ANNO 2
N° 2 Marzo/Aprile
CSV Magazine
Informazione e attualità del Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro
2008
Convegno: il Servizio Civile
Volontario in Calabria
Scuola
Volontariato
Progetto “reti di solidarietà”
Testimonianze dei volontari
del SCN
CSV.net promuove il
5 x mille
CSVM 2
2008
Periodico di informazione del CSV Catanzaro,
Centro Servizi al Volontariato della provincia di
Catanzaro.
Registrazione Tribunale di Catanzaro
N° 8 del 10 settembre 2007
Anno 2 - numero 2 - marzo/aprile 2008
In questo numero:
3
Festa a “volontà”
4
PRIMO PIANO
Scuola-Volontariato
6
Relazioni degli istituti aderenti al
Progetto “Scuola Volontariato”
10
INTERVISTE
Si è aperta una nuova stagione
per il Co.Ge. Calabria
12
Non più barriere per i disabili
14
L’ANGOLO delle ASSOCIAZIONI
Per dare voce al più piccolo
granello di sabbia sulla Terra
Direttore Editoriale:
Caterina Salerno
Direttore Responsabile:
Benedetta Garofalo
Gruppo di lavoro redazionale:
Maria Bombara
Pietro Caroleo
Maria Cittadino
Carla Cosco
Carlo Crucitti
Giulia Menniti
Giuseppe Merante
Stefano Morena
Hanno collaborato a questo numero:
Nunzia Coppedè (Fish Calabria),
Elena Sodano (Ra.Gi.)
Don Mimmo Battaglia,
Maria Paola Romeo (Neomera)
Fotografie:
Carlo Crucitti,
CSV Catanzaro,
Associazione Ra.Gi.
Fish Calabria,
Progetto Grafico e impaginazione:
Studio Pingitore.it
Stampa:
Grafiche Abramo, Catanzaro
Editore:
CSV Catanzaro
Direzione e Redazione:
CSV Catanzaro,
Centro Servizi al Volontariato
della provincia di Catanzaro.
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88100 Catanzaro
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La pubblicazione è stata realizzata
grazie al contributo di:
Fondazione Cariplo
Fondazione Compagnia di S. Paolo
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Fondazione Carical
Istituto Banco di Napoli
Ente Banca Nazionale delle Comunicazioni
attraverso la ripartizione assegnata dal Co.Ge.
Comitato di Gestione Fondo Speciale per il
volontariato della Calabria
La collaborazione si intende aperta a tutti e a titolo
gratuito - Dattiloscritti, manoscritti e foto, anche se
non pubblicati, non verranno restituiti - I diritti di proprietà artistica e letteraria sono riservati al CSV
Catanzaro.
I contributi devono pervenire in formato elettronico in
tempo utile alla pubblicazione e comunque prima della
chiusura in stampa. Per ulteriori dettagli contattare la
redazione via e-mail: [email protected] o
contattare il referente al n. 335.7808186.
16
17
18
Primo workshop per la “Neomera”
Parte il corso di formazione
per i volontari di Anteas,
Antea e Interspei
CSV.net promuove il 5 x mille
19
RIFLESSIONI
L’universo frammentato e
sfuggente del “nostro sociale”
20
SERVIZIO CIVILE NAZIONALE
Convegno: il Servizio Civile
Volontario in Calabria
22
Testimonianze dei volontari
27
FORMAZIONE
Fund Raising.
Formazione avanzata
28
CONSULENZA
Il bilancio di missione e il bilancio
sociale
30
RECENSIONI
31
Servizi del CSV di Catanzaro
Foto di copertina, Carlo Crucitti
CSVM
3
Festa
a “volontà”
i vive un clima diverso al Csv in
questi giorni, dovuto al fermento e all’intensità con cui l’intero staff sta lavorando al “cantiere” che porterà alla realizzazione della
Festa del Volontariato, giunta alla
seconda edizione, che si terrà il 25
maggio presso il Parco della
Biodiversità Mediterranea di Catanzaro.
Quello che porta alla festa è un percorso che viene da lontano, e che ha come
obbiettivo principale quello di dare visibilità, nella sua complessità, alla vasta gamma di attività che le associazioni realizzano sul territorio provinciale.
Realtà ampie e variopinte, ramificate in molteplici ambiti,
dalla cultura, allo sport e all’assistenza che molto spesso
scelgono di operare in silenzio e nel più completo anonimato, preferendo orientare i propri sforzi a favore di chi vive
situazioni difficili anziché distrarsi dietro a sterili pubblicità
che a volte non approdano a nulla.
Anche per tali motivazioni la scelta di realizzare tale evento
ci ha creato alcune perplessità. Dubbi che sono stati affrontati nelle discussioni che in questo periodo, partendo dal
confronto in seno al Comitato Direttivo del CSV, abbiamo
avuto con le associazioni.
Il filo conduttore che ha caratterizzato il confronto è stato
centrato sulla necessità di dare visibilità e raccontare le esperienze realizzate sul territorio, al fine di renderle pubbliche e
di evidenziare l’impegno comune del mondo dell’associazionismo a favore di una comunità viva e partecipata che sappia investire sull’operatività di risorse umane, volte ad ottenere il miglioramento della qualità della vita e a contribuire a
dare speranza.
La giornata del 25 è stata pensata come un momento di
festa e di incontro, una giornata di eventi per la valorizzazione e promozione del volontariato. Come spazio da costruire, aperto a tutti e da condividere insieme alla cittadinanza.
Il clima di festa ci consente anche di dare spazio a momenti di approfondimento rilevanti per il volontariato: quello della
S
Progettazione Sociale al mattino, e del
Servizio Civile Volontario nel primo
pomeriggio.
Ad affrontare il primo tema in una logica
di prospettiva, rispetto a quanto realizzato dalle OdV, interverrà il Presidente
di Csv.net Marco Granelli, che si soffermerà su “gli interventi previsti dai fondi
destinati alla Progettazione Sociale”,
ovvero sugli interventi che incideranno
in maniera significativa sul sistema del
volontariato del nostro territorio.
Il secondo momento sul servizio civile si incentrerà sull’esperienza che i ragazzi coinvolti nel progetto “Reti di
Solidarietà” stanno realizzando presso le Associazioni di
volontariato coinvolte, e che si configura come “scuola di
vita” per i giovani interessati. I “racconti” dei volontari rappresentano un momento unico e introducono gli interventi
istituzionali.
La giornata si concluderà con una serie di concerti musicali
che contribuiranno a dare all’evento una forte caratterizzazione, e a coinvolgere e sensibilizzare il mondo giovanile sui
temi dell’impegno e della solidarietà.
Concludendo, l’augurio che faccio a tutti noi è che la giornata del 25 maggio rappresenti un momento di partecipazione
e di forte coesione sociale, in una prospettiva di rafforzamento del “sistema” volontariato del nostro territorio.
Con l’attivazione di sinergie positive, che permettono di
generare risultati rilevanti, siamo infatti più consapevoli del
ruolo che il nostro agire quotidiano di volontari può avere per
il rafforzamento delle relazioni e la promozione dei diritti
delle persone e del “bene comune”.
Buona Festa a tutti!
Avv. Caterina Salerno
Presidente CSV Catanzaro
CSVM
4
Carla Cosco
Referente Area Promozione CSV Catanzaro
primo piano
Scuola-Volontariato
M
aggio presenterà, per il
mondo del volontariato
della Provincia di Catanzaro, un momento estremamente
importante di incontro e confronto. Si
tratta della seconda Festa Provinciale
del Volontariato, che si articolerà in due
giornate: il 22 maggio si terrà una manifestazione destinata alle scuole e il 25
maggio
sarà
il
momento
del
“Volontariato in Festa”.
Per quanto concerne la prima giornata,
si svolgerà, presso l’Auditorium
Casalinuovo, la premiazione delle cinque scuole che hanno aderito al concorso “Giovani e volontariato anno
2007/2008”, nell’ambito del progetto
Scuola e Volontariato, indetto dal
Centro Servizi al Volontariato in collaborazione con l’Ufficio Scolastico
Regionale. Saranno premiate le scuole:
Istituti Comprensivi di Guardavalle,
Taverna, Botricello, la Scuola Media
Statale “Ugo Foscolo” di Soverato e la
“Mattia Preti” di S. Maria di Catanzaro.
All’appuntamento con la seconda edi-
zione della Festa Provinciale del
Volontariato, gli alunni di questi Istituti di
istruzione secondaria di primo grado
giungeranno senz’altro con il loro bagaglio di esperienze vissute a contatto con
i più deboli.
La Festa del Volontariato, però, non rappresenta solamente un momento di
incontro e di condivisione tra studenti,
bensì una preziosa opportunità di crescita per l’intero territorio, che nasconde
a fatica il suo bisogno di sociale.
Il concetto di “sociale”, infatti, abbraccia
tutti coloro che si rapportano ad una
collettività, ad un “altro” rispetto a sé;
da ciò deriva, dunque, la necessità di
pensare ad un sociale coinvolgente, che
sappia esternare i risultati ottenuti sul
campo, attraverso il resoconto del lavoro svolto, non con poche difficoltà, dagli
operatori del settore.
E visto che nel mondo del sociale nulla
può essere improvvisato, per la Festa
del Volontariato del 25 maggio al Parco
della Biodiversità ci si è rivolti alla com-
petenza ed alla professionalità di soggetti che ricoprono incarichi istituzionali
nell’ambito della progettazione sociale,
del servizio civile e delle prospettive
perseguite dal volontariato.
La scelta della localizzazione delle Festa
del Volontariato è scaturita dal desiderio
di avere a disposizione uno spazio sufficientemente ampio da accogliere la
“popolazione” del volontariato, insieme
alle persone che nel fine settimana
popolano il parco, creando l’opportunità
di dialogo e di scambio di esperienza e
di saperi.
Il parco sarà disseminato dalle testimonianze
delle
Organizzazioni
di
Volontariato, attraverso la distribuzione
di materiale informativo e non solo.
L’animazione della giornata sarà, infatti,
curata dalle OdV, dal teatro per i bambini alla giocoleria, dai trapezisti al teatro
di strada, alle dimostrazioni di
Protezione Civile, e così via fino ad arrivare ai concerti di fine serata, che
vedranno alternarsi sul palco gruppi di
CSVM
5
primo piano
spicco come i “Ladri di Carrozzelle” e
giovani talenti catanzaresi.
Per lanciare messaggi significativi non
necessariamente bisogna ricorrere a
modalità comunicative formali e istituzionali. Anche il divertirsi insieme può
essere veicolo per testimoniare l’impegno e per stimolare interesse e partecipazione.
Ma il volontariato non è solo divertimento, è anche riflessione e confronto,
aspetti che saranno evidenziati negli
incontri che si terranno
presso l’anfiteatro del
Parco.
Si affronteranno, infatti,
due argomenti di rilievo
per le OdV e non solo.
