Flora Parco Adda Nord del Guida alla flora a cura del Servizio Educazione Ambientale e del Servizio Risorse Naturali Parco Adda Nord Consorzio per la gestione Sistema Parchi h{} {b xwzw Parco Adda Nord MILANO La biodiversità è tra i valori essenziali per il Parco Adda Nord e per questo motivo riteniamo importante condividere con gli studenti la scoperta, la conoscenza e la consapevolezza del valore naturalistico dei boschi del Parco, attraverso la rivisitazione del libretto “La Flora del Parco”. Con questa nuova edizione abbiamo voluto evidenziare non solo quante specie di alberi, arbusti e fiori si possono trovare nei nostri boschi, ma anche qual è il loro valore naturalistico, sia per gli animali che se ne cibano o che vi trovano rifugio, sia per l’uomo che può utilizzarle nelle siepi, nei filari, nei parchi urbani e nei giardini, contribuendo a diffondere le specie tipiche locali e “arricchendo di biodiversità” il proprio ambiente. La guida “La flora del Parco” è una porta aperta alla scoperta dei boschi del Parco, da esplorare con occhi diversi: le schede descrittive riportano gli elementi di riconoscimento delle specie tipiche dei nostri boschi e sono arricchite da fotografie scattate nel territorio del Parco. Una sezione della guida è inoltre dedicata alle più comuni specie invasive introdotte dall’uomo, la cui conoscenza è importante per comprendere la recente evoluzione del bosco e recuperare gli equilibri ecosistemici del passato. La conoscenza della vegetazione locale può essere un primo passo verso una maggior tutela e valorizzazione dei boschi e un’occasione per favorirne la diffusione negli ambienti naturali e seminaturali che ci circondano. Una sezione della guida è infatti dedicata a coloro che vogliono arricchire il proprio giardino con specie autoctone: vengono forniti suggerimenti utili per la scelta delle essenze, per la loro collocazione e per la cura con metodi di gestione sostenibile, a basso impatto ambientale. Il Presidente Agostino Agostinelli Il consigliere delegato Risorse Naturali Simona Colzani Il consigliere delegato Educazione Ambientale Luisa Ghidini Comotti 2 3 INDICE 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 40 45 IL BOSCO I BOSCHI DEL PARCO L’ALBERO GLI ALBERI E GLI ARBUSTI DEL PARCO Salice bianco Salicone Pioppo nero Platano Betulla bianca Ontano nero Carpino bianco Carpino nero Nocciolo Rovere Roverella Farnia Cerro Castagno Olmo campestre Bagolaro Rosa canina Ciliegio selvatico Biancospino Acero campestre Prugnolo selvatico Spincervino Evonimo Sanguinello Tiglio selvatico Orniello Frassino maggiore Sambuco Ligustro Pallon di maggio I FIORI DEL PARCO LE SPECIE INVASIVE UNA MANO ALL’AMBIENTE ATTRAVERSO UN GIARDINO 48 GLOSSARIO Fotografie: archivio fotografico Parco Adda Nord. Si ringraziano inoltre le G.E.V. del Parco, il Gruppo WWF di Trezzo sull’Adda e Elena Ballabio per alcune fotografie. Realizzazione grafica: Castelletti grafica immagine 44 IL BOSCO Il bosco è un ecosistema complesso, costituito da esseri viventi vegetali e animali e dall’ambiente fisico, a sua volta composto da suolo, acqua e fattori climatici. Gli organismi vegetali sono importantissimi, perché da essi dipendono tutti gli altri esseri viventi del bosco: i vegetali, produttori primari dell’ecosistema, catturano l’energia solare e la trasformano in ossigeno e materia organica, alimentando gli ecosistemi. Del materiale vegetale vivo o in decomposizione si nutrono i consumatori primari, che a loro volta rappresentano la base alimentare per i consumatori secondari; a chiudere il ciclo vi sono infine i decompositori, che riducono le sostanze organiche contenute nei resti animali e vegetali morti in sostanze minerali, utilizzabili a loro volta dagli organismi vegetali. Il bosco svolge molte funzioni importanti: salvaguardia della biodiversità: il bosco infatti ospita diversi microhabitat, utili per la crescita di specie vegetali diverse e per molti animali che trovano cibo e rifugio tra le fronde degli alberi, nelle cavità dei tronchi, tra gli arbusti del sottobosco, sotto le cortecce marcescenti o nella lettiera di foglie; miglioramento della qualità dell’aria e del microclima: il bosco, oltre a produrre ossigeno tramite le parti verdi delle piante, assorbe polveri ed inquinanti, e con l’ombreggiamento offerto dagli alberi, rinfresca il microclima locale; produzione di legname (legna da ardere, legname da opera o per la fabbricazione della carta); produzione di prodotti secondari, come i frutti di bosco (more, fragole, lamponi, nocciole, castagne), il miele, i funghi; protezione del suolo dall’erosione, dalle frane, dalle piogge intense, dalle valanghe e dal vento: le foglie attenuano la capacità erosiva della pioggia e le radici delle piante stabilizzano il terreno; miglioramento del paesaggio e luogo di svago: il bosco, oltre a rendere più piacevole l’ambiente in cui viviamo, è anche un luogo in cui passare il tempo libero e conoscere da vicino il mondo naturale. 5 I BOSCHI DEL PARCO Molti boschi, soprattutto in pianura padana, sono stati sfruttati, impoveriti, in molti casi ridotti in estensione. Attualmente gli unici grandi boschi rimasti in pianura si trovano nelle valli fluviali, come quella dell’Adda, ed è per questo che i boschi del Parco costituiscono un fondamentale serbatoio di biodiversità, la cui tutela e conservazione è essenziale per tutti gli esseri viventi, uomo compreso. I boschi del Parco sono un vero e proprio mosaico di formazioni forestali diverse. Nei pressi dell’Adda e nelle zone frequentemente sommerse dalle acque sono comuni i salici arbustivi, accompagnati, presso le rive e dove il terreno è costantemente intriso d’acqua, da salici bianchi e ontani neri. Nelle zone poco distanti dal fiume si trovano specie meno legate all’acqua, come il pioppo nero, l’olmo campestre e il frassino. Sui suoli più asciutti crescono farnia e carpino bianco, le specie tipiche della foresta che un tempo ricopriva l’intera pianura padana. Sulle colline nella zona centro-settentrionale del Parco si trovano poi le specie amanti di luoghi più assolati e asciutti, come castagno, rovere, roverella e carpino nero. Le specie arbustive ed arboree di seguito descritte sono le specie autoctone o naturalizzate più rappresentative e tipiche dei boschi del Parco. Per ogni specie vengono riportati, insieme ad un’illustrazione fotografica, nome comune, nome latino e famiglia, una descrizione delle caratteristiche morfologiche principali (portamento, corteccia, foglie, fiori, frutti), un accenno alle condizioni ecologiche ottimali per la specie e alcune curiosità riguardanti i rapporti con la fauna e i principali usi, in particolar modo negli interventi di riqualificazione del territorio. L’ALBERO 6 L’albero è l’organismo vegetale più evoluto, ed è costituito da radici, foglie e fusto legnoso. Il fusto legnoso sostiene gli apparati fogliari e permette il passaggio dell’acqua e delle sostanze nutritive assorbite dalle radici alle foglie. Le foglie sono gli organi vegetali specializzati per gli scambi gassosi, la fotosintesi e la traspirazione. Grazie all’energia solare, nelle foglie avviene il processo di fotosintesi clorofilliana: esse catturano l’anidride carbonica contenuta nell’aria, la combinano con l’acqua assorbita dalle radici e producono zuccheri utili per la pianta, rilasciando ossigeno. Le foglie sono tra i principali elementi distintivi di un albero, sono costituite dal picciolo e dalla lamina fogliare, verde e appiattita e percorsa da nervature che trasportano la linfa. Si possono riconoscere grazie a diverse caratteristiche: - in base al numero di foglie da cui sono formate: composte (più foglioline inserite sullo semplici (non divise in foglioline) stesso asse) frassino bagolaro - in base alla forma ovale carpino nero cuoriforme tiglio lanceolata salice bianco - in base alla presenza o all’assenza del