ANNO 2 N° 2 Marzo/Aprile CSV Magazine Informazione e attualità del Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro 2008 Convegno: il Servizio Civile Volontario in Calabria Scuola Volontariato Progetto “reti di solidarietà” Testimonianze dei volontari del SCN CSV.net promuove il 5 x mille CSVM 2 2008 Periodico di informazione del CSV Catanzaro, Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro. Registrazione Tribunale di Catanzaro N° 8 del 10 settembre 2007 Anno 2 - numero 2 - marzo/aprile 2008 In questo numero: 3 Festa a “volontà” 4 PRIMO PIANO Scuola-Volontariato 6 Relazioni degli istituti aderenti al Progetto “Scuola Volontariato” 10 INTERVISTE Si è aperta una nuova stagione per il Co.Ge. Calabria 12 Non più barriere per i disabili 14 L’ANGOLO delle ASSOCIAZIONI Per dare voce al più piccolo granello di sabbia sulla Terra Direttore Editoriale: Caterina Salerno Direttore Responsabile: Benedetta Garofalo Gruppo di lavoro redazionale: Maria Bombara Pietro Caroleo Maria Cittadino Carla Cosco Carlo Crucitti Giulia Menniti Giuseppe Merante Stefano Morena Hanno collaborato a questo numero: Nunzia Coppedè (Fish Calabria), Elena Sodano (Ra.Gi.) Don Mimmo Battaglia, Maria Paola Romeo (Neomera) Fotografie: Carlo Crucitti, CSV Catanzaro, Associazione Ra.Gi. Fish Calabria, Progetto Grafico e impaginazione: Studio Pingitore.it Stampa: Grafiche Abramo, Catanzaro Editore: CSV Catanzaro Direzione e Redazione: CSV Catanzaro, Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro. Via Fontana Vecchia 88100 Catanzaro Tel. (+39) 0961.794607-794522 Fax. 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Per ulteriori dettagli contattare la redazione via e-mail: [email protected] o contattare il referente al n. 335.7808186. 16 17 18 Primo workshop per la “Neomera” Parte il corso di formazione per i volontari di Anteas, Antea e Interspei CSV.net promuove il 5 x mille 19 RIFLESSIONI L’universo frammentato e sfuggente del “nostro sociale” 20 SERVIZIO CIVILE NAZIONALE Convegno: il Servizio Civile Volontario in Calabria 22 Testimonianze dei volontari 27 FORMAZIONE Fund Raising. Formazione avanzata 28 CONSULENZA Il bilancio di missione e il bilancio sociale 30 RECENSIONI 31 Servizi del CSV di Catanzaro Foto di copertina, Carlo Crucitti CSVM 3 Festa a “volontà” i vive un clima diverso al Csv in questi giorni, dovuto al fermento e all’intensità con cui l’intero staff sta lavorando al “cantiere” che porterà alla realizzazione della Festa del Volontariato, giunta alla seconda edizione, che si terrà il 25 maggio presso il Parco della Biodiversità Mediterranea di Catanzaro. Quello che porta alla festa è un percorso che viene da lontano, e che ha come obbiettivo principale quello di dare visibilità, nella sua complessità, alla vasta gamma di attività che le associazioni realizzano sul territorio provinciale. Realtà ampie e variopinte, ramificate in molteplici ambiti, dalla cultura, allo sport e all’assistenza che molto spesso scelgono di operare in silenzio e nel più completo anonimato, preferendo orientare i propri sforzi a favore di chi vive situazioni difficili anziché distrarsi dietro a sterili pubblicità che a volte non approdano a nulla. Anche per tali motivazioni la scelta di realizzare tale evento ci ha creato alcune perplessità. Dubbi che sono stati affrontati nelle discussioni che in questo periodo, partendo dal confronto in seno al Comitato Direttivo del CSV, abbiamo avuto con le associazioni. Il filo conduttore che ha caratterizzato il confronto è stato centrato sulla necessità di dare visibilità e raccontare le esperienze realizzate sul territorio, al fine di renderle pubbliche e di evidenziare l’impegno comune del mondo dell’associazionismo a favore di una comunità viva e partecipata che sappia investire sull’operatività di risorse umane, volte ad ottenere il miglioramento della qualità della vita e a contribuire a dare speranza. La giornata del 25 è stata pensata come un momento di festa e di incontro, una giornata di eventi per la valorizzazione e promozione del volontariato. Come spazio da costruire, aperto a tutti e da condividere insieme alla cittadinanza. Il clima di festa ci consente anche di dare spazio a momenti di approfondimento rilevanti per il volontariato: quello della S Progettazione Sociale al mattino, e del Servizio Civile Volontario nel primo pomeriggio. Ad affrontare il primo tema in una logica di prospettiva, rispetto a quanto realizzato dalle OdV, interverrà il Presidente di Csv.net Marco Granelli, che si soffermerà su “gli interventi previsti dai fondi destinati alla Progettazione Sociale”, ovvero sugli interventi che incideranno in maniera significativa sul sistema del volontariato del nostro territorio. Il secondo momento sul servizio civile si incentrerà sull’esperienza che i ragazzi coinvolti nel progetto “Reti di Solidarietà” stanno realizzando presso le Associazioni di volontariato coinvolte, e che si configura come “scuola di vita” per i giovani interessati. I “racconti” dei volontari rappresentano un momento unico e introducono gli interventi istituzionali. La giornata si concluderà con una serie di concerti musicali che contribuiranno a dare all’evento una forte caratterizzazione, e a coinvolgere e sensibilizzare il mondo giovanile sui temi dell’impegno e della solidarietà. Concludendo, l’augurio che faccio a tutti noi è che la giornata del 25 maggio rappresenti un momento di partecipazione e di forte coesione sociale, in una prospettiva di rafforzamento del “sistema” volontariato del nostro territorio. Con l’attivazione di sinergie positive, che permettono di generare risultati rilevanti, siamo infatti più consapevoli del ruolo che il nostro agire quotidiano di volontari può avere per il rafforzamento delle relazioni e la promozione dei diritti delle persone e del “bene comune”. Buona Festa a tutti! Avv. Caterina Salerno Presidente CSV Catanzaro CSVM 4 Carla Cosco Referente Area Promozione CSV Catanzaro primo piano Scuola-Volontariato M aggio presenterà, per il mondo del volontariato della Provincia di Catanzaro, un momento estremamente importante di incontro e confronto. Si tratta della seconda Festa Provinciale del Volontariato, che si articolerà in due giornate: il 22 maggio si terrà una manifestazione destinata alle scuole e il 25 maggio sarà il momento del “Volontariato in Festa”. Per quanto concerne la prima giornata, si svolgerà, presso l’Auditorium Casalinuovo, la premiazione delle cinque scuole che hanno aderito al concorso “Giovani e volontariato anno 2007/2008”, nell’ambito del progetto Scuola e Volontariato, indetto dal Centro Servizi al Volontariato in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale. Saranno premiate le scuole: Istituti Comprensivi di Guardavalle, Taverna, Botricello, la Scuola Media Statale “Ugo Foscolo” di Soverato e la “Mattia Preti” di S. Maria di Catanzaro. All’appuntamento con la seconda edi- zione della Festa Provinciale del Volontariato, gli alunni di questi Istituti di istruzione secondaria di primo grado giungeranno senz’altro con il loro bagaglio di esperienze vissute a contatto con i più deboli. La Festa del Volontariato, però, non rappresenta solamente un momento di incontro e di condivisione tra studenti, bensì una preziosa opportunità di crescita per l’intero territorio, che nasconde a fatica il suo bisogno di sociale. Il concetto di “sociale”, infatti, abbraccia tutti coloro che si rapportano ad una collettività, ad un “altro” rispetto a sé; da ciò deriva, dunque, la necessità di pensare ad un sociale coinvolgente, che sappia esternare i risultati ottenuti sul campo, attraverso il resoconto del lavoro svolto, non con poche difficoltà, dagli operatori del settore. E visto che nel mondo del sociale nulla può essere improvvisato, per la Festa del Volontariato del 25 maggio al Parco della Biodiversità ci si è rivolti alla com- petenza ed alla professionalità di soggetti che ricoprono incarichi istituzionali nell’ambito della progettazione sociale, del servizio civile e delle prospettive perseguite dal volontariato. La scelta della localizzazione delle Festa del Volontariato è scaturita dal desiderio di avere a disposizione uno spazio sufficientemente ampio da accogliere la “popolazione” del volontariato, insieme alle persone che nel fine settimana popolano il parco, creando l’opportunità di dialogo e di scambio di esperienza e di saperi. Il parco sarà disseminato dalle testimonianze delle Organizzazioni di Volontariato, attraverso la distribuzione di materiale informativo e non solo. L’animazione della giornata sarà, infatti, curata dalle OdV, dal teatro per i bambini alla giocoleria, dai trapezisti al teatro di strada, alle dimostrazioni di Protezione Civile, e così via fino ad arrivare ai concerti di fine serata, che vedranno alternarsi sul palco gruppi di CSVM 5 primo piano spicco come i “Ladri di Carrozzelle” e giovani talenti catanzaresi. Per lanciare messaggi significativi non necessariamente bisogna ricorrere a modalità comunicative formali e istituzionali. Anche il divertirsi insieme può essere veicolo per testimoniare l’impegno e per stimolare interesse e partecipazione. Ma il volontariato non è solo divertimento, è anche riflessione e confronto, aspetti che saranno evidenziati negli incontri che si terranno presso l’anfiteatro del Parco. Si affronteranno, infatti, due argomenti di rilievo per le OdV e non solo. L’incontro della mattina verterà sul tema Progettazione sociale: opportunità, risorsa o strumento per il volontariato. Si fa riferimento al fatto che la progettazione sociale non è solo uno strumento per finanziare iniziative, ma può diventare una modalità operativa. L’attività non programmata rischia di essere estemporanea, inefficace e non produce buone prassi. “Progettazione sociale” è anche uno strumento per fare rete, sociale e solidale. Queste tematiche saranno sviluppate anche grazie all’esperienza di quelle Organizzazioni di Volontariato, che dal settembre 2007 stanno portando avanti i progetti finanziati con il Bando Progettazione Sociale 2005/2006, indetto dal Centro Servizi al Volontariato della Provincia di Catanzaro. La loro testimonianza fornirà elementi per verificare punti di forza e criticità, per riflettere con altre OdV in merito alle difficoltà che questa opportunità comporta, per comprendere come utilizzare al meglio tale strumento. Gli interventi del Presidente del CSV La Festa del Volontariato, però, non rappresenta solamente un momento di incontro e di condivisione tra studenti, bensì una preziosa opportunità di crescita per l’intero territorio... di Catanzaro Caterina Salerno (in merito all’analisi dei dati rilevati dal monitoraggio dei progetti) del Presidente di CSV.net Marco Granelli (sulle prospettive e le opportunità futu- re) e del Presidente del Co.Ge. Calabria Egidio Chiarella (che trarrà le conclusioni) forniranno informazioni complete e dettagliate, a chiunque abbia già intrapreso la strada della progettazione sociale o a chi intende usufruire di questo risorsa in futuro. L’incontro del pomeriggio è incentrato sul tema del Servizio Civile Nazionale. Anche in questo caso il racconto è lasciato ai giovani che stanno vivendo questa esperienza presso le OdV, che compongono il CSV e che sono sedi accreditate. I destinatari del messagio sono ragazzi e ragazze intenzionate a fare in futuro questa esperienza o chiunque desideri, semplicemente, saperne di più. Il SCN è un’esperienza che cambia la vita, a maggior ragione se la si fa a stretto contatto col disagio, il bisogno, l’emarginazione, la solitudine. La richiesta di vivere per un anno questo tipo di esperienza deve partire dalla consapevolezza che sarà un anno di profonda crescita, umana e culturale. Anche in questo secondo incontro non mancherà il contributo di rappresentanti istituzionali, i quali integreranno con informazioni ufficiali i contenuti dell’incontro. Interverranno, infatti, Vito Samà, in qualità di Responsabile Ufficio Servizio Civile della Regione Calabria, e Diego Cipriani, Direttore Generale dell’Ufficio Nazionale del Servizio Civile. L’impegno e la fatica nell’organizzare l’evento non sono mancati, il resto lo dovrà fare il cittadino, volontario o meno che sia, attraverso la partecipazione ed il coinvolgimento attivi. CSVM 6 primo piano RELAZIONI DEGLI ISTITUTI PARTECIPANTI AL PROGETTO “SCUOLA-VOLONTARIATO” Scuola media di Guardavalle Relazione dell’Associazione A.C.A.T. di Chiaravalle N ell’ambito del progetto “Scuole e Volontariato”, si è tenuto un incontro fra i ragazzi della scuola Media di Guardavalle ed un esponente del mondo del volontariato, sig.ra M. G. Parisi. Si tratta dell’Associazione dei Club Alcolisti in trattamento (ACAT), che opera da oltre venti anni nel territorio di Chiaravalle e Paesi vicini. Il lavoro dei CAT è rivolto sia alla promozione della salute e di uno stile di vita sano e libero da uso di sostanze alcoliche (indirizzato soprattutto agli adolescenti) che all’aiuto e riabilitazione delle famiglie, al cui interno esistono già problemi alcol-correlati. L’incontro è stato molto proficuo, in quanto si sono toccati i principi umani e di solidarietà su cui si basa il Volontariato, ponendo l’accento sul concetto “Tutti siamo responsabili di tutti”. Il dibattito è stato particolarmente interessante e animato quando si è discusso il tema “Alcol tra i giovani” e l’uso personale che ogni ragazzo quotidianamente ne