Rivista Internazionale d
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Giuridiche
iuridiche e Tradizione Romana
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2013
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Kofanov-Responsabilita-debitore-insolvente-diritto-romano-e-russo
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LA RESPONSABILITÀ PERSONALE E
PATRIMONIALE DEL DEBITORE
INSOLVENTE: A PROPOSITO
DELL’EFFICACIA DELL’ESECUZIONE
GIUDIZIARIA NEL DIRITTO ROMANO E NEL
DIRITTO RUSSO MODERNO
LEONID KOFANOV
Accademia delle Scienze di Russia
Presidente del Centro di Studi di Diritto Romano
Mosca
ABSTRACT: The nature of personal and property liability of the insolvent
debtor in the Roman and modern Russian law
Addressing the most urgent problems of Executive proceedings in the
modern Russian law, the author stresses that the current Russian system is not
efficient enough, because it provides exclusively property liability of the insolvent
debtor. Next, the author discusses the erroneous idea of modern Russian scientists
that norms of the Executive proceedings introduced in Russia after the judicial
reform 1874 - 1879's, adopted the Roman model of execution of decisions in civil
suits, unreasonably considering that the Roman concept was based on the model of
execution of judicial decisions, which provided the only sanctions against the
property of the debtor, but not in respect of his personality.
However, in the Roman era, the insolvent debtor along with sanctions of property
type subjected also the personal responsibility. Moreover, the non-execution of a
court order was equated to a criminal offence. Indeed, the Roman law sanctioned
the arrest of the debtor by manus iniectio, and even imprisonment of debtors
deceiving its creditors. At the same time were provided also the norms against
abuses and illegal actions of the lender. All of this together, according to the author,
did the Roman system very effective.
In conclusion, the author accentuates that the present Russian system of liability of
the insolvent debtor should be more balanced, providing the combination both
property and personal responsibility.
Il 4 dicembre 2009 il Ministro della Giustizia della Federazione di
Russia Aleksandr Konovalov, facendo a Roma una lezione per studenti e
professori dell’Università «Roma Tre», ha notato che uno dei problemi più
gravi del diritto moderno della Russia è il nichilismo giuridico, determinato
in particolare dalla sfiducia della maggior parte della società russa
sull’efficacia dei mezzi giuridici per la regolamentazione dei rapporti sociali
[1]. Purtroppo, la società ha motivi serii per tale sfiducia. Il motivo più
sostanziale prima di tutto è il sistema dell’esecuzione della decisione
giudiziaria nel campo del processo civile.
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Kofanov-Responsabilita-debitore-insolvente-diritto-romano-e-russo
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Così, il Presidente della Corte Suprema dell’arbitrato della Russia
Anton Ivanov, tracciando un bilancio dell’attività della Corte durante l’anno
2009, ha notato che «i cittadini si trovano di fronte al fatto che la loro
difesa
giudiziaria
resta
solamente
sulla
carta»,
motivando
quest’affermazione col fatto che «per due terzi le corti d’arbitrato lavorano
praticamente a vuoto»[2]. Infatti, nel 2006 le corti hanno emanato un
milione e duecentomila mandati esecutivi e solamente quattrocentoseimila
di quelli erano stati eseguiti[3]. La situazione è poco cambiata anche negli
anni 2010-2011, come mostrano i dati pubblicati dal Servizio federale degli
ufficiali giudiziari della Federazione di Russia: nel 2010 erano in esecuzione
più di 50,8 milioni di procedure giudiziarie esecutive e ne erano state
eseguite poco più di 23,9 milioni[4]. Alla resa dei conti nel 2010, sulla base
dei mandati esecutivi emanati dalle corti il Servizio federale degli ufficiali
giudiziari della Russia ha proceduto ad esazioni pari solamente al 32,8%
della somma del debito totale[5], e durante i primi 7 mesi del 2011 –
solamente al 11,5%[6].
Dunque, più di due terzi dei debiti, che erano in riscossione per
sentenza dell’autorità giudiziaria, restano tuttora non riscossi. Questo fatto
significa che i 2/3 dell’attività di tutta la procedura giudiziaria civile e di
tutti gli organi della tutela dell'ordine pubblico è pagata dai contribuenti
senza conseguire alcun risultato. Nasce la domanda retorica: perché in tale
situazione non deve fiorire il nichilismo giuridico? Di conseguenza l’efficacia
insufficiente del Servizio federale degli ufficiali giudiziari della Russia nella
maggior parte della riscossione dei debiti in favore dei cittadini e delle
persone giuridiche richiede un esame attento speciale.
Parlando della rinascita nella Russia contemporanea del Servizio
federale degli ufficiali giudiziari, bisogna sottolineare che i legislatori russi
hanno scelto la strada oggettiva e insomma giusta per far rinascere quel
sistema che esisteva prima del 1917 [7], e il sistema prerivoluzionario, a
sua volta, fu fondata grazie alla riforma giudiziaria del 1864[8]. Già in quel
periodo c’era un'accesa discussione tra sostenitori e avversari della riforma
e nello stesso tempo la questione centrale della discussione sulla
organizzazione del lavoro del servizio degli esecutori giudiziari era come
decidere il problema della responsabilità personale e patrimoniale del
debitore insolvente[9]. Si deve notare che in grande modo nel suo lavoro la
commissione della riforma giudiziaria si fondava sui lavori migliori
occidentali del campo teorico e sistematico del diritto civile e processuale e
prima di tutto su quelli dei pandettisti tedeschi[10], cioè dei specialisti del
diritto romano. Oltre a ciò, la commissione che studiava il problema
d’abolizione dell’arresto personale per i debiti, in larga misura si fondava
sul lavoro di E. Brevern, dove si descrive l’esperienza di tale riforma in
Francia, Austria, Inghilterra, Olanda, Belgio, Italia, Svizzera, Svezia e
specialmente degli Stati germanici[11]. Nella schiacciante maggioranza di
questi paesi il sistema del diritto romano pandettistico dominava, ma in
quella sua variante, che gli studiosi dell’Ottocento capivano. La
maggioranza dei pandettisti dell’Ottocento, però, era convinta che nel
diritto romano la responsabilità personale del debitore insolvente, connessa
colla schiavitù del nexum delle Leggi delle XII Tavole, fu abolita 326 a.C. e
successivamente non il corpo, ma il patrimonio del debitore rispondeva per
i debiti[12]. Infatti, Tito Livio, descrivendo la storia d’approvazione della
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legge sull’abolizione del nexum, nota che «pecuniae creditae bona
debitoris, non corpus obnoxium esset»[13].
