ISSN: 2035-9977
ANNO V – N. 4 – SETTEMBRE 2009
COPIA OMAGGIO
PERIODICO DI INFORMAZIONE, POLITICA E CULTURA A CURA DEL CENTRO STUDI UMANISTICI E SCIENTIFICI ARAMONI
A COLPI DI TAMBURELLO
E SE DOMANI…
La distinzione del bene e
del
male
che
si
stempera, quasi sempre,
nella
cultura
del
piagnisteo dei diritti e
dei doveri. Il teatrino
delle
polemiche
scaricate. Il grigiore di
giornate identiche che
consumano le esistenze
di intere generazioni.
L’opaca prospettiva di
un futuro che tarda ad
arrivare. La malinconia
dei tempi che furono,
allorquando
parole
come «compagno» o
«amico» avevano un
senso
compiuto
e
definito. Moderate dosi
di
compassione
e
abbondanti porzioni di
malignità.
Insomma,
all’apparenza
nulla
fermerà il declino lento
e inarrestabile. E se
invece ci fosse un’inver-sione di tendenza?
Nuove
dinamiche
politiche,
processi
A
culturali avanzati, opere
pubbliche proiettate a
pieno titolo nel terzo
millennio! I miracoli
d’ispirazione religiosa
sono rari, un po’ più
frequenti
quelli
di
matrice laica. Entrambi,
però, possibili…
WWW.ARAMONI.IT
Il nostro è un unico mondo, migliorarlo in parte significa migliorarlo nel suo complesso
Menachem Mendel Schneerson
Successo di presenze per la sesta edizione della kermesse musicale
ZAMBRONE INVASA DAI TARANTOLATI
Giganti, Tammurria, Nagrù e Cameiuzza entusiasmano il pubblico
TAMBURELLI SULLA
SPIAGGIA
TAMBURELLO FESTIVAL SU FACEBOOK
Il fascino prorompente della
Marinella
Satira
Zambrone dentro una nuvola
Zambrone, 18 agosto 2009
Daffinacello, quarta sagra
dei prodotti tipici
NAVIGAZIONE SU INTERNET. GLI ARAMONESI NEL WEB
LA NUOVA VERSIONE DEL SITO WWW.ARAMONI.IT
Parrocchiale
Daffinà, restaurata
la statua della
Madonna del
Carmelo
L’azienda
“Pirapora”, il
piccolo sogno
dei Colace
Novità editoriale
“Ad esempio a me
piace…” il viaggio
di Marco Ambrosi
BILANCIO POSITIVO PER IL LABORATORIO DI DANZE CALABRESI
1
L’EVENTO
SETTEMBRE 2009
CRONACHE ARAMONESI
La sesta edizione del Tamburello festival “Tarantella rurale nel villaggio… globale”, segna la definitiva consacrazione
della kermesse etnica. Lo spettacolo travolgente e calamitante della band “Tammurria”, le sonorità calabresi dei “Nagrù”,
le pietanze della sagra aramonese, i dolci della tradizione, la Galleria d’arti e… mille sapori! L’esposizione delle pipite di
Pasquale Lorenzo, le quattro coppie dei Giganti e lo spettacolo pirotecnico storico-rievocativo della Cameiuzza hanno
offerto una serata indimenticabile. A tutti quanti hanno contribuito al buon risultato dell’iniziativa, un doveroso
ringraziamento da parte del Centro studi umanistici e scientifici Aramoni. Di seguito, alcune delle foto più suggestive
dell’evento.
Nagrù in concerto
Tammurria in concerto
Pasquale Lorenzo e i musicisti tradizionali
Stand panini, bibite e zeppole
E IL “TAMBURELLO FESTIVAL” ORA E’ ANCHE SU FACEBOOK
Il Tamburello festival approda su Facebook, il network nato dalla mente di Mark Zuckerberg e con
accesso libero, diffuso soprattutto, ma non solo, negli ambienti universitari. Strumento utile e gratuito
di diffusione delle idee, su Facebook proliferano gruppi sui più diversi argomenti e tra questi, da
qualche tempo, quello dedicato alla kermesse etno-musicale giunta alla sua sesta edizione. Dopo la
presenza alla scorsa Borsa internazionale del turismo di Milano, con la registrazione su Facebook,
l’associazione Aramoni si dimostra capace e attenta a sfruttare i moderni sistemi di comunicazione. Il
gruppo consente agli utenti di condividere idee o dibattere, vedere con i propri amici le immagini delle
passate edizioni. Fra gli iscritti, molti giovani e giovanissimi, del territorio zambronese o appassionati di
cultura e tradizioni coreutico-musicali calabresi. L’efficacia con cui Facebook si diffonde e con cui le
notizie si propagano in rete, darà maggiore risalto al festival, contagiando soprattutto i più giovani con
la passione per le radici culturali della Calabria di oggi. Non a caso nel giro di poche settimane, il
gruppo ha registrato più di duecento adesioni.
e.l.
2
L’EVENTO
SETTEMBRE 2009
ZAMBRONE INVASA DAI
TARANTOLATI *
Cala il sipario anche sulla sesta
edizione del Tamburello festival,
manifestazione di punta fra quelle
organizzate dal Centro studi
“Aramoni”, l’associazione senza
fini di lucro che da anni si occupa
dello studio e della diffusione
dell’arte, della cultura e della storia
della Calabria. Quest’anno il
festival si è articolato in diversi
momenti di incontro con la
tradizione, in particolare coreuticomusicale ma anche gastronomica,
artistica
ed
artigianale
del
Meridione. Con il Laboratorio di
danze
tradizionali
calabresi,
affidato al trio di musica popolare
Nagrù, conclusosi il 2 agosto, con
il concerto itinerante sulla spiaggia
di Zambrone del 16 agosto, del duo
“I suonatori dell’Istmo d’Italia”, si
è avviato un percorso di riscoperta
della cultura calabrese, di recupero
della danza e della musica popolari
come strumento di comunicazione,
di riappropriazione del corpo, di
aggregazione e socializzazione, che
si è concluso il 18 agosto. Il paese
fin dal tardo pomeriggio si è
animato e si è riversato per le vie
principali, dove si snodava la
“Galleria d’arti…e mille sapori”
con le esposizioni di artisti e
artigiani calabresi, fra cui il pittore
Giuseppe Vitetta, e le degustazioni
di piatti e prodotti tipici. Fra un
piatto di “fileja” e un bicchiere di
vino “aramonese” o di zibibbo,
grande curiosità e fascino ha
destato il Laboratorio degli
strumenti musicali tradizionali
calabresi, con le esposizioni di
Pasquale Lorenzo e Giuseppe di
Cello.