fa, sia all’interno della famiglia che in gruppo. Di conseguenza, sono stati approfonditi i concetti di danno, dipendenza, e dei problemi sociali ed umani che l’alcol può provocare. Ci si è lasciati con l’auspicio che tale esperienza, a nostro avviso molto positiva, venga ripetuta in futuro. Maria Grazia Parisi Chiaravalle, 24/04/2008 Scuola Media Statale “Fiorentino” Lamezia Terme A nche quest’anno il Centro Sevizi del Volontariato di Catanzaro ha organizzato, nell’ambito della festa del Volontariato dedicata alle scuole, che si svolge il 22 maggio 2008 a Catanzaro, una iniziativa di Sensibilizzazione nelle scuole, invitate a preparare un lavoro espressivo durante l’anno scolastico ed a presentarlo in tale occasione. L’esperienza, già sperimentata lo scorso anno, ha portato ricadute importanti poiché le scuole coinvolte hanno presentato in occasione della festa del volontariato dell’anno 2007 i loro lavori attraverso espressioni diverse molto belle e autentiche. Tra queste scuole c’era anche la Scuola Media Fiorentino Statale di Lamezia Terme che ha portato un lavoro molto bello e sulla scia dello stesso è stata coinvolta nuovamente per il corrente anno. Il 27 marzo 2008 insieme alla referente del Centro Servizi del Volontariato abbiamo incontrato i ragazzi per vedere a che punto erano i lavori da loro svolti e, in quella occasione, sono andata anch’io come Rappresentante del Coordinamento Regionale Alogon, un’associazione di volontariato regionale che opera in particolare nella provincia di Catanzaro ed CSVM 7 primo piano ha sede in Lamezia Terme, al fine di inserire un elemento in più in questo processo educativo per le scuole, quello di coinvolgere le Associazioni del territorio e farle conoscere. L’incontro è stato molto interessante perché i ragazzi avevano ancora dentro di loro l’entusiasmo e un po’ di nostalgia dell’esperienza trascorsa, ma nello stesso tempo erano in grande difficoltà perché per quest’anno concretamente non sono riusciti a preparare nulla. La professoressa che era con loro, a causa di un lungo periodo di pausa dall’insegnamento, era appena rientrata ed era all’oscuro del lavoro che i suoi alunni avrebbero dovuto svolgere. La discussione che è seguita è stata molto concreta e difficoltosa perché i ragazzi si sono ritrovati a dover prendere una decisione molto difficile e importante, ossia, preparare qualcosa in tempi stretti o dover rinunciare al progetto. I ragazzi erano spinti a presentare comunque qualcosa ma nello stesso tempo avevano paura che quel qualcosa, proprio perché era stato preparato in fretta, non ottenesse gli stessi risultati e la stessa ricaduta del lavoro fato l’anno precedente. Dall’altra parte, stimolati dall’insegnante che ricordava loro alcune date e scadenze, avevano timore di non poter svolgere l’attività, poiché davanti a loro vi era un periodo di vacanze e di attività scolastiche importanti. Infatti negli ultimi mesi di scuola erano previste le vacanze legate alle elezioni e la gita di fine anno. Ci siamo lasciati con la promessa che avrebbero potuto preparar qualche lavoretto per il progetto, ma in seguito hanno comunicato la loro rinuncia. Tutto questo porta ad una riflessione, la scuola è un agenzia educativa che ha il compito di sollecitare l’espressività e il coinvolgimento degli alunni. Il volontariato è una proposta altamente educativa poiché non è compromessa da interessi economici e lucrativi e promuove concetti di solidarietà, cittadinanza attiva, il dono e la gratuità. Sono valori molto importanti nei processi educativi degli alunni che possano diventare elementi di crescita per i giovani e per gli adulti e per tutta la società. Molto importante comunque è che il lavoro di sensibilizzazione e di coinvolgimento continui, ed è altrettanto importante che entrino in rete nei processi educativi le Associazioni di Volontariato presenti nei territori scolastici, perché l’esperienza partita dal Centro di Servizio del Volontariato di Catanzaro sia restituita nel tempo alle Associazioni del Territorio, attraverso una rete attiva di scambio di opinioni ed espressioni e confronto al fine di attivare un processo educativo importante. Scuola media statale “Mattia Preti” Santa Maria di Catanzaro G iorno 13 marzo alle ore 12:00 l’associazione Spazio Aperto, insieme alle volontarie del Servizio Civile della Fondazione Città Solidale onlus, ha partecipato all’incontro realizzato dal CSV di Catanzaro presso l’Istituto Mattia Preti. L’incontro si è basato sul valore e significato del volontariato nel dare loro uno stimolo ad aderire a questa esperienza nell’aiuto verso il prossimo, attraverso l’esperienza dell’associazione Spazio Aperto e delle volontarie. L’incontro è stato efficace, infatti i ragazzi sono stati attenti e curiosi, intervenendo con continue domande sul tema trattato. I risultati sono stati soddisfacenti, essendo stato centrato in pieno, il significato del ruolo del volontariato. Ci sono stati diversi interventi; maggiormente ci ha colpito un ragazzo che ha raccontato la sua esperienza personale riguardante un suo compagno con problemi psico-fisici. L’approccio iniziale si basava su un forte senso di paura ma col passare del tempo ha capito che aiutare un compagno in difficoltà, significava aiutare se stesso, cogliendo il vero significato di fare volontariato. Vista la partecipazione attiva abbiamo capito che gli incontri nelle diverse scuole potrebbe essere strumento di grande aiuto a sensibilizzare, e formare i giovani a partire dai ragazzi della scuola media. L’Associazione “Vita Preziosa” incontra i bambini e gli adolescenti di Taverna L ’Associazione “Vita Preziosa” quest’anno si è voluta impegnare in un atto di sensibilizzazione più incisivo nei confronti dei giovanissimi avendo la consapevolezza che si tratta di persone attente a tutto ciò che viene loro proposto. Partendo dal presupposto che la conoscenza aiuta ad avere un diverso atteggiamento verso nuove problematiche, si sta portando avanti un progetto che coinvolge le scuole primaria e secondaria del territorio. Convinti che lavorare insieme arricchisce sia l’ Associazione perché si apre a nuove proposte, sia la scuola che ha l’opportunità di aprirsi a mondi differenti da essa, si è ricercata la disponibilità dei due Dirigenti Scolastici, la prof.ssa Raffaela Vaccaro per la scuola primaria dell’Istituto Comprensivo N° 1 e il prof. Giovanni Canino per la scuola secondaria dell’Istituto Comprensivo N° 2. La competenza che può trasmettere la scuola è basilare per una migliore educazione alla solidarietà, gli argomenti sono stati trattati con obiettivi mirati dai docenti nello svolgimento dei progetti per promuovere nel bambino e nell’adolescente il rispetto dell’altro, anche se “diverso”. Gia nel 2007 l’ Associazione aveva contattato i Dirigenti, e l’’Istituto comprensivo N°2 aveva dimostrato di essere attento al tema della disabilità con l’acquisto di tre DVD che raccontano storie vere di persone che vivono situazioni particolari. Nel corso di quest’anno scolastico, in ogni singola classe, ogni docente ha avuto cura di proporre in modo semplice la delicata condizione del disagio. Nei giorni 11/12/18/19 del mese di Marzo, tutti gli alunni della scuola primaria e gli alunni delle seconde classi della scuola secondaria di I° grado, sono stati accompagnati nei locali della sede dell’ Associazione “Vita Preziosa” per visionare i films “Pippo e Paola” di Jan CSVM 8 primo piano Marisa Nicoletta e Daniela Garofalo per l’Associazione Vita Preziosa Istituto comprensivo di Botricello Cronaca di Una giornata da Volontario I l Centro Servizi al Volontariato della Provincia di Catanzaro, ha promosso una serie di incontri avente come obiettivo quello di promuovere un’azione che, attraverso la comunicazione, sensibilizzi i giovani sul tema del Volontariato. Nei locali dell’auditorium dell’Istituto Comprensivo Statale di Botricello, che partecipa al Progetto “Giovani e Volontariato”, Giovedì 27 Marzo 2008, con le classi del terzo anno ed alcuni loro insegnanti, si è tenuto un incontro al quale hanno partecipato l’Ing. Luigi La Porta in qualità di presidente dell’ “Associazione Mani Tese - Gruppo di Volontariato Cropanese” ed il Volontario Senior Franco Colosimo. Carla Cosco intervista alcuni studenti partecipanti al progetto. Gissberg, mediateca Ledha, per i più piccoli, e “Piero e gli altri” di Davide Del Boca e Piero Motta, mediateca Ledha, per i più grandi. È stato emozionante accogliere i giovanissimi in una sede in cui generalmente vengono trattati argomenti molto forti ma dove con forza si vogliono mettere in evidenza i diritti delle persone più deboli. Ci si è resi conto, ancora di più, che il complesso rapporto che esiste tra il mondo degli adulti e il mondo dei più giovani è un rapporto fondamentale, da valorizzare e su cui investire perché in esso sta la coesione tra presente e futuro. I ragazzi, da parte loro, sono stati curiosi, spontanei, attenti, interessati, sensibili e disponibili alle analisi e alle conversazioni che ne sono scaturite. La loro sensibilità ha reso facile il lavoro degli adulti, sono state necessarie poche spiegazioni di fronte a intelligenze vive che hanno subito colto i dettagli di ciò che hanno visto. La preoccupazione di noi adulti di metterli dinanzi a problemi più grandi di loro è sparita nel momento in cui hanno cominciato a fare domande e considerazioni attinenti al problema della diversità e del disagio, dimostrando ancora una volta la sete di ascolto che gli studenti hanno di fronte ad esperienze vissute e concrete. La collaborazione tra Associazione e Scuola non è ancora conclusa, è previsto infatti nel mese di Maggio un nuovo momento d’incontro, di cui riferiremo. L’incontro è stato aperto dalla Dott.ssa Mariateresa Salerno, che ha moderato gli interventi coinvolgendo direttamente gli studenti: ha spiegato diverse temi inerenti il pregiudizio, le diversità ecc. Successivamente, il presidente LaPorta ha preso la parola, cercando di spiegare l’importanza dell’essere volontario e come farlo; evidenziando che le azioni di volontariato si possono diversificare in base all’ambiente in cui si vive e si opera prendendo ad esempio come la realtà delle grandi città possa essere diversa da quella delle province. Ha voluto, inoltre, sottolineare, come sia importante riuscire ad avere dei punti di riferimento, quali le associazioni o i gruppi di volontari, in modo da potersi confrontare con le persone che vivono direttamente esperienze di volontariato e poter crescere insieme. Come esempio di attività di volontariato il Presidente La Porta ha presentato alcune iniziative svolte dai volontari dell’Associazione “Mani Tese”, tra le quali: - la creazione di una biblioteca: sottolineando l’importanza di come uno spazio comune di incontro e di cultura possa essere uno strumento di integra- CSVM 9 primo piano zione; - la distribuzione di generi alimentari come strumento di sostegno alle persone e/o famiglie indigenti - Realizzazione di attività culturali da utilizzare come canale di integrazione sociale e culturale. Tale intervento ha attratto l’interesse degli studenti, che hanno dimostrato molta attenzione e curiosità. Prendendo di nuovo la parola, Mariateresa Salerno ribadisce il concetto dell’importanza del volontariato in ogni sua forma, e richiamando il concetto delle diverse realtà e bisogni, introduce il Volontario Senior Franco Colosimo, invitandolo a raccontarci le proprie esperienze vissute nelle diverse realtà del nostro mondo. La commozione negli occhi di Colosimo, nel trovarsi di fronte a tanti giovani affamati di conoscenza, è molto alta e contagiosa, e per quasi dieci minuti l’auditorium risuona di applausi e commozione, infine nonno Franco prende la parola e incomincia a raccontare della propria “Missione in Palestina”. Dopo un attento ascolto delle esperienze vissute, i ragazzi formulano diverse domande ai loro interlocutori, la più ricorrente: “Come faccio a diventare un Volontario?”