SCHEMA TECNICO PER LA PRESENTAZIONE DEI PROGETTI ai sensi dell’art 4, comma 3, della L.R. n. 23/99 “Politiche regionali per la famiglia” e dell’art 36, comma 1, della L.R. n. 1/08 “Testo unico delle leggi Regionali in materia di volontariato, cooperazione sociale, associazionismo e società di mutuo soccorso” ANNO 2013 – DGR 646/2013 Progetto presentato all’Azienda Sanitaria Locale di BRESCIA N° progetto 1 1 * A cura dell’ASL .1 Chi presenta il progetto - Denominazione del soggetto giuridico proponente “LA RONDINE” SOCIETA’ COOPERATIVA SOCIALE ONLUS Codice Fiscale 01486880170 Partita IVA 01486880170 Cognome e nome del rappresentante legale del soggetto giuridico proponente MARIA ORSOLA FRANZONI Indirizzo: Via omossis C.a.p. omissis Località omissis Telefono 030/2629716 Fax 030/2121073 e-mail [email protected] Pagina 2 di 23 - Tipologia del soggetto proponente - Il soggetto proponente è iscritto al seguente registro: (nel caso il soggetto proponente risultasse iscritto a più registri, specifichi soltanto l’iscrizione al registro con la quale intende partecipare al presente bando.) 1 registro regionale dell’associazionismo familiare (ex l.r.1/08) con provvedimento n°…………………………… del ………………………. 2 registro del volontariato (ex l.r.1/08) nella sezione: 2.a regionale 2.b provinciale con provvedimento n°…………………………… del …………………………. 3 registro delle associazioni senza scopo di lucro e associazioni di promozione sociale (ex l.r.1/08) 2.a regionale 2.b provinciale con provvedimento n°…………………………… del …………………………. 4 albo regionale delle cooperative sociali – sez. A (ex l.r.1/08) con provvedimento n° 60837 del 07.10.1983 5 registro regionale delle persone giuridiche private (ex Regolamento regionale 2/2001) con provvedimento n°…………………………… del …………………………. 6 registro degli enti ecclesiastici con personalità giuridica (ex L. 222/85) con provvedimento n°…………………………… del …………………………. 7 albo regionale delle associazioni femminili (ex l.r.16/92) con provvedimento n°…………………………… del …………………………. 8 centri di aiuto alla vita, iscritti all’elenco regionale (ex DGR 84/2010) con provvedimento n°…………………………… del ………………………. 9 Altri soggetti pubblici o privati che promuovono interventi di auto mutuo aiuto (con esplicito riferimento nello statuto) …………………………………………………………… Progetto presentato in partnership con altri soggetti: con 1 solo soggetto partner con più soggetti partner (indicare il numero) n° …………………….. (per ogni soggetto partecipante alla partnership compilare l’allegato 3) Allegare scrittura privata attestante l’attivazione della partnership Pagina 3 di 23 LIVELLO DI COINVOLGIMENTO E ATTIVITÀ DEI PARTNERS Soggetti partners Ruolo di coordinamento Ruolo di realizzazione Ruolo di verifica Collaborazione già in corso Collaborazione da attivare Denominazione dell’ente Ruolo di progettazione Tipologia soggetti (compilare una riga per ogni partner) /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ /__/ * Strutture, sedi, locali, materiale, attrezzature, personale ecc. Breve descrizione dell’attività Tempi Risorse destinate* Pagina 4 di 23 .2 Titolo del progetto “SOSTEGNO INTEGRATO: LA PRESA IN CARICO DI BAMBINI AFFETTI DA AUTISMO E DELL’INTERO NUCLEO FAMIGLIARE” .3 Il responsabile dell’attuazione del progetto: (è il responsabile della gestione del progetto e referente del medesimo che potrebbe non coincidere con il rappresentante legale del soggetto proponente). Cognome e nome del responsabile della gestione del progetto GIURADEO MAURA Indirizzo: Via omissis C.a.p. omissis Localitàomissis Telefono 030/2629716 Fax 030/2121073 e-mail [email protected] Titolo di studio: Laurea in Scienze dell’Educazione quadriennale (Università di Verona) Laurea Triennale in Psicologia (Università di Pavia) In corso di conseguimento della Laurea Magistrale in Psicologia Clinica (Università di Bergamo) Professione: Responsabile dell’Area Disabilità della Cooperativa “La Rondine” Responsabile dell’Area Formazione della Cooperativa “La Rondine” .4 Ambito d’intervento Il progetto sviluppa azioni relative al seguente ambito di intervento: Α) Realizzazione di piani personalizzati di sostegno alla famiglia nell’assolvimento dei compiti educativi e di cura, con particolare riferimento alla cura dei bambini affetti da gravi disabilità o autismo. Β) Creazione di reti di mutuo aiuto volte a sostenere la famiglia in situazioni di difficoltà (vulnerabilità sociale ed economica) legata alla cura dei bambini affetti da gravi disabilità o autismo. Χ) Sostegno alle azioni delle associazioni finalizzate a creare una risposta appropriata ai bisogni della famiglia, con particolare riferimento al disagio di bambini e ragazzi. ∆) Sostegno alle azioni per la realizzazione di reti tra istituzioni pubbliche e private finalizzate a migliorare e potenziare l’informazione, l’organizzazione e il funzionamento dei servizi di protezione e di tutela dei minori Pagina 5 di 23 6. Popolazione destinataria del progetto. E’ necessario indicare il numero di utenti/fruitori a cui si intende effettivamente erogare l’intervento: Numero previsto di utenti/fruitori