L’incontro della mattina
verterà
sul
tema
Progettazione sociale:
opportunità, risorsa o
strumento per il volontariato. Si fa riferimento al
fatto che la progettazione sociale non è solo
uno
strumento
per
finanziare iniziative, ma
può
diventare
una
modalità
operativa.
L’attività non programmata rischia di essere
estemporanea, inefficace e non produce buone
prassi.
“Progettazione sociale”
è anche uno strumento
per fare rete, sociale e
solidale. Queste tematiche saranno sviluppate
anche grazie all’esperienza di quelle Organizzazioni di Volontariato,
che dal settembre 2007
stanno portando avanti i
progetti finanziati con il
Bando
Progettazione
Sociale 2005/2006, indetto dal Centro Servizi
al Volontariato della
Provincia di Catanzaro.
La loro testimonianza
fornirà elementi per verificare punti di forza e
criticità, per riflettere con altre OdV in
merito alle difficoltà che questa opportunità comporta, per comprendere
come utilizzare al meglio tale strumento. Gli interventi del Presidente del CSV
La Festa del
Volontariato, però,
non rappresenta
solamente un
momento di incontro e di condivisione tra studenti,
bensì una preziosa
opportunità di crescita per l’intero
territorio...
di Catanzaro Caterina Salerno (in
merito all’analisi dei dati rilevati dal
monitoraggio
dei
progetti)
del
Presidente di CSV.net Marco Granelli
(sulle prospettive e le opportunità futu-
re) e del Presidente del Co.Ge. Calabria
Egidio Chiarella (che trarrà le conclusioni) forniranno informazioni complete
e dettagliate, a chiunque abbia già
intrapreso la strada della progettazione
sociale o a chi intende usufruire di questo risorsa in futuro.
L’incontro del pomeriggio è incentrato
sul tema del Servizio Civile Nazionale.
Anche in questo caso il racconto è
lasciato ai giovani che stanno vivendo
questa esperienza presso le OdV, che
compongono il CSV e che sono sedi
accreditate. I destinatari
del
messagio
sono
ragazzi e ragazze intenzionate a fare in futuro
questa esperienza o
chiunque desideri, semplicemente, saperne di
più. Il SCN è un’esperienza che cambia la
vita, a maggior ragione
se la si fa a stretto contatto col disagio, il bisogno, l’emarginazione, la
solitudine. La richiesta di
vivere per un anno questo tipo di esperienza
deve partire dalla consapevolezza che sarà un
anno di profonda crescita, umana e culturale.
Anche in questo secondo incontro non mancherà il contributo di
rappresentanti istituzionali, i quali integreranno
con informazioni ufficiali
i contenuti dell’incontro.
Interverranno,
infatti,
Vito Samà, in qualità di
Responsabile
Ufficio
Servizio Civile della
Regione Calabria, e
Diego Cipriani, Direttore Generale dell’Ufficio
Nazionale del Servizio
Civile.
L’impegno e la fatica
nell’organizzare l’evento
non sono mancati, il
resto lo dovrà fare il cittadino, volontario o
meno che sia, attraverso la partecipazione ed il coinvolgimento attivi.
CSVM
6
primo piano
RELAZIONI DEGLI ISTITUTI
PARTECIPANTI AL PROGETTO
“SCUOLA-VOLONTARIATO”
Scuola media di
Guardavalle
Relazione
dell’Associazione
A.C.A.T. di Chiaravalle
N
ell’ambito del progetto “Scuole
e Volontariato”, si è tenuto un
incontro fra i ragazzi della scuola Media
di Guardavalle ed un esponente del
mondo del volontariato, sig.ra M. G.
Parisi. Si tratta dell’Associazione dei
Club Alcolisti in trattamento (ACAT), che
opera da oltre venti anni nel territorio di
Chiaravalle e Paesi vicini. Il lavoro dei
CAT è rivolto sia alla promozione della
salute e di uno stile di vita sano e libero
da uso di sostanze alcoliche (indirizzato
soprattutto agli adolescenti) che all’aiuto e riabilitazione delle famiglie, al cui
interno esistono già problemi alcol-correlati.
L’incontro è stato molto proficuo, in
quanto si sono toccati i principi umani e
di solidarietà su cui si basa il
Volontariato, ponendo l’accento sul
concetto “Tutti siamo responsabili di
tutti”. Il dibattito è stato particolarmente
interessante e animato quando si è
discusso il tema “Alcol tra i giovani” e
l’uso personale che ogni ragazzo quotidianamente ne fa, sia all’interno della
famiglia che in gruppo. Di conseguenza,
sono stati approfonditi i concetti di
danno, dipendenza, e dei problemi
sociali ed umani che l’alcol può provocare. Ci si è lasciati con l’auspicio che
tale esperienza, a nostro avviso molto
positiva, venga ripetuta in futuro.
Maria Grazia Parisi
Chiaravalle, 24/04/2008
Scuola Media Statale
“Fiorentino”
Lamezia Terme
A
nche quest’anno il Centro Sevizi
del Volontariato di Catanzaro ha
organizzato, nell’ambito della festa del
Volontariato dedicata alle scuole, che si
svolge il 22 maggio 2008 a Catanzaro,
una iniziativa di Sensibilizzazione nelle
scuole, invitate a preparare un lavoro
espressivo durante l’anno scolastico
ed a presentarlo in tale occasione.
L’esperienza, già sperimentata lo scorso anno, ha portato ricadute importanti
poiché le scuole coinvolte hanno presentato in occasione della festa del
volontariato dell’anno 2007 i loro lavori
attraverso espressioni diverse molto
belle e autentiche.
Tra queste scuole c’era anche la
Scuola Media Fiorentino Statale di
Lamezia Terme che ha portato un lavoro molto bello e sulla scia dello stesso è
stata coinvolta nuovamente per il corrente anno. Il 27 marzo 2008 insieme
alla referente del Centro Servizi del
Volontariato abbiamo incontrato i
ragazzi per vedere a che punto erano i
lavori da loro svolti e, in quella occasione, sono andata anch’io come
Rappresentante del Coordinamento
Regionale Alogon, un’associazione di
volontariato regionale che opera in particolare nella provincia di Catanzaro ed
CSVM
7
primo piano
ha sede in Lamezia Terme, al fine di
inserire un elemento in più in questo
processo educativo per le scuole, quello di coinvolgere le Associazioni del
territorio e farle conoscere.
L’incontro è stato molto interessante
perché i ragazzi avevano ancora dentro
di loro l’entusiasmo e un po’ di nostalgia dell’esperienza trascorsa, ma nello
stesso tempo erano in grande difficoltà
perché per quest’anno concretamente
non sono riusciti a preparare nulla.
La professoressa che era con loro, a
causa di un lungo periodo di pausa
dall’insegnamento, era appena rientrata ed era all’oscuro del lavoro che i suoi
alunni avrebbero dovuto svolgere.
La discussione che è seguita è stata
molto concreta e difficoltosa perché i
ragazzi si sono ritrovati a dover prendere una decisione molto difficile e
importante, ossia, preparare qualcosa
in tempi stretti o dover rinunciare al
progetto.
I ragazzi erano spinti a presentare
comunque qualcosa ma nello stesso
tempo avevano paura che quel qualcosa, proprio perché era stato preparato
in fretta, non ottenesse gli stessi risultati e la stessa ricaduta del lavoro fato
l’anno precedente. Dall’altra parte, stimolati dall’insegnante che ricordava
loro alcune date e scadenze, avevano
timore di non poter svolgere l’attività,
poiché davanti a loro vi era un periodo
di vacanze e di attività scolastiche
importanti. Infatti negli ultimi mesi di
scuola erano previste le vacanze legate alle elezioni e la gita di fine anno. Ci
siamo lasciati con la promessa che
avrebbero potuto preparar qualche
lavoretto per il progetto, ma in seguito
hanno comunicato la loro rinuncia.
Tutto questo porta ad una riflessione, la
scuola è un agenzia educativa che ha il
compito di sollecitare l’espressività e il
coinvolgimento degli alunni. Il volontariato è una proposta altamente educativa poiché non è compromessa da interessi economici e lucrativi e promuove
concetti di solidarietà, cittadinanza attiva, il dono e la gratuità. Sono valori
molto importanti nei processi educativi
degli alunni che possano diventare elementi di crescita per i giovani e per gli
adulti e per tutta la società.
Molto importante comunque è che il
lavoro di sensibilizzazione e di coinvolgimento continui, ed è altrettanto
importante che entrino in rete nei processi educativi le Associazioni di
Volontariato presenti nei territori scolastici, perché l’esperienza partita dal
Centro di Servizio del Volontariato di
Catanzaro sia restituita nel tempo alle
Associazioni del Territorio, attraverso
una rete attiva di scambio di opinioni
ed espressioni e confronto al fine di
attivare un processo educativo importante.
Scuola media statale
“Mattia Preti”
Santa Maria di Catanzaro
G
iorno 13 marzo alle ore 12:00
l’associazione Spazio Aperto,
insieme alle volontarie del Servizio
Civile della Fondazione Città Solidale
onlus, ha partecipato all’incontro realizzato dal CSV di Catanzaro presso
l’Istituto Mattia Preti.
L’incontro si è basato sul valore e significato del volontariato nel dare loro uno
stimolo ad aderire a questa esperienza
nell’aiuto verso il prossimo, attraverso
l’esperienza dell’associazione Spazio
Aperto e delle volontarie.
L’incontro è stato efficace, infatti i
ragazzi sono stati attenti e curiosi, intervenendo con continue domande sul
tema trattato. I risultati sono stati soddisfacenti, essendo stato centrato in
pieno, il significato del ruolo del volontariato.
Ci sono stati diversi interventi; maggiormente ci ha colpito un ragazzo che ha
raccontato la sua esperienza personale
riguardante un suo compagno con problemi psico-fisici. L’approccio iniziale si
basava su un forte senso di paura ma
col passare del tempo ha capito che
aiutare un compagno in difficoltà,
significava aiutare se stesso, cogliendo
il vero significato di fare volontariato.
Vista la partecipazione attiva abbiamo
capito che gli incontri nelle diverse
scuole potrebbe essere strumento di
grande aiuto a sensibilizzare, e formare
i giovani a partire dai ragazzi della
scuola media.
L’Associazione “Vita
Preziosa” incontra i bambini e gli adolescenti di
Taverna
L
’Associazione “Vita Preziosa”
quest’anno si è voluta impegnare
in un atto di sensibilizzazione più
incisivo nei confronti dei giovanissimi
avendo la consapevolezza che si tratta
di persone attente a tutto ciò che viene
loro proposto.
Partendo dal presupposto che la conoscenza aiuta ad avere un diverso atteggiamento verso nuove problematiche, si
sta portando avanti un progetto che
coinvolge le scuole primaria e secondaria del territorio.
