d’Italia BERLUSCONI: SERVE UNITÀ, DATEMI FIDUCIA. RISCHIO PROBIVIRI PER CHI DANNEGGIA L’IMMAGINE DEL PARTITO ANNO LXII N.165 Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Redazione “Sono vent’anni che mi date la vostra fiducia e vi chiedo di darmela ancora una volta. Manteniamo fermo il patto anche se non sono le nostre riforme ideali, ma sono quelle possibili visto che siamo all’opposizione”. Era inevitabile, persino prevedibile che Silvio Berlusconi, parlando alla riunione dei gruppi si affidasse più alla mozione degli affetti che alla forza del ragionamento. L’appello a ritrovare un idem sentire in Forza Italia dopo giorni di aspre polemiche è arrivato al termine di una riunione lampo dei gruppi parlamentari azzurri. A parlare è stato solo il Cavaliere che ha chiesto ai suoi di rispettare l’accordo fatto con Renzi sulle riforme. Un accorato appello alla coesione che ha praticamente aperto e chiuso il dibattito. Il tasto su cui Berlusconi ha battuto è stata la volontà di Renzi di approvare le riforme in ogni caso. “Siamo centrali – ha spiegato - ma, se ci tiriamo fuori dall’accordo, diventiamo ininfluenti perchè Renzi, dopo le Europee, ha acquisito un grande consenso ed ha comunque i numeri per fare le riforme”. Tra i dissidenti non si registrano reazioni ufficiali. I fedelissimi Ecco perché le riforme di Matteo Renzi portano dritti dritti al rischio-regime Italo Bocchino Il pacchetto di riforme per il quale Matteo Renzi sta premendo sull’acceleratore è molto pericoloso per la democrazia italiana. A prescindere da come le nuove regole dovessero essere utilizzate dal premier in carica non si può negare che immettono nel corpo delle istituzioni il virus di un rischio-regime. Ecco perché. Oggi il sistema istituzionale italiano è fatto di pesi e contrappesi che evitano derive autoritarie. Parlamento e governo giocano ruoli diversi, il capo dello Stato vigila sul rispetto della Costituzione, la magistratura è indipendente e la governa il Csm, la Corte Costituzionale boccia le leggi sbagliate. Certamente c’è troppa burocrazia e a causa dei troppi controlli incrociati il sistema WWW.SECOLODITALIA.IT va in tilt. Lubrificare l’iter legislativo e rafforzare il governo è quindi doveroso, ma far saltare tutti i contrappesi è invece pericoloso. Anche in Russia, dove l’attuale sistema spesso viene criticato quanto a tasso democratico, Putin deve vedersela con un contrappeso rappresentato da Medvedev. Con il disegno di Renzi, invece, in futuro in Italia un uomo solo potrebbe far tutto, alimentando così il rischio-regime. Renzi è segretario del Pd, partito che al momento ha più del 40% dei voti. Con l’Italicum senza preferenze decide a tavolino i parlamentari che comporranno la sua maggioranza, preferendo i fedelissimi ai cultori della libertà di mandato. Con la stessa maggioranza otterrà la fiducia per fare il presi- spiegano che lo stesso Berlusconi ha tenuto a distinguere il dibattito interno dalle polemiche esterne. Avrebbe perciò chiesto di evitare di offrire ai giornali la possibilità di descrivere un partito “dilaniato e ormai diviso”. Chi metterà pubblicamente in difficoltà Forza Italia – ha aggiunto il dente del Consiglio dei ministri e potrà scegliersi da solo il presidente della Repubblica, visto che dal nono scrutinio è previsto che l’inquilino del Quirinale possa essere eletto a maggioranza semplice. Grazie al controllo sul Parlamento e sul capo dello Stato potrà poi determinare la maggioranza della Corte Costituzionale e del Csm, incidendo sul controllo delle leggi e sul governo della magistratura. Infine se agli italiani do- mercoledì 16/7/2014 Cavaliere – rischia di essere deferito ai probiviri. I componenti del collegio devono essere ancora nominati ma è un’operazione che l’ex capo del governo intende fare al più presto. La ‘bacchetta’ di Berlusconi, a quanto raccontano i presenti, non sarebbe andato bene a Daniele Capezzone e al senatore Vincenzo D’Anna. Proprio con quest’ultimo è andato in scena un battibecco con il Cavaliere che gli avrebbe chiesto di cambiare atteggiamento. Un botta e risposta finito con Berlusconi che gli avrebbe detto di andare da Alfano “tanto lo so che sei già con loro”. Dalla parte di Berlusconi si schiera senza esitazioni l’ex-ministro Gelmini che affida ad un tweet la sua riflessione. Eccolo: “Non è un momento facile, ma il nostro #Presidente è sempre il migliore, #ForzaItalia ce la farà! Avanti con le #Riforme”. E meno male che Mariastella c’è. vesse non andar bene qualcosa non avranno neanche più a disposizione l’arma del referendum, che la riforma ha spuntato portando da 500.000 a 