di pratica questa tecnica si rivela estremamente efficace.
Esistono molte tecniche per indurre questo stato, una delle quali, ad esempio è il training
autogeno, utilizzabile anche non in forma completa, ma solo per quanto riguarda il
rilassamento muscolare.
Esercizi di respirazione
Gli esempi di esercizi di respirazione riportati di seguito, se insegnati e praticati dall’atleta
quotidianamente o con periodicità cadenzata e regolare, non solo sono di aiuto
mentalmente e fisicamente il giorno del match, ma migliorano la respirazione in
allenamento e le capacità respiratorie generali.
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
Le fasi respiratorie necessarie alla vita sono due : l’inspirazione e l’espirazione.
Aumentare la prima rispetto alla seconda induce lucidità mentale, forza fisica, proattività e
voglia di fare. Se non si è abituati a tenere sotto controllo la tensione fisica con una
pratica di rilassamento per condizionare il proprio corpo, aumentare il tempo di
inspirazione rispetto all’espirazione può indurre tensione muscolare. Quattro o cinque
inspirazioni profonde con espirazione breve e veloce sono un toccasana prima e durante
un allenamento particolarmente affaticante o, per ricaricarsi, prima del match, durante il
minuto di riposo tra i round, o mentre si aspetta nell’angolo neutro il conteggio
dell’avversario o la comminazione di una penalità da parte dell’arbitro.
Aumentare l’espirazione rispetto alla inspirazione induce uno stato di calma, rilassamento
vigile, abbassa il livello di tensione mentale e fisica. E’ ideale nei momenti in cui qualche
pensiero negativo sta facendoci astrarre dalla realtà, specialmente se accade durante un
allenamento o, peggio, prima o durante il match. Il pensiero negativo può emergere anche
a causa di una evento contestuale, come un arbitro che ci richiama continuamente, la
difficoltà a portare a termine positivamente sull’avversario un’azione a lungo sperimentata
in allenamento, atteggiamenti dell’avversario che ci provocano per indurre stati di
reattività e rabbia, una dei peggiori nemici del fighter, perché toglie lucidità, induce
tensione e perdita quasi completa di gestione del match. Quattro o cinque espirazioni
lunghe precedute da una inspirazioni brevi ma profonde ci riportano ad uno stato di
calma e concentrazione. E’ inoltre indicata durante le stretching statico per favorire
l’allungamento delle fasce muscolati.
Aumentare proporzionalmente il tempo dell’inspirazione e dell’ispirazione induce una
stato di bilanciamento e capacità di valutare velocemente e serenamente situazioni
improvvise contestuali.
Oltre ad utilizzare estemporaneamente, nei momenti di necessità, un numero di
respirazioni nelle modalità sopra descritte, l’atleta può cimentarsi in una pratica
quotidiana di alcuni minuti in una o tutte le semplici applicazioni respiratorie, scegliendo
in base alle proprie caratteristiche.
Per praticare basta scegliere una posizione comoda. E’ possibile abbinare alla respirazione
un conteggio numerico mentale da assegnare alle due fasi, che diventa uguale nel terzo
tipo di respirazione. Non esagerare con l’allungamento del respiro e rimanere sempre
nell’ambito di una pratica respiratoria comoda che non comporti alcun tipo di sforzo
eccessivo. L’allungamento del respiro è una conseguenza naturale della pratica da
raggiungere unicamente con la perseveranza. Quando si lavora con la respirazione oltre il
numero di quattro o cinque respiri singoli fino ad arrivare ad alcuni minuti di pratica, il
respiro deve essere silenzioso e non sforzato altrimenti possono manifestarsi capogiri ed
altri fastidi inutili da sperimentare. E’ importante che il respiro sia ‘silenzioso’, ovvero che
non produca alcun suono. Altro accorgimento è respirare con il diaframma , non con il
torace.
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
Visualizzazione e concentrazione
All’atleta, oltre alle nozioni ed ai condizionamenti strettamente legati alla specialità della
low kick, devono essere trasferiti anche i giusti valori che lo leghino a questo sport in
modo sano e sportivo, indipendentemente dal suo livello di impegno nella disciplina,
amatoriale o professionistica.
Il combattimento è una prova con se stessi di fronte ad un avversario. L’incontro è un
occasione per misurarsi con un altro atleta in termini di preparazione generale nella
specifica disciplina. L’avversario va sempre ringraziato e rispettato in qualsiasi caso , in
quanto ci fornisce l’occasione di metterci alla prova. Devono essere scoraggiati
atteggiamenti da parte degli atleti di ostilità o competitività personale con l’atleta
specifico. Oltre alle regole di rispetto e sportività da onorare in questa disciplina,
atteggiamenti diversi non sono produttivi ed utili per l’atleta stesso, in quanto instillano
sentimenti ed emozioni negative, quali rabbia, ostilità, violenza. Queste attitudini, non
sane, comportano seri cali di concentrazione e aumento di tensione nell’atleta e nel team.
Oltre all’allenamento fisico il nostro atleta deve essere addestrato anche a tecniche di
esercizio mentale che sono importanti per :
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Favorire la concentrazione generale dell’atleta sia durante gli allenamenti che durante
il match. Nella condizione mentale di concentrazione l’atleta migliora più velocemente
in termini di esecuzione, velocità, destrezza e tecnica.
Favorire l’esecuzione stessa delle tecniche o di un colpo specifico o di una reazione
particolare in situazioni di combattimento
Alcuni esercizi mentali di visualizzazione :
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Visualizzare se stessi nell’esecuzione di una combinazione o di una serie di colpi
specifici provati in allenamento e che fanno parte del proprio bagaglio tecnico
specifico; Visualizzare i vuoti ovvero se stessi eseguire i gesti a vuoto di attacco, di
difesa attiva, di evasione, migliora la tecnica esecutiva; visualizzare se stessi eseguire i
colpi specifici su di un avversario migliora la capacità di impatto e l’applicazione a
bersaglio dei colpi stessi.
Visualizzare delle situazioni specifiche di combattimento provate in palestra e che
costituiscono il proprio bagaglio tattico ad esempio : lavoro di attacco su di un
avversario alle corde; lavoro di difesa ed evasione dall’attacco di un avversario che ci
tiene alle corde; lavoro di anticipo costante sull’avversario; etc.
Ricordare un lavoro specifico o una lezione specifica dell’ultima settimana di lavoro,
oppure una lezione specifica particolare che si ama ricordare e rivivere per fissare nella
memoria le conoscenze acquisite; un particolare incontro vinto, oppure parti di esso
dove si è riusciti ad eseguire dei lavori specifici al massimo rendimento con il massimo
risultato sull’avversario. Questa pratica aumenta la fiducia in se stessi, nelle proprie
possibilità e reali capacità, bilancia eventuali eccessivi entusiasmi e in ogni caso rimette
l’atleta con i piedi per terra, con una forte componente di volontà di sperimentare di
nuovo le positive sensazioni ricordate e rivissute.
Visualizzare lo svolgimento reale del match tra se stesso con un avversario
immaginario con caratteristiche specifiche, oppure, meglio ancora, se ne conosce le
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
caratteristiche fondamentali, i colpi e la strategia favoriti, con l’avversario del
successivo match previsto.
Qualsiasi esercizio di visualizzazione legato all’allenamento, a match precedenti, a
momenti particolarmente vincenti e positivi, accompagnato dal riviverne le emozioni e gli
stati, convoglia e concentra il flusso di pensieri dell’atleta evitando di divagare e formare e
fissarsi su altri aspetti, influendo sul morale e sulla resa sportiva e fisica. Gli esercizi di
visualizzazione dell’esecuzione ripetuta, uguali alla modalità di allenamento fisico delle
combinazioni specifiche, influisce positivamente anche sull’esecuzione stessa. Gli esercizi
di visualizzazione di ripetute a vuoto o a bersaglio sono utilissime se l’atleta è costretto ad
un fermo per un periodo per un evento casuale, quale infortunio o allontanamento
forzato temporaneo dalla preparazione a causa di seri impegni urgenti. La visualizzazione
di un match reale migliora notevolmente il colpo d’occhio nel piazzare i colpi e la velocità
nell’anticipo e nella difesa, nonché un sensibile aumento della fiducia nelle proprie reali
possibilità, come se, in termini di esperienza, si fossero effettuati più match di quelli
realmente combattuti.
Se questi esercizi divengono attitudini pratiche per l’atleta, applicandovisi
quotidianamente o con cadenza periodica fissa, ha la possibilità di utilizzarli in particolari
momenti di necessità, quando l’attenzione cala o la concentrazione si abbassa a causa
dell’emotività o della pressione agonistica, anche il giorno del match o in occasione di
importanti sedute di sparring o di lavori specifici nel corso della preparazione.
Tre giorni prima
Gli ultimi tre giorni prima dell’incontro l’atleta deve evitare allenamenti pesanti o
anaerobici. Meglio lavori leggeri di stretching dinamico, vuoti, o colpitori in velocità e
precisione. Inoltre, dovendo stare nel peso è preferibile non perdere troppi liquidi nè
indurre l’atleta, con sforzi eccessivi, al recupero delle forze introducendo eccesso di cibi o
liquidi prima del peso.
