d’Italia
BERLUSCONI: SERVE UNITÀ, DATEMI FIDUCIA.
RISCHIO PROBIVIRI PER CHI DANNEGGIA L’IMMAGINE DEL PARTITO
ANNO LXII N.165
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Redazione
“Sono vent’anni che mi date la
vostra fiducia e vi chiedo di
darmela ancora una volta.
Manteniamo fermo il patto
anche se non sono le nostre riforme ideali, ma sono quelle
possibili visto che siamo all’opposizione”. Era inevitabile, persino prevedibile che Silvio
Berlusconi, parlando alla riunione dei gruppi si affidasse
più alla mozione degli affetti
che alla forza del ragionamento.
L’appello a ritrovare un idem
sentire in Forza Italia dopo
giorni di aspre polemiche è arrivato al termine di una riunione
lampo dei gruppi parlamentari
azzurri. A parlare è stato solo il
Cavaliere che ha chiesto ai
suoi di rispettare l’accordo fatto
con Renzi sulle riforme. Un accorato appello alla coesione
che ha praticamente aperto e
chiuso il dibattito. Il tasto su cui
Berlusconi ha battuto è stata la
volontà di Renzi di approvare
le riforme in ogni caso. “Siamo
centrali – ha spiegato - ma, se ci
tiriamo fuori dall’accordo, diventiamo ininfluenti perchè Renzi,
dopo le Europee, ha acquisito un
grande consenso ed ha comunque i numeri per fare le riforme”.
Tra i dissidenti non si registrano
reazioni ufficiali. I fedelissimi
Ecco perché le riforme di Matteo Renzi
portano dritti dritti al rischio-regime
Italo Bocchino
Il pacchetto di riforme per il quale
Matteo Renzi sta premendo sull’acceleratore è molto pericoloso
per la democrazia italiana. A prescindere da come le nuove regole dovessero essere utilizzate
dal premier in carica non si può
negare che immettono nel corpo
delle istituzioni il virus di un rischio-regime.
Ecco perché. Oggi il sistema istituzionale italiano è fatto di pesi e
contrappesi che evitano derive
autoritarie. Parlamento e governo
giocano ruoli diversi, il capo dello
Stato vigila sul rispetto della Costituzione, la magistratura è indipendente e la governa il Csm, la
Corte Costituzionale boccia le
leggi sbagliate. Certamente c’è
troppa burocrazia e a causa dei
troppi controlli incrociati il sistema
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va in tilt. Lubrificare l’iter legislativo e rafforzare il governo è
quindi doveroso, ma far saltare
tutti i contrappesi è invece pericoloso. Anche in Russia, dove
l’attuale sistema spesso viene criticato quanto a tasso democratico, Putin deve vedersela con un
contrappeso rappresentato da
Medvedev.
Con il disegno di Renzi, invece, in
futuro in Italia un uomo solo potrebbe far tutto, alimentando così
il rischio-regime. Renzi è segretario del Pd, partito che al momento ha più del 40% dei voti.
Con l’Italicum senza preferenze
decide a tavolino i parlamentari
che comporranno la sua maggioranza, preferendo i fedelissimi ai
cultori della libertà di mandato.
Con la stessa maggioranza otterrà la fiducia per fare il presi-
spiegano che lo stesso Berlusconi ha tenuto a distinguere il
dibattito interno dalle polemiche
esterne. Avrebbe perciò chiesto
di evitare di offrire ai giornali la
possibilità di descrivere un partito
“dilaniato e ormai diviso”. Chi
metterà pubblicamente in difficoltà Forza Italia – ha aggiunto il
dente del Consiglio dei ministri e
potrà scegliersi da solo il presidente della Repubblica, visto che
dal nono scrutinio è previsto che
l’inquilino del Quirinale possa essere eletto a maggioranza semplice. Grazie al controllo sul
Parlamento e sul capo dello Stato
potrà poi determinare la maggioranza della Corte Costituzionale e
del Csm, incidendo sul controllo
delle leggi e sul governo della magistratura. Infine se agli italiani do-
mercoledì 16/7/2014
Cavaliere – rischia di essere deferito ai probiviri. I componenti del
collegio devono essere ancora
nominati ma è un’operazione che
l’ex capo del governo intende fare
al più presto. La ‘bacchetta’ di
Berlusconi, a quanto raccontano
i presenti, non sarebbe andato
bene a Daniele Capezzone e al
senatore Vincenzo D’Anna. Proprio con quest’ultimo è andato in
scena un battibecco con il Cavaliere che gli avrebbe chiesto di
cambiare atteggiamento. Un
botta e risposta finito con Berlusconi che gli avrebbe detto di andare da Alfano “tanto lo so che
sei già con loro”.
Dalla parte di Berlusconi si
schiera senza esitazioni l’ex-ministro Gelmini che affida ad un
tweet la sua riflessione. Eccolo:
“Non è un momento facile, ma il
nostro #Presidente è sempre il
migliore, #ForzaItalia ce la farà!
Avanti con le #Riforme”. E meno
male che Mariastella c’è.
vesse non andar bene qualcosa
non avranno neanche più a disposizione l’arma del referendum, che
la riforma ha spuntato portando da
500.000 a 800.000 le firme da raccogliere per proporlo.