800.000 le firme da raccogliere per proporlo. Ecco perché Renzi ha fretta, vuol approvare subito le norme utili a costruire un sistema su misura per lui, forse utile alla governabilità e alla modernizzazione della politica italiana, ma al contempo pericoloso per il futuro. Juncker eletto presidente, prima doccia fredda sul governo italiano: «La Mogherini? Non ha i voti» 2 Secolo d’Italia MERCOLEDì 16 LUGLIO 2014 Redazione Con 422 voti a favore e 250 contrari, la plenaria del Parlamento europeo ha approvato la nomina di Jean Claude Juncker a presidente della Commissione europea. La maggioranza richiesta era di 376 sì. Contro hanno votato i gruppi del fronte euroscettico, dall’Ukip di Nigel Farage al Fn di Marine Le Pen, ma anche il Partito socialista spagnolo, nonostante l’accordo trovato tra Popolari e Socialisti a sostegno del lussemburghese. «È il padre delle politiche di austerità», ha scritto su twitter Pedro Sanchez, il leader del Psoe, dando l’annuncio e la spiegazione del no. Juncker aveva ottenuto, già dal momento in cui era stato designato, anche l’appoggio di Matteo Renzi. Nella composizione della Commissione, però, il neo-presidente non appare affatto disposto a spendersi per andare incontro ai desiderata del premier italiano, che vorrebbe Federica Mogherini nel ruolo chiave di ministro degli Esteri europeo, anche – secondo gli analisti – per rimettere mano alla composizione del governo nazionale. Juncker, attraverso fonti a lui vicine, ha fatto sapere di considerarla «un buon candidato», ma ha anche sottolineato che non ha i numeri. Sullo sfondo c’è l’ostilità dei Paesi dell’Est che considerano la titolare della Farne- sina troppo vicina a Mosca. «Ha dieci-undici Paesi contro», è stato fatto trapelare da Juncker. La questione della nomina dell’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, come ricordato oggi dal sottosegretario agli Esteri Sandro Gozi, faceva parte dell’accordo per l’elezione del nuovo presidente della Commissione. «Juncker fa parte di un accordo in cui l’Alto Rappresentante va ai socialisti», ha detto l’esponente del governo, sottolineando che il sostegno dei leader socialisti «è stato confermato anche sabato nei contatti che i leader hanno preso». «Juncker è stato designato a maggioranza. A noi nessuno ha mai fatto obiezioni, se ci fossero vorrà dire che anche l’Alto rappresentante sarà designato a maggioranza», ha proseguito Gozi, ma la conta si prospetta molto rischiosa. Luca Maurelli In Germania si chiama Zew e non ha nulla a che vedere con lo Zen tibetano, anche se in entrambi in casi si misura la capacità di meditazione sulla realtà interrogando il nostro “Io interiore”. Nel primo caso, però, le riflessioni trascendentali sono sulla salute dell’economia e le fanno autorevoli economisti tedeschi, nel secondo caso si basano sulle sfumatore della natura umana e vedono protagonisti austeri monaci in sandali e campane. In particolare, l’indice Zew, a differenza del nirvana spirituale, non fornisce alcuna risposta ma solo opinioni, perché tasta il polso, annusa il vento, capta le sensazioni della gente e alla fine ci fornisce il livello di aspettative per il futuro. Aspettative che in Germania, ci informano quelli dello Zentrum für Europäische Wirtschaftsforschung (Zew), sono sul nero andante, a dispetto delle esultanze, calcistiche e non, della cancelliera Merkel, in rosso. Loro, i tedeschi, hanno un “Io interiore” quasi più depresso del nostro nonostante un Pil da locomotiva. È chiaro che se oggi l’indice Zew indagasse sull’ottimismo degli italiani rischierebbe di fornire un quadro ancor più fosco, ma se la fiducia nel futuro – valore perno di qualsiasi analisi delle dinamiche economiche – crolla a picco perfino in Germania, allora viene da chiedersi dove sta sbagliando l’Europa. Nel giorno in cui a Bruxelles il tedesco Juncker si insedia a capo della Commissione Ue declinando la solita ricetta del rigore, con poco spazio alla flessiblità invocata dal governo italiani, i dati che arrivano dalle statistiche Zew ci parlano di un indice di fiducia tedesco sceso a luglio a 27,1 punti, dopo una flessione a quota 29,8 a giugno. Per l’indice che misura la fiducia degli investitori in Germania è il settimo calo consecutivo. A luglio è sceso anche l’indice Zew relativo alla situazione corrente, oltre a quello sulle aspettative future, con una flessione a 61,8, dai 67,7 di giugno e contro attese che vedevano una flessione solo a quota 67,4. Dunque, dopo aver raggiunto i massimi da sette anni a dicembre, l’indice Zew è sempre sceso, un segnale che forse andrebbe colto anche a Berlino, quando