picciolo, che sorregge la foglia e la collega al fusto picciolata (con picciolo) sessile (senza picciolo) pioppo nero farnia 7 Il fiore è l’organo riproduttivo tipico delle piante più evolute, le angiosperme, di cui fanno parte tutte le specie di alberi e arbusti del Parco. Gli insetti impollinatori, attirati dai petali molto vistosi e colorati, si cibano del nettare e trasportano il polline da fiore a fiore. I petali circondano gli organi riproduttori: quello maschile è detto stame e contiene il polline, mentre quello femminile, il pistillo, contiene gli ovuli. Quando le parti fertili maschili e femminili coesistono i fiori sono detti ermafroditi, mentre quando sono separate si hanno fiori unisessuali; in questo caso se gli organi riproduttori si trovano sullo stesso individuo la specie è detta monoica, mentre se i fiori sono su individui differenti la specie è dioica. I fiori possono essere: solitari bagolaro riuniti in infiorescenze sambuco riuniti in amenti salicone Il frutto è l’organo che contiene i semi, li protegge e ne facilita la diffusione e può essere: carnoso (forma una drupa che circonda il seme) ciliegio selvatico costituito da ali membranose (samare) che facilitano la dispersione del seme con il vento acero campestre costituito da capsule che si aprono a maturazione, liberando i semi pioppi e salici GLI ALBERI E GLI ARBUSTI DEL PARCO 8 SALICE BIANCO Salix alba (Fam. Salicacee) Portamento Albero che raggiunge i 25 metri di altezza, con tronco dritto e ampia chioma non molto folta. E’ riconoscibile per l’aspetto grigiastro delle foglie. Corteccia Grigia, profondamente fessurata con l’età. Foglie Foglie semplici, lanceolate, a margine finemente dentato, con pagina superiore verde lucida e pagina inferiore grigio- argentea. Fiori Amenti maschili di colore giallastro (6-7 cm) e femminili verdastri (4-5 cm), in fiore al momento della fogliazione. Frutti Gli amenti femminili producono capsule che liberano semi piumosi. Ambiente Il salice predilige i suoli umidi, anche periodicamente inondati ed è tipico delle rive dei fiumi e delle zone umide. Nel Parco presso le rive del fiume forma boschi monospecifici o misti con pioppi e altri salici arbustivi. Curiosita’ Attecchisce facilmente e si propaga rapidamente e per questo viene impiegato spesso negli interventi di miglioramento ambientale lungo i corsi d’acqua, gli argini e le golene; è molto adatto anche per i filari e i vecchi esemplari sono un ottimo sito di nidificazione e rifugio per numerose specie di uccelli e invertebrati. 9 SALICONE Salix caprea (Fam. Salicacee) Portamento Albero con chioma arrotondata e fitta che raggiunge altezze di 10-12 metri, anche se più spesso è arbustivo. Corteccia Sottile, liscia e grigiastra, poi progressivamente fessurata con l’età. Foglie Semplici, ad inserzione alterna, di forma ellittica con apice a punta ripiegato e margine seghettato; sono biancastre nella faccia inferiore e con fitta peluria. Fiori Le infiorescenze maschili sono amenti cilindrici giallastri di 4-6cm, con peli argentei prima della fioritura; gli amenti femminili sono più lunghi (5-8 cm). Fioritura prima della fogliazione, nel mese di marzo-aprile. Frutti Gli amenti femminili producono capsule che a maturità liberano semi piumosi. Ambiente Specie amante dei luoghi assolati e pioniera, si adatta a vari tipi di suolo, purchè non intrisi d’acqua. Può colonizzare le aree umide portando rapidamente alla formazione del bosco. Nel Parco è variamente diffuso. Curiosita’ Per la sua rapida crescita, viene usato negli interventi di recupero ambientale; il salicone è facilmente riconoscibile per la fioritura molto precoce che attrae gli insetti. 10 PIOPPO NERO Populus nigra (Fam. Salicacee) Portamento Albero alto fino a 30 metri, con chioma ovale espansa e tronco eretto, frequentemente con numerose protuberanze, molto ramificato e diviso sin dalla base. Corteccia Grigio chiara da giovane, poi grigio scura, spessa e profondamente solcata, con nodosità. Foglie Foglie triangolari o romboidali, lunghe 6-10 cm, acuminate all’apice e cuneate alla base, con margine seghettato, di colore verde intenso, lucide sulla pagina superiore, più chiare su quella inferiore; il picciolo è lungo e spesso ricurvo. Ambiente Specie amante dei luoghi assolati, predilige suoli sciolti e profondi, che possono essere soggetti a sommersioni; nel Parco è diffuso lungo le rive del fiume. Fiori Infiorescenze in amenti penduli lunghi 10-15 cm, di colore rosso vivo i maschili, giallo-verdastro i femminili, si sviluppano su alberi differenti. Frutti Infruttescenze in lunghi amenti formati da capsule verdastre ovali di circa 8 mm; i semi piumosi vengono liberati a maturità. Curiosita’ E’ molto adatto alla creazione di filari, soprattutto vicino a corsi d’acqua, ma anche in ambito urbano. 11 PLATANO Platanus hybrida (Fam. Platanacee) Portamento Albero alto fino a 30 m, con tronco dritto e slanciato, di diametri anche superiori al metro e chioma cupuliforme. Corteccia verde-grigiastra da giovane, con l’età si sfalda in placche grigio-brune, scoprendo lo strato sottostante grigio-giallastro o chiaro, liscio. Foglie semplici, alterne, a lamina palmatolobata con 3-5 lobi appuntiti, a margine intero, con pochi denti grossolani e lungo picciolo. Fiori in capolini globosi unisessuali (2-3cm), penduli e lungamente peduncolati, a gruppi di 2-4. A maturità i capolini si sfaldano disperdendo gli acheni. Frutti Il frutto è un achenio dalla forma sferica e di colore bruno, che permane sull’albero tutto l’inverno, liberando i singoli acheni nella stagione successiva Curiosità Il platano, ormai naturalizzato nel nostro territorio, è stato introdotto a partire dalla seconda metà del secolo scorso. Viene spesso piantato a filare e governato a ceppaia lungo i canali per rafforzarne gli argini, ma è impiegato anche nelle alberature stradali, o come albero ornamentale in parchi e giardini. Ambiente Specie eliofila, ha un’elevata rapidità di crescita su terreni fertili, profondi e freschi, mentre mal si adatta a crescere in posizioni ombreggiate; nel Parco il platano è molto diffuso e coltivato, soprattutto lungo i canali irrigui, le strade, le separazioni poderali, è meno frequente nei boschi. 12 BETULLA BIANCA Betula pendula (Fam. Betulacee) Portamento Albero alto fino a 30 metri, ma spesso con portamento arbustivo; la chioma è allungata e verde e il tronco è eretto, slanciato con rami lunghi e sottili e ramuli penduli. Corteccia Corteccia bianca con macchie nere irregolari che si sfoglia in liste orizzontali; ha grosse fenditure nerastre verso la base. Foglie Le foglie sono romboidali con lunga cima appuntita, doppiamente dentate, lunghe 4-8 cm. Fiori Infiorescenze unisessuali, le maschili in amenti penduli lunghi 4-6 cm, di colore giallo, quelle femminili verdi, lunghe 1-2 cm. Curiosita’ E’ una specie ornamentale spesso piantata nei giardini, ma può essere usata anche nei rimboschimenti, viene anche usata nelle opere di rinaturalizzazione di suoi frutti sono apprezzati da molti lepidotteri e dagli uccelli granivori. Frutti Infruttescenze cilindriche, prima erette, poi pendule, lunghe 3-4 cm, che a maturazione liberano dei semi alati. Ambiente La betulla è una specie pioniera e ricolonizzatrice, presente su vari tipi di suolo, anche se predilige substrati acidi. Nel Parco è presente sporadicamente nei boschi, soprattutto ai margini e nelle radure. ONTANO NERO Alnus glutinosa (Fam. Betulacee) Portamento Albero alto fino a 30 metri, con chioma ovale, leggermente piramidale e tronco eretto e slanciato. Corteccia Corteccia bruno-grigiastra o verdastra, lucida nei soggetti giovani, con lenticelle trasversali, nerastra e fessurata con l’età. Foglie Le foglie sono semplici, alterne, ovali, con apice arrotondato e margine seghettato irregolarmente; hanno inserzione alterna e sono di colore verde scuro su entrambe le pagine. Fiori Infiorescenze unisessuali, le maschili in amenti penduli lunghi 6-12 cm di colore giallo, riuniti in gruppi di 3-5; quelle femminili sono più piccole (1-3 cm), ovali e peduncolate, di colore verde, lignificano con il procedere della stagione. Frutti Infruttescenze in achenio che a maturazione liberano dei semi ovali e strettamente alati. Curiosita’ L’ontano nero viene usato per stabilizzare le ripe di corsi d’acqua o nelle opere di rinatura lizzazione in zone molto umide. I semi sono apprezzati da numerosi uccelli granivori, soprattutto in inverno. Ambiente Specie legata a costante presenza di acqua nel suolo, si trova nelle zone umide e paludose, nelle lanche fluviali o presso le risorgive di acque freatiche. Nel Parco l’ontano è molto comune presso le rive del fiume e in tutte le zone umide. 