Dal punto di vista mentale, specialmente per gli atleti pro, è preferibile non intraprendere
attività esterne che comportino rischi o aspettative, specialmente se gli esiti di risposte o
notizie conseguenti a queste azioni, sono previste dopo il match. L’atleta potrebbe essere,
a causa di queste, sovrapensiero durante il match e non essere sufficientemente
concentrato e presente, mettendo a rischio l’esito del match stesso, ma soprattutto la
propria incolumità. Sconsigliare all’atleta attività mondane o di prolungata relazione con
l’esterno, in quanto potrebbe generare situazioni casuali di nervosismo e distrazione.
L’atleta deve arrivare al match più sereno possibile e con la mente vuota e concentrata
all’incontro ed a tutte le attività propedeutiche. Può essere positivo promuovere la
frequentazione tra compagni di allenamento, anche insieme al coach, evitando però che
l’oggetto delle conversazioni verta unicamente sulla giornata del match, e comunque mai
in senso negativo, instillando dubbi in qualsiasi modo negli atleti che devono combattere.
Questa attitudine crea una solidarietà positiva nella squadra ed un senso di appartenenza
che costituisce anche una solida base di sicurezza tra gli atleti della stessa palestra, scuola
o team, i quali si sentono sostenuti gli uni dagli altri nei giorni immediatamente precedenti
al match e soprattutto il giorno del match stesso.
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
Spesso queste attività sono favorite dalla trasferta stessa affrontata dalla squadra o dal
team dell’atleta per affrontare incontri fuori sede regionale o nazionali. Se il match
previsto è internazionale, l’arrivo nel luogo del match può essere fissato il più possibile
prima della data dell’evento. Anche viaggi lunghi, male organizzati o con arrivo troppo
vicino alla data del match, influiscono negativamente sulla forma fisica dell’atleta. Questa
condizione crea un forzato isolamento dal contesto sociale degli atleti, facilitati in tal
modo alla focalizzazione delle proprie attenzioni sull’incontro.
Ingresso nel luogo dell’evento e riscaldamento.
L’arrivo dell’atleta al luogo dell’incontro deve avvenire in orario rispetto alla tabella di
marcia delle attività dell’intera giornata. Il ritardo al peso o alle operazioni di registrazione
può indurre nell’atleta uno stato di ansia, che deve essere evitato. Tutto deve svolgersi nei
tempi previsti e di questo deve farsi carico il coach ed il team, salvo imprevisti o cause di
forza maggiore.
All’arrivo, l’atleta va lasciato libero di ambientarsi a proprio modo. Alcuni non desiderano
‘esplorare’ in lungo ed in largo l’impianto ma chiudersi direttamente nello spogliatoio con
il proprio coach o con il team. Altri preferiscono, invece, rendersi conto del luogo dove
combatteranno, in modo che uscendo dallo spogliatoio verso il ring, l’ambiente risulti
loro minimamente familiare. Altri dedicano particolare attenzione al ring stesso per
verificare particolari specifici, il tiraggio e l’altezza delle corde, la misura del ring, l’altezza
da terra, la vista dal tappeto del contesto circostante etc. E’ un compito del coach
conoscere le abitudini dell’atleta e favorirle nella misura in cui non diventino eccessive
portandolo ad una perdita di concentrazione al match, ma anzi la favoriscano. Altri
preferiscono vedere subito lo spogliatoio, anche se intenzionati ad uscirne
successivamente prima del riscaldamento, per verificare la presenza di arredi di proprio
uso comune cui sono abituati, quali spalliere, panche, docce etc.
Il tempo che intercorre dall’arrivo alla struttura sede del match, le operazioni di peso e di
registrazione e l’inizio del riscaldamento e delle attività di vestizione dipendono dalla
prevista posizione in scaletta dell’incontro stesso. Se l’atleta combatte tra i primi, dando
per scontato che l’orario di inizio dei match sia rispettato il più possibile, è necessario
iniziare le operazioni non più tardi di 45’ minuti prima dell’ora prevista. Se l’atleta non
combatte tra i primi è necessario iniziare le operazioni almeno dall’inizio del quart’ultimo
incontro che precede quello del nostro atleta, laddove i match siano di low kick e K-1
rules in cui i round previsti sono generalmente 3 per 3 minuti con un minuto di riposo. E’
sempre possibile che uno, o raramente due, dei quattro terminino prima del limite,
abbreviando repentinamente il tempo a disposizione, situazione che va assolutamente
evitata per la tranquillità del nostro atleta. E’ anche possibile che la durata dei round sia di
4/ 5 round di 2 minuti. In questo caso il calcolo del tempo non cambia di molto. Se
l’organizzatore dovesse prevedere 5 rounds da 3 minuti è sufficiente calcolare il tempo
previsto calcolando anche il tempo dell’entrata degli atleti, il tempo della lettura del
verdetto ed altre attività collegate ai match. Sarà quindi compito del coach capire se il
termine dell’inizio operazioni va anticipato in considerazione del livello degli incontri
precedenti e dei protagonisti degli stessi. Anticipare troppo le operazioni di preparazione,
a meno che non sia una specifica richiesta e naturale tendenza dell’atleta, sempre da
verificare sul campo, rischia di rilassare eccessivamente l’atleta stesso. Alcuni atleti
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preferiscono assistere agli incontri di inizio scaletta, in quanto risultano loro propedeutici
ad entrare nel clima della competizione. Il riscaldamento deve essere progressivo dalla
testa ai piedi, possibilmente composto da stretching dinamico. I vuoti solo in velocità
delle combinazioni o dei colpi preferiti è un’altra possibilità di riscaldamento successivo.
Quando l’atleta è perfettamente riscaldato poco prima dell’incontro è possibile utilizzare i
colpitori per lavori in velocità senza forza, eventualmente introducendo esecuzioni a
media potenza per le tecniche di base, soprattutto colpi di pugno, per scaricare la
inevitabile tensione anche minima. Durante la vestizione o la fasciatura delle mani può
essere utile un momento di raccoglimento e di confronto tra atleta e secondo per
concentrarsi sulla strategia provata in preparazione ripetuta insieme grazie a frasi
sintetiche e concetti immediati, evitando di aprire nella mente dell’atleta troppi spazi di
riflessione. Frasi di esempio possono essere : “Allora ricorda : sempre attivo in attacco,
anticipa, muoviti, tieni il centro del ring, etc.”.
All’angolo
Chi ha seguito e curato la preparazione dell’atleta, quantomeno per l’incontro specifico, è
ben a conoscenza delle caratteristiche e delle possibilità dell’atleta al momento del match.
Prima e durante il match sull’atleta gravano la pressione dell’incontro e la sana
aggressività sportiva generata dalla naturale tensione per il match stesso. Paura della
sconfitta, di potersi procurare un infortunio, o qualsiasi paura generica. Altri viceversa, di
carattere particolarmente sicuro di sé, possono essere emozionati dalla sicurezza di
vincere il match e di essere superiori all’avversario. Se abbiamo lavorato bene nelle
settimane precedenti e l’atleta è arrivato equilibratamente sereno, concentrato e caricato
all’incontro, tutti i valori di queste componenti sono relativamente bassi ma spesso
comunque presenti. Dobbiamo quindi considerare che l’atleta non è predisposto ad
ascoltare discorsi e consigli di particolare complessità, ma piuttosto parole brevi e
significanti che preferibilmente abbia già ascoltato spesso in allenamento e che sono
collegate al lavoro specifico costruito durante la preparazione; frasi condizionate che si
aspetta lo accompagnino anche durante il match.
Esempi pratici possono essere : “Entra! uno, due e tre! Esci! E gira, giraa!”, “Alza le
braccia!” oppure “Guardia su!” e cosi via. L’esempio specifico può voler significare che lo
sollecitiamo ad un lavoro che ha già fatto di innumerevoli volte in allenamento di
accorciare la distanza (“entra!), portare le sue tecniche in combinazione (“uno, due e tre!”)
e dopo averle portate ristabilire la distanza di sicurezza per non essere colpito di rimessa.
Girare intorno l’avversario (“Gira!”) evitando di rimanere fermo e tenere le braccia su a
difesa (“Alza le braccia!”, o “Guardia su!”) in quanto, con il naturale sopraggiungere della
stanchezza e dell’affaticamento nel corso del match, si tende ad abbassarle. Le stesse cose
possono essere ripetute continuamente all’angolo durante il minuto di riposo.
Altre informazioni possono essere date dal secondo sia durante i round che all’angolo nel
minuto di riposo, e possono essere relative a degli aspetti relativi al match specifico. In
quanto osservatore esterno fuori dal ring, il secondo ha una possibilità in più di rimanere
lucido ed osservare dei punti fondamentali che possono essere utili all’atleta che sta
combattendo. Ma la modalità di trasferimento deve essere coincisa e sintetica ed andare al
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nocciolo della situazione. Esempi pratici possono essere “Vedi come sta lungo? Vai low
kick davanti!”, oppure “Sta laterale! Vai di low kick dietro!”, dove l’avversario ha una
posizione dei piedi troppo lunga e gli riesce difficile una difesa da un low kick all’interno
della coscia avanzata, oppure in guardia troppo laterale e subisce facilmente low kick sulla
coscia avanzata. Gli esempi possono essere infiniti, legati alla lettura del match ed
all’interpretazione tattica che il coach può individuare in qualche punto di debolezza
evidenziato dall’atteggiamento dell’avversario o del proprio stesso atleta.