Bambini 0 → 3 anni Bambini 4 → 10 anni Pre-adolescenti (11→14 anni) Adolescenti (15→18 anni) |_|_|_|_| |_|_|_|_| |_|_|_|_| |_|_|_|_| Giovani Minori disabili affetti da disturbi dello spettro autistico (presa in carico di minori ) |_|_|2|0| Genitori |_|_|4|0| Famiglie Adulti: disabili, Anziani, Malati cronici, ecc |_|_|2|0| (specificare………………………………………………………………….) Totale Altro: fratelli/sorelle dei bambini presi in carico |_|_|_|_| |_|_|2|5| |_|_|_|8|5| Il totale corrisponde a 85 in quanto il numero delle famiglie prese in carico coincide con il numero dei minori. Pagina 6 di 23 7. Altri soggetti coinvolti nella realizzazione del progetto Indicare le collaborazioni attivate con altri soggetti (pubblici e/o privati) per la realizzazione del progetto, solo se documentati da intese/accordi che devono essere allegati al presente schema (es.: delibere, convenzioni, protocolli di intesa, accordi di programma, lettere di intesa, ecc.) Collaborazioni attivate con: contatti attivati per la realizzazione del progetto amministrazioni statali 1 amministrazioni regionali 2 amministrazioni provinciali 3 amministrazioni comunali 4 aziende sanitarie locali 5 aziende ospedaliere 6 7 uffici scolastici provinciali, istituzioni scolastiche altri enti pubblici (specificare…………………….…… ……………………………………………………………..) 8 associazioni di solidarietà familiare 10 associazioni di privato sociale 11 organizzazioni di volontariato 12 fondazioni 13 cooperative sociali 14 imprese private 15 enti religiosi/parrocchie 16 Descrizione dell’accordo allegato attestante gli impegni assunti per la realizzazione del progetto Comune di Villanuova sul Clisi Comune di Lonato d/G Comune di Desenzano d/G Comune di Calvagese d/Riviera A.O. di Desenzano del Garda N.P.I Salò N.P.I. Lonato Accordo di programma con: Ist. Comp. Di Salò Ist. Comp. Di Lonato d/Garda Ist. Comp. Valtenesi Ist. Comp. Desenzano d/G Ist. Comp. Villanuova s/C Ist. Comp. Bedizzole Scuola Materna Sabbio Chiese Unione dei Comuni della Valtenesi Comunità Montana di Valle Sabbia Fondazione Servizi Integrati Gardesani Pagina 7 di 23 partiti/sindacati altro (specificare………………………………………. ……………………………………………………..………) 8. 17 18 Località/sede delle attività del progetto: Indirizzo della sede di realizzazione delle attività del progetto: Il Progetto trova sede a Manerba, in via dei Colli 17/C breve descrizione della sede dove verrà realizzato il progetto: la sede, di proprietà del Comune di Manerba del Garda, è stata assegnata alla Cooperativa in regime di comodato d’uso gratuito. Consta di un salone (open-space), di una stanza colloqui e di un bagno. Si allega il contratto stilato con il Comune citato. La sede è: 1. in uso gratuito .......................................................................................................... 1 2. a pagamento ........................................................................................................... 2 9. Svolgimento del progetto Descrizione sintetica del bisogno territoriale a cui il progetto intende rispondere. Il progetto parte in forma sperimentale nel gennaio 2013, a seguito dell’analisi del bisogno effettuata in collaborazione con le N.P.I. territoriali, che evidenziavano lo sbilanciamento delle domande di presa in carico per minori affetti da autismo in termini di interventi riabilitativi e le esigue risorse disponibili sul territorio. Questo dato trova evidenza nella posticipazione dell’intervento abilitativo (anche a fronte di una diagnosi precoce) e nelle liste di attesa. Il dato scientificamente comprovato è che un trattamento abilitativo precoce produce effetti significativi nei bambini affetti da autismo e, per ricaduta, garantisce alla famiglia un sostegno importante per far fronte ai bisogni del nucleo. Nella Provincia di Brescia si stimano circa 350 casi e nello specifico il territorio afferente all’Azienda Ospedaliera di Desenzano del Garda conta circa 90 casi e, per quanto meritoria, la risposta garantita dagli enti sanitari di competenza, risulta insufficiente. Molte famiglie del territorio, in attesa di approdare a percorsi e trattamenti abilitativi, si dirottano verso Centri accreditati dislocati (vedasi l’Ambulatorio Minori di Cremona) o verso Centri “privati” che, in alcuni casi, non costruiscono una partnership con le N.P.I. ma si propongono in alternativa al Sistema Pubblico, con gravi ricadute sulla possibilità di garantire una presa in carico condivisa e integrata. Il Progetto “Sostegno Integrato” mira quindi a offrire nel territorio del Lago di Garda e della Valle Sabbia una proposta di presa in carico della famiglia al cui interno si trovi un minore con disturbi dello spettro autistico. Infatti il progetto si articola in 4 step che verranno successivamente illustrati: 1) Centro Abilitativo “Gioc – Abile”: presa in carico del minore Valutazione funzionamento trattamento diretto abilitativo (due volte alla settimana) osservazione in contesto scolastico osservazione in contesto famigliare consulenza al team docente analisi e restituzione dati (famiglia, scuola, NPI, Servizi Sociali) Pagina 8 di 23 2) Gruppo di sostegno ai genitori Si presenta ai genitori dei minori presi in carico nel primo step di accedere ad un percorso di sostegno tramite un gruppo gestito da una psicoterapeuta con sedute quindicinali. L’obiettivo a lungo termine è quello di creare un gruppo di auto-mutuo-aiuto. 