Ecco perché Renzi ha fretta, vuol
approvare subito le norme utili a
costruire un sistema su misura per
lui, forse utile alla governabilità e
alla modernizzazione della politica
italiana, ma al contempo pericoloso per il futuro.
Juncker eletto presidente, prima doccia fredda
sul governo italiano: «La Mogherini? Non ha i voti»
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Secolo
d’Italia
MERCOLEDì 16 LUGLIO 2014
Redazione
Con 422 voti a favore e 250
contrari, la plenaria del Parlamento europeo ha approvato
la nomina di Jean Claude
Juncker a presidente della
Commissione europea. La
maggioranza richiesta era di
376 sì. Contro hanno votato i
gruppi del fronte euroscettico,
dall’Ukip di Nigel Farage al
Fn di Marine Le Pen, ma
anche il Partito socialista
spagnolo, nonostante l’accordo trovato tra Popolari e
Socialisti a sostegno del lussemburghese.
«È il padre delle politiche di
austerità», ha scritto su twitter Pedro Sanchez, il leader
del Psoe, dando l’annuncio e
la spiegazione del no. Juncker aveva ottenuto, già dal
momento in cui era stato designato, anche l’appoggio di
Matteo Renzi. Nella composizione della Commissione,
però, il neo-presidente non
appare affatto disposto a
spendersi per andare incontro ai desiderata del premier
italiano, che vorrebbe Federica Mogherini nel ruolo
chiave di ministro degli Esteri
europeo, anche – secondo gli
analisti – per rimettere mano
alla composizione del governo
nazionale. Juncker, attraverso
fonti a lui vicine, ha fatto sapere di considerarla «un buon
candidato», ma ha anche sottolineato che non ha i numeri.
Sullo sfondo c’è l’ostilità dei
Paesi dell’Est che considerano la titolare della Farne-
sina troppo vicina a Mosca.
«Ha dieci-undici Paesi contro», è stato fatto trapelare da
Juncker. La questione della
nomina dell’Alto rappresentante per gli affari esteri e la
politica di sicurezza, come ricordato oggi dal sottosegretario agli Esteri Sandro Gozi,
faceva parte dell’accordo per
l’elezione del nuovo presidente della Commissione.
«Juncker fa parte di un accordo in cui l’Alto Rappresentante va ai socialisti», ha
detto l’esponente del governo, sottolineando che il
sostegno dei leader socialisti
«è stato confermato anche
sabato nei contatti che i leader hanno preso». «Juncker
è stato designato a maggioranza. A noi nessuno ha mai
fatto obiezioni, se ci fossero
vorrà dire che anche l’Alto
rappresentante sarà designato a maggioranza», ha
proseguito Gozi, ma la conta
si prospetta molto rischiosa.
Luca Maurelli
In Germania si chiama Zew e
non ha nulla a che vedere con lo
Zen tibetano, anche se in entrambi in casi si misura la capacità di meditazione sulla realtà
interrogando il nostro “Io interiore”. Nel primo caso, però, le
riflessioni trascendentali sono
sulla salute dell’economia e le
fanno autorevoli economisti tedeschi, nel secondo caso si basano sulle sfumatore della
natura umana e vedono protagonisti austeri monaci in sandali
e campane. In particolare, l’indice Zew, a differenza del nirvana spirituale, non fornisce
alcuna risposta ma solo opinioni,
perché tasta il polso, annusa il
vento, capta le sensazioni della
gente e alla fine ci fornisce il livello di aspettative per il futuro.
Aspettative che in Germania, ci
informano quelli dello Zentrum
für Europäische Wirtschaftsforschung (Zew), sono sul nero andante,
a
dispetto
delle
esultanze, calcistiche e non,
della cancelliera Merkel, in
rosso. Loro, i tedeschi, hanno un
“Io interiore” quasi più depresso
del nostro nonostante un Pil da
locomotiva.
È chiaro che se oggi l’indice Zew
indagasse sull’ottimismo degli
italiani rischierebbe di fornire un
quadro ancor più fosco, ma se la
fiducia nel futuro – valore perno
di qualsiasi analisi delle dinamiche economiche – crolla a picco
perfino in Germania, allora viene
da chiedersi dove sta sbagliando l’Europa.
Nel giorno in cui a Bruxelles il tedesco Juncker si insedia a capo
della Commissione Ue declinando la solita ricetta del rigore,
con poco spazio alla flessiblità
invocata dal governo italiani, i
dati che arrivano dalle statistiche
Zew ci parlano di un indice di fiducia tedesco sceso a luglio a
27,1 punti, dopo una flessione a
quota 29,8 a giugno. Per l’indice
che misura la fiducia degli investitori in Germania è il settimo
calo consecutivo. A luglio è
sceso anche l’indice Zew relativo alla situazione corrente,
oltre a quello sulle aspettative
future, con una flessione a 61,8,
dai 67,7 di giugno e contro attese che vedevano una flessione solo a quota 67,4.