Altre sollecitazioni possono riguardare, come abbiamo visto dal regolamento ring della
low kick, l’essere attivo, stare al centro del ring, essere preciso e intenzionato
nell’esecuzione, e tutte le specifiche che abbiamo visto in precedenza.
Da evitare la reimpostazione parziale o completa dell’atleta in termini di tecniche e
prestazioni al di fuori del lavoro con il quale è stato preparato. L’atleta deve essere
sollecitato ad utilizzare gli strumenti per i quali è stato preparato. Se dovessero risultare
non idonei il giorno del match, vuol dire ci sono stati errori di preparazione.
Per quanto riguarda il supporto pratico, in genere affidato all’altro secondo, l’atleta può
chiedere di bagnarsi o sciacquarsi la bocca o di ingerire minime quantità di acqua naturale.
Può chiedere di essere lavato il paradenti. Per procurare sollievo ed rinfrescarlo si può
utilizzare la rotazione dell’asciugamano per ventilare, versare piccole quantità di acqua
temperatura ambiente sulla parte posteriore della testa, in modo che scenda sulla nuca ed
in mezzo alle spalle; oppure utilizzare borse d’acqua fredda allo stesso scopo. L’atleta può
chiedere di essere asciugato. Le pratiche di recupero all’angolo sono varie, l’importante è
accontentare le richieste dell’atleta nei limiti che non costituiscano dei danni.
Post incontro
Qualsiasi sia il verdetto o l’esito dell’incontro, nessuna considerazione importante va fatta
a caldo subito dopo il match. E’ importante festeggiare in caso di vittoria e rassicurare in
caso di sconfitta, rimanendo in ogni caso con i piedi per terra con le valutazioni ed
evitando di ingigantire meriti o demeriti, che portano l’atleta vincente ad avere una
esagerata considerazione delle proprie effettive possibilità e quello sconfitto a
demoralizzarsi eccessivamente, colpevolizzandosi e caricando esclusivamente su di sé
tutte le responsabilità del risultato.
Sia che l’atleta sia risultato vincitore che sconfitto, il coach sa bene se e quali cose devono
essere migliorate e su quali si deve lavorare. Quasi tutto ciò che l’atleta esprime sul ring è
frutto del lavoro svolto con il coach in allenamento e in preparazione. Nessun appunto va
fatto all’atleta e non subito dopo il match, neanche nella stessa giornata. A meno che
l’atleta stesso non intenda parlare dell’incontro. Eventuali valutazioni vanno condivise a
mente fredda nei giorni successivi. Molte delle azioni correttive che devono essere
intraprese per migliorare le prestazione dell’atleta da qualsiasi punto di vista (atletico,
tecnico, tattico, strategico, comportamentale, attitudinale, etc.) non è necessario siano
condivise con l’atleta stesso ma inserite nella successiva preparazione ed eseguite
direttamente.
In generale, anche gli eventi del post incontro non devono imprimere un ricordo emotivo
negativo nell’atleta, oltre a quanto sia già realmente accaduto in caso di sconfitta, né un
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ricordo eccessivamente positivo in caso di vittoria. In entrambi i fatti realmente accaduti
devono essere valutati obiettivamente.
Sintesi finale
Vediamo in breve tutti i punti del lavoro:
Posizione dei piedi non troppo lunga riduce l'assorbimento dei micidiali low kicks, oltre
ad assicurare possibilità maggiore di movimento.
La posizione deve essere naturale, sintesi di stabilità ma facilità di movimento.
Allenare posizione frontale, mezzofrontale e laterale sperimentando e realizzandone
vantaggi e svantaggi.
Il mento direzionato alla gola e il tratto cervicale allungato permettono maggiore visione,
facilità di respirazione, sicurezza del tratto cervicale a seguito di colpi al viso frontale.
I pugni almeno all'altezza del mento evitano movimenti inutili di recupero in difesa,
assicurano partenza diretta dei pugni in attacco.
Automatizzare la rotazione delle spalle e dei piedi sull'avampiede sui colpi, fino a renderlo
movimento naturale ed automatico.
Utilizzare tutto il corpo per l'esecuzione di ogni singola tecnica.
La guardia va mantenuta sempre e comunque, sia in fase di difesa che di attacco.
Il bersaglio deve essere prima 'mirato' poi colpito. Niente tecniche cieche.
Sviluppare sguardo 'globale' fissando il petto o un punto fisso dell'avversario; Colpire e
difendere senza 'guardare' direttamente bersagli e colpi in arrivo; Intuire i colpi
dell'avversario dai movimenti.
Fissare dei criteri di base propri della scuola (in questo esempio diversificazione altobasso, dritto-circolare, sinistro destro)
Allenare determinazione a colpire, lucidità e presenza, la tenuta del centro del ring, difesa
attiva, lo stile e l'esecuzione.
Sperimentare e fissare il concetto della circonferenza di sicurezza.
Perfezionare l'efficacia dei colpi e la precisione.
Colpire ogni bersaglio perpendicolarmente.
Creare una lista valutata di tecniche base della scuola e associarle in combinazioni
funzionali.
Fissare ed allenare colpi di apertura e chiusura dell'azione d'attacco.
Creare una lista valutata dei colpi migliori dell’atleta ed associarli in combinazioni
funzionali.
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
Cambiare la sequenza di inizio della combinazione creata sull'atleta per aumentare la
reattività e le occasioni di attacco durante il match.
Utilizzare due o tre combinazioni per ogni singolo atleta provenienti da entrambi gli
studi, della scuola e personalizzate.
Lavorare su tutti gli aspetti possibili del low kick.
Automatizzare tutti gli strumenti di difesa e specializzare l'atleta sulla difesa attiva, ovvero
le parate miste ai colpi di incontro.
Lavorare sulla correttezza del gesto tecnico della tecnica di attacco, e quindi
indirettamente sulla efficacia e precisione.
Introdurre un lavoro progressivo sulle tecniche di attacco, dalla tecnica di base, all'
aerobico ed all'anaerobico.
Portare le tecniche di attacco all'utilizzo per il contatto pieno lavorando sulla velocità, la
forza e quindi la potenza.
Lavorare sugli spostamenti ed il footwork.
Padroneggiare la distanza e la relativa continua modifica della stessa nel corso del
combattimento e l’esecuzione delle tecniche specifiche alla distanza specifica.
Allenare la scivolata lunga e montare sui movimenti delle tecniche funzionali utilizzando
il tutto come lavoro randomico di disturbo durante il match, alternato agli scambi ed alle
combinazioni.
Lavorare alla difesa e rimessa, contemporaneità ed anticipo fino a renderle naturali per
l'atleta; Privilegiare sempre l’ultima.
Assemblare e lavorare sull'assimilazione delle combinazioni associate al footwork e
sperimentare più casistiche possibile (le figure).
Lavorare sull'adozione e sull'imposizione all'avversario del proprio ritmo e personalità.
Imparare a gestire l’applicazione della potenza dei colpi, ovvero la velocità e la forza,
creando un ritmo personale, condizionato ma anche contestuale di attacchi e pause.
Insegnare a scoprire velocemente i punti deboli dell'avversario, sia di impostazione che
fisici, anche sopravvenuti nel corso del match, ed utilizzarli a proprio favore; la tecnica del
bersaglio fisso.
Impostare una metodica comportamentale di base abitudinaria dai giorni immediatamente
prima dell'incontro, e sopratutto il giorno dell'incontro; Arrivo, riscaldamento, incontro,
post incontro.
Introdurre il lavoro di rilassamento muscolare, esercizi di respirazione, di visualizzazione.
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
Considerazioni finali
L’obiettivo del coach è riuscire a mediare tra l’esaltazione ed il perfezionamento delle
propensioni tattico-tecniche personali di ogni singolo atleta in confronto al regolamento con cui
andrà a confrontarsi, in questo caso la low kick. Sono benvenute le personalizzazioni, ma solo
quando l’atleta stesso ha dimostrato che sono vincenti rispetto alla tecnica di base, che sia
attacco, difesa, spostamento, atteggiamento. Molto importante anche la valutazione del carattere
e della personalità rispetto a questo discorso e la dialettica all’angolo durante l’incontro. Un atleta
completamente affidato è più disposto all’ascolto ed aperto ai consigli tecnici ed agli
incoraggiamenti rispetto ad un altro che ha le sue convinzioni nonostante l’evidenza o le sue
difficoltà indipendentemente dall’esito reale dell’incontro fino a quel momento. Prima di tutto
questo viene la tecnica di base. La personalizzazione è una fase successiva rispetto ad un modello
iniziale. Il modello tecnico tattico di low kick presentato in questo lavoro è un atleta che si
muove in modo necessario e sufficiente, sempre chiuso e composto, con colpi sempre caricati,
attento e lucido allo svolgimento del match; un atleta con automatismi che esprime con facilità
sia in fase difensiva che in attacco; ma d’altra parte padrone di strumenti che riesce ad utilizzare
estemporaneamente rispetto alle azioni dell’avversario; non mette in atto azioni forzate, per non
scoprirsi inutilmente o perdere fiato. Un’ottima mediazione tra anticipo e rimessa. Insomma
economia massima nei movimenti e nelle azioni, ma massima efficacia e precisione. In difesa la
priorità è l’evasione, ovvero evitare l’assorbimento inutile di colpi; Subito dopo, la parata, che
evidenza ai giudici che la tecnica ricevuta è sotto controllo e lontana dal bersaglio; in ultima
analisi la chiusura, pur necessaria nel corpo a corpo, che pone una parte di un arto tra il proprio
corpo e il colpo dell’avversario, ma che comunque non evita l’assorbimento della forza cinetica
del colpo ricevuto. In attacco portare continuamente colpi, ritmicamente e perfettamente al
momento opportuno, come d’altra parte capire immediatamente quando l’avversario ha subito
ed accusato un colpo particolare ed è il momento di insistere, ma anche sapersi fermare in caso
non si raggiunge nei tempi ragionevoli lo scopo previsto. L’atteggiamento imprescindibile per
ottenere tutto ciò è l’attenzione, la lucidità e la presenza, attitudini che con lo scorrere dei round
e a causa della perdita progressiva di energie e di fiato possono andare a scemare. Quindi grande
importanza al lavoro di resistenza, forza e velocità, che possono scaturire da una ottima
preparazione agonistica, dal lavoro di riflessi e concentrazione, dagli automatismi e dal colpo
d’occhio. Fondamentale l’efficacia e la precisione, cui deve essere dedicata buona parte della
formazione.