3) Parent-training: addestramento “operativo” Si propone ai genitori un percorso guidato con gli educatori in servizio per effettuare un vero e proprio passaggio di competenze operative generalizzabili in altri contesti per ampliare la gamma degli strumenti e delle strategie utili e necessari per migliorare la qualità di vita del nucleo famigliare 4) Gruppo di sostegno ai fratelli/sorelle: Si propone alle famiglie in cui siano presenti altri figli la partecipazione degli stessi a “laboratori” (artistici, musicali, teatrali) al fine di poter dar voce ai vissuti emotivi legati e relati alla loro esperienza, segnata indiscutibilmente dalla disabilità di un membro del sistema famigliare. In sintesi il Progetto mira a costruire un “Sistema di Sostegno Integrato” atto ad articolarsi e declinarsi in diverse dimensioni, contemporaneamente assunte quali parti di un sistema percepito e riconosciuto come “unico”. La contemporaneità degli interventi consente infatti di verificare in itinere risposte e problematiche, vissute in situazione e non esperite in frangenti temporali troppo estesi e frammentati. Descrizione degli obiettivi specifici dell’intervento proposto. I destinatari diretti sono tutti i membri del sistema famigliare: la coppia genitoriale (o il singolo genitore), il figlio minore con disabilità intellettiva, fratelli/sorelle appartenenti al nucleo; i destinatari indiretti sono invece rappresentati dal team docente e dai referenti degli enti socio-sanitari di competenza. La finalità generale si inscrive nella possibilità, in primo luogo, di ridisegnare i ruoli all’interno del contesto famigliare modificando strutture e dinamiche incentrate sul deficit al fine di produrre una nuova cornice atta a riconoscere e implementare la competenza di ogni membro (incluso il minore affetto da disabilità); in secondo luogo la possibilità di agire un ruolo di mediazione e consulenza con il contesto scolastico, a partire dal riconoscimento delle competenze e delle risorse di ciascun attore coinvolto; in terzo luogo la possibilità di rappresentare un valido sostegno in grado di condividere la complessità dei bisogni del sistema-famiglia, assumendo sempre come finalità ultima il benessere degli elementi che ne costituiscono la trama. Gli obiettivi si specificano in merito ad ogni singolo fruitore, diretto o indiretto: Minori in trattamento: acquisire, attraverso specifiche attività condotte da personale qualificato, competenze sociali e autonomie spendibili anche in altri contesti (si utilizzano prevalentemente attività a carattere ludico e attività cognitive strutturate). L’obiettivo è quello di far emergere “il bambino competente al di là del “bambino con disabilità”. La logica assunta è anche quella della prevenzione: l’intervento precoce può contribuire a prevenire gravi disturbi della condotta comportamentale e può implementare lo sviluppo delle competenze. La finalità generale rimane quella di garantire il benessere del bambino, perseguibile a partire dalla messa in campo di sostegni che possano aiutarlo e supportarlo, con strumenti strutturati e generalizzabili, nel processo di decodifica delle richieste espresse dal contesto e nella messa in campo di risposte comportamentali adeguate e funzionali. Oltre agli obiettivi di sviluppo, si mira a produrre una modificazione del Pagina 9 di 23 comportamento disfunzionale riducendo gli agiti problematici a forte impatto sociale (autolesionismo, eterolesionismo e comportamenti distruttivi dirompenti). Genitori: nel gruppo di Sostegno psicologico l’obiettivo è quello di offrire uno spazio specifico in cui poter condividere i propri vissuti emotivi e valorizzare le risorse presenti nel nucleo. Nel gruppo invece di “Parent-training” attraverso il percorso di accompagnamento “educativo”, l’obiettivo è quello di aiutare i genitori a riconoscersi come “figure competenti”, rafforzando le proprie capacità di cura e ridisegnando il loro ruolo di “primi abilitatori” nell’intervento con il proprio bambino. Si tratta di far acquisire loro alcune competenze tecniche fornendo una gamma di strumenti pratici generalizzabili in diversi contesti. Fratelli/sorelle: offrire uno spazio e un tempo in cui riconoscersi come figli, con bisogni che devono trovare risposta e voce. Si tratta di alleggerire il peso delle responsabilità che molto spesso grava sui fratelli/sorelle (soprattutto se maggiori di età) per riscoprire il proprio ruolo. La conduzione verrà affidata alle educatrici, con la supervisione della psicoterapeuta: l’approccio metodologico si fonderà sulla prospettiva psico-educativa. Agenzie scolastiche: fornire una consulenza specifica al team che concorre alla presa in carico dell’alunno in termini di: supervisione dei progetti individualizzati, interscambio