Dunque, dopo aver raggiunto i
massimi da sette anni a dicembre, l’indice Zew è sempre
sceso, un segnale che forse andrebbe colto anche a Berlino,
quando si tratta con la scure il
dramma sociale di Paesi che
non reggono il passo. Perché
vincere da soli è più facile, ma
secondo lo Zen non è garanzia
di felicità
Sorpresa, anche i tedeschi vedono
il futuro nero. Nonostante l’ottimismo
della “woman in red”
La Lega difende Maroni: non ci spaventeranno.
E salgono a quattro le inchieste legate all'Expo
MERCOLEDì 16 LUGLIO 2014
Redazione
La Lega difende Roberto Maroni
a spada tratta dopo l'avviso di garanzia arrivato dalla Procura di
Busto Arsizio. "Non ci faremo spaventare", tuona Matteo Salvini,
secondo cui si è voluto a tutti i
costi tirare dentro anche Maroni
perché la Lega era l'unico partito
estraneo all'Expo. Con l'inchiesta
che vede indagati per concussione per induzione il governatore
della Lombardia Roberto Maroni e
il capo della sua segreteria Giacomo Ciriello, salgono a quattro le
inchieste della magistratura lombarda che hanno a che vedere
con Expo: tre, aperte da tempo, riguardano gli appalti mentre l'ultima è quella che vede coinvolto il
presidente lombardo per presunte
pressioni su "esponenti di Eupolis
ed Expo 2015 spa" al fine di fare
avere contratti a due ex collaboratrici al Viminale. Per una serie di
appalti ritenuti pilotati, tra cui
anche quelli di assistenza legale
e tecnica-amministrativa per lavori
legati ad Expo, lo scorso 20
marzo sono finiti in carcere l'ex dg
di Infrastrutture Lombarde Antonio
Giulio Rognoni, l'ex capo ufficio
gare Pierpaolo Perez, e ai domiciliari Maurizio Malandra, ex direttore amministrativo di Ilspa, e gli
avvocati Carmen Leo, Fabrizio
Secolo
d’Italia
Alfano: sulla corruzione
stesse misure di prevenzione
usate con i mafiosi
Magrì, Sergio De Sio, Giorgia Romitelli e un ingegnere, Salvatore
Primerano. Attualmente sono tutti
ai domiciliari tranne uno che è
stato rimesso in libertà. C'è poi
l'indagine sulla cupola degli appalti che riguarda presunte irregolarità in alcune gare legate a
Expo, tra cui quelli relativi alle via
d'acqua e all' Architettura di Servizio, e che lo scorso 8 maggio ha
portato in carcere l'ex Dc Gianstefano Frigerio, l'ex Pci Primo Greganti, l'ex senatore del Pdl Luigi
Grillo, l'ex esponente ligure UdcNdc Sergio Cattozzo, l'ex manager Expo Angelo Paris, e
l'imprenditore vicentino Enrico
Maltauro. Solo Paris e Maltauro
sono ai domiciliari. La Procura
ipotizza un vero e proprio 'sistema' basato su un presunto giro
di mazzette in cambio o dell'aggiudicazione delle gare che riguardano anche la sanità
lombarda e Sogin. Una terza indagine ha al centro l'appalto più rilevante di Expo, quello da 149
milioni per i lavori della cosiddetta
piastra. Avviata più di un anno fa,
l'indagine ha preso un nuovo impulso dopo la trasmissione di alcuni atti dell'inchiesta di Venezia
sul Mose.
ho attuato e che entra a regime da
settembre. Sono abituata ai travisamenti che riguardano il mio operato di ex Ministro ma ritengo che
ci sia un limite a tutto, anche alla
propaganda". Gelmini, vice capogruppo vicario di Forza Italia alla
Camera, spiega di voler chiarire in
particolare "la mistificazione riguardante la presunta 'sparizione' del
ginnasio, che da sempre contraddistingue il primo biennio del liceo
classico. Si tratta di una notizia infondata", spiega riportando a testimonianza l'articolo 5 comma 2 del
Decreto di riforma. "Il primo biennio
- sottolinea Gelmini - mantiene la
denominazione di ginnasio, punto.
Non esistono dubbi in proposito.
Casomai, la riforma pone fine all'assurdo di avere una quarta e quinta
ginnasio dal momento che i primi tre
anni di ginnasio, in virtù della 'scuola
media unificata' (legge 1859 del
1962), sono spariti da mezzo secolo".
Addio al ginnasio, ma anche no. Gelmini
spiega: la denominazione non va cancellata
Redazione
Contrordine: il termine ginnasio
non scompare. Possono dormire
sonni tranquilli dunque gli affezionati alla denominazione che ha caratterizzato il liceo classico per 80
anni. Prima un tweet del Miur
aveva specificato che il termine
ginnasio si può ancora utilizzare. In
particolare, il riferimento del tweet
di Viale Trastevere è il documento
del 2010 di riforma dei licei che all'articolo 5 specifica che per il biennio del liceo classico si può
mantenere la denominazione "ginnasio". Poi è intervenuta anche
Mariastella Gelmini, ex ministro
della Pubblica istruzione, per chiarire che il termine "ginnasio" non va
in soffitta: "Circolano sui media ricostruzioni tendenziose e a tratti
false sulla riforma della scuola che
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Redazione
"Attueremo la linea dura contro i corrotti, usando le stesse
misure di prevenzione previste
per i mafiosi". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, in occasione della firma
del protocollo d'intesa siglato
con il presidente dell'Autorità
nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone. "Una gara
d'appalto truccata - ha sottolineato Alfano - è un attentato
alla libera concorrenza ed al
funzionamento del mercato.
