Studio Dentistico
Dott. Simone Panti
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PREVENZIONE NELL'ADULTO
La parodontite è una malattia infettiva causata, soprattutto dalla presenza di specifici batteri
patogeni.
A) Essi provocano una intensa risposta infiammatoria del sistema immunitario. Ha delle variabili
genetiche. Mutazioni del gene interleuchina I ( I L -I ), il principale mediatore della risposta
infiammatoria, possono portare ad una iperproduzione che causa una intensa reazione immunitaria
a livello dell'osso e del tessuto collettivale e del possibile distacco del dente (questo meccanismo
ci permette diagnosi prognostiche sulla predisposizione genetica del paziente allo sviluppo
della malattia parodontale).
B) Otre alle ovvie considerazioni sulle alterazioni sulla salute e benessere orale, si è notato che le
parodontiti possono provocare cambiamenti a livello dell''intero organismo.
Numerosi studi clinici e sperimentali, hanno evidenziato la presenza di una forte associazione tra
parodontiti e alcune malattie sistemiche, in particolare:
 malattie cardiovascolari;
 diabete;
 patologie polmonari;
 complicanze in gravidanza.
La base teorica per studiare la relazione tra parodontite e malattie generali è costituita dal riscontro
che le malattie parodontali possono avere effetti sistemici diretti (disseminazione di batteri
patogeni) o indiretti (contributo all'infiammazione sistemica).
I numerosi studi a supporto di una evidente correlazione tra malattie parodontali e malattie
sistemiche (Journal of Clinical Periodontology 2008, JU; 35 (6) ) motivano a sensibilizzare pazienti ed
operatori del settore sanitario alla necessità di prevenire e curare le parodontiti oltre i gravi danni
diretti nel cavo orale, per migliorare la SALUTE e la QUALITA' DI VITA parlando seriamente di
prevenzione.
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LA PARODONTITE
E' l'infiammazione del parodonto (sistema di supporto dei denti che mantiene
le loro radici ancorate alle ossa mascellari). Questa infiammazione provoca la
distruzione progressiva dell'osso alveolare e del legamento parodontale
e, alla fine la perdita dei denti.
Colpisce soggetti di ogni età: da bambini in dentizione da latte a soggetti della
terza età. Da meno dell' 1% in età pediatrica al 30% dei soggetti adulti o
geriatrici. Conseguenze importanti sono la perdita delle funzioni masticatorie,
fonatorie ed estetiche.
Oltre l'ovvio rilievo sulla salute ed il benessere orale si è notato che la
parodontite può provocare cambiamenti sull'intero organismo.
I batteri patogeni che causano la parodontite sono in grado di penetrare all'interno dei tessuti
gengivali, e da li, entrare nel circolo ematico. Citiamo gravi infezioni sistemiche quali ascessi
celebrali, infezioni polmonari, cardiache, endovascolari, ecc.
L'obiettività è nel cambiamento dei parametri infiammatori sistemici:
valori più alti di granulociti neutrofili circolanti (le cellule del sangue che combattono l'infezione)
e alterazione della proteica C reattiva.
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PARODONTITE E MALATTIE CARDIOVASCOLARI
La malattia cardiovascolare è una delle principali cause di mortalità nel
mondo. molte situazioni infiammatorie derivate da infezioni comuni, tra cui
la parodontite, sono considerate promotori di stati di alterosclerosi
subclinica e quindi di incrementare il rischio di eventi cardiovascolari e
celebrovascolari.
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l'effetto diretto della parodontite può essere mediato: dalla trasclocazione di patogeni
parodontali dal cavo orale al sistema circolatorio e quindi concorrere alla genesi della
placca ateromatosa.
l'effetto indiretto con cui la parodontite può contribuire alla patogenesi della malattia
aterosclerotica è costituito dalla presenza di una grande produzione locale di mediatori
dell'infiammazione nella lesione parodontale che può entrare in circolo causando danni
vascolari a distanza. Nel siero dei pazienti parodontali si rilevano elevati livelli sierici di
citochine proinfiammatorie e questi mediatori sono considerati markers della malattia
cardiovascolare.