costante di informazioni al fine di promuovere una circolarità degli interventi in una prospettiva di coerenza e massima efficacia. I dati emergenti nel corso delle sedute abilitative vengono monitorati con costanti processi di follow-up. Vengono condivise con gli insegnanti le modalità risultate maggiormente efficaci nel setting strutturato del Centro verificando la possibilità di estendere i “correttivi” ambientali individuati in setting protetto all’interno della scuola (strutturazione degli spazi, introduzione dei facilitatori visivi, rinforzi, ecc.). N.P.I. territoriali: garantire un costante aggiornamento rispetto alla presa in carico, al fine di condividere le modalità operative e di disporre di una supervisione in termini di lettura diagnostica dei risultati emergenti ovvero di criticità riscontrate sul campo. Servizi Sociali: la circolarità delle informazioni troverà un interlocutore anche nell’Assistente Sociale Territoriale, al fine di mantenere costante il focus sulla presa in carico integrata del nucleo famigliare. Costruzione di una rete di volontariato attivo: il progetto prevede di realizzare entro il 2014 una rete di volontariato attiva tale da coinvolgere direttamente anche i famigliari dei bambini presi in carico. Come illustrato per la realizzazione della fase di Parent-training, i genitori in primis verranno prima “formati” a realizzare materiali, giochi e attività che verranno poi messi a disposizione dei laboratori. Si tratta quindi di creare un “laboratorio del fare” ove esprimere le proprie particolari attitudini e abilità a favore di tutti i bambini in trattamento. In secondo luogo si attiverà la collaborazione con le associazioni del territorio: a titolo esemplificativo si riporta la funzione dei volontari del trasporto attivati, tramite il sostegno dei comuni, per poter garantire ad alcune famiglie, prive di mezzi, l’accompagnamento dei minori presso i laboratori siti a Manerba del Garda. Pagina 10 di 23 Descrizione delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi specifici. L’integrazione degli interventi è stata resa possibile da accordi e collaborazioni sancite e costruite tra la fine del 2012 e il primo semestre del 2013, che di seguito si illustrano: 1) Azienda Ospedaliera di Desenzano del Garda: il progetto è stato presentato e avvallato dai poli territoriali di Salò e Lonato. E’ in corso l’emanazione di un protocollo di intesa con la Psichiatria di Leno, a cui fa capo la Neuropsichiatria Territoriale di Leno, che a sua volta coordina i poli territoriali di Salò e Lonato del Garda. L’invio al Centro rimane di esclusiva e unica competenza della N.P.I. La collaborazione è fattiva da gennaio 2013 e ad oggi i minori presi in carico sono 12 (si ipotizza l’ampliamento a 20 minori entro il 2014) (vedasi autocertificazione) 2) Ambulatorio di Riabilitazione per minori autistici, attivo a Cremona e gestito dalla Dott.ssa Marilena Zacchini: lo staff dell’ambulatorio ha accompagnato l’équipe della Cooperativa nella formazione e nell’acquisizione dei basilari strumenti operativi per la gestione e conduzione delle sedute abilitative con i minori; mantiene nel corso del progetto un ruolo di supervisione metodologica (vedasi autocertificazione) 3) Unione dei Comuni della Valtenesi: comprende 5 Comuni del Basso Lago di Garda. Il progetto è stato condiviso nelle sedi ufficiali di coordinamento; il Comune di Manerba del Garda ha messo a disposizione la sede ad oggi utilizzata per i trattamenti abilitativi (vedasi allegato) 4) Fondazione Servizi Integrati Gardesani e Comunità Montana Valle Sabbia (vedasi allegati) 5) Amministrazioni Comunali: ad oggi sono state siglate lettere di appoggio con i singoli Comuni di Residenza dei minori presi in carico (vedasi allegati). 6) Accordi di programma stilati con gli Istituti Comprensivi in cui risultano iscritti e frequentanti (scuole di gradi diversi, dalla materna alla Scuola Media di Primo Grado) i minori presi in carico dal Centro (vedasi accordi siglati). Questa rete di appoggio e di integrazione dei servizi e degli enti presenti sul territorio, oltre a garantire il raccordo tra le parti, consente di verificare, in una prospettiva allargata e al contempo tesa al riconoscimento delle specifiche competenze, la qualità del servizio reso al territorio e l’efficacia rilevata. Rispetto ai 4 step del Progetto, ad oggi risulta avviato il Centro “Gioc – Abile”, con la presa in carico di 12 minori. Ai minori fruitori del Centro “Gioc – Abile”, attraverso progetti individualizzati basati sui bisogni emergenti e sui livelli di autonomia, vengono garantite le seguenti prestazioni: - valutazione in ingresso del funzionamento del bambino: tramite la somministrazione del PEP-3; - valutazione evinta in ingresso tramite la somministrazione ai famigliari della Vineland-Scale; - osservazione iniziale del minore in setting e predisposizione del Progetto Abilitativo Individualizzato (P.A.I); - trattamenti abilitativi individuali e/o in piccolo gruppo in rapporto 1/1, orientati all’acquisizione di strategie e strumenti