Convinti che lavorare insieme arricchisce sia l’ Associazione perché si apre a
nuove proposte, sia la scuola che ha
l’opportunità di aprirsi a mondi differenti da essa, si è ricercata la disponibilità
dei due Dirigenti Scolastici, la prof.ssa
Raffaela Vaccaro per la scuola primaria
dell’Istituto Comprensivo N° 1 e il prof.
Giovanni Canino per la scuola secondaria dell’Istituto Comprensivo N° 2. La
competenza che può trasmettere la
scuola è basilare per una migliore educazione alla solidarietà, gli argomenti
sono stati trattati con obiettivi mirati dai
docenti nello svolgimento dei progetti
per promuovere nel bambino e nell’adolescente il rispetto dell’altro, anche se
“diverso”. Gia nel 2007 l’ Associazione
aveva contattato i Dirigenti, e l’’Istituto
comprensivo N°2 aveva dimostrato di
essere attento al tema della disabilità
con l’acquisto di tre DVD che raccontano storie vere di persone che vivono
situazioni particolari.
Nel corso di quest’anno scolastico, in
ogni singola classe, ogni docente ha
avuto cura di proporre in modo semplice la delicata condizione del disagio.
Nei giorni 11/12/18/19 del mese di
Marzo, tutti gli alunni della scuola primaria e gli alunni delle seconde classi della
scuola secondaria di I° grado, sono stati
accompagnati nei locali della sede dell’
Associazione “Vita Preziosa” per visionare i films “Pippo e Paola” di Jan
CSVM
8
primo piano
Marisa Nicoletta e Daniela Garofalo
per l’Associazione Vita Preziosa
Istituto comprensivo di
Botricello
Cronaca di Una giornata
da Volontario
I
l Centro Servizi al Volontariato della
Provincia di Catanzaro, ha promosso
una serie di incontri avente come obiettivo quello di promuovere un’azione
che, attraverso la comunicazione, sensibilizzi i giovani sul tema del Volontariato.
Nei locali dell’auditorium dell’Istituto
Comprensivo Statale di Botricello, che
partecipa al Progetto “Giovani e
Volontariato”, Giovedì 27 Marzo 2008,
con le classi del terzo anno ed alcuni
loro insegnanti, si è tenuto un incontro al
quale hanno partecipato l’Ing. Luigi La
Porta in qualità di presidente dell’
“Associazione Mani Tese - Gruppo
di Volontariato Cropanese” ed il
Volontario Senior Franco Colosimo.
Carla Cosco intervista alcuni studenti partecipanti al progetto.
Gissberg, mediateca Ledha, per i più
piccoli, e “Piero e gli altri” di Davide Del
Boca e Piero Motta, mediateca Ledha,
per i più grandi.
È stato emozionante accogliere i giovanissimi in una sede in cui generalmente
vengono trattati argomenti molto forti
ma dove con forza si vogliono mettere in
evidenza i diritti delle persone più
deboli. Ci si è resi conto, ancora di più,
che il complesso rapporto che esiste tra
il mondo degli adulti e il mondo dei più
giovani è un rapporto fondamentale, da
valorizzare e su cui investire perché in
esso sta la coesione tra presente e futuro. I ragazzi, da parte loro, sono stati
curiosi, spontanei, attenti, interessati,
sensibili e disponibili alle analisi e alle
conversazioni che ne sono scaturite. La
loro sensibilità ha reso facile il lavoro
degli adulti, sono state necessarie poche
spiegazioni di fronte a intelligenze vive
che hanno subito colto i dettagli di ciò
che hanno visto.
La preoccupazione di noi adulti di metterli dinanzi a problemi più grandi di loro
è sparita nel momento in cui hanno
cominciato a fare domande e considerazioni attinenti al problema della diversità e del disagio, dimostrando ancora
una volta la sete di ascolto che gli studenti hanno di fronte ad esperienze vissute e concrete.
La collaborazione tra Associazione e
Scuola non è ancora conclusa, è previsto infatti nel mese di Maggio un nuovo
momento d’incontro, di cui riferiremo.
L’incontro è stato aperto dalla Dott.ssa
Mariateresa Salerno, che ha moderato
gli interventi coinvolgendo direttamente
gli studenti: ha spiegato diverse temi
inerenti il pregiudizio, le diversità ecc.
Successivamente, il presidente LaPorta
ha preso la parola, cercando di spiegare
l’importanza dell’essere volontario e
come farlo; evidenziando che le azioni
di volontariato si possono diversificare
in base all’ambiente in cui si vive e si
opera prendendo ad esempio come la
realtà delle grandi città possa essere
diversa da quella delle province. Ha
voluto, inoltre, sottolineare, come sia
importante riuscire ad avere dei punti di
riferimento, quali le associazioni o i
gruppi di volontari, in modo da potersi
confrontare con le persone che vivono
direttamente esperienze di volontariato
e poter crescere insieme.
Come esempio di attività di volontariato il
Presidente La Porta ha presentato alcune
iniziative svolte dai volontari dell’Associazione “Mani Tese”, tra le quali:
- la creazione di una biblioteca: sottolineando l’importanza di come uno spazio comune di incontro e di cultura
possa essere uno strumento di integra-
CSVM
9
primo piano
zione;
- la distribuzione di generi alimentari
come strumento di sostegno alle persone e/o famiglie indigenti
- Realizzazione di attività culturali da
utilizzare come canale di integrazione
sociale e culturale.
Tale intervento ha attratto l’interesse
degli studenti, che hanno dimostrato
molta attenzione e curiosità.
Prendendo di nuovo la parola,
Mariateresa Salerno ribadisce il concetto dell’importanza del volontariato in
ogni sua forma, e richiamando il concetto delle diverse realtà e bisogni, introduce il Volontario Senior Franco
Colosimo, invitandolo a raccontarci le
proprie esperienze vissute nelle diverse
realtà del nostro mondo.
La commozione negli occhi di
Colosimo, nel trovarsi di fronte a tanti
giovani affamati di conoscenza, è molto
alta e contagiosa, e per quasi dieci
minuti l’auditorium risuona di applausi e
commozione, infine nonno Franco prende la parola e incomincia a raccontare
della propria “Missione in Palestina”.
Dopo un attento ascolto delle esperienze vissute, i ragazzi formulano diverse
domande ai loro interlocutori, la più
ricorrente: “Come faccio a diventare
un Volontario?”.
La risposta spontanea e più idonea, quella di Nonno Franco: “Segui il tuo cuore!”
L’incontro si conclude con un arricchimento da parte di tutti.
Ing. Luigi LaPorta
Presidente Ass.ne Mani Tese - Gruppo di
Volontariato Cropanese
D
esidero iniziare queste mie
riflessioni con un ringraziamento, forse
banale, ma sicuramente sentito, per la
Redazione di CSV Magazine che mi ha
concesso lo spazio per pubblicare questo contributo, certamente modesto,
non essendo io uno scrittore di chiara
fama.
Scrivo, a volte, per fissare sulla carta
delle emozioni, dei ricordi, degli episodi
che hanno segnato la mia vita vissuta
intensamente e costellata di eventi esaltanti e qualche volta, purtroppo, tragici.
Oggi, però, desidero dirvi qualcosa
riguardante non il passato, ormai lonta-
no ma mai dimenticato, ma un presente
che dedico con immutata passione ai
giovanissimi, ai protagonisti di un futuro
prossimo che si preannuncia irto di problemi e di pericoli.
Cosa dico?
Racconto dei miei tentativi di regalare un
sorriso, un minimo di serenità a chi non
è mai riuscito ad averlo. Lo racconto
nelle aule scolastiche ed in altri convegni, quale quelli tenuti a Roma di fronte
agli ambasciatori dei paesi in via di sviluppo. I primi sono certamente i più gratificanti ed efficaci nello stimolare la crescita e la formazione dei nostri giovani
indirizzandoli verso la solidarietà vissuta.
Tanti, tantissimi mi formulano domande,
mi chiedono consigli su come seguirmi,
su come comportarsi. Io do loro la stessa risposta che ho sempre dato a me
stesso: “Segui il tuo cuore!”
Dico loro che solo così ci si può sentire
soddisfatti di se stessi e delle proprie
azioni, liberi da ogni forma di egoismo!
Sono, ormai, un volontario Senior di
nome e di fatto e l’augurio che rivolgo a
me stesso è di esserlo fino in fondo,
cercando di donare un sorriso, di tendere una mano senza riserve.
Grazie ancora.
Franco Colosimo
Volontario Senior
CSVM 10
Benedetta Garofalo
Addetta stampa CSV Catanzaro
Interviste
Si è aperta una nuova
stagione per il Co.Ge.
Calabria
Stefano Morena e Caterina Salerno all’incontro per il Coordinamento Regionale dei CSV.
I
l nuovo Comitato di Gestione
regionale (il cosiddetto Co.Ge.)
che si è ricomposto l’11 febbraio
scorso, avente il compito di gestire i
fondi speciali che la legge n. 266 dell’11
agosto 1991, all’articolo 15, destina al
volontariato, è già al lavoro. Con la
nomina dei quindici componenti che
metteranno mano alla nuova programmazione del prossimo biennio di attività,
si è dato, dunque, rinnovamento ad un
sistema articolato sul piano territoriale
ed istituzionale che ha lo scopo di offrire sostegno alle organizzazioni di volontariato ed ai Centri di Servizio a cui esse
fanno riferimento.
Pertanto, sull’avvertita esigenza di
“mettere in rete” il Co.Ge. ed i cinque
CSV regionali, ha fatto leva il riconfermato presidente del Comitato Egidio
Chiarella, che ha reso un’intervista al
“CSV Magazine”.
Il presidente del
Comitato di Gestione
Egidio Chiarella
auspica la
“messa in rete”
tra il Co.Ge.
e i Centri di Servizio
al Volontariato
Presidente Chiarella, quale nuova
stagione di riforme si prospetta per il
mondo del volontariato regionale con
il rinnovo del Co.Ge.?
Esprimo, intanto, la mia soddisfazione
per la composizione del nuovo Comitato, che si è arricchito dell’innesto di
personalità del mondo del volontariato,
dell’Università e di Confindustria. Il Co.Ge
è un organismo importantissimo che ha
dei compiti ben precisi da assolvere, e
che non sono contrapposti a quelli dei
Centri di Servizio. In questi anni, infatti,
abbiamo sempre operato con la finalità di
mettere in rete l’operatività dei CSV e l’attività di controllo del Comitato stesso.
Quali sono stati i risultati raggiunti dal
Comitato regionale in sei anni di operato?