Zampogne,
pipite,
tamburelli e lire sono stati oggetto
di curiosità e ammirazione e i due
artigiani si sono anche esibiti con i
propri strumenti. In piazza e per le
vie, hanno danzato i “Giganti”,
Mata e Grifone, i «fantocci dal
cuore umano» impegnati in
frenetici balli amorosi, narrando di
tempi remoti e re stranieri. E fra i
maestosi giganti, due coppie di
“giganteji”, fra cui quella di
Davide Pietropaolo di Zungri,
quattro anni e mezzo, che dal
padre ha ereditato la passione
per questa forma d’arte e che si
è esibito con i fantocci di sua
creazione. Pezzo forte della
serata, le esibizioni dei gruppi di
musica
tradizionale
del
Meridione.
I
“Tammurria”
hanno aperto le danze con le
tarantelle del Salento e delle
“Tarantate”, le giovani donne
che, morse dalla “Taranta”,
erano al centro di quei riti di
guarigione e
reinserimento
domiciliari coreutici, ritmici,
musicali e cromatici, che
l’antropologo
De
Martino
filmava negli anni Cinquanta.
Ritmi coinvolgenti e danze
sfrenate
hanno
scaldato
l’atmosfera,
rievocando,
nell’estasi generale, i simboli di
un mondo misterioso, nel quale
la danza è vita, è libertà. Un
concerto esaltante sia per la
qualità musicale che per il suo
elevato
tasso
di
spettacolarizzazione Con il trio
Nagrù, ci si è definitivamente
abbandonati alla danza sfrenata
delle “viddhaneddhe reggine” e
delle “Pastorali del Pollino”.
Dopo i brillanti ritmi del
Salento, si è quindi tornati in
Calabria, ai versi di poeti
nostrani, a canti d’infanzia e
d’amore, con «donne tanto belle
da far muovere gli astri» e inni
alla «terra d’amuri, terra
d’Aramoni». Nel frattempo, il
teatro
di
Saverio
Strati,
declamato da Lindo Nudo,
accompagnato
da
Biagio
Accardi. In conclusione, finale
col botto, con la danza storicorappresentativa
della
“cameiuzza ‘i focu”, il colorato
asinello di cartapesta imbottito
di fuochi d’artificio, che
danzava infuocandosi al ritmo
del tamburo. Una serata
speciale, calda ed entusiasmante
e,
a
giudizio
unanime,
«indimenticabile».
CRONACHE ARAMONESI
GRANDE SUCCESSO PER
L’EDIZIONE 2009 DEL
“TAMBURELLO FESTIVAL” *
Il sole aveva appena iniziato la sua discesa
in bocca allo Stromboli, dopo le brevi
soste tra i gli ulivi e i vigneti, e già le vie
di Zambrone erano percorse da ben
quattro coppie di giganti a recitare l’eterno
corteggiamento tra un regale lui e una
incoronata e apparentemente restia lei.
Danza antica, al ritmo di tamburi,
grancasse e piatti, a rievocare segmenti di
storia del Sud, persa, dispersa e ritrovata,
ma spirito moderno e battagliero. Si può
sintetizzare in questo concetto il senso
della VI edizione del “Tamburello
Festival” di Zambrone, svoltasi il 18
agosto nella splendida cornice del Parco 8
marzo. La manifestazione, che ormai
rappresenta, per i temi musicali, la risposta
della costa tirrenica alla consorella ionica
di Caulonia, ha visto la partecipazione di
un pubblico vasto ed entusiasta,
soprattutto di giovani. Il “Tamburello” è
una vera e propria rassegna culturale, che
si avvale prevalentemente della musica
etnica, ma propone spunti di riflessione
assai interessanti sul presente e sul passato
della Calabria, i suoi miti e i suoi limiti, i
suoi sogni e le sue debolezze. L’attore
Lindo Nudo ha letto alcuni brani stupendi
di Saverio Strati sullo scontro tra sogno e
realtà nell’anima dei Calabresi. I
“Tammurria”, brillante gruppo musicale
del Salento ha aperto il confronto-scontro
(in termini musicali ovviamente) con la
musica della tradizione calabrese,
rappresentata qui dai Nagrù. E’ stato un
inseguirsi di ritmi e canti, di lavoro,
d’amore, di protesta, di devozione, di
pietà, di rimpianto, magistralmente
eseguiti, quasi tutti sul ritmo della pizzica
e della tarantella con richieste di bis e
danze sullo stesso ritmo. Il clou è stato il
ballo della “Cameiuzza”, un simulacro di
cammello sul quale posano diverse varietà
di botti , petardi e piccoli fuochi d’artificio
che esplodono durante il ballo,
ovviamente al ritmo di tarantella, eseguito
da un esperto, coraggioso volontario.
Eduardo Meligrana
•
Pubblicato su Il Quotidiano il 21
agosto 2009, p. 24
Eleonora Lorenzo
•
Pubblicato su Calabria Ora
il 22 agosto 2009, p. 41
3
SETTEMBRE 2009
2
L’INIZIATIVA
CRONACHE ARAMONESI
ESPERIENZA POSITIVA PER IL
LABORATORIO DI
DANZE ETNICHE CALABRESI
Le tre giornate del Laboratorio di
danze
tradizionali
calabresi,
iniziate il 31 luglio, si sono
concluse il 2 agosto ed hanno
registrato un buon successo di
pubblico. Il Laboratorio aveva lo
scopo di introdurre al mondo della
tarantella nelle sue forme principali
e delle relazioni che, attraverso la
danza, si esprimono. Il seminario è
stato organizzato dall’associazione
Aramoni in collaborazione con il
trio Nagrù (Nessuna Alterazione
Genetica
Riscontrata
Unicamentepopolare) e si è svolto
presso il Centro sociale di
Zambrone. Il trio di musica
popolare calabrese, composto da
Nando Brusco, Oreste Forestieri e
Biagio Accardi, è nato nel 2007 ed
ha già partecipato ad eventi di
grande prestigio. In questi anni, il
trio si è distinto per la passione e
l’energia con cui si impegna non
solo a diffondere, ma soprattutto a
riscoprire, studiare, approfondire la
conoscenza della danza e della
musica
tradizionale.