Il match di low kick è un insieme di tempi prestabiliti (rounds) intervallati da un riposo (1
minuto) che possono variare in base al livello di categoria del match. I tempi prestabiliti
contengono una serie di situazioni prevedibili, e una serie di situazioni imprevedibili. Le
prevedibili sono : l’inizio del primo round del match, l’ultimo minuto di ogni round, la ripresa
dopo il break, le situazioni che possono occorrere alle corde, la ripresa dopo il conteggio
ricevuto o inflitto, le diverse misure del ring di gara, minime e massime, la ripresa dopo il terzo
conteggio ricevuto o inflitto, l’ultimo round con atleta in vantaggio di punti, l’ultimo round con
l’avversario in vantaggio di punti.
Il lavoro più efficace è quello di riuscire a scomporre il combattimento reale in tutte le situazioni
possibili, e preparare e condizionare alla reazione istintiva sul ring l’atleta alla maggior parte di
esse.
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Appendice:
Esercizi propedeutici.
Condizionamento all’applicazione dei criteri
I criteri di attacco ai livelli diversi alto-medio-basso, destra sinistra, e dritto- circolare sono
già garantiti nella preparazione dell’atleta dalla pratica continua delle combinazioni, che,
generali del team o personalizzate su di esso o entrambe, abbiamo preparato. Un ulteriore
esercizio per condizionare l’atleta, al di fuori delle combinazioni e della preparazione
verbale e delle continue spiegazioni in palestra, è quello di fargli eseguire sparring libero
con tecniche condizionate, scelte in base ai criteri che abbiamo definito.
Ad esempio:
3. Un round di sparring libero con tecniche a scelta tra ganci e montanti
(linea media – alta) e i calci frontali (linea media);
4. Un round di sparring libero con tecniche a scelta tra diretti (linea media
– alta) e tutti i circolari (linea alta – media- bassa);
5. Un round di sparring libero con le tecniche di braccia dell’esercizio 1 e
tutte quelle del 2;
6. Un round di sparring libero con le tecniche di braccia dell’esercizio 2 e
tutte quelle del 1;
Queste sono solo tecniche di esempio. Il mix tra tecniche dritte di pugno e
calci circolari e viceversa, fa sperimentare agli atleti che la diversificazione
dell’angolo di penetrazione crea problemi maggiori all’avversario in difesa e
viceversa. Ovvero l’atleta sperimenta anche in prima persona la difficoltà
quando viene attaccato.
La rosa delle tecniche può esser allargata o anche ristretta limitando l’attacco di una
tecnica specifica di braccia al braccio sinistro e una sola di gambe alla gamba destra :
Ad esempio :
1. Un round di sparring libero solo gancio con braccio sinistro (linea alta –
media) e low kick con la gamba destra (linea bassa);
2. Un round di sparring libero solo diretto con il braccio destro (linea alta
– media) e low kick con la gamba sinistra (linea bassa);
3. Le tecniche sia dell’esercizio 1 che dell’esercizio 2
In questo modo il nostro atleta costruisce da solo, o rinforza automaticamente,
l’automazione della combinazione che abbiamo visto nei paragrafi precedenti gancio
sinistro – low kick destro in tutte le sue varianti (low kick destro – gancio sinistro; low
kick sinistro – gancio destro; gancio destro – low kick sinistro) . Praticandolo in questo
modo gli verrà naturale e la tecnica inizierà ad apparirgli meno ‘forzata’.
Questo lavoro spesso ottiene più risultati delle figure, ovvero dei classici esercizi dove
uno dei due esegue una combinazione fissa e l’altro schiva, para, chiude, si sposta
risponde. Quantomeno, rispetto alle figure, gli atleti pongono più attenzione allo
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
svolgimento dell’azione, in quanto non c’è lo stop e start convenzionale con lo sparring,
ma sono in un combattimento libero senza interruzioni seppur con disponibilità di
tecniche limitatissime. Spesso gli atleti più dotati arrivano da soli alle stesse soluzioni
suggerite dall’insegnante con la pratica delle figure.
L’anticipo
Per sviluppare l’anticipo l’atleta deve sviluppare i riflessi. I riflessi possono essere
migliorati da innumerevoli esercizi ed applicazioni pratiche sperimentate anche al di fuori
delle esercitazioni specifiche degli sport da combattimento. Una datata pratica del
pugilato raccomandava di sedersi a qualche chilometro delle stazioni ferroviarie ad
altissimo flusso delle grandi città e cercare di fissare per più tempo possibile un
passeggero nel vagone del treno, finchè non scompariva alla vista, per sceglierne subito
un altro. Ma non c’è nessuna implementazione dei riflessi se non c’è un aumento
dell’attenzione, della concentrazione e della presenza mentale durante l’allenamento e
durante il match. Contemporaneamente deve essere sviluppata un visione di insieme,
ovvero quella abilità che permette di avere uno sguardo globale sulla figura dell’avversario
senza fissare in realtà nessuna parte specifica del suo corpo.
Alcuni suggeriscono di esercitarsi guardando oltre la linea delle spalle, ovvero come se si
fissasse un punto oltre l’avversario. In realtà esiste un metodo molto semplice, ovvero il
concentrale lo sguardo al centro della figura che più o meno corrisponde allo sterno o al
torace. Dopo aver posto l’attenzione su quella parte del corpo, con la pratica bisogna
“allargare” lo sguardo ovvero i lati del cono visivo, inglobando nell’inquadratura tutta la
figura. E’ una attitudine che si può raggiungere facilmente con un po’ di pratica, anche
fuori degli orari di allenamento, fissando oggetti o altro, ed allenandosi ad allargare il
campo visivo. Questa conquistata abilità, oltre a tenere sotto controllo tutto il corpo
dell’avversario, permette di vedere in anticipo i movimenti preparatori degli arti per
l’attacco rispetto al guardarli direttamente. Inoltre, obbligandosi a fissare l’avversario in
questa modalità facilità l’applicazione dell’attenzione, che in alcuni momenti per varie
cause, legate al fiato, alla forza fisica, alla mancanza di lucidità per i colpi ricevuti, può
venire meno a tratti o definitivamente.
A completamento di ciò, l’anticipo deve divenire un meccanismo automatico da eseguire
alla massima velocità e potenza durante il match. Per approdare a questo risultato
definitivo l’atleta deve essere prima abituato a portare colpi contemporaneamente al
proprio avversario in modalità aerobica, quindi lentamente, ovvero con la sola inerzia del
colpo senza contrazione muscolare. Successivamente, utilizzando tutte le protezioni e
guantoni superiori alle 10 oz, fino 14-16, questa velocità può essere aumentata fino ad un
certo punto. Oltre, prima di arrivare alla potenza vera e propria, si possono utilizzare i
colpitori, per testare un anticipo alla massima velocità. Per la potenza e la potenza
massima si deve utilizzare necessariamente il sacco, oltre alle sessioni di sparring libero a
contatto pieno (in gergo fare i guanti), che sono però in numero limitato durante una
preparazione per il match. Sviluppare un lavoro di anticipo sui ganci con i diretti, sui
montanti con i ganci, frontale medio o side kick avanzato su low kick posteriore, high
kick avanzato su low kick avanzato, circolare posteriore a tutte le altezze su low kick
posteriore, low kick posteriore su front kicks e roundhouse avanzati al viso ed al corpo,
diretto sinistro su diretto destro e viceversa, calci su pugni e viceversa.
A cura di Stefano Baldi - Società Sportiva C.S.A.M. “Shoot Boxe” Caserta. Pagina 80
Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
Vediamo qualche esempio di implementazione del lavoro di anticipo.
Mettiamo insieme due combinazioni base tra quelle definite dalla scuola come abbiamo
visto sopra:
1.
2.
3.
4.
Diretto sinistro
Diretto destro
Frontale sinistro corpo
Circolare destro viso
Modalità di esecuzione : Aerobica senza contrazione muscolare. A contatto.
Esercizio 1:
L’atleta A e l’atleta B eseguono contemporaneamente 12 in modalità aerobica a bersaglio
parando. Prima da fermi con pausa tra le combinazioni. Poi continuato. Poi in
movimento chiudendo il tempo sul 12 + piccola pausa + ripartire.