Un'altro possibile meccanismo è legato alla stimolazione di una risposta autoimmune a causa
dell'elevata somiglianza tra peptidi antigeni di origine batterica e proteine umane. E' stato
dimostrato, inoltre, che il P.Gingivalis ha la capacità di aderire, invadere e proliferare nelle cellule
endoteriali delle coronarie.
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MALATTIA PARODONTALE E DIABETE
Il diabete mellito colpisce circa 200 milioni di persone al mondo.
Questa malattia cos'è?
Uno stato cronico di iperglicemia con alla base la mancanza assoluta o
relativa di insulina o la ridotta sensibilità all'azione di questo ormone o
l'associazione tra queste due condizioni.
L'insulina, prodotta nel pancreas, è fondamentale nella regolazione del meccanismo dei carboidrati
e svolge funzioni importanti nell'omeostasi del tessuto adiposo, delle proteine e del tessuto
muscolare ed epatico.
Essa promuove l'ingresso del glucosio nelle cellule del tessuto muscolare e adiposo e, tramite
questa azione è l'ormone deputato alla prevenzione dell'iperglicemia.
Ad una carenza o ad una resistenza all'insulina consegue uno stato di iperglicemia cronica, quindi il
diabete.
Già dal 1940 i ricercatori avevano individuato uno stretto rapporto tra parodontite e diabete, ed
evidenziato la maggiore incidenza di malattia parodontale nei diabetici. Essa viene considerata la
"sesta complicanza" del diabete.
Le modalità attraverso le quali il diabete favorisce l'insorgenza delle parodontiti non sono ancora
chiarite, è noto comunque, che nel diabetico esiste una ridotta funzionalità dei granulociti
neutrofili, e quindi una risposta infiammatoria alterata che si basa su una elevata produzione di
citochine, una modificata omeostasi del collagene e una modificata modalità di guarigione delle
ferite legata ad alterazioni microvascolari che caratterizzano la fisiopatologia del diabetico.
Negli ultimi anni il rapporto tra diabete e parodontite non si limita alla maggiore incidenza di
gravità di parodontite nel diabetico, ma è più complesso ed ancora in fase di ricerca. Possiamo dire
comunque, sulla base di queste considerazioni, che appare chiaro che l'odontoiatra può svolgere
un ruolo importante nono solo nella tutela della salute orale nel diabetico, ma anche nella
collaborazione per promuovere un appropriato stile di vita.
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MALATTIE PARODONTALE E PARTO PREMATURO
Il legame tra malattia parodontale e parto pre-termine è stato citato per
la prima volta nel 1996 in uno studio clinico di Offenbacher e
collaboratori.
Da allora d oggi le pubblicazioni a sostegno di questa tesi sono
molteplici. Oggi, infatti, sappiamo che molti processi infiammatori acuti
della madre, anche localizzati lontano dal tratto genito-urinario, possono
svolgere un ruolo non secondario nella comparsa di alterazioni patologiche della gravidanza. Da un
punto di vista eziopatogenetico, la correlazione tra parodontite ed eventi negativi associati alla
gravidanza è supportata da due ipotesi:
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La prima si basa sulla possibilità che le donne affette da parodontite sono soggette da
batteriemia. I batteri attivano una cascata di processi infiammatori a livello della placenta e
del feto con rischio di parto pre-termine e/o nascite di bambini sotto peso.
La seconda si basa sul fatto che le parodontiti sono in grado di causare un aumento delle
citochine, sostanze ad attività pro-infiammatoria che provocano alterazioni a carico della
placenta e del feto.