Per questa causa in molti lavori generali e nei manuali del diritto
romano dell’Ottocento si esponeva la dottrina poco profonda non solamente
sull’abolizione della schiavitù dei nexi, ma anche sulla transizione totale
dalla responsabilità personale del debitore insolvente a quella
esclusivamente patrimoniale[14].
Basandosi sui pandettisti occidentali, anche gli studiosi russi di storia
della procedura giudiziaria esecutoria prendevano l’esperienza del diritto
romano come la misura standard, ma trattavano in modo unilaterale la
schiavitù dei debitori, il loro arresto come i segni della società poco
sviluppata nel piano sociale[15]. In conformità con ciò, la responsabilità
patrimoniale del debitore e la rivalsa giudiziaria solamente contro la sua
proprietà è diventata lo standard del sistema giudiziaria progressivo.
Dunque, l’esperienza e l’autorità del diritto romano si usava nella Russia
della seconda metà dell’Ottocento come uno dei più pesanti argomenti
condotti alla vittoria dei riformatori liberali nella loro lotta contro i
sostenitori del sistema vecchio tradizionale d’esecuzione giudiziaria nei
confronti dei debitori insolventi[16]. In particolare si tratta del sistema della
punizione degli insolventi nelle corti commerciali, che prevedevano le
carceri per i debitori. Alla fin fine le corti commerciali come anacronismo del
passato[17], quasi dappertutto[18], erano state ingiustamente abolite[19],
e nel 1879 fu approvata la legge sull’abolizione come tale dell’arresto
personale dei debitori insolventi[20]. I risultati pratici della riforma
giudiziaria nel campo della procedura esecutiva, secondo il parere di molti
giuristi russi della fine dell’Ottocento e dell’inizio del Novecento, ha
compromesso tutta la riforma giudiziaria, poiché l’esecuzione delle decisioni
giudiziarie non era efficace[21].
Di fronte allo stesso problema della mancanza d’efficacia, come si è
ereditata dalla Russia prerivoluzionaria, la procedura giudiziaria esecutiva
del Servizio federale dei ufficiali giudiziari della Russia si trova anche oggidì.
Esattamente come nell’Ottocento, il pensiero che solamente la riscossione
di crediti dal patrimonio del debitore sia la misura progressiva rispetto alla
responsabilità personale del debitore e nei lavori scientifici russi
contemporanei non di rado si dichiara come assioma[22]. Nello stesso
tempo, la ricezione del sistema occidentale della procedura esecutiva
contro i debitori di malafede alle volte si dichiara pericolosa e non effettiva
[23]. Abbastanza spesso si tratta anche della necessità del ritorno del buon
sistema vecchio delle carceri per i debitori che esisteva nella Russia prima
del 1864 [24]. Si tratta anche della necessità d’attivare l’articolo 177 del
Codice penale della Federazione di Russia (al momento praticamente non
applicabile) rispetto ai debitori fraudolenti. Questo articolo rispetto a tali
debitori prevede come pene alternative i lavori coatti o l’arresto per un
periodo di tempo da 4 mesi a 2 anni[25]. Si fanno anche cambiamenti
dell’articolo 145.1 del del Codice penale della Federazione di Russia, i quali
prevedono la responsabilità criminale per la fraudolenta non corresponsione
dello stipendio, nella misura dell’incarceramento per un periodo di tempo
da 1 anno a 5 anni[26].
In
relazione
all’attualizzazione
del
problema
dell’efficacia
dell’esecuzione della decisione giudiziaria nella Russia contemporanea e alla
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“correità” del concetto romano, e, più esattamente, pandettistico
dell’esecuzione della decisione giudiziaria in relazione dei debitori di
malafede nella riforma giudiziaria del 1864 e del 1879, vorrei trovare la
risposta per la domanda seguente: in che misura è giusta l’affermazione dei
pandettisti dell’Ottocento che il diritto romano dopo il 326 a.C. si sia
totalmente liberato non solamente dalla schiavitù dei debitori, ma anche
dalla responsabilità personale del debitore insolvente ed era approvata
esclusivamente la responsabilità patrimoniale?
Per la risposta prima di tutto bisogna rivolgersi ai Digesta di
Giustiniano, dove c’è il concetto più elaborato dei giuristi romani classici
sulla procedura esecutiva del processo civile. Però, nel libro 42 dei Digesta,
specialmente nei titoli 1 e 2 non c'è nessuna parola sulla rivalsa contro la
personalità del debitore. Tutt'al contrario, nei titoli 3-8 del libro 42 dei
Digesta si esaminano solamente i mezzi della rivalsa contro il patrimonio
del debitore. Donde si può, come pare, concludere che il diritto romano
classico riconosceva solamente la responsabilità patrimoniale del debitore
giudicato, e propriamente tale conclusione è diventato modello standard
per il diritto pandettistico europeo dell’Ottocento. Certamente, la
riscossione patrimoniale di crediti secondo la decisione giudiziaria nel diritto
romano a differenza del diritto russo moderno era molto più effettiva e
l'espropriazione forzata si effettuava sui beni non solamente del debitore
stesso, ma anche della sua sposa, dei suoi genitori e anche dei soci della
proprietà comune[27], mentre nel sistema giudiziario moderno russo si
fanno alcuni piani di tal tipo per il futuro[28], però, nel libro 42 si tratta
solamente dei beni e dei diritti patrimoniali del debitore.