13 14 CARPINO BIANCO Carpinus betulus (Fam. Corilacee) Portamento Albero con fogliame deciduo alto fino a 25 metri, con chioma arrotondata e tronco eretto. Corteccia Grigio-pallida, liscia, scanalata, fessurata con l’età. Rami giovani bruno-rossastri. Foglie Foglie semplici, ellittiche o ovate, doppiamente seghettate, con nervature pronunciate, lunghe 4-10 cm, ad inserzione alterna. Fiori Unisessuali, quelli maschili in amenti, lunghi fino a 5 cm, gialli, penduli, quelli femAmbiente Specie che vegeta bene minili più brevi e piccoli, all’apice dei rami. sia su suoli sciolti e profondi che su terreni argillosi, sopporta bene l’omFrutti Il frutto duro e verde è all’interno di breggiamento; molto più diffusa in un’infruttescenza peduncolata formata da passato, attualmente si trova nei boacheni trilobati lunghi fino a 7,5 cm. schi di pianura o sui bassi versanti freschi. Nel Parco è presente nei boschi meglio conservati. Curiosita’ Specie ideale per la creazione di siepi, perché resiste bene alle potature e mantiene le foglie secche d’inverno; è anche adatta per gli interventi di rimboschimento. CARPINO NERO Ostrya carpinifolia (Fam. Corilacee) Portamento Albero alto 15 metri, con tronco diritto e chioma raccolta allungata. Corteccia La corteccia è marrone, prima liscia e poi grigiastra con lenticelle trasversali più chiare. Foglie Ovali e appuntite, a margine doppiamente seghettato e nervature primarie parallele molto evidenti. Fiori I fiori sono unisessuali; quelli maschili, raggruppati in amenti penduli di 2-4, sono lunghi fino a 10 cm e si sviluppano in primavera assieme a quelli femminili (spighe), più piccoli e poco vistosi. Frutti I frutti sono acheni portati a grappoli, di colore giallastro o verde e consistenza membranosa, che assomigliano al frutto del luppolo. Curiosita’ Il carpino nero è molto adattabile e può essere impiegato per rimboschire le aree denudate in ambiente collinare e per ornare parchi e giardini, o per le alberature stradali. Ambiente Specie tipica degli ambienti collinari, predilige suoli freschi, maturi e di preferenza calcarei, ma cresce anche su suoli superficiali, dove si comporta come specie pioniera. Nel Parco è diffuso soprattutto nella porzione settentrionale sui versanti assolati, insieme a rovere e roverella. 15 16 NOCCIOLO Corylus avellana (Fam. Corilacee) Portamento Grande arbusto fittamente ramificato fin dalla base, alto fino a 6-8 metri, con chioma arrotondata ed espansa di colore verde vivo e tronco eretto. Corteccia Grigio-brunastra lucida e liscia con lenticelle trasversali, solo tardivamente con lunghi solchi longitudinali. Foglie Foglie alterne rotondo-ovali con base cuoriforme e apice appuntito; di colore verde chiaro, sono doppiamente seghettate e possono essere lunghe 9-12 cm. Ambiente Specie amante dei suoli neutri, è frequente nel sottobosco di tutti i boschi del Parco e nelle siepi. Fiori Fiori riuniti in infiorescenze unisessuali che si sviluppano molto prima delle foglie (febbraio-aprile). Gli amenti maschili sono riuniti in gruppi di 2-4 e sono lunghi circa 6-10 cm, mentre i fiori femminili sono simili a piccole gemme. Frutti Le nocciole sono avvolte quasi completamente da due brattee fogliari frangiate. I frutti hanno una grandezza di circa 2 cm, e sono di solito riuniti in ciuffi di 2-5. Curiosita’ E’ ideale per la creazione di siepi, anche nei parchi urbani, e può essere usata per rinfoltire il sottobosco, migliorando la qualità dei boschi; le nocciole sono il cibo preferito di molti uccelli, degli scoiattoli e del moscardino. ROVERE Quercus petraea (Fam. Fagacee) Portamento Albero alto fino a 30-40 m, con chioma arrotondata e tronco eretto. Corteccia Corteccia grigia, solcata e fessurata. Foglie Semplici, ad inserzione alterna, lobate e lunghe 8-12 cm, con picciolo di 1-3 cm. Fiori Infiorescenze unisessuali, con amenti maschili gialli e penduli, lunghi 5-8 cm e fiori femminili a piccoli gruppi, ascellari e sessili. Frutti Ghiande ovali di 1,5-3 cm, sessili o appena peduncolate. Ambiente Specie amante dei luoghi collinari e assolati e dei suoli asciutti ben drenati. Nel Parco si trova nei boschi collinari. Curiosita’ Specie ornamentale per la sua maestosità, si trova anche nei giardini urbani. 17 18 ROVERELLA Quercus pubescens (Fam. Fagacee) Portamento Albero alto fino a 20 m, con chioma arrotondata e tronco sinuoso ed eretto. Corteccia Bruno-scura, finemente fessurata in piccole scaglie. Frutti Ghianda allungata, acuta all’apice, più piccola di quelle delle altre querce, con cupola che la ricopre fino a metà. Ambiente Specie amante dei luoghi assolati e dei suoli asciutti ben drenati, prevalentemente calcarei. Nel Parco si trova prevalentemente sulle scarpate. Curiosita’ Specie utilizzabile per la ricostituzione e la rinnovazione dei boschi seminaturali; per le sue caratteristiche frugali, è ideale per rimboschire le aree degradate e denudate, soprattutto in collina. Foglie Semplici, ad inserzione alterna, obovato-lobate lunghe 5-10 cm, pubescenti soprattutto da giovani, con picciolo breve e peloso; persistono sull’albero durante l’inverno. Fiori Infiorescenze unisessuali, con amenti maschili gialli e penduli, lunghi 5 cm e fiori femminili a piccoli gruppi terminali all’ascella delle foglie in modo sessile; si sviluppano in concomitanza della fogliazione. 19 FARNIA Quercus robur (Fam. Fagacee) Portamento Albero alto fino a 30 metri con chioma ovale o arrotondata, ampia; il tronco è diritto e robusto, con molte ramificazioni. Corteccia Corteccia grigio-brunastra pallida e con lenticelle nei rami giovani, molto fessurata con l’età. Foglie Semplici, alterne con lamina obovata e apice arrotondato con due orecchiette alla base, margini profondamente lobati; si distingue dalle altre querce per le foglie sessili (senza picciolo). Fiori Fiori maschili in amenti gialli penduli, i femminili all’ascella delle foglie, portati sulla stessa pianta. Frutti I frutti sono ghiande sessili di forma ovale, lunghe fino a 4 cm, ricoperte per circa un quarto da cupole formate da squame; sono portate in gruppi di due o tre su di un lungo peduncolo comune. Curiosita’ Specie impiegata nella ricostituzione dei boschi, nell’arboricoltura da legno e nella formazione di filari. Le ghiande sono cibo per numerosi uccelli, scoiattoli ed altri roditori, mentre il legno, soprattutto quello marcescente, ospita numerose larve di insetti. Ambiente Predilige i terreni fertili, ricchi di humus, profondi e ben drenati, ma è comune anche su suoli argillosi; anticamente costituiva vaste foreste su tutta la pianura padana, in associazione ad altre latifoglie. Nel Parco si trova nei boschi più conservati, insieme ad altre querce e al carpino, più frequentemente nella porzione settentrionale. 