Quaderni della Fondazione Dalmine
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Techint 1945-1980.
Origini e sviluppo di un’impresa internazionale
a cura di
Carolina Lussana
Copyright © Fondazione Dalmine
Piazza Caduti del 6 luglio 1944 – Dalmine – BG – Italia
www.fondazione.dalmine.it
[email protected]
ISBN 88-7352-003-0
Hanno collaborato per
Lay out copertina collana: Chiara Boeri
Progetto grafico volume: Ornella Bramani
Cura apparato iconografico: Stefano Capelli e Ilaria Turba
Elaborazione immagine copertina e trattamento digitale immagini: Ilaria Turba
Editing: Stefano Capelli
Diritti d’autore sulle fotografie
Archivio Edison, presso il Centro per la cultura d’impresa: © Edison Spa
Archivio Unilever Italia: © Unilever Italia Srl
Archivo fotográfico de Techint, Ingeniería y construcción: © Techint
Archivo fotográfico Siderca: © Siderca Saic
Archivo fotográfico Tamsa: © Tamsa
Fondazione Dalmine: © Dalmine Spa
Matteo Piazza: © Matteo Piazza
È consentita la riproduzione di brani purché si citi la fonte indicando il titolo del volume
e la didascalia “© Fondazione Dalmine”. È escluso ogni sfruttamento economico delle riproduzioni,
nonché ogni riproduzione delle immagini e delle fotografie senza il consenso scritto degli aventi diritto
L’editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali omissioni
di diritti sulle fotografie previa prova della loro titolarità
Indice
Presentazione
La Techint: una global born company con salde radici italiane
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Franco Amatori
Compagnia tecnica internazionale: le radici della Techint italiana
Carolina Lussana e Manuel Tonolini
Compagnia tecnica internazionale: le origini
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1945-1968: attività, settori, progetti
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Inserto fotografico
51
1968-1980: nuove strategie
69
Inserto fotografico
83
Techint 1945-1980: le eredità
Fatti e cifre
103
115
a cura di Stefano Capelli
Indice dei nomi di persona, enti e società
127
Un particolare ringraziamento a quanti, nel corso del tempo, hanno concesso documenti, testimonianze e memorie che hanno costituito una fonte preziosa per la ricostruzione della storia della Techint:
Roberto Altamura, Giorgio Amedei, Riccardo Bechis, Angelo Bertolini, Ezio Betti, Bruno Brazzini, Bruno
Capasso, Agostino Castiglioni, Alessandro Daneu, Corrado De Giorgi, Mario De Marsico, Elena Dellafoglia,
Maria Luisa Di Virgilio, Giorgio Efron, Luca Erizzo, Emilio Falvella, Giuseppe Ferrario, Alessandro Foresti,
Giorgio Franco, Enrico Garzone, Marcello Inghilesi, Luigi Iperti, Emilio Magnaghi, Bruno Marchettini, Mauro
Medici, Roberto Mori, Edoardo Noseda, Gianluigi Nova, Francesco Orsenigo, Claudio Paleari, Carlo Portalupi,
Andrea Pozzetti, Piermarco Romagnoli, Flavio Romoli, Edoardo Szego, Paolo Tagliabue, Ilario Testa, Michele
Titolo
Si ringraziano inoltre
Centro per la cultura d’impresa: Carlo Alzati, Maria Chiara Corazza
Gruppo Erg: Marcella Mignosa
Montefibre: Renato Delle Cave
Tamoil raffinazione: Barbara Ferrari
Techint: Stefania Argento, Edith Avila, Ernesta Basso, Alessandra Bertoli, Manuela Boaretto, Mariateresa
Bolchi, Hugo Casavega, Claudia Cogliati, Guido Croci, Giovanni Facco, Fulvio Giangrande, Angela Paloschi,
Sara Preti, Emilia Rio, Guillermina Rosales, Lucia Rossi, Silvina Sala, Susana Szapiro
Unilever Italia: Rachele Ferrari
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Presentazione
Il quarto numero dei Quaderni della Fondazione Dalmine prosegue un filone di ricerca inaugurato nel 1999 con il primo volume della collana, dedicato alla storia del gruppo Techint e del
suo fondatore, Agostino Rocca.
In quel caso, lo studio si era concentrato sui contatti di Rocca con l’Argentina del 1946,
dove l’ex amministratore delegato della Dalmine, lasciata l’Italia, stava dando vita ad un gruppo multinazionale operante nei settori dell’ingegneria e impiantistica industriale.
Nel presente volume, la ricerca ha inteso proseguire la ricostruzione della vicenda della
Techint, prestando particolare attenzione alle attività sviluppate nell’area europea e del bacino
del Mediterraneo dagli anni Cinquanta alla fine degli anni Settanta.
Dopo alcuni accenni alla nascita dell’impresa nella Milano del 1945 in forma di compagnia
di ingegneri raccolti intorno al promotore, e al suo ingresso e radicamento in Argentina con la
diffusione delle Techint locali in altri paesi dell’area latino-americana, la ricostruzione si è
focalizzata in particolare sulle attività della Techint italiana. Un’attività che, a partire dai primi
anni Cinquanta, ha condotto l’impresa ad accedere al mercato europeo nell’ambito della strategia definita dal gruppo che da essa stessa ha preso le mosse e che, nel corso di pochi anni fra il
1945 e il 1947, si è strutturato e insediato definitivamente a Buenos Aires.