Tenendo conto del fatto che il primo
CSVM 11
Interviste
biennio è servito ad organizzare il lavoro, nei successivi quattro anni sono stati
tanti i risultati ottenuti, specie se si considera che mai prima in Calabria si era
registrata la volontà politica di istituire i
Centri di Servizio. È un compito che
abbiamo assunto e portato a termine
non senza fatica, viste le difficoltà che si
incontrano nell’operare in una regione
già di per sé così complicata. Aver reso
possibile in ogni provincia l’apertura dei
Centri di Servizio equivale, infatti,
all’aver dato avvio ad un’importante
fase culturale che non può che far bene
al volontariato: ed è la prima volta che,
con l’istituzione di questi organismi,
molte associazioni di volontariato hanno
ottenuto servizi, assistenza e formazione, oltre che l’opportunità di promuovere momenti della loro attività. Pertanto, i
quattro pilastri- formazione, promozione, assistenza e stimolo all’attività - che
fanno da corollario alla legge 266/91,
sono stati esplicati al massimo delle
possibilità: il Co.Ge ha assegnato ai
Centri di Servizio somme abbastanza
significative, e a loro volta i Centri di
Servizio hanno speso con oculatezza
tali risorse, anche attraverso la progettazione di bandi sociali che hanno dato
risultati interessanti. È nostro intento,
poi, stimolare l’adesione ai bandi, con
un proprio progetto, da parte delle
associazioni: e le somme derivanti dalla
Fondazione per il Sud fanno ben sperare nell’ampliamento di questa possibilità
di intervento. Del resto, nello svolgere
tale compito, il Comitato di Gestione
non ha supplito all’assenza delle istituzioni, ma ha sicuramente fornito risposte concrete al volontariato.
Non si può di certo negare, però, che
le istituzioni calabresi non si siano
adoperate molto a favore del sociale.
Basti pensare alla legge regionale…
Già, la legge 328 non ha ancora le linee
guida, e il piano sociale è al vaglio della
commissione. Ogni cosa sembra dover
essere rivendicata, e lo stesso Consiglio
regionale non mi mette nelle condizioni
di poter dare un contributo all’approvazione del piano sociale, dimostrando di
non avere la sensibilità politica necessaria per intervenire in maniera incisiva nel
settore.
Di fatto, quindi, voi del Co.Ge vi sostituite alle istituzioni…
Il nostro impegno - che trova concorde
il segretario nazionale della Consulta dei
Co.Ge, Roberto Giusti – è volto a dar
seguito ad un’azione politica più forte
sul territorio, al fine di stimolare l’approvazione del piano sociale da parte della
Regione e degli altri enti preposti (quali
sto ritardo perché si ritrovano a dover
svolgere un lavoro di tipo pedagogico,
volto ad evitare che il volontariato possa
essere confuso con attività a pagamento
“mascherate”. Il rischio che ciò avvenga
si registra comunque, specie in quelle
realtà in cui manca una cultura di base
del volontariato: e in tali casi, proprio l’intervento dei Centri di Servizio può servire a rafforzare il concetto di servizio
verso il mondo del sociale. Quanto più
cresce, infatti, la sensibilità nei riguardi di
tali tematiche, tanto più i risultati sul territorio saranno legati ai principi di efficienza, di efficacia e di legalità.
Il Presidente del Co.Ge. Calabria, Egidio Chiarella
le Province, destinatarie delle deleghe
della Regione con cui potranno presto
esercitare funzioni dirette nel campo del
sociale).
Quali sono le priorità che il Co.Ge si
propone di realizzare con la nuova
programmazione?
Vi sono due aspetti della stessa priorità:
innanzitutto, quello di sollecitare il
mondo del volontariato a non stare dietro l’angolo e a non essere al servizio del
personaggio politico di turno, affinché si
faccia portatore dei disagi e delle debolezze del territorio. In secondo luogo, ci
adopereremo in modo che il volontariato ottenga i servizi, l’assistenza e gli
strumenti che gli consentono di attuare i
progetti che verranno proposti in campo
sociale, culturale ed ambientale. Il
Comitato di Gestione ed i Centri di
Servizio non possono, infatti, lasciare
soli o rendere “ricattabili”, né usati per
fini non nobili, i soggetti legati al mondo
del volontariato. È mia intenzione, a tal
proposito, avanzare la proposta di una
Conferenza regionale sul Volontariato
che serva a comprendere quali settori o
processi possano essere intesi come
priorità rispetto ad altre situazioni.
Nonostante il ritardo con il quale i
Centri di Servizio calabresi hanno iniziato ad essere operativi rispetto ad
altre regioni d’Italia, sono stati
comunque raggiunti risultati lusinghieri in questi ultimi anni?
Sicuramente i risultati ottenuti sono
eccellenti, se si considera il fatto che in
Calabria si è partiti con dieci anni di
ritardo. I Centri di Servizio calabresi
hanno saputo monitorare, infatti, la realtà di loro competenza - oltre che indirizzare le energie verso momenti di formazione, promozione ed assistenza - ma
forse continuano a pagare ancora que-
Oltre alle fondazioni bancarie, è prevista la compartecipazione di altri
soggetti nell’attività di finanziamento
dei Centri di Servizio?
Si, non sono vietati momenti di presentazione dei progetti in cui vi siano compartecipazioni di fondazioni di natura
diversa e degli enti pubblici: a tal proposito, sarebbe proprio auspicabile che i
Centri di Servizio siglassero con le
Province un protocollo d’intesa, così
come è già stato fatto a Crotone, in
modo che si possa pensare ad un
bando in cui la partecipazione al progetto non sia legata ai fondi che dà il
Centro di Servizio, ma a fondi provenienti da realtà istituzionali diverse.
Forse le difficoltà maggiori che i
Centri di Servizio incontrano non
sono legate ai finanziamenti, ma alle
modalità con cui risvegliare l’interesse per il sociale…
Proprio così. I soldi, paradossalmente,
molte volte ci sono. Ma occorre capire
che essi vadano spesi in un certo modo,
nel rispetto dei criteri di efficienza, efficacia e di legalità. È necessario, dunque,
che ognuno di noi vigili in questo settore.
Lo stesso Comitato di Gestione, che io
presiedo, non è la controparte dei Centri
di Servizio né del mondo del volontariato: ma spesso è la cultura di fondo calabrese che non aiuta a lavorare al meglio,
perché c’è sempre il sospetto che “qualcuno nasconda qualcosa”, anche quando si opera bene. Ma proprio per questo,
la scommessa diventa più intrigante per
tutti coloro che devono adoperarsi affinché i risultati arrivino.
Di seguito i nomi dei nuovi componenti del
Comitato di Gestione:
Egidio Chiarella, Presidente
Lorenzo Maria Di Napoli, Vicepresidente
Mario Cortese, Segretario
Membri del Comitato: Francesco Bavasso,
Francesco Cosentini, Pietro Fantozzi, Dario
Lamanna, Vincenzo Linarello, Raffaele Montagna,
Sergio Principe, Claudio Reali, Francesco Rigitano,
Tiziana Romeo, Giuseppe Varacalli.
CSVM 12
Benedetta Garofalo
Addetta stampa CSV Catanzaro
Uno sguardo su...
Non più barriere per i disabili
Viaggio nel mondo della disabilità. Parte prima
Nunzia Coppedè con le sue collaboratrici della Fish Calabria Katia Cortese e Stefania Mastroianni.
N
unzia Coppedè, vicepresidente del Centro Servizi al
Volontariato della provincia
di Catanzaro, riserva molte speranze
nella Convenzione sui Diritti delle
Persone con Disabilità firmata lo scorso
anno a New York. Per la prima volta,
infatti, gli Stati Parti hanno ratificato un
accordo che tiene conto delle innumerevoli esigenze delle persone disabili,
riconoscendo, all’articolo 5, “…che
tutte le persone sono uguali di fronte e
sotto la legge e hanno diritto, senza
alcuna discriminazione, a uguale protezione e uguale beneficio della legge”.
Pertanto, in attesa di divenire legge
anche in Italia, la Convenzione di New
York, redatta da ottocento disabili
Nunzia Coppedè,
vicepresidente del
CSV della provincia di
Catanzaro, illustra i
contenuti della
Convenzione di
New York
(hanno, altresì, partecipato alla stesura
del testo gli italiani Giampiero Griffo e
Pietro Barbieri), propone l’abbattimento
di tutte le barriere architettoniche, mentali e strutturali, che ancora oggi impediscono ai disabili di vivere in maniera
indipendente e di partecipare attivamente allo sviluppo della società. E di
poter superare i limiti derivanti dai contesti di natura sociale e culturale (che
hanno contribuito a minare la loro autostima) attraverso un processo di ricostruzione volto ad acquisire la consapevolezza delle proprie capacità ed abilità
(il cosiddetto “empowerment”).
La stessa Coppedè, da anni attiva nel
campo della promozione sociale nonostante la disabilità da cui è affetta, è
CSVM
13
Uno sguardo su...
ben consapevole della situazione di
svantaggio che si accompagna alla
malattia - motoria, sensoriale, psichica
o psicofisica che sia: ed al tempo stesso insiste sull’importanza strategica
che l’incontro con altri disabili e con
organizzazioni di volontariato può assumere per la persona con handicap, la
cui crescita è solitamente interrotta dall’iperprotezione familiare e dalla mancanza di esperienze socializzanti.
Specie all’interno di un contesto assai
limitativo come quello regionale: “In
Italia, ma soprattutto in Calabria, siamo
ancora molto lontani dal dare attuazione
al modello sociale (e non “medicalizzato”) che propone la Convenzione - afferma Nunzia Coppedè - Nei cinquanta
articoli di cui è composta la
Convenzione, infatti, il concetto di disabilità supera l’ottica della malattia, e
garantisce la tutela di tutti quei diritti
attraverso i quali anche il portatore di
handicap ha l’opportunità di vivere
un’esistenza di qualità. Da noi, invece,
non esiste una programmazione complessiva che tenga conto dei vari bisogni”. E di procedimenti “a macchie di
leopardo” Nunzia Coppedé ne ha visti
proprio parecchi, ed a tutti i livelli della
disabilità: “Nella realtà regionale e provinciale non è previsto alcun tipo di
sostegno alle famiglie (con la conseguenza che, prima o poi, la famiglia del
disabile “scoppia”) né, soprattutto, di
sostegno “alle persone”- prosegue
In Italia, ma
soprattutto in
Calabria, siamo
ancora molto lontani
dal dare attuazione
al modello sociale...
amareggiata - Se non c’è nessuno che
possa aiutare il disabile a mangiare, a
vestirsi e ad andare al bagno, è normale, infatti, che siano i familiari a svolgere
questo servizio. Ma così facendo, la
famiglia “esce fuori” dal proprio ruolo e
vive una situazione insostenibile”. Né,
tantomeno, tutti i servizi possono essere delegati al volontariato, nonostante il
vivace mondo dell’associazionismo si
ritrovi spesso obbligato a sostituirsi alle
istituzioni. La stessa “Fish” Calabria
presieduta dalla Coppedè (alla quale
aderiscono altre associazioni di volontariato e di promozione sociale), ricerca
da tempo, senza mai trovarlo, un confronto diretto con gli interlocutori: “Del
resto, a loro basta una semplice pennellata per cancellare mesi o addirittura
anni di lavoro” - risponde laconica.