. La risposta spontanea e più idonea, quella di Nonno Franco: “Segui il tuo cuore!” L’incontro si conclude con un arricchimento da parte di tutti. Ing. Luigi LaPorta Presidente Ass.ne Mani Tese - Gruppo di Volontariato Cropanese D esidero iniziare queste mie riflessioni con un ringraziamento, forse banale, ma sicuramente sentito, per la Redazione di CSV Magazine che mi ha concesso lo spazio per pubblicare questo contributo, certamente modesto, non essendo io uno scrittore di chiara fama. Scrivo, a volte, per fissare sulla carta delle emozioni, dei ricordi, degli episodi che hanno segnato la mia vita vissuta intensamente e costellata di eventi esaltanti e qualche volta, purtroppo, tragici. Oggi, però, desidero dirvi qualcosa riguardante non il passato, ormai lonta- no ma mai dimenticato, ma un presente che dedico con immutata passione ai giovanissimi, ai protagonisti di un futuro prossimo che si preannuncia irto di problemi e di pericoli. Cosa dico? Racconto dei miei tentativi di regalare un sorriso, un minimo di serenità a chi non è mai riuscito ad averlo. Lo racconto nelle aule scolastiche ed in altri convegni, quale quelli tenuti a Roma di fronte agli ambasciatori dei paesi in via di sviluppo. I primi sono certamente i più gratificanti ed efficaci nello stimolare la crescita e la formazione dei nostri giovani indirizzandoli verso la solidarietà vissuta. Tanti, tantissimi mi formulano domande, mi chiedono consigli su come seguirmi, su come comportarsi. Io do loro la stessa risposta che ho sempre dato a me stesso: “Segui il tuo cuore!” Dico loro che solo così ci si può sentire soddisfatti di se stessi e delle proprie azioni, liberi da ogni forma di egoismo! Sono, ormai, un volontario Senior di nome e di fatto e l’augurio che rivolgo a me stesso è di esserlo fino in fondo, cercando di donare un sorriso, di tendere una mano senza riserve. Grazie ancora. Franco Colosimo Volontario Senior CSVM 10 Benedetta Garofalo Addetta stampa CSV Catanzaro Interviste Si è aperta una nuova stagione per il Co.Ge. Calabria Stefano Morena e Caterina Salerno all’incontro per il Coordinamento Regionale dei CSV. I l nuovo Comitato di Gestione regionale (il cosiddetto Co.Ge.) che si è ricomposto l’11 febbraio scorso, avente il compito di gestire i fondi speciali che la legge n. 266 dell’11 agosto 1991, all’articolo 15, destina al volontariato, è già al lavoro. Con la nomina dei quindici componenti che metteranno mano alla nuova programmazione del prossimo biennio di attività, si è dato, dunque, rinnovamento ad un sistema articolato sul piano territoriale ed istituzionale che ha lo scopo di offrire sostegno alle organizzazioni di volontariato ed ai Centri di Servizio a cui esse fanno riferimento. Pertanto, sull’avvertita esigenza di “mettere in rete” il Co.Ge. ed i cinque CSV regionali, ha fatto leva il riconfermato presidente del Comitato Egidio Chiarella, che ha reso un’intervista al “CSV Magazine”. Il presidente del Comitato di Gestione Egidio Chiarella auspica la “messa in rete” tra il Co.Ge. e i Centri di Servizio al Volontariato Presidente Chiarella, quale nuova stagione di riforme si prospetta per il mondo del volontariato regionale con il rinnovo del Co.Ge.? Esprimo, intanto, la mia soddisfazione per la composizione del nuovo Comitato, che si è arricchito dell’innesto di personalità del mondo del volontariato, dell’Università e di Confindustria. Il Co.Ge è un organismo importantissimo che ha dei compiti ben precisi da assolvere, e che non sono contrapposti a quelli dei Centri di Servizio. In questi anni, infatti, abbiamo sempre operato con la finalità di mettere in rete l’operatività dei CSV e l’attività di controllo del Comitato stesso. Quali sono stati i risultati raggiunti dal Comitato regionale in sei anni di operato? Tenendo conto del fatto che il primo CSVM 11 Interviste biennio è servito ad organizzare il lavoro, nei successivi quattro anni sono stati tanti i risultati ottenuti, specie se si considera che mai prima in Calabria si era registrata la volontà politica di istituire i Centri di Servizio. È un compito che abbiamo assunto e portato a termine non senza fatica, viste le difficoltà che si incontrano nell’operare in una regione già di per sé così complicata. Aver reso possibile in ogni provincia l’apertura dei Centri di Servizio equivale, infatti, all’aver dato avvio ad un’importante fase culturale che non può che far bene al volontariato: ed è la prima volta che, con l’istituzione di questi organismi, molte associazioni di volontariato hanno ottenuto servizi, assistenza e formazione, oltre che l’opportunità di promuovere momenti della loro attività. Pertanto, i quattro pilastri- formazione, promozione, assistenza e stimolo all’attività - che fanno da corollario alla legge 266/91, sono stati esplicati al massimo delle possibilità: il Co.Ge ha assegnato ai Centri di Servizio somme abbastanza significative, e a loro volta i Centri di Servizio hanno speso con oculatezza tali risorse, anche attraverso la progettazione di bandi sociali che hanno dato risultati interessanti. È nostro intento, poi, stimolare l’adesione ai bandi, con un proprio progetto, da parte delle associazioni: e le somme derivanti dalla Fondazione per il Sud fanno ben sperare nell’ampliamento di questa possibilità di intervento. Del resto, nello svolgere tale compito, il Comitato di Gestione non ha supplito all’assenza delle istituzioni, ma ha sicuramente fornito risposte concrete al volontariato. Non si può di certo negare, però, che le istituzioni calabresi non si siano adoperate molto a favore del sociale. Basti pensare alla legge regionale… Già, la legge 328 non ha ancora le linee guida, e il piano sociale è al vaglio della commissione. Ogni cosa sembra dover essere rivendicata, e lo stesso Consiglio regionale non mi mette nelle condizioni di poter dare un contributo all’approvazione del piano sociale, dimostrando di non avere la sensibilità politica necessaria per intervenire in maniera incisiva nel settore. Di fatto, quindi, voi del Co.Ge vi sostituite alle istituzioni… Il nostro impegno - che trova concorde il segretario nazionale della Consulta dei Co.Ge, Roberto Giusti – è volto a dar seguito ad un’azione politica più forte sul territorio, al fine di stimolare l’approvazione del piano sociale da parte della Regione e degli altri enti preposti (quali sto ritardo perché si ritrovano a dover svolgere un lavoro di tipo pedagogico, volto ad evitare che il volontariato possa essere confuso con attività a pagamento “mascherate”. Il rischio che ciò avvenga si registra comunque, specie in quelle realtà in cui manca una cultura di base del volontariato: e in tali casi, proprio l’intervento dei Centri di Servizio può servire a rafforzare il concetto di servizio verso il mondo del sociale. Quanto più cresce, infatti, la sensibilità nei riguardi di tali tematiche, tanto più i risultati sul territorio saranno legati ai principi di efficienza, di efficacia e di legalità. Il Presidente del Co.Ge. Calabria, Egidio Chiarella le Province, destinatarie delle deleghe della Regione con cui potranno presto esercitare funzioni dirette nel campo del sociale). Quali sono le priorità che il Co.Ge si propone di realizzare con la nuova programmazione? Vi sono due aspetti della stessa priorità: innanzitutto, quello di sollecitare il mondo del volontariato a non stare dietro l’angolo e a non essere al servizio del personaggio politico di turno, affinché si faccia portatore dei disagi e delle debolezze del territorio. In secondo luogo, ci adopereremo in modo che il volontariato ottenga i servizi, l’assistenza e gli strumenti che gli consentono di attuare i progetti che verranno proposti in campo sociale, culturale ed ambientale. Il Comitato di Gestione ed i Centri di Servizio non possono, infatti, lasciare soli o rendere “ricattabili”, né usati per fini non nobili, i soggetti legati al mondo del volontariato. È mia intenzione, a tal proposito, avanzare la proposta di una Conferenza regionale sul Volontariato che serva a comprendere quali settori o processi possano essere intesi come priorità rispetto ad altre situazioni. Nonostante il ritardo con il quale i Centri di Servizio calabresi hanno iniziato ad essere operativi rispetto ad altre regioni d’Italia, sono stati comunque raggiunti risultati lusinghieri in questi ultimi anni? Sicuramente i risultati ottenuti sono eccellenti, se si considera il fatto che in Calabria si è partiti con dieci anni di ritardo. I Centri di Servizio calabresi hanno saputo monitorare, infatti, la realtà di loro competenza - oltre che indirizzare le energie verso momenti di formazione, promozione ed assistenza - ma forse continuano a pagare ancora que- Oltre alle fondazioni bancarie, è prevista la compartecipazione di altri soggetti nell’attività di finanziamento dei Centri di Servizio? Si, non sono vietati momenti di presentazione dei progetti in cui vi siano compartecipazioni di fondazioni di natura diversa e degli enti pubblici: a tal proposito, sarebbe proprio auspicabile che i Centri di Servizio siglassero con le Province un protocollo d’intesa, così come è già stato fatto a Crotone, in modo che si possa pensare ad un bando in cui la partecipazione al progetto non sia legata ai fondi che dà il Centro di Servizio, ma a fondi provenienti da realtà istituzionali diverse. Forse le difficoltà maggiori che i Centri di Servizio incontrano non sono legate ai finanziamenti, ma alle modalità con cui risvegliare l’interesse per il sociale… Proprio così. I soldi, paradossalmente, molte volte ci sono. Ma occorre capire che essi vadano spesi in un certo modo, nel rispetto dei criteri di efficienza, efficacia e di legalità. È necessario, dunque, che ognuno di noi vigili in questo settore. Lo stesso Comitato di Gestione, che io presiedo, non è la controparte dei Centri di Servizio né del mondo del volontariato: ma spesso è la cultura di fondo calabrese che non aiuta a lavorare al meglio, perché c’è sempre il sospetto che “qualcuno nasconda qualcosa”, anche quando si opera bene. Ma proprio per questo, la scommessa diventa più intrigante per tutti coloro che devono adoperarsi affinché i risultati arrivino. Di seguito i nomi dei nuovi componenti del Comitato di Gestione: Egidio Chiarella, Presidente Lorenzo Maria Di Napoli, Vicepresidente Mario Cortese, Segretario Membri del Comitato: Francesco Bavasso, Francesco Cosentini, Pietro Fantozzi, Dario Lamanna, Vincenzo Linarello, Raffaele Montagna, Sergio Principe, Claudio Reali, Francesco Rigitano, Tiziana Romeo, Giuseppe Varacalli. CSVM 12 Benedetta Garofalo Addetta stampa CSV Catanzaro Uno sguardo su... Non più barriere per i disabili Viaggio nel mondo della disabilità. Parte prima Nunzia Coppedè con le sue collaboratrici della Fish Calabria Katia Cortese e Stefania Mastroianni. N unzia Coppedè, vicepresidente del Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro, riserva molte speranze nella Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità firmata lo scorso anno a New York. Per la prima volta, infatti, gli Stati Parti hanno ratificato un accordo che tiene conto delle innumerevoli esigenze delle persone disabili, riconoscendo, all’articolo 5, “…che tutte le persone sono uguali di fronte e sotto la legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, a uguale protezione e uguale beneficio della legge”. Pertanto, in attesa di divenire legge anche in Italia, la Convenzione di New York, redatta da ottocento disabili Nunzia Coppedè, vicepresidente del CSV della provincia di Catanzaro, illustra i contenuti della Convenzione di New York (hanno, altresì, partecipato alla stesura del testo gli italiani Giampiero Griffo e Pietro Barbieri), propone l’abbattimento di tutte le barriere architettoniche, mentali e strutturali, che ancora oggi impediscono ai disabili di vivere in maniera indipendente e di partecipare attivamente allo sviluppo della società. E di poter superare i limiti derivanti dai contesti di natura sociale e culturale (che hanno contribuito a minare la loro autostima) attraverso un processo di ricostruzione volto ad acquisire la consapevolezza delle proprie capacità ed abilità (il cosiddetto “empowerment”). La stessa Coppedè, da anni attiva nel campo della promozione sociale nonostante la disabilità da cui è affetta, è CSVM 13 Uno sguardo su... ben consapevole della situazione di svantaggio che si accompagna alla malattia - motoria, sensoriale, psichica o psicofisica che sia: ed al tempo stesso insiste sull’importanza strategica che l’incontro con altri disabili e con organizzazioni di volontariato può assumere per la persona con handicap, la cui crescita è solitamente interrotta dall’iperprotezione familiare e dalla mancanza di esperienze socializzanti. Specie all’interno di un contesto assai limitativo come quello regionale: “In Italia, ma soprattutto in Calabria, siamo ancora molto lontani dal dare attuazione al modello sociale (e non “medicalizzato”) che propone la Convenzione - afferma Nunzia Coppedè - Nei cinquanta articoli di cui è composta la Convenzione, infatti, il concetto di disabilità supera l’ottica della malattia, e garantisce la tutela di tutti quei diritti attraverso i quali anche il portatore di handicap ha l’opportunità di vivere un’esistenza di qualità. Da noi, invece, non esiste una programmazione complessiva che tenga conto dei vari bisogni”. E di procedimenti “a macchie di leopardo” Nunzia Coppedé ne ha visti proprio parecchi, ed a tutti i livelli della disabilità: “Nella realtà regionale e provinciale non è previsto alcun tipo di sostegno alle famiglie (con la conseguenza che, prima o poi, la famiglia del disabile “scoppia”) né, soprattutto, di sostegno “alle persone”- prosegue In Italia, ma soprattutto in Calabria, siamo ancora molto lontani dal dare attuazione al modello sociale... amareggiata - Se non c’è nessuno che possa aiutare il disabile a mangiare, a vestirsi e ad andare al bagno, è normale, infatti, che siano i familiari a svolgere questo servizio. Ma così facendo, la famiglia “esce fuori” dal proprio ruolo e vive una situazione insostenibile”. Né, tantomeno, tutti i servizi possono essere delegati al volontariato, nonostante il vivace mondo dell’associazionismo si ritrovi spesso obbligato a sostituirsi alle istituzioni. La stessa “Fish” Calabria presieduta dalla Coppedè (alla quale aderiscono altre associazioni di volontariato e di promozione sociale), ricerca da tempo, senza mai trovarlo, un confronto diretto con gli interlocutori: “Del resto, a loro basta una semplice pennellata per cancellare mesi o addirittura anni di lavoro” - risponde laconica. Esiste, poi, un’altra delicata questione che la Convenzione tratta con garbo e rispetto: quella della “pluridisabilità” delle donne, che in quanto tali ed in quanto disabili, sono soggette a discriminazioni multiple (articolo 6 Conv.): esse continuano ad essere viste nell’ambito sociale e lavorativo come persone asessuate affette da disabilità, e proprio per questo vanno incontro ad una serie di violenze davvero riprovevoli, in Calabria come nel resto del mondo. “Non è un mistero per nessuno il fatto che le donne disabili vengano abusate, anche all’interno delle proprie famiglie. Basti pensare che in alcuni Paesi sono addirittura sottoposte ad operazione per essere private della possibilità di diventare madri - continua la Coppedè - Abbiamo compiuto diverse ricerche e progetti a livello europeo su tale argomento, e ne è venuta fuori l’estrema vergogna delle donne a confessare la violenza subita in ambito familiare, all’interno delle strutture sanitarie ed anche da parte dei loro assistenti personali. Ma il triste fenomeno, purtroppo, si ripete di frequente anche qui da noi. Nonostante si tenda a tenerlo più nascosto”. I contenuti della Convenzione di New York Lo scopo della Convenzione è quello di promuovere, proteggere e assicurare il pieno ed eguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e di promuovere il rispetto per la loro inerente dignità. Tale finalità viene perseguita attenendosi ai principi del rispetto per la dignità intrinseca, l’autonomia individuale e l’indipendenza delle persone; della non discriminazione; della piena ed effettiva partecipazione e inclusione all’interno della società; del rispetto per la differenza e l’accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell’umanità stessa; dell’eguaglianza di opportunità; dell’accessibilità; della parità fra uomini e donne; del rispetto per lo sviluppo delle capacità dei bambini con disabilità e del rispetto per il diritto dei bambini con disabilità a preservare le loro identità (articolo 3). Nello specifico, gli Stati Parte di questa Convenzione (firmata nel mese di marzo del 2007 a New York) riconoscono l’eguale diritto di tutte le persone con disabilità a vivere nella comunità, in pari condizioni di scelta rispetto agli altri, assicurando che “…abbiano accesso ad una serie di servizi di sostegno domiciliare, residenziale o di comunità, compresa l’assistenza necessaria a sostenere la vita e l’inclusione all’interno della comunità e a prevenire l’isolamento o la segregazione fuori dalla comunità…” (articolo 19). Allo scopo di realizzare il diritto all’istruzione (articolo 24) senza discriminazioni e su una base di eguaglianza di opportunità, gli Stati Parte assicureranno un sistema educativo inclusivo a tutti i livelli ed una formazione lungo tutto l’arco della vita, indirizzata a “…il pieno sviluppo del potenziale umano, del senso di dignità e dell’autostima e il rafforzamento del rispetto dei diritti umani, delle libertà fondamentali e della diversità umana; lo sviluppo, da parte delle persone con disabilità, della propria personalità, dei talenti e della creatività, come pure delle proprie abilità fisiche e mentali, fino al loro massimo potenziale; mettere in grado le persone con disabilità di partecipare effettivamente a una società libera”. All’articolo 27, poi, gli Stati Parte riconoscono il diritto al lavoro delle persone con disabilità, “includendovi il diritto all’opportunità di mantenersi attraverso il lavoro che esse scelgono o accettano liberamente in un mercato del lavoro e in un ambiente lavorativo che sia aperto, inclusivo e accessibile alle persone con disabilità…” (1- continua) CSVM 14 l’angolo delle associazioni Per dare voce al più piccolo granello di sabbia della Terra Le maschere da riciclo. R achele e Giuseppe. Questo significa Ra.Gi. la sigla della Onlus catanzarese che da sei anni è caparbiamente presente sul territorio della Calabria. “La scelta di dare all’Associazione una ragione sociale legata ai nomi di due bambini – afferma il presidente dell’Associazione Elena Sodano - nasce dal sentire dentro di sé il forte desiderio di dare voce ad ogni essere umano, a partire dai più piccoli. Il presidente dell’associazione“Ra.Gi”, Elena Sodano, descrive i traguardi raggiunti in sei anni di attività Si parla tanto della libertà di pensiero, di espressione, eppure guardiamoci intorno e rendiamoci conto che troppi volti dell’umanità continuano a vivere nel silenzio e nell’indifferenza. Eppure anche quei volti sono parte della società. Anche quegli occhi sono fari che illuminano il vivere sociale”. E così nel 2002 viene contemplato, all’interno della Ra.Gi., il cosiddetto “Progetto Piccolo” che vuole abbracciare il “piccolo” del CSVM 15 l’angolo delle associazioni mondo con la semplicità e la meraviglia nel sentirsi un granello di sabbia nell’immensa spiaggia chiamata Terra. La voce che sostiene il “Progetto Piccolo”, è quella di Madre Teresa di Calcutta: “noi non possiamo fare grandi cose, ma solo piccole cose con grande amore”. Tenendo fede a questo “credo” in tutta la sua progettualità, la Ra.Gi. mette al centro per prima cosa i bambini e gli adolescenti. “Stare con i bambini e con i giovani, grazie alle nostre metodologie educative – ha continuato la Sodano significa prepararli alla vita, armandoli di fiducia, di autostima, di capacità di ascolto, di emozioni sincere. Ma soprattutto di rispetto per la propria persona e di ammirazione per ciò che si è, per il valore intriso in ognuno.” Accanto all’universo bambino, adolescente e giovanile, la Ra.Gi. investe nel delicato rapporto con le famiglie. “Non vogliamo modellare dei genitori perfetti – continua il Presidente - perché non sarebbero in grado di vivere pienamente i rapporti familiari; vogliamo semplicemente diffondere una nuova forma di etica genitoriale, che metta da parte quelle regole oggettive che spesso ci vengono consigliate e comprendano che ogni famiglia deve imparare a costruire i propri rapporti, partendo dalla comprensione di se stessi. Il rapporto genitori-figli non è fatto solo di regole-rispetto. Ci sono gioie vissute, coccole donate, giochi condivisi, riflessioni silenziose anche tra i partner. Quanto più i genitori si faranno piccoli per crescere con i propri bambini, tanto più essi saranno in grado armonizzare i rapporti familiari, assicurando un vivere equilibrato. E così nasce il progetto “Bambino Io Bambino Tu” che da quattro anni sta dando ai tanti genitori che ne frequentano le attività, un valido strumento per ritrovarsi non solo con se stessi ma anche con i propri ragazzi. Oppure il progetto “Più o meno Uguali”, attraverso il quale alcuni genitori volontariamente controllano l’accesso dei cancelli di sei scuole elementari della città. Dopo la famiglia, infatti, viene la scuola, che, secondo la Ra.Gi, non può solamente preoccuparsi di donare ai giovani un bagaglio culturale, ma soprattutto un bagaglio sociale in cui trovare gli strumenti più idonei a vivere la vita. Da anni la Ra.Gi. porta avanti la sua idea delle “Scuole Aperte” perchè la scuola deve appunto offrire spazi di aggregazione, di condivisione, di impegno per tutti. Bambini, genitori, nonni, possono trovare nella scuola il luogo dove riscoprire i valori della famiglia, il valore del Sé, il valore dell’Altro. Per tale motivo, grazie alla collaborazione del IV circolo didattico retto da Teresa Rizzo, degli assessorati comunali alle Politiche Giovanili e Pubblica Istruzione e dell’assessorato provinciale alle Attività economiche, nel mese di novembre 2007 è nato il Poli…Valiamo nei locali della scuola “Chimirri” in via Domenico Marincola Pistoia. L’unico centro di aggregazione in Calabria pensato e voluto all’interno di un edificio scolastico. “Il centro – continua la Sodano – è diventato un punto di riferimento per i bambini, gli adolescenti, i giovani e la famiglie che abitano nel centro e nella periferia a Sud della città. Sono sette i laboratori aperti e seguiti da professionisti compresi incontri mensili organizzati con medici, psicologi e altro. Il PoliValiamo coinvolge circa 400 persone e una buona percentuale di cingalesi, rumeni, polacchi, rom, bielorussi, cinesi, marocchini, albanesi. Proprio per loro, in collaborazione con il IV Circolo Didattico e l’Ufficio scolastico regionale verrà aperto il primo laboratorio Etnografico della Regione, nel quale grandi e piccoli catanzaresi saranno “contaminati” dagli usi e dai costumi delle diverse etnie che convivono nel PoliValiamo. Dalla scuola, la Ra.Gi. si rivolge all’intero territorio e a tutte quelle istituzioni, enti, organizzazioni che sono parte del vivere sociale. Verso di loro sono stati rivolti alcuni specifici progetti che hanno portato l’Associazione, in breve tempo, a creare intorno a sé una rete di consensi importanti per poter continuare a offrire al territorio servizi concreti e mirati. Per chi volesse maggiori informazioni sulle variegate attività della Ra.Gi. basta visitare il sito www.ra-gi.org. CSVM 16 l’angolo delle associazioni Dall’applicazione del metodo A.B.A. alla definizione di un nuovo percorso di speranza per i soggetti autistici. Primo workshop per la “Neomera” del 1938, e che si traducono nell'applicazione di regole scientifiche per migliorare comportamenti socialmente significativi. Tale scienza si è rivelata nel corso degli anni, in seguito alle ricerche scientifiche, il più efficace intervento educativo per il trattamento dei disturbi di tipo autistico. Almeno 550 studi pubblicati tra il 1960 ed il 1995 e diverse centinaia dal 1995 Col metodo A.B.A. nuove speranze di apprendimento per i soggetti autistici N ei giorni 9-10-11 aprile si è tenuto il Primo Work Shop ABA organizzato dall'associazione di volontariato “Neomera”, con il sostegno di Fondazione Betania Onlus su: "l'Autismo e problemi di apprendimento" presso l'Auditorium Pellicanò di Santa Maria di Catanzaro. La Relatrice, dottoressa Francesca degli Espinosa, è una psicologa, certificata presso la commissione di analisti comportamentali (BACB), con oltre dodici anni di esperienza nell'applicazione di principi e tecniche ABA (Applied Behaviour Analysis) su persone con autismo e ritardo di apprendimento. Fra i partecipanti c'erano genitori, insegnanti, terapisti, psicologi e neuropsichiatri. Davvero un grande risultato, soprattutto in una regione come la nostra, in cui sembra che le cose arrivino con grande ritardo rispetto alle altre. Significativa, inoltre, la presenza dell'equipe di neuropsichiatria infantile del distretto di Catanzaro Lido dell'Asl n. 7. Durante i tre giorni sono stati trattati i principi base dell'ABA (analisi del Comportamento Applicata) che traggono la loro origine dagli studi di Skinner documentano l'efficacia di specifici metodi ABA per l'insegnamento di fondamentali abilità in tutte le aree evolutive. In particolare nella prima infanzia, in cui si sono evidenziati gli ottimi risultati ottenuti su bambini inseriti in età prescolare (sotto i cinque anni), attraverso un intervento comportamentale precoce ed intensivo basato sull'applicazione delle tecniche ABA per offrire opportunità di apprendimento ed incrementare la Motivazione. Questi bambini, infatti, registrano un incremento significativo e sostenuto nel tempo nel loro quoziente intellettivo, nel linguaggio, nelle abilità accademiche e nel comportamento adattivo e sociale.Il loro progresso quindi è stato maggiore rispetto a bambini inseriti in altri tipi di trattamenti. Il workshop è stato organizzato dall'Organizzazione di volontariato Neomera, che raccoglie genitori di bambini con disturbo di tipo autistico, e che desidera divenire strumento di diffusione dell'A.B.A. L'idea di costituire questa associazione di famiglie è nata in seguito all'esperienza maturata da alcune di esse. A fare da sprono motivazionale sono stati sicuramente gli incredibili risultati raggiunti nei trattamenti e quindi la voglia di aiutare tutte quelle famiglie che vivono in condizioni di grande disagio la propria quotidianità. L’Organizzazione di volontariato “Neomera” è intenta dunque ad individuare sul territorio le famiglie con bambini con diagnosi di Disturbo Generalizzato dello Sviluppo ed esperti supervisori qualificati; a promuovere l’informazione e la conoscenza dei benefici dell’intervento attraverso dei work shop formativi, oltre che la formazione di nuovi terapisti qualificati, per le differenti fasce d’età dei bambini (infanzia e adolescenza). Inoltre, l’associazione, intende supportare la ricerca e lo scambio del materiale e coinvolgere le strutture pubbliche e private presenti sul territorio e reperire risorse finanziarie. L'idea è quindi quella di unire le forze per garantire al maggior numero di individui la possibilità di accedere alle terapie riabilitative e di supportare le famiglie in questo difficile ma importantissimo cammino, mettendo a disposizione degli altri le esperienze positive. Non è un caso che “Neomera” voglia dire "nuovo giorno". Il volersi incontrare e vivere insieme ha quindi un senso: è il senso di genitori che si riconoscono in una comune difficoltà, ed in questo riconoscersi danno vita ad un amore pratico, fatto di gesti concreti, di scambi di parole, ricordi, intuizioni, conoscenze. Nella speranza di vedere un “nuovo giorno” non solo per i propri figli, ma per tutti i bambini incontrati, con una nuova consapevolezza, che il disturbo autistico si può e si deve curare. Per saperne di più è possibile collegarsi al sito: www. neomera.org e lasciare una mail al seguente indirizzo di posta: [email protected] Maria Paola Romeo Presidente Associazione “Neomera” CSVM 17 l’angolo