Venerdì 20 ottobre 2006, ore 21.00 Cose viste a destra e a sinistra (con e senza occhiali) Musiche e parole di Erik Satie e di John Cage Da un’idea di Roberto Verti Scenergie Ensemble A cura di Istituto Musicale O.Vecchi Allievi delle scuole di musica dei Comuni Modenesi dell’area Nord Associazione “Fata Morgana”di Mirandola Arvo Pärt Fratres, violino e pianoforte (1980) Erik Satie embrións desséchés (1913) (d’holoturie, d’edriophtalma, de podophthalma), pianoforte John Cage Etudes australes (1974-75) nn. IV, X, pianoforte Erik Satie 1ère gymnopédie (1888) 2ème sarabande (1887) 3ème gnossienne (1890), pianoforte John Cage Six melodies for violin and keyboard (1950) 20 Erik Satie Choses vues a droite et a gauche (avec et sans lunettes) violino e pianoforte Erik Satie Le fils des étoiles-wagnerie kaldéenne du Sar Peladan (1891), pianoforte prélude du 1er acte - la vocation prélude du 2e acte - l’initiation prèlude du 3e acte - l’incantation John Cage In a Landscape (1948), pianoforte Alfred Schnittke Sonata n.2 (quasi una sonata), violino e pianoforte Michele Poggio, violino Marco Bonechi, pianoforte Francesco Bocchi, Luca Mantovani, Sandra Moretti, voci recitanti 0 Provocazioni in salotto Cose viste a destra e a sinistra (con e senza occhiali) Musiche e parole di Erik Satie e di John Cage e con varia Musica d’arredamento d’autori Belle Époque, del secol scorso e d’oggi, a corredo di letture da Satie, Cage e Jean Cocteau intorno alle faccende del Tempo, del Suono e, soprattutto, del corretto uso delle Orecchie. La soirée, non immemore degli svaghi del musichall, si articola come un incontro tra amici, muovendo tra ascolti e letture, e non impedendo l’intervento anche polemico e non costruttivo degli astanti. L’invitato d’onore è Erik Satie, l’assennato compositore che nel 1893 – mentre Puccini raggiungeva l’eternità con Manon Lescaut e i Lumière ancora non avevano inventato il cinema – pensò di regalare al mondo un’opera singolare come le sue Vexations, per pianoforte solo, la cui durata si narra attestante intorno alle diciotto ore abbondanti (non manca chi assicuri, in certe esecuzioni, di averne contate almeno ventiquattro). Le parole e i suoni organizzati del signor Satie s’intrecceranno con quelle e con quelli del signor Cage, suo erede, ben noto a chi non è più giovane per avere vinto nel 1955 due puntate di Lascia o raddoppia come esperto di funghi (se ne ringrazia ancora il sig. Bongiorno), e ad altri noto, tra altre cose, per l’accuratissima preparazione dei pianoforti tramite inserzione di gomme adatte e validi bulloni tra le corde, nonché per una sua opera singolare, il cui titolo coincide con la durata, appunto, di 4’33”, durante i quali moltissime cose accadono, salvo che la partitura invita l’esecutore (o gli esecutori) al più caparbio e assoluto silenzio. L’ascolto di pagine variamente intense o amene – destinate agli strumenti a fiato e al violino, al pianoforte, al pianoforte col coperchio chiuso e al pianoforte giocattolo – si arricchisce della consapevole lettura di passi i più vari dai Quaderni di un mammifero del signor Satie e dalle pagine di Silenzio del signor Cage. I testi recitati sono tratti, a cura dell’Associazione teatrale “Fata Morgana” da: Sidonie-Gabrielle Colette, Romanzi e racconti, a cura e con introduzione di Maria Teresa Giaveri, I Meridiani, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2000 Sidonie-Gabrielle Colette, Colette, ma chérie, Lettere con la figlia, 1916 - 1953, curate da Anne de Jouvenel, Donzelli editore, Roma, 2003 Sidonie-Gabrielle Colette, I retroscena del music-hall, a cura di E. Piceni, Le Lettere, Passigli Editore, Firenze, 1994 Erik Satie, Quaderni di un mammifero, a cura di Ornella Volta, Biblioteca Adelphi, Milano, 2002 Maurice Ravel, Ravel. Scritti e Interviste, a cura di Arbie Orenstein e di Enzo Restagno, Biblioteca di Cultura Musicale, E.D.T. Edizioni di Torino, Torino, 1995. Maurice Ravel, Ravel. Lettere, a