Esercizio 2 :
A esegue 12 mentre B 21. Prima da fermi con pausa tra le combinazioni. Poi continuato.
Poi in movimento chiudendo il tempo sulle due tecniche + piccola pausa + ripartire.
Esercizio 3 :
A e B eseguono contemporaneamente 123 con pausa dopo ogni esecuzione in
movimento.
Esercizio 4 :
A e B eseguono contemporaneamente 1234 con pausa dopo ogni esecuzione in
movimento.
Esercizio 5:
A esegue 12 mentre B esegue 34 ed A esegue 34 mente B esegue 12; da fermo con pausa
al termine dell’esecuzione delle 4 tecniche. Continuato. In movimento con pausa dopo le
4 tecniche. In movimento continuato.
Modalità di esecuzione : velocità 70%, forza 50%.
Esercizio 6 :
A finta 2 con colpitore e B anticipa con 12. Oppure A finta 1 con colpitore e B muove
subito con 12. (se colpitori incrociati o meno)
Esercizio 7 :
A finta 2 con colpitore e B anticipa con 123. Oppure A finta 1 con colpitore e B muove
subito con 123. (se colpitori incrociati o meno)
Esercizio 8 :
A cura di Stefano Baldi - Società Sportiva C.S.A.M. “Shoot Boxe” Caserta. Pagina 81
Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
A finta 2 con colpitore e B anticipa con 1234. Oppure A finta 1 con colpitore e B muove
subito con 1234. (se colpitori incrociati o meno)
Esercizio 9 :
A finta 3 e B anticipa con 12, 123, 1234. A finta 4 e B anticipa con 23, 234, 2341.
Esercizio 10 :
Modalità di esecuzione : potenza 70/80%.
Sacco tra A e B posti specularmente – 15/ 20°. A ha l’iniziativa e porta 12, 123, 1234. B
anticipa colpendo il sacco con 12, 123, 1234. A muove intorno e B deve compensare per
non perdere angolazione. I colpi contemporanei mantengono il sacco fermo. Se si muove
l’esercizio non è andato a buon fine. Scambiare iniziativa del muovere attorno da A a B.
Esercizio 11 :
A dietro il sacco e B davanti. A posiziona il guantone sul sacco all’altezza del proprio viso
dal lato di B con la mano sinistra e B deve colpirlo con 1 prima che la ritiri. A posiziona il
guantone sul sacco all’altezza del proprio viso dal lato di B con la mano destra e B deve
colpirlo con 2 prima che la ritiri. A posiziona il guantone sul sacco all’altezza del proprio
addome dal lato di B con la mano sinistra e B deve colpirlo con 3 prima che la ritiri. A
posiziona il guantone sul sacco all’altezza del proprio viso esternamente con la mano
sinistra e B deve colpirlo con 4 prima che la ritiri. Proseguire l’esercizio in modo
randomico.
Gli incroci
Questo esercizio va sviluppato in maniera aerobica almeno nella fase iniziale. Il suo
lavoro è quello di condizionare l’atleta ad incrociare sempre la tecnica dell’avversario
verso l’esterno in fase di schivata, parata e chiusura.
Si esegue in sparring, all’inizio da fermi e successivamente in movimento. Eseguire i
seguenti esercizi tutti in sequenza oppure sparsi, oppure solo parte di essi.
Su dritto sinistro e destro al viso effettuare parata deviata con il braccio a specchio
deviando il pugno verso l’esterno chiudendo lo specchio della guardia dell’avversario.
Lo stesso esercizio precedente su parata bloccata.
Lo stesso esercizio su chiusura di gomito allo sterno su attacchi di pugni dritti al corpo,
calci frontali e laterali al corpo.
Su calcio frontale e laterale al corpo effettuare parata bassa ad incrocio verso l’esterno
chiudendo lo specchio della guardia dell’avversario.
Su pugno dritti sinistro e destro al viso effettuare schivata del tronco in avanti a sinistra e
destra o laterale a sinistra e destra verso l’esterno dello specchio della guardia
dell’avversario.
A cura di Stefano Baldi - Società Sportiva C.S.A.M. “Shoot Boxe” Caserta. Pagina 82
Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
Dopo aver eseguito questi esercizi di base per comprendere il criterio, il tecnico o l’atleta
stesso possono implementare condizionamenti simili su schivate, parate o chiusure
contro altre tecniche.
I colpitori per il colpo d’occhio
Nel corso dello scambio l’avversario facilmente si scoprirà. Generalmente, negli scambi
iniziali, ovvero quando la forma fisica, il fiato e la lucidità sono al top, un atleta,
mediamente ben preparato, riesce a rimanere chiuso e composto in tutte le fasi del match,
quali la difesa e l’attacco. Col trascorrere dei secondi, al succedersi dei round, a seguito
anche dei colpi ricevuti, la capacità di rimanere chiuso e protetto in genere va a ridursi. In
queste occasioni è possibile, se viene svolto un lavoro specifico, piazzare colpi sia
d’anticipo che nel corso dello scambio o dell’esecuzione di combinazioni.
Tra i lavori di massima dedicati a questo scopo, due sono :
-
-
In sparring con una compagno di allenamento, far eseguire inviti e finte ad uno dei
due atleti, spronando l’altro ad entrare con dei colpi nel primo caso e ad anticipare nel
secondo caso. Entrambi i lavori andranno eseguiti con velocità ma senza forza per
evitare inutili danni in allenamento. Inoltre questo lavoro va eseguito continuatamente
nel corso delle sedute, ma per un tempo limitato, perché i riflessi si riducono con il
passare dei minuti.
Con i colpitori, con questa modalità : concordare con l’atleta posizioni di colpitore per
un numero inizialmente limitato (tre o quattro) di colpi. Questo numero
progressivamente nel corso delle sedute deve aumentare. Maggiore è il numero di
colpi che l’atleta riesce a piazzare su colpo d’occhio in seguito allo scoprirsi
dell’avversario, maggiori sono le possibilità di chiudere l’incontro in anticipo, come
prevede il regolamento. Modalità di esecuzione : una volta stabiliti i colpi, stimolare
l’atleta posizionando i colpitori randomicamente rispetto alla selezione delle tecniche
stabilita. L’atleta dovrà colpire con velocità e massima precisione il centro del
colpitore, spesso indicato da una diversa colorazione del materiale con cui è
assemblato, oppure dal logo del produttore. Dopo qualche secondo ritirare il
colpitore, sia che l’atleta l’abbia colpito o meno. Posizionare il colpitore per la tecnica
successiva e così via. Questa modalità potrà essere inserita anche durante l’esecuzione
ai colpitori di combinazioni prestabilite alternando i due lavori. Ovvero, alternare
l’esecuzione in velocità e precisione della combinazione prevista dalla seduta,
estemporaneamente sollecitare l’esecuzione improvvisa di un colpo in base al
posizionamento del colpitore. A questo lavoro può essere imposto anche un ritmo,
ovvero cadenzare le pause tra una sollecitazione e l’altra raggruppando o meno i colpi.
Esempio : concordiamo con l’atleta l’esecuzione di gancio sinistro, low kick destro,
middle kick sinistro e diretto destro. Esempi : 1p1p1p1p… ovvero gancio sinistro –
pausa – middle kick sinistro – pausa - gancio sinistro – pausa - diretto destro – pausa
e coì via. 2p1p1p2p : gancio sinistro – low kick destro – pausa – middle kick sinistro –
pausa – diretto destro – pausa – gancio sinistro – low kick destro – pausa e così via.
(dove 1 indica un colpo e 2 due colpi). Infine, iniziare nelle prime sedute a sollecitare
visivamente in modo molto marcato la tecnica richiesta. A questo scopo potrebbe
essere utile portare i colpitori dietro la schiena del coach ed esporne uno per volta per
qualche secondo per ricevere il colpo e poi riportarlo dietro la schiena.
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
Successivamente, quando l’atleta avrà dato dimostrazione di aver assimilato il lavoro,
la sollecitazione visiva potrà essere meno marcata.
Condizionamento al portare i colpi perpendicolarmente al bersaglio
Abbiamo trovato, nei paragrafi precedenti, qualche accenno all’importanza che il nostro
atleta sia condizionato ed abituato a portare colpi perpendicolari al bersaglio durante il
match.
Un esercizio iniziale utile allo scopo è quello di far lavorare in sparring due atleti del
nostro team. Uno dei due scopre parti del corpo per qualche secondo, all’inizio per un
tempo più prolungato, e l’altro colpisce con bassa forza e velocità cercando la
perpendicolarità rispetto al bersaglio. Con l’aumentare delle sedute lo sparring partner
può iniziare a flettere, piegare e posizionare con angolazione libera parti del corpo da
colpire per indurre il nostro atleta ad aumentare l’attenzione rispetto all’angolazione della
tecnica. Progressivamente aumentare la velocità e diminuire il tempo in cui lo sparring
partner lascia scoperto il bersaglio da colpire.
Ad esempio :
Il nostro atleta esercita la perpendicolarità del low kick sulla coscia. Inizialmente lo
sparring la tiene ferma nella posizione naturale di guardia per qualche secondo.