per l’autoregolazione del comportamento e allo sviluppo di competenze sociali (fino ad una massimo di 2 sedute settimanali); contemplano: • attività educative indirizzate alle autonomie pragmatiche (gestione di sé e soddisfazione dei bisogni primari); • attività psico-motorie, imperniate sulla modalità ludica-esplorativa; • attività cognitive, per lo sviluppo delle competenze emergenti; • attività ludiche strutturate, per lo sviluppo di competenze sociali e script comportamentaliprocedurali funzionali alle richieste dell’ambiente. - Osservazioni in contesto scolastico (trimestrali) - Osservazioni in contesto domestico (bimensili) Il secondo step del Progetto, orientato a sostenere i genitori attraverso la creazione di un gruppo, verrà concretizzato entro il primo trimestre 2014. La Cooperativa ha già sperimentato la conduzione di un Pagina 11 di 23 gruppo similare nel 2011, tramite la supervisione dell’Università di Padova (Facoltà di Psicologia). Dato l’ottimo risultato riscontrato, si replicherà il modello con la stessa figura professionale impiegata nella prima sperimentazione. Ai genitori fruitori del Gruppo di Sostegno, verranno garantiti, tramite incontri quindicinali: - una presa in carico come risorsa all’interno di un gruppo; - uno spazio non giudicante e accogliente in cui poter esprimere e dare forma ai propri vissuti, spesso inespressi o latenti; - un tempo per poter “prendersi cura di sé” prendendosi cura dell’altro; - la possibilità di costruire legami significativi; - professionalità e esperienza garantita dal personale della Cooperativa, che annovera tra le proprie iniziative a favore del territorio un gruppo di sostegno realizzato nell’anno 2011 per 7 genitori con figli affetti da autismo; - massima discrezione e riservatezza: l’utilizzo del materiale raccolto (dai colloqui alle sedute audio registrate) sarà sottoposto alla normativa vigente in materia di privacy, e totalmente subordinato al nulla osta rilasciato dai partecipanti. Il terzo step del Progetto, che trova forma nel capitolo del Parent-Training. che troverà avvio nel secondo trimestre del 2014, si strutturerà nella costituzione di uno spazio “laboratoriale” in cui i genitori, supportati e guidati passo passo dagli educatori, sperimenteranno sul campo le tecniche, le strategie e gli strumenti operativi risultanti efficaci in setting protetto e a scuola. Si tratta nello specifico di fornire praticamente e con la supervisione diretta un bagaglio di attività e proposte, strumenti visivi, oggetti transazionali, schemi giornalieri, ecc. che possano essere gestiti e utilizzati in autonomia dal genitore nella quotidianità. Questo processo di scambio consente di verificare la generalizzazione delle competenze apprese dal bambino ma soprattutto di rendere il contesto di vita del minore sempre più rispondente al suo funzionamento e pertanto in grado di promuovere una qualità di vita diversa al nucleo famigliare. Si costruirà altresì un vero e proprio laboratorio di “costruzione” centrato sul fare in cui i genitori diventeranno veri protagonisti del Progetto: guidati dagli operatori, collaboreranno alla costruzione di giochi e strumenti per i loro bambini. La Cooperativa metterà a disposizione tutti i materiali necessari e garantirà la funzione “guida” nel laboratorio. In questo modo i genitori avranno anche modo di conoscersi e confrontarsi, come partner attivi e non come fruitori di un intervento: si riconosceranno competenti e solidali rispetto agli altri membri del gruppo. Il “fare” permette di abbassare le resistenze, aumentare e rinforzare l’autostima e quindi il benessere percepito rispetto al proprio ruolo all’interno di un nucleo segnato dalla fragilità di un figlio. Il quarto step del Progetto, che prevede l’attivazione di un laboratorio educativo per i fratelli e le sorelle dei bambini presi in carico come trattamento abilitativo, prenderà avvio nel secondo semestre del 2014. L’obiettivo è quello di favorire la “cura” dell’aspetto emotivo, molto spesso segnato dalla presenza di un fratello affetto da autismo. Molte volte si innescano delle dinamiche sotterranee e sottili, che alimentano la sensazione o un vissuto di inadeguatezza, nonché di solitudine o di ansia. La proposta mira alla creazione di un gruppo di sostegno strutturato nella forma del “contenitore protetto” ma percepito dai bambini quale “laboratorio creativo e espressivo”. Le strategie utilizzate saranno quelle dello psicodramma, del teatro, del racconto di storie, ecc. . È necessario entrare in punta di piedi nella loro vita e nella loro storia, cercando di fornire strumenti e ascolto. I laboratori, che avranno cadenza quindicinale (2 ore per incontro), verranno condotti da Educatori Professionali, Specialisti in Arteterapia e supervisionati da una Psicoterapeuta. Pagina 12 di 23 Descrizione dei risultati attesi I risultati attesi dal Progetto, essendo articolati in un processo di presa in carico di tutti i componenti del nucleo famigliare, rientrano nella sfera del miglioramento della qualità di vita. Nello specifico ci si