Esiste, poi, un’altra delicata questione
che la Convenzione tratta con garbo e
rispetto: quella della “pluridisabilità”
delle donne, che in quanto tali ed in
quanto disabili, sono soggette a discriminazioni multiple (articolo 6 Conv.):
esse continuano ad essere viste nell’ambito sociale e lavorativo come persone asessuate affette da disabilità, e
proprio per questo vanno incontro ad
una serie di violenze davvero riprovevoli, in Calabria come nel resto del
mondo. “Non è un mistero per nessuno
il fatto che le donne disabili vengano
abusate, anche all’interno delle proprie
famiglie. Basti pensare che in alcuni
Paesi sono addirittura sottoposte ad
operazione per essere private della possibilità di diventare madri - continua la
Coppedè - Abbiamo compiuto diverse
ricerche e progetti a livello europeo su
tale argomento, e ne è venuta fuori
l’estrema vergogna delle donne a confessare la violenza subita in ambito
familiare, all’interno delle strutture sanitarie ed anche da parte dei loro assistenti personali. Ma il triste fenomeno,
purtroppo, si ripete di frequente anche
qui da noi. Nonostante si tenda a tenerlo più nascosto”.
I contenuti della Convenzione di New York
Lo scopo della Convenzione è quello di promuovere, proteggere e assicurare il pieno ed eguale godimento di tutti i diritti umani
e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e di promuovere il rispetto per la loro inerente dignità.
Tale finalità viene perseguita attenendosi ai principi del rispetto per la dignità intrinseca, l’autonomia individuale e l’indipendenza delle persone; della non discriminazione; della piena ed effettiva partecipazione e inclusione all’interno della società; del
rispetto per la differenza e l’accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell’umanità stessa;
dell’eguaglianza di opportunità; dell’accessibilità; della parità fra uomini e donne; del rispetto per lo sviluppo delle capacità dei
bambini con disabilità e del rispetto per il diritto dei bambini con disabilità a preservare le loro identità (articolo 3).
Nello specifico, gli Stati Parte di questa Convenzione (firmata nel mese di marzo del 2007 a New York) riconoscono l’eguale
diritto di tutte le persone con disabilità a vivere nella comunità, in pari condizioni di scelta rispetto agli altri, assicurando che
“…abbiano accesso ad una serie di servizi di sostegno domiciliare, residenziale o di comunità, compresa l’assistenza necessaria a sostenere la vita e l’inclusione all’interno della comunità e a prevenire l’isolamento o la segregazione fuori dalla comunità…” (articolo 19). Allo scopo di realizzare il diritto all’istruzione (articolo 24) senza discriminazioni e su una base di eguaglianza di opportunità, gli Stati Parte assicureranno un sistema educativo inclusivo a tutti i livelli ed una formazione lungo tutto
l’arco della vita, indirizzata a “…il pieno sviluppo del potenziale umano, del senso di dignità e dell’autostima e il rafforzamento
del rispetto dei diritti umani, delle libertà fondamentali e della diversità umana; lo sviluppo, da parte delle persone con disabilità, della propria personalità, dei talenti e della creatività, come pure delle proprie abilità fisiche e mentali, fino al loro massimo
potenziale; mettere in grado le persone con disabilità di partecipare effettivamente a una società libera”. All’articolo 27, poi,
gli Stati Parte riconoscono il diritto al lavoro delle persone con disabilità, “includendovi il diritto all’opportunità di mantenersi
attraverso il lavoro che esse scelgono o accettano liberamente in un mercato del lavoro e in un ambiente lavorativo che sia
aperto, inclusivo e accessibile alle persone con disabilità…”
(1- continua)
CSVM 14
l’angolo delle associazioni
Per dare voce al più piccolo
granello di sabbia della Terra
Le maschere da riciclo.
R
achele e Giuseppe. Questo
significa Ra.Gi. la sigla della
Onlus catanzarese che da sei
anni è caparbiamente presente sul territorio della Calabria. “La scelta di dare
all’Associazione una ragione sociale
legata ai nomi di due bambini – afferma
il presidente dell’Associazione Elena
Sodano - nasce dal sentire dentro di sé
il forte desiderio di dare voce ad ogni
essere umano, a partire dai più piccoli.
Il presidente
dell’associazione“Ra.Gi”,
Elena Sodano,
descrive i traguardi
raggiunti in sei anni di
attività
Si parla tanto della libertà di pensiero, di
espressione, eppure guardiamoci intorno e rendiamoci conto che troppi volti
dell’umanità continuano a vivere nel
silenzio e nell’indifferenza. Eppure
anche quei volti sono parte della società. Anche quegli occhi sono fari che illuminano il vivere sociale”. E così nel 2002
viene contemplato, all’interno della
Ra.Gi., il cosiddetto “Progetto Piccolo”
che vuole abbracciare il “piccolo” del
CSVM 15
l’angolo delle associazioni
mondo con la semplicità e la meraviglia
nel sentirsi un granello di sabbia nell’immensa spiaggia chiamata Terra. La voce
che sostiene il “Progetto Piccolo”, è
quella di Madre Teresa di Calcutta: “noi
non possiamo fare grandi cose, ma solo
piccole cose con grande amore”.
Tenendo fede a questo “credo” in tutta
la sua progettualità,
la Ra.Gi. mette al
centro per prima
cosa i bambini e gli
adolescenti. “Stare
con i bambini e con i
giovani, grazie alle
nostre metodologie
educative – ha continuato la Sodano significa prepararli
alla vita, armandoli
di fiducia, di autostima, di capacità di
ascolto, di emozioni
sincere. Ma soprattutto di rispetto per
la propria persona e
di ammirazione per
ciò che si è, per il
valore intriso in
ognuno.” Accanto
all’universo bambino, adolescente e
giovanile, la Ra.Gi.
investe nel delicato
rapporto con le
famiglie. “Non vogliamo modellare dei
genitori perfetti –
continua il Presidente - perché non
sarebbero in grado
di vivere pienamente
i rapporti familiari;
vogliamo semplicemente
diffondere
una nuova forma di
etica genitoriale, che
metta da parte quelle regole oggettive
che spesso ci vengono consigliate e
comprendano che ogni famiglia deve
imparare a costruire i propri rapporti,
partendo dalla comprensione di se stessi. Il rapporto genitori-figli non è fatto
solo di regole-rispetto. Ci sono gioie vissute, coccole donate, giochi condivisi,
riflessioni silenziose anche tra i partner.
Quanto più i genitori si faranno piccoli
per crescere con i propri bambini, tanto
più essi saranno in grado armonizzare i
rapporti familiari, assicurando un vivere
equilibrato. E così nasce il progetto
“Bambino Io Bambino Tu” che da quattro anni sta dando ai tanti genitori che
ne frequentano le attività, un valido strumento per ritrovarsi non solo con se stessi ma anche con i propri ragazzi. Oppure
il progetto “Più o meno Uguali”, attraverso il quale alcuni genitori volontariamente controllano l’accesso dei cancelli di sei
scuole elementari della città.
Dopo la famiglia, infatti, viene la scuola,
che, secondo la Ra.Gi, non può solamente preoccuparsi di donare ai giovani
un bagaglio culturale, ma soprattutto un
bagaglio sociale in cui trovare gli strumenti più idonei a vivere la vita. Da anni
la Ra.Gi. porta avanti la sua idea delle
“Scuole Aperte” perchè la scuola deve
appunto offrire spazi di aggregazione, di
condivisione, di impegno per tutti.
Bambini, genitori, nonni, possono trovare nella scuola il luogo dove riscoprire i
valori della famiglia, il valore del Sé, il
valore dell’Altro. Per tale motivo, grazie
alla collaborazione del IV circolo didattico retto da Teresa Rizzo, degli assessorati comunali alle Politiche Giovanili e
Pubblica Istruzione e dell’assessorato
provinciale alle Attività economiche, nel
mese di novembre 2007 è nato il
Poli…Valiamo nei locali della scuola
“Chimirri” in via
Domenico Marincola
Pistoia. L’unico centro di aggregazione
in Calabria pensato
e voluto all’interno di
un edificio scolastico. “Il centro – continua la Sodano – è
diventato un punto
di riferimento per i
bambini, gli adolescenti, i giovani e la
famiglie che abitano
nel centro e nella
periferia a Sud della
città. Sono sette i
laboratori aperti e
seguiti da professionisti
compresi
incontri mensili organizzati con medici,
psicologi e altro. Il
PoliValiamo coinvolge circa 400 persone
e una buona percentuale di cingalesi,
rumeni,
polacchi,
rom, bielorussi, cinesi, marocchini, albanesi. Proprio per
loro, in collaborazione con il IV Circolo
Didattico e l’Ufficio
scolastico regionale
verrà
aperto
il
primo
laboratorio
Etnografico
della
Regione, nel quale
grandi e piccoli
catanzaresi saranno
“contaminati” dagli
usi e dai costumi
delle diverse etnie
che convivono nel
PoliValiamo. Dalla scuola, la Ra.Gi. si
rivolge all’intero territorio e a tutte quelle istituzioni, enti, organizzazioni che
sono parte del vivere sociale. Verso di
loro sono stati rivolti alcuni specifici progetti che hanno portato l’Associazione,
in breve tempo, a creare intorno a sé
una rete di consensi importanti per
poter continuare a offrire al territorio servizi concreti e mirati.
Per chi volesse maggiori informazioni sulle
variegate attività della Ra.Gi. basta visitare il
sito www.ra-gi.org.
CSVM 16
l’angolo delle associazioni
Dall’applicazione
del metodo A.B.A.
alla definizione di
un nuovo percorso
di speranza per
i soggetti autistici.
Primo workshop
per la “Neomera”
del 1938, e che si traducono nell'applicazione di regole scientifiche per migliorare
comportamenti socialmente significativi.
Tale scienza si è rivelata nel corso degli
anni, in seguito alle ricerche scientifiche,
il più efficace intervento educativo per il
trattamento dei disturbi di tipo autistico.
Almeno 550 studi pubblicati tra il 1960
ed il 1995 e diverse centinaia dal 1995
Col metodo A.B.A.
nuove speranze
di apprendimento
per i soggetti
autistici
N
ei giorni 9-10-11 aprile si è
tenuto il Primo Work Shop
ABA organizzato dall'associazione di volontariato “Neomera”, con il
sostegno di Fondazione Betania Onlus
su: "l'Autismo e problemi di apprendimento" presso l'Auditorium Pellicanò di
Santa Maria di Catanzaro.
La Relatrice, dottoressa Francesca degli
Espinosa, è una psicologa, certificata
presso la commissione di analisti comportamentali (BACB), con oltre dodici
anni di esperienza nell'applicazione di
principi e tecniche ABA (Applied
Behaviour Analysis) su persone con autismo e ritardo di apprendimento.