Noi dobbiamo intervenire in
tempo contro i ladri e, allo
stesso tempo, non fermare le
opere per fare in modo che la
collettività non abbia a subire
un danno". "I protagonisti delle
Linee Guida contenute nel
protocollo - ha proseguito il ministro - sono i prefetti, gli enti
locali e l'Autorità anticorruzione. C'è quindi una squadra
Stato che si muove compatta
per contrastare la corruzione,
fin dal singolo contratto che
appare viziato da fatti corruttivi". Cantone ha a sua volta
chiarito che, in caso di elementi corruttivi, secondo il protocollo d'intesa firmato con
Alfano, l'appaltante dovrà applicare la risoluzione del contratto. Cantone ha definito la
norma "una rivoluzione copernicana: si utilizzano degli istituti nati per contrastare la
mafia in funzione anticorruzione. Prima la risoluzione del
contratto era legata all'omessa
denuncia di un'estorsione".
Pinotti mette la retromarcia sugli F 35:
«Nessun acquisto senza garanzie di sicurezza»
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Secolo
d’Italia
Redazione
«Non acquisteremo niente che
non sia più che sicuro per i piloti
e in grado di funzionare». Cambia ancora idea, il ministro della
difesa Roberta Pinotti, a proposito del caccia di nuova generazione F35, nelle dichiarazioni
rilasciate ieri a margine del salone aerospaziale di Farnborough. Fa capire che la
commessa sarà ridotta ma non
dice come, quando e soprattutto perché. «Esiste un atteggiamento
di
grande
trasparenza, sappiamo che è
un progetto tecnico complesso», ha detto il ministro - ed
è giusto che il governo Usa
abbia deciso di porre un out
perché la sicurezza viene prima
di tutto», ha aggiunto, facendo
riferimento alla decisione degli
Stati Uniti di mettere a terra i
velivoli dopo l'incidente di fine
giugno. Nell'ambito del programma per il caccia di nuova
generazione F35 abbiamo bisogno di un segnale importante
per le ricadute sul lavoro», ha
aggiunto il ministro della Difesa,
spiegando di averlo detto in una
recente visita negli Usa. «La
politica deve aprire la strada.
Abbiamo trovato molta attenzione da parte degli Usa - ha
aggiunto a margine del Salone
dell'Aerospazio di Farnborough
- e credo che il messaggio sia
stato recepito».
Secondo la Pinotti nel settore
dello spazio "abbiamo una possibilità se, invece di farci concorrenza tra Francia, Germania
e Italia, immaginiamo di costruire un progetto comune. Potremmo costruire anche rispetto
allo spazio un approccio europeo che guardi ai mercati mondiali". «Noi stiamo guardando in
particolare all'Europa. Ho discusso più volte con i colleghi
di Francia e Germania», ha
detto Pinotti, sottolineando che
l'Italia ha "un prodotto fondamentale, che sono i lanciatori:
Redazione
L'inflazione a giugno rallenta ancora: la crescita annua dei prezzi
si ferma allo 0,3% dallo 0,5% di
maggio. E non è affatto un buon
segno per l'economia italiana.
Secondo l'Istat è il livello più
basso da quasi 5 anni (ottobre
2009). Sono la frutta e la verdura
a far segnare il maggior crollo dei
prezzi, con un calo del 12% al
consumo ed effetti disastrosi per
le imprese agricole, ma anche
per i consumatori, con acquisti
scesi ben al di sotto del livello minimo raccomandato dal Consiglio
dell'Organizzazione
Mondiale della Sanità di almeno
400 grammi per persona al
giorno. È l'allarme lanciato dalla
Coldiretti, sulla base dei dati Istat
relativi all'inflazione a giugno
che, con un calo per l'alimentare
dello 0,6%, evidenziano i pericolosi effetti della spirale deflazione
e consumi sulla tavola degli italiani. Nel 2013, spiega la Coldiretti, sono state acquistate dagli
italiani 7,8 milioni di tonnellate di
ortofrutta con una netta prevalenza della frutta con 4,2 milioni
di tonnellate sulla verdura scesa
a 3,6 milioni di tonnellate. La Coldiretti è impegnata in un' operazione di rilancio dei consumi di
frutta e verdura di stagione durante l'estate e presenterà al Governo una serie di proposte per
interventi che diano al settore migliori prospettive per il futuro, tra
cui il coordinamento unico per
l'immissione del prodotto sul
mercato, la regolamentazione
del sistema degli sconti e delle
vendite sottocosto nella grande
distribuzione organizzata e
nuove forme assicurative multi rischio che comprendano le situazioni di crisi. Secondo la
Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati sui prezzi
al consumo a giugno diffusi dall'Istat, nell'ultimo anno il 65%
delle famiglie ha dovuto ridurre
quantità e qualità del cibo acqui-
L’inflazione rallenta, un segno
della crisi che deprime i consumi
MERCOLEDì 16 LUGLIO 2014
prodotto su cui l'Italia ha investito molto e ha un atout importante". Anche sull'Eurofighter
l'Italia è pronta a fare la propria
parte, ribadisce il ministro.