si tratta con la scure il dramma sociale di Paesi che non reggono il passo. Perché vincere da soli è più facile, ma secondo lo Zen non è garanzia di felicità Sorpresa, anche i tedeschi vedono il futuro nero. Nonostante l’ottimismo della “woman in red” La Lega difende Maroni: non ci spaventeranno. E salgono a quattro le inchieste legate all'Expo MERCOLEDì 16 LUGLIO 2014 Redazione La Lega difende Roberto Maroni a spada tratta dopo l'avviso di garanzia arrivato dalla Procura di Busto Arsizio. "Non ci faremo spaventare", tuona Matteo Salvini, secondo cui si è voluto a tutti i costi tirare dentro anche Maroni perché la Lega era l'unico partito estraneo all'Expo. Con l'inchiesta che vede indagati per concussione per induzione il governatore della Lombardia Roberto Maroni e il capo della sua segreteria Giacomo Ciriello, salgono a quattro le inchieste della magistratura lombarda che hanno a che vedere con Expo: tre, aperte da tempo, riguardano gli appalti mentre l'ultima è quella che vede coinvolto il presidente lombardo per presunte pressioni su "esponenti di Eupolis ed Expo 2015 spa" al fine di fare avere contratti a due ex collaboratrici al Viminale. Per una serie di appalti ritenuti pilotati, tra cui anche quelli di assistenza legale e tecnica-amministrativa per lavori legati ad Expo, lo scorso 20 marzo sono finiti in carcere l'ex dg di Infrastrutture Lombarde Antonio Giulio Rognoni, l'ex capo ufficio gare Pierpaolo Perez, e ai domiciliari Maurizio Malandra, ex direttore amministrativo di Ilspa, e gli avvocati Carmen Leo, Fabrizio Secolo d’Italia Alfano: sulla corruzione stesse misure di prevenzione usate con i mafiosi Magrì, Sergio De Sio, Giorgia Romitelli e un ingegnere, Salvatore Primerano. Attualmente sono tutti ai domiciliari tranne uno che è stato rimesso in libertà. C'è poi l'indagine sulla cupola degli appalti che riguarda presunte irregolarità in alcune gare legate a Expo, tra cui quelli relativi alle via d'acqua e all' Architettura di Servizio, e che lo scorso 8 maggio ha portato in carcere l'ex Dc Gianstefano Frigerio, l'ex Pci Primo Greganti, l'ex senatore del Pdl Luigi Grillo, l'ex esponente ligure UdcNdc Sergio Cattozzo, l'ex manager Expo Angelo Paris, e l'imprenditore vicentino Enrico Maltauro. Solo Paris e Maltauro sono ai domiciliari. La Procura ipotizza un vero e proprio 'sistema' basato su un presunto giro di mazzette in cambio o dell'aggiudicazione delle gare che riguardano anche la sanità lombarda e Sogin. Una terza indagine ha al centro l'appalto più rilevante di Expo, quello da 149 milioni per i lavori della cosiddetta piastra. Avviata più di un anno fa, l'indagine ha preso un nuovo impulso dopo la trasmissione di alcuni atti dell'inchiesta di Venezia sul Mose. ho attuato e che entra a regime da settembre. Sono abituata ai travisamenti che riguardano il mio operato di ex Ministro ma ritengo che ci sia un limite a tutto, anche alla propaganda". Gelmini, vice capogruppo vicario di Forza Italia alla Camera, spiega di voler chiarire in particolare "la mistificazione riguardante la presunta 'sparizione' del ginnasio, che da sempre contraddistingue il primo biennio del liceo classico. Si tratta di una notizia infondata", spiega riportando a testimonianza l'articolo 5 comma 2 del Decreto di riforma. "Il primo biennio - sottolinea Gelmini - mantiene la denominazione di ginnasio, punto. Non esistono dubbi in proposito. Casomai, la riforma pone fine all'assurdo di avere una quarta e quinta ginnasio dal momento che i primi tre anni di ginnasio, in virtù della 'scuola media unificata' (legge 1859 del 1962), sono spariti da mezzo secolo". Addio al ginnasio, ma anche no. Gelmini spiega: la denominazione non va cancellata Redazione Contrordine: il termine ginnasio non scompare. Possono dormire sonni tranquilli dunque gli affezionati alla denominazione che ha caratterizzato il liceo classico per 80 anni. Prima un tweet del Miur aveva specificato che il termine ginnasio si può ancora utilizzare. In particolare, il riferimento del tweet di Viale Trastevere è il documento del 2010 di riforma dei licei che all'articolo 5 specifica che per il biennio del liceo classico si può mantenere la denominazione "ginnasio". Poi è intervenuta anche Mariastella Gelmini, ex ministro della Pubblica istruzione, per chiarire che il termine "ginnasio" non va in soffitta: "Circolano sui media ricostruzioni tendenziose e a tratti false sulla riforma della scuola che 3 Redazione "Attueremo la linea dura contro i corrotti, usando le stesse misure di prevenzione previste per i mafiosi". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, in occasione della firma del protocollo d'intesa siglato con il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone. "Una gara d'appalto truccata - ha sottolineato Alfano - è un attentato alla libera concorrenza ed al funzionamento del mercato. Noi dobbiamo intervenire in tempo contro i ladri e, allo stesso tempo, non fermare le opere per fare in modo che la collettività non abbia a subire un danno". "I protagonisti delle Linee Guida contenute nel protocollo - ha proseguito il ministro - sono i prefetti, gli enti locali e l'Autorità anticorruzione. C'è quindi una squadra Stato che si muove compatta per contrastare la corruzione, fin dal singolo contratto che appare viziato da fatti corruttivi". Cantone ha a sua volta chiarito che, in caso di elementi corruttivi, secondo il protocollo d'intesa firmato con Alfano, l'appaltante dovrà applicare la risoluzione del contratto. Cantone ha definito la norma "una rivoluzione copernicana: si utilizzano degli istituti nati per contrastare la mafia in funzione anticorruzione. Prima la risoluzione del contratto era legata all'omessa denuncia di un'estorsione". Pinotti mette la retromarcia sugli F 35: «Nessun acquisto senza garanzie di sicurezza» 4 Secolo d’Italia Redazione «Non acquisteremo niente che non sia più che sicuro per i piloti e in grado di funzionare». Cambia ancora idea, il ministro della difesa Roberta Pinotti, a proposito del caccia di nuova generazione F35, nelle dichiarazioni rilasciate ieri a margine del salone aerospaziale di Farnborough. Fa capire che la commessa sarà ridotta ma non dice come, quando e soprattutto perché. «Esiste un atteggiamento di grande trasparenza, sappiamo che è un progetto tecnico complesso», ha detto il ministro - ed è giusto che il governo Usa abbia deciso di porre un out perché la sicurezza viene prima di tutto», ha aggiunto, facendo riferimento alla decisione degli Stati Uniti di mettere a terra i velivoli dopo l'incidente di fine giugno. Nell'ambito del programma per il caccia di nuova generazione F35 abbiamo bisogno di un segnale importante per le ricadute sul lavoro», ha aggiunto il ministro della Difesa, spiegando di averlo detto in una recente visita negli Usa. «La politica deve aprire la strada. Abbiamo trovato molta attenzione da parte degli Usa - ha aggiunto a margine del Salone dell'Aerospazio di Farnborough - e credo che il messaggio sia stato recepito». Secondo la Pinotti nel settore dello spazio "abbiamo una possibilità se, invece di farci concorrenza tra Francia, Germania e Italia, immaginiamo di costruire un progetto comune. Potremmo costruire anche rispetto allo spazio un approccio europeo che guardi ai mercati mondiali". «Noi stiamo guardando in particolare all'Europa. Ho discusso più volte con i colleghi di Francia e Germania», ha detto Pinotti, sottolineando che l'Italia ha "un prodotto fondamentale, che sono i lanciatori: Redazione L'inflazione a giugno rallenta ancora: la crescita annua dei prezzi si ferma allo 0,3% dallo 0,5% di maggio. E non è affatto un buon segno per l'economia italiana. Secondo l'Istat è il livello più basso da quasi 5 anni (ottobre 2009). Sono la frutta e la verdura a far segnare il maggior crollo dei prezzi, con un calo del 12% al consumo ed effetti disastrosi per le imprese agricole, ma anche per i consumatori, con acquisti scesi ben al di sotto del livello minimo raccomandato dal Consiglio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità di almeno 400 grammi per persona al giorno. È l'allarme lanciato dalla Coldiretti, sulla base dei dati Istat relativi all'inflazione a giugno che, con un calo per l'alimentare dello 0,6%, evidenziano i pericolosi effetti della spirale deflazione e consumi sulla tavola degli italiani. Nel 2013, spiega la Coldiretti, sono state acquistate dagli italiani 7,8 milioni di tonnellate di ortofrutta con una netta prevalenza della frutta con 4,2 milioni di tonnellate sulla verdura scesa a 3,6 milioni di tonnellate. La Coldiretti è impegnata in un' operazione di rilancio dei consumi di frutta e verdura di stagione durante l'estate e presenterà al Governo una serie di proposte per interventi che diano al settore migliori prospettive per il futuro, tra cui il coordinamento unico per l'immissione del prodotto sul mercato, la regolamentazione del sistema degli sconti e delle vendite sottocosto nella grande distribuzione organizzata e nuove forme assicurative multi rischio che comprendano le situazioni di crisi. Secondo la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati sui prezzi al consumo a giugno diffusi dall'Istat, nell'ultimo anno il 65% delle famiglie ha