Fra i partecipanti c'erano genitori, insegnanti, terapisti, psicologi e neuropsichiatri. Davvero un grande risultato,
soprattutto in una regione come la
nostra, in cui sembra che le cose arrivino
con grande ritardo rispetto alle altre.
Significativa, inoltre, la presenza dell'equipe di neuropsichiatria infantile del
distretto di Catanzaro Lido dell'Asl n. 7.
Durante i tre giorni sono stati trattati i
principi base dell'ABA (analisi del
Comportamento Applicata) che traggono la loro origine dagli studi di Skinner
documentano l'efficacia di specifici
metodi ABA per l'insegnamento di fondamentali abilità in tutte le aree evolutive. In particolare nella prima infanzia, in
cui si sono evidenziati gli ottimi risultati
ottenuti su bambini inseriti in età prescolare (sotto i cinque anni), attraverso
un intervento comportamentale precoce
ed intensivo basato sull'applicazione
delle tecniche ABA per offrire opportunità di apprendimento ed incrementare la
Motivazione.
Questi bambini, infatti, registrano un
incremento significativo e sostenuto nel
tempo nel loro quoziente intellettivo, nel
linguaggio, nelle abilità accademiche e
nel comportamento adattivo e sociale.Il
loro progresso quindi è stato maggiore
rispetto a bambini inseriti in altri tipi di
trattamenti.
Il workshop è stato organizzato
dall'Organizzazione di volontariato
Neomera, che raccoglie genitori di bambini con disturbo di tipo autistico, e che
desidera divenire strumento di diffusione dell'A.B.A.
L'idea di costituire questa associazione
di famiglie è nata in seguito all'esperienza maturata da alcune di esse.
A fare da sprono motivazionale sono
stati sicuramente gli incredibili risultati
raggiunti nei trattamenti e quindi
la voglia di aiutare tutte quelle famiglie
che vivono in condizioni di grande disagio la propria quotidianità.
L’Organizzazione
di
volontariato
“Neomera” è intenta dunque ad individuare sul territorio le famiglie con bambini con diagnosi di Disturbo
Generalizzato dello Sviluppo ed esperti
supervisori qualificati; a promuovere
l’informazione e la conoscenza dei
benefici dell’intervento attraverso dei
work shop formativi, oltre che la formazione di nuovi terapisti qualificati, per le
differenti fasce d’età dei bambini (infanzia e adolescenza). Inoltre, l’associazione, intende supportare la ricerca e lo
scambio del materiale e coinvolgere le
strutture pubbliche e private presenti sul
territorio e reperire risorse finanziarie.
L'idea è quindi quella di unire le forze
per garantire al maggior numero di individui la possibilità di accedere alle terapie riabilitative e di supportare le famiglie in questo difficile ma importantissimo cammino, mettendo a disposizione
degli altri le esperienze positive.
Non è un caso che “Neomera” voglia
dire "nuovo giorno".
Il volersi incontrare e vivere insieme ha
quindi un senso: è il senso di genitori
che si riconoscono in una comune difficoltà, ed in questo riconoscersi danno
vita ad un amore pratico, fatto di gesti
concreti, di scambi di parole, ricordi,
intuizioni, conoscenze.
Nella speranza di vedere un “nuovo
giorno” non solo per i propri figli, ma per
tutti i bambini incontrati, con una nuova
consapevolezza, che il disturbo autistico si può e si deve curare.
Per saperne di più è possibile collegarsi al
sito: www. neomera.org e lasciare una mail
al seguente indirizzo di posta:
[email protected]
Maria Paola Romeo
Presidente Associazione “Neomera”
CSVM 17
l’angolo delle associazioni
Parte il corso di formazione
per volontari di
Anteas, Antea e Iterspei
Nella prima giornata del corso di formazione per volontari, finanziato dal
Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro - che l’Anteas regionale, l’Antea provinciale e l’Iterspei
hanno voluto dedicare alla riscoperta
del ruolo di cittadinanza attiva rivestito
dall’anziano all’interno della società - gli
intervenuti all’Auditorium Sancti Petri
hanno cominciato l’attività di socializzazione partendo dall’esperienza
acquisita nel campo del volontariato.
Per la maggior parte di loro, infatti,
l’adoperarsi per il sociale è stato determinato anche dalla necessità di non
precipitare nell’abisso del senso di inutilità che spesso è avvertito al momento del pensionamento: l’impegno della
vigilanza all’uscita dalle scuole, di assistenza ai ricoverati in ospedale, di
segretariato sociale ed a favore delle
associazioni più diverse, non può che
essere motivato, quindi, dal desiderio di
rendersi utile al gruppo sociale di
appartenenza e di combattere il decadi-
mento dovuto all’età. Eppure, come ha
tenuto a precisare il presidente
dell’Antea
provinciale
Gennaro
Capriglione nella sua relazione, successiva al discorso introduttivo del presidente dell’Anteas regionale Domenico
Sacco ed ai momenti di auto-presentazione guidati dalla formatrice Silvana
Sacco, le risorse che l’anziano possiede possono essere valorizzate solo con
l’acquisizione della piena autonomia e
con la presa di coscienza dei propri
diritti e doveri. L’utilizzo delle varie
forme di auto-aiuto tra le persone, poi,
può rivelarsi uno strumento efficace per
eliminare le difficoltà di inserimento
nella società avvertite dall’anziano:
“L’anziano deve essere stimolato ad
apprendere quanto gli è necessario per
contribuire alla risoluzione dei problemi
sociali- ha affermato Capriglione - Ogni
esperienza vissuta con impegno può,
quindi, per lui tradursi nella concreta
possibilità di farsi portavoce, nei confronti delle istituzioni, dei bisogni della
società”. Prendendo spunto dai risulta-
ti di un progetto portato avanti con successo a Padova, Capriglione ha infine
indicato nella dieta mediterranea, nell’attività fisica e nella socializzazione le
tre “linee guida” che l’anziano è tenuto
ad osservare per il suo benessere
psico-sociale. Quello di invecchiare in
salute è, d’altronde, un diritto per ognuno, ma anche un dovere sociale per chi
è avanti negli anni ed ha ancora molto
da dire.
Le altre tre giornate di corso si terranno
oggi, il 14 ed il 15 maggio. Si alterneranno a relazionare Vincenzo Caserta,
Corrado Iannino, Raffaele Blandino e
Gaetano Russo, unitamente alle rappresentanze sindacali della Fnp-Cisl.
Ufficio stampa CSV Catanzaro
Csv.net lancia una grande campagna sul 5 per mille.
Quando paghi
le tasse vorresti
decidere
a cosa destinarle?
Be’, almeno un po’
decidilo tu.
Decidi a chi destinare
il 5 per mille dell’Irpef:
rivolgiti alle organizzazioni di
volontariato e di terzo settore
che conosci oppure consulta su
www.csvcatanzaro.it o su
www.agenziaentrate.it l’elenco
delle organizzazioni che ne
hanno diritto.
Con il
patrocinio di:
Agenzia per le Organizzazioni
Non Lucrative di Utilità Sociale
Centro Servizi al Volontariato
della provincia di Catanzaro.
Conferenza Permanente
Presidenti Associazioni e Fedrazioni
Nazionali di Volontariato
Csv.net promuove una campagna di comunicazione sul cinque per mille per tutto il sistema dei Centri di servizio,
con il patrocinio dell'Agenzia per le onlus, della Convol e del Forum terzo settore. L'obiettivo è sensibilizzare i contribuenti a sostenere le organizzazioni di volontariato. La campagna prevede la pubblicazione di uno spot su alcune testate nazionali e, personalizzato con il logo di ciascun Csv, su quelle locali di riferimento.
Il 5 per mille è la nuova disciplina di finanziamento delle associazioni non profit italiane, introdotta dalla Legge
Finanziaria per il 2006 in applicazione del principio di sussidiarietà fiscale.
Si tratta della possibilità per le persone fisiche titolari di reddito di destinare il 5 per mille della propria IRPEF ai
seguenti soggetti:
Enti del volontariato:
• ONLUS - Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale
• associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionale, regionali e provinciali
• associazioni riconosciute che, senza finalità di lucro, operano nei settori indicati dall'art. 10, comma 1, lettera a)
del D.lgs 4/12/1997, n° 460
• fondazioni nazionali di carattere culturale
Enti della ricerca scientifica e dell'università;
Enti della ricerca sanitaria;
Associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal CONI.
Gli elenchi definitivi dei soggetti ammessi alla destinazione della quota si possono consultare sul sito del Ministero
dell’Economia e delle Finanze www.agenziaentrate.it.
Il 5 per mille non è in contrasto con l'attribuzione dell'8 per mille: si possono, infatti, utilizzare entrambe le opportunità per destinare parte delle proprie imposte a diversi fini sociali.
Non costa nulla: non è una tassa aggiuntiva, ma una quota di imposte a cui lo Stato rinuncia per destinarla al sostegno del volontariato.
CSVM 19
Don Mimmo Battaglia
riflessioni
S
crivo queste righe di ritorno da
un viaggio in Honduras, il secondo tra i Paesi più poveri del pianeta. È duro il compito di scrivere del
nostro mondo del sociale mentre ho
ancora impresse negli occhi e nella testa
le immagini di un altro mondo, di una
miseria ingiusta e profonda che condivide il nostro tempo. Immagini di bambini
soprattutto, che al di là di ogni facile
commozione, danno la dimensione di un
dramma di oggi. Si dice che i bambini
siano considerati “indicatori economici”,
per me sono indicatori etici della società. Questo indicatore ci da la misura di
quanto il modello di sviluppo a cui ci stiamo adeguando sia ingiusto ed insano.
Ero da poco uscito da “Casa Alianza”,
comunità che accoglie centinaia e centinaia di bambine e bambini di strada, vittime della miseria e dello sfruttamento.
Solo in Honduras diecimila sono i bambini sfruttati, anche sessualmente, e sulla
strada ventimila non hanno neanche un
documento d’identità, non sono di nessuno, come se non esistessero. Carne
da mercato quindi, merce da vendere ed
acquistare. Stavo facendo un giro per le
periferie quando mi sono accorto che,
presso la sponda di un fiume di fogna,
stavano giocando dei bambini, che poi si
sono tuffati dentro a quella fogna come
se si fossero tuffati nel nostro mare. Più
avanti delle bambine che, dentro alla
stessa fogna, stavano facendo il bucato.
E vicino, un campo di calcio o quello che
ne rimaneva, una reliquia rimasta in vita
dalla devastazione dell’uragano Mitch e,
dentro questo campo, almeno quaranta
bambini dietro ad un pallone. Tristezza e
rabbia sono stati i sentimenti che ho provato. E una grande voglia di piangere.
L’ho riportata a casa quest’immagine,
assieme alle mie emozioni ancora racchiuse dentro. E non posso non confrontarmi con esse ora, scrivendo del nostro
mondo, del nostro “sociale”. Di questo
universo frammentato e sfuggente, di
questo puzzle complesso in cui si intrecciano impegno e abbandono, attenzione
e distrazioni, speranze e lamentele.