Ma la antica tradizione letteraria del I sec. a.C. – IV sec. d.C. e le
leggi epigrafiche salvate del I sec. a.C. – II sec. d.C. e anche i Codici
Teodosiano e Giustinianeo ci danno l’informazione contraria. Anche nella
scienza romanistica dell’Ottocento la trattazione sul carattere e storia della
responsabilità personale e patrimoniale del debitore giudicato non è così
univoca: nei molti lavori romanistici di quel periodo si fa attenzione
all’applicazione della responsabilità personale del debitore accanto a quella
patrimoniale: la responsabilità personale prevedeva l’arresto, i lavori coatti
e la carcerazione[29]. Anche nella romanistica russa dell’Ottocento c’è la
ricerca pregevolissima del prof. V.V. Efimov sulla responsabilità del debitore
secondo il diritto romano, dove in particolare la conclusione assolutamente
giusta: «l’uso dell’arresto personale sempre era la regola generale del
processo esecutivo romano. Il diritto romano non conosceva l’abolizione
dell’arresto personale. In effetti, nella fine della Repubblica e nell’Impero in
alcuni casi per i debitori davano i mezzi di liberazione dall’arresto con
l’aiuto della cessio bonorum, ... ma questi mezzi a volte non erano
accessibili per tutti…»[30].
Dunque, bisogna studiare in che misura sono fondate affermazioni di
tale tipo. Prima di tutto è necessario notare che il testo sopra citato di Tito
Livio sull’abolizione della schiavitù dei debitori non di rado si legge con poca
attenzione dagli studiosi, siccome lo storico romano del I sec. a.C. scrive
che la lex Poetelia ha vietato di mettere agli arresti tutti, eccetto quelli che
hanno meritato la punizione che deteneva loro in carcere, finché il
pagamento del debito non sarà fatto[31]. Poi, si deve dare attenzione
speciale al capitolo 61 della famosa LEX COLONIAE GENETIVAE IULIAE
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URSONENSIS[32], entrata in vigore alla metà del I sec. a.C. e che ha
funzionato, come minimo, durante il I e II sec. d.C. Questa legge non di
rado porta in un vicolo cieco anche i romanisti moderni[33], poiché quasi
testualmente riproduce la norma della terza tavola delle leggi delle XII
Tavole sulla manus inectio del nexum, cioè sull’arresto e la carcerazione del
debitore insolvente, che, secondo l’opinione di molti studiosi, erano
totalmente aboliti con la lex Poetelia alla fine del IV sec. a.C.[34] Secondo
questa norma decemvirale il debitore insolvente, condannato a pagare il
debito, nel caso di non pagamento, veniva arrestato dal creditore in
conformità con la decisione giudiziaria ed era imprigionato nella casa del
creditore fino alle terze nundine, dopo di che si vendeva in schiavitù o si
giustiziava. È evidente che la lex Poetelia ha abolito solamente la vendita in
schiavitù o la pena di morte del debitore, ma non la norma sul suo arresto
per mezzo della manus iniectio o la carcerazione.
La norma sull’arresto e la carcerazione del debitore condannato si
trova anche nella lex Rubria[35] entrata in vigore tra 49 e 40 a.C.[36]
Anche Cicerone, avvocato famoso del I sec. a.C., nella sua arringa “Pro
Flacco” menziona la condanna alla carcerazione del debitore per
insubordinazione alla decisione giudiziaria[37]. Poi, il famoso autore del
manuale sull’arte oratoria giudiziaria Quintiliano, che ha vissuto nella
seconda metà del I sec. d.C., fa la comparazione tra addictus e servus e
dice che la legge ordina a tali debitori di servire come gli schiavi i creditori,
fino al pagamento totale del debito, anche se sottolinea che l’addictus, a
differenza del servus, ha la difesa della legge[38]. Finalmente, il
commentatore famoso della norma delle XII Tavole sulla punizione dei
debitori insolventi Aulo Gellio, vissuto nel II sec. d.C., sottolinea che anche
nel suo tempo molti debitori si condannano e si mettono agli arresti[39].
La carcerazione dei debitori morosi si praticava anche nel tempo del
diritto romano postclassico. Così, nel codice di Giustiniano c’è la norma che
regolamenta la carcerazione dei debitori insolventi[40]. Questa norma di
Giustiniano stesso permetteva il carcere preventivo del debitore fino alla
pronuncia della sentenza, se lui non rappresentava la garanzia o il garante
del pagamento. Il termine massimo della carcerazione fu 1 anno e la
sentenza prevedeva anche la punizione pecuniaria o corporale. Nello stesso
codice di Giustiniano si trova la costituzione dell’imperatore Alessandro del
223 d.C. che permetteva la cessio bonorum come alternativa alla
carcerazione del debitore[41], e anche la costituzione di Diocleziano del
294 d.C. che vietava ai creditori di costringere per forza il debitore nato in
libertà a lavorare in schiavitù[42].