delle associazioni Parte il corso di formazione per volontari di Anteas, Antea e Iterspei Nella prima giornata del corso di formazione per volontari, finanziato dal Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro - che l’Anteas regionale, l’Antea provinciale e l’Iterspei hanno voluto dedicare alla riscoperta del ruolo di cittadinanza attiva rivestito dall’anziano all’interno della società - gli intervenuti all’Auditorium Sancti Petri hanno cominciato l’attività di socializzazione partendo dall’esperienza acquisita nel campo del volontariato. Per la maggior parte di loro, infatti, l’adoperarsi per il sociale è stato determinato anche dalla necessità di non precipitare nell’abisso del senso di inutilità che spesso è avvertito al momento del pensionamento: l’impegno della vigilanza all’uscita dalle scuole, di assistenza ai ricoverati in ospedale, di segretariato sociale ed a favore delle associazioni più diverse, non può che essere motivato, quindi, dal desiderio di rendersi utile al gruppo sociale di appartenenza e di combattere il decadi- mento dovuto all’età. Eppure, come ha tenuto a precisare il presidente dell’Antea provinciale Gennaro Capriglione nella sua relazione, successiva al discorso introduttivo del presidente dell’Anteas regionale Domenico Sacco ed ai momenti di auto-presentazione guidati dalla formatrice Silvana Sacco, le risorse che l’anziano possiede possono essere valorizzate solo con l’acquisizione della piena autonomia e con la presa di coscienza dei propri diritti e doveri. L’utilizzo delle varie forme di auto-aiuto tra le persone, poi, può rivelarsi uno strumento efficace per eliminare le difficoltà di inserimento nella società avvertite dall’anziano: “L’anziano deve essere stimolato ad apprendere quanto gli è necessario per contribuire alla risoluzione dei problemi sociali- ha affermato Capriglione - Ogni esperienza vissuta con impegno può, quindi, per lui tradursi nella concreta possibilità di farsi portavoce, nei confronti delle istituzioni, dei bisogni della società”. Prendendo spunto dai risulta- ti di un progetto portato avanti con successo a Padova, Capriglione ha infine indicato nella dieta mediterranea, nell’attività fisica e nella socializzazione le tre “linee guida” che l’anziano è tenuto ad osservare per il suo benessere psico-sociale. Quello di invecchiare in salute è, d’altronde, un diritto per ognuno, ma anche un dovere sociale per chi è avanti negli anni ed ha ancora molto da dire. Le altre tre giornate di corso si terranno oggi, il 14 ed il 15 maggio. Si alterneranno a relazionare Vincenzo Caserta, Corrado Iannino, Raffaele Blandino e Gaetano Russo, unitamente alle rappresentanze sindacali della Fnp-Cisl. Ufficio stampa CSV Catanzaro Csv.net lancia una grande campagna sul 5 per mille. Quando paghi le tasse vorresti decidere a cosa destinarle? Be’, almeno un po’ decidilo tu. Decidi a chi destinare il 5 per mille dell’Irpef: rivolgiti alle organizzazioni di volontariato e di terzo settore che conosci oppure consulta su www.csvcatanzaro.it o su www.agenziaentrate.it l’elenco delle organizzazioni che ne hanno diritto. Con il patrocinio di: Agenzia per le Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro. Conferenza Permanente Presidenti Associazioni e Fedrazioni Nazionali di Volontariato Csv.net promuove una campagna di comunicazione sul cinque per mille per tutto il sistema dei Centri di servizio, con il patrocinio dell'Agenzia per le onlus, della Convol e del Forum terzo settore. L'obiettivo è sensibilizzare i contribuenti a sostenere le organizzazioni di volontariato. La campagna prevede la pubblicazione di uno spot su alcune testate nazionali e, personalizzato con il logo di ciascun Csv, su quelle locali di riferimento. Il 5 per mille è la nuova disciplina di finanziamento delle associazioni non profit italiane, introdotta dalla Legge Finanziaria per il 2006 in applicazione del principio di sussidiarietà fiscale. Si tratta della possibilità per le persone fisiche titolari di reddito di destinare il 5 per mille della propria IRPEF ai seguenti soggetti: Enti del volontariato: • ONLUS - Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale • associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionale, regionali e provinciali • associazioni riconosciute che, senza finalità di lucro, operano nei settori indicati dall'art. 10, comma 1, lettera a) del D.lgs 4/12/1997, n° 460 • fondazioni nazionali di carattere culturale Enti della ricerca scientifica e dell'università; Enti della ricerca sanitaria; Associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal CONI. Gli elenchi definitivi dei soggetti ammessi alla destinazione della quota si possono consultare sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze www.agenziaentrate.it. Il 5 per mille non è in contrasto con l'attribuzione dell'8 per mille: si possono, infatti, utilizzare entrambe le opportunità per destinare parte delle proprie imposte a diversi fini sociali. Non costa nulla: non è una tassa aggiuntiva, ma una quota di imposte a cui lo Stato rinuncia per destinarla al sostegno del volontariato. CSVM 19 Don Mimmo Battaglia riflessioni S crivo queste righe di ritorno da un viaggio in Honduras, il secondo tra i Paesi più poveri del pianeta. È duro il compito di scrivere del nostro mondo del sociale mentre ho ancora impresse negli occhi e nella testa le immagini di un altro mondo, di una miseria ingiusta e profonda che condivide il nostro tempo. Immagini di bambini soprattutto, che al di là di ogni facile commozione, danno la dimensione di un dramma di oggi. Si dice che i bambini siano considerati “indicatori economici”, per me sono indicatori etici della società. Questo indicatore ci da la misura di quanto il modello di sviluppo a cui ci stiamo adeguando sia ingiusto ed insano. Ero da poco uscito da “Casa Alianza”, comunità che accoglie centinaia e centinaia di bambine e bambini di strada, vittime della miseria e dello sfruttamento. Solo in Honduras diecimila sono i bambini sfruttati, anche sessualmente, e sulla strada ventimila non hanno neanche un documento d’identità, non sono di nessuno, come se non esistessero. Carne da mercato quindi, merce da vendere ed acquistare. Stavo facendo un giro per le periferie quando mi sono accorto che, presso la sponda di un fiume di fogna, stavano giocando dei bambini, che poi si sono tuffati dentro a quella fogna come se si fossero tuffati nel nostro mare. Più avanti delle bambine che, dentro alla stessa fogna, stavano facendo il bucato. E vicino, un campo di calcio o quello che ne rimaneva, una reliquia rimasta in vita dalla devastazione dell’uragano Mitch e, dentro questo campo, almeno quaranta bambini dietro ad un pallone. Tristezza e rabbia sono stati i sentimenti che ho provato. E una grande voglia di piangere. L’ho riportata a casa quest’immagine, assieme alle mie emozioni ancora racchiuse dentro. E non posso non confrontarmi con esse ora, scrivendo del nostro mondo, del nostro “sociale”. Di questo universo frammentato e sfuggente, di questo puzzle complesso in cui si intrecciano impegno e abbandono, attenzione e distrazioni, speranze e lamentele. Tante, troppe lamentele e poche maniche rimboccate. La rabbia mi urla ancora dentro, leggendo l’ingiustizia racchiusa dentro al nostro frequente piangerci addosso: viviamo nell’oro, in realtà, ma in un oro “rubato”. Ritorna prepotente l’immagine della fogna ed immagino molti di noi, qui, una parte di quello strano universo del sociale, in piedi ai margini di quel corso d’acqua, col naso turato L’UNIVERSO FRAMMENTATO E SFUGGENTE DEL “NOSTRO SOCIALE” Lettera aperta di Don Mimmo Battaglia, presidente del Centro Calabrese di Solidarietà per non sentirne gli odori, ma con lo sguardo attento, come sulle sponde di un torrente del Klondike, ad aspettare che dall’acqua si possa guadagnare, ne possa uscire qualche pepita d’oro. Sono in tanti ad arricchirsi sulle fatiche dei poveri, che vivono anche sulle nostre strade, degli ultimi, dei vulnerabili. I poveri in questo territorio ci sono, esistono, hanno nomi e cognomi, e non possiamo far finta di non vederli. E contemporaneamente assistiamo a sponsorizzazioni sociali che creano solo immagine, spettacolarizzando, in nome della solidarietà, la fatica e la sofferenza della gente. Non si può e non si deve strumentalizzare, per nessuna ragione la fatica di chi arranca. La solidarietà, fatta sotto i riflettori, è sempre ambigua. Il rischio è che anche il mondo del sociale, staccato da un’etica condivisa, segua il facile percorso di allineamento al pensiero unico, al sistema economico del mercato globale, dove ogni cosa, ogni persona, ogni idea, ogni valore, diventano solo strumenti di produzione e guadagno. Il rischio è perdere la strada e gli obiettivi di fondo e con essi la dignità e l’unicità, per farci servi, inchinarci alla misera sacralità del nuovo idolo. Un’altra immagine mi segue dall’altra parte dell’oceano: ero affacciato alla finestra nel centro di Tegucigalpa, capitale dell’Honduras, sullo sfondo di una collina osservavo delle favelas. In alto, sulla collina, l’insegna grande della Coca Cola. L’impressione visiva è che quelle case fossero inginocchiate, crocifisse ai piedi dell’insegna. Lei, la regina incontrastata in alto, e, tutti, ai suoi piedi. È l’immagine del mondo di oggi, forse anche del nostro mondo del sociale. Ed è un’immagine che fa paura e genera l’urgenza di una riflessione, di una rilettura dei nostri percorsi. La necessità di sollevare la testa dai nostri impegni quotidiani e dalla routine del nostro operare per guardare il nostro tempo dall’alto, da un punto di vista ampio e profondo, per chiederci dove stiamo andando, ed in che modo stiamo percorrendo questa strada e per scegliere da che parte stare: se dalla parte delle favelas, dentro la fogna insieme a quei bambini o in alto, sulla collina, dalla parte della Coca Cola. Non ci sono vie di mezzo. Vuoi essere universale? Parlami del tuo villaggio! Il volontariato, quindi, è chiamato a schierarsi. Non può rimanere neutrale. Deve saper cogliere il significato conflittuale della povertà, di tutte le povertà, quelle vicine e quelle lontane. Ma i poveri non ti danno solo i loro problemi, ti danno anche la speranza,la forza di vivere,la solidarietà con gli altri,l’amore verso gli altri: Recuperare il vero senso della solidarietà significa anche accogliere e fare proprio il valore della reciprocità. Reciprocità è una parola importante, impegnativa, necessaria. Ma non sempre è presente come pratica e come valore anche nel nostro mondo dell’impegno solidale. La relazione con l’altro non è solo atteggiamento etico: è direttamente cura, è cambiamento, è politica. E questo vale per tutti i volti del disagio. Questo mi porta ad un’ultima riflessione: non bisogna dimenticare la lezione fondamentale del volontariato sociale: che prima di ogni cosa, valore, ideale, ci sono i nomi, i volti, le storie. Non ci sono i poveri generici, ma coloro che incontro, non i malati, ma i volti conosciuti del dolore, non i problemi sociali, ma la storia concreta di chi ha incrociato il mio cammino. L’etica del volontariato è quella dei volti. L’etica dei volti è l’etica di una responsabilità incarnata nel tempo e nei luoghi, a partire dalle relazioni concrete. Il volontariato sociale insegna in questo tempo di relazioni aride, corte e fragili, l’alfabeto della socializzazione responsabile, della presa in carico, del mettersi accanto, del non prevalere. L’etica dei volti è anche una educazione ai sentimenti umani, del commuoversi, del cuore vigile e fragile. E rifiuta lo sfavillio delle facili e mediatiche emozioni, del caso, dello straordinario spesso indistinto, che lascia le cose come stanno. Essa da spazio alla logica dell’umano, riconosce l’altro anche nella sua debolezza. Riconosce la dignità dell’uomo non nella sua forza, ma nella sua fragilità. CSVM 20 Servizio Civile Nazionale Convegno: Il Servizio Civile Volontario in Calabria I l 18 Marzo 2008, presso il Centro Agroalimentare di Lamezia Terme, si è tenuto il convegno su “Il Servizio Civile in Calabria”, organizzato dal FORMEZ - Centro Formazione Studi, l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile, la Regione Calabria - Settore Politiche Sociali. L’evento ha costituito un importante momento di riflessione e, soprattutto, un’occasione di incontro e di confronto tra alcuni protagonisti del sistema istituzionale ed i giovani impegnati nell’esperienza del Servizio Civile. Numerosa è stata, infatti, la partecipazione da parte dei ragazzi che, muniti di magliette e cappellini blu, con grande entusiasmo hanno preso parte all’even- to, ascoltando con molta attenzione i diversi interventi previsti dal programma. In seguito alla proiezione di un breve spot promozionale sul Servizio Civile in Calabria, realizzato dal Formez, che invitava i giovani a “mettersi in gioco”, il primo a prendere la parola è stato l’Assessore Regionale al Lavoro e alle Politiche Sociali, On. Prof. Mario Maiolo. Dopo una breve digressione sul suo impegno, ha posto l’accento sull’importanza che i ragazzi hanno per la crescita e lo sviluppo della nostra regione e come l’esperienza del Servizio Civile possa farli maturare, impartendo loro i valori fondamentali di pace e solidarietà. È seguito l’intervento del Dott. Domenico Carnevale, che, dopo aver presentato il suo ruolo in qualità di Dirigente Generale