Tante, troppe lamentele e poche maniche rimboccate. La rabbia mi urla ancora dentro, leggendo l’ingiustizia racchiusa dentro al nostro frequente piangerci
addosso: viviamo nell’oro, in realtà, ma
in un oro “rubato”. Ritorna prepotente
l’immagine della fogna ed immagino
molti di noi, qui, una parte di quello strano universo del sociale, in piedi ai margini di quel corso d’acqua, col naso turato
L’UNIVERSO
FRAMMENTATO
E SFUGGENTE
DEL “NOSTRO
SOCIALE”
Lettera aperta di
Don Mimmo Battaglia,
presidente del Centro
Calabrese di Solidarietà
per non sentirne gli odori, ma con lo
sguardo attento, come sulle sponde di
un torrente del Klondike, ad aspettare
che dall’acqua si possa guadagnare, ne
possa uscire qualche pepita d’oro. Sono
in tanti ad arricchirsi sulle fatiche dei
poveri, che vivono anche sulle nostre
strade, degli ultimi, dei vulnerabili. I
poveri in questo territorio ci sono, esistono, hanno nomi e cognomi, e non possiamo far finta di non vederli. E contemporaneamente assistiamo a sponsorizzazioni sociali che creano solo immagine, spettacolarizzando, in nome della
solidarietà, la fatica e la sofferenza della
gente. Non si può e non si deve strumentalizzare, per nessuna ragione la fatica di
chi arranca. La solidarietà, fatta sotto i
riflettori, è sempre ambigua. Il rischio è
che anche il mondo del sociale, staccato
da un’etica condivisa, segua il facile percorso di allineamento al pensiero unico,
al sistema economico del mercato globale, dove ogni cosa, ogni persona, ogni
idea, ogni valore, diventano solo strumenti di produzione e guadagno. Il
rischio è perdere la strada e gli obiettivi
di fondo e con essi la dignità e l’unicità,
per farci servi, inchinarci alla misera
sacralità del nuovo idolo. Un’altra immagine mi segue dall’altra parte dell’oceano: ero affacciato alla finestra nel centro
di Tegucigalpa, capitale dell’Honduras,
sullo sfondo di una collina osservavo
delle favelas. In alto, sulla collina, l’insegna grande della Coca Cola.
L’impressione visiva è che quelle case
fossero inginocchiate, crocifisse ai piedi
dell’insegna. Lei, la regina incontrastata
in alto, e, tutti, ai suoi piedi. È l’immagine
del mondo di oggi, forse anche del
nostro mondo del sociale. Ed è un’immagine che fa paura e genera l’urgenza di
una riflessione, di una rilettura dei nostri
percorsi. La necessità di sollevare la
testa dai nostri impegni quotidiani e dalla
routine del nostro operare per guardare il
nostro tempo dall’alto, da un punto di
vista ampio e profondo, per chiederci
dove stiamo andando, ed in che modo
stiamo percorrendo questa strada e per
scegliere da che parte stare: se dalla
parte delle favelas, dentro la fogna insieme a quei bambini o in alto, sulla collina,
dalla parte della Coca Cola. Non ci sono
vie di mezzo. Vuoi essere universale?
Parlami del tuo villaggio!
Il volontariato, quindi, è chiamato a
schierarsi. Non può rimanere neutrale.
Deve saper cogliere il significato conflittuale della povertà, di tutte le povertà,
quelle vicine e quelle lontane. Ma i poveri non ti danno solo i loro problemi, ti
danno anche la speranza,la forza di vivere,la solidarietà con gli altri,l’amore verso
gli altri: Recuperare il vero senso della
solidarietà significa anche accogliere e
fare proprio il valore della reciprocità.
Reciprocità è una parola importante,
impegnativa, necessaria. Ma non sempre è presente come pratica e come
valore anche nel nostro mondo dell’impegno solidale. La relazione con l’altro
non è solo atteggiamento etico: è direttamente cura, è cambiamento, è politica. E
questo vale per tutti i volti del disagio.
Questo mi porta ad un’ultima riflessione:
non bisogna dimenticare la lezione fondamentale del volontariato sociale: che
prima di ogni cosa, valore, ideale, ci
sono i nomi, i volti, le storie. Non ci sono
i poveri generici, ma coloro che incontro,
non i malati, ma i volti conosciuti del
dolore, non i problemi sociali, ma la storia concreta di chi ha incrociato il mio
cammino. L’etica del volontariato è quella dei volti. L’etica dei volti è l’etica di una
responsabilità incarnata nel tempo e nei
luoghi, a partire dalle relazioni concrete.
Il volontariato sociale insegna in questo
tempo di relazioni aride, corte e fragili,
l’alfabeto della socializzazione responsabile, della presa in carico, del mettersi
accanto, del non prevalere. L’etica dei
volti è anche una educazione ai sentimenti umani, del commuoversi, del
cuore vigile e fragile. E rifiuta lo sfavillio
delle facili e mediatiche emozioni, del
caso, dello straordinario spesso indistinto, che lascia le cose come stanno. Essa
da spazio alla logica dell’umano, riconosce l’altro anche nella sua debolezza.
Riconosce la dignità dell’uomo non nella
sua forza, ma nella sua fragilità.
CSVM 20
Servizio Civile Nazionale
Convegno:
Il Servizio Civile Volontario
in Calabria
I
l 18 Marzo 2008, presso il Centro
Agroalimentare di Lamezia Terme,
si è tenuto il convegno su “Il
Servizio Civile in Calabria”, organizzato
dal FORMEZ - Centro Formazione
Studi, l’Ufficio Nazionale per il Servizio
Civile, la Regione Calabria - Settore
Politiche Sociali. L’evento ha costituito
un importante momento di riflessione e,
soprattutto, un’occasione di incontro e
di confronto tra alcuni protagonisti del
sistema istituzionale ed i giovani impegnati nell’esperienza del Servizio Civile.
Numerosa è stata, infatti, la partecipazione da parte dei ragazzi che, muniti di
magliette e cappellini blu, con grande
entusiasmo hanno preso parte all’even-
to, ascoltando con molta attenzione i
diversi interventi previsti dal programma.
In seguito alla proiezione di un breve
spot promozionale sul Servizio Civile in
Calabria, realizzato dal Formez, che
invitava i giovani a “mettersi in gioco”, il
primo a prendere la parola è stato
l’Assessore Regionale al Lavoro e alle
Politiche Sociali, On. Prof. Mario
Maiolo. Dopo una breve digressione sul
suo impegno, ha posto l’accento sull’importanza che i ragazzi hanno per la
crescita e lo sviluppo della nostra regione e come l’esperienza del Servizio
Civile possa farli maturare, impartendo
loro i valori fondamentali di pace e solidarietà.
È seguito l’intervento del Dott.
Domenico Carnevale, che, dopo aver
presentato il suo ruolo in qualità di
Dirigente Generale del Dipartimento
“Lavoro, politiche della famiglia,
Formazione professionale, cooperazione e volontariato”, ha annunciato il suo
impegno politico per il prossimo futuro
rivolto al raggiungimento di una legge
regionale sul Servizio Civile.
La Dott.ssa Saveria Spezzano, FORMEZ Office Manager Presidio della
Calabria, dopo aver ringraziato
Assessori e Dirigenti, ha presentato il
lavoro che il Centro Formazione Studi
ha realizzato per la formazione di alcuni
enti coinvolti attraverso l’attuazione di
CSVM 21
Servizio Civile Nazionale
attività di monitoraggio, attività per gli
Operatori Locali di
Progetto e per i progettisti.
Molto interessanti
sono stati gli interventi riguardanti le
esperienze dirette di
Servizio Civile di Enti
locali ed Associazioni. La Dott.ssa
Monica Tripodi ha
esposto l’evoluzione
del Servizio Civile
nel
Comune
di
Reggio
Calabria,
specificando come
questo inizialmente
fosse rivolto esclusivamente
all’assistenza individuale, e
come, col passare
del tempo, si sia
affermato nel territorio, estendendosi a tutti i diversi settori
del Comune (arte, ambiente, turismo,
ambito urbanistico, ecc.) offrendo la
possibilità ai giovani di crescere e
apprendere nuove conoscenze sempre
più specifiche e specializzanti.
In rappresentanza dell’Associazione
Hydria Onlus di Gizzeria è intervenuto il
Dott. Camillo Trapuzzano che ha presentato tale Associazione volta alla promozione del patrimonio culturale e paesaggistico della Calabria e ha esposto il
suo intento di formare i giovani con una
maggiore consapevolezza del territorio
ed una maggiore coscienza civile.
Il Dott. Lucio Palazzini,
Presidente di Arci Servizio
Civile, ha, invece, esposto agli
uditori presenti la storia, il percorso e l’identità di questa
Associazione di Promozione
Sociale, ponendo la sua attenzione sul modo di operare
all’interno del territorio nazionale e di favorire la creazione
di una rete internazionale delle
esperienze di Servizio Civile.
Ha ribadito, inoltre, l’importanza che assume il Servizio
Civile per i ragazzi inseriti in
veri e propri progetti, miranti
sia a sviluppare e promuovere
la realizzazione dei principi
costituzionali di solidarietà
sociale e di cooperazione, sia
a contribuire alla loro formazione civica, sociale, culturale
e professionale.
In questa occasione è stata
partecipe anche la Caritas
Italiana, il cui rappresentante, il
Dott. Alfonso Canale, ha presentato
l’evoluzione della Caritas, la quale, col
passare del tempo, ha ricevuto dalla
Chiesa italiana il compito di promuovere
il Servizio Civile, come forma di servizio
alla patria alternativo al servizio militare.
Ha spiegato come questa esperienza, in
linea con lo stile Caritas, ha favorito un
processo di crescita della coscienza
civile e morale dei giovani, in particolare
attraverso quattro “pilastri”:
• la formazione
• la vita comunitaria
• l’animazione delle comunità
• il servizio agli ultimi.
L’ultimo a prendere
la parola è stato il
Direttore Generale
d e l l ’ U f f i c i o
Nazionale per il
Servizio Civile, il
Dott.
Diego
Cipriani, il quale ha
tratto un bilancio di
ciò che è stato raggiunto negli ultimi
due anni di legislatura e soprattutto
elencato i miglioramenti che sono stati
apportati al Servizio
Civile negli ultimi
tempi, come l’emanazione nel 2006 di
un Prontuario che ha
sistematizzato
le
regole del Servizio
civile; la verifica
costante della qualità dei progetti presentati all’Ufficio
Nazionale; la formazione obbligatoria
per gli Enti coinvolti in questa esperienza e il riconoscimento dei rappresentati dei volontari. Ha, inoltre,
riscontrato il graduale miglioramento
del rapporto tra Stato e le Regioni in
base all’esperienza accumulata.
