ORGANIZZAZIONE DI GRUPPI
E DI RETI
tesi
Viviamo l’era della complessità.
Culturalmente non possiamo più prescindere da una
prospettiva sistemica, né dalla consapevolezza della
centralità dell’elemento relazionale.
La rete è una forma organizzativa insita nella
complessità.
…. noi siamo “ adeguati” all’organizzazione di rete ?..........
PROSPETTIVA SISTEMICA
Kurt Lewin
Prussia 1890- Newton ville 1947
Pioniere della psicologia sociale
1939
Teoria del
campo
Persona e ambiente sono
considerati come un insieme
interconnesso che va a
formare lo spazio vitale di ogni
soggetto.
“ The Life space”, lo spazio di vita
è un campo di forze. Esistono
forze attrattive e repulsive che
creano spazi di congelamento
e di scongelamento.
Ricerca-azione ; dinamiche di gruppo; teoria di campo
Ogni persona è inevitabilmente condizionata
dal sistema di forze attrattive e repulsive
del proprio contesto di vita
C = f (P, A)
in cui si mette in risalto che
il comportamento (C) di un individuo
è una funzione regolata da fattori interdipendenti
costituiti dalla sua personalità (P)
e dall'ambiente (A) che lo circonda.
IDENTITA’ RELAZIONALE E TEORIA
DEI SISTEMI
Gregory Bateson
• La relazione precede
l’individuo. Gli individui
sono filtri creativi. Gli
individui sono relazioni
• nulla ha significato se
non è visto in un
contesto
(9 maggio Granchester 1904 –
4 luglio San Francisco 1980
Biologo,antropologo, linguista, semiotico,
Cibernetico, scienziato sociale,terapeuta sistemico..
La sua teoria dei sistemi
sottolinea
l’irriducibile molteplicità dei punti di vista
e sposta l’accento
dal problema del controllo
a quello dell’ interconnessione reciproca tra
sistemi.
E LE RETI…..?
• Le reti esistono. Vanno riconosciute
• Prima competenza per un animatore di rete è
quella di saper leggere il contesto, di “saper
tessere le storie”
• Presuppongono una competenza relazionale già
molto evoluta. La rete presuppone “il sapersi
concepire come soggetto plurale che esprime e
attualizza la modalità dell’essere con” S. Foulkes
ELEMENTI CHE INTERAGISCONO IN
UN GRUPPO
Elementi che interagiscono in un gruppo
Massimo esplicito
“Si può vedere”
Contenuti e azioni
metodi
Processi
dinamiche
Massimo implicito
“ si può sentire”
Cosa fa il gruppo ? Di cosa parla ?
Come si organizza in modo esplicito e
formale ?
Quali relazioni tra i partecipanti ?
Come il gruppo si organizza in modo esplicito
e informale ?
Quali sono i sentimenti prevalenti e come
interagiscono?
Quali sono i sentimenti legittimati dalla cultura
prevalente del gruppo ?
Quali sono le norme implicite prescritte
dalla cultura del gruppo ?
FASI EVOLUTIVE DI UN GRUPPO
IPOTESI PSICO-SOCIALI
IPOTESI PSICO-SOCIALE
FASI EVOLUTIVE DI UN GRUPPO
• FASE 1: il gruppo come meccanismo di difesa
il gruppo entità buona; tutto ciò che è fuori
viene definito come entità cattiva
• FASE 2: reimportazione del conflitto.
il gruppo ammette che al suo interno possano
esistere comportamenti, atteggiamenti
funzionali e non, positivi e negativi
• FASE 3: obiettivo dell’intervento psico-sociale
All’interno del gruppo vengono riconosciute e
attribuite ai diversi componenti le diversità di
bisogni, atteggiamenti, comportamenti,
sentimenti. Parallelamente il gruppo riconosce
che l’esterno non è solamente minacciante e
cattivo
FASE 4:
Le persone appartenenti al gruppo vivono la
dimensione plurale “gruppo” come un’entità
sovra-individuale accessibile.
Il gruppo viene percepito come un’entità
“abbondante” nel contesto sociale, che rende
possibile la relazione e lo sviluppo delle diverse
soggettività
In un gruppo …in una rete
S. Foulkes
• Lo sviluppo relazionale in un gruppo consente di
passare da un gruppo come contenitore, dove le
relazioni sono prevalentemente centrate sul sé al
gruppo come soggetto plurale che esprime e
attualizza la modalità dell’ “essere con”
• La rete presuppone il sapersi concepire come
soggetto plurale che esprime e attualizza la
modalità dell’essere con”
CHE TIPO DI RETI VOGLIAMO
PROMUOVERE ?
ORGANIZZARE LA PARTECIPAZIONE
Quali sono i passaggi perché un processo consenta
la partecipazione ?
• analizzare il contesto
• Far emergere i problemi più sentiti dai diversi
soggetti della comunità ( esplicitare le diversità,
gli interessi di cui si è portatori)
• Favorire la relazione tra le varie parti della
comunità in modo da generare connessione
emotiva sui problemi.( quando si tratta di bisogni
non si può priorizzare).
………………..progettazione e
valutazione
• Solo dopo questa fase definire gli obiettivi e i
metodi dell’azione. E’ importante non cercare
soluzioni senza avere condiviso problemi e
bisogni, senza avere consentito alla gente di
condividere una visione del contesto; di
visualizzare il processo collettivo. La
partecipazione di facciata non crea appartenenza
• Distinguere le funzioni tra chi promuove le
attività e chi decide
• Attivare processi di valutazione della comunità in
relazione ai progetti che si realizzano
La dimensione meta
• Investimento “ META”: sulla scelta della struttura
organizzativa e del modello decisionale ( = gestione del
potere) sulla lettura dei processi( gestione dei conflitti) in
modo che siano coerenti con il fine
• Nel processo ci sono fasi che vanno rispettate ( avvio,
orientamento, decantazione,produzione); le fughe in avanti
bruciano i percorsi.
• I processi sociali , come i progetti di rete sono “bastardi”. Se
si scivola all’inizio la comunità , la rete si perde e si torna
subito alla frammentazione
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Presentazione Fazi 2010