Nando
Brusco, ballerino, musicista e
studioso delle danze popolari
calabresi, nelle prime due giornate
del Laboratorio ha condotto i
partecipanti verso i passi base e le
figure più semplici, insistendo
sulla necessità di capire e vivere,
più che imparare meccanicamente,
la danza. Il ballo al quale sono stati
introdotti è una danza viva,
espressione della corporeità, delle
dinamiche sociali, sempre soggetta
a cambiamento, a rinegoziazione, a
discussione. Ecco perché, come
dice Brusco, non si può parlare di
“tarantella”, ma è necessario
parlare di “tarantelle” diverse fra
loro per stili e ritmi e raggruppate
in due macroaree d’influenza e in
due
forme
principali,
la
Viddhaneddha e la Pastorale,
rispettivamente del sud e del nord,
della zona del Pollino. A queste
due forme vanno poi aggiunte le
varianti territoriali, temporali, le
innovazioni che ciascun gruppo
Un momento del Laboratorio di tarantelle
apporta a queste forme coreutiche.
Le prime movenze, quindi, sono
state dedicate al concetto di danza
tradizionale, ai passi-base e alle
figure più complesse, ma soprattutto
a esercizi di riappropriazione del
corpo, di sua armonizzazione al
ritmo, alla musica. Il corpo cessa di
essere un ostacolo e diviene
strumento e mezzo preferenziale di
comunicazione non-verbale, di
espressione di sé e del rapporto con
gli altri. Sono state introdotte le
dinamiche sociali che sottendono
alle danze, con le figure del Mastru
d’abballu che orchestra la danza e
armonizza i movimenti dei ballerini,
e gli atteggiamenti degli uomini e
delle donne, il loro modo di
rapportarsi allo spazio sacro della
danza. Così i partecipanti, tra l’altro
di ogni fascia d’età e provenienti da
diverse parti d’Italia, si sono
confrontati
fra
loro,
senza
inibizioni, al suono del tamburello
di Brusco, che li incitava a lasciarsi
andare, a liberarsi della paura e
dell’imbarazzo,
a
godere
dell’energia comunicativa dei passi
di danza, delle figure, poiché la
danza «è vita, gioia e libertà».
L’ultima lezione ha visto il trio
riunito esibirsi per i partecipanti,
cantando e suonando diversi
strumenti tradizionali, fra i quali il
tamburello, la zampogna, la pipita e
la chitarra. Nel cortiletto del Centro
sociale di Zambrone, ha suonato e
cantato diverse Viddhaneddhe e
Pastorali, mentre tutt’intorno si
danzava e si alternavano l’energia e
la vitalità delle prime con i passi
lenti e ipnotici delle seconde. Dopo
il
breve
percorso
di
“addomesticamento” del corpo e
apprendimento della danza, i più
timidi sono divenuti audaci e hanno
trascinato tutti con il loro
entusiasmo. Tutti hanno ballato con
tutti, adulti e bambini, facendo del
ballo
un’occasione
unica
di
socializzazione e divertimento,
soprattutto grazie agli insegnamenti
del trio, che nell’esecuzione dei
canti tradizionali, ha mostrato
entusiasmo e passione trascinanti.
L’esperienza del Laboratorio è stata
apprezzata non solo per il suo
indubbio valore educativo, ma
anche
perché
ha
fornito
un’occasione
di
incontro
e
interscambio culturale e di ritorno
alla
comunicazione
pura
e
immediata dei corpi che danzano. In
questa cultura dei corpi-immagine,
della necessità di adeguarsi a
modelli imposti da altri, la danza ha
permesso di riscoprire nuovi canali
di incontro in un rituale nel quale, al
suono dei tamburelli e delle
zampogne, l’ordine sociale allenta la
morsa e più intensamente gli uomini
comunicano,
si
comprendono,
accorciano per un momento le
distanze al grido di «Simu tutti
calabrisi!».
Eleonora Lorenzo
4
SETTEMBRE 2009
MUSICA
CRONACHE ARAMONESI
TAMBURELLI SULLA SPIAGGIA
Lo scorso 16 agosto per il lido di
Zambrone si è svolto, per il secondo
anno di seguito, il concerto
itinerante tenuto da musicisti
tradizionali. I turisti, sorpresi,
divertiti,
incuriositi
hanno
apprezzato l’evento. Sono stati in
molti ad avvicinarsi agli artisti per
chiedere spiegazioni sugli strumenti
suonati,
in
particolare
sulla
“zampogna a chiave”. Molti anche
gli scatti che hanno immortalato
momenti
segnati
dalla
spensieratezza
e
dall’allegria.
L’intrattenimento,
organizzato
dall’associazione
Aramoni,
in
collaborazione con il circolo
Primavera di Zungri, è stato offerto
dal Duo Istmo d’Italia. Il duo pipita
e zampogna è un’espressione
classica della tradizione musicale
calabrese. In taluni casi, la
formazione ha origine in occasione
delle
festività
natalizie
per
l’esecuzione della pastorale; in altri,
il repertorio segue i filoni classici
della tarantella. Il duo de I suonatori
dell’Istmo d’Italia è composto da
musicisti giovani. Il primo è Andrea
Bressi, ventidue anni, cantante,
studioso e suonatore di pipite,
organetti, chitarre battenti, tamburi a
cornice. Le sue capacità musicali
sono unanimemente apprezzate per
originalità e intensità d’esecuzione.