del Dipartimento “Lavoro, politiche della famiglia, Formazione professionale, cooperazione e volontariato”, ha annunciato il suo impegno politico per il prossimo futuro rivolto al raggiungimento di una legge regionale sul Servizio Civile. La Dott.ssa Saveria Spezzano, FORMEZ Office Manager Presidio della Calabria, dopo aver ringraziato Assessori e Dirigenti, ha presentato il lavoro che il Centro Formazione Studi ha realizzato per la formazione di alcuni enti coinvolti attraverso l’attuazione di CSVM 21 Servizio Civile Nazionale attività di monitoraggio, attività per gli Operatori Locali di Progetto e per i progettisti. Molto interessanti sono stati gli interventi riguardanti le esperienze dirette di Servizio Civile di Enti locali ed Associazioni. La Dott.ssa Monica Tripodi ha esposto l’evoluzione del Servizio Civile nel Comune di Reggio Calabria, specificando come questo inizialmente fosse rivolto esclusivamente all’assistenza individuale, e come, col passare del tempo, si sia affermato nel territorio, estendendosi a tutti i diversi settori del Comune (arte, ambiente, turismo, ambito urbanistico, ecc.) offrendo la possibilità ai giovani di crescere e apprendere nuove conoscenze sempre più specifiche e specializzanti. In rappresentanza dell’Associazione Hydria Onlus di Gizzeria è intervenuto il Dott. Camillo Trapuzzano che ha presentato tale Associazione volta alla promozione del patrimonio culturale e paesaggistico della Calabria e ha esposto il suo intento di formare i giovani con una maggiore consapevolezza del territorio ed una maggiore coscienza civile. Il Dott. Lucio Palazzini, Presidente di Arci Servizio Civile, ha, invece, esposto agli uditori presenti la storia, il percorso e l’identità di questa Associazione di Promozione Sociale, ponendo la sua attenzione sul modo di operare all’interno del territorio nazionale e di favorire la creazione di una rete internazionale delle esperienze di Servizio Civile. Ha ribadito, inoltre, l’importanza che assume il Servizio Civile per i ragazzi inseriti in veri e propri progetti, miranti sia a sviluppare e promuovere la realizzazione dei principi costituzionali di solidarietà sociale e di cooperazione, sia a contribuire alla loro formazione civica, sociale, culturale e professionale. In questa occasione è stata partecipe anche la Caritas Italiana, il cui rappresentante, il Dott. Alfonso Canale, ha presentato l’evoluzione della Caritas, la quale, col passare del tempo, ha ricevuto dalla Chiesa italiana il compito di promuovere il Servizio Civile, come forma di servizio alla patria alternativo al servizio militare. Ha spiegato come questa esperienza, in linea con lo stile Caritas, ha favorito un processo di crescita della coscienza civile e morale dei giovani, in particolare attraverso quattro “pilastri”: • la formazione • la vita comunitaria • l’animazione delle comunità • il servizio agli ultimi. L’ultimo a prendere la parola è stato il Direttore Generale d e l l ’ U f f i c i o Nazionale per il Servizio Civile, il Dott. Diego Cipriani, il quale ha tratto un bilancio di ciò che è stato raggiunto negli ultimi due anni di legislatura e soprattutto elencato i miglioramenti che sono stati apportati al Servizio Civile negli ultimi tempi, come l’emanazione nel 2006 di un Prontuario che ha sistematizzato le regole del Servizio civile; la verifica costante della qualità dei progetti presentati all’Ufficio Nazionale; la formazione obbligatoria per gli Enti coinvolti in questa esperienza e il riconoscimento dei rappresentati dei volontari. Ha, inoltre, riscontrato il graduale miglioramento del rapporto tra Stato e le Regioni in base all’esperienza accumulata. Il convegno si è concluso con un dibattito finale, che ha portato noi tutti a riflettere sul ruolo che il Servizio Civile assume nel nostro territorio, sul fatto che, sicuramente, non può risolvere i gravi problemi di povertà e disoccupazione che affliggono profondamente la nostra regione, ma che sicuramente è in grado di offrire un grande contributo alla società, aiutando i giovani a crescere in maniera più responsabile all’interno di quei valori fondamentali riconosciuti dalla carta costituzionale, proprio per questo motivo tale esperienza andrebbe vissuta in maniera piena ed intensa. Rita Mercurio e Francesca Musarella Volontarie del SCN del CSV di Catanzaro CSVM 22 Servizio Civile Nazionale Testimonianze dei volontari Alessio Francesca S I ono Alessio, ed anch’io come molti ragazzi sto svolgendo il Servizio Civile. Presto la mia attività, assieme ad altre quattro ragazze, presso il Centro Servizi al Volontariato: il mio compito, qui, è quello di aiutare l’area comunicazione nello svolgere quotidianamente la rassegna stampa insieme ad una mia collega, e di recarmi, una volta a settimana, presso l’abitazione di un ragazzo disabile per tenergli compagnia. Questa esperienza mi ha arricchito molto, in quanto prima non conoscevo la reale situazione dei disabili. Antonella M i chiamo Antonella e sono una dei cinque ragazzi che svolge il “Servizio Civile” all’interno del Centro Servizi al Volontariato. Ho iniziato questa esperienza il 5 Novembre 2007, contenta di poter offrire il mio piccolo contributo nell’ambito del Volontariato, ma nello stesso tempo timorosa poiché mi accingevo a conoscere un mondo nuovo e sconosciuto. Al CSV ho incontrato i miei compagni d’avventura Francesca, Gemma, Rita e Alessio, con i quali ho instaurato un rapporto di amicizia e ho condiviso particolari momenti che hanno arricchito la mia persona. Durante questi mesi ho avuto il compito di aiutare l’area Comunicazione nell’organizzare e gestire la rassegna stampa, un’attività fondamentale poiché attraverso essa il CSV manifesta la sua attenzione nei confronti delle Associazioni di Volontariato offrendo notizie riguardanti il Settore Sociale. Spero che in quest’ultimi mesi di poter continuare ad accrescere il mio bagaglio umano e culturale, che mi accompagnerà di certo nelle esperienze future. l 5 Novembre 2007 è iniziata questa magnifica esperienza nell’ambito del Servizio Civile, che mi ha visto svolgere la mia attività all’interno del CSV (Centro Servizi al Volontariato), una struttura operativa che sostiene e promuove le attività delle ODV, assieme ad altri 4 ragazzi (Rita, Antonella, Gemma e Alessio) che, come me, hanno intrapreso lo stesso cammino. Ognuno di noi, fin dall’inizio, è stato impiegato nei diversi settori che costituiscono il Centro Servizi, io, personalmente, sono stata inserita nel settore della Formazione, volta sia allo sviluppo di una cultura solidaristica, sia alla preparazione dei volontari attraverso una serie di corsi, progetti, incontri e laboratori formativi, che mi hanno permesso di conoscere le diverse Associazioni operanti sul territorio provinciale ed entrare in contatto con coloro che dedicano parte del loro tempo alle persone più bisognose. Non nego che inizialmente dubbi, incertezze, perplessità, hanno assalito i miei pensieri, inoltre, non avendo alcuna esperienza in questo settore, non sapevo come comportarmi, cosa fare…, ma poi, con il passare del tempo, nonostante il mio carattere abbastanza chiuso e riservato, sono riuscita ad aprirmi e farmi conoscere, grazie soprattutto alla disponibilità e all’accoglienza delle persone incontrate, tra cui Valentina Carioti, la ragazza a cui sono stata affiancata, che gestisce e organizza l’area Formazione e Progettazione. Nel giro di poco tempo mi sono quindi trovata ad essere coinvolta in una serie innumerevole di attività e iniziative, che hanno via via accresciuto le mie emozioni e stimolato le mia curiosità, facendomi avvertire anche un certo senso di responsabilità, che non nego ha fatto molto piacere. L’esperienza del Servizio Civile, però, non mi ha soltanto permesso di svolgere l’attività all’interno del CSV, ma mi ha dato anche la possibilità di incontrare e conoscere tutti i ragazzi coinvolti nella medesima esperienza, prestanti il loro servizio in altre Associazioni di Volontariato. Infatti nel corso dei mesi sono stati attivati una serie di corsi di formazione e incontri rivolti alla nostra crescita, durante i quali siamo riusciti a scambiare opinioni sul servizio svolto, sul suo valore e le sue potenzialità, a conoscere e condividere le diverse esperienze, confrontandoci e raccontandoci. Credo che il Servizio Civile sia un’esperienza di vita fondamentale sia per se stessi che per gli altri, che arricchisce, fortifica e aiuta a sentirsi persone migliori ed è davvero una bella sensazione rendersi conto di non essere soli nel fare e nel credere in certi valori, perciò chi non è “dentro” non può capire cosa sia e, soprattutto, cosa significhi offrire un servizio di sostegno ai più bisognosi. In conclusione, alla luce dei mesi trascorsi posso sicuramente dire come le mie aspettative sono state ampiamente soddisfatte, poiché sono trascorsi mesi intensi, sia a livello lavorativo, che nelle relazioni umane, infatti proprio per questo motivo sono felice di aver intrapreso questo percorso e mi rattrista il pensiero che un giorno tutto ciò dovrà finire, anche se sono sicura che non sarà solo un bel ricordo, ma un’esperienza di vita che segnerà il mio cammino per sempre. Gemma U n’esperienza senza precedenti, iniziata come per molti di noi per caso: in un primo momento un fiume di informazioni che non ero in grado di CSVM 23 Servizio Civile Nazionale gestire, ma con il passare del tempo, ricca di soddisfazioni ed impegni. Svolgo il mio Servizio Civile nel Csv di Catanzaro, quindi la mia è un’esperienza un po’ anomala. Al contrario della maggior parte dei ragazzi che, lavorando nelle Associazioni, stanno a diretto contatto con l’“Altro”, io mi occupo dell’attività di Front-office, raccolgo le esigenze delle associazioni e fornisco loro autonomamente o attraverso i diversi consulenti una risposta ai loro bisogni. Questa esperienza mi ha dato modo di scoprire le caratteristiche che non credevo di possedere e valorizzare delle qualità che non avevano mai trovato il modo di manifestarsi. Ho conosciuto un mondo nuovo di cui ignoravo l’esistenza in tutta la sua complessità e ho capito che questi mesi mi hanno arricchita e cambiata, aiutandomi a rivalutare la priorità della mia vita, insinuando piacevoli dubbi. Consiglierei questa esperienza a tutti i miei coetanei. Rita S ono passati circa sei mesi dall’inizio di questa mia nuova avventura che mi ha vista impegnata a svolgere il Servizio Civile presso il Centro Servizi al Volontariato di Catanzaro. Nello specifi- Rita, Alessio, Gemma, Francesca e Antonella del CSV di Catanzaro co sono stata inserita all’interno dell’area promozione, che si occupa principalmente di promuovere eventi, manifestazioni ed incontri riguardanti il mondo dell’associazionismo e del volontariato in genere. Dal momento che il servizio fino ad ora svolto ha soddisfatto ed arricchito i miei interessi, il mio consiglio, a tutti quei ragazzi interessati ad intraprendere lo stesso percorso, è quello di vivere il Servizio Civile non come un’opportunità lavorativa che si sostituisca allo stato di disoccupazione giovanile, ma come un’esperienza che accresce le proprie competenze, le proprie capacità e soprattutto il proprio animo. CSVM 24 Servizio Civile Nazionale Testimonianze dei volontari Valerio, Antonio, Tiziana e Angela di Usabile I volontari dell’Associazione “Usabile” S ono passati ormai 5 mesi dall'inizio di questa nostra esperienza e nonostante le difficoltà iniziali di natura logistica, il bilancio è positivo. Entrare in un mondo che per alcuni di noi era sconosciuto non è stato semplice, ma poco a poco, siamo cresciuti su questo cammino sentendoci parte integrante di questa realtà. Grazie alla costante guida di Carlo, il nostro OLP (NdR: Operatore Locale di Progetto), si è strutturato un percorso di crescita sicuramente non facile, ma alquanto stimolante suddiviso in tante aree che cercheremo di portare a termine da qui alla fine del servizio. Uno dei nostri primi passi è stato mosso sul campo dei diritti civili, con la campa- gna di sensibilizzazione di Mani Tese sul diritto allo studio e contro lo sfruttamento del lavoro minorile nel mondo. Ci ha piacevolmente sorpreso il constatare che la cittadinanza non è del tutto disinteressata a questa tematica, cosa che abbiamo potuto verificare dalle oltre 150 firme che abbiamo raccolto nelle due giornate passate al centro commerciale Le Fornaci di Catanzaro Lido. Altra area toccata nel corso della nostra esperienza è quella della solidarietà internazionale. Ci siamo avvicinati al progetto "One laptop per child", ossia un computer per ogni bambino, lanciata da Nicholas Negroponte, consulente di molte società informatiche statunitensi e professore a Yale. Il progetto riguarda la promozione di un computer portatile pensato per i bambini dei paesi in via di sviluppo, e l'iniziativa prevede che acquistandone uno ne venga destinato un secondo per favorire l'informatizzazione senza costi per le popolazioni locali. Usabile supporta tale iniziativa e disporrà presto di un prototipo presso la sede dell’associazione. Elemento costante del nostro lavoro è stato la creazione di un sito internet che possa rappresentare un punto di riferimento per chiunque voglia dedicarsi o anche solo saperne di più sul volontariato internazionale, con un occhio di riguardo per l'Africa. Il sito multilingue, già on-line ma ancora in fase di