20 CERRO Quercus cerris (Fam. Fagacee) Portamento Albero alto fino a 35 metri con chioma da ovale a globosa spesso irregolare, molto ampia, tronco diritto, robusto e slanciato. Corteccia Grigio-marrone scuro, spessa e con fessure profonde. Foglie Semplici, subcoriacee, lunghe fino a 12 cm, lamina lanceolata o ellittica, lobi molto incisi con apice appuntito, di colore scuro e lucide. Fiori Fiori unisessuali riuniti in infiorescenze: maschili penduli di 4-5 cm, femminili solitari o a gruppi di 2-3, peduncolati. Frutti Ghiande scure lunghe 2-3 cm con cupola a squame tipicamente arricciate. Ambiente Il cerro predilige terreni profondi ed argillosi, acidi o sub-acidi con ristagno d’acqua in profondità; è amante delle stazioni soleggiate. Curiosita’ Specie utile per la costituzione di boschi naturali, anche se a crescita lenta. 21 CASTAGNO Castanea sativa (Fam. Fagacee) Portamento Grande albero con portamento maestoso, di 30-35 metri di altezza; il tronco, che raggiunge grossi diametri, è normalmente dritto e se isolato si diparte in grosse branche, dando alla chioma un aspetto ampio e tondeggiante. Corteccia La corteccia da giovane è liscia e bruno-rossastra, diviene poi grigia e scanalata. Foglie Le foglie sono semplici, alterne, elittico-lanceolate e a margine seghettato; la pagina superiore è liscia, lucida, verde intenso con nervature rilevate. La fogliazione è tardiva (fine aprile-maggio). Fiori L’infiorescenza maschile è costituita da fiori riuniti in amenti eretti, lunghi fino a 20 cm, mentre i fiori femminili sono riuniti in gruppi di 2-3, alla base delle infiorescenze maschili, e sono ricoperti da un rivestimento spinoso. Curiosita’ Le castagne hanno diversi usi alimentari, si possono arrostire o bollire, o se ne possono ricavare farine o marmellate. Il miele di fiori di castagno è particolarmente aromatico. Frutti Il riccio (5-10 cm di diametro) è molto spinoso, contiene normalmente 3 frutti (ma a volte fino a 7); i frutti (le castagne) sono acheni con pericarpo liscio e coriaceo bruno. Ambiente E’ una specie tipica degli ambienti collinari, ama i pendii soleggiati e i terreni acidi, freschi e ricchi di humus. Il castagno è molto diffuso sulle pendici della zona settentrionale del Parco. 22 OLMO CAMPESTRE Ulmus minor (Fam. Ulmacee) Portamento Albero alto fino a 30 metri, con tronco dritto e slanciato e chioma densa. I rami sono disposti regolarmente su un unico asse e opposti. Corteccia Bruno-grigiastra e liscia da giovane, con scanalature sempre più profonde con l’età. Foglie Semplici, ad inserzione alterna e apice appuntito, con margine doppiamente seghettato, a tipica base asimmetrica che può coprire il picciolo. Fiori Ermafroditi, sessili, di colore porpora e riuniti a gruppi, fioriscono a fine inverno prima della fogliazione. Frutti I frutti sono samare alate riunite in gruppi. Curiosita’ L’olmo viene spesso impiegato nelle siepi e nei filari, anche in ambiente urbano, per la sua resistenza alle potature e all’inquinamento. Ambiente L’olmo è molto adattabile, anche se predilige suoli freschi, profondi, con buona disponibilità di acqua e sali minerali. E’ diffuso nel Parco nei boschi più evoluti, nei querceti e nei saliceti, ma è spesso presente anche nei filari. 23 23 BAGOLARO Celtis australis (Fam. Ulmacee) Portamento Albero alto fino a 20 metri, con tronco diritto, robusto con chioma arrotondata e folta. Corteccia Di color grigio cenere, liscia anche su piante adulte, con striature orizzontali. Foglie Semplici, alterne, lanceolate, con apice acuminato e margine doppiamente dentato,appena ruvide nella pagina superiore, più chiare nella pagina inferiore. Fiori Fiori ermafroditi o unisessuali, solitari o a piccoli gruppi, piccoli (2-4 cm), poco vistosi, gialli. Frutti Drupe rotondeggianti verdi, poi brune a maturazione. Curiosita’ Il bagolaro è molto adattabile anche a substrati rocciosi (da cui deriva il nome popolare di “spaccasassi”), si adatta al consolidamento delle ripe scoscese e viene usato spesso per la costituzione di filari, anche in ambiente urbano, per la sua resistenza all’inquinamento. I suoi frutti sono utilizzati dall’avifauna. Ambiente Specie amante dei luoghi assolati e dei suoli aridi e sassosi, nel Parco si trova spesso sulle scarpate ripide, sulle pendici e sui suoli poveri. 24 ROSA CANINA Rosa canina (Fam. Rosacee) Portamento Arbusto alto fino a 2 m, dal portamento arbustivo o strisciante. Corteccia Fusti sottili e glabri, spesso ricadenti, prima verdi poi striati e bruni, con spine adunche, compresse lateralmente, rosse. Foglie Foglie alterne, imparipennate, composte da 5-7 foglioline ovatoellittiche, a margine semplicemente o doppiamente dentato. Possono anche persistere sulla pianta d’inverno. Fiori Fiori solitari, appariscenti, a corolla rosea o roseo-biancastra. Frutti Il falso frutto rosso e liscio detto cinorrodio (1-2 cm) è persistente durante la stagione invernale e porta all’ interno i veri frutti, che sono numerosi acheni pelosi. Ambiente Specie molto adattabile, si trova preferibilmente nei luoghi assolati, ai margini dei boschi, nelle radure e negli arbusteti. Nel Parco la rosa canina è largamente diffusa. Curiosita’ Specie ornamentale, è adatta per la formazione di siepi. Il frutto attrae numerosi uccelli, come i tordi, che se ne cibano soprattutto durante la stagione invernale. CILIEGIO SELVATICO Prunus avium (Fam. Rosacee) Portamento Albero alto sino a 20 m, con tronco rettilineo, portamento slanciato e chioma ampia di forma piramidale-ovata. Corteccia Da grigio-cinereo a bruno-rossastra, lucida, che si sfalda in strisce orizzontali. I rami sono eretti, lisci e glabri da giovani. Foglie Foglie semplici, alterne, a lamina sottile, obovato-ellittica, affusolate all’apice e a margine dentellato, generalmente pendule. Picciolo glabro, con due ghiandole rosse verso il lembo fogliare. Fiori Fiori bianchi con 5 petali rotondati, portati in corimbi. Curiosita’ Frutti I frutti, le ciliegie, sono drupe gloSpecie che viene spesso piantata nelle bose rosse, eduli. siepi e filari per la coltivazione delle ciliegie, viene anche usata nella riqualificazione dei boschi e per l’arboricoltura da legno. Oltre all’uomo, anche uccelli e mammiferi Ambiente Specie mediamente eliofila, si cibano dei frutti del ciliegio, mentre i fiori predilige suoli ben drenati, freschi e prosono apprezzati da molte farfalle e api. fondi; si trova spesso ai margini dei boschi Il frosone, grazie al suo becco durissimo, di latifoglie e nel Parco è presente in orti, riesce a romperne i noccioli, cibangiardini, filari. dosi delle parti interne. 25 26 BIANCOSPINO Crataegus monogyna (Fam. Rosacee) Portamento Arbusto o raramente piccolo albero alto fino a 10 metri, molto ramificato e con rami spinosi. Corteccia Prima liscia e grigia, diventa bruna con piccole squame. Foglie Decidue, profondamente lobate, ovoidali o romboidali a 3-7 lobi, con margine grossolanamente e doppiamente dentato. Sono provviste di picciolo e presentano la pagina superiore color verde chiaro e lucida, mentre quella inferiore è verde-grigiastra, glabra o leggermente pelosa. Fiori Fiori ermafroditi bianchi, a 5 petali, numerosissimi in corimbi eretti. Frutti I falsi frutti sono piccoli pomi di forma tondeggiante, rossi quando diventano maturi, coronati all’apice dai residui del calice; contengono un solo seme. Ambiente Specie adattabile a diversi tipi di suolo, predilige i luoghi assolati: si trova nelle siepi, ai margini dei boschi o in boschi radi. Nel Parco è diffuso in tutti i boschi e nelle siepi. Curiosita’ Il biancospino è ideale per formare siepi campestri dense e impenetrabili, anche per via del rapido accrescimento, mentre per la resistenza all’inquinamento e per la bellezza dei fiori e dei frutti può essere impiegato anche in ambito urbano. I frutti sono cibo per l’avifauna e attirano un gran numero di farfalle. 