ISSN: 2035-9977 ANNO V – N. 4 – SETTEMBRE 2009 COPIA OMAGGIO PERIODICO DI INFORMAZIONE, POLITICA E CULTURA A CURA DEL CENTRO STUDI UMANISTICI E SCIENTIFICI ARAMONI A COLPI DI TAMBURELLO E SE DOMANI… La distinzione del bene e del male che si stempera, quasi sempre, nella cultura del piagnisteo dei diritti e dei doveri. Il teatrino delle polemiche scaricate. Il grigiore di giornate identiche che consumano le esistenze di intere generazioni. L’opaca prospettiva di un futuro che tarda ad arrivare. La malinconia dei tempi che furono, allorquando parole come «compagno» o «amico» avevano un senso compiuto e definito. Moderate dosi di compassione e abbondanti porzioni di malignità. Insomma, all’apparenza nulla fermerà il declino lento e inarrestabile. E se invece ci fosse un’inver-sione di tendenza? Nuove dinamiche politiche, processi A culturali avanzati, opere pubbliche proiettate a pieno titolo nel terzo millennio! I miracoli d’ispirazione religiosa sono rari, un po’ più frequenti quelli di matrice laica. Entrambi, però, possibili… WWW.ARAMONI.IT Il nostro è un unico mondo, migliorarlo in parte significa migliorarlo nel suo complesso Menachem Mendel Schneerson Successo di presenze per la sesta edizione della kermesse musicale ZAMBRONE INVASA DAI TARANTOLATI Giganti, Tammurria, Nagrù e Cameiuzza entusiasmano il pubblico TAMBURELLI SULLA SPIAGGIA TAMBURELLO FESTIVAL SU FACEBOOK Il fascino prorompente della Marinella Satira Zambrone dentro una nuvola Zambrone, 18 agosto 2009 Daffinacello, quarta sagra dei prodotti tipici NAVIGAZIONE SU INTERNET. GLI ARAMONESI NEL WEB LA NUOVA VERSIONE DEL SITO WWW.ARAMONI.IT Parrocchiale Daffinà, restaurata la statua della Madonna del Carmelo L’azienda “Pirapora”, il piccolo sogno dei Colace Novità editoriale “Ad esempio a me piace…” il viaggio di Marco Ambrosi BILANCIO POSITIVO PER IL LABORATORIO DI DANZE CALABRESI 1 L’EVENTO SETTEMBRE 2009 CRONACHE ARAMONESI La sesta edizione del Tamburello festival “Tarantella rurale nel villaggio… globale”, segna la definitiva consacrazione della kermesse etnica. Lo spettacolo travolgente e calamitante della band “Tammurria”, le sonorità calabresi dei “Nagrù”, le pietanze della sagra aramonese, i dolci della tradizione, la Galleria d’arti e… mille sapori! L’esposizione delle pipite di Pasquale Lorenzo, le quattro coppie dei Giganti e lo spettacolo pirotecnico storico-rievocativo della Cameiuzza hanno offerto una serata indimenticabile. A tutti quanti hanno contribuito al buon risultato dell’iniziativa, un doveroso ringraziamento da parte del Centro studi umanistici e scientifici Aramoni. Di seguito, alcune delle foto più suggestive dell’evento. Nagrù in concerto Tammurria in concerto Pasquale Lorenzo e i musicisti tradizionali Stand panini, bibite e zeppole E IL “TAMBURELLO FESTIVAL” ORA E’ ANCHE SU FACEBOOK Il Tamburello festival approda su Facebook, il network nato dalla mente di Mark Zuckerberg e con accesso libero, diffuso soprattutto, ma non solo, negli ambienti universitari. Strumento utile e gratuito di diffusione delle idee, su Facebook proliferano gruppi sui più diversi argomenti e tra questi, da qualche tempo, quello dedicato alla kermesse etno-musicale giunta alla sua sesta edizione. Dopo la presenza alla scorsa Borsa internazionale del turismo di Milano, con la registrazione su Facebook, l’associazione Aramoni si dimostra capace e attenta a sfruttare i moderni sistemi di comunicazione. Il gruppo consente agli utenti di condividere idee o dibattere, vedere con i propri amici le immagini delle passate edizioni. Fra gli iscritti, molti giovani e giovanissimi, del territorio zambronese o appassionati di cultura e tradizioni coreutico-musicali calabresi. L’efficacia con cui Facebook si diffonde e con cui le notizie si propagano in rete, darà maggiore risalto al festival, contagiando soprattutto i più giovani con la passione per le radici culturali della Calabria di oggi. Non a caso nel giro di poche settimane, il gruppo ha registrato più di duecento adesioni. e.l. 2 L’EVENTO SETTEMBRE 2009 ZAMBRONE INVASA DAI TARANTOLATI * Cala il sipario anche sulla sesta edizione del Tamburello festival, manifestazione di punta fra quelle organizzate dal Centro studi “Aramoni”, l’associazione senza fini di lucro che da anni si occupa dello studio e della diffusione dell’arte, della cultura e della storia della Calabria. Quest’anno il festival si è articolato in diversi momenti di incontro con la tradizione, in particolare coreuticomusicale ma anche gastronomica, artistica ed artigianale del Meridione. Con il Laboratorio di danze tradizionali calabresi, affidato al trio di musica popolare Nagrù, conclusosi il 2 agosto, con il concerto itinerante sulla spiaggia di Zambrone del 16 agosto, del duo “I suonatori dell’Istmo d’Italia”, si è avviato un percorso di riscoperta della cultura calabrese, di recupero della danza e della musica popolari come strumento di comunicazione, di riappropriazione del corpo, di aggregazione e socializzazione, che si è concluso il 18 agosto. Il paese fin dal tardo pomeriggio si è animato e si è riversato per le vie principali, dove si snodava la “Galleria d’arti…e mille sapori” con le esposizioni di artisti e artigiani calabresi, fra cui il pittore Giuseppe Vitetta, e le degustazioni di piatti e prodotti tipici. Fra un piatto di “fileja” e un bicchiere di vino “aramonese” o di zibibbo, grande curiosità e fascino ha destato il Laboratorio degli strumenti musicali tradizionali calabresi, con le esposizioni di Pasquale Lorenzo e Giuseppe di Cello. Zampogne, pipite, tamburelli e lire sono stati oggetto di curiosità e ammirazione e i due artigiani si sono anche esibiti con i propri strumenti. In piazza e per le vie, hanno danzato i “Giganti”, Mata e Grifone, i «fantocci dal cuore umano» impegnati in frenetici balli amorosi, narrando di tempi remoti e re stranieri. E fra i maestosi giganti, due coppie di “giganteji”, fra cui quella di Davide Pietropaolo di Zungri, quattro anni e mezzo, che dal padre ha ereditato la passione per questa forma d’arte e che si è esibito con i fantocci di sua creazione. Pezzo forte della serata, le esibizioni dei gruppi di musica tradizionale del Meridione. I “Tammurria” hanno aperto le danze con le tarantelle del Salento e delle “Tarantate”, le giovani donne che, morse dalla “Taranta”, erano al centro di quei riti di guarigione e reinserimento domiciliari coreutici, ritmici, musicali e cromatici, che l’antropologo De Martino filmava negli anni Cinquanta. Ritmi coinvolgenti e danze sfrenate hanno scaldato l’atmosfera, rievocando, nell’estasi generale, i simboli di un mondo misterioso, nel quale la danza è vita, è libertà. Un concerto esaltante sia per la qualità musicale che per il suo elevato tasso di spettacolarizzazione Con il trio Nagrù, ci si è definitivamente abbandonati alla danza sfrenata delle “viddhaneddhe reggine” e delle “Pastorali del Pollino”. Dopo i brillanti ritmi del Salento, si è quindi tornati in Calabria, ai versi di poeti nostrani, a canti d’infanzia e d’amore, con «donne tanto belle da far muovere gli astri» e inni alla «terra d’amuri, terra d’Aramoni». Nel frattempo, il teatro di Saverio Strati, declamato da Lindo Nudo, accompagnato da Biagio Accardi. In conclusione, finale col botto, con la danza storicorappresentativa della “cameiuzza ‘i focu”, il colorato asinello di cartapesta imbottito di fuochi d’artificio, che danzava infuocandosi al ritmo del tamburo. Una serata speciale, calda ed entusiasmante e, a giudizio unanime, «indimenticabile». CRONACHE ARAMONESI GRANDE SUCCESSO PER L’EDIZIONE 2009 DEL “TAMBURELLO FESTIVAL” * Il sole aveva appena iniziato la sua discesa in bocca allo Stromboli, dopo le brevi soste tra i gli ulivi e i vigneti, e già le vie di Zambrone erano percorse da ben quattro coppie di giganti a recitare l’eterno corteggiamento tra un regale lui e una incoronata e apparentemente restia lei. Danza antica, al ritmo di tamburi, grancasse e piatti, a rievocare segmenti di storia del Sud, persa, dispersa e ritrovata, ma spirito moderno e battagliero. Si può sintetizzare in questo concetto il senso della VI edizione del “Tamburello Festival” di Zambrone, svoltasi il 18 agosto nella splendida cornice del Parco 8 marzo. La manifestazione, che ormai rappresenta, per i temi musicali, la risposta della costa tirrenica alla consorella ionica di Caulonia, ha visto la partecipazione di un pubblico vasto ed entusiasta, soprattutto di giovani. Il “Tamburello” è una vera e propria rassegna culturale, che si avvale prevalentemente della musica etnica, ma propone spunti di riflessione assai interessanti sul presente e sul passato della Calabria, i suoi miti e i suoi limiti, i suoi sogni e le sue debolezze. L’attore Lindo Nudo ha letto alcuni brani stupendi di Saverio Strati sullo scontro tra sogno e realtà nell’anima dei Calabresi. I “Tammurria”, brillante gruppo musicale del Salento ha aperto il confronto-scontro (in termini musicali ovviamente) con la musica della tradizione calabrese, rappresentata qui dai Nagrù. E’ stato un inseguirsi di ritmi e canti, di lavoro, d’amore, di protesta, di devozione, di pietà, di rimpianto, magistralmente eseguiti, quasi tutti sul ritmo della pizzica e della tarantella con richieste di bis e danze sullo stesso ritmo. Il clou è stato il ballo della “Cameiuzza”, un simulacro di cammello sul quale posano diverse varietà di botti , petardi e piccoli fuochi d’artificio che esplodono durante il ballo, ovviamente al ritmo di tarantella, eseguito da un esperto, coraggioso volontario. Eduardo Meligrana • Pubblicato su Il Quotidiano il 21 agosto 2009, p. 24 Eleonora Lorenzo • Pubblicato su Calabria Ora il 22 agosto 2009, p. 41 3 SETTEMBRE 2009 2 L’INIZIATIVA CRONACHE ARAMONESI ESPERIENZA POSITIVA PER IL LABORATORIO DI DANZE ETNICHE CALABRESI Le tre giornate del Laboratorio di danze tradizionali calabresi, iniziate il 31 luglio, si sono concluse il 2 agosto ed hanno registrato un buon successo di pubblico. Il Laboratorio aveva lo scopo di introdurre al mondo della tarantella nelle sue forme principali e delle relazioni che, attraverso la danza, si esprimono. Il seminario è stato organizzato dall’associazione Aramoni in collaborazione con il trio Nagrù (Nessuna Alterazione Genetica Riscontrata Unicamentepopolare) e si è svolto presso il Centro sociale di Zambrone. Il trio di musica popolare calabrese, composto da Nando Brusco, Oreste Forestieri e Biagio Accardi, è nato nel 2007 ed ha già partecipato ad eventi di grande prestigio. In questi anni, il trio si è distinto per la passione e l’energia con cui si impegna non solo a diffondere, ma soprattutto a riscoprire, studiare, approfondire la conoscenza della danza e della musica tradizionale. Nando Brusco, ballerino, musicista e studioso delle danze popolari calabresi, nelle prime due giornate del Laboratorio ha condotto i partecipanti verso i passi base e le figure più semplici, insistendo sulla necessità di capire e vivere, più che imparare meccanicamente, la danza. Il ballo al quale sono stati introdotti è una danza viva, espressione della corporeità, delle dinamiche sociali, sempre soggetta a cambiamento, a rinegoziazione, a discussione. Ecco perché, come dice Brusco, non si può parlare di “tarantella”, ma è necessario parlare di “tarantelle” diverse fra loro per stili e ritmi e raggruppate in due macroaree d’influenza e in due forme principali, la Viddhaneddha e la Pastorale, rispettivamente del sud e del nord, della zona del Pollino. A queste due forme vanno poi aggiunte le varianti territoriali, temporali, le innovazioni che ciascun gruppo Un momento del Laboratorio di tarantelle apporta a queste forme coreutiche. Le prime movenze, quindi, sono state dedicate al concetto di danza tradizionale, ai passi-base e alle figure più complesse, ma soprattutto a esercizi di riappropriazione del corpo, di sua armonizzazione al ritmo, alla musica. Il corpo cessa di essere un ostacolo e diviene strumento e mezzo preferenziale di comunicazione non-verbale, di espressione di sé e del rapporto con gli altri. Sono state introdotte le dinamiche sociali che sottendono alle danze, con le figure del Mastru d’abballu che orchestra la danza e armonizza i movimenti dei ballerini, e gli atteggiamenti degli uomini e delle donne, il loro modo di rapportarsi allo spazio sacro della danza. Così i partecipanti, tra l’altro di ogni fascia d’età e provenienti da diverse parti d’Italia, si sono confrontati fra loro, senza inibizioni, al suono del tamburello di Brusco, che li incitava a lasciarsi andare, a liberarsi della paura e dell’imbarazzo, a godere dell’energia comunicativa dei passi di danza, delle figure, poiché la danza «è vita, gioia e libertà». L’ultima lezione ha visto il trio riunito esibirsi per i partecipanti, cantando e suonando diversi strumenti tradizionali, fra i quali il tamburello, la zampogna, la pipita e la chitarra. Nel cortiletto del Centro sociale di Zambrone, ha suonato e cantato diverse Viddhaneddhe e Pastorali, mentre tutt’intorno si danzava e si alternavano l’energia e la vitalità delle prime con i passi lenti e ipnotici delle seconde. Dopo il breve percorso di “addomesticamento” del corpo e apprendimento della danza, i più timidi sono divenuti audaci e hanno trascinato tutti con il loro entusiasmo. Tutti hanno ballato con tutti, adulti e bambini, facendo del ballo un’occasione unica di socializzazione e divertimento, soprattutto grazie agli insegnamenti del trio, che nell’esecuzione dei canti tradizionali, ha mostrato entusiasmo e passione trascinanti. L’esperienza del Laboratorio è stata apprezzata non solo per il suo indubbio valore educativo, ma anche perché ha fornito un’occasione di incontro e interscambio culturale e di ritorno alla comunicazione pura e immediata dei corpi che danzano. In questa cultura dei corpi-immagine, della necessità di adeguarsi a modelli imposti da altri, la danza ha permesso di riscoprire nuovi canali di incontro in un rituale nel quale, al suono dei tamburelli e delle zampogne, l’ordine sociale allenta la morsa e più intensamente gli uomini comunicano, si comprendono, accorciano per un momento le distanze al grido di «Simu tutti calabrisi!». Eleonora Lorenzo 4 SETTEMBRE 2009 MUSICA CRONACHE ARAMONESI TAMBURELLI SULLA SPIAGGIA Lo scorso 16 agosto per il lido di Zambrone si è svolto, per il secondo anno di seguito, il concerto itinerante tenuto da musicisti tradizionali. I turisti, sorpresi, divertiti, incuriositi hanno apprezzato l’evento. Sono stati in molti ad avvicinarsi agli artisti per chiedere spiegazioni sugli strumenti suonati, in particolare sulla “zampogna a chiave”. Molti anche gli scatti che hanno immortalato momenti segnati dalla spensieratezza e dall’allegria. L’intrattenimento, organizzato dall’associazione Aramoni, in collaborazione con il circolo Primavera di Zungri, è stato offerto dal Duo Istmo d’Italia. Il duo pipita e zampogna è un’espressione classica della tradizione musicale calabrese. In taluni casi, la formazione ha origine in occasione delle festività natalizie per l’esecuzione della pastorale; in altri, il repertorio segue i filoni classici della tarantella. Il duo de I suonatori dell’Istmo d’Italia è composto da musicisti giovani. Il primo è Andrea Bressi, ventidue anni, cantante, studioso e suonatore di pipite, organetti, chitarre battenti, tamburi a cornice. Le sue capacità musicali sono unanimemente apprezzate per originalità e intensità d’esecuzione. La sua cultura coreutica e musicale, se rapportata alla giovanissima età, è davvero imponente. Il secondo, Daniele Mazza, ventuno anni è costruttore e suonatore di pipite, zampogne, lire, chitarre battenti e tamburelli. Le sue doti artigianali sono straordinarie e rasentano la genialità. Egli è abilissimo costruttore di pipite che vengono ricavate dal legno tipico dell’area catanzarese: gelso, erica, ulivo, palissandro, melo. Entrambi i musicisti svolgono attività concertistica su scala regionale sin dall’età di quattordici anni. L’associazione Aramoni, quindi, continua la ricerca di nuove proposte musicali inquadrate in un contesto di valorizzazione degli artisti calabresi impegnati nel rilancio della musica popolare. “Suonatori dell’Istmo d’Italia” sul lido di Zambrone CONTRO I LUOGHI COMUNI In terra di Calabria, costruire eventi positivi, creare momenti di aggregazione, intraprendere un percorso finalizzato alla crescita culturale, sembrano tutti obiettivi proibitivi. Specie senza risorse pubbliche e soprattutto se non si è ancorati ad alcun carrozzone politico. Tutte le iniziative organizzate dal Centro studi umanistici e scientifici Aramoni, smentiscono tale assunto. Qualcuno, a Zambrone e non solo, parla di “miracolo laico”. In realtà, nell’operato della associazione Aramoni prevale la determinazione a contrastare la rassegnazione, il grigiore e la mediocrità. Non si tratta di affermare, gramscianamente, «L’ottimismo della volontà contro il pessimismo della ragione». Il motto degli “aramonesi”, semmai è: «Fai quello che devi, accada quello che può». I soci dell’associazione Aramoni, numericamente, rappresentano una parte modesta della popolazione zambronese. Ciononostante sono determinati ad andare avanti, in che termini, però, è tutto da stabilire. Essi sono però consapevoli che un coinvolgimento di più ampi strati della popolazione locale, consentirebbe al Centro studi Aramo -ni di perseguire altri importanti traguardi. La retorica piagnona, secondo la quale una specie di complotto “storico” contro il Mezzogiorno sarebbe all’origine dell’incapacità di esprimere le proprie potenzialità, andrebbe accantonata definitivamente. Se Zambrone, come molti altri centri del Sud, muore giorno dopo giorno e se, addirittura, anche nel mese di agosto, la vita sociale è ridotta a una larva, le cause non vanno ricercate in misteriose forze che si annidano chissà dove. L’indifferenza del singolo non può essere celata dietro quella, generica e indeterminata della “ggente”. Il Tamburello festival, dimostra che anche un piccolo centro tirrenico calabrese può essere teatro di eventi regionali e perché no, anche nazionali. Se, per Zambrone, si vuole evitare un imminente coma irreversibile e un più che probabile successivo accanimento terapeutico, c’è bisogno, oggi più che mai, di condivise e dirompenti iniziative culturali. L’appello, pertanto, è rivolto alla comunità zambronese perché, insieme all’associazione Aramoni offra il suo contributo alla costruzione di una prospettiva d’avvenire. Corrado L’Andolina 5 INTERNET E AMMINISTRAZIONE SETTEMBRE 2009 CRONACHE ARAMONESI Internet WWW.ARAMONI.IT, ANCHE GLI ARAMONESI FINISCONO IN RETE Dal 17 luglio 2009 é in rete il nuovo sito del Centro studi umanistici e scientifici Aramoni, all’indirizzo www.aramoni.it. L’associazione dal 2003 si adopera con impegno e passione allo studio delle tradizioni e della storia del territorio zambronese. Da questo tenace e costante sforzo di ricerca sono nati il periodico Cronache Aramonesi e opere di approfondimento sui più diversi argomenti, dalle analisi generali dell’identità e della cultura del territorio zambronese, a testi sugli aspetti più specifici di storia e cultura. Con la pubblicazione del sito ufficiale, il lettore potrà reperire facilmente informazioni utili sull’associazione e sul territorio; leggere direttamente articoli, poesie, racconti e scaricare gratuitamente l’ultimo numero di Cronache Aramonesi. La consultazione dei suoi oltre due mila e cinquecento files è semplice. Il sito si compone di diverse sezioni, ciascuna dedicata ad un argomento specifico: associazione, territorio, identità, cronaca, Cronache aramonesi, contesto, editoriale, storia, pubblicazioni, iniziative, Tamburello festival, per essere sempre aggiornati sui fatti del presente e per conoscere quelli del passato. Nella sezione “Ultime novità” vengono racchiusi gli ultimi dieci aggiornamenti, eseguiti anche più volte a settimana. Interessanti anche molte sotto sezioni. Alcune sono dedicate alle realtà limitrofe a Zambrone, come ad esempio, la sotto sezione “Intorno a Zambrone”; altre, ad aspetti essenziali della comunità, come le feste patronali e i vari eventi organizzati su scala comunale. In particolare, la sezione “Territorio” si sofferma sui centri abitati di Zambrone e dedica ad ognuno di essi un’apposita sotto sezione. Nella home page sono racchiusi i simboli della locale comunità. Il fascino misterioso della La home page del sito della comunità di Zambrone e dell’associazione Aramoni Madonna di Romania venerata nella frazione San Giovanni, rappresenta la componente spirituale. Lo scorcio della “Marinella” indica ai visitatori uno degli angoli più suggestivi che esistano al mondo. Il peperoncino è un omaggio alla civiltà contadina. Infine, due tamburelli, simbolo della musica etnica regionale che, a Zambrone, è esaltata dal Tamburello festival, affermata kermesse di musica popolare. Insomma, il sito della comunità zambronese, nato cinque anni fa, è stato oggetto di un restailing paziente e articolato. Un mix perfetto di perseveranza, meticolosità e approfondimento culturale. Risulta appropriato, quindi, ribadire quanto affermato nella lettera di presentazione del sito, datata 11 dicembre 2004: «Con questa iniziativa l’associazione Aramoni si pone all'avanguardia della informazione multimediale creando un servizio di eccezionale qualità per: informare i cittadini e, soprattutto, i giovani sulla storia, le tradizioni, il costume, la gastronomia, l’evoluzione economica, culturale e politica del nostro territorio e della sua gente. ambiente e della nostra storia civile. Pubblicizzare le caratteristiche ineguagliabili del paesaggio ambientale e naturale. Sostenere la partecipazione dei cittadini sugli avvenimenti che riguardano la vita, le attività e le vicende locali». La prima edizione del sito ha registrato 87mila contatti e oltre mille messaggi lasciati nel suo Guestbook. Amministrazione locale LE DECISIONI DEL CONSIGLIO, DISCO VERDE ALLA NOMINA DEL DIFENSORE CIVICO Si è riunito lo scorso 30 luglio il consiglio comunale di Zambrone. Il primo punto all’ordine del giorno verteva sulla chiusura dell’ufficio postale sito nella frazione San Giovanni. L’assise, in merito ha deliberato di espletare ogni attività utile all’immediato ripristino dell’ufficio. Il civico consesso ha poi approvato il secondo punto all’odg: Regolamento per le funzioni ed i compiti del difensore civico. La sua istituzione è prevista dall’articolo 84 dello Statuto comunale. L’articolo uno dell’approvato regolamento delinea le peculiarità di tale figura: «Il difensore civico è organo di garanzia e di imparzialità del buon andamento della pubblica amministrazione, di promozione e di tutela non giurisdizionale dei diritti, degli interessi legittimi collettivi e diffusi di soggetti singoli e associati». L’articolo due del regolamento, poi, precisa le funzioni e attesta che nel loro esercizio, egli s’ispira ai principi di: «speditezza e informalità e collaborazioni con le amministrazioni interessate». La sua nomina è affidata al Consiglio ed avverrà sulla base delle domande che perverranno all’ente nei termini previsti dallo stesso regolamento. 6 SETTEMBRE 2009 STRISCIA SATIRICA CRONACHE ARAMONESI 7 MANIFESTAZIONE E REFUSI SETTEMBRE 2009 CRONACHE ARAMONESI DAFFINACELLO, SUCCESSO PER LA QUARTA SAGRA DEI PRODOTTI TIPICI La sagra dei prodotti tipici di Daffinacello ha riscosso, anche per l'anno in corso, un notevole successo di pubblico. Il segreto di tale risultato: la bontà dei prodotti offerti agli astanti e la compatezza della sua comunità. Soggetto organizzatore della manifestazione, come per le precedenti edizioni, la parrocchia San Nicola, retta da don Nicola Berardi. Il passato sei agosto, la piccola frazione di Daffinacello é stata al centro di un evento divertente e coinvolgente, sia per la popolazione daffinacellese che per i tanti vacanzieri presenti. Protagonisti della sagra Massaie Stand dolci Le cuoche che cucinano VENIA DIGNUS EST HUMANUS ERROR (Ogni errore umano merita perdono) Nel precedente numero di Cronache Aramonesi sono stati pubblicati alcuni dati incompleti e inesatti. Più precisamente: la percentuale ottenuta dal Pd su scala nazionale alle passate elezioni europee è stata pari al 26,13% (e non al 21%); i voti riportati nel Comune di Zambrone da Sinistra e libertà sono stati 21, quelli di Idv 58. Il candidato di Daffinacello, Domenico Gerardo Grillo ha ottenuto 45 preferenze ed è stato eletto consigliere comunale. Per un mero disguido è stata pubblicata una foto dell’ “Infiorata di Potenzoni” recante la didascalia “La simbologia religiosa” nell’articolo intitolato “Poliantea 2009” e dedicato all’iniziativa religiosa sangiovannese; mentre, non è stata inserita la foto che riproduceva l’immagine de “L’infiorata di San Giovanni” realizzata alla via Fermi, nei pressi dell’abitazione dei fratelli Tripodi. La redazione porge agli interessati e ai lettori le sue formali scuse. L’occasione è propizia per prendere a prestito l’aforisma di Alberto Saviano usato dal quotidiano Calabria Ora in simili fattispecie: «Il refuso è un contributo involontario alla pluralità delle verità e un correttivo alla monotonia dei significati». La redazione 8 PARROCCHIE E SERVIZI SETTEMBRE 2009 CRONACHE ARAMONESI Parrocchiale DAFFINA’E LE ANTICHE TRADIZIONI RELIGIOSE L’edificio più antico che insiste nel Comune di Zambrone è la Chiesa di San Nicodemo della piccola frazione di Daffinà. Dai registri parrocchiali risulta che essa fosse funzionante già nel 1711 e probabilmente la sua origine si deve collocare intorno al 1600. Più volte danneggiata dai vari terremoti dei secoli passati, ha subito, nel corso del tempo, diversi restauri, l’ultimo dei quali alla fine degli anni Ottanta. Anche le statue e gli affreschi presenti al suo interno, nel tempo, sono stati oggetto di alcuni interventi. Il momento della restaurazione della statua raffigurante la Madonna del Carmelo era atteso da molto tempo. Il completamento della restaurazione di tale simulacro, realizzato con materiale ligneo del diciassettesimo secolo, è stato definito pochi giorni fa. Il merito è di don Nicola Berardi attuale guida spirituale dei daffinesi che si è prodigato per il raggiungimento dell’atteso risultato. Nella paziente operazione di recupero sono state impegnate competenti e specializzate maestranze. E così, il 26 luglio, non appena la statua restaurata ha varcato l’uscio della chiesa, è stata accolta dalla comunità con uno scrosciante e interminabile applauso. Una generalizzata commozione ha segnato la processione per le vie del paese. I fedeli, quindi, hanno partecipato con rinnovato senso religioso alla processione votiva della Madonna del Carmelo che, secondo un’antica consuetudine, nella frazione di Daffinà si venera l’ultima domenica di luglio. La processione è stata accompagnata dal complesso bandistico “Giuseppe Verdi” di Zungri. Sacerdoti officianti: don Nicola Berardi e don Sergio Meligrana. L’operazione di recupero dell’antica statua è stata realizzata in regime di autofinanziamento dei fedeli del posto. I componenti del comitato organizzatore dei solenni festeggiamenti in onore della Madonna del Carmelo sono stati: Nicodemo Casuscelli, Domenico Grillo, Grazia Grillo e Annunziata Mazzitelli. La statua della Madonna del Carmelo custodita nella chiesa di Daffinà Servizi «NO ALLA CHIUSURA DELLA POSTA» Lo scorso ventotto agosto presso il Centro sociale di San Giovanni, si è svolta un’assemblea pubblica per discutere in merito alle iniziative finalizzate alla riapertura dell’ufficio postale. Presenti alla manifestazione, i cittadini della frazione di Zambrone, i locali amministratori e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali provinciali. I fatti in argomento ebbero inizio nel 2006 allorquando l’attività postale venne limitata ad appena quattro aperture mensili. Dopo tale decisione, la cittadinanza sangiovannese procedette ad una raccolta di firme per chiedere che lo sportello fosse aperto almeno due volte alla settimana. Ma l’ente destinatario della proposta non diede seguito alla richiesta. L’epilogo, nello scorso mese di luglio. I rappresentanti istituzionali locali, in via informale, infatti, ricevono notizia dell’imminente chiusura dell’ufficio a causa dell’intimato sfratto da parte dei proprietari del locale. L’esecutivo comunale intraprende varie iniziative presso le preposte autorità e sottopone, all’attenzione della dirigenza postale, alcune soluzioni utili a risolvere, concretamente, il problema dell’alloggio ospitante l’ufficio. Ciononostante, Poste italiane Spa con apposita comunicazione, a fine luglio informa ufficialmente il Comune di Zambrone che, a decorrere dal 31 luglio, l’ufficio é «momentaneamente» chiuso. Unanime, l’auspicio di una positiva definizione della vicenda. 9 SETTEMBRE 2009 AZIENDE CRONACHE ARAMONESI IL PICCOLO SOGNO DEI COLACE Agricoltura sostenibile e ciclo delle acque. Imperativi di “Pirapora” a Zambrone * Francesco e Giovanni Colace, titolari dell’azienda “Pirapora” sono “contadini” un po’ speciali, dal momento che entrambi si sono laureati con il massimo dei voti. I fratelli Colace hanno sperimentato su di loro i segni positivi della globalizzazione. Lauren e Rose sono le rispettive mogli, entrambe giunte da lontano; dall’Inghilterra la prima, dal Brasile la seconda e che offrono quotidianamente il loro contributo alla crescita dell’attività. L’azienda produce il 90% di tutto quello che si mangia e si beve, un’impresa per molti versi straordinaria considerato che essa è estesa per soli otto ettari. Nella tenuta ci sono alberi da frutta di ogni specie. Il “sogno” dei Colace è di riuscire a dare continuità a questo tipo di rapporto con la terra, l’acqua e le piante. Per farlo, usano il metodo dell’agricoltura biologica e la permacoltura, cioè qualità e ampia diversificazione dei prodotti coltivati (l’opposto della monocoltura). Massima attenzione anche al ciclo delle acque. Insomma, l’ “agricoltura sostenibile” è un imperativo al quale l’azienda non intende sottrarsi. L’idea di fondo dei titolari è molto semplice. La terra è un dono ricevuto in eredità che va “usato” razionalmente, aumentando la sua fertilità. Premessa necessaria per consentire la sua trasmissione alle future generazioni. Si producono in loco: vino, olio, mandorle, noci, nocciole e tanta frutta di stagione, grano, patate, cipolla rossa di Tropea, fagioli, arachidi, insomma quasi tutto ciò che è coltivabile nelle diverse stagioni in clima Mediterraneo. La fattoria annovera la presenza di galline, capre, maiali e conigli. Unità abitativa e vecchi attrezzi all’azienda agrituristica “Pirapora” “Pirapora” può ospitare fino a 10 famiglie, in tre strutture in muratura, tetti in legno di castagno, intonaci a calce, pavimenti in cotto, finestre e mobili in legno di pino, tutto trattato con vernici biologiche. Le camere sono molto ampie e accoglienti, tutte dotate di bagno e verande con amache e sdraio. Quattro delle dieci stanze e tutti gli spazi comuni sono stati realizzati e attrezzati per disabili. In azienda c’è anche un confortevole salone, dove è possibile organizzare corsi e incontri tematici per gruppi o scolaresche. Durante il periodo estivo agli ospiti è offerto il servizio di mezza pensione che include: camera con biancheria e pulizia quotidiana, colazione e cena. Il resto dell’anno la struttura è utilizzata per ricevimenti o come Bed and Breakfast; ma si affittano anche appartamenti con angolo cottura. In quest’ultimo periodo, ai clienti è data la possibilità di usare i prodotti, la frutta e gli ortaggi dall’azienda. “Pirapora” è a trecento metri sul livello del mare, immersa in un polmone verde che protegge i vacanzieri dalla calura estiva. CONTADINI DELTERZO MILLENNIO* C’è una Zambrone che porta dentro di sé l’humus di un’anima antica e nobile e che affonda le sue radici nella cultura contadina. Essa resiste a un modernismo privo di sentimenti, vive il presente con saggezza e si proietta nel futuro con tempra vigorosa. La storia di “Pirapora” è anche un condensato di tutto ciò. La sua vicenda inizia nel momento in cui Carluccia Mastrilli e Michelangelo Colace, oggi i nonni dell’azienda, donano ai loro figli, Francesco e Giovanni, gli otto ettari di terreno di cui sono proprietari. Lo scopo della donazione è chiaro: consentire ai figli, dopo l’esperienza universitaria, di ritornare in Calabria e concretizzare il sogno di essere i contadini del terzo millennio. Una scommessa vinta. L’azienda, immersa nella quiete della campagna zambronese, dista dal lido comunale un paio di chilometri. Agli ospiti, essa offre un panorama mozzafiato: un mare verde e azzurro che proietta con efficacia tutta la sua irresistibile vis attrattiva. c.l.a. * Servizio pubblicato su Calabria Ora l’1 agosto 2009, p. 27 Corrado L’Andolina 10 SETTEMBRE 2009 NOVITA’ EDITORIALI MARCO AMBROSI IN VIAGGIO PER LA CALABRIA Marco Ambrosi, nato a Vibo Valentia nel 1979, ha trascorso l’intera infanzia a Zambrone, tra calcio, musica e mare. Nel 1998 si trasferisce a Bologna per motivi di studio. Nel 2000 fonda la band “Rosaluna”. Nel 2002 nasce il gruppo etnico “Sazizz’ trio” progetto estemporaneo col quale viene pubblicato un EP dal titolo: “The Sazizz’ Trio”. Dal 2003 al 2005 è stato direttore artistico del prestigioso e storico locale bolognese “Villa Serena”. Nel 2006 prende vita il I progetto “Ramsazizz” con cui viene realizzato l’album dal titolo: “Derniere sortie”. Dall’inizio 2007 collabora con i “Macno” con i quali esce ad ottobre 2008 l’album “Tutto come prima”. Nei primi mesi del 2009 partecipa alla nascita della band “Nuju”. A luglio 2009 esce il libro: “Ad esempio a me piace… - un viaggio in Calabria”, libro-cd stampato e distribuito da Rubbettino editore, il cui ricavato verrà donato all’associazione Libera Terra, in particolare ai ragazzi della Valle del Marro. Attualmente, insegna Italiano e Storia nelle scuole superiori. Nota del curatore * di Marco Ambrosi Ormai è più di quindici anni che giro per la Calabria. All’inizio l’ho fatto soprattutto per giocare a calcio, in seguito per suonare, sempre ho intrapreso viaggi per piacere. Per non parlare dei numerosi viaggi immaginari nei libri che parlano della Calabria, le canzoni dei calabresi e quelle calabresi, gli incontri con emigranti come me, che in ogni parola fanno scoprire un luogo amato e da amare. Grandi scrittori e artisti hanno raccontato la Calabria. Penso a Corrado Alvaro, e ad Alexandre Dumas, Cesare Pavese, Guido Piovene, Corrado Stajano, che calabresi non erano, ma anche a un cantante come Rino Gaetano, a cui ho rubato il titolo di un brano per il nostro lavoro, Ad esempio a me piace…, che racconta un viaggio La copertina del libro di Marco Ambrosi ogni volta che lo ascoltiamo. Viaggi in Calabria, immaginari e reali, a cui mi è parso interessante e appassionante dare una rappresentazione attuale, grazie ad artisti nati, adottati e discendenti dalla regione più meridionale della Penisola, che ne rappresentano una delle parti migliori. Ho sempre pensato che un grande difetto dei calabresi fosse quello di essere disuniti. Soprattutto nel loro territorio d’origine, dove ognuno resta in fine dei conti confinato al proprio “orticello”, senza riuscire a cooperare. A volte, l’unica grande “cooperativa” calabrese, capace di unire e di esportare in tutto il mondo, sembra la ’ndrangheta. Ma anche contro questa “piaga”, i calabresi risultano disuniti, sparsi in gruppi che cercano di prevaricarsi reciprocamente, addirittura – per fortuna raramente – nel fronte dell’anti-mafia. Ho considerato, dunque, giusto unire gli artisti calabresi, perché l’artista deve avere il compito di segnare una via di cooperazione. In fin dei conti è solo un modo per far vedere che in Calabria si può essere uniti e si può esportare cultura. E poi è giusto ricordare e ricordarci che non esiste solo la ’ndrangheta e che anche questo, d’altronde, è un modo per combatterla. Così è nato questo progetto e così abbiamo raccontato il nostro viaggio in Calabria. Un viaggio attraverso il paesaggio impervio dell’Aspromonte e della Sila, le montagne calabresi da cui si vede il mare. E il mare da cui si vede la neve, ma anche Stromboli e Vulcano, l’alba e il tramonto. Lo CRONACHE ARAMONESI Stretto solcato dai traghetti verso Messina, che sembra un tutt’uno con la Calabria, reso magico dalle mitologia di Scilla e Cariddi e della fata Morgana. I paesi addormentati e abbandonati, sull’orlo della terra franosa, dell’incuria, della difficoltà del vivere, della fatica di essere se stessi fuori dalla propria terra. Le colline con le fortificazioni militari invase dai fiori di campo, i ficarazzi e le viti. Un viaggio incontrando i pastori che osservano le barche e i pescatori che sentono l’ululare dei lupi. I contadini con le mani indurite dai calli, che si riposano all’ombra degli ulivi e le donne che fanno chilometri con un cesto in testa pieno di verdura. Ma anche i manager e gli emigranti più umili stipati su treni sempre troppo stretti. I giovani che si eccitano per i fatti di sangue, per tutto ciò che puzza di violenza e potere, e quelli costretti ad andare via da terre dove ti insegnano a parlare poco e a farti i fatti tuoi. Ma anche di chi non se ne vuole andare. Tutto questo in un viaggio lungo un’ora o una vita, segnato dall’amore e dalla rabbia per una terra che ci accoglie e ci respinge ogni volta che la calpestiamo. Ringrazio innanzitutto Luigi Ambrosi, mio fratello, che ha collaborato in ogni momento con consigli e mansioni pratiche, come l’editing dell’intero volume. Ringrazio Gianluca Veltri e Bruno Giurato che hanno da subito condiviso e sostenuto la mia idea, dandomi ottimi suggerimenti. Ringrazio Lorenzo Ori che ha messo a disposizione il “Loz studio” e se stesso a Bologna per il mastering del cd. Ringrazio Monia Grimaldi che ha lavorato alla copertina del volume. Ringrazio tutti gli artisti coinvolti perché hanno partecipato con grande entusiasmo dimostrandomi che noi calabresi siamo sempre meglio di come ci descrivono. Ringrazio, infine, Florindo Rubbettino per aver da subito appoggiato la mia idea e reso possibile la sua concretizzazione. • Tratta dal libro Ad esempio, a me piace… - un viaggio in Calabria 11 PENSIERI SETTEMBRE 2009 CRONACHE ARAMONESI Poesie IL SORRISO Un sorriso/ un sorriso è un gesto semplice/ un sorriso ha tanti significati nascosti/ sorridere al prossimo per incoraggiare/ sorridere per rincuorare/ sorridere vuol dire partecipare a qualcosa./ Il sorriso che non costa nulla/ ragala un dolce ricordo/ allevia le amarezze di una giornata/ come le medicine alleviano i dolori/ e poi/ quando si sbracciano le labbra/ si è più luminosi, più belli/ tanti sono i motivi per regalare/ un semplice sorriso//. IL TEMPO PASSA Il tempo passa/ le generazioni si susseguono/ nel tempo che passa./ I valori antichi si/ perdono nel/ tempo che passa/ ma la parola/ rispetto per il prossimo/ non dovrebbe essere alienata/ dal tempo che passa./ I valori sani, i principi morali/ l’educazione/ sono da trasmettere alle generazioni future/ per non sentire dagli anziani: «Questi giovani non hanno più rispetto per niente». Romana Grillo TANTI AUGURI Di un felice matrimonio a Caterina Bevilacqua e Carlo Basilio Russo Ilenia Russo e Daniele Deluca Giuseppina Maria Lucia Varriale e Luigi Ambrosi Un caloroso benvenuto ai neonati Margherita Chilà Chiara Dibello Andrea Nicodemo Iannello Francesco Mazzitelli CRONACHE ARAMONESI Periodico indipendente d'informazione, politica e cultura Editore Centro studi umanistici e scientifici Aramoni La Marinella di Zambrone IL FASCINO DELLA MARINELLA «Io torno al mare avvolto dal cielo, il silenzio tra una e l’altra onda introduce un silenzio pericoloso: muore la vita, si acquieta il sangue fino a che il nuovo movimento si infrange e risuona la voce dell’infinito». Pablo Neruda Per i miei amici lucani, la Marinella è stata una vera scoperta. Per me una vera riscoperta: è trascorso molto tempo dall’ultima volta! Sembra un luogo fuori dal tempo che si rivela a poco a poco prima di affacciarsi su questa terrazza sul mare. È un angolo di paradiso che cerca di difendersi con tutte le forze dalla massiccia presenza umana. Il sole bacia questo tratto di costa che rimane inaccessibile anche alla vista. Lungo il faticoso sentiero il penetrante odore del mirto preannuncia qualcosa di magico: la trasparenza dell’acqua e il suo inconfondibile sapore di sale! Il mare dal blu infinito nutre lo spirito e ci fa dimenticare le «città tristi» (Pablo Neruda). La costa alta, punteggiata dal verde dagli ombrelli del finocchietto selvatico e dai cespugli dell’erica e dell’euforbia, sovrasta la lingua di spiaggia bianchissima. Ai suoi piedi le onde si infrangono sugli scogli, simili a leoni marini arenati qui da milioni di anni, cantando i versi di un poema senza fine. I tramonti non sono mai uguali: il sole a volte si tuffa a capofitto nelle acque, a volte fa capolino dietro una nuvola o tinge il cielo di una sfumatura rosa-arancione dolce e vivace allo stesso tempo. Con il sopraggiungere della sera la brezza lascia il posto ad una luna piena, luminosa che si riflette su questo specchio d’acqua e sul sentiero solitario che porta all’ultimo treno. Marina Grillo Registrazione presso il Tribunale di Vibo Valentia al numero 2 del 18 luglio 2005 Direttore responsabile G. Raffaele Lopreiato Progetto grafico di Stefano Simoncini Studio fotografico Franco Alleva Hanno collaborato in redazione Paolo Caia, Corrado Antonio L’Andolina, Salvatore L’Andolina, Eleonora Lorenzo Redazione Viale A. Gramsci n. 3 89867 San Giovanni di Zambrone (VV) Tel. e fax 0963-392483 [email protected] Responsabile trattamento dei dati (D.Lgs. 196/2003) Corrado Antonio L’Andolina Stampa Tipolitografia Grafica Cosentina di Caputo & C. Snc Via Bottego, 7; tel. 0984-21383 Cosenza (Cs) Chiuso in redazione il 22 settembre 2009 CRONACHE ARAMONESI TARIFFE DI ABBONAMENTO Il giornale verrà pubblicato con cadenza periodica. 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