strutturazione, permetterà di tenersi informati sulle notizie riguardanti il volontariato locale e, tramite agenzie qualificate, sulla situazione in Africa, continente verso il quale l’associazione ha concentrato le sue attenzioni, partendo dalle nostre “periferie” che resteranno sempre e comunque luogo di sperimentazione e impegno, con il progetto di sostegno a distanza “Missione Equatore” al quale stiamo lavorando con la mission di contrasto al Digital Divide. Inoltre è presente un forum dove tutti i volontari e non potranno esprimere pareri, proporre iniziative, esporre problematiche sociali che funga da campanello di allarme per l'associazione consentendole di eseguire interventi mirati alla risoluzione di problematiche specifiche. Oltre a quanto già detto, per la promozione di una coscienza sociale è stato inserito sul sito un "database" di pubblicazioni utili a chiunque voglia approfondire le sue conoscenze su svariate tematiche sociali e interculturali. Ultimo, ma non per importanza, un calendario degli eventi che porrà l'attenzione dei visitatori sulle manifestazioni, sugli incontri e su altri momenti rilevanti della vita dell'associazione e per la comunità tutta. Com'è facile intuire il lavoro risulta intenso ma proficuo, cercheremo di mettere a disposizione tutte le nostre competenze per far si che nell'arco dei prossimi sette mesi, tutto ciò che era stato preventivato venga portato a termine. E se non basteranno, pensiamo di continuare ancora con il nostro impegno … da semplici volontari. Angela, Antonio, Tiziana e Valerio CSVM 25 Servizio Civile Nazionale Volontaria della “Associazione Tribunale Difesa Diritti dei Minori” U n sorriso, una stretta di mano, uno sguardo, una breve frase apparentemente senza significato assume il valore più bello che possa avere "Io ci sono e ti ringrazio perché mi stai vicino". I bambini sono eccezionali, sanno sempre darti qualcosa! E io, come volontario del Servizio Civile presso l'ospedale, ho questa grande fortuna!!! Il servizio civile: è un incontro di due realtà, di due persone; è un incontro carico di emozioni, attese e difficoltà. Difficoltà perché non è sempre facile essere volontari, essere presenti con un sorriso.Ma alla fine della giornata al momento dei saluti ti rendi conto di come quel bambino ti cerca e tutto viene dimenticato. L'importante era esserci, e tu c'eri, ci sarai anche domani. svolgere compiti a casa, in quanto non sollecitati dai propri genitori che sono praticamente analfabeti, è nata la necessità di assicurare la nostra presenza anche durante il pomeriggio, in moda tale da permettere anche a loro di svolgere i compiti assegnati dalle maestre, rendendo loro tutto più semplice. Descritto ciò, la nostra esperienza a distanza di quattro mesi non può che essere positiva, in quanto riusciamo a cogliere da parte dei bambini una maggiore partecipazione alle attività proposte e discreti risultati. Inoltre, il servizio civile ha dato la possibilità di conoscere una realtà prima a noi sconosciuta e sulla quale avevamo molti pregiudizi, oggi con la nostra assidua presenza nella loro comunità abbiamo imparato ad amarli ed a essere più obbiettivi nei loro confronti. Per di più, essere accettati dalla comunità Rom ci ha reso più motivati nel portare avanti il nostro lavoro e ad aiutare l’associazione a raggiungere gli obbiettivi prefissati e descritti nel progetto. Serena Colonna Caracciolo Francesco, Critelli Giulia Lia Luana, Pupo Loredana I volontari dell’Associazione “Terra di Confine” I l servizio civile rappresenta sicuramente un’esperienza educativa e formativa per molti giovani che si affacciano al mondo del lavoro. Inoltre permette alle diverse associazioni operanti nel sociale, di portare avanti numerosi progetti avvalendosi della collaborazione di noi volontari e di essere presenti sul territorio laddove le problematiche si fanno sentire maggiormente. In particolare noi volontari dell’associazione “Terra di Confine” operiamo nel mondo dei piccoli Rom cercando di favorire la loro piena integrazione scolastica e di evitare il grave fenomeno dell’evasione, sostenendoli e affiancandoli durante le ore di lezione a scuola e non solo; infatti la nostra attività non è limitata alle sole ore scolastiche ma bensì inizia dalle prime ore del mattino con il “servizio sveglia” che consiste nel sollecitare i bambini a prepararsi per la scuola ed a rendere piacevole l’attesa dello scuolabus che li accompagnerà a scuola. Rendendoci conto del fatto che durante le ore pomeridiane, i bambini rom non hanno l’abitudine di I volontari dell’Associazione “Il Mantello” I Volontari dell’Associazione “San Raffaele Arcangelo” S Servizio Civile! ..un’esperienza fondamentale nella crescita e nello sviluppo di un giovane. Cinque mesi di pura e sana crescita, in cui noi abbiamo constatato la vera essenzialità della vita, raccogliendo i vari frutti che una persona, pur essendo anziana o disabile, può donarci. La nostra esperienza, si sviluppa seguendo la linea quotidiana della vita di un anziano caratterizzata da una serie di disagi dovuti alla loro non o parziale autonomia, aiutandoli in una serie di attività come anche un semplice dialogo, per poter affrontare meglio la giornata. Inoltre,la nostra attività, continua occupandoci direttamente nell’aiuto e nell’assistenza di un bambino diversabile con disturbi nell’apprendimento. Tutto ciò, ci raggruppa in una grande ed esplosiva voglia di VIVERE, avendo la consapevolezza di non essere da soli ma che c’è qualcuno che ci tende sempre la mano! Giuseppe, Maria Lucia, Nadia, Vincenzo G iunti ormai a metà del nostro percorso di Servizio Civile, accompagnato da un interessante corso di formazione presso il CSV di Catanzaro, possiamo affermare che questa esperienza ci sta permettendo di crescere sotto l'aspetto umanitario, psicologico e sociale. Prestiamo infatti servizio presso l'Associazione di volontariato "Il Mantello", per cui svolgiamo un'attività di segretariato sociale in attuazione del progetto "Banca del tempo", in diversi centri sociali. Questo progetto è rivolto a tutti i cittadini che vogliono offrire gratuitamente prestazioni ed eventualmente richiederne altre. Inoltre saltuariamente siamo di supporto ai volontari che prestano assistenza domiciliare agli anziani. Questo diretto contatto con le persone e i loro problemi, ci regala la possibilità di sentirci utili per qualcuno e di imparare tanto... Fabio, Michela, Enza, Danilo I volontari dell’Associazione S. Raffaele Arcangelo CSVM 26 Servizio Civile Nazionale Testimonianze dei volontari I volontari della “Associazione Genitori Difesa Minori” Che dire delle aspettative del Servizio Civile?! Tutti, di cordiale accordo,abbiamo fatto le nostre constatazioni e, all’unisono, siamo arrivati ad un punto di incontro, ovvero, che inizialmente (anche se non è la prima esperienza lavorativa),il disagio e la paura di non essere all’altezza in questo settore si è fatto sentire. Ma poi, conoscendoci meglio ed esponendo le nostre considerazioni, ci siamo venuti incontro gli uni con gli altri, e abbiamo evidenziato che le cose stavano andando per il verso giusto!!! Potrebbero sembrare parole di circostanza, ma abbiamo davvero costruito Rosetta Marcella con i volontari dell’AGDM: Michele, Luana, Valentina e Ilenia un gruppo formidabile, solido, leale, che va oltre il livello lavorativo. Siamo infatti diventati anche amici nonostante il nostro essere persone completamente diverse. Ormai siamo arrivati a metà percorso lavorativo: ci auguriamo di continuare sempre in questa direzione e soprattutto, di poter, anche dopo il Servizio Civile, restare uniti come amici nella vita di tutti i giorni e, chissà, di essere utili agli altri per queste esperienze di solidarietà... Ilenia, Luana, Michele e Valentina CSVM 27 Maria Cittadino Referente Area Formazione CSV Catanzaro Formazione Fund Raising. Formazione avanzata “ I l frutto più maturo del fundraising è la reciprocità. Ogni donazione diventa autentica non solo quando si dona all’altro, ma quando in un dono fatto c’è anche un dono accolto. Ciò che più qualifica una organizzazione nonprofit non è “semplicemente” il “far del bene”, ma la costruzione di nessi di relazionalità fra le persone e quindi la produzione di socialità. La vera organizzazione nonprofit non si limita a fare PER gli altri, l’organizzazione nonprofit fa CON gli altri.” Stefano Zamagni Presidente Commissione Scientifica AICCON Il CSV di Catanzaro, insieme all’associazione AICCON, promotrice del programma universitario “The Fund Raising School” dell’Università di Bologna, sede di Forlì, sta attuando un piano di formazione avanzata e personalizzata, seguita da un servizio di sportello a quelle organizzazioni di volontariato che ne hanno fatto richiesta e che hanno seguito presso il CSV un percorso di base di Fund Raising in precedenza. Uno sportello attivo presso il CSV di Catanzaro fornirà, alle associazioni coinvolte, con il sostegno dei docenti, assistenza ad una concreta strategia di “Fund Raising” Si tratta di dare continuità a delle iniziative che, se non opportunamente accompagnate, potrebbero rischiare di non produrre frutto. Tutto ciò è anche legato al fatto che le Associazioni di volontariato hanno spesso difficoltà a perseguire le proprie finalità anche per problemi economici, o che comunque le loro attività hanno poca visibilità verso l’esterno. Nasce così la necessità di sostenere le strategie concrete delle OdV attraverso un servizio di accompagnamento alla raccolta fondi. Il Fund Raising, infatti, richiede un’attenta programmazione ed una coerenza delle modalità di raccolta fondi con la mission delle singole organizzazioni. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di: • incentivare le associazioni nella raccolta fondi per finanziare le loro attività in un’ottica di progettazione organica; • fornire strumenti utili alle associazioni nell’attuazione di efficaci strategie di raccolta fondi; • fornire le tecniche e gli strumenti necessari per avviare ed organizzare un fund raising efficace, • sostenere le strategie concrete del l’organizzazione attraverso un servi zio di accompagnamento alla raccol ta fondi. Nove associazioni hanno già frequentato in aprile 2008 un modulo di forma- zione avanzato tenuto da Andrea Romboli, docente della Scuola, con la trattazione, tra gli altri, dei seguenti argomenti: I mercati e gli strumenti di fundraising, il piano di raccolta fondi, gli strumenti di comunicazione della raccolta fondi, il mercato delle persone: gli eventi. L’attività proseguirà con l’attivazione di uno sportello, in cui alcuni docenti della “Fund Raising School”, con il loro servizio di assistenza e accompagnamento forniranno strumenti utili alle associazioni nell’attuazione di efficaci strategie di raccolta fondi. Il servizio di sportello sarà fruibile con cadenza mensile per un totale di sette sessioni nel periodo maggio – novembre 2008. Spero che i prossimi numeri di “CSV Magazine” possano raccontare i risultati ottenuti da queste nove associazioni che si sono messe in gioco e non solo in termini di risultato quantitativo della raccolta, ma auspicando ciò che sostiene il Prof. Pier Luigi Sacco, Direttore Scientifico di AICCON: “La raccolta fondi deve riuscire a trasmettere ai donatori il senso del dono come esperienza che contribuisce, spesso in modo decisivo, allo sviluppo umano di chi dona prima ancora di chi riceve … Chi dà cerca per sé un senso… Donare può significare prima di tutto entrare in contatto con ambiti di esperienza nei quali chi dona può mettere in gioco aspetti della propria umanità che non si ricordava nemmeno più di possedere. Può diventare una chance decisiva per ripensare un’idea di benessere diventata troppo soffocante nella sua monodimensionalità.” CSVM 28 Giuseppe Merante Referente Area Consulenza CSV Catanzaro Consulenza Introduzione L a rendicontazione sociale nasce dall’esigenza di allargare ed integrare le informazioni aziendali, a valutazioni e a stime non concernenti solo l’area di mercato e dei risultati economici patrimoniali di un’azienda, ma che considerino anche le conseguenze sociali della propria azione. Di questi temi, che legano economia ed etica, si iniziò a discutere, nei primi anni ’70, negli ambienti accademici statunitensi ed europei; un esempio pratico è stata la promulgazione nel 1977 in Francia di una legge che introdusse l’obbligo del bilancio sociale, anche se nella pratica spesso si traduceva in una elencazione di dati sul personale. Ma è negli anni novanta che si ha una rapida accelerazione degli studi e dell’applicazione della rendicontazione sociale in tutti i paesi industrializzati, i primi esempi concreti di bilancio sociale sono stati, infatti, realizzati in Europa continentale. Attualmente si attraversa una fase di vigoroso confronto internazionale cui sono seguite nel 2001 la pubblicazione del Libro Verde della Commissione Europea in tema di responsabilità sociale delle imprese e nel 2002 la formulazione delle Sustainability Reporting Guidelines da parte del Global Reporting Initiative (centro di collaborazione ufficiale del United Nations Environment Programme). Questo breve excursus per evidenziare come dietro parole quali bilancio sociale, rendicontazione sociale, responsabilità sociale, vi siano studi ed approfondimenti sviluppati in ambito accademico, professionale ed aziendale, che stabiliscono linee guida e