attende: - Un miglioramento nel funzionamento e nel comportamento del minore affetto da autismo (sviluppo e acquisizione di nuove competenze e abilità spendibili in diversi contesti, riduzione dei comportamenti problematici, acquisizione di autonomie tramite supporti facilmente generalizzabili). In questo caso gli indicatori e gli strumenti di rilevazione dell’efficacia dell’intervento (parametrati sia su valutazioni standardizzate che qualitativamente emergenti dall’osservazione sul campo nei vari contesti) costituiscono i basilari dispositivi di monitoraggio impiegati nella valutazione in itinere. - Un miglioramento della qualità di vita del bambino all’interno della scuola: tramite le osservazioni dirette nel contesto scolastico, la collaborazione con il team docente e le consulenze garantite, ci si attende un miglioramento non solo nell’area delle competenze cognitive (in termini di prestazioni didattiche) ma soprattutto un miglioramento sull’asse della interazione e socializzazione, indi dell’integrazione del bambino nella micro-comunità scolastica. - Un miglioramento nella gestione del minore in primis nel contesto famigliare e anche nel tessuto sociale più ampio: intrecciando le osservazioni in setting protetto (laboratori) e nel contesto famigliare, sarà possibile evidenziare la capacità del minore di generalizzare le competenze acquisite. Il modulo di Parent-Training strutturato per i genitori vuole rispondere proprio a questo obiettivo: fornire loro gli strumenti per agire un cambiamento con il bambino, supportati in questo processo di “addestramento” guidato anche dalla presa in carico delle paure e delle resistenze che verrà loro garantita con il gruppo di sostegno pensato per la coppia. - Un miglioramento delle dinamiche relazionali genitoriali in relazione agli altri figli presenti nel nucleo: fornendo un sostegno anche ai/alle fratelli/sorelle e portando alla luce i loro vissuti emotivi in un percorso di legittimazione e di riconoscimento, ci si attende di incidere sulla qualità della relazione di cura, a partire proprio da una ridefinizione del ruolo di ciascun membro all’interno della famiglia, riscoprendo da un lato le competenze ma dall’altro riconoscendo uno spazio e un tempo di crescita e maturazione il più sereno possibile anche per gli altri figli. - Un miglioramento della qualità di vita sociale del nucleo famigliare: a partire dalla messa in comune delle competenze (tramite il laboratorio di parent-training) i genitori avranno l’opportunità di estendere la rete delle proprie relazioni sociali. In secondo luogo, l’attivazione di tutte le risorse (esempio associazioni) dei singoli comuni di residenza, si mira a creare una rete di supporto che possa infrangere l’isolamento sociale che, di norma, caratterizza questi nuclei. Pagina 13 di 23 Tempi di realizzazione del progetto. Il progetto, avviato a gennaio 2013, ad oggi registra 12 minori presi in carico e inseriti nel modulo “Gioc – Abile”. L’invio al Centro viene garantito dalle N.P.I. territoriali (Salò e Lonato del Garda). I genitori, al momento dell’ingresso, sottoscrivono un contratto, finalizzato a formalizzare la condivisione delle Linee Programmatiche del Progetto complessivo (4 Step), ad autorizzare l’èquipe all’utilizzo di strumenti di registrazione e valutazione e a sostenere una compartecipazione economica mensile forfettaria (pari a € 80,00 mensili). Nel corso del 2014 troveranno realizzazione gli altri 3 moduli del Progetto “Sostegno Integrato”: - entro marzo 2014: avvio del “Gruppo di Sostegno” ai genitori; - entro giugno 2014: avvio del laboratorio di parent-training - entro dicembre 2014: avvio del laboratorio di sostegno per i/le fratelli/sorelle. Si stima di arrivare, nell’anno 2014, a 20 prese in carico. Il calcolo delle entrate a carico dell’utenza sono pertanto state stimate in crescita nell’anno 2014, distinguendo le entrate “certe” dalle entrate presunte con i nuovi ingressi. La rete di collaborazioni costruita sul territorio potrà essere estesa, sicuramente ad altri Istituti Comprensivi (essendo molto vasta la fascia territoriale coperta dalla nostra ricettività) e da altre Amministrazioni Comunali, con cui si intrecceranno diretti rapporti, soprattutto con i Servizi Sociali, al momento dell’ingresso di un nuovo minore. Si estenderanno le collaborazioni con tutte le associazioni presenti sui territori, per ampliare il valore aggiunto che il volontariato rappresenta per il progetto. Il Progetto presentato, ad oggi, non ha ricevuto finanziamenti pubblici: la Cooperativa, tramite delibera del Consiglio di Amministrazione, sta sostenendo integralmente i costi della sperimentazione (la quota mensile a carico della famiglia rimane una compartecipazione a valore simbolico se rapportata alle reali voci di costo di ogni singola presa in carico). L’eventuale finanziamento sul presente bando consentirebbe la continuità del progetto e l’implementazione delle fasi pianificate nel 2014. Pagina 14 di 23 Fasi del progetto Indicare per ciascuna fase del progetto: gli obiettivi, le attività