dovuto ridurre quantità e qualità del cibo acqui- L’inflazione rallenta, un segno della crisi che deprime i consumi MERCOLEDì 16 LUGLIO 2014 prodotto su cui l'Italia ha investito molto e ha un atout importante". Anche sull'Eurofighter l'Italia è pronta a fare la propria parte, ribadisce il ministro. «Siamo esattamente all'interno del programma come i nostri partner e andiamo avanti su questo», ha detto il ministro, aggiungendo che "in un prodotto eccellente come l'Eurofighter, mettere a punto alcune novità tecniche per renderlo più competitivo è un punto che condividiamo perfettamente con i nostri partner e l'Italia ha elementi da giocare per la propria quota parte". L'upgrade riguarda l'integrazione di nuovo radar a scansione elettronica, che è prodotto dalla controllata di Finmeccanica Selex Es. A proposito della decisione dell'Italia sull'acquisto dei 25 aerei della tranche 3B, il ministro ha puntualizzato che "questo è un discorso che riguarda tutti i partner: in un programma di questo tipo nessuno può decidere da solo". Al consorzio Eurofighter partecipano diverse aziende europee, compresa Finmeccanica attraverso Alenia Aermacchi (capofila). stato, percentuale che però arriva al 77% nel Mezzogiorno. «Non solo. Oggi 3,3 milioni di famiglie (il 14,4%; il 16% nel Sud) si rivolgono agli "hard-discount" per la spesa alimentare, mettendo completamente da parte elementi un tempo decisivi nell'acquisto come la marca». Droga degli “zombie”, a Pescara scoperta una raffineria: due arresti MERCOLEDì 16 LUGLIO 2014 Secolo d’Italia 5 Colesterolo, c'è il sospetto che accenda alcuni tumori Redazione Fornelletti, ampolle, serpentine di raffreddamento, termometri e contenitori collegati con tubi: l'angolo cucina di un'abitazione di via dei Marsi, a Pescara Portanuova, era stato attrezzato da due polacchi residenti nel capoluogo adriatico in una raffineria artigianale di droghe sintetiche – mefedrone in particolare – che consentiva costi molto bassi. In carcere, nell'ambito di un'inchiesta coordinata dal pubblico mimistero Barba Del Bono, Gabriel Viktor Romanski, 30 anni, di professione barista e Tomasz Maciej Golasowski (39), il "chimico", chiamato anche "il bomba". «L'attività – hanno spiegato il capitano della compagnia carabinieri di Pescara Claudio Scarponi e il tenente Antonio Di Dalmazi – è stata stroncata fortunatamente sul nascere. Quando abbiamo fatto irruzione i due erano in piena produzione». Oltre alle attrezzature i militari hanno trovato composti chimici quali soda caustica, solventi, sali di iodio, medicinali di uso comune, e altri preparati non meglio ancora identificati, tutte allo studio del laboratorio di analisi per individuarne la corretta composizione. Altre a ciò, erano presenti gli immancabili bilancini di precisione, ben quattro, e bustine di cellophane da utilizzare per il confezionamento della sostanza. Le indagini proseguono per capire a chi fosse destinato il micidiale stupefacente. Il mefedrone crea infatti dipendenza e, come detto da Scarponi, «provoca atti di autolesionismo e addirittura cannibalismo. I costi di questa sostanza, che si riesce ad ottenere in modo relativamente facile, sono bassi e questo – ha aggiunto – favorisce l'aumento esponenziale degli assuntori». Il mefedrone è stato annoverato nella legislazione italiana nel 2010 nella tabella delle sostanze vietate. Si ricava da alcuni sali da bagno e nel 2009 molti siti internet lo hanno spacciato, venduto legalmente come sale da bagno. Una categoria di questi sali, venduta inizialmente in Usa e oggi molto diffusa in Europa è nota come "catinoni" ed è venduta in cristalli e polvere, utilizzata come "smart drugs" ovvero droghe furbe, apparentemente innocue, ma dagli effetti e conseguenze sulla salute gravi e permanenti. L'uso continuato porta poi a paranoia, disturbi psichici e ad episodi di cannibalismo come avvenuto in Gran Bretagna dove un ragazzo ha letteralmente mangiato viva la sua ragazza. Per questo viene definita la "droga degli zombie". Oggi in Italia costa 30, 35 euro a dose. Redazione La Costa Concordia è tornata a galleggiare all'Isola del Giglio, staccandosi dal falso fondale su cui era adagiata da settembre grazie al graduale alleggerimento dei cassoni. Durante la notte tra lunedì e martedì sono proseguiti i lavori. I tecnici, dopo averla fatta salire di due metri e averla spostata di trenta, hanno ancorato e stabilizzato la nave in modo da poter proseguire le operazioni che consentiranno il rigalleggiamento vero e proprio e, successivamente, la partenza. Un lavoro, come ha spiegato Nick Sloane, che durerà quarantott'ore: «Ci vorranno