La sua cultura coreutica e musicale,
se rapportata alla giovanissima età,
è davvero imponente. Il secondo,
Daniele Mazza, ventuno anni è
costruttore e suonatore di pipite,
zampogne, lire, chitarre battenti e
tamburelli. Le sue doti artigianali
sono straordinarie e rasentano la
genialità.
Egli
è
abilissimo
costruttore di pipite che vengono
ricavate dal legno tipico dell’area
catanzarese: gelso, erica, ulivo,
palissandro, melo. Entrambi i
musicisti
svolgono
attività
concertistica su scala regionale sin
dall’età
di
quattordici
anni.
L’associazione Aramoni, quindi,
continua la ricerca di nuove
proposte musicali inquadrate in un
contesto di valorizzazione degli
artisti calabresi impegnati nel
rilancio della musica popolare.
“Suonatori dell’Istmo d’Italia” sul lido di Zambrone
CONTRO I LUOGHI COMUNI
In terra di Calabria, costruire eventi
positivi,
creare
momenti
di
aggregazione, intraprendere un
percorso finalizzato alla crescita
culturale, sembrano tutti obiettivi
proibitivi. Specie senza risorse
pubbliche e soprattutto se non si è
ancorati ad alcun carrozzone
politico.
Tutte
le
iniziative
organizzate dal Centro studi
umanistici e scientifici Aramoni,
smentiscono tale assunto. Qualcuno,
a Zambrone e non solo, parla di
“miracolo
laico”.
In
realtà,
nell’operato
della
associazione
Aramoni prevale la determinazione a
contrastare la rassegnazione, il
grigiore e la mediocrità. Non si
tratta
di
affermare,
gramscianamente,
«L’ottimismo
della volontà contro il pessimismo
della ragione». Il motto degli
“aramonesi”, semmai è: «Fai quello
che devi, accada quello che può». I
soci dell’associazione Aramoni,
numericamente, rappresentano una
parte modesta della popolazione
zambronese. Ciononostante sono
determinati ad andare avanti, in che
termini, però, è tutto da stabilire.
Essi sono però consapevoli che un
coinvolgimento di più ampi strati
della
popolazione
locale,
consentirebbe al Centro studi Aramo
-ni di perseguire altri importanti
traguardi. La retorica piagnona,
secondo la quale una specie di
complotto “storico” contro il
Mezzogiorno sarebbe all’origine
dell’incapacità di esprimere le
proprie
potenzialità,
andrebbe
accantonata
definitivamente.
Se
Zambrone, come molti altri centri del
Sud, muore giorno dopo giorno e se,
addirittura, anche nel mese di agosto,
la vita sociale è ridotta a una larva, le
cause non vanno ricercate in
misteriose forze che si annidano
chissà dove. L’indifferenza del
singolo non può essere celata dietro
quella, generica e indeterminata della
“ggente”. Il Tamburello festival,
dimostra che anche un piccolo centro
tirrenico calabrese può essere teatro
di eventi regionali e perché no, anche
nazionali. Se, per Zambrone, si vuole
evitare
un
imminente
coma
irreversibile e un più che probabile
successivo accanimento terapeutico,
c’è bisogno, oggi più che mai, di
condivise e dirompenti iniziative
culturali. L’appello, pertanto, è
rivolto alla comunità zambronese
perché, insieme all’associazione
Aramoni offra il suo contributo alla
costruzione di una prospettiva
d’avvenire.
Corrado L’Andolina
5
INTERNET E AMMINISTRAZIONE
SETTEMBRE 2009
CRONACHE ARAMONESI
Internet
WWW.ARAMONI.IT, ANCHE GLI
ARAMONESI FINISCONO IN RETE
Dal 17 luglio 2009 é in rete il nuovo
sito del Centro studi umanistici e
scientifici Aramoni, all’indirizzo
www.aramoni.it. L’associazione dal
2003 si adopera con impegno e
passione allo studio delle tradizioni
e della storia del territorio
zambronese. Da questo tenace e
costante sforzo di ricerca sono nati
il periodico Cronache Aramonesi e
opere di approfondimento sui più
diversi argomenti, dalle analisi
generali dell’identità e della cultura
del territorio zambronese, a testi
sugli aspetti più specifici di storia e
cultura. Con la pubblicazione del
sito ufficiale, il lettore potrà reperire
facilmente
informazioni
utili
sull’associazione e sul territorio;
leggere direttamente articoli, poesie,
racconti e scaricare gratuitamente
l’ultimo numero di Cronache
Aramonesi. La consultazione dei
suoi oltre due mila e cinquecento
files è semplice. Il sito si compone
di diverse sezioni, ciascuna dedicata
ad
un
argomento
specifico:
associazione, territorio, identità,
cronaca,
Cronache
aramonesi,
contesto,
editoriale,
storia,
pubblicazioni,
iniziative,
Tamburello festival, per essere
sempre aggiornati sui fatti del
presente e per conoscere quelli del
passato. Nella sezione “Ultime
novità” vengono racchiusi gli ultimi
dieci aggiornamenti, eseguiti anche
più volte a settimana. Interessanti
anche molte sotto sezioni. Alcune
sono dedicate alle realtà limitrofe a
Zambrone, come ad esempio, la
sotto sezione “Intorno a Zambrone”;
altre, ad aspetti essenziali della
comunità, come le feste patronali e i
vari eventi organizzati su scala
comunale. In particolare, la sezione
“Territorio” si sofferma sui centri
abitati di Zambrone e dedica ad
ognuno di essi un’apposita sotto
sezione. Nella home page sono
racchiusi i simboli della locale
comunità. Il fascino misterioso della
La home page del sito della comunità di Zambrone e dell’associazione Aramoni
Madonna di Romania venerata nella
frazione San Giovanni, rappresenta la
componente spirituale. Lo scorcio
della “Marinella” indica ai visitatori
uno degli angoli più suggestivi che
esistano al mondo. Il peperoncino è
un omaggio alla civiltà contadina.