«Siamo esattamente all'interno
del programma come i nostri
partner e andiamo avanti su
questo», ha detto il ministro,
aggiungendo che "in un prodotto eccellente come l'Eurofighter, mettere a punto alcune
novità tecniche per renderlo più
competitivo è un punto che condividiamo perfettamente con i
nostri partner e l'Italia ha elementi da giocare per la propria
quota parte". L'upgrade riguarda l'integrazione di nuovo
radar a scansione elettronica,
che è prodotto dalla controllata
di Finmeccanica Selex Es. A
proposito della decisione dell'Italia sull'acquisto dei 25 aerei
della tranche 3B, il ministro ha
puntualizzato che "questo è un
discorso che riguarda tutti i partner: in un programma di questo tipo nessuno può decidere
da solo". Al consorzio Eurofighter partecipano diverse
aziende europee, compresa
Finmeccanica attraverso Alenia
Aermacchi (capofila).
stato, percentuale che però arriva al 77% nel Mezzogiorno.
«Non solo. Oggi 3,3 milioni di famiglie (il 14,4%; il 16% nel Sud)
si rivolgono agli "hard-discount"
per la spesa alimentare, mettendo completamente da parte
elementi un tempo decisivi nell'acquisto come la marca».
Droga degli “zombie”, a Pescara
scoperta una raffineria: due arresti
MERCOLEDì 16 LUGLIO 2014
Secolo
d’Italia
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Colesterolo,
c'è il sospetto
che accenda
alcuni tumori
Redazione
Fornelletti, ampolle, serpentine di raffreddamento, termometri e contenitori collegati con tubi: l'angolo cucina
di un'abitazione di via dei Marsi, a
Pescara Portanuova, era stato attrezzato da due polacchi residenti nel
capoluogo adriatico in una raffineria
artigianale di droghe sintetiche – mefedrone in particolare – che consentiva costi molto bassi. In carcere,
nell'ambito di un'inchiesta coordinata
dal pubblico mimistero Barba Del
Bono, Gabriel Viktor Romanski, 30
anni, di professione barista e Tomasz
Maciej Golasowski (39), il "chimico",
chiamato anche "il bomba". «L'attività
– hanno spiegato il capitano della
compagnia carabinieri di Pescara
Claudio Scarponi e il tenente Antonio
Di Dalmazi – è stata stroncata fortunatamente sul nascere. Quando abbiamo fatto irruzione i due erano in
piena produzione». Oltre alle attrezzature i militari hanno trovato composti chimici quali soda caustica,
solventi, sali di iodio, medicinali di
uso comune, e altri preparati non meglio ancora identificati, tutte allo studio del laboratorio di analisi per
individuarne la corretta composizione. Altre a ciò, erano presenti gli
immancabili bilancini di precisione,
ben quattro, e bustine di cellophane
da utilizzare per il confezionamento
della sostanza. Le indagini proseguono per capire a chi fosse destinato il micidiale stupefacente. Il
mefedrone crea infatti dipendenza e,
come detto da Scarponi, «provoca
atti di autolesionismo e addirittura
cannibalismo. I costi di questa sostanza, che si riesce ad ottenere in
modo relativamente facile, sono
bassi e questo – ha aggiunto – favorisce l'aumento esponenziale degli
assuntori». Il mefedrone è stato annoverato nella legislazione italiana
nel 2010 nella tabella delle sostanze
vietate. Si ricava da alcuni sali da
bagno e nel 2009 molti siti internet lo
hanno spacciato, venduto legalmente
come sale da bagno. Una categoria
di questi sali, venduta inizialmente in
Usa e oggi molto diffusa in Europa è
nota come "catinoni" ed è venduta in
cristalli e polvere, utilizzata come
"smart drugs" ovvero droghe furbe,
apparentemente innocue, ma dagli
effetti e conseguenze sulla salute
gravi e permanenti. L'uso continuato
porta poi a paranoia, disturbi psichici
e ad episodi di cannibalismo come
avvenuto in Gran Bretagna dove un
ragazzo ha letteralmente mangiato
viva la sua ragazza. Per questo viene
definita la "droga degli zombie". Oggi
in Italia costa 30, 35 euro a dose.
Redazione
La Costa Concordia è tornata a galleggiare all'Isola del Giglio, staccandosi dal falso fondale su cui era
adagiata da settembre grazie al graduale alleggerimento dei cassoni.
Durante la notte tra lunedì e martedì
sono proseguiti i lavori. I tecnici,
dopo averla fatta salire di due metri
e averla spostata di trenta, hanno
ancorato e stabilizzato la nave in
modo da poter proseguire le operazioni che consentiranno il rigalleggiamento vero e proprio e,
successivamente, la partenza. Un
lavoro, come ha spiegato Nick
Sloane, che durerà quarantott'ore:
«Ci vorranno circa due giorni per
mettere i cassoni in posizione».