La ricerca offre una sintetica ricognizione della traiettoria di un’impresa italiana cominciando dagli anni delle origini, durante i quali il suo staff, insediato a Milano, fornisce supporto e
assistenza tecnico-commerciale agli affari promossi in area latino-americana da Agostino
Rocca e dal nascente gruppo Techint. Prosegue poi attraverso gli anni Cinquanta, quando la
Techint, ormai riconfigurata come società italiana di un gruppo multinazionale, affianca ai progetti sviluppati in quell’area, altri nuovi ambiti e settori d’azione in Europa, prima, e nel mercato internazionale, poi.
Il rapido excursus fra i principali ambiti d’attività della Techint italiana tocca così le grandi
opere legate allo sfruttamento dei giacimenti di gas naturali della Patagonia promosse dal
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Techint 1945-1980. Origini e sviluppo di un’impresa internazionale
governo argentino nell’immediato dopoguerra, gli oleodotti e infrastrutture commissionati dalla
Nato in Grecia, Turchia, Italia, Portogallo negli anni Cinquanta, i lavori di ingegneria e costruzioni nell’Italia del boom economico e industriale. Ma anche i progetti sviluppati nel settore
petrolchimico lungo gli anni Settanta in collaborazione con imprese petrolifere italiane, o le
attività promosse dalla metà degli anni Settanta in settori nuovi come i sistemi informatici, l’automazione, l’ingegneria dei complessi sociali, lo smaltimento e depurazione delle acque.
Un’attività diversificata, che sin dalla fine degli anni Quaranta è però costantemente incentrata sull’ingegneria e impiantistica siderurgica, tradizionale ambito di azione del fondatore
della Techint, Agostino Rocca, che nell’Italia degli anni Trenta aveva ricoperto il ruolo di direttore generale della Finsider ed era stato fautore, insieme a Oscar Sinigaglia, del piano per la
siderurgia italiana, finalizzato a razionalizzare l’assetto impiantistico del settore sotto controllo
pubblico, e a realizzare un grande impianto a ciclo integrale – quello di Cornigliano – che
avrebbe avuto pieno avviamento solo nel dopoguerra.
Una vocazione siderurgica che comincia con gli stabilimenti di tubi in acciaio da destinare al
mercato petrolifero, realizzati dalla Techint in Messico e Argentina nei primi anni Cinquanta,
che prosegue alla fine degli anni Sessanta con gli impianti per la società argentina Propulsora
siderúrgica, fondata dallo stesso Agostino Rocca per produrre laminati piani attraverso un complesso integrato, e che giunge alle acciaierie realizzate per grandi imprese siderurgiche pubbliche, dal Venezuela, al Messico, alla Libia, o ai progetti legati alla laminazione di tubi sviluppati fra gli anni Settanta e i primi anni Ottanta in Argentina e Messico.
Accanto ad una prima sintetica ricostruzione delle vicende dell’impresa fino a tutti gli anni
Settanta, la ricerca ha inteso inoltre proporre uno spunto di riflessione su quella cultura ingegneristico-manageriale che ha caratterizzato la Techint sin dalle sue origini. Una cultura promossa anche attraverso la selezione e formazione di manodopera specializzata, ma anche di
tecnici e manager. Funzioni, queste, che gli uffici di Milano, vero e proprio vivaio tecnico, hanno tradizionalmente svolto fin dai primi anni d’attività, e non solo per l’impresa, ma anche per
l’intero gruppo.
La presente ricerca si è avvalsa esclusivamente di fonti aziendali costituite dai verbali di
assemblee e consigli di amministrazione, ordini di servizio e carte di presidenza della Techint
italiana, nonché da alcuni nuclei di documentazione dell’archivio di Presidenza del gruppo. Un
lavoro certamente parziale, che ha tuttavia consentito di avviare la valorizzare di alcuni nuclei
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Presentazione
documentali, di offrire un primo contributo alla ricostruzione di un caso d’impresa, e di individuare alcuni temi e percorsi di approfondimento di un certo interesse.
Molti sono infatti gli spunti che, per la portata e gli obiettivi di questa prima ricerca, non
hanno trovato spazio di trattazione analitica: il contesto economico italiano e internazionale, le
evoluzioni del settore ingegneria e le trasformazioni vissute dalle società di ingegneria nella
loro transizione a main contractors, i mutamenti del settore siderurgico, con l’ascesa e il tramonto della stagione dei grandi progetti promossi dagli Stati. E ancora, le relazioni fra l’impresa e il gruppo, l’evoluzione organizzativa, gli apporti specifici delle diverse culture manageriali che nel corso dei decenni si sono affiancate a quelle dei fondatori sia per un processo di crescita interna che per immissioni esterne.
Tematiche ed aspetti, quelli solo suggeriti da questa ricerca, così come i molti altri offerti dal
primo quarantennio di attività della Techint, meritevoli di un adeguato sviluppo ed approfondimento attraverso l’accesso ad altre fonti archivistiche e bibliografiche.
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Finito di stampare
nel mese di dicembre 2005
da Press R3 – Almenno San Bartolomeo – Bergamo
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Quaderno Q4 - Fondazione Dalmine