circa due giorni per mettere i cassoni in posizione». Franco Porcellacchia, capo progetto tecnico di Costa, in conferenza stampa all'Isola del Giglio ha spiegato che «attorno al relitto non abbiamo visto forme visibili, a occhio nudo, di inquinamento. Abbiamo potuto fare una verifica del fondo della nave con i robot e abbiamo visto che è integro, senza spaccature, che è in buone condizioni. E questo è molto buono per scongiurare eventuali fuoriuscite di liquidi». E poi ha chiarito: «Abbiamo un impegno, quello di riportare il Giglio il più possibile nelle sue condizioni originarie. Questo significa ripulire il fondale e rimuovere tutte le strutture. È un impegno che intendiamo onorare. Continueremo con queste attività fin da quando il relitto lascerà il sito». Le operazioni entreranno poi nel vivo «già da settembre – ha aggiunto – Le attività andranno avanti almeno un anno». Francesco Curcio, della Protezione civile, ha assicurato che «dopo lo spostamento del relitto della Concordia, all'Isola del Giglio inizierà la ricerca in loco del disperso», il cameriere indiano Russel Rebello. Le attività, comunque, «continueranno a bordo, durante la fase di smantellamento della nave stessa». Concordia, i tecnici assicurano: «Attorno al relitto non c'è nessuna forma di inquinamento» Redazione Da poco riabilitato da diversi recenti studi sul fronte della salute cardiovascolare, il colesterolo torna di nuovo nel mirino come possibile colpevole di nuocere alla salute, questa volta favorendo certi tumori: infatti secondo uno studio sulla rivista Nature Communications, il colesterolo accende un ''interruttore'' del cancro, innesca cioè una cascata molecolare nota per essere legata alla genesi di certi tumori, tra cui il cancro al colon, ai polmoni, il melanoma e il carcinoma della mammella. Lo studio, condotto da esperti della University of Illinois a Chicago, descrive il legame tra il colesterolo e una proteina – chiamata Dishevelled – che a sua volta accende un "interruttore" molecolare con un ruolo in certi tumori, "Wnt". Questa è una molecola che normalmente favorisce la crescita cellulare. E noto che diete troppo smodate, eccessivamente ricche di grassi, possono essere legate a maggior rischio oncologico. Ma finora non si era trovato alcun legame diretto con il colesterolo che peraltro gli ultimi studi tendono almeno in parte a scagionare sul fronte del suo ruolo nel rischio infarto. Secondo i ricercatori Usa il legame del colesterolo a Dishvelled e quindi l'attivazione di Wnt potrebbero avere un ruolo nel favorire certe tipologie di tumori. Il Papa: «Proteggere i bambini che migrano da soli in Usa per sfuggire alla povertà» 6 Secolo d’Italia MERCOLEDì 16 LUGLIO 2014 La stampa inglese attacca Cameron: il suo rimpasto è una purga Redazione «Decine di migliaia di bimbi che migrano soli, per sfuggire alla povertà e alla violenza» da Messico e Centroamerica attraverso la frontiera con gli Stati Uniti, «in condizioni estreme» sono, denuncia il Papa, una «emergenza umanitaria che richiede come primo urgente intervento che siano accolti e protetti». Servono poi «politiche di informazione sui pericoli di un tale viaggio e, soprattutto, di promozione dello sviluppo nei loro paesi di origine». Papa Bergoglio lo scrive in un messaggio in cui condanna con forza gli atteggiamenti xenofobi e razzisti verso i migranti. Il messaggio è indirizzato al «Colloquio Messico Santa Sede sulla mobilità umana e lo sviluppo», iniziato il 12 luglio, a Città del Messico, e al quale ha partecipato anche il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin. Il Papa ribadisce anche che «i flussi di migranti in tutti i continenti e in quasi tutti i Paesi» non devono essere visti «come emergenza, o come un fatto circostanziato e sporadico», ma come «sfida alle nostre società», condanna gli «atteggiamenti xenofobi e razzisti», e chiede «diritti» per i migranti. Rie- cheggiando il proprio documento per la Giornata dei migranti dello scorso anno, papa Francesco chiede anche un «cambio di atteggiamento da parte di tutti» e «il passaggio da un atteggiamento di difesa e paura, di disinteresse ed emarginazione, che alla fine corrisponde proprio alla «cultura dello scarto», a un atteggiamento che abbia alla base la «cultura dell'incontro», l'unica capace di costruire un mondo più giusto e fraterno, un mondo migliore. Papa Bergoglio denuncia quindi come «emergenza umanitaria», la sofferenza e i rischi che devono affrontare le decine di migliaia di bimbi che da Messico e Centramerica tentato di attraversare la frontiera con gli Stati Uniti, e denuncia come il numero di