Successivamente diminuisce il tempo. Il nostro atleta dovrà esercitarci a colpire
perpendicolare in meno tempo, quindi aumentando la velocità. In seguito lo sparring
posizionerà la coscia in posizioni meno naturali, alzando leggermente il piede da terra, o
volgendo il ginocchio verso l’esterno o verso l’interno. In tal modo l’angolazione per la
perpendicolarità cambia e il nostro atleta deve adattarsi con la nuova traiettoria esecutiva.
Successivamente lo sparring modifica la posizione della coscia all’improvviso,
costringendo il nostro atleta a modificare in corso d’opera la traiettoria. Con un lavoro
progressivo che può andare anche oltre rispetto ai caratteri di difficoltà qui descritti, il
nostro atleta aumenterà il colpo d’occhio non solo al bersaglio scoperto, ma anche a
colpirlo correttamente senza procurarsi danni fisici.
Un lavoro simile è possibile anche con i colpitori. Con i colpitori diminuiamo la
situazione realistica che può essere resa con il corpo umano, ma aumentiamo la sicurezza
degli atleti, abbassando il rischio di infortuni in caso di distrazione o lavoro mal realizzato.
Esempio :
Stabiliamo con il nostro atleta che deve portare il middle kick. Inizialmente posizioniamo
il colpitore nella modalità ideale per la finalizzazione del colpo. Progressivamente
iniziamo a modificare leggermente l’angolazione dell’attrezzo. Il nostro atleta deve
continuare a colpire perpendicolare. Nel caso del middle kick, ad esempio, risulta
particolarmente difficile ai kickboxers effettuare una traiettoria perfettamente orizzontale,
senza sbilanciare il busto all’indietro. Successivamente aumentiamo la difficoltà, non solo
modificando le angolazioni del colpitore, ma concedendo all’atleta sempre meno tempo
di risposta alla sollecitazione visiva, fino a ridurlo a poco più di qualche secondo. Per
rendere meno monotono l’esercizio, rischiando in tal modo una caduta di concentrazione
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
dell’atleta, possiamo miscelarlo con l’esecuzione di due o tre tecniche in combinazione in
modalità standard, di cui una delle tecniche è invece quella che stiamo esercitando alla
perpendicolarità.
Condizionare il cambio di distanza
Un esercizio per condizionare il cambio di distanza consiste nell’assegnare delle tecniche
per ogni distanza di combattimento ed associarle a spostamenti in avanti ed indietro da
eseguire mentre si compie il movimento.
Ad esempio assegnare all’atleta:
Da distanza lunga : Right High kick (ruotando il piede di appoggio di 90°)
Passaggio da distanza lunga a distanza media : gancio sinistro + low kick posteriore su
spostamento avanti (della stessa ampiezza di un passo)
Da distanza media : diretto sinistro + diretto destro con rotazione delle spalle
Da distanza media a distanza corta : left middle front kick + right high kick (con minima
rotazione del piede di appoggio) su slittamento
Da distanza corta : gancio sinistro + montante destro
Da distanza corta a distanza media : diretto sinistro (con rotazione della spalla) + right
middle kick su spostamento indietro (della stessa ampiezza di un passo indietro)
Da distanza media a distanza lunga : slittare il ritorno del middle kick più indietro della
stessa distanza di un passo mentre ci si copre con un left straight e ripartire con un right
high kick come dall’inizio dell’esercizio.
Per evitare di fossilizzare il lavoro dell’atleta in linea dritta cambiare con movimenti
semicircolari l’inizio dell’esercizio prima di ripartire, oppure rendere obliqui e/o circolari i
movimenti in avanti ed indietro.
Altra variante avanzata consiste nell’inserire spostamenti laterali e circolari mentre si
indietreggia e si avanza e si eseguono le tecniche nel cambio di distanza. In questo modo
l’atleta aumenta il proprio profilo imparando non solo ad avanzare ed indietreggiare
coprendosi, ma anche girando intorno all’avversario sul ring.
Per allenare l’applicabilità dei colpi in base alla distanza insieme all’alternanza destro
sinistro e la differenziazione di altezza di attacco, eseguire questo esercizio:
1. In movimento A tira diretto sinistro viso + a rotazione un colpo con braccio destro al
corpo. Es (diretto sinistro viso + diretto destro corpo, diretto sinistro viso + gancio
destro corpo, diretto sinistro viso + montante destro corpo)
2. In movimento A tira diretto sinistro al viso + a rotazione un colpo con la gamba
destra in linea media o bassa (es diretto sinistro viso + low kick destro, diretto sinistro
viso+ middle kick destro, diretto sinistro viso + front kick destro) per limitarci alle
tecniche base.
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
3. In movimento A tira diretto sinistro viso + diretto destro viso + a rotazione un colpo
con il braccio sinistro al corpo ( es diretto sinistro viso + diretto destro corpo +
diretto sinistro corpo, diretto sinistro viso + diretto destro corpo + gancio sinistro
corpo, diretto sinistro viso + diretto destro corpo +montante sinistro corpo)
4. In movimento A tira diretto sinistro viso + diretto destro viso + a rotazione un colpo
con la gamba sinistra in linea media o bassa ( es diretto sinistro viso + diretto destro
corpo + low kick sinistro, diretto sinistro viso + diretto destro corpo + middle kick
sinistro, diretto sinistro viso + diretto destro corpo + front kick sinistro medio)
5. …. E così via
Tecniche su scivolata lunga
Assegnamo al nostro atleta in sparring condizionato due combinazioni :
1. Left hook punch + right low kick
2. Left low kick su scivolata lunga
Dopo ogni una o due ripetizioni della 1 il nostro atleta eseguirà la 2.
L’esercizio successivo è trasformare la 2 in una finta ogni una o due esecuzioni complete
dell’intero ciclo di 1 e 2. In questo modo la 2 diventa una finta eseguita nel tentativo di far
abbassare la guardia per un attimo all’avversario per portare la prima tecnica della
combinazione 1.
L’esercizio successivo è di iniziare con il jab sinistro il primo movimento della scivolata
lunga (il jab è portato quando il piede destro si avvicina a quello sinistro). Quindi
l’esercizio diventa :
1. Left hook punch + right low kick
2. Left Jab + Left low kick su scivolata lunga
Assegnamo al nostro atleta il compito di eseguire in sparring in movimento una
ripetizione della combinazione 2 ogni una o due ripetizioni della tecnica 1.
L’esercizio successivo è eseguire finta di combinazione 2 + combinazione 1. L’avversario
al movimento visivo del piede destro ha associato la partenza del jab sinistro, mentre il
nostro atleta porterà in gancio sinistro.
L’esercizio successivo è eseguire il diretto posteriore, quale terza tecnica della
combinazione, sul ritorno della scivolata lunga. Quindi l’esercizio diventa:
1. Left hook punch + right low kick
2. Left jab + left low kick + right straight su scivolata lunga
La combinazione 2 si esegue : Sul movimento del piede destro che affianca quello sinistro
portare il jab sinistro. Appena il piede destro ha affiancato il sinistro portare il low kick
sinistro. Al ritorno del low kick sinistro, il piede destro viene riportato indietro scacciato
dal ritorno del piede sinistro. Appena il destro si riposiziona in guardia portare il diretto
destro.
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
Assegnamo al nostro atleta il compito di eseguire la combinazione 2 ogni una o due
ripetizioni della combinazione 1. L’esercizio successivo è di eseguire finta della 2
portando poi la 1 e finta della 1 portando poi la 2.
Il condizionamento a questo lavoro rende l’atleta attivo nell’attacco, che viene portato a
ripetizione scegliendo tra sole due combinazioni elementari composta da un numero di
tecniche che va da una a tre. Il condizionamento alla finta ed alla ripartenza improvvisa
con altra tecnica diversa per direzione, traiettoria ed altezza del bersaglio, lo rende
maggiormente imprevedibile e capace di raggiungere più facilmente il bersaglio. Il lavoro
con la scivolata lunga permette al nostro atleta di rompere le distanze improvvisamente ,
colpire velocemente ed imprevedibilmente, e con la stessa velocità recuperare la posizione
iniziale provando ad evitare la rimessa.
Tenere il centro del ring
Molto spesso l’attitudine di tenere in centro del ring è un aspetto naturale della
personalità di alcuni atleti, ma non di tutti. Come abbiamo visto, questa capacità
corrisponde all’avere l’iniziativa continua, essere attivo, attaccare e tenere l’avversario
sotto pressione, magari alle corde o costretto continuamente a girare e spostarsi in circolo
per evitare i continui attacchi. E’ l’atteggiamento premiato dal regolamento della low kick.
Questo vuol dire che, indipendentemente dalle propensioni ed attitudini caratteriali di
tutti i nostri atleti, questa impostazione deve essere più generalmente diffusa possibile nel
nostro team di fighters.