pratiche da seguire per la redazione di documenti attendibili di rendicontazione sociale. Il dovere di informare L e linee guida sulla rendicontazione sociale nella pubblica amministrazione stabiliscono che “Ogni istituzione è responsabile degli effetti Il bilancio di missione e il bilancio sociale che la propria azione produce nei confronti dei suoi interlocutori e della comunità. Tale responsabilità richiede di dar conto della propria azione ai diversi interlocutori, costruendo con essi un rapporto fiduciario e di dialogo permanente. Ogni amministrazione pubblica ha il dovere di rendere conto relativamente ai propri ambiti di competenza, in quanto titolare di un mandato e della potestà di scegliere e agire come interprete e garante della tutela degli interessi e della soddisfazione dei bisogni della comunità”. Dunque, ogni organizzazione ha il dovere di rendere conto (accountability), ovvero di informare tutti gli interessati su come si è adempiuto alle responsabilità nei loro riguardi. Questo dovere si espleta sviluppando appositi documenti che devono essere redatti secondo criteri e principi che rappresentino con fedeltà, correttezza, buona fede, completezza, neutralità, il comportamento dell’organizzazione. ...ogni organizzazione ha il dovere di rendere conto (accountability), ovvero di informare tutti gli interessati su come si è adempiuto alle responsabilità nei loro riguardi. A ben vedere un primo documento è il bilancio, o meglio per le organizzazioni di volontariato il rendiconto finanziario con evidenza delle donazioni, dei lasciti e dei beni ricevuti secondo quanto stabilito dall’art. 3 della legge 266/91. A questo si aggiungono e si integrano altri due documenti che ampliano lo spettro di informazioni, ovvero il bilancio di missione e il bilancio sociale. Il bilancio di missione è lo strumento tramite il quale rappresentare informazioni qualitative, quantitative e monetarie dell’operato della Odv per monitorare e valutare, la conformità ai valori etici ed alla missione dei risultati realizzati. Nel bilancio sociale l’area di dati ed informazioni fornita dal bilancio di missione viene allargata per rendicontare su responsabilità, impegni, comportamenti e risultati delle azioni dell’organizzazione verso tutti gli stakeholder (portatori d’interesse) interessati. Perché il bilancio di missione e il bilancio sociale? I n realtà la domanda da porsi è: il rendiconto previsto dall’art. 3 della legge 266/91 risponde pienamente al dovere di rendere conto ? Per rispondere occorre effettuare una breve riflessione, si consideri un’azienda profit dove lo scopo principale è il fine di lucro, se il bilancio di tale azienda presenta un utile i soci valuteranno positivamente la gestione, se presenta una perdita avranno una valutazione negativa. È evidente che il bilancio in una impresa profit da conto dell’efficacia con cui ha operato l’azienda, in quanto misura la capacità di raggiungere il fine sociale ovvero la produzione di un utile. Lo stesso bilancio o rendiconto in una organizzazione di volontariato dove lo scopo principale è il fine di solidarietà sociale non ha la stessa potenza informativa che in un’azienda profit. Sapere che l’organizzazione di volontariato CSVM 29 Consulenza presenta a fine anno un avanzo o un disavanzo di gestione, fornisce un dato parziale che non permette di valutare l’efficacia operativa dell’organizzazione nel raggiungimento del fine di solidarietà sociale e nella produzione di utilità sociale. Anzi a ben vedere la presenza di un certo avanzo potrebbe essere indice di attenta ed economa gestione, ma anche di celata inattività. Per poter illustrare la capacità di seguire la missione occorre produrre un documento definito come bilancio di missione, in cui fornire informazioni su: • Contenuto della missione; • Attività realizzate per il suo perseguimento; • Risultati relativi. Dunque, in ambito istituzionale, le organizzazioni di volontariato e gli enti no profit in genere rispondono al dovere di rendere conto con la redazione del rendiconto e del bilancio di missione. L’ambito informativo superiore è quello di rendicontare sulla responsabilità sociale a cui si adempie con un docu- mento definito bilancio sociale che va oltre il perseguimento della missione per rendere conto rispetto agli aspetti rilevanti per tutti gli stakeholder dell’organizzazione, anche se non strettamente legati alla missione dell’organizzazione. È opportuno precisare che non esiste un obbligo di legge nel redigere tali documenti, se non per il rendiconto, ma esiste il dovere di rendere conto ai terzi, dovere fondamentale per chi opera principalmente con risorse non proprie (erogazioni liberali, contributi), dovere a cui si risponde adeguatamente realizzando quanto meno il bilancio di missione. Un processo graduale P er l’adozione di tali documenti nell’Organizzazione di volontariato di appartenenza, occorre un processo graduale, non esiste un modello standard di bilancio di missione o di bilancio sociale, esistono delle linee guida, ed esiste un approccio operativo che è quello del miglioramento continuo. Ovvero gradualmente ci si può impegnare in una rendicontazione sociale, avendo come primo obiettivo il bilancio di missione. Il ripercorrere l’attività dell’anno con la misurazione in primis del raggiungimento della missione, vuol dire mettersi in discussione, facilitare la crescita dell’intera organizzazione, con sistematiche occasioni di riflessione, analisi, confronto interno ed esterno. Tale processo che promuove la consapevolezza sulla identità, la democrazia sostanziale nell’organizzazione, la coerenza tra piano ideale ed operativo, permette valutazioni non autoreferenziali e favorisce il dialogo ed il consolidamento della relazione fiduciaria con gli stakeholder. Riferimenti ed approfondimenti “Principi di redazione del bilancio sociale” di GBS Gruppo di Studio per il Bilancio Sociale (2001); “La rendicontazione sociale nel settore pubblico” di GBS Gruppo di Studio per il Bilancio Sociale (2005); “Linee guida per il reporting di sostenibilità” di GRI Global Reporting Iniziative (2006); Direttiva del Ministro del Dipartimento della Funzione pubblica sulla Rendicontazione sociale nelle amministrazioni pubbliche (2006); “Linee Guida per la rendicontazione negli Enti Locali” dell’Osservatorio per la finanza e la contabilità degli Enti Locali del Ministero dell’Interno (2007); Raccomandazioni della Commissione Aziende Non Profit del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed in particolare: “Il bilancio sociale nelle aziende non profit: principi generali e linee guida per la sua adozione”. “Linee guida per la redazione del bilancio di missione e del bilancio sociale delle OdV” che saranno presentate il 22 maggio 2008. CSVM 30 recensioni L'altro fratello. Relazione fraterna e disabilità Autore: Giovanni G. Valtolina Anno di pubblicazione: 2004 Codice ISBN: 88-464-6134-7 Collana: Serie di psicologia, pagine: 192 Editore: Franco Angeli - Recensione a cura di Maria Bombara Se lo studio della famiglia con un figlio disabile è un campo poco esplorato dai ricercatori, ancora di meno lo è per quanto riguarda una delle relazioni più significative e destinate a durare più a lungo, cioè quella fraterna. In questo libro, infatti, si esplora la relazione fraterna, di cui gli scienziati hanno recentemente “scoperto” la rilevanza nell’apporto che sullo sviluppo di un bambino esercita. Nella prima parte del libro vengono esplorati i primi contributi dati dai ricercatori, dai quali già si evincono i vantaggi della comprensione dei processi d'adattamento familiare alla nascita di un bimbo disabile e l'importanza di sostenere tali processi, cruciali sia dal punto di vista del benessere della famiglia e dei suoi diversi componenti, sia da quello dell'acquisizione delle diverse abilità da parte del bambino disabile. Nella seconda parte invece si approfondisce la relazione fraterna, valutando i vari casi (fratello disabile maggiore o minore, maschio o femmina, ecc.) e comparando le fasi della crescita di una famiglia con e senza figlio disabile. È un viaggio affascinante alla scoperta di questa realtà sia per chi vive il problema in prima persona, sia per operatori e volontari che ci si devono confrontare. Superati i primi tecnicismi è un libro di piacevole lettura. La valutazione dell’invalidità civile e della disabilità Questo nuovo Manuale approfondisce sia le ragioni della distinzione tra invalidità civile e disabilità, fondamentale per comprenderne gli aspetti medico-legali nell’ordinamento italiano, sia i rispettivi metodi valutativi, essenziali per accertare la condizione giuridica da cui derivano i diritti soggettivi volti al riequilibrio delle situazioni di disuguaglianza. Un’indagine scrupolosa, completa e dettagliata, svolta nel giusto equilibrio tra interpretazione legislativa e valutazione medica, superando le difficoltà dovute all’utilizzo di linguaggi diversi. Integrata inoltre dalla giurisprudenza, da schemi riepilogativi delle fasi procedurali e da singole tabelle con le percentuali per il calcolo delle minorazioni, corredate di commenti applicativi. Questa la struttura del volume, redatto da V. Micela, Avvocato, già autore del Manuale pratico dell’invalidità civile (esaurito) e F. Montanari, Medico con esperienza ventennale nelle commissioni di valutazione dell’invalidità. Maggioli Editore - Novità aprile 2008 Pagine 380 - F.to cm. 17x24 - ISBN 4524.2 - euro 34,00 "Storie di calamai e altre creature": quando l'educatore è disabile Il libro sarà accompagnato da una serie di incontri, sia pubblici sia nelle scuole di Bologna e provincia, per raccontare dal vivo un progetto di educazione alla diversità che coinvolge alunni, insegnanti e genitori. BOLOGNA - Arriva "Storie di calamai e altre creature straordinarie" (edizione Erickson), un libro nato dal desiderio di dare una forma stabile all'esperienza ormai ventennale del progetto Calamaio, un progetto per l'integrazione realizzato dal Centro documentazione handicap di Bologna (Cdh) e che vede le persone disabili nel ruolo di educatori. Il libro sarà accompagnato da una serie di incontri nelle scuole di Bologna e provincia per raccontare dal vivo questi "laboratori" di educazione alla diversità che negli anni hanno coinvolto non solo gli alunni e le persone disabili ma anche gli insegnanti e i genitori. Il progetto Calamaio è nato nel 1986 all'interno del Centro documentazione handicap di Bologna. Ideato e progettato da animatori disabili e non, il progetto si rivolge a insegnanti e classi di ogni ordine e grado (dal nido alle scuole superiori), gruppi di volontariato ed educatori con l'intento di suggerire percorsi di integrazione che favoriscano la comprensione della diversità e un atteggiamento di disponibilità nei confronti degli altri. Per informazioni: Sandra Negri (coordinatrice del progetto Calamaio), Cdh di Bologna, tel. 051 6415005, sito web www.accaparlante.it. CSVM 31 servizi del CSV di Catanzaro TUTTI I SERVIZI SONO GRATUITI STRUMENTI Sono a disposizione delle OdV, su prenotazione: Saletta riunioni capienza 10/15 posti, utilizzabile dal lunedì al venerdì. Postazione informatica (computer, stampante, scanner) Telefono/fax - Fotocopiatrice Attrezzature lavagna luminosa - pc portatile - videoproiettore - schermo portatile - lavagna a fogli mobili registratore digitale - videocamera - macchina fotografica digitale - impianto di amplificazione COMUNICAZIONE Il CSV Catanzaro promuove la comunicazione delle OdV attraverso: Spazio sul proprio sito internet - Newsletter settimanale Redazione di articoli, organizzazione di conferenze stampa Sostegno alla produzione di materiali promozionali (grafica, stampa) PROMOZIONE DEL VOLONTARIATO Il CSV promuove la cittadinanza attiva attraverso: Spazio volontariato - Scuola e Volontariato - Volontariato e territorio Reclutamento volontari - Servizio Civile Nazionale CONSULENZE Il CSV offre, previo appuntamento da fissare chiamando la segreteria almeno 2 giorni prima: Consulenza giuridico-legale lunedì ore 15,30 – 18,30 Consulenza amministrativo-gestionale martedì ore 9,00 – 10,30 Consulenza progettazione sociale mercoledì/giovedì ore 10,00 – 12,30 Consulenza amministrativa-fiscale venerdì ore 15,30 – 18,30 DOCUMENTAZIONE Banca dati - Biblioteca emeroteca - Manuali e pubblicazioni FORMAZIONE Percorsi formativi organizzati direttamente dal CSV Laboratori formativi organizzati direttamente dal CSV Corsi di formazione organizzati dalle associazioni di volontariato Seminari/Workshop tematici Sedi e Sportelli: Catanzaro, via Fontana Vecchia s.n.c. - 88100 Tel. 0961.794607-794522 - Fax 0961.480168 www.csvcatanzaro.it - e-mail: [email protected] dal lunedì al venerdì - Mattina: 9.00 - 12.30 - Pomeriggio: 16.00 - 18.00 Cropani c/o GAL Valle del Crocchio, c.da Pedecandela - 88051 Tel. 0961.965615 - e-mail: [email protected] Mattina dal lunedì al venerdì 9.00 - 13.00 - martedì e giovedì pomeriggio 15.00 - 18.00 Lamezia Terme Prossima apertura - Soverato Prossima apertura Staff operativo: Direttore Stefano Morena [email protected] Servizi Sportello Giulia Menniti [email protected] Servizi Amministrativi Pasquale Pignataro [email protected] Area Comunicazione Carlo Crucitti [email protected] Area Consulenza Giuseppe Merante [email protected] Area Formazione Maria Cittadino [email protected] Area Promozione Carla Cosco [email protected]