3) LA CENTURIAZIONE Il reticolo centuriato, considerato da alcuni studiosi alla stregua di un ampio impianto urbanistico, può essere ritenuto un ‘monumento’ proprio per il suo valore di testimonianza di una ‘pianificazione plurifunzionale dello spazio’6: essa ha dato origine a una forma di paesaggio che ha condizionato per secoli gli interventi successivi, vincolando la struttura fondiaria storica, la maglia insediativa e quella viaria. Nella I metà del I secolo a C. gli agrimensori intervennero nelle campagne di Milano, Bergamo e Brescia e scandirono l’agro in centurie, ampliando l’area coltivabile con interventi di disboscamento e bonifica, realizzando argini e canali, tracciando assi viari, fondando nuovi centri lungo gli assi tracciati. Nell’agro bergomense l’intervento interessò esclusivamente la pianura7: le tracce di questo imponente riassetto agrario si sono conservate nell’area che giunge fino a Ponte S.Pietro e al fiume Brembo (a Ovest), nella plaga ai piedi di Bergamo, fermandosi però a una certa distanza dall’abitato, fino all’area circostante i siti di Bariano e Caravaggio (a Sud), e fino al corso del Serio (a Est). Pochi decenni successivamente, comunque entro la fine del I secolo a.C., si procedette a una seconda centuriazione, confidando in un’inclinazione degli assi leggermente diversa (maggiormente inclinata verso Ovest - 4 gradi di differenza) rispetto alla precedente. Questo secondo intervento interessò anche la pianura fra Serio e Oglio e quella fra Adda e Brembo, che forse erano rimaste escluse dal riassetto precedente8. Queste due operazioni hanno lasciato una forte impronta sul territorio, imprimendo un disegno regolare e un assetto funzionale che spesso è stato confermato nei secoli successivi, tanto da diventare uno degli aspetti identitari maggiormente caratterizzanti della pianura. Questo disegno condizionò a lungo l’assetto rurale anche perché l’intervento degli agrimensori risultò sempre estremamente sensibile e attento nella lettura degli aspetti morfologici del terreno, ed efficace, per esempio nel controllo e nello scolo delle acque di superficie9. Il modificarsi delle tecniche agrarie e l’uso di mezzi meccanici, negli ultimi decenni, hanno trasformato il territorio, dilatando le unità delle superfici coltivabili e cancellando le tracce dell’ appoderamento tradizionale, che spesso aveva conservato forme e dimensioni usuali e storiche fino alla soglia dell’industrializzazione. Gli elementi che permettono di riconoscere il disegno storico dell’impianto centuriato sono l’orientamento dei tratti, la loro continuità, la distanza interassiale regolare e la ripetizione (parallela). 6 G.GAMBIRASIO, ‘Archeologia e pianificazione territoriale’, in ‘Carta Archeologica della Lombardia-La Provincia di Bergamo’, Milano 1992, pp. 19-22 7 Quasi tutti gli abitati attualmente presenti in pianura sono sorti su preesistenze di età romana; i centri spesso sono sorti lungo gli assi della centuriazione se non all’incrocio fra due di essi, poche risultano le eccezioni. 8 Per quanto riguarda l’Isola brembana si è ipotizzata la permanenza di una enclave gallica, che avrebbe portato a escludere la centuriazione durante il primo intervento degli agrimensori. Alcuni decenni successivamente potrebbe essere risultata necessaria una maggiore disponibilità di terre (forse per una assegnazione a soldati veterani), fatto che avrebbe portato al secondo intervento. . 9 Per quanto riguarda le modalità e i significati religioso-simbolici legati alla pratica della centuriazione si rimanda al testo ‘Misurare la terra-Centuriazione e coloni nel mondo romano’, Modena, 1984 292 figura n. 31 – da E. Schmiedt, 1989, tavola LXXXIX figura n. 32 agrimensori con groma da Aa.Vv, Misurare la terraCenturiazione e coloni nel mondo romano’, Modena, 1984 293 Tracce di questo disegno sopravvivono, talvolta, nelle forme e dimensioni delle particelle agricole, ma permangono anche in segni recenti, che confermano impronte precedenti. Non è infrequente, infatti, che strade moderne o confini, intercomunali o provinciali, ripercorrano i tracciati ereditati da tinerari antichi, confini, canali, strade esentieri. Un esempio può essere considerato una parte del confine comunale fra Covo e Romano di Lombardia: esso si appoggia a un tratto del Fosso Bergamasco che riutilizzò, in questa parte del suo percorso, un canale di età romana che costituiva un decumano di questa porzione di pianura. Numerosi tratti stradali attualmente in uso possono essere ricondotti al disegno tracciato dagli assi della centuriazione: esempi particolarmente vistosi sono costituiti dal rettifilo Stezzano-Spirano, che ricalca il percorso del cardo massimo (cioè quello tracciato per primo, dal cui orientamento dipendevano gli altri, ad esso paralleli) della prima centuriazione, o da una ampia porzione dell’impianto viario dell’Isola Brembana vistosa risulta l’eredità della centuriazione romana anche nei territori della Calciana e della Gera d’Adda, dove rogge e strade (a volte assi di primaria importanza, a volte strade interpoderali in terra battuta) confermano il percorso dei cardi e