27 ACERO CAMPESTRE Acer campestre (Fam. Aceracee) Portamento Albero di medie dimensioni (10-15 metri), con chioma arrotondata, tronco eretto e molto ramificato. Corteccia Di colore grigiastro, più scura e fessurata con l’età. I giovani rami hanno spesso formazioni suberose. Foglie Semplici, palmate e lobate, lunghe fino a 7,5 cm, a 5 lobi arrotondati. La pagina superiore è di colore verde scuro, quella inferiore è più pallida e vellutata. Il picciolo (3-9 cm) è porporino. Fiori Poligami giallognoli o verdognoli, in corimbi eretti, si sviluppano insieme alle foglie. Frutti Disamare con ali perpendicolari, in grappoli pendenti, lunghi fino a 2,5 cm che diventano rossicce a tarda estate. Curiosita’ In passato l’acero campestre era spesso usato come tutore vivo della vite; per la resistenza alla potatura, l’altezza contenuta e la densità del fogliame, è ideale per rinfoltire le siepi campestri o per creare schermature. Ambiente L’acero campestre è abbastanza rustico, predilige terreni umidi e profondi ma si adatta bene anche a suoli argillosi e aridi; è mediamente eliofilo, ma sopporta anche condizioni di ombreggiamento. Nel Parco si trova nei boschi, soprattutto nei querceti e nelle siepi. 28 PRUGNOLO SELVATICO Prunus spinosa (Fam Rosacee) Portamento Arbusto alto sino a 2-3m, con fusto contorto e ramoso. Corteccia Corteccia grigio-bruna o nerastra, lucida, incisa con l’età. I rami giovani sono spinosi, con lenticelle orizzontali. Foglie Foglie semplici, alterne a lamina ovato-ellittica, a margine finemente dentato, glabra sulla pagina superiore e pelosa in quella inferiore. Ambiente Il prugnolo si adatta ad ogni tipo di terreno, purché sufficientemente drenato; è una specie eliofila e si insedia quindi in aree soleggiate, nelle radure, negli arbusteti o al margine dei boschi. Nel Parco è spesso presente nelle siepi. Curiosita’ Il prugnolo è utile per rimboschire le aree degradate, ma è anche ottimo per costituire siepi campestri. La folta chioma del prugnolo e le spine, lo rendono un ideale sito di nidificazione per gli uccelli. L’averla piccola utilizza le spine del prugnolo per infilzarvi le prede. I frutti sono apprezzati anche dai mammiferi. Fiori Ermafroditi, bianchi e numerosi, posti singolarmente sui rametti, fioriscono abbondantemente a marzo o aprile, prima della comparsa delle foglie. Frutti Drupa tondeggiante (1-1,5cm), di colore bluastro, coperta da una leggera patina blu-cerosa a maturazione; il frutto è commestibile e ha gusto acidulo. SPINCERVINO Rhamnus catharticus (Fam. Ramnacee) Portamento Arbusto alto fino a 4 metri; fusto molto ramoso e di forma irregolare, con chioma compatta e ramificata. Caratteristici getti terminanti in spine. Corteccia Grigio bruno, prima liscia poi scabra e squamosa. Foglie Foglie semplici, alterne o opposte, a lamina ovoidale-ellittica acuminata all’apice e cuneata o troncata alla base, a margine finemente seghettato, con nervature evidenti. Fiori Pianta con fiori unisessuali piccoli e profumati, riuniti in folti gruppi ombrelliformi sull’ascella delle foglie, di colore giallo-verde, con 4 petali. Frutti Il frutto è una drupa globosa (5-8mm), dapprima verde e poi nerastra a maturità, contenente 2-4 noccioli gialli. Curiosita’ E’ una specie pioniera, adatta al consolidamento di terreni sassosi e asciutti. I frutti sono appetiti dall’avifauna. Ambiente Specie amante dei luoghi assolati, è presente ai margini dei boschi e nelle macchie cespugliose. Predilige terreni calcarei, anche poveri e aridi. Nel Parco si trova soprattutto nella porzione centro-meridionale. 29 30 EVONIMO Euonymus europaeus (Fam. Celastracee) Portamento Arbusto deciduo che di rado supera i 2,5 m di altezza, con caratteristico portamento a rami e foglie opposte. Corteccia Sottile, verde e liscia nei soggetti giovani o bruno-chiara, con chiazze verdi. Foglie Opposte, ellittiche o lanceolate, acute, con margine finemente dentato; verde chiaro in primavera, rosse d’autunno. Fiori Piccoli, giallastri, a quattro petali. Frutti Capsule rosse o rosa molto vistose in autunno, a maturità si aprono in quattro lobi in cui sono contenuti semi arancioni. Curiosita’ Grazie alla colorazione dei frutti e delle foglie in autunno, è una specie ornamentale che può essere usata nei parchi urbani. Si presta bene alla costituzione di siepi e lungo le strade. I suoi frutti sono appetiti dagli uccelli. Ambiente Specie di mezz’ombra, adattabile a vari tipi di suolo, purchè non soggetti a ristagno o aridità prolungata. Nel Parco si trova nel sottobosco di vari tipi di boschi, soprattutto dei querceti, ma anche nelle siepi. SANGUINELLO Cornus sanguinea (Fam. Cornacee) Portamento Arbusto molto ramificato alto fino a 4 m. Corteccia I giovani rami, dai quali la pianta prende il nome, sono di colore rosso cupo, particolarmente visibili nel tardo autunno. La corteccia diventa grigiastra e fessurata con l’età. Foglie Foglie opposte, ovali, lanceolate; hanno nervature ben evidenti e sono tipicamente rosse in autunno. Fiori I fiori sono ermafroditi, bianchi, a 4 petali portate in infiorescenze a corimbo all’apice dei rami. Hanno odore sgradevole. Frutti Piccole drupe sferiche di 56 mm di diametro, prima rosse poi nerastre a maturità. Ambiente E’ una pianta molto adattabile, anche se preferisce i suoli ricchi, maturi e calcarei. Si trova nei boschi e ai loro margini, nelle siepi e nei cespuglieti e colonizza rapidamente i terreni abbandonati. Nel Parco è molto diffuso. Curiosita’ Il sanguinello viene usato per il recupero ambientale di aree argillose, come pianta ornamentale o per formare siepi campestri con altre specie arbustive ed arboree. Le bacche sono una fonte di cibo per gli uccelli. 31 32 TIGLIO SELVATICO Tilia cordata (Fam. Tiliacee) Portamento Albero alto fino a 30 metri, con ampia chioma a forma di cupola. Il tronco è robusto e i rami sono rivolti verso il basso. Corteccia Liscia, macchiettata, grigio-bruna da giovane, diviene solcata longitudinalmente con l’età in solchi poco profondi di colore grigio. Foglie Le foglie sono cuoriformi, alterne, asimmetriche, picciolate con base cordata e acute all’apice, dal margine seghettato. La pagina superiore è verde scuro mentre quella inferiore è pallida. Fiori L’infiorescenza ha un lungo peduncolo sulla quale vi sono 3–15 fiori ermafroditi, molto odorosi, con un calice di 5 sepali e una corolla con 5 petali di colore giallognolo. Ambiente E’ una specie che preferisce terreni profondi, freschi e ricchi di humus. Nel Parco si trova in parchi e giardini e lungo percorsi campestri, raramente in ambienti forestali. Curiosita’ Il tiglio è molto usato come specie ornamentale e nelle alberature stradali per il suo ombreggiamento; i profumatissimi fiori del tiglio selvatico attraggono le api, che ne ricavano un miele pregiato. Frutti I frutti sono subglobosi di circa 5-6 mm a pericarpo membranoso. 33 ORNIELLO Fraxinus ornus (Fam. Oleacee) Portamento Albero alto fino a 15 metri, con tronco eretto ramificato, con rami opposti e chioma ovale. Corteccia Corteccia liscia di colore grigio-scuro, screpolata con l’età; le gemme sono bruno grigiastre rugginose. Foglie Le foglie sono opposte, imparipennate e seghettate, con 5-9 foglioline picciolate ed ovato-lanceolate, più chiare sulla pagina inferiore. Fiori Fiori in pannocchie apicali erette lunghe fino a 20 cm, piccoli, bianchi e molto profumati. I petali lineari sono lunghi 5-6 mm. Frutti Samare lineari in grappoli penduli, con un unico seme, che permangono sulla pianta dopo la caduta delle foglie. Ambiente Specie che predilige i luoghi caldi e assolati, cresce su terreni magri e aridi a falda profonda, dove può comportarsi da specie pioniera. Nel Parco è presente in modo sporadico in tutti i boschi, tranne che nelle zone più umide. Curiosita’ Può trovare impiego negli interventi di miglioramento dei boschi, insieme ad altre specie. 