L’esercizio iniziale prevede che l’atleta effettui degli spostamenti laterali continuati, senza
mai avvicinare i piedi o incrociare le gambe, sia a destra che a sinistra, sul ring, all’altezza
delle corde, quindi effettuando la massima ampiezza del giro, o sull’area di allenamento
che abbiamo delimitato. Per spostarsi lateralmente a sinistra deve muovere prima il piede
sinistro verso sinistra e recuperare la distanza all’apertura dei piedi per la posizione di
guardia con la destra, e viceversa. Può iniziare ad effettuare un giro a sinistra ed un giro a
destra ad esempio. Il passo successivo è effettuare giri spezzati ovvero all’improvviso
cambiare direzione nell’altro senso. Il passo successivo è iniziare dal giro presso le corde,
ma immaginare e seguire un percorso a spirale che lo porta al centro del ring. Questo
percorso immaginario successivamente deve essere ridisegnato in continuazione in base al
cambio di direzione, ma la meta finale da raggiungere velocemente deve essere sempre il
centro del ring. Quando l’atleta dimostra di aver raggiunto una padronanza del
movimento possiamo introdurre uno sparring partner. Inizialmente lo sparring è inattivo,
ovvero ostacola solo il nostro atleta, muovendosi a sua volta, nel percorso di ritorno,
sempre concentrico seppur diretto, verso il centro del ring. Successivamente lo sparring
pressa alle corde il nostro atleta attaccando il più possibile, cercando di sbarrare la strada
al centro del ring. Nel momento in cui sia lo sparring che il nostro atleta riescono
agevolmente a ritornare al centro del ring, passiamo alla fase finale dell’esercizio.
Lasciamo in sparring libero o condizionato (assegnando ai contendenti un numero
limitato di tecniche) entrambi gli atleti, con il compito di contendersi il centro del ring.
Altra variante è quella di chiamare alternatamente uno dei due, e una volta che questi ha
raggiunto l’obiettivo, sollecitare verbalmente l’altro a rubare la posizione allo sparring.
Questa attitudine può tornarci utile anche durante il match stando all’angolo. Nel
momento in cui vediamo che il nostro atleta preso dagli scambi, è distratto rispetto a
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
questo aspetto ed è premuto verso la zona corde dall’avversario, se abbiamo lavorato a
questo tipo di esercizio, richiamandolo con ‘torna al centro!’, oppure ‘[nome atleta]!
centro ring!’, o frasi simili, che abbiamo già provato in allenamento, ci sono buone
probabilità che l’atleta metta a frutto l’esercizio condizionato.
Progressive training
Tutti i concetti fondamentali del combattimento in cui è possibile allenarsi, devono essere
prima sperimentati singolarmente. Poi assemblati e miscelati, prima a due poi a tre, a
quattro e così via.
L’esercitarsi in più concetti specifici contemporanei innalza, con veloce progressione, il
tasso tecnico di base dell’atleta.
Ogni allenamento deve avere degli elementi di ripetizione delle capacità fino a quel
momento sedimentate, ma anche almeno un elemento nuovo con cui l’atleta deve
confrontarsi e misurarsi, per stimolare le sue capacità di destrezza e di adattamento.
Facciamo un esempio pratico. Prendiamo cinque dei lavori principali di cui abbiamo
parlato finora : combinazioni, footwork, distanza, potenza e velocità, ritmo.
Le combinazioni sono composte di singole tecniche che continuamo a perfezionare ed
assemblare nelle modalità che abbiamo già visto. Poi abbiniamo le combinazioni di colpi
al footwork, sottoponendo il nostro atleta al lavoro di sparring, al sacco, ai colpitori.
Disponendo di un sacco cui è possibile totalmente o in parte girare intorno agevolmente,
abbinare le combinazioni al footwork tenendo conto delle distanze, quindi diversificando
le tecniche e lavorando sull’entrata e sull’uscita. Poi assembliamo insieme il lavoro delle
combinazioni sul footwork alle varie distanze diversificando l’esecuzione dei colpi tra
velocità e potenza. Mettendo insieme tutti e cinque i concetti, infine, eseguiamo il tutto
definendo e facendo si che l’atleta sperimenti e faccia proprio un ritmo sostenibile di
combattimento, alternato da pause, finte ed inviti.
Footwork e azione
Miscelare il footwork alle azioni di attacco e di difesa è una attività di coordinazione cui
l’atleta va allenato fin dalla formazione iniziale, altrimenti comporta un lavoro di recupero
che può risultare ostico e difficile, se svolto successivamente ad un raggiungimento di
buon livello nelle altre abilità specifiche.
Abbiamo già detto che il footwork serve a muoverci sul ring mantenendo costantemente,
al termine di ogni singolo spostamento, quella apertura che assicura mobilità e stabilità
contemporanee.
Questo vuol dire che è importante per l’atleta comprendere che la linea frontale del
combattimento è la propria nuova linea frontale che va a stabilire dopo uno spostamento,
non quella dell’avversario, che deve riposizionarsi per concedersi la possibilità di
difendersi da colpi che provengono da una nuova linea di attacco. Per l’atleta non è
possibile, per tutto ciò che abbiamo detto finora, ed in rispetto dei parametri di
valutazione del regolamento da ring, interpretare un match che si svolga in linea, ovvero
muovendosi unicamente avanti e dietro.
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
Vediamo i fondamentali casi di integrazione di movimento con le azioni del
combattimento.
1. Il movimento può essere fine a se stesso, ovvero senza azione contemporanea di
attacco e di difesa, teso solo a riposizionarsi per evitare che l’avversario prenda le
misure per attaccare o per posizionarsi a propria volta per portare dei colpi specifici.
2. Il movimento può essere contemporaneo all’azione, ovvero eseguire colpi o azioni di
difesa (parate, schivate, chiusure) simultaneamente al footwork.
3. Il movimento può essere esso stesso una tecnica difensiva, teso a mandare a vuoto i
colpi dell’avversario. E’ generalmente accompagnato da tecniche difensive minime per
assicurarsi comunque copertura.
4. Il movimento può essere subito precedente o successivo a colpi o azioni di difesa.
5. Il movimento può essere misto, ovvero in parte simultaneo a tecniche di attacco –
difesa ed in parte non.
Essendo eseguito con gli arti inferiori, gli stessi che eseguono tecniche di gamba, il
movimento non può essere contemporaneo ai calci, ma solo precedente o successivo,
tranne la nuova posizione in cui ci si viene a trovare dopo l’esecuzione di calci saltati o
calci su slittamento.
Quindi avremo braccia con spostamenti stesso arto o arto opposto contemporaneo, e
gambe con spostamenti stesso arto consecutivo alternato, ovvero o prima
semispostamento poi calcio o prima calcio poi semispostamento.
Facciamo degli esempi pratici costituiti da una combinazione pugno-pugno su
spostamento, calcio-calcio su spostamento, pugno-calcio su spostamento e calcio-pugno
su spostamento.
Combinazioni (esempi in guardia sinistra)
pugno-pugno : diretto sinistro – diretto destro
calcio-calcio : frontale sinistro medio-circolare destro viso
pugno-calcio : diretto sinistro – circolare destro viso
calcio pugno : frontale sinistro medio – diretto destro
Spostamento : spostamento circolare 45° sinistra avanti
Pugno – pugno : l’esecuzione dello spostamento sarà contemporanea all’esecuzione della
combinazione di braccia. Mentre il piede sinistro si riposiziona 45° sinistra avanti
eseguiamo il diretto sinistro e mentre il piede destro si riposiziona in chiusura guardia
eseguiamo il diretto destro.
Calcio – calcio : i due movimenti che costituiscono lo spostamento saranno
immediatamente consecutivi ai due calci. Eseguiamo il frontale sinistro medio e
riposizioniamo il piede sinistro 45° avanti sinistra aprendo l’anca e portando il circolare
destro al viso. Subito dopo l’esecuzione chiudiamo la guardia posizionando il piede destro
in ritorno dal calcio e ritrovandoci in linea sfalsata di 45° alla nostra sinistra rispetto
all’avversario.
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
Pugno - calcio : il diretto sinistro sarà contemporaneo al posizionamento del piede
sinistro 45° sinistra avanti mentre l’esecuzione del calcio circolare destro al viso sarà
uguale all’esempio precedente ovvero prima calcio poi riposizionamento del piede destro.
Calcio - pugno : Eseguiamo il frontale sinistro al corpo poi riposizioniamo il piede
sinistro 45° sinistra avanti. Contemporaneamente alla chiusura di guardia ovvero al
posizionamento del piede destro tiriamo il diretto destro.
Gli esempi pugno-pugno e calcio-calcio si possono assemblare per osservare gli effetti di
una combinazione a quattro 2 pugni + 2 calci sugli spostamenti e lo stesso si può fare con
tutti gli altri esempi base.
Lavorando su questi metodi base, assemblando le combinazioni di colpi e le tecniche di
difesa con gli spostamenti principali alla base della strategia di combattimento che
abbiamo messo a punto per il nostro atleta, ecco che nascono le tabelle per il lavoro di
footwork su cui i nostri atleti devono lavorare da fermo, in movimento, sui vuoti, al
sacco, ai colpitori, con lo sparring partner.
Particolare importanza ha il lavoro al sacco con le figure composte di attacco – difesa
sugli spostamenti. Ovvero assembliamo degli spostamenti che assicurano una figura unica
ripetibile al nostro atleta, più aderenti possibile alla strategia messa a punto, con le
combinazioni di scuola o personalizzate. I colpi che vanno a bersaglio saranno di attacco,
quelli a vuoto saranno di copertura.