Dunque, le fonti mostrate permettono di concludere che il diritto
romano durante tutta la sua storia insieme con la responsabilità
patrimoniale usava molto attivamente i mezzi della responsabilità
personale, i quali davano le garanzie supplementari per la soggezione più
attiva del debitore alla decisione giudiziaria. Ma in questo caso come si
spiega l’assenza d’informazione su questo nei Digesta di Giustiniano, cioè
nei lavori dei giuristi romani classici?
A questa domanda si può dare la risposta chiara e univoca: ma i
giuristi romani certamente non tacevano. Prima di tutto, il giurista famoso
del II sec. d.C. Gaio nelle sue Istituzioni descrive dettagliatamente la
manus iniectio e in particolare nota che anche dopo la lex Vallia[43]
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Kofanov-Responsabilita-debitore-insolvente-diritto-romano-e-russo
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l’arresto preventivo del debitore da parte del creditore si usava attivamente
nel caso in cui il debitore non dava delle garanzie e non aveva il garante
[44]. Non di rado si fanno rinvii alle parole di Gaio sulla limitazione dell’uso
delle legis actiones con la sfera solamente della corte centumvirale[45], ma
questo assolutamente non significa che l’istituto stesso della manus iniectio
fosse totalmente abolito[46]. Infatti, la manus iniectio, anche se non troppo
spesso, si menziona nei Digesta e nel Codice di Giustiniano[47].
Finalmente, si trova la norma sulla responsabilità del debitore
giudicato di eseguire la decisione giudiziaria e pagare il credito anche nei
Digesta di Giustiniano, però, non in quella parte, dove la cercano di regola.
Si tratta del terzo titolo del libro 2 dei Digesta dedicato alla responsabilità
penale della persona non obbediente alla decisione del giudice[48]. Bisogna
notare che questo testo dei Digesta di regola non si lega con l’azione
sull’esecuzione della decisione giudiziaria nei confronti dei debitori giudicati
[49]. A mio avviso, però, qui Ulpiano sottintende anche il debitore giudicato
che non ha permesso di fare rivalsa contro i suoi beni o li ha nascosti
dall’esazione[50]. In particolare, Ulpiano menziona qui anche il debitore
giudicato che non è insubordinato alla decisione giudiziaria, poiché non ha
permesso la riscossione di credito dalla sua proprietà o ha nascosto il bene
dalla riscossione. Propriamente di tale insubordinazione alla decisione
giudiziaria parla Cicerone nel frammento già sopra menzionato (Pro Flacc.
48). Più dettagliatamente il giurista romano del III sec. d.C. Paolo nel suo
commento alla lex Iulia de vi publica spiega le particolarità di questa norma
[51]. Secondo lui questa legge dell’imperatore Ottaviano Augusto della fine
del I sec. a.C. condannava alla carcerazione quei debitori che non volevano
uniformarsi alla decisione giudiziaria, e questo fatto, come dice Paolo,
violava l’ordine legale statale, cioè, usando il linguaggio giuridico moderno,
era un delitto del codice penale. Come punizione per tali persone era
prevista la deportazione e la confisca del terzo di tutti i beni per i nobili e i
lavori forzati nelle miniere – per la plebe.
Tornando ai problemi di oggi della responsabilità del debitore
nell’esecuzione della decisione giudiziaria, si può constatare ciò che segue:
1. Sono infondati i rinvii al diritto romano classico come lo standard
solamente della responsabilità patrimoniale e non di quella complessa, cioè
quella che include anche la responsabilità personale.
2. L’appello alla responsabilità personale del debitore si applicava a
Roma solamente nei casi della sua malafede, della sua evasione dolosa
dalla esecuzione della decisione giudiziaria e l’insubordinazione al potere
giudiziario si considerava come un delitto comune. Lasciarlo senza
punizione significava screditare il potere statale giudiziario ed esecutivo.
3. Finalmente, se vogliamo rivolgerci all’esperienza romana bisogna
prendere in considerazione il fatto che la norma sulla responsabilità
personale del debitore giudicato funzionava insieme con molti altri mezzi
per regolare il problema dei debiti, anche con i mezzi contro gli affari illeciti
dei creditori, contro gli interessi da usura, contro l’attività dolosa dei
banchieri, dei pubblicani e degli esattori delle imposte, ma questo è già il
tema per un’altra ricerca.
Dunque, propriamente l’applicazione complessa e bilanciata delle
norme sulla responsabilità sia patrimoniale che personale del debitore
davanti alla decisione giudiziaria, l’esperienza della quale ci danno la storia
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Kofanov-Responsabilita-debitore-insolvente-diritto-romano-e-russo
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del diritto romano e russo, può permettere, a mio avviso, di fare nostro il
sistema esecutivo più effettivo nella lotta con i debitori di malafede.
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procedimento di peer review. Ogni articolo è stato valutato positivamente da due referees, che hanno operato con il
sistema del double-blind].
[1] Vedi: L.L. Kofanov, Cronaca del convegno internazionale “Diritto romano e la
cultura giuridica d’Europa”, Roma 4 dicembre 2009 // Ius Antiquum Древнее право. 2 (24),
2009. Мosca, 2011, 189-200.
[2] Итоговый доклад председателя Высшего арбитражного суда Российской
Федерации А.Иванова, посвященный 15-летию образования системы арбитражных
судов Российской Федерации. 13 июля 2007 г. (La relazione conclusiva del Presidente
della Corte suprema d’arbitrato della Federazione di Russia A. Ivanov, dedicata al giubileo
dei 15 anni della creazione del sistema delle corti d’arbitrato della Federazione di Russia. 13
luglio 2007): http://www.arbitr.ru/as/assys/15ann/index.htm.
[3] Мошкин Михаил. "Система работает вхолостую". Две трети решений
арбитражных судов не исполняются // Время новостей: №73, 25 апреля 2007
http://www.arbitr.ru/press-centr/smi/2696.html.