Franco Porcellacchia, capo progetto
tecnico di Costa, in conferenza
stampa all'Isola del Giglio ha spiegato che «attorno al relitto non abbiamo visto forme visibili, a occhio
nudo, di inquinamento. Abbiamo potuto fare una verifica del fondo della
nave con i robot e abbiamo visto
che è integro, senza spaccature,
che è in buone condizioni. E questo
è molto buono per scongiurare
eventuali fuoriuscite di liquidi». E poi
ha chiarito: «Abbiamo un impegno,
quello di riportare il Giglio il più possibile nelle sue condizioni originarie.
Questo significa ripulire il fondale e
rimuovere tutte le strutture. È un impegno che intendiamo onorare.
Continueremo con queste attività fin
da quando il relitto lascerà il sito».
Le operazioni entreranno poi nel
vivo «già da settembre – ha aggiunto – Le attività andranno avanti
almeno un anno». Francesco Curcio, della Protezione civile, ha assicurato che «dopo lo spostamento
del relitto della Concordia, all'Isola
del Giglio inizierà la ricerca in loco
del disperso», il cameriere indiano
Russel Rebello. Le attività, comunque, «continueranno a bordo, durante la fase di smantellamento
della nave stessa».
Concordia, i tecnici assicurano: «Attorno
al relitto non c'è nessuna forma di inquinamento»
Redazione
Da poco riabilitato da diversi recenti studi sul fronte della salute
cardiovascolare, il colesterolo
torna di nuovo nel mirino come
possibile colpevole di nuocere
alla salute, questa volta favorendo certi tumori: infatti secondo
uno studio sulla rivista Nature
Communications, il colesterolo
accende un ''interruttore'' del cancro, innesca cioè una cascata
molecolare nota per essere legata alla genesi di certi tumori,
tra cui il cancro al colon, ai polmoni, il melanoma e il carcinoma
della mammella. Lo studio, condotto da esperti della University
of Illinois a Chicago, descrive il
legame tra il colesterolo e una
proteina – chiamata Dishevelled
– che a sua volta accende un "interruttore" molecolare con un
ruolo in certi tumori, "Wnt". Questa è una molecola che normalmente favorisce la crescita
cellulare. E noto che diete troppo
smodate, eccessivamente ricche
di grassi, possono essere legate
a maggior rischio oncologico. Ma
finora non si era trovato alcun legame diretto con il colesterolo
che peraltro gli ultimi studi tendono almeno in parte a scagionare sul fronte del suo ruolo nel
rischio infarto. Secondo i ricercatori Usa il legame del colesterolo
a Dishvelled e quindi l'attivazione
di Wnt potrebbero avere un ruolo
nel favorire certe tipologie di tumori.
Il Papa: «Proteggere i bambini che migrano
da soli in Usa per sfuggire alla povertà»
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Secolo
d’Italia
MERCOLEDì 16 LUGLIO 2014
La stampa inglese attacca
Cameron: il suo rimpasto
è una purga
Redazione
«Decine di migliaia di bimbi che
migrano soli, per sfuggire alla povertà e alla violenza» da Messico
e Centroamerica attraverso la
frontiera con gli Stati Uniti, «in
condizioni estreme» sono, denuncia il Papa, una «emergenza
umanitaria che richiede come
primo urgente intervento che
siano accolti e protetti». Servono
poi «politiche di informazione sui
pericoli di un tale viaggio e, soprattutto, di promozione dello sviluppo nei loro paesi di origine».
Papa Bergoglio lo scrive in un
messaggio in cui condanna con
forza gli atteggiamenti xenofobi e
razzisti verso i migranti. Il messaggio è indirizzato al «Colloquio
Messico Santa Sede sulla mobilità umana e lo sviluppo», iniziato
il 12 luglio, a Città del Messico, e
al quale ha partecipato anche il
segretario di Stato vaticano Pietro Parolin. Il Papa ribadisce
anche che «i flussi di migranti in
tutti i continenti e in quasi tutti i
Paesi» non devono essere visti
«come emergenza, o come un
fatto circostanziato e sporadico»,
ma come «sfida alle nostre società», condanna gli «atteggiamenti xenofobi e razzisti», e
chiede «diritti» per i migranti. Rie-
cheggiando il proprio documento
per la Giornata dei migranti dello
scorso anno, papa Francesco
chiede anche un «cambio di atteggiamento da parte di tutti» e
«il passaggio da un atteggiamento di difesa e paura, di disinteresse ed emarginazione, che
alla fine corrisponde proprio alla
«cultura dello scarto», a un atteggiamento che abbia alla base
la «cultura dell'incontro», l'unica
capace di costruire un mondo più
giusto e fraterno, un mondo migliore. Papa Bergoglio denuncia
quindi come «emergenza umanitaria», la sofferenza e i rischi che
devono affrontare le decine di migliaia di bimbi che da Messico e
Centramerica tentato di attraversare la frontiera con gli Stati Uniti,
e denuncia come il numero di
questi bimbi aumenti "di giorno in
giorno". Dopo aver chiesto accoglienza per i piccoli e politiche di
informazione su questi viaggi e di
sviluppo nei loro paesi, il papa latinoamericano afferma come «necessario, di fronte a questa sfida,
richiamare l'attenzione di tutta la
comunità internazionale affinché
possano essere adottate nuove
forme di migrazione legale e sicura».