previste ed i risultati corrispondenti (compilare una riga per ogni fase del progetto) Fase Durata Obiettivo Attività previste 1 12 mesi mantenimento dei Progetti Esistenti (12 bambini presi in carico) Modulo Gioc - Abile 12 mesi aumento delle prese in carico (stima massima 20 bambini in carico) Modulo Gioc - Abile 10 mesi avvio e mantenimento “Gruppo Sostegno Genitori” (incontri a cadenza quindicinale da marzo 2014) 8 mesi avvio e mantenimento Gruppo ParentTraining (incontri a cadenza quindicinale da maggio 2014) 8 mesi costruzione e espansione della rete di volontariato veicolabile nel progetto 6 mesi avvio e mantenimento Laboratorio di sostegno per fratelli/sorelle (incontri a cadenza quindicinale da settembre 2014) 1 2 3 4 5 6 1 Specificare coerentemente con le attività sopra descritte . trattamenti 2 volte alla settimana in setting protetto (laboratorio) – seduta individuale (45’) e di gruppo (75’) osservazioni trimestrali in contesto scolastico osservazioni bimensili in contesto famigliare valutazione delle richieste di invio da parte delle N.P.I territoriali presa in carico con contratto di ingresso Valutazione del minore (somministrazione PEP-3) Valutazione risorse-limiti nucleo famigliare (Vineland – Scale) Costituzione del gruppo dei genitori Partecipazione alle sedute/incontri quindicinali (90 minuti) analisi dati restituzione ai partecipanti Attivazione di un “laboratorio” pratico per i genitori che, con la guida diretta degli operatori educativi, parteciperanno direttamente alle sedute in setting protetto per sperimentare in prima persona gli strumenti e le tecniche risultate maggiormente efficaci e funzionali. I genitori verranno sollecitati a partecipare direttamente anche alla costruzione di giochi e materiali spendibili in diversi contesti. Tramite i Comuni di residenza delle famiglie, si creeranno collaborazioni con le associazioni del territorio, nel rispetto delle specifiche identità: associazioni di trasporto, associazioni culturali (per la promozione di una cultura dell’integrazione), associazioni sportive (per il tempo libero dei minori), ecc. Creazione e strutturazione di un laboratorio “creativo e espressivo” finalizzato alla messa in comune dell’esperienza di vita dei partecipanti e all’emersione dei vissuti emotivi Risultati attesi Miglioramento del funzionamento del minore e generalizzazione delle competenze acquisite 8 nuovi ingressi Partecipazione di almeno 15 genitori e mantenimento della loro partecipazione sull’anno di avvio - Partecipazione di almeno 20 genitori - miglioramento percepito e sperimentato nella relazione con il proprio figlio - miglioramento della qualità di vita sociale del nucleo. Si assume come soglia obiettivo l’aggancio con almeno 4 associazioni sul territorio del Lago di Garda e Valle Sabbia. - Partecipazione di almeno 15 ragazzi - miglioramento della loro qualità di vita nel rapporto con i genitori e il/la fratello/sorella affetto da autismo Pagina 15 di 23 Pagina 16 di 23 10. Piano delle verifiche intermedie e finali Le verifiche costituiscono un processo trasversale a tutte le fasi del progetto e assumono come protagonisti tutti gli attori coinvolti dalla presa in carico. - verifiche e restituzioni con le famiglie (trimestrali), con le scuole e con le N.P.I. (semestrali), con le Amministrazioni Comunali (annuali o al bisogno); - supervisioni con la dott.ssa Marilena Zacchini (ambulatorio di Cremona) trimestrali. - Follow-up dati di restituzione durante il trattamento abilitativo: semestrali (o a seguito di rivalutazione con test sul funzionamento). - Al termine dell’anno di servizio contemplato dal bando verrà stilata una relazione dettagliata in merito al rispetto del cronogramma assunto e pianificato, rispetto agli obiettivi previsti e raggiunti e nello specifico rispetto ai singoli indicatori assunti per la valutazione dell’efficacia dell’intervento promosso a favore di ogni membro del nucleo famigliare. Si utilizzeranno strumenti di rilevazione anche informali (questionari, interviste semi-strutturate, ecc) per evincere la percezione soggettiva del miglioramento della qualità di vita del sistema famigliare. I dati verranno rielaborati e allegati come parte integrante della relazione a consuntivo del progetto. 11. Oneri finanziari Nella seguente tabella ad ogni tipologia professionale/rapporto professionale è stato attribuito un codice numerico che permetterà di identificare la specifica funzione svolta all’interno del progetto e, conseguentemente, di esplicitare i costi relativi sia al “personale retribuito” che al “lavoro volontario”. Nella compilazione delle tabelle di cui alle pagine seguenti, è importante cercare di attribuire sempre la competenza, cercando di utilizzare il meno possibile la voce “Altro”, poiché nell’elenco sono state considerate moltissime figure. Pagina 17 di 23 TABELLA DEI CODICI PROFESSIONALI Pagina 18 di 23 Operatori retribuiti Volontari Figure non familiari Figure familiari (*) Figure non familiari Figure familiari (*) Educatore professionale (in possesso di laurea o qualifica reg.le) 