Un veloce esempio pratico:
Sequenza:
0.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Atleta davanti al sacco a distanza media.
jab+diretto su semispostamento avanti (distanza media). Torna a 0
jab+diretto su spostamento circolare 45° sinistra avanti (distanza media)
jab+diretto su spostamento circolare a destra (distanza media). Torna a 0
jab+diretto a copertura su spostamento indietro (colpi a vuoto) (distanza lunga)
low kick sinistro su scivolata lunga avanti (distanza lunga). Torna a 4
jab+diretto su spostamento avanti (colpi toccano il sacco) (distanza media). Torna a 0
Ricominciare da 1
L’esecuzione di questo esercizio ripetuto condiziona il nostro atleta al lavoro di cui sopra.
Se introduciamo il low kick sinistro dopo il jab+ diretto in tutta la serie osserveremo
infatti come per effettuare i movimenti a sinistra e in avanti basterà riposizionare il piede
dopo il calcio mentre si esegue la prima tecnica di pugno e il calcio stesso fungerà da
spinta per i movimenti a destra.
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Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
Integrazione K-1 Rules.
Il K-1 rules è un regolamento di combattimento apparentemente molto simile a quello della low
kick. Oltre alle tecniche permesse nella LK, sono permessi colpi di ginocchio, il backfist, e il
colpire tutta la gamba, anche l’articolazione, con la cresta tibiale. Queste apparenti piccole
differenze costituiscono, in realtà, un moltiplicazione di possibilità di attacco a tutte le distanze.
Oltre ad attendersi i calci ed i low kick, gli atleti del K-1 rules devono difendersi ed organizzare
la propria strategia tenendo conto anche dei colpi aggiuntivi sopra descritti. Un buon atleta di
low kick, con l’acquisizione dell’automazione delle tecniche base di ginocchio e relativa difesa e
distanza, può competere anche nel k-1 rules, senza eccessive difficoltà. Il clinch, infatti, regno
incontrastato della disciplina della muay thai, nel K-1 è limitato all’esecuzione di una sola tecnica
di ginocchio per volta, dopodichè gli atleti devono separarsi o vengono separati. Per il resto, le
tecniche di ginocchio sono considerati ‘legs’ ovvero calci. Utilizzando i principi generali trattati
finora, considerando i colpi di ginocchio come calci, la strategia nel K-1 rules non cambia, né i
parametri di valutazione arbitrale. I colpi di ginocchio possono essere portati in tutte le parti del
corpo tranne alla schiena.
Il clinch a due mani.
Il clinch a due mani consiste nel portare le mani dietro la nuca dell’avversario e i gomiti
sul petto per fare leva, allo scopo di controllarne il busto e la testa, spostarlo e portarlo
verso il colpo di ginocchio. E’ un gesto che va sperimentato in palestra, in quanto una
volta che entrambe le nostre mani sono dietro la nuca dell’avversario, niente rimane a
difesa del nostro viso e del nostro corpo. E’ un gesto che va eseguito al momento
opportuno e alla giusta distanza con opportuni accorgimenti che non ci espongano a
colpi di ginocchio, ganci e montanti, o altri colpi.
Il clinch ad una mano.
Il clinch ad una mano, permesso in molti tornei internazionali, è vietato nel regolamento
ring federale per la K-1 rules.
Ginocchiate d’attacco
Il colpo di ginocchio, in un regolamento dove il clinch comporta la possibilità di una
singola tecnica, diviene per definizione un colpo d’attacco, ovvero quelle che sono
definite tecnicamente ginocchiate senza clinch, portate come un colpo qualsiasi di calcio.
Invece di colpire con la tibia si colpisce di ginocchio.
Principali ginocchiate
Vediamo di seguito alcuni colpi di ginocchio più comuni. L’atleta di low kick che acquista
una buona padronanza di questi colpi può competere anche nel K-1 rules, con discrete
possibilità di successo.
Frontale diretta
E’ un colpo di ginocchio frontale. La direzione è diretta, parallela al tappeto. Il
gesto si ottiene sincronizzando due movimenti :
1. Il tallone si avvicina rapidamente al gluteo spingendo fuori dritto il ginocchio.
A cura di Stefano Baldi - Società Sportiva C.S.A.M. “Shoot Boxe” Caserta. Pagina 91
Kickboxing Low Kick FIKBMS || Preparazione tecnico - tattica
2. Lo slittamento repentina dell’anca in fuori, che spinge ulteriormente tutto l’arto
in avanti.
Con il sincronismo dei due movimenti si ottiene il colpo. Il principale bersaglio di
questo colpo di ginocchio è il tronco frontale e la coscia. Disponendo di un’ottima
mobilità articolare e spingendo in avanti il piede verso l’avversario è possibile
colpire anche il viso. Utilizzata con il clinch a due mani tirare l’avversario a sé
raddoppia l’effetto del colpo, sommando la direzione del colpo stesso a quello
dell’avversario in senso inverso.
Frontale ascendente
L’esecuzione di questo colpo coincide fondamentalmente con l’esecuzione del
calcio frontale descritto nella sezione tecniche, con la differenza di un angolo
minore tra coscia e gamba.
Sia d’attacco che in clinch, a causa della direzione del colpo verso l’alto, è possibile
portarla solo al viso. In clinch a due mani l’azione è di portare la testa
dell’avversario verso il basso per incontrare il ginocchio che sale verticalmente dal
basso. È possibile colpire il corpo solo nelle situazioni in cui l’avversario abbia il
tronco molto piegato in avanti, per qualsiasi motivazione, o in clinch quando si
riesce, facendo pressione sul collo, a portare il busto dell’avversario almeno 45° in
avanti rispetto al tappeto.
Frontale discendente
Si ottiene portando il ginocchio dall’alto verso il basso verticalmente sulla linea
frontale. E’ un colpo da eseguire in recupero soprattutto quando la ginocchiata
ascendente o circolare alta è andata a vuoto. Può essere anche eseguita come
tecnica di intenzione alla testa o al tronco raccogliendo il ginocchio al petto e
scendendo in avanti basso verticalmente.
Semicircolare senza rotazione dell’anca
E’ un colpo di ginocchio circolare che può colpire la coscia laterale, il tronco
laterale, il viso laterale. Il caricamento avviene portando il ginocchio al lato del
corpo almeno all’altezza della vita. Mantenendo l’allineamento coscia – gamba
perpendicolare al tappeto si effettua il colpo in rotazione circolare verso il
bersaglio. Il piede di appoggio non ruota. Non si effettua alcuna rotazione
dell’anca in questo colpo. Ideale sia eseguita in clinch, bersagli tronco laterale e
coscia laterale, spingendo l’avversario verso il colpo, sia eseguita d’attacco,
colpendo a tutte le altezze.
Dopo un periodo di pratica, quando la dinamica reale del gesto viene
effettivamente acquisita, può venire naturale evitare il caricamento al lato ed
eseguire il colpo partendo direttamente verso il bersaglio con traiettoria circolare.
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Semicircolare con rotazione dell’ anca
E’ un colpo di ginocchio circolare che può colpire la coscia laterale, il tronco
laterale, il viso laterale. Il caricamento avviene portando il ginocchio al lato del
corpo almeno all’altezza della vita, oppure partendo direttamente dalla posizione di
guardia verso il bersaglio con traiettoria circolare. Mantenendo l’allineamento
coscia – gamba 45° -90° rispetto al tappeto, si effettua il colpo in rotazione
circolare verso il bersaglio. Il piede di appoggio può non ruotare o ruotare di
massimo 90° se la traiettoria è orizzontale. La rotazione dell’anca in questo colpo è
parziale. Ideale sia eseguita in clinch, bersagli tronco laterale e coscia laterale,
spingendo l’avversario verso il colpo, sia eseguita d’attacco, colpendo a tutte le
altezze.
Circolare
E’ il colpo di ginocchio semicircolare con rotazione completa dell’anca e del piede
di appoggio.
E’ un colpo eseguibile solo d’attacco. E’ difficile da eseguire con il clinch a due
mani.
Tutti i colpi di ginocchio possono essere eseguiti ‘jumping’ ovvero saltando. L’arto
che dà lo slancio per l’elevazione può essere lo stesso che colpisce, oppure è
possibile slanciarsi con una gamba e colpire di ginocchio con l’altra.
Il backfist
Di questo colpo esistono molte varianti. L’unica limitazione che pone il regolamento è
quella di non colpire con il taglio della mano.
Il significato in italiano di questo termine inglese è letteralmente ‘pugno dietro’ o ‘pugno
all’indietro’. Di tutte le esecuzioni suggeriamo quella, a nostro avviso, più semplice ed
efficace.
Ruotare il busto verso destra in senso orario se siamo in guardia sinistra fin quando
assumiamo una nuova posizione di guardia destra in senso opposto con la testa e lo
sguardo rivolto al viso dell’avversario. Eseguiamo una rotazione completa del braccio
teso sul piano orizzontale fino a colpire il bersaglio con la parte superiore del guantone
corrispondente alle nocche-dorso della mano. Immediatamente prima dell’impatto la
gamba destra lascia la sua posizione iniziale e subito dopo l’impatto scavalca la sinistra,
seguendo la rotazione guidata dalla testa e seguita dal pugno, ritornando perfettamente
nella posizione iniziale.
Il leader del movimento è la testa, seguita dal braccio e dalla gamba destra. Se ben
eseguito, è un movimento velocissimo e molto potente. Può facilmente causare il KO.
E’ possibile eseguire una variante in cui il piede destro affianca il sinistro prima
dell’impatto, mentre ancora si è di schiena all’avversario.
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