[4] Доклад о результатах деятельности Федеральной службы судебных
приставов в 2010 году. (La relazione sui risultati d’attività del Servizio federale degli ufficiali
giudiziari nel 2010): http://www.fssprus.ru/otchet_doklad_9/ .
[5] Выполнение Федеральной службой судебных приставов основных
(прогнозных) показателей деятельности по итогам работы за 2010 год (L’esecuzione del
Servizio federale dei ufficiali giudiziari degli indici principali (pronostici) dell’attività di fine
anno 2010): http://www.fssprus.ru/dod122010/ .
[6] Vedi: Основные показатели деятельности Федеральной службы судебных
приставов за 7 месяцев 2011 года (Gli indici principali dell’attività del Servizio federale degli
ufficiali
giudiziari
durante
7
mesi
2011):
http://www.fssprus.ru/vypolnenie_federalnojj_sluzhbojj_sudebnykh_pristavov_osnovnykh_pro
[7] Десятик М.С. Становление и развитие института судебных приставов в
России. // Исполнительное право, 2009, № 4.
[8] Коротких М.Г. Судебная реформа 1864 года в России (сущность, социальноправовой механизм формирования). Воронеж, 1994; Захаров В. В. Способы
принудительного исполнения в русском праве XI – начала XX века: преемственность и
инновации. Саратов, 2007 http://scientific-notes.ru/pdf/sa22.pdf .
[9] Su questo ved.: Боровиковский А. Проект закона об отмене личного
задержания за долги // Журнал гражданского и уголовного права. СПб, 1873. Кн. 3. 119
–134; Он же. О новом законе об отмене личного задержания по гражданским
взысканиям // Журнал гражданского и уголовного права. С-Пб, 1880. Кн. 3. 95–117;
Гриневич А. О личном задержании в гражданском процессе // Журнал гражданского и
уголовного права. С-Пб., 1873. Кн. 1. 92-123; Кн. 3. 12-46.
http://www.dirittoestoria.it/11/contributi/Kofanov-Responsabilita-debitore-insolvente-d...
Kofanov-Responsabilita-debitore-insolvente-diritto-romano-e-russo
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[10] Джаншиев Г.А. Основы судебной реформы: историко-юридические этюды //
Джаншиев Г.А. Основы судебной реформы: сборник статей. М., 2004. (печатается по
изд. 1891 г.). 56-57.
[11] Бреверн Е. Об отмене личного задержания за долги по иностранным
законодательствам 1867, 1868 и 1869 годов С.-Пб., 1870.
[12] Vedi, per esempio: Courtois B. De la bonorum venditio ou de la vente en masse
des biens du débiteur à Rome, P., 1894; Kleineidam E. Die Personnal Execution der Zwölf
Tafeln. Breslau, 1904; Малышев К. Исторический очерк конкурсного процесса. СПб.,
1871. 3 слл.; Шершеневич Г.Ф. Курсъ торговаго права. Т. IV: Торговый процессъ.
Конкурсный процессъ. С-Пб., 1912. 77-85.
[13] Liv. VIII.28.8: pecuniae creditae bona debitoris, non corpus obnoxium esset.
Più dettagliatamente sulla legge di Petelio ved.: Behrends O. Der Zwölftafelprozess. Zur
Geschichte des römischen Obligationenrechtes. Göttingen, 1974. 152-183; Peppe L. Studi
sull’esecuzione personale. Debiti e debitori nei due primi secoli della repubblica romana. Milano,
1981. 183-262; Кофанов Л.Л. Обязательственное право в архаическом Риме (VI-IV вв. до
н.э.). М., 1994. 173-184.
[14] Малышев К.И. Исторический очерк конкурсного процесса. С-Пб., 1871. 3;
Шершеневич Г.Ф. Указ. соч. 81; Покровский И.А. История римского права. С-Пб., 1998 (по
изд. 1917 г.). 389; Свирин Ю.А. Исторический аспект исполнительного производства //
Адвокат, 2010. http://www.juristlib.ru/book_5201.html.
[15] Шершеневич Г.Ф. Указ. соч. 77; Гриневич А. О личном задержании в
гражданском процессе // Журнал гражданского и уголовного права. 1873. Кн. 1. 92
–123; Кн. 3. 12-46; Боровиковский А. Проект закона об отмене личного задержания за
долги // Журнал гражданского и уголовного права. 1873. Кн. 3. 119-134; Он же. О
новом законе об отмене личного задержания по гражданским взысканиям // Журнал
гражданского и уголовного права. 1880. Кн. 3. 95-117. Рихтер А. Закон об отмене
личного задержания за долги // Журнал гражданского и уголовного права. 1879. Кн. 5.
50-52; Захаров В.В. Модель принудительного исполнения судебных решений по
гражданским делам в России в 1864 - 1917 гг. // История государства и права, 2009, № 19.
186-192.
[16] Così V.V. Zacharov, op. cit., 191 s., scrive: «La riforma giudiziaria del 1864
mostra tal’esempio della ricezione del diritto straniero, quando gli istituti formali si creavano
secondo i modelli esistenti in altri paesi... Come conseguenza di tale ricezione è nato il distacco
totale o parziale dell’istituto preso in prestito. Propriamente così è successo con lo Statuto della
procedura giudiziaria civile...». Vedi anche: Малешин Д.Я. Российский тип гражданского
судопроизводства // Вестник Московского университета. Серия 11. Право. 2007. N 5. 21.
[17] Гордон И. М. Особенности судопроизводства в коммерческих судах//Журнал
Министерства юстиции. 1894. № 2. 164; Шершеневич Г. Ф. Несколько слов о
коммерческих судах//Там же. 1895. № 4. 61; Туткевич Д. В. О наших коммерческих
судах//Там же. 1898. № 7. 28.