Il convegno si è concluso con un
dibattito finale, che ha portato noi tutti
a riflettere sul ruolo che il Servizio
Civile assume nel nostro territorio, sul
fatto che, sicuramente, non può risolvere i gravi problemi di povertà e
disoccupazione che affliggono profondamente la nostra regione, ma
che sicuramente è in grado di
offrire un grande contributo
alla società, aiutando i giovani
a crescere in maniera più
responsabile all’interno di
quei valori fondamentali riconosciuti dalla carta costituzionale, proprio per questo motivo tale esperienza andrebbe
vissuta in maniera piena ed
intensa.
Rita Mercurio e Francesca Musarella
Volontarie del SCN del CSV di
Catanzaro
CSVM 22
Servizio Civile Nazionale
Testimonianze
dei
volontari
Alessio
Francesca
S
I
ono Alessio, ed anch’io come
molti ragazzi sto svolgendo il
Servizio Civile. Presto la mia attività,
assieme ad altre quattro ragazze, presso il Centro Servizi al Volontariato: il mio
compito, qui, è quello di aiutare l’area
comunicazione nello svolgere quotidianamente la rassegna stampa insieme ad
una mia collega, e di recarmi, una volta
a settimana, presso l’abitazione di un
ragazzo disabile per tenergli compagnia. Questa esperienza mi ha arricchito
molto, in quanto prima non conoscevo
la reale situazione dei disabili.
Antonella
M
i chiamo Antonella e sono una
dei cinque ragazzi che svolge il
“Servizio Civile” all’interno del Centro
Servizi al Volontariato. Ho iniziato questa esperienza il 5 Novembre 2007, contenta di poter offrire il mio piccolo contributo nell’ambito del Volontariato, ma
nello stesso tempo timorosa poiché mi
accingevo a conoscere un mondo
nuovo e sconosciuto. Al CSV ho incontrato i miei compagni d’avventura
Francesca, Gemma, Rita e Alessio, con
i quali ho instaurato un rapporto di amicizia e ho condiviso particolari momenti
che hanno arricchito la mia persona.
Durante questi mesi ho avuto il compito
di aiutare l’area Comunicazione nell’organizzare e gestire la rassegna stampa,
un’attività fondamentale poiché attraverso essa il CSV manifesta la sua
attenzione
nei
confronti
delle
Associazioni di Volontariato offrendo
notizie riguardanti il Settore Sociale.
Spero che in quest’ultimi mesi di poter
continuare ad accrescere il mio bagaglio
umano e culturale, che mi accompagnerà di certo nelle esperienze future.
l 5 Novembre 2007 è iniziata questa
magnifica esperienza nell’ambito
del Servizio Civile, che mi ha visto svolgere la mia attività all’interno del CSV
(Centro Servizi al Volontariato), una
struttura operativa che sostiene e promuove le attività delle ODV, assieme ad
altri 4 ragazzi (Rita, Antonella, Gemma e
Alessio) che, come me, hanno intrapreso lo stesso cammino.
Ognuno di noi, fin dall’inizio, è stato
impiegato nei diversi settori che costituiscono il Centro Servizi, io, personalmente, sono stata inserita nel settore
della Formazione, volta sia allo sviluppo
di una cultura solidaristica, sia alla preparazione dei volontari attraverso una
serie di corsi, progetti, incontri e laboratori formativi, che mi hanno permesso di
conoscere le diverse Associazioni operanti sul territorio provinciale ed entrare
in contatto con coloro che dedicano
parte del loro tempo alle persone più
bisognose.
Non nego che inizialmente dubbi, incertezze, perplessità, hanno assalito i miei
pensieri, inoltre, non avendo alcuna
esperienza in questo settore, non sapevo come comportarmi, cosa fare…, ma
poi, con il passare del tempo, nonostante il mio carattere abbastanza chiuso e
riservato, sono riuscita ad aprirmi e
farmi conoscere, grazie soprattutto alla
disponibilità e all’accoglienza delle persone incontrate, tra cui Valentina Carioti,
la ragazza a cui sono stata affiancata,
che gestisce e organizza l’area
Formazione e Progettazione. Nel giro di
poco tempo mi sono quindi trovata ad
essere coinvolta in una serie innumerevole di attività e iniziative, che hanno via
via accresciuto le mie emozioni e stimolato le mia curiosità, facendomi avvertire
anche un certo senso di responsabilità,
che non nego ha fatto molto piacere.
L’esperienza del Servizio Civile, però,
non mi ha soltanto permesso di svolgere l’attività all’interno del CSV, ma mi ha
dato anche la possibilità di incontrare e
conoscere tutti i ragazzi coinvolti nella
medesima esperienza, prestanti il loro
servizio in altre Associazioni di
Volontariato.
Infatti nel corso dei mesi sono stati attivati una serie di corsi di formazione e
incontri rivolti alla nostra crescita,
durante i quali siamo riusciti a scambiare opinioni sul servizio svolto, sul suo
valore e le sue potenzialità, a conoscere
e condividere le diverse esperienze,
confrontandoci e raccontandoci.
Credo che il Servizio Civile sia un’esperienza di vita fondamentale sia per se
stessi che per gli altri, che arricchisce,
fortifica e aiuta a sentirsi persone
migliori ed è davvero una bella sensazione rendersi conto di non essere soli
nel fare e nel credere in certi valori, perciò chi non è “dentro” non può capire
cosa sia e, soprattutto, cosa significhi
offrire un servizio di sostegno ai più
bisognosi.
In conclusione, alla luce dei mesi trascorsi posso sicuramente dire come le
mie aspettative sono state ampiamente
soddisfatte, poiché sono trascorsi mesi
intensi, sia a livello lavorativo, che nelle
relazioni umane, infatti proprio per questo motivo sono felice di aver intrapreso
questo percorso e mi rattrista il pensiero
che un giorno tutto ciò dovrà finire,
anche se sono sicura che non sarà solo
un bel ricordo, ma un’esperienza di vita
che segnerà il mio cammino per sempre.
Gemma
U
n’esperienza senza precedenti,
iniziata come per molti di noi per
caso: in un primo momento un fiume di
informazioni che non ero in grado di
CSVM 23
Servizio Civile Nazionale
gestire, ma con il passare del tempo,
ricca di soddisfazioni ed impegni.
Svolgo il mio Servizio Civile nel Csv di
Catanzaro, quindi la mia è un’esperienza un po’ anomala.
Al contrario della maggior parte dei
ragazzi
che,
lavorando
nelle
Associazioni, stanno a diretto contatto
con l’“Altro”, io mi occupo dell’attività di
Front-office, raccolgo le esigenze delle
associazioni e fornisco loro autonomamente o attraverso i diversi consulenti
una risposta ai loro bisogni.
Questa esperienza mi ha dato modo di
scoprire le caratteristiche che non credevo di possedere e valorizzare delle
qualità che non avevano mai trovato il
modo di manifestarsi. Ho conosciuto un
mondo nuovo di cui ignoravo l’esistenza
in tutta la sua complessità e ho capito
che questi mesi mi hanno arricchita e
cambiata, aiutandomi a rivalutare la
priorità della mia vita, insinuando piacevoli dubbi. Consiglierei questa esperienza a tutti i miei coetanei.
Rita
S
ono passati circa sei mesi dall’inizio di questa mia nuova avventura
che mi ha vista impegnata a svolgere il
Servizio Civile presso il Centro Servizi al
Volontariato di Catanzaro. Nello specifi-
Rita, Alessio, Gemma, Francesca e Antonella del CSV di Catanzaro
co sono stata inserita all’interno dell’area
promozione, che si occupa principalmente di promuovere eventi, manifestazioni ed incontri riguardanti il mondo dell’associazionismo e del volontariato in
genere. Dal momento che il servizio fino
ad ora svolto ha soddisfatto ed arricchito i miei interessi, il mio consiglio, a tutti
quei ragazzi interessati ad intraprendere
lo stesso percorso, è quello di vivere il
Servizio Civile non come un’opportunità
lavorativa che si sostituisca allo stato di
disoccupazione giovanile, ma come
un’esperienza che accresce le proprie
competenze, le proprie capacità e
soprattutto il proprio animo.
CSVM 24
Servizio Civile Nazionale
Testimonianze dei volontari
Valerio, Antonio, Tiziana e Angela di Usabile
I volontari
dell’Associazione
“Usabile”
S
ono passati ormai 5 mesi dall'inizio di questa nostra esperienza e
nonostante le difficoltà iniziali di natura logistica, il bilancio è positivo.
Entrare in un mondo che per alcuni di
noi era sconosciuto non è stato semplice, ma poco a poco, siamo cresciuti su questo cammino sentendoci parte
integrante di questa realtà.
Grazie alla costante guida di Carlo, il
nostro OLP (NdR: Operatore Locale di
Progetto), si è strutturato un percorso
di crescita sicuramente non facile, ma
alquanto stimolante suddiviso in tante
aree che cercheremo di portare a termine da qui alla fine del servizio. Uno
dei nostri primi passi è stato mosso sul
campo dei diritti civili, con la campa-
gna di sensibilizzazione di Mani Tese
sul diritto allo studio e contro lo sfruttamento del lavoro minorile nel mondo.
Ci ha piacevolmente sorpreso il constatare che la cittadinanza non è del
tutto disinteressata a questa tematica,
cosa che abbiamo potuto verificare
dalle oltre 150 firme che abbiamo raccolto nelle due giornate passate al
centro commerciale Le Fornaci di
Catanzaro Lido.
Altra area toccata nel corso della
nostra esperienza è quella della solidarietà internazionale. Ci siamo avvicinati al progetto "One laptop per child",
ossia un computer per ogni bambino,
lanciata da Nicholas Negroponte, consulente di molte società informatiche
statunitensi e professore a Yale. Il progetto riguarda la promozione di un
computer portatile pensato per i bambini dei paesi in via di sviluppo, e l'iniziativa prevede che acquistandone
uno ne venga destinato un secondo
per favorire l'informatizzazione senza
costi per le popolazioni locali. Usabile
supporta tale iniziativa e disporrà presto di un prototipo presso la sede dell’associazione.
Elemento costante del nostro lavoro è
stato la creazione di un sito internet
che possa rappresentare un punto di
riferimento per chiunque voglia dedicarsi o anche solo saperne di più sul
volontariato internazionale, con un
occhio di riguardo per l'Africa. Il sito
multilingue, già on-line ma ancora in
fase di strutturazione, permetterà di
tenersi informati sulle notizie riguardanti il volontariato locale e, tramite
agenzie qualificate, sulla situazione in
Africa, continente verso il quale l’associazione ha concentrato le sue attenzioni, partendo dalle nostre “periferie”
che resteranno sempre e comunque
luogo di sperimentazione e impegno,
con il progetto di sostegno a distanza
“Missione Equatore” al quale stiamo
lavorando con la mission