Infine, due tamburelli, simbolo della
musica etnica regionale che, a
Zambrone, è esaltata dal Tamburello
festival, affermata kermesse di musica
popolare. Insomma, il sito della
comunità zambronese, nato cinque
anni fa, è stato oggetto di un restailing
paziente e articolato. Un mix perfetto
di perseveranza, meticolosità e
approfondimento culturale. Risulta
appropriato, quindi, ribadire quanto
affermato
nella
lettera
di
presentazione del sito, datata 11
dicembre
2004:
«Con questa
iniziativa l’associazione Aramoni si
pone
all'avanguardia
della
informazione multimediale creando
un servizio di eccezionale qualità per:
informare i cittadini e, soprattutto, i
giovani sulla storia, le tradizioni, il
costume, la gastronomia, l’evoluzione
economica, culturale e politica del
nostro territorio e della sua gente.
ambiente e della nostra storia civile.
Pubblicizzare
le
caratteristiche
ineguagliabili
del
paesaggio
ambientale e naturale. Sostenere la
partecipazione dei cittadini sugli
avvenimenti che riguardano la vita, le
attività e le vicende locali». La prima
edizione del sito ha registrato 87mila
contatti e oltre mille messaggi lasciati
nel suo Guestbook.
Amministrazione locale
LE DECISIONI DEL CONSIGLIO,
DISCO VERDE ALLA NOMINA
DEL DIFENSORE CIVICO
Si è riunito lo scorso 30 luglio il
consiglio comunale di Zambrone. Il
primo punto all’ordine del giorno
verteva sulla chiusura dell’ufficio
postale sito nella frazione San
Giovanni. L’assise, in merito ha
deliberato di espletare ogni attività
utile
all’immediato
ripristino
dell’ufficio. Il civico consesso ha poi
approvato il secondo punto all’odg:
Regolamento per le funzioni ed i
compiti del difensore civico. La sua
istituzione è prevista dall’articolo 84
dello Statuto comunale. L’articolo
uno dell’approvato
regolamento
delinea le peculiarità di tale figura:
«Il difensore civico è organo di
garanzia e di imparzialità del buon
andamento
della
pubblica
amministrazione, di promozione e di
tutela non giurisdizionale dei diritti,
degli interessi legittimi collettivi e
diffusi di soggetti singoli e associati».
L’articolo due del regolamento, poi,
precisa le funzioni e attesta che nel
loro esercizio, egli s’ispira ai principi
di: «speditezza e informalità e
collaborazioni con le amministrazioni
interessate». La sua nomina è affidata
al Consiglio ed avverrà sulla base
delle domande che perverranno
all’ente nei termini previsti dallo
stesso regolamento.
6
SETTEMBRE 2009
STRISCIA SATIRICA
CRONACHE ARAMONESI
7
MANIFESTAZIONE E REFUSI
SETTEMBRE 2009
CRONACHE ARAMONESI
DAFFINACELLO, SUCCESSO PER LA QUARTA SAGRA DEI PRODOTTI TIPICI
La sagra dei prodotti tipici di Daffinacello ha riscosso, anche per l'anno in corso, un notevole successo di pubblico. Il
segreto di tale risultato: la bontà dei prodotti offerti agli astanti e la compatezza della sua comunità. Soggetto organizzatore
della manifestazione, come per le precedenti edizioni, la parrocchia San Nicola, retta da don Nicola Berardi. Il passato sei
agosto, la piccola frazione di Daffinacello é stata al centro di un evento divertente e coinvolgente, sia per la popolazione
daffinacellese che per i tanti vacanzieri presenti.
Protagonisti della sagra
Massaie
Stand dolci
Le cuoche che cucinano
VENIA DIGNUS EST HUMANUS ERROR (Ogni errore umano merita perdono)
Nel precedente numero di Cronache Aramonesi sono stati pubblicati alcuni dati incompleti e inesatti. Più precisamente: la
percentuale ottenuta dal Pd su scala nazionale alle passate elezioni europee è stata pari al 26,13% (e non al 21%); i voti
riportati nel Comune di Zambrone da Sinistra e libertà sono stati 21, quelli di Idv 58. Il candidato di Daffinacello,
Domenico Gerardo Grillo ha ottenuto 45 preferenze ed è stato eletto consigliere comunale. Per un mero disguido è stata
pubblicata una foto dell’ “Infiorata di Potenzoni” recante la didascalia “La simbologia religiosa” nell’articolo intitolato
“Poliantea 2009” e dedicato all’iniziativa religiosa sangiovannese; mentre, non è stata inserita la foto che riproduceva
l’immagine de “L’infiorata di San Giovanni” realizzata alla via Fermi, nei pressi dell’abitazione dei fratelli Tripodi. La
redazione porge agli interessati e ai lettori le sue formali scuse. L’occasione è propizia per prendere a prestito l’aforisma
di Alberto Saviano usato dal quotidiano Calabria Ora in simili fattispecie: «Il refuso è un contributo involontario alla
pluralità delle verità e un correttivo alla monotonia dei significati».
La redazione
8
PARROCCHIE E SERVIZI
SETTEMBRE 2009
CRONACHE ARAMONESI
Parrocchiale
DAFFINA’E LE ANTICHE
TRADIZIONI RELIGIOSE
L’edificio più antico che insiste nel Comune
di Zambrone è la Chiesa di San Nicodemo
della piccola frazione di Daffinà. Dai
registri parrocchiali risulta che essa fosse
funzionante già nel 1711 e probabilmente la
sua origine si deve collocare intorno al
1600. Più volte danneggiata dai vari
terremoti dei secoli passati, ha subito, nel
corso del tempo, diversi restauri, l’ultimo
dei quali alla fine degli anni Ottanta. Anche
le statue e gli affreschi presenti al suo
interno, nel tempo, sono stati oggetto di
alcuni interventi. Il momento della
restaurazione della statua raffigurante la
Madonna del Carmelo era atteso da molto
tempo. Il completamento della restaurazione
di tale simulacro, realizzato con materiale
ligneo del diciassettesimo secolo, è stato
definito pochi giorni fa. Il merito è di don
Nicola Berardi attuale guida spirituale dei
daffinesi che si è prodigato per il
raggiungimento dell’atteso risultato. Nella
paziente operazione di recupero sono state
impegnate competenti e specializzate
maestranze. E così, il 26 luglio, non appena
la statua restaurata ha varcato l’uscio della
chiesa, è stata accolta dalla comunità con
uno scrosciante e interminabile applauso.