questi bimbi aumenti "di giorno in giorno". Dopo aver chiesto accoglienza per i piccoli e politiche di informazione su questi viaggi e di sviluppo nei loro paesi, il papa latinoamericano afferma come «necessario, di fronte a questa sfida, richiamare l'attenzione di tutta la comunità internazionale affinché possano essere adottate nuove forme di migrazione legale e sicura». Redazione Sfiora ormai le mille unità il numero di casi di Ebola confermati o sospettati segnalati in Guinea, Liberia e Sierra Leone: dallo scoppio dei primi focolai all'inizio dell'anno al 12 luglio scorso, sono stati segnalati 964 casi, di cui 603 letali, ha comunicato l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). La malattia da virus Ebola è una febbre emorragica grave e spesso mortale. L'ultimo bilancio, lo scorso 8 luglio, era di un totale dei 888 casi, tra i quali 539 decessi. «Nuovi casi continuano ad essere segnalati da Guinea, Sierra Leone e Liberia», ha detto il portavoce dell'Oms Daniel Epstein. La tendenza in Sierra Leone e Liberia (rispettivamente 49 e 30 nuovi casi) resta «grave» e con un «alto livello di trasmissione», mentre la situazione in Guinea viene attentamente osservata (sei nuovi casi). L'Oms si sforza di ridurre il numero di casi e presto dovrebbe essere operativo il Centro di coordinamento regionale a Conarky (Guinea) che fungerà da piattaforma per consolidare e controllare gli sforzi in atto, ha aggiunto Epstein. È tuttavia «molto difficile predire quanto tempo sarà necessario» per porre fine ai contagi. La malattia causata dal virus Ebola è grave, spesso mortale. L'infezione avviene attraverso il contatto diretto con sangue, fluidi corporei o secrezioni di soggetti infetti. È, in genere, facilitata da usi e abitudini culturali locali, legate ad esempio alla sepoltura dei cadaveri, o a paure diffuse all’interno di alcune comunità, che spesso non informano le autorità sanitarie dei nuovi casi per timore degli ospedali, percepiti a volte come luoghi di morte anziché di guarigione. Questo ha permesso alla malattia di espandersi quasi senza che nessuno lo sapesse. L’infezione ha un esordio improvviso e un decorso acuto. L’incubazione può andare dai 2 ai 21 giorni (in media una settimana), a cui fanno seguito manifestazioni cliniche come febbre, astenia profonda, cefalea, artralgie e mialgie, iniezione congiuntivale, faringite, vomito e diarrea, a volte esantema maculo-papuloso. I fenomeni emorragici sia cutanei che viscerali, compaiono in genere al sesto-settimo giorno e sono fatali nel 60-70% dei casi. Si tratta di sanguinamenti a carico del tratto gastrointestinale (ematemesi e melena) e dei polmoni. Cresce l'allarme Ebola in Africa. L'Oms: quasi mille casi e più di 600 morti dall'inizio dell'anno Redazione C'è chi parla di «purga» e chi di «bagno di sangue». Viene definito così dalla stampa britannica il «drammatico rimpasto», usa queste parole il "Guardian", iniziato dal premier britannico David Cameron che ha visto già l'uscita di scena di "veterani" del partito conservatore, come il ministro degli Esteri, William Hague e il ministro senza portafoglio Kenneth Clarke. Per il "Times" sono quindici i posti ministeriali che hanno visto un rinnovamento in quella che viene definita come «purga selvaggia». Per lo meno, scrive il giornale, «ad Hague è stato lasciato l'onore di annunciare le sue dimissioni». Secondo il "Financial Times", Cameron si è scagliato contro gli uomini «pallidi e stantii» del suo partito, ministri di mezza età che sono stati sostituiti in alcuni casi da donne più giovani per dare un'immagine di partito conservatore rinnovato in vista delle elezioni 2015. Ancora più forte il titolo del "Daily Mirror", che parla di «bagno di sangue» nel governo, condotto da Cameron per «salvare il suo premierato». Intanto il rimpasto va avanti. Il primo ministro ha annunciato sul suo profilo Twitter l'uscita di scena del ministro dell'Istruzione, Michael Gove, e di quello dell'Ambiente, Owen Paterson. Al loro posto andranno due donne: Nicky Morgan, 41 anni, e Liz Truss, 38 anni. Crollano i ricavi del settore televisivo, solo le pay tv si difendono bene dalla crisi Secolo MERCOLEDì 16 LUGLIO 2014 Redazione Brutte notizie sul fronte televisivo, editoriale e in più in generale sul quello del mercato pubblicitario. La relazione dell'Authority per le Telecomunicazioni fotografa un quadro allarmante e deprimente per tutto il settore delle comuinicazioni, a cominciare dal piccolo schermo. I ricavi del settore televisivo vanno ancora una volta a picco. L'anno scorso sono calati del 4,4%, passando dagli 8 miliardi e 387 milioni