cura di Arbie Orenstein e di Enzo Restagno, Biblioteca di Cultura Musicale, E.D.T. Edizioni di Torino, 1998 Alfred-Eric Leslie Satie (1866-1925), francese di padre normanno e madre scozzese, fu uno dei protagonisti della cultura non solo musicale parigina dei primi decenni del Novecento. Insofferente alle regole accademiche dei conservatori, si iscrisse tuttavia nel 1905 alla Schola Cantorum dove per tre anni studiò contrappunto con Albert Roussel. La sua musica suscitò l’interesse di Diaghilev, Picasso, Ravel, Stravinskij ed infine di Jean Cocteau. Ottenne il successo nel 1917, con le musiche per il balletto Parade di Cocteau e Picasso per i Ballets Russes, che destò grande scandalo, per esempio in Debussy. Apollinaire e i dadaisti furono invece entusiasti e annoverarono d’ufficio Satie nel loro movimento. L’opera che esprime il testamento spirituale di Satie è Socrate (1919), una cantata per quattro soprani e orchestra da camera, in cui domina un ascetico rigore formale. Questo lavoro influenzerà profondamente Stravinskij. Le sue provocatorie, irriverenti e acutissime prose, tra il surrealismo e la patafisica, ma anche sapienti saggi sulla cultura parigina del tempo, sono state raccolte e pubblicate in italiano in: “Erik Satie, Quaderni di un mammifero, Adelphi” Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Erik_Satie Molte informazioni e la segnalazione di una recente incisione su: http://www.kha.it/Satie/Libretto_es.htm Eric Satie: Vita, opere ed esempi musicali on-line, su: http://www.karadar.com/dizionario/satie.html John Milton Cage, (1912 - 1992) compositore di musica sperimentale, scrittore e artista statunitense. Studia prima negli Stati Uniti e successivamente in Francia, allievo di Adolf Weiss e Arnold Schönberg, del quale si ricorda l’affermazione su Cage : “Non è un musicista, (ma è un geniale inventore)”. Più profondamente di altri compositori contemporanei quali Boulez e Stockhausen, Cage elabora un linguaggio personalissimo e rivoluzionario partendo da una dissacrazione totale di tutte le “regole” musicali classiche e tradizionali. La sua ricerca musicale è volta al raggiungimento di tecniche sonore originali sviluppate dalla sua attenzione per l’aspetto percussivo della musica, tesa verso nuovi ritmi e sonorità. Ogni regola tecnica viene trascurata per lasciare spazio ad un’espressione che trasforma ogni suono casuale in musica e dove la forma e l’interpretazione vengono lasciate alla casualità e alla libertà dell’interprete, tanto che in molte “composizioni” l’autore si limita solamente a prescrivere all’esecutore diversi comportamenti legati ad altrettanti stati d’animo, senza minimamente preoccuparsi del risultato sonoro. Ebbe forti legami con la cultura orientale e le pratiche zen attraverso gli insegnamenti del maestro Suzuki. Utilizzò gli I-Ching e l’alea come tecniche compositiva. Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/John_Cage Vedi anche un articolo del musicologo Helmut Failoni: http://www.ilportoritrovato.net/HTML johncage.html e il sito dedicato: http://www.johncage.info/ e la mitica gaffe di Buongiorno riportata in: http://www.sentireascoltare.com/rubriche/ contemporanei/01-cage/index.htm Arvo Pärt (1935), compositore estone, è spesso identificato come esponente della corrente musicale “minimalista”, in una sua versione “sacra”. Dopo una prima fase compositiva influenzata dallo stile in certa misura neoclassico di Shostakovich, Prokofiev and Bartók, inizia a comporre musica dodecafonica e seriale sul modello schoenberghiano. Oltre ad attirare le ire della autorità sovietiche, questo periodo condusse Pärt alla paralisi poetica e compositiva, dalla quale vive negli anni Settanta con l’immersione nella nelle origini sacre della musica occidentale. La musica nuova che emerge da quel periodo è definita da Pärt come “tintinnabuli”, (dal nome latino delle campane). I più recenti lavori di Pärt, per i quali egli ha ottenuto