34 FRASSINO MAGGIORE Fraxinus excelsior (Fam.Oleacee) Portamento Albero alto fino a 25-30 metri con chioma globosa e poco densa, allungata, di colore verde smorto; tronco eretto e poco ramificato. Corteccia Grigia, liscia, fessurata solo in esemplari molto vecchi, mentre i rami giovani sono grigio-verdognoli con gemme tipicamente nere e vellutate. Foglie Opposte, imparipennate, lunghe fino a 30 cm, composte da 9-14 foglioline lanceolate e oblunghe, a margine seghettato; la pagina superiore è verde scura, mentre quella inferiore è grigiastra. Fiori I fiori fioriscono prima della comparsa delle foglie, in pannocchie ascellari, eretti e brevi con antere porpora. Frutti Samare lanceolate, brune e lucide lunghe 4 cm, in densi grappoli penduli. Ambiente Specie amante del sole o di mezz’ombra, predilige i suoli freschi e profondi. Nel Parco è presente soprattutto negli avvallamenti umidi della zona settentrionale. Curiosita’ Specie adatta alla ricostituzione di boschi su suoli piuttosto umidi, trova impiego anche nell’arboricoltura da legno. SAMBUCO Sambucus nigra (Fam. Caprifoliacee) Portamento Grande arbusto molto ramificato alto sino a 8 m; la chioma tende ad allargarsi ad ombrello. Corteccia Corteccia verde da giovane poi grigio-bruna con lenticelle longitudinali. Foglie Foglie opposte, con 5-7 foglioline ellittiche o lanceolate, lunghe 6-12 cm, con margine irregolarmente seghettato. Fiori Infiorescenza ombrelliforme con numerosi piccoli fiori bianchi. Frutti Il frutto è una drupa subsferica, a grappoli subito penduli, lucida e nero-violacea a maturità. Ambiente Specie mesofila, predilige suoli umidi e profondi, ricchi di sostanze azotate. E’ frequente nelle schiarite e nelle siepi e si adatta bene ai luoghi esposti al sole. Curiosita’ Specie adatta per costituire siepi campestri. E’ utilizzata per la delimitazione degli orti, sia per l’azione repellente nei confronti di insetti parassiti, sia perchè in grado di attirare molti uccelli insettivori, che si cibano delle bacche e trovanositi di nidificazione tra i suoi rami. 35 36 LIGUSTRO Ligustrum vulgare (Fam. Oleacee) Portamento Arbusto di medie dimensioni a ramificazione espansa, che può raggiungere anche i 3 metri d’altezza. Corteccia Grigio bruna, liscia, sottile con lenticelle. Foglie Foglie piccole, opposte e lanceolate, verde scuro sulla pagina superiore, più chiare in quella inferiore, coriacee; sono generalmente caduche, ma possono anche persistere d’inverno. Fiori I fiori sono bianchi, piccoli e profumati, riuniti in un’infiorescenza a pannocchia. Frutti Piccole bacche nere e lucide a maturità, contengono un seme e possono persistere sulla pianta durante l’inverno. Ambiente Specie eliofila o di mezz’ombra, si adatta a diverse condizioni ambientali e vari tipi di suolo, purchè ricchi di nutrienti e ben drenati; è diffuso nel Parco soprattutto ai margini dei boschi. Curiosita’ E’ una specie ideale per formare siepi campestri miste. E’ anche una pianta ornamentale sia per la fioritura sia per la densa chioma dalle foglie persistenti. Numerosi uccelli come i fringuelli e le capinere si cibano delle bacche del ligustro. 37 PALLON DI MAGGIO Viburnum opulus (Fam. Caprifoliacee) Portamento Arbusto di 2-3 metri di altezza, a forma cespugliosa ed espansa. Corteccia Liscia, di colore brunogiallastro, sottile, a strie, si screpola con l’età. Foglie Decidue, ad inserzione opposta, lobate a 3 o 5 lobi, di colore vistosamente rossastro in autunno. Fiori Ermafroditi di piccole dimensioni e colore bianco, riuniti in infiorescenze composte (10 cm), con petali più grandi sui fiori periferici; fiorisce a maggio. Frutti Drupe sferiche lucide e rosse a maturità, che spesso rimangono sulla pianta in inverno. Ambiente Specie eliofila o di mezz’ombra, è diffusa nei boschi umidi e nei margini dei boschi su suoli freschi. Nel Parco è presente in tutte le zone umide. Curiosita’ Specie molto ornamentale, indicata per la formazione di siepi campestri su suoli umidi, per interventi di recupero ambientale e anche in giardini urbani. I fiori sono impollinati da coleotteri e ditteri, mentre i frutti sono appetiti dagli uccelli durante la stagione invernale. 38 I FIORI DEL PARCO SCILLA SILVESTRE Scilla bifolia (Fam. Liliacee) Pianta perenne, erbacea e bulbosa, alta 10-20 cm, con 2 foglie (da cui la specie prende il nome), lanceolate, lucenti e ricurve, che abbracciano il fusto dalla base. L’infiorescenza è formata da 6-10 fiori, di circa 1 cm di diametro, con 5 petali di colore azzurro-violetto intenso, o raramente bianco o rossastro; la fioritura avviene tra marzo e maggio. Nel Parco la specie si trova soprattutto nei boschi umidi di querce e nei castagneti. ELLEBORO VERDE Helleborus viridis (Fam. Ranuncolacee) Specie erbacea perenne rizomatosa, alta 20-50 cm, con grandi foglie basali, lanceolate, i fiori sono formati da 5 grandi tepali di colore tipicamente verde, che emanano un odore sgradevole; come altri ellebori, fiorisce anche in pieno inverno. Cresce su terreni calcarei nei boschi umidi e ai margini di essi, e nel Parco è diffuso soprattutto nei castagneti e nei querceti della parte collinare. BUCANEVE Galanthus nivalis (Fam. Amarillidacee) Pianta perenne, erbacea e bulbosa, alta circa 10-20 cm; dal bulbo fuoriescono 2 foglie radicali, lineari e nastriformi lunghe come il fusto e larghe fino a 5 mm, arrotondate all’apice e con una patina cerosa. I fiori sono penduli a forma di campanella, lunghi 2,5 cm, formati da 6 tepali bianchi con macchie verde chiaro all’apice dei 3 tepali interni (più corti). Specie di mezzombra tipica dei prati e dei boschi umidi di latifoglie, fiorisce in febbraio - marzo, in concomitanza con lo scioglimento delle nevi, da cui prende il nome. CAMPANELLINO Leucojum vernum (Fam. Amarillidacee) Pianta perenne, erbacea e bulbosa, alta circa 10-30 cm; dal bulbo si dipartono le foglie, lineari e nastriformi lunghe poco meno del fusto e larghe 1 cm. I fiori sono penduli a forma di campanella (dalla quale deriva il nome comune), profumati e con una macchia verde chiara o giallastra all’apice dei tepali. Si trova prevalentemente in prati e boschi umidi e nel Parco la fioritura è precoce (gennaio - febbraio), secondo l’esposizione al sole. DENTE DI CANE Erythronium dens-canis (Fam. Liliacee) Pianta perenne, erbacea e bulbosa, alta circa 10-20 cm; ha 2 foglie basali, ellittiche ed appuntite, chiazzate di rosso bruno. Il fiore è solitario e pendulo, di colore rosa-violaceo con 6 tepali rivolti all’indietro; è frequente nei prati e nelle radure e nei boschi di latifoglie. CEFALANTERA MAGGIORE Cephalanthera longifolia (Fam. Orchideacee) Pianta erbacea slanciata, alta fino a 40 cm, con fusto glabro, 6-10 foglie alterne, lanceolate-acute, lunghe fino a 15 cm; l’infiorescenza è costituita da 10-20 fiori bianchi, generalmente chiusi, che si aprono solo nelle ore più calde e luminose della giornata. Nel Parco si trova nei boschi di latifoglie e cespuglieti, preferendo posizioni di mezz’ombra. 39 40 PERVINCA Vinca minor (Fam. Apocynacee) Pianta erbacea perenne a portamento strisciante, forma estesi tappeti sempreverdi. Alta 10 -15 cm, ha un portamento strisciante e tappezzante. Le foglie sono opposte, coriacee e lucide, mentre i fiori, portati su piccioli di 1-2 cm, compaiono a marzo-maggio e sono solitari, con 5 petali di colore azzurro-violetto (blu-pervinca). La pervinca è molto diffusa nei boschi di latifoglie del Parco, specialmente nei querceti e sui suoli freschi e ricchi di humus. ERBA TRINITA’ Hepatica triloba (Fam. Ranuncolacee) Pianta perenne erbacea di 5-15 cm, ha foglie radicali sempreverdi, di colore verde sulla pagina superiore e viola su quella inferiore; le foglie hanno 3 lobi che ricordano vagamente la forma del fegato (da cui il nome “epatica”). Il fiore è singolo, con 6 -10 petali blu-violacei. Nel Parco è diffusa nei boschi di querce, su suoli calcarei. ANEMONE BIANCO Anemone nemorosa (Fam. Ranuncolacee) Pianta perenne erbacea, non più alta di 30 cm, con rizoma strisciante e foglie palmate, picciolate, costituite da 5 foglioline lobate e dentate. Ha un solo fiore portato su un esile fusto, con 6 -12 petali bianchi e stami gialli, molto appariscenti; fiorisce in marzo-maggio e nel Parco si trova nei boschi di latifoglie soprattutto nei querceti, nelle radure e nei luoghi ombrosi. PRIMULA COMUNE Primula vulgaris (Fam. Primulacee) Pianta perenne erbacea cespitosa, con foglie di colore verde chiaro, rugose e glabre sulla pagina superiore e pelose nella pagina inferiore, disposte a rosetta. I fiori hanno una corolla con 5 petali di colore giallo pallido, di colore più intenso alla base. Nel Parco la primula, che fiorisce a febbraio–marzo è diffusa in tutti i boschi umidi. 