[18] A cavallo di due secoli (XIX e XX) le corti di commercio rimanevano solamente
a Mosca, Varsavia, San-Pietroburgo e Odessa: Гольмстен А.X. Очерки по русскому
торговому праву. СПб., 1895. Вып. 1. 16.
[19] Архипов И.В. Коммерческие суды и торговый процесс в России //
Правоведение. М., 1994. № 4. 108-112.
[20] ПСЗ II. Т. LIV. – СПб., 1881. № 59374; Рихтер А. С. Указ. соч. 30–52; Он же.
О новом законе об отмене личного задержания по гражданским взысканиям // Журнал
гражданского и уголовного права. 1880. Кн. 3. 115–117; Боровиковский А. О новом
законе об отмене личного задержания по гражданским взысканиям // Журнал
http://www.dirittoestoria.it/11/contributi/Kofanov-Responsabilita-debitore-insolvente-d...
Kofanov-Responsabilita-debitore-insolvente-diritto-romano-e-russo
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гражданского и уголовного права. 1880. Кн. 3. 95–117; Захаров В.В. Способы
принудительного исполнения в русском праве XI – начала XX века: преемственность и
инновации // Ученые записки. Курский государственный университет. № 2 (4). 2007. 8:
http://scientific-notes.ru/pdf/sa22.pdf.
[21] Гольмстен А.Х. Рецензия на работу: Шимановский М.В. О некоторых
недостатках, встречающихся на практике при приведении решений в исполнение по
уставам 20 ноября 1864 года. Казань, 1881 // Журнал гражданского и уголовного права.
1881. Кн. 5. 135-137. Vedi anche: Птицын В. Недостатки нашего исполнительного
процесса // Наблюдатель. 1895. № 3. 37-47.
[22] Захаров В.В. Реформирование способов исполнения судебных решений в
России во второй половине XIX века // Вестник Челябинского гос. ун-та. Направление
«Право». 2008. № 31 (132). 96 сл. http://www.lib.csu.ru/vch/132/016.pdf .
[23] Захаров В.В. Модель принудительного исполнения... 191 сл.; Малешин Д.Я.
Российский тип гражданского судопроизводства // Вестник Московского университета.
Серия 11. Право. 2007. N 5. 3-26.
[24] Гужова М. «Ямой» по неплатежу. Не рано ли поставили точку в истории
долговых
тюрем?
//
NBJ
Национальный
банковский
журнал:
http://www.nbj.ru/publs/banki-i-obschestvo/2006/06/07/archive-publ-9437/index.html;
Волков Н. Должник, как и вор, должен сидеть в тюрьме // Уральский региональный
информационный центр "ИТАР-ТАСС"("ТАСС-Урал"). 24/02/2004: http://www.tassural.ru/reviewer/46992.html
[25] Vedi art. 177 del Codice penale della Russia. Cfr.: Колесников А. 177-я статья
Уголовного кодекса начала работать. За возвращение к родным истокам и корням! //
Центр судебных процедур: http://www.lawyer-war.ru/news_053.php; Евстифеев Д.
Москвичка попала в долговую тюрьму // Газета «Известия» от 17 ноября 2010.
http://www.izvestia.ru/news/368200; Куликов В. Верховный суд открыл долговые
тюрьмы. За просроченный штраф могут отправить под арест // Российская газета
(Неделя) N4400 от 29 июня 2007 года. Сайт Международной коллегии адвокатов
"Санкт-Петербург":
http://www.mkaspb.ru/sobitiya_v_kollegii/novosti_yurisprudencii/novosti/dolgovie_tyurmi.php.
[26] Козлова Н. Долговая тюрьма. Прокуроры в новом году придут к тем, кто не
платит зарплату вовремя // "Российская газета" - Федеральный выпуск № 5374 (295) от
29.12.2010, http://www.rg.ru/2010/12/29/turma.html
[27] D. 42.1.16-17: ULPIANUS libro sexagensimo tertio ad edictum. Sunt qui in id
quod facere possunt conveniuntur, id est non deducto aere alieno. Et quidem sunt hi fere,
qui pro socio conveniuntur (socium autem omnium bonorum accipiendum est): item parens:
17 IDEM libro decimo ad edictum patronus patrona liberique eorum et parentes: item
maritus de dote in id quod facere potest convenitur.
[28] Vedi: При банкротстве ИП наследники и супруги предпринимателей могут
понести ответственность по его обязательствам // Политическое образование
(lawinrussia.ru), 13.05.2011 http://www.arbitr.ru/press-centr/smi/35635.html.
[29] Vedi, per esempio: M. Voigt, Über die Geschichte des römischen
Executionsrechts // Berichte der K. Sächs. Gesell. der Wiss., Phil-hist. Classe, Liepzig, 1882,
76-120; F.K. Savigny, Über das altrömische Schuldrecht, Berlin, 1834; G.F. Huschke, Über
das Recht des Nexum und das alte römische Schuldrecht, Berlin, 1846.
[30] Ефимов В.В. Посильная ответственность должника. СПб., 1888. 81.
http://www.dirittoestoria.it/11/contributi/Kofanov-Responsabilita-debitore-insolvente-d...
Kofanov-Responsabilita-debitore-insolvente-diritto-romano-e-russo
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[31] Liv. VIII.28.8: Victum eo die ob inpotentem iniuriam unius ingens vinculi fidei;
iussique consules ferre ad populum, ne quis, nisi qui noxam meruisset, donec poenam
lueret, in conpendibus aut in nervo teneretur.