Redazione
Sfiora ormai le mille unità il numero di casi di Ebola confermati o
sospettati segnalati in Guinea, Liberia e Sierra Leone: dallo scoppio dei primi focolai all'inizio
dell'anno al 12 luglio scorso, sono
stati segnalati 964 casi, di cui 603
letali, ha comunicato l'Organizzazione mondiale della sanità
(Oms). La malattia da virus Ebola
è una febbre emorragica grave e
spesso mortale. L'ultimo bilancio,
lo scorso 8 luglio, era di un totale
dei 888 casi, tra i quali 539 decessi. «Nuovi casi continuano ad
essere segnalati da Guinea,
Sierra Leone e Liberia», ha detto il
portavoce dell'Oms Daniel Epstein. La tendenza in Sierra Leone
e Liberia (rispettivamente 49 e 30
nuovi casi) resta «grave» e con un
«alto livello di trasmissione»,
mentre la situazione in Guinea
viene attentamente osservata (sei
nuovi casi). L'Oms si sforza di ridurre il numero di casi e presto
dovrebbe essere operativo il Centro di coordinamento regionale a
Conarky (Guinea) che fungerà da
piattaforma per consolidare e controllare gli sforzi in atto, ha aggiunto Epstein. È tuttavia «molto
difficile predire quanto tempo sarà
necessario» per porre fine ai contagi. La malattia causata dal virus
Ebola è grave, spesso mortale.
L'infezione avviene attraverso il
contatto diretto con sangue, fluidi
corporei o secrezioni di soggetti
infetti. È, in genere, facilitata da
usi e abitudini culturali locali, legate ad esempio alla sepoltura dei
cadaveri, o a paure diffuse all’interno di alcune comunità, che
spesso non informano le autorità
sanitarie dei nuovi casi per timore
degli ospedali, percepiti a volte
come luoghi di morte anziché di
guarigione. Questo ha permesso
alla malattia di espandersi quasi
senza che nessuno lo sapesse.
L’infezione ha un esordio improvviso e un decorso acuto. L’incubazione può andare dai 2 ai 21 giorni
(in media una settimana), a cui
fanno seguito manifestazioni cliniche come febbre, astenia profonda, cefalea, artralgie e mialgie,
iniezione congiuntivale, faringite,
vomito e diarrea, a volte esantema maculo-papuloso. I fenomeni emorragici sia cutanei che
viscerali, compaiono in genere al
sesto-settimo giorno e sono fatali
nel 60-70% dei casi. Si tratta di
sanguinamenti a carico del tratto
gastrointestinale (ematemesi e
melena) e dei polmoni.
Cresce l'allarme Ebola in Africa. L'Oms: quasi
mille casi e più di 600 morti dall'inizio dell'anno
Redazione
C'è chi parla di «purga» e chi
di «bagno di sangue». Viene
definito così dalla stampa britannica il «drammatico rimpasto», usa queste parole il
"Guardian", iniziato dal premier britannico David Cameron che ha visto già l'uscita di
scena di "veterani" del partito
conservatore, come il ministro degli Esteri, William
Hague e il ministro senza portafoglio Kenneth Clarke. Per
il "Times" sono quindici i posti
ministeriali che hanno visto
un rinnovamento in quella
che viene definita come
«purga selvaggia». Per lo
meno, scrive il giornale, «ad
Hague è stato lasciato l'onore
di annunciare le sue dimissioni». Secondo il "Financial
Times", Cameron si è scagliato contro gli uomini «pallidi e stantii» del suo partito,
ministri di mezza età che
sono stati sostituiti in alcuni
casi da donne più giovani per
dare un'immagine di partito
conservatore rinnovato in
vista delle elezioni 2015. Ancora più forte il titolo del
"Daily Mirror", che parla di
«bagno di sangue» nel governo, condotto da Cameron
per «salvare il suo premierato». Intanto il rimpasto va
avanti. Il primo ministro ha
annunciato sul suo profilo
Twitter l'uscita di scena del
ministro dell'Istruzione, Michael Gove, e di quello dell'Ambiente, Owen Paterson.
Al loro posto andranno due
donne: Nicky Morgan, 41
anni, e Liz Truss, 38 anni.