del 2012 agli 8 miliardi e 21 milioni del 2013. Il trend negativo è iniziato nel 2011. In particolare la tv gratuita ha rastrellato 4 miliardi e 694 milioni, con un calo del 6% rispetto al 2012 dovuto in particolare al crollo della pubblicità. Meno accentuata la riduzione dei ricavi delle tv a pagamento, ora a quota 3 miliardi 325 milioni (-2%). Sky resta regina dei ricavi tv in Italia nel 2013, la Rai perde meno dei concorrenti ed è ora seconda, sorpassando Mediaset. Lo scorso anno il gruppo 21st Century Fox/Sky Italia ha rastrellato 2,6 mld (-3,5% rispetto al 2012), la Rai 2,3 mld (-1,6%), Mediaset 2,2 mld (8,2%). A pesare sui ricavi Mediaset è la pubblicità scesa a quota 1 miliardo 730 milioni da 1 miliardo e 966 milioni del 2012, mentre è cresciuta l'offerta a pagamento da 520 milioni a 550 milioni. La Rai ha visto invece crescere leggermente le risorse legate al canone da 1 miliardo 647 milioni a 1 miliardo 654 milioni e scendere quelle della pubblicità da 683 milioni a 632 milioni. Sky registra un calo delle entrate da pay (da 2 miliardi 435 milioni a 2 miliardi 395 milioni) e della pubblicità (da 265 milioni a 210 milioni). Seguono a grande distanza Cairo Communication, proprietario di La7, a quota 136 milioni, e Discovery a quota 125 milioni. Per quanto riguarda le quote di mercato della tv gratuita, la Rai sale al 49,4%, mentre Mediaset scende al 35,1%. Nella tv a pagamento, invece, Sky Italia detiene il 77,8% del mercato e Mediaset il 19,1%. Gli ascolti di Rai e Mediaset emerge ancora dalla Relazione - vedono sempre più ridursi il distacco dalla quota di La Bohème a Caracalla vilipesa da scioperi e caos per la pioggia Redazione Come se la pioggia non bastasse. Anche lo sciopero proclamato dai sindacati ha minacciato lunedì sera la prima a Caracalla della Bohème firmata da Davide Livermore. Fino all'ultimo il rischio di annullamento, in seguito alle defezioni degli orchestrali aderenti alle sigle Slc-Cgil e FialsCisal (in agitazione perché contrari a un accordo firmato invece da Cisl e Uil con la Fondazione Teatro dell'Opera). Poi, il sovrintendente Fuortes è salito sul palco per annunciare la volontà di ''rispettare il diritto di sciopero'' e di qui la decisione del direttore d'orchestra Daniele Rustioni di andare in scena con l'accompagnamento del solo pianoforte. Una doccia fredda per la platea che aveva già iniziato a mormorare avendo atteso più di mezz'ora l'inizio dello spettacolo. Ma poi nello sconcerto generale, tra chi nel pubblico ha scelto di andare via e chi invece ha preferito rimanere, questa sfortunata Bohème è riuscita a debuttare. Certo, ci si aspettava un'altra serata, anche perché il capolavoro pucciniano mancava a Caracalla addirittura dal 1967. Chi è rimasto in platea ha comunque fatto sentire il calore degli applausi ai protagonisti e alla pianista Enrica Ruggiero che da sola ha suonato l'intera partitura. Perché è difficile restare indifferenti a una storia d'amore come quella di Rodolfo e Mimì, che davvero ha tutti gli ingredienti per coinvolgere testa e cuore. Ecco che allora che in Fondatore Franz Turchi d’Italia Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Ugo Lisi (Vicepresidente) Antonio Giordano (Amministratore delegato) Italo Bocchino Antonio Tisci ascolti degli altri operatori tv considerati nel loro insieme. Brutte notizie anche sul fronte dell'editoria, quotidiana e periodica, che ha perso nel 2013 quasi 700 mln di ricavi. Il fatturato dei quotidiani è sceso del 7%, quello dei periodici il 17,2%. I ricavi dei quotidiani passano da 2,5 mld del 2012 a 2,3 mld del 2013. I periodici da 2,8 mld a 2,3 mld. questo nuovo allestimento (in coproduzione con il Palau de les Arts Reina Sofìa di Valencia) il palco è diventato un enorme atelier: la scelta di Livermore è ricaduta su un'ambientazione di fine '800, arricchita dalla magia dell'Impressionismo, con i quadri di Monet e Renoir, Cezanne e Van Gogh. Perfetti nei ruoli di Mimì e Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Editore SECOLO D’ITALIA SRL 7 d’Italia Rodolfo i due protagonisti, Carmela Remigio e Aquiles Machado, bravi anche Rosa Feola nel ruolo di Musetta e Julian Kim in quello di Marcello. Peccato invece non aver potuto ammirare pienamente il giovane Daniele Rustioni, astro nascente del panorama musicale internazionale, privato di tutta la sua orchestra. Direttore Editoriale Italo Bocchino Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Vicecaporedattore Francesco Signoretta Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171 mail: [email protected] Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250