dei decumani, il cui orientamento viene rispettato anche dalle linee interne alla maglia centuriale, linee che probabilmente ricalcano antichi limiti interpoderali. figura n 33 da E. Schmiedt, 1989, tavola LXXXIX 294 Riferimenti bibliografici: P. L. TOZZI, ‘Storia padana antica’, Milano 1972 Aa. Vv., ‘Misurare la terra-Centuriazione e coloni nel mondo romano’, Modena, 1984 E. SCHMIEDT ‘Atlante aerofotografico delle sedi umane in Italia. Parte III: la centuriazione romana’, I. G. M. , Firenze, tavole LXXXIX-XC., 1989 R. POGGIANI KELLER, a cura di, ‘Carta archeologica della Lombardia-la Provincia di Bergamo’, Modena 1992 (in particolare i contributi di G. GAMBIRASIO, ‘Archeologia e pianificazione territoriale’, in ‘Carta Archeologica della Lombardia-La Provincia di Bergamo’, Modena 1992, pp. 19-22 e di M. FORTUNATI ZUCCALA, ‘Una proposta di lettura del territorio di Bergamo in età romana attraverso la cultura materiale, gli insediamenti e le necropoli’, pp. 115-141) A. ALBERTI, R. CAPRONI, E. CASTAGNA, E. FINAZZI, ‘Borgo di Covo-Storia di una comunità di confine’ 1995 Almenno S. Bartolomeo F. CANTARELLI, ‘Per l’identificazione di una fisionomia storico economica dell’Isola in età romana’, in ‘Le fasi antiche del territorio – La Lombardia Orientale fra Adda e Oglio’, Bergamo 2003, pp. 100-101 G. MEDOLAGO, ‘La comunità civile dell’Isola Brembana’, in’Insula-Rassegna di studi sull’Isola Brembana, anno1, numero 1, 2005, pp. 7-41 M. FORTUNATI ZUCCALA, ‘L’età romana’, in R. Caproni (a cura di), ‘Ghisalba: dalle origini al Medioevo’, 2005 Ghisalba (Bergamo), pp. 30-55 Aa. Vv, ‘Notiziari della soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia’ anni 1992-2004 M. FORTUNATI ZUCCALA, ‘L’elemento “acqua” e la pianificazione territoriale in età romana: l’ager bergomense’, in L. PAGANI, A. TOSI, a cura di, ‘Acqua e Paesaggio’, Bergamo 2005, pp. 61-64 Rettifilo Stezzano-Spirano Secondo la ricostruzione proposta da P. L. Tozzi il rettifilo ‘Stezzano-Spirano’ ricalca il cardo massimo (cioè quello tracciato per primo, dal cui orientamento dipendevano gli altri, ad esso parallelo) della I centuriazione dell’agro bergamasco. Nel secolo XIII la fondazione del centro di Comun Nuovo si impostò su questo asse, che venne attraversato da cinque tracciati minori, con andamento Est-Ovest, a organizzare l’abitato in 10 settori (vedere scheda) Isola Nel tratto settentrionale della pianura fra Adda e Brembo si può riconoscere chiaramente, nell’orientamento e nella distanza osservata fra gli assi, l’impianto centuriale: ancora in una fotografia aerea del 1954 si leggono chiaramente 3 decumani e il cardo che passa per Mapello. 295 L’antico disegno descritto da cardi e decumani si conserva anche nella parte centrale del territorio dell’Isola, nel percorso di alcune strade, o nelle linee di confine fra comuni: un esempio è fornito dall’area circostante l’abitato di Madone. figura n. 34 strada campestre, che insiste su un decumano di età romana, a Chignolo, da R. Poggiani Keller 1992, p. 35. Gera d’Adda In carta sono stati segnalati i percorsi (strade asfaltate, strade campestri, rogge, confini interpoderali) che ricalcano le linee dei cardi e decumani di II centuriazione. All’interno delle maglie individuate da questi assi si possono osservare altre linee (strade, rogge,..) parallele ai cardi e ai decumani, di cui rispettano l’orientamento: molto probabilmente confermano il disegno di alcuni originali limiti minori, interpoderali. Calciana In questa area si sono conservate frequenti tracce dell’impianto centuriato di età romana: si tratta di linee (strade, rogge, confini) che ricalcano gli assi maggiori, ma anche di tracciati che ne rispettano l’orientamento correndo all’interno delle maglie disegnate da cardi e decumani (probabilmente antichi limiti interpoderali). Nell’area dell’antico abitato di Fontanella e di Covo queste tracce risultano particolarmente presenti. Recenti scavi hanno evidenziato nel territorio di Fontanella, in località S. Gemignanino (fra le cascine S.Gemignanino e S.Gemignano), resti di sepolture e di abitato databili fra I secolo a.C. e II secolo d.C.. L’area è ubicata nel punto in cui si incontrano il Decumano che collega Torre Pallavicina a Sergnano e il cardo su cui insistono gli abitati di Fontanella-Cortenuova Sopra- Valarengo-Martinengo; nel Medioevo l’edificio di S.Germinano era la sede di un monastero cistercense, che in questa area aveva i propri possedimenti. L’abitato di età romana, databile fra I a.C. e inizi dell’età imperiale, presenta tracce di due fasi costruttive: si tratta di un insediamento esteso e articolato, probabilmente un vicus, che ha conservato resti di una strada glareata. Questi resti sono sottoposti a vincolo di tutela da parte della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Lombardia. 296 Fino al XVII secolo la località era denominata ’Zermegnate/Zermignano’: nei documenti medievali cremonesi risulta essere una comunità autonoma che, probabilmente, inglobava anche il vicino villaggio di Marzole (Cascine Marzuole). • I resti archeologici di Fontanella (S. Gemignano) sono sottoposti a vincolo 297