41 LE SPECIE INVASIVE DEL PARCO Le piante esotiche invasive (alloctone) sono specie non indigene (provenienti in generale da altri continenti), introdotte dall’uomo intenzionalmente o accidentalmente, che per le loro caratteristiche si diffondono rapidamente in natura a scapito delle specie locali. La diffusione delle specie alloctone è tra le principali cause di diminuzione della biodiversità degli ambienti naturali, ed è perciò importante prevenire l’introduzione di nuove specie e contrastare la diffusione di quelle già presenti. Ognuno può dare il proprio contributo evitando di utilizzare queste specie nei giardini e boschi e segnalando al Parco la presenza delle infestanti sul territorio. 42 ROBINIA origine: nord america Robinia pseudoacacia (Fam. Leguminose) Albero alto fino a 25 metri, con chioma globosa di colore verde chiaro; il tronco è eretto e slanciato, con ramuli spinosi e corteccia grigio-brunastra grossolanamente solcata. Le foglie sono alterne, imparipennate, lunghe fino a 30 cm e composte da 9-21 foglioline ovali; i fiori sono bianchi, molto profumati e raggruppati in racemi penduli lunghi fino a 20 cm, mentre i frutti sono contenuti in baccelli lisci e brunastri che rimangono sulla pianta fino all’inverno. La robinia è una specie rustica che si adatta a qualsiasi tipo di suolo: si può trovare presso scarpate, negli incolti, nelle siepi e nei boschi. Importata all’inizio del seicento dal nord america, oggi viene considerata naturalizzata, ma per la sua rapida capacità di crescita tende a soppiantare le specie spontanee, diventando in molti casi l’unica specie presente e portando ad un impoverimento della biodiversità dei boschi. Nel Parco la robinia è diffusa ovunque, nelle siepi, ai margini dei boschi e nei boschi degradati. PREVENZIONE E LOTTA l’ombreggiamento del suolo da parte di altre specie e la corretta gestione del bosco limitano la crescita della robinia, che viene gradualmente sostituita dalle specie autoctone. AILANTO (albero del paradiso) origine: cina Ailanthus altissima (Fam. Simaroubacee) Albero alto fino a 25 metri, con tronco dritto e slanciato e corteccia grigio chiara, liscia e appena striata. Ha foglie composte, imparipennate, lunghe fino a 90 cm, con 10-15 paia di foglioline ovali ellittiche di 7 cm, che se stropicciate emanano odore sgradevole; le infiorescenze sono a pannocchia, giallo-verdastre e lunghe 10-20 cm, mentre i frutti sono samare ad ali lanceolate, rossastre e persistenti d’inverno. L’ailanto, originario della Cina, è stato introdotto in Italia nel 1700; cresce su ogni tipo di suolo, si diffonde e tende a diventare infestante in luoghi aperti e aridi, sui terreni di riporto e nelle radure, mentre si insedia più difficilmente all’interno dei boschi. PREVENZIONE E LOTTA è importante prevenirne la crescita ed evitarne l’espansione, tagliando le infiorescenze prima della formazione dei frutti e strappando tutti i rigetti. Una corretta gestione del bosco limita l’espansione dell’ailanto all’interno dei boschi. 43 QUERCIA ROSSA origine: nord america Quercus rubra (Fam. Fagacee) Albero alto 25 - 50 m, con corteccia grigiastra leggermente fessurata longitudinalmente; le foglie sono grandi con margine dentato e appuntito, incise fino a metà del lembo in 7 - 11 lobi angolosi, ognuno dei quali ha 1 - 3 denti setacei. Si riconoscono dal colore rosso-brunastro in autunno. Come nelle altre querce i fiori sono unisessuali, quelli maschili raggruppati in amenti penduli, quelli femminili individuali e sessili o con brevi piccioli. I frutti sono ghiande appiattite. La quercia rossa è originaria delle regioni orientali dei Nord America, introdotta a fine ‘800 per l’aspetto decorativo della chioma. Meno esigente delle querce europee e a rapido accrescimento, è stata (ed è ancora) utilizzata spesso nelle alberature stradali e impiegata anche in selvicoltura, per l’alto rendimento in legname. PREVENZIONE E LOTTA è consigliabile rinunciare all’impiego ornamentale della specie, per limitarne la diffusione, ma è anche importante prevenirne la crescita, sradicando le giovani piante, eliminando le ghiande e sostituendola con specie autoctone. BUDDLEJA (albero delle farfalle) origine: asia orientale Buddleja davidii (Fam. Buddleiacee) Arbusto deciduo, alto 2-3 m, con foglie seghettate, lanceolate, a lamina inferiore bianco-cotonosa. I fiori di color viola scuro-lilla sono riuniti in pannocchie apicali cilindriche, lunghe da 20 a 50 cm. La buddleja cresce su greti di fiumi e torrenti, zone disboscate, cave e terreni incolti. Per le sue caratteristiche di pianta pioniera, colonizza rapidamente superfici ghiaiose e aperte, a scapito delle specie autoctone. E’ frequente nei giardini come specie ornamentale, fattore che ne ha favorito l’espansione. PREVENZIONE E LOTTA è consigliabile rinunciare all’impiego ornamentale della specie, per limitarne la diffusione; l’eliminazione della Buddleja dai boschi naturali richiede tempi lunghi, poiché è necessario sradicare ogni singola pianta, garantendo una immediata copertura del suolo con specie autoctone. 44 POLIGONO DEL GIAPPONE Origine: giappone Reynoutria japonica (Fam. Poligonacee) Grande pianta erbacea (alta 1-3 m), con fusti vigorosi, rossastri. Produce fusti sotterranei (rizomi) lunghi e robusti, capaci di svilupparsi in profondità. Le foglie sono alterne, rotonde o largamente ovali, troncate alla base e lunghe fino a 20 cm, brevemente acuminate, con picciolo corto. I fiori sono bianco-verdastri o rossastri, organizzati in infiorescenze spighiformi. Il poligono giapponese, come altri poligoni invasivi, predilige i bordi dei corsi d’acqua e le stazioni ben soleggiate, come i margini dei boschi, le siepi, i terreni incolti e le scarpate; è una delle specie esotiche più invasive, a causa della crescita molto rapida, della resistenza dei rizomi e della moltiplicazione vegetativa, ed è capace di formare popolamenti monospecifici che ostacolano la crescita di specie autoctone. PREVENZIONE E LOTTA per limitarne l’espansione occorre rinunciare all’impiego ornamentale della specie e falciare il popolamento ogni mese almeno per 5 anni. INDACO BASTARDO origine: nord america Amorpha fruticosa (Fam. Fabacee) Arbusto alto fino a 4-6 m, con foglie brevemente picciolate, imparipennate, composte di 5-17 paia di foglioline ovali o lanceolate, simili a quelle della robinia. I fiori hanno una corolla violetta, lunga da 4 a 6 mm e sono raggruppati in racemi densi, eretti, all’estremità dei rami, mentre il frutto è un legume ghiandoloso. L’indaco, diffusosi rapidamente perché coltivato come pianta ornamentale e impiegato nel consolidamento delle rive di corsi d’acqua,cresce sui terreni di riporto e presso le rive dei fiumi, dove può diventare dominante. PREVENZIONE E LOTTA è importante non propagarne i semi o piccoli frammenti di fusto o di radici. Nei popolamenti stabiliti il taglio è efficace unicamente in combinazione con l’uso di erbicidi, mentre le giovani piante devono essere strappate. UNA MANO ALL’AMBIENTE ATTRAVERSO IL GIARDINO 45 I giardini delle nostre case, i giardini pubblici e le aiuole delle rotatorie possono diventare degli esempi di biodiversità: la presenza di specie autoctone nei giardini privati infatti, può contribuire al mantenimento e alla diffusione di piante, arbusti e fiori tipici del nostro ambiente. Sono aree che possono diventare un asse importante dell’ecosistema locale e rappresentare un utilissimo