una grande popolarità, sono per lo più opere corali, su testi sacri latini o nell’antico Slavo liturgico. Sono molto note le sue musiche per film. Tratto da: http://en.wikipedia.org/wiki/Arvo_P%C3%A4rt (originale in inglese) Vedi anche il sito dedicato: http://www.arvopart.info/ Su Arvo Pärt, vedi un articolo che accenna a una certa vicinanza con Satie Franco Masotti, Arvo Pärt e il piacere della lentezza, in: http://www.sistemamusica.it/2004settembre/ 13.htm Alfred Schnittke nacque nel 1934 in Unione Sovietica da una famiglia ebrea di origine tedesca. Studiò musica a Vienna e a Mosca, nel cui Conservatorio insegnò dal 1962 al 1972, componendo anche molta musica per film. La sua musica subì gli attacchi della burocrazia sovietica, anche a seguito della sua conversione religiosa, finchè gli venne proibito di espatriare. Affetto da gravi problemi di salute dal 1985, nel 1990 lasciò l’Urss per stabilirsi ad Amburgo, dove morì nel 1998. Influenzato dapprima dalla musica di Shostakovich, e in seguito da Luigi Nono e dalla serialità, definì “polistilismo” il modello musicale a cui si ispirò, che consisteva nella giustapposizione di vari stili del passato e del presente, dichiarando tra l’altro: “l’obiettivo della mia vita è l’unificazione di musica seria e leggera, anche se mi rompo il collo nel perseguirlo”. Roberto Verti (1957-2006) Roberto Verti ha ideato questo spettacolo e ha collaborato intensamente alla costituzione di Scenergie Ensemble, come titolare della cattedra di Storia ed estetica musicale nell’Istituto “Orazio Vecchi”. È stato critico musicale (Il Resto del Carlino, Amadeus, Giornale della Musica). Il suo lavoro di ricercatore si è principalmente rivolto allo studio delle relazioni culturali e produttive tra musica e società. Ha collaborato in importanti attività editoriali e di ricerca con Paolo Fabbri, Lorenzo Bianconi, Valerio Tura, Gioacchino Lanza Tomasi, e inoltre con la Fondazione Rossini di Pesaro, il Teatro Comunale di Bologna, il Touring Club Italiano. Ha collaborato con i Laboratori sulla critica musicale promossi dal Cimes / Dipartimento di musica e spettacolo dell’Università di Bologna. È stato membro honoris causa dell’Accademia Filarmonica di Bologna. La morte improvvisa lo ha colto mentre era, tra l’altro, Presidente a Modena del Comitato scientifico per le Celebrazioni del Quarto centenario della morte di Orazio Vecchi. Michele Poggio, nato nel 1987 a Forlimpopoli (FC), ha studiato il violino con la prof.ssa Paola Besutti all’Istituto Musicale Pareggiato “O. Vecchi”. Sin da giovanissimo si è distinto vincendo i primi premi nei concorsi di Vittorio Veneto, Ravenna e Arezzo. Marco Bonechi Pianista e compositore fiorentino, ha studiato nel Conservatorio della sua città natale con Gaetano Giani-Luporini, Carlo Prosperi, Annamaria Pernafelli, Giancarlo Cardini. Ha studiato in seguito Direzione d’orchestra con Piero Bellugi e Peter Eötvös, musica da camera con György Kurtág, composizione con Armando Gentilucci e Gérard Grisey. Come esecutore o compositore ha partecipato a varie prime assolute europee. Sue composizioni sono state eseguite in varie manifestazioni nazionali e internazionali trasmesse dalla Rai italiana e da radio straniere, pubblicate da Edipan, Pizzicato, Supernova, Imperfect Record. Ha lavorato con l’orchestra del Teatro Comunale di Firenze, insegnato Teoria e analisi musicale al Liceo sperimentale “Petrarca” di Arezzo, Composizione presso l’Istituto europeo di cultura italiana a Firenze. Il Circolo Teatrale Fatamorgana, le cui attività sono patrocinate dal Comune di Mirandola, nasce nel 2002 e riunisce soprattutto giovani ragazzi, di età compresa tra i 18 e i 24 anni, che provengono, per la maggior parte, da diverse esperienze teatrali, svoltesi originariamente in ambito scolastico. L’associazione è molto attiva, particolarmente in ambito locale, con produzioni originali legate alle occasioni ed ai luoghi dei diversi committenti.