1 2 3 4 Animatore sociale 5 6 7 8 Insegnante (insegnante elementare, insegnante di scuola media inferiore e/o superiore, docente universitario) 9 10 11 12 13 14 15 16 Psicologo / psicoterapeuta / pedagogista / sociologo / medico 17 18 19 20 Mediatore culturale / mediatore familiare 21 22 23 24 Assistente sociale 25 26 27 28 Ausiliario Socio Assistenziale (per pulizie) 29 30 31 32 Infermiere professionale 33 34 35 36 Consulente legale 37 38 39 40 Inserviente / cuoco 41 42 43 44 Amministrativo (contabile) 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 Figure non qualificate con funzioni educative (**) Amministrativo (consulente per pianificazione budget e rendicontazione) arte terapeuta (*) Per ‘figure familiari’ sono da intendersi le persone legate da rapporti di parentela con uno o più utenti del progetto; es. genitori, nonni, ecc. impiegati nella realizzazione del progetto e nella effettiva erogazione dell’intervento. (**) N.B. lo studente universitario o di scuola media superiore eventualmente presente va inserito in questa voce Pagina 19 di 23 Codice professionale Costo del personale retribuito: compilare una riga per persona che si prevede di impegnare nel progetto, indicandone: il n° di codice professionale (di cui alla precedente tabella), il n° di ore previste, il costo orario ed il costo totale. Se una persona svolge più ruoli professionali all’interno del progetto, va “conteggiata” ogni volta per ogni ruolo ricoperto con il codice corrispondente. N° ore previste Costo totale in € (IVA inclusa) 1 17 1 1 13 1 1 17 29 45 49 53 Totale 1012 1012 672 672 672 672 672 60 276 46 46 25 € 20,77 € 16,42 € 16,44 € 16,42 € 15,51 € 17,32 € 16,42 € 50,00 € 15,64 € 18,13 € 41,00 € 24,00 (A) € 21.019,24 € 16.617,04 € 11.047,68 € 11.034,24 € 10.422,72 € 11.639,04 € 11.034,24 € 3.000,00 € 4.316,64 € 833,98 € 1.886,00 € 600,00 103.450,82 N° ore previste Stima del valore del lavoro volontario: compilare una riga per ogni volontario che si prevede di impegnare nel progetto, indicandone: il n° di codice professionale (di cui alla precedente tabella), il n° di ore previste, la stima del valore orario nonché la fonte su cui ci si è basati per effettuare la stima (contratti di lavoro, tabelle ASL, ecc.) Codice professionale - Costo orario previsto in € Stima del valore orario in € Fonte tariffaria Stima totale in € Pagina 20 di 23 Totale - (B) Costo delle attrezzature Costo previsto in € Elenco attrezzature arredamenti attrezzature palestra-giochi acquisto strumentazione informatica Totale - € 7.000,00 € 2.000,00 € 2.000,00 (C) € 9.000,00 (D) € 2.000,00 Spese di gestione (escluse le spese per interventi strutturali, di ammortamento mutui e manutenzione straordinaria) Costo previsto in € (IVA inclusa) Elenco spese di gestione rimborsi spese per trasferte telefonia Totale - Stima del valore, se donazione, in € (IVA inclusa) Altre spese € 2.000,00 € 1.000,00 (E) 3.000,00 (F) Stima del valore, se donazione, in € Pagina 21 di 23 Costo previsto in € Elenco altre spese cancelleria e spese varie Totale 12. Stima del valore, se donazione, in € (IVA inclusa) € 1.000,00 (G) € 1.000,00 (H) Partecipazione ai costi a carico dell’utenza Tipologia (es. rette, contributi, iscrizione, assicurazione, ecc …) retta mensile utenti già in carico retta mensile utenti previsti Totale complessivo Entrata Pro Capite prevista in € N° utenti previsti € 80,00 12 € 80,00 8 Entrata Totale Prevista in € € 10.560,00 € 5.120,00 (I) € 15.680,00 Pagina 22 di 23 Oneri finanziari complessivi riferiti al periodo finanziabile (max 12 mesi) COSTI Personale retribuito Attrezzature Spese di gestione Altre spese Totale € (A) (C) (E) (G) 103.450,82 9.000,00 3.000,00 1.000,00 116.450,82 VALORIZZAZIONI/ € DONAZIONI Personale volontario (B) Attrezzature (D) 2.000,00 Attività gestionale (F) Altre donazioni (H) Totale 2.000,00 COSTO COMPLESSIVO (Totale costi + Totale valorizzazioni e donazioni) € FONTI DI COPERTURA DEL COSTO COMPLESSIVO DEL PROGETTO (*) Partecipazione ai costi a carico dell’utenza (I) € 15.680,00 Sponsorizzazioni private € 10.000,00 Autofinaziamento (con risorse proprie) € 48.770,82 Totale (L) € 74.450,82 Valorizzazioni volontariato e donazioni Valorizzazione personale volontario (B) Donazione attrezzature (D) Donazione attività gestionale (F) Altre donazioni (H) Totale valorizzazioni (M) € € 2.000,00 € € € 2.000,00 Pagina 23 di 23 Cofinanziamento da altri Enti Pubblici (**) (N) (specif. ………………………………………… …) €0 Cofinanziamento richiesto alla Regione (**) (O) € 40.000,00 TOTALE FONTI DI COPERTURA DEL COSTO COMPLESSIVO. (L+M+N+O) € 116.450,82 (*) Il “Totale Fonti di copertura” deve essere uguale al “Costo Complessivo del progetto” (**)La somma dei cofinanziamenti richiesti alla Regione e ad altri Enti Pubblici non può essere superiore al 70% del “Costo Complessivo del progetto” Data, 28/11/13 Firma del legale rappresentante del soggetto proponente F.to Maria Orsola Franzoni _________________________________________________ (firma leggibile) SPAZIO RISERVATO ALL’ASL COFINANZIAMENTO REGIONALE ASSEGNABILE € …40.000,00……..