Tra queste il ridotto incremento di peso del nascituro e la presenza di contrazioni uterine
premature, con il rischio di parto pre-termine e nascita di bambini sotto peso. Al di la di queste
gravi situazioni di rischio, il rapporto tra parodontopatie e gravidanza è noto da molti anni (dal
700 in poi). Molte donne sanno la propria salute generale durante la gravidanza è di fondamentale
importanza per il feto, ma poche sono a conoscenza che una alterazione legata alla malattia
parodontale può portarle a correre rischi così importanti.
La gengivite da gravidanza colpisce una percentuale altissima di donne. Probabilmente sembra
essere legata più ad un cambiamento della composizione della placca batterica che ad un
aumento della stessa.
Progesterone ed estradiolo aumentano con livelli rispettivamente di 10 e 30 volte superiori
rispetto al ciclo mestruale, funzionerebbero da fattori di crescita per alcuni batteri che sono in
grado di alterare lo stato di salute gengivale.
Un altro fattore importante è la diminuzione della risposta immunitaria materna durante la
gravidanza, da cui deriva una maggiore sensibilità alla malattia parodontale. Da questo emerge il
ruolo importantissimo della prevenzione dentale nelle donne in gravidanza (test microbiologici).
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MALATTIA PARODONTALE E OSTEOPOROSI
L'osteoporosi è una malattia delle scheletro caratterizzata da risuzione e
da alterazioni qualitative della massa ossea. L'osso è un tessuto che si
rinnova costanetemente nel corso degli anni, grazie all'attività di
particolari cellule, gli osteoblasti, presenti nel tessuto scheletrico
dedicate alla formazione di nuovo osso e di altre gli osteoclasti che
provedono alla distruzione dell'osso invecchiato.
Con l'avanzare degli anni i processi di distruzione superano quelli di formazione conducendo
pertanto ad una riduzione della massa ossea.
Vi è una predisposizione del sesso femminile per l'osteoporosi che dipende innanzi tutto che le
donne possiedono una massa ossea ridotta rispetto agli uomini e, dal fatto che, con l'avvento della
menopausa, la carenza di ormoni sessuali quali gli estrogeni determina nel sesso femminile una
perdita di massa osseo maggiore e precoce rispetto agli uomini. si stima che in Italia, attualmente
circa 3.5 milioni di donne e un milione di uomini siano affetti dalla malattia.
Indagini strumentali quali la densitometria ossea, la radiologia tradizionale, permettono di misurare
in modo abbastanza accurato la densità minerale ossea e di rilevare fratture clinicamente
asintomatiche.
Le indagini di laboratorio (calcemia, fosforemia, fosfatasi alcalina, ecc.) consentono una diagnosi
differenziale con altre malattie.
E' chiaro che, sulla base del quadro descritto, abbiamo situazioni odontoiatriche come per tutto il
resto dell'organismo. Si configurano quadri di malattia parodontale legati sia alle condizioni di base
e sia alle attuali terapie a base di bifosfonati usati nella terapia dell'osteoporosi.
Il sospetto che vi sia una stretta relazione tra parodontite ed osteoporosi è di vecchia data, anche
se le ricerche sono piuttosto limitate. Resta aperta una duplice osservazione.
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La prima: il possibile ruolo dell'osteoporosi nel favorire la perdita dell'osso alveolare, nelle
donne si è osservata una correlazione significativa tra massa ossea dentale e massa ossea
totale.
La seconda: l'effetto che una funzione masticatoria insufficiente può produrre sulla
digestione e sulla assunzione di alimenti tali da soddisfare i fabbisogni di calcio tali per il
mantenimento di una buona salute di denti e ossa.
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INFEZIONE DA HIV
è documentato che la sieropositività per HIV rappresenta una consizione predisponente alla
gengivite e al riassorbimento dell'osso alveolare.
Questo si verifica nei soggetti di età superiore ai 35 anni. Il 5% dei pazienti HIV sviluppa una forma
grave di parodontite, la parodontite ulcerosa necrotizzante, che spesso è refrattaria alle terapie
parodontali convenzionali.
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