punto di passaggio e una fonte di cibo per l’avifauna, gli anfibi, i ricci e tutti quegli animali che vivono o che attraversano le aree abitate. La presenza delle piante (soprattutto delle latifoglie) nei centri abitati, contribuisce con l’ombra delle chiome a migliorare il microclima, riducendo l’emissione di calore da parte dell’asfalto e del cemento in estate. In questa parte della guida, vogliamo proporre alcuni consigli per rendere i giardini e le aree verdi urbane non solo uno spettacolo estetico, ma anche un ambiente utile a sostenere la biodiversità “sotto casa”. Ecco quindi alcuni consigli utili per arricchire i giardini con le specie autoctone e alcune indicazioni per la loro collocazione e il loro mantenimento. In collina, ad esempio, soprattutto sui versanti esposti a sud, le specie ideali da piantare nei giardini sono quelle che amano il sole e i suoli asciutti e ben drenati: tra gli alberi tipici del Parco sono quindi consigliati il carpino nero, il castagno, il cerro, la rovere, la roverella e l’orniello, e tra gli arbusti la rosa canina, il biancospino, il ciliegio o il prugnolo selvatico. In pianura, in base alle condizioni locali di drenaggio del terreno, si possono riscontrare condizioni ambientali differenti: vi sono suoli asciutti ottimi per l’orniello oppure più umidi e quindi idonei all’olmo campestre, al carpino e alla farnia. Sono particolarmente adatti all’ambiente di pianura la farnia, il carpino bianco, l’olmo campestre, il bagolaro e il tiglio e per gli arbusti il biancospino, il prugnolo selvatico, il ligustro, il sanguinello e dove il terreno è più umido anche l’evonimo e il pallon di maggio. Lungo il fiume il suolo è spesso intriso d’acqua, o comunque molto umido: solo le piante che si sono specializzate per questi tipi di terreni vi crescono in maniera ottimale. L’ontano nero, il salice, il salicone e il pioppo nero, ad esempio, vengono utilizzati per stabilizzare le sponde dei fiumi grazie al loro apparato radicale, inoltre costituiscono un valido riparo per gli insetti che sono una fonte di cibo per l’avifauna. Come specie arbustive in questi luoghi umidi e ombrosi crescono molto bene il biancospino, l’evonimo, la frangola e il nocciolo. 4646 Specie Acero campestre Bagolaro Betulla bianca Biancospino Carpino bianco Carpino nero Castagno Cerro Ciliegio selvatico Evonimo Farnia Frassino maggiore Ligustro Nocciolo Olmo campestre Ontano nero Orniello Pallon di maggio Pioppo nero Prugnolo selvatico Rosa canina Rovere Roverella Salice bianco Salicone Sambuco Sanguinello Spincervino Tiglio selvatico In collina In pianura In riva al fiume Consigli utili: Vuoi un giardino autoctono ricco di fiori? Scegli il biancospino, il prugnolo selvatico, la rosa canina, l’evonimo, il pallon di maggio e il tiglio selvatico; Vuoi un giardino autoctono con specie da frutto? Scegli il ciliegio selvatico, il castagno, il nocciolo, il prugnolo selvatico, il sambuco; Vuoi un giardino autoctono utile per gli uccelli? Scegli il ciliegio selvatico, la rosa canina, il biancospino, lo spincervino, il sambuco; Vuoi un giardino autoctono che sia bello anche d’autunno o d’inverno? Scegli l’acero campestre, il carpino bianco, la rosa canina, il biancospino, il pallon di maggio, l’evonimo. Come mantenere un giardino in modo sostenibile Concimare Le piante per crescere utilizzano le sostanze minerali contenute nel terreno, come ad esempio l’azoto e il fosforo, che spesso sono disponibili in piccole quantità: è per questo che, per avere un giardino rigoglioso, l’uomo impiega fertilizzanti e ammendanti, ricchi di tali sostanze. Per tutelare l’ambiente nella cura del proprio giardino si possono utilizzare concimi naturali ed evitare l’uso di costosi e inquinanti fertilizzanti chimici. Anche il compostaggio domestico, ad esempio, può essere una utile pratica: nel composter i rifiuti organici come gli scarti da cucina (bucce di frutta, insalata, ...), decomponendosi e degradandosi, si trasformano in humus e liberano sostanze utili alla crescita delle piante. Il compostaggio ripercorre le stesse strade della natura, con il vantaggio di nutrire le piante riducendo i rifiuti organici. Innaffiare Un importante accorgimento riguarda l’utilizzo dell’acqua. L’acqua potabile, destinata al consumo umano, è una risorsa preziosa. Prima di arrivare nelle nostre case l’acqua viene estratta dalla falda, depurata e distribuita attraverso l’acquedotto. Questi passaggi richiedono un consumo di energia. Inoltre l’acqua è una risorsa sempre più limitata a causa dei cambiamenti climatici e dell’aumento dei consumi, pertanto il suo utilizzo dev’essere attento e responsabile. E’ possibile adottare alcuni accorgimenti per risparmiare l’acqua nella cura del giardino: utilizzare l’acqua piovana. Durante le piogge i tetti delle case ricevono una quantità notevole di acqua, che di solito viene convogliata nelle condutture fognarie e persa. Lo stoccaggio dell’acqua piovana è una soluzione pratica e vantaggiosa per avere una risorsa importante a disposizione e senza consumare energia. Sul mercato esistono diverse soluzioni che permettono di installare impianti per la raccolta delle acque piovane. I piccoli impianti utili per innaffiare l’orto o il giardino sono i più semplici, facilmente reperibili e installabili; innaffiare solo se necessario, preferibilmente di mattina o sera; utilizzare anche l’acqua di sciacquo della frutta e verdura; Un giardino sostenibile ha un valore in più perché oltre ad essere bello, riposante e ospitale, è un piccolo ecosistema in armonia con l’ambiente naturale del territorio. 47 47 48 GLOSSARIO ACHENIO frutto secco, che non si apre spontaneamente a maturazione contenente un unico seme. AUTOCTONO letteralmente “originario del luogo”; le specie autoctone sono quelle naturalmente presenti in un territorio. ALLOCTONO specie che proviene da un altro luogo, presente in un territorio al di fuori dell’areale naturale. Le specie naturalizzate AMENTO infiorescenza costituita da numerosi fiori unisessuali, disposti su un asse allungato e pendente, simile a una spiga. BRATTEA foglia modificata che protegge o sostiene il fiore o il frutto. CORIMBO infiorescenza nella quale i fiori, anche avendo differenti punti di inserzione, terminano tutti alla stessa altezza. DRUPA frutto carnoso con una parte esterna sottile (buccia), una parte centrale carnosa (polpa), ed una parte interna legnosa (nocciolo), che contiene al suo interno un unico seme osseo. ELIOFILA pianta che cresce in modo ottimale nei luoghi assolati. INFIORESCENZA insieme di più fiori, disposto su un asse fiorale privo di foglie. LAMINA parte sottile e appiattita della foglia nella quale avviene la fotosintesi. LENTICELLA fessura posta sulla corteccia di alcune piante che favorisce gli scambi gassosi con l’esterno. NERVATURA fascio vascolare presente sulla lamina che trasporta la linfa. PERICARPO parte del frutto che circonda e protegge il seme. PETALO foglia modificata che compone la corolla del fiore, di solito molto colorato e vistoso per attrarre gli insetti. PICCIOLO stelo che in diverse piante collega la foglia al ramo. Se il picciolo non è presente la foglia è detta sessile RACEMO infiorescenza costituita da un asse centrale sul quale si inseriscono in punti diversi i fiori con peduncoli di lunghezza uguale. SAMARA frutto secco contenente un solo seme che ha un pericarpo a forma di ala; se le ali sono due il frutto è una disamara. La funzione delle ali è di disperdere il seme con il vento e facilitarne la diffusione. SEPALO foglia modificata di colore verde che costituisce il calice del fiore. TEPALO elemento fiorale che deriva dalla fusione di petali e sepali. Parco Adda Nord Consorzio per la gestione Villa Gina - Concesa via Padre Benigno Calvi, 3 20056 Trezzo sull’Adda (MI) tel. 02 9091229 - 02 9090766 fax 02 9090096 www.parcoaddanord.it e-mail: [email protected]