Crollano i ricavi del settore televisivo,
solo le pay tv si difendono bene dalla crisi
Secolo
MERCOLEDì 16 LUGLIO 2014
Redazione
Brutte notizie sul fronte televisivo, editoriale
e in più in generale sul quello del mercato
pubblicitario. La relazione dell'Authority per
le Telecomunicazioni fotografa un quadro
allarmante e deprimente per tutto il settore
delle comuinicazioni, a cominciare dal piccolo schermo. I ricavi del settore televisivo
vanno ancora una volta a picco. L'anno
scorso sono calati del 4,4%, passando
dagli 8 miliardi e 387 milioni del 2012 agli 8
miliardi e 21 milioni del 2013. Il trend negativo è iniziato nel 2011. In particolare la tv
gratuita ha rastrellato 4 miliardi e 694 milioni, con un calo del 6% rispetto al 2012
dovuto in particolare al crollo della pubblicità. Meno accentuata la riduzione dei ricavi delle tv a pagamento, ora a quota 3
miliardi 325 milioni (-2%). Sky resta regina
dei ricavi tv in Italia nel 2013, la Rai perde
meno dei concorrenti ed è ora seconda,
sorpassando Mediaset. Lo scorso anno il
gruppo 21st Century Fox/Sky Italia ha rastrellato 2,6 mld (-3,5% rispetto al 2012), la
Rai 2,3 mld (-1,6%), Mediaset 2,2 mld (8,2%). A pesare sui ricavi Mediaset è la
pubblicità scesa a quota 1 miliardo 730 milioni da 1 miliardo e 966 milioni del 2012,
mentre è cresciuta l'offerta a pagamento da
520 milioni a 550 milioni. La Rai ha visto invece crescere leggermente le risorse legate al canone da 1 miliardo 647 milioni a
1 miliardo 654 milioni e scendere quelle
della pubblicità da 683 milioni a 632 milioni.
Sky registra un calo delle entrate da pay
(da 2 miliardi 435 milioni a 2 miliardi 395
milioni) e della pubblicità (da 265 milioni a
210 milioni). Seguono a grande distanza
Cairo Communication, proprietario di La7,
a quota 136 milioni, e Discovery a quota
125 milioni. Per quanto riguarda le quote di
mercato della tv gratuita, la Rai sale al
49,4%, mentre Mediaset scende al 35,1%.
Nella tv a pagamento, invece, Sky Italia detiene il 77,8% del mercato e Mediaset il
19,1%. Gli ascolti di Rai e Mediaset emerge ancora dalla Relazione - vedono
sempre più ridursi il distacco dalla quota di
La Bohème a Caracalla vilipesa
da scioperi e caos per la pioggia
Redazione
Come se la pioggia non bastasse. Anche lo sciopero proclamato dai sindacati ha minacciato
lunedì sera la prima a Caracalla
della Bohème firmata da Davide
Livermore. Fino all'ultimo il rischio
di annullamento, in seguito alle
defezioni degli orchestrali aderenti alle sigle Slc-Cgil e FialsCisal (in agitazione perché
contrari a un accordo firmato invece da Cisl e Uil con la Fondazione Teatro dell'Opera). Poi, il
sovrintendente Fuortes è salito
sul palco per annunciare la volontà di ''rispettare il diritto di sciopero'' e di qui la decisione del
direttore d'orchestra Daniele Rustioni di andare in scena con l'accompagnamento
del
solo
pianoforte. Una doccia fredda per
la platea che aveva già iniziato a
mormorare avendo atteso più di
mezz'ora l'inizio dello spettacolo.
Ma poi nello sconcerto generale,
tra chi nel pubblico ha scelto di
andare via e chi invece ha preferito rimanere, questa sfortunata
Bohème è riuscita a debuttare.
Certo, ci si aspettava un'altra serata, anche perché il capolavoro
pucciniano mancava a Caracalla
addirittura dal 1967. Chi è rimasto
in platea ha comunque fatto sentire il calore degli applausi ai protagonisti e alla pianista Enrica
Ruggiero che da sola ha suonato
l'intera partitura. Perché è difficile
restare indifferenti a una storia
d'amore come quella di Rodolfo e
Mimì, che davvero ha tutti gli ingredienti per coinvolgere testa e
cuore. Ecco che allora che in
Fondatore
Franz Turchi
d’Italia
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Consiglio di Amministrazione
Tommaso Foti (Presidente)
Ugo Lisi (Vicepresidente)
Antonio Giordano (Amministratore delegato)
Italo Bocchino
Antonio Tisci
ascolti degli altri operatori tv considerati nel
loro insieme. Brutte notizie anche sul fronte
dell'editoria, quotidiana e periodica, che ha
perso nel 2013 quasi 700 mln di ricavi. Il
fatturato dei quotidiani è sceso del 7%,
quello dei periodici il 17,2%. I ricavi dei
quotidiani passano da 2,5 mld del 2012 a
2,3 mld del 2013. I periodici da 2,8 mld a
2,3 mld.
questo nuovo allestimento (in coproduzione con il Palau de les
Arts Reina Sofìa di Valencia) il
palco è diventato un enorme atelier: la scelta di Livermore è ricaduta su un'ambientazione di fine
'800, arricchita dalla magia dell'Impressionismo, con i quadri di
Monet e Renoir, Cezanne e Van
Gogh. Perfetti nei ruoli di Mimì e
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
Editore
SECOLO D’ITALIA SRL
7
d’Italia
Rodolfo i due protagonisti, Carmela Remigio e Aquiles Machado,
bravi anche Rosa Feola nel ruolo
di Musetta e Julian Kim in quello
di Marcello. Peccato invece non
aver potuto ammirare pienamente
il giovane Daniele Rustioni, astro
nascente del panorama musicale
internazionale, privato di tutta la
sua orchestra.
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7 agosto 1990 n. 250
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