[32] LEX COLONIAE GENETIVAE IULIAE URSONENSIS. LXI… Cui quis ita ma]num
inicere iussus erit, iudicati iure manus iniectio esto itquue ei s(ine) f(raude) s(ua) facere
liceto. Vindex arbitratu lIviri quive i(ure) d(icundo) p(raerit) locuples esto. Ni vindicem dabit
iudicatumve faciet, secum ducito. Iure civili vinctum habeto. Si quis in eo vim faciet, ast eius
vincitur, dupli damnas esto colonisq. eius colon. HS ((|)) ((|)) d(are) d(amnas) esto,
eiusque pecuniae cui volet petitio, Ilvir. quive i. d. p. exactio iudicatoque esto. Il commento
ved.: A. D’Ors, Epigrafía jurídica de la España Romana, Madrid, 1953, 174-177; E. Gabba,
Riflessioni sulla lex coloniae Genitivae Iuliae, in Estudios sobre la Tabula Siarensis, a cura J.
Gonzalez e J. Arce, Madrid, 1988, 157-168.
[33] Vedi, per esempio: Гарсия Гарридо М.Х. Римское частное право: казусы, иски,
институты / Перевод с испанского. Отв. редактор Л.Л.Кофанов. Мosca, 2005. 176-178.
(=M.J. Garcia Garrido, Derecho privado romano. Casos, Acciones, Instituciones, Madrid
2001, 164).
[34] R. Taubenschlag, voce Manus inectio, in RE, Bd. 4. St., 1930, 1400-1402. Vedi
anche: A. Steinwenter, voce Iudicatum, in RE, Hbd. 18. St., 1916, 2475-2479; H.F. Hitzig,
voce Carcer, in RE, Hbd. 6. St., 1899, 1576-1581; K.J. Neumann, voce Coercitio, in RE,
Hbd. 7. St., 1900, 201-204; R. Leonhard, voce Debitoris ductio, in RE, Bd. 4. St., 1901,
2244.
[35] Lex Rubria 22: Praetorque isve qui de is rebus Romae iure dicundo praerit in
eum et in heredem eius de is rebus omnibus ita ius dicito decernito eosque duci bona eorum
possideri proscribive venireque iubeto, ac si is heresve eius de ea re in iure apud eum
praetorem eumve qui Romae iure dicundo praesset, confessus esset aut de ea re nihil
respondisset neque se iudicio uti oportuisset defendisset; dum ne quis de ea re nisi praetor
isve qui Romae iure dicundo praerit eorum quoius bona possideri proscribi veneire ducique
eum iubeat.
[36] Vedi: F. Gutiérrez-Alviz y Armario, Diccionario de derecho romano, Madrid, 1982,
422. Sul contenuto della legge vedi: F.J. Bruna, Lex Rubria. Caesars Regelung für die
Richterlichen Kompetenzender Munizipalmagistrate in Gallia Cisalpina, Leiden, 1972.
[37] Cic. Pro Flacc. (48): Fecit eadem omnia quae nostri debitores solent; negavit
sese omnino versuram ullam fecisse Romae... Itaque recuperatores contra istum rem
minime dubiam prima actione iudicaverunt. Cum iudicatum non faceret, addictus Hermippo
et ab hoc ductus est.
[38] Quintil. Inst. VII.3 26-27: Circa propria ac differentia magna subtilitas, ut cum
quaeritur an addictus, quem lex seruire donec soluerit iubet, seruus sit... Videamus ergo
propria et differentia... Seruus cum manu mittitur fit libertinus, addictus recepta libertate
ingenuus: seruus inuito domino libertatem non consequetur,< addictus consequetur:> ad
seruum nulla lex pertinet, addictus legem habet: propria liberi, quod nemo habet nisi liber,
praenomen nomen cognomen tribum; habet haec addictus.
[39] Gell. N.A. XX.1.51: Addici namque nunc et uinciri multos uidemus, quia
uinculorum poenam deterrimi homines contemnunt...
[40] C. 9.4.6: Oujdevna ejmbavllesqai ejn fulakh`/ divca prostavxewı tw`n kata; th;n
eujdaivmona tauvthn povlin h] ejn e jparciva/ ejndovxwn h] periblevptwn h] lamprotavtwn ajrcovntwn h]
tw`n ejn tai`ı povlesin ejkdivkwn boulovmeqa. † 1. jEpi; de; tw`n ejmblhqevntwn h] ejmballomevnwn tou;ı
qeofilestavtouı tw`n tovp wn ejpiskovpouı mivan eJkavsthı eJbdomavdoı hJmevran thvntetravda h] th;n
paraskeuh;n tou;ı ejn tai`ı fulakai`ı diereuna`sqai kai; su;n ajkribeiva/ manqavnein ta;ı th`ı aujtw`n
katoch`ı aijtivaı kai; ei[te oijkevtai tugcavnoien o[nteı ei[te ejleuvqeroi, ei[te ejpi; crhvmasin ei[te
ejpi; a[lloiı ejgklhvmasin ei[te ejpi; fovnoiı ejmbeblhmevnoi. 2. Kai; eij me;n dou`loiv eijsin, ei[sw
ei[kosin hJmerw`n ejkbavllesqai aujtou;ı h] swfronizomevnouı h] toi`ı despovtaiı paradidomevnouı. † ]H
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[41] C. 7.71.1: Qui bonis cesserint, nisi solidum creditor receperit, non sint liberati.
In eo enim tantum hoc beneficium eis prodest, ne iudicati detrahantur in carcerem (223
d.C.).
[42] C. 4.10.12: Impp. Diocletianus et Maximianus AA. et CC. Iovino. Ob aes
alienum servire liberos creditoribus iura compelli non patiuntur.
[43] La legge presumibilmente è della metà del II sec. a.C.: F. Gutiérrez-Alviz y
Armario, op. cit., 431 s.
[44] Gai. Inst. IV.25: Sed postea lege Vallia, excepto iudicato et eo pro quo
depensum est, ceteris omnibus cum quibus per manus iniectionem agebatur, permissum est
sibi manum depellere et pro se agere: itaque iudicatus et is pro quo depensum est, etiam
post hanc legem uindicem dare debebant, et nisi darent, domum ducebantur.
[45] Gai. Inst. IV.30-31: Sed istae omnes legis actiones paulatim in odium
uenerunt. namque ex nimia subtilitate ueterum qui tunc iura condiderunt, eo res perducta
est, ut uel qui minimum errasset, litem perderet; itaque per legem Aebutiam et duas Iulias
sublatae sunt istae legis actiones effectumque est, ut per concepta uerba, id est per
formulas litigaremus. 31. Tantum ex duabus causis permissum est lege agere: damni infecti
et si centumuirale iudicium futurum est; saneque cum ad centumuiros itur, ante lege agitur
sacramento apud praetorem urbanum uel peregrinum.
[46] Anche come l’altra legis actio legata con l’esecuzione della decisione giudiziaria
– quella pignoris capio, che rivolgeva la riscossione ai beni del debitore. Vedi: Гарсия
Гарридо М.Х. Op. cit. 179 ss.; A.V. Rudakov, Pignoris capio nel diritto pubblico romano, in
Ius Antiquum Древнее право. 2 (24). 2009. Мosca, 2011. 108-124.
[47] D. 2.4.10.1; D. 18.7.9; D. 40.1.20.2; D. 40.8.7; С. 1.3.12; C. 7.6; C.
10.32.54.
[48] D. 2.3.1: ULPIANUS libro primo ad edictum Omnibus magistratibus, non tamen
duumviris, secundum ius potestatis suae concessum est iurisdictionem suam defendere poenali
iudicio. 1. Is videtur ius dicenti non obtemperasse, qui quod extremum in iurisdictione est non
fecit: veluti si quis rem mobilem vindicari a se passus non est, sed duci eam vel ferri passus est:
ceterum si et sequentia recusavit, tunc non obtemperasse videtur. 2. Si procurator tuus vel tutor
vel curator ius dicenti non obtemperavit, ipse punitur, non dominus vel pupillus. 3. Non solum
autem reum, qui non obtemperavit, hoc edicto teneri Labeo ait, verum etiam petitorem. 4. Hoc
iudicium non ad id quod interest, sed quanti ea res est concluditur: et cum meram poenam
contineat, neque post annum neque in heredem datur.
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[49] Commento del frammento D. 2.3.1.1 vedi: M. Marrone, Actio ad exhibendum,
in Annali del Seminario Giuridico di Palermo, XXVI, 1958, 171-692; M. Kaser, Die Formula
der actio ad exhibendum, in RIDA 14 (1967), 263-299; A. Fernandez Barreiro, Autorizacion
pretoria para la "in ius vocatio", in SDHI 37 (1971) 261-288; R. Düll, Über Textkonjekturen
zu Gaius Veronensis und zur Frage der Zwangsenteignung im römischen Formularprozess, in
ZSS, Röm. Abt., 109 (1979), 290-302; H. Blank, Condemnatio pecuniaria und Sachzugriff,
in ZSS 99 (1982) 303-316; M. Kaser, Nochmals ueber Besitz und Verschulden bei den
"actiones in rem", in ZSS, Rom. Abt. 111 (1981), 88; M. Lemosse, "Actiones
interrogatoriae", in Labeo 34 (1988) 16; T. Spagnuolo Vigorita, "Imperium mixtum".
Ulpiano, Alessandro e la giurisdizione procuratoria, in INDEX 18 (1990) 136; R. Domingo,
Estudios sobre el primer título del Edicto pretorio. I. El edicto por desacato al decreto del
magistrado municipal, in Cuadernos compostelanos de derecho romano 5, 1992, 82 ss.
[50] Il verbo vindicare usato nel frammento di regola si lega con la procedura della
comparizione o dell’esibizione della cosa contestata secondo l’actio ad exhibendum, e in
questo caso il frammento può trattare solamente l’insubordinazione alla domanda
preliminare del giudice sulla comparizione o sull’esibizione della cosa contestata alla corte.
Però, il verbo vindicare ha anche l’altro significato: “confiscare i beni per il debito” (vedi L.L.
Kofanov, La vindicatio nel diritto pubblico romano, in Ius Antiquum Древнее право. 2 (22),
2008. Мosca, 2010, 45), e in questo caso si tratta propriamente dell’insubordinazione alla
decisione giudiziaria rivolta ai beni del debitore giudicato. Cfr. con l’actio ad exhibendum (D.
10.4.7.7).
[51] Paul. Sent. V.26: 2. Hac lege (Iulia de vi publica) excipiuntur, qui artem
ludicram faciunt, iudicati etiam et confessi et qui ideo in carcerem duci iubentur, quod ius
dicenti non obtemperaverint quidve contra disciplinam publicam fecerint... 3. ...Quibus
omnibus convictis, si honestiores sunt, tertia pars bonorum eripitur et in insulam relegantur:
humiliores in metallum damnantur. ... Interpr. ... Sed a legis istius poena de aliquibus
praeceptum est, etiamsi ad principem appellaverint, posse torqueri vel damnari, si quos in
ludicra arte offenderint vel iudicio fuerint condemnati aut de crimine suo confessi; et si qui
propter hoc in carcerem rediguntur, quia secundum leges sententiae iudicis parere noluerint,
vel si contra disciplinam publicam commisisse aliquid convincantur...
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