Una generalizzata commozione ha segnato
la processione per le vie del paese. I fedeli,
quindi, hanno partecipato con rinnovato
senso religioso alla processione votiva della
Madonna del Carmelo che, secondo
un’antica consuetudine, nella frazione di
Daffinà si venera l’ultima domenica di
luglio. La processione è stata accompagnata
dal complesso bandistico “Giuseppe Verdi”
di Zungri. Sacerdoti officianti: don Nicola
Berardi e don Sergio Meligrana.
L’operazione di recupero dell’antica statua
è stata realizzata in regime di
autofinanziamento dei fedeli del posto. I
componenti del comitato organizzatore dei
solenni festeggiamenti in onore della
Madonna del Carmelo sono stati: Nicodemo
Casuscelli, Domenico Grillo, Grazia Grillo
e Annunziata Mazzitelli.
La statua della Madonna del Carmelo custodita nella chiesa di Daffinà
Servizi
«NO ALLA CHIUSURA DELLA POSTA»
Lo scorso ventotto agosto presso il Centro sociale di San Giovanni,
si è svolta un’assemblea pubblica per discutere in merito alle
iniziative finalizzate alla riapertura dell’ufficio postale. Presenti
alla manifestazione, i cittadini della frazione di Zambrone, i locali
amministratori e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali
provinciali. I fatti in argomento ebbero inizio nel 2006 allorquando
l’attività postale venne limitata ad appena quattro aperture mensili.
Dopo tale decisione, la cittadinanza sangiovannese procedette ad
una raccolta di firme per chiedere che lo sportello fosse aperto
almeno due volte alla settimana. Ma l’ente destinatario della
proposta non diede seguito alla richiesta. L’epilogo, nello scorso
mese di luglio. I rappresentanti istituzionali locali, in via informale,
infatti, ricevono notizia dell’imminente chiusura dell’ufficio a
causa dell’intimato sfratto da parte dei proprietari del locale.
L’esecutivo comunale intraprende varie iniziative presso le
preposte autorità e sottopone, all’attenzione della dirigenza postale,
alcune soluzioni utili a risolvere, concretamente, il problema
dell’alloggio ospitante l’ufficio. Ciononostante, Poste italiane Spa
con apposita comunicazione, a fine luglio informa ufficialmente il
Comune di Zambrone che, a decorrere dal 31 luglio, l’ufficio é
«momentaneamente» chiuso. Unanime, l’auspicio di una positiva
definizione della vicenda.
9
SETTEMBRE 2009
AZIENDE
CRONACHE ARAMONESI
IL PICCOLO SOGNO DEI
COLACE
Agricoltura sostenibile e ciclo
delle acque. Imperativi di
“Pirapora” a Zambrone *
Francesco e Giovanni Colace,
titolari dell’azienda “Pirapora”
sono “contadini” un po’ speciali,
dal momento che entrambi si
sono laureati con il massimo dei
voti. I fratelli Colace hanno
sperimentato su di loro i segni
positivi della globalizzazione.
Lauren e Rose sono le rispettive
mogli, entrambe giunte da
lontano; dall’Inghilterra la prima,
dal Brasile la seconda e che
offrono quotidianamente il loro
contributo
alla
crescita
dell’attività. L’azienda produce il
90% di tutto quello che si mangia
e si beve, un’impresa per molti
versi straordinaria considerato
che essa è estesa per soli otto
ettari. Nella tenuta ci sono alberi
da frutta di ogni specie. Il
“sogno” dei Colace è di riuscire a
dare continuità a questo tipo di
rapporto con la terra, l’acqua e le
piante. Per farlo, usano il metodo
dell’agricoltura biologica e la
permacoltura, cioè qualità e
ampia
diversificazione
dei
prodotti coltivati (l’opposto della
monocoltura).
Massima
attenzione anche al ciclo delle
acque. Insomma, l’ “agricoltura
sostenibile” è un imperativo al
quale l’azienda non intende
sottrarsi. L’idea di fondo dei
titolari è molto semplice. La terra
è un dono ricevuto in eredità che
va
“usato”
razionalmente,
aumentando la sua fertilità.
Premessa
necessaria
per
consentire la sua trasmissione alle
future generazioni. Si producono
in loco: vino, olio, mandorle,
noci, nocciole e tanta frutta di
stagione, grano, patate, cipolla
rossa di Tropea, fagioli, arachidi,
insomma quasi tutto ciò che è
coltivabile nelle diverse stagioni
in clima Mediterraneo. La fattoria
annovera la presenza di galline,
capre, maiali e conigli.
Unità abitativa e vecchi attrezzi all’azienda agrituristica “Pirapora”
“Pirapora” può ospitare fino a 10
famiglie, in tre strutture in
muratura, tetti in legno di
castagno, intonaci a calce,
pavimenti in cotto, finestre e
mobili in legno di pino, tutto
trattato con vernici biologiche. Le
camere sono molto ampie e
accoglienti, tutte dotate di bagno
e verande con amache e sdraio.
Quattro delle dieci stanze e tutti
gli spazi comuni sono stati
realizzati e attrezzati per disabili.
In azienda c’è anche un
confortevole salone, dove è
possibile organizzare corsi e
incontri tematici per gruppi o
scolaresche. Durante il periodo
estivo agli ospiti è offerto il
servizio di mezza pensione che
include: camera con biancheria e
pulizia quotidiana, colazione e
cena. Il resto dell’anno la struttura
è utilizzata per ricevimenti o
come Bed and Breakfast; ma si
affittano anche appartamenti con
angolo cottura. In quest’ultimo
periodo, ai clienti è data la
possibilità di usare i prodotti, la
frutta e gli ortaggi dall’azienda.
“Pirapora” è a trecento metri sul
livello del mare, immersa in un
polmone verde che protegge i
vacanzieri dalla calura estiva.
CONTADINI DELTERZO MILLENNIO*
C’è una Zambrone che porta dentro di
sé l’humus di un’anima antica e
nobile e che affonda le sue radici
nella cultura contadina. Essa resiste a
un modernismo privo di sentimenti,
vive il presente con saggezza e si
proietta nel futuro con tempra
vigorosa. La storia di “Pirapora” è
anche un condensato di tutto ciò. La
sua vicenda inizia nel momento in cui
Carluccia Mastrilli e Michelangelo
Colace, oggi i nonni dell’azienda,
donano ai loro figli, Francesco e
Giovanni, gli otto ettari di terreno di
cui sono proprietari. Lo scopo della
donazione è chiaro: consentire ai
figli, dopo l’esperienza universitaria,
di
ritornare
in
Calabria
e
concretizzare il sogno di essere i
contadini del terzo millennio. Una
scommessa vinta. L’azienda, immersa
nella
quiete
della
campagna
zambronese, dista dal lido comunale
un paio di chilometri. Agli ospiti, essa
offre un panorama mozzafiato: un
mare verde e azzurro che proietta con
efficacia tutta la sua irresistibile vis
attrattiva.
c.l.a.
* Servizio pubblicato su Calabria Ora l’1
agosto 2009, p. 27
Corrado L’Andolina
10
SETTEMBRE 2009
NOVITA’ EDITORIALI
MARCO AMBROSI IN VIAGGIO
PER LA CALABRIA
Marco Ambrosi, nato a Vibo
Valentia nel 1979, ha trascorso
l’intera infanzia a Zambrone, tra
calcio, musica e mare. Nel 1998 si
trasferisce a Bologna per motivi di
studio. Nel 2000 fonda la band
“Rosaluna”. Nel 2002 nasce il
gruppo etnico “Sazizz’ trio” progetto
estemporaneo col quale viene
pubblicato un EP dal titolo: “The
Sazizz’ Trio”. Dal 2003 al 2005 è
stato direttore artistico del prestigioso
e storico locale bolognese “Villa
Serena”. Nel 2006 prende vita il
I
progetto “Ramsazizz” con cui viene
realizzato
l’album
dal
titolo:
“Derniere sortie”. Dall’inizio 2007
collabora con i “Macno” con i quali
esce ad ottobre 2008 l’album “Tutto
come prima”. Nei primi mesi del
2009 partecipa alla nascita della band
“Nuju”. A luglio 2009 esce il libro:
“Ad esempio a me piace… - un
viaggio in Calabria”, libro-cd
stampato e distribuito da Rubbettino
editore, il cui ricavato verrà donato
all’associazione Libera Terra, in
particolare ai ragazzi della Valle del
Marro. Attualmente, insegna Italiano
e Storia nelle scuole superiori.
Nota del curatore *
di Marco Ambrosi
Ormai è più di quindici anni che giro
per la Calabria. All’inizio l’ho fatto
soprattutto per giocare a calcio, in
seguito per suonare, sempre ho
intrapreso viaggi per piacere. Per
non parlare dei numerosi viaggi
immaginari nei libri che parlano
della Calabria, le canzoni dei
calabresi e quelle calabresi, gli
incontri con emigranti come me, che
in ogni parola fanno scoprire un
luogo amato e da amare.
Grandi scrittori e artisti hanno
raccontato la Calabria. Penso a
Corrado Alvaro, e ad Alexandre
Dumas, Cesare Pavese, Guido
Piovene, Corrado Stajano, che
calabresi non erano, ma anche a un
cantante come Rino Gaetano, a cui
ho rubato il titolo di un brano per il
nostro lavoro, Ad esempio a me
piace…, che racconta un viaggio
La copertina del libro di Marco Ambrosi
ogni volta che lo ascoltiamo. Viaggi
in Calabria, immaginari e reali, a
cui mi è parso interessante e
appassionante
dare
una
rappresentazione attuale, grazie ad
artisti nati, adottati e discendenti
dalla regione più meridionale della
Penisola, che ne rappresentano una
delle parti migliori. Ho sempre
pensato che un grande difetto dei
calabresi fosse quello di essere
disuniti. Soprattutto nel loro
territorio d’origine, dove ognuno
resta in fine dei conti confinato al
proprio “orticello”, senza riuscire a
cooperare. A volte, l’unica grande
“cooperativa” calabrese, capace di
unire e di esportare in tutto il mondo,
sembra la ’ndrangheta. Ma anche
contro questa “piaga”, i calabresi
risultano disuniti, sparsi in gruppi
che
cercano
di
prevaricarsi
reciprocamente, addirittura – per
fortuna raramente – nel fronte
dell’anti-mafia. Ho considerato,
dunque, giusto unire gli artisti
calabresi, perché l’artista deve avere
il compito di segnare una via di
cooperazione. In fin dei conti è solo
un modo per far vedere che in
Calabria si può essere uniti e si può
esportare cultura. E poi è giusto
ricordare e ricordarci che non esiste
solo la ’ndrangheta e che anche
questo, d’altronde, è un modo per
combatterla. Così è nato questo
progetto e così abbiamo raccontato
il nostro viaggio in Calabria. Un
viaggio attraverso il paesaggio
impervio dell’Aspromonte e della
Sila, le montagne calabresi da cui si
vede il mare. E il mare da cui si vede
la neve, ma anche Stromboli e
Vulcano, l’alba e il tramonto. Lo CRONACHE ARAMONESI
Stretto solcato dai traghetti verso
Messina, che sembra un tutt’uno con
la Calabria, reso magico dalle
mitologia di Scilla e Cariddi e della
fata Morgana. I paesi addormentati
e abbandonati, sull’orlo della terra
franosa, dell’incuria, della difficoltà
del vivere, della fatica di essere se
stessi fuori dalla propria terra. Le
colline con le fortificazioni militari
invase dai fiori di campo, i ficarazzi
e le viti. Un viaggio incontrando i
pastori che osservano le barche e i
pescatori che sentono l’ululare dei
lupi. I contadini con le mani indurite
dai calli, che si riposano all’ombra
degli ulivi e le donne che fanno
chilometri con un cesto in testa
pieno di verdura. Ma anche i
manager e gli emigranti più umili
stipati su treni sempre troppo stretti.
I giovani che si eccitano per i fatti di
sangue, per tutto ciò che puzza di
violenza e potere, e quelli costretti
ad andare via da terre dove ti
insegnano a parlare poco e a farti i
fatti tuoi. Ma anche di chi non se ne
vuole andare. Tutto questo in un
viaggio lungo un’ora o una vita,
segnato dall’amore e dalla rabbia
per una terra che ci accoglie e ci
respinge ogni volta che la
calpestiamo. Ringrazio innanzitutto
Luigi Ambrosi, mio fratello, che ha
collaborato in ogni momento con
consigli e mansioni pratiche, come
l’editing
dell’intero
volume.
Ringrazio Gianluca Veltri e Bruno
Giurato che hanno da subito
condiviso e sostenuto la mia idea,
dandomi
ottimi
suggerimenti.
Ringrazio Lorenzo Ori che ha messo
a disposizione il “Loz studio” e se
stesso a Bologna per il mastering
del cd. Ringrazio Monia Grimaldi
che ha lavorato alla copertina del
volume. Ringrazio tutti gli artisti
coinvolti perché hanno partecipato
con
grande
entusiasmo
dimostrandomi che noi calabresi
siamo sempre meglio di come ci
descrivono.
Ringrazio,
infine,
Florindo Rubbettino per aver da
subito appoggiato la mia idea e reso
possibile la sua concretizzazione.
•
Tratta dal libro Ad esempio, a
me piace… - un viaggio in
Calabria
11
PENSIERI
SETTEMBRE 2009
CRONACHE
ARAMONESI
Poesie
IL SORRISO
Un sorriso/ un sorriso è un gesto
semplice/ un sorriso ha tanti significati
nascosti/ sorridere al prossimo per
incoraggiare/ sorridere per rincuorare/
sorridere vuol dire partecipare a
qualcosa./ Il sorriso che non costa nulla/
ragala un dolce ricordo/ allevia le
amarezze di una giornata/ come le
medicine alleviano i dolori/ e poi/
quando si sbracciano le labbra/ si è più
luminosi, più belli/ tanti sono i motivi per
regalare/ un semplice sorriso//.
IL TEMPO PASSA
Il tempo passa/ le generazioni si
susseguono/ nel tempo che passa./ I
valori antichi si/ perdono nel/ tempo che
passa/ ma la parola/ rispetto per il
prossimo/ non dovrebbe essere alienata/
dal tempo che passa./ I valori sani, i
principi morali/ l’educazione/ sono da
trasmettere alle generazioni future/ per
non sentire dagli anziani: «Questi
giovani non hanno più rispetto per
niente».
Romana Grillo
TANTI AUGURI
Di un felice matrimonio a
Caterina Bevilacqua e
Carlo Basilio Russo
Ilenia Russo e Daniele Deluca
Giuseppina Maria Lucia Varriale
e Luigi Ambrosi
Un caloroso benvenuto ai neonati
Margherita Chilà
Chiara Dibello
Andrea Nicodemo Iannello
Francesco Mazzitelli
CRONACHE ARAMONESI
Periodico indipendente
d'informazione, politica e
cultura
Editore
Centro studi umanistici e
scientifici Aramoni
La Marinella di Zambrone
IL FASCINO DELLA MARINELLA
«Io torno al mare avvolto dal cielo, il
silenzio tra una e l’altra onda introduce
un silenzio pericoloso: muore la vita, si
acquieta il sangue fino a che il nuovo
movimento si infrange e risuona la
voce dell’infinito».
Pablo Neruda
Per i miei amici lucani, la Marinella è
stata una vera scoperta. Per me una
vera riscoperta: è trascorso molto
tempo dall’ultima volta! Sembra un
luogo fuori dal tempo che si rivela a
poco a poco prima di affacciarsi su
questa terrazza sul mare. È un angolo
di paradiso che cerca di difendersi con
tutte le forze dalla massiccia presenza
umana. Il sole bacia questo tratto di
costa che rimane inaccessibile anche
alla vista. Lungo il faticoso sentiero il
penetrante
odore
del
mirto
preannuncia qualcosa di magico: la
trasparenza dell’acqua e il suo
inconfondibile sapore di sale! Il mare
dal blu infinito nutre lo spirito e ci fa
dimenticare le «città tristi» (Pablo
Neruda). La costa alta, punteggiata dal
verde dagli ombrelli del finocchietto
selvatico e dai cespugli dell’erica e
dell’euforbia, sovrasta la lingua di
spiaggia bianchissima. Ai suoi piedi le
onde si infrangono sugli scogli, simili a
leoni marini arenati qui da milioni di
anni, cantando i versi di un poema
senza fine. I tramonti non sono mai
uguali: il sole a volte si tuffa a
capofitto nelle acque, a volte fa
capolino dietro una nuvola o tinge il
cielo di una sfumatura rosa-arancione
dolce e vivace allo stesso tempo. Con il
sopraggiungere della sera la brezza
lascia il posto ad una luna piena,
luminosa che si riflette su questo
specchio d’acqua e sul sentiero
solitario che porta all’ultimo treno.
Marina Grillo
Registrazione presso il
Tribunale di Vibo Valentia
al numero 2 del
18 luglio 2005
Direttore responsabile
G. Raffaele Lopreiato
Progetto grafico di
Stefano Simoncini
Studio fotografico
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Hanno collaborato in redazione
Paolo Caia, Corrado Antonio
L’Andolina, Salvatore L’Andolina,
Eleonora Lorenzo
Redazione
Viale A. Gramsci n. 3
89867 San Giovanni di Zambrone
(VV)
Tel. e fax 0963-392483
[email protected]
Responsabile trattamento dei dati
(D.Lgs. 196/2003)
Corrado Antonio L’Andolina
Stampa
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di Caputo & C. Snc
Via Bottego, 7; tel. 0984-21383
Cosenza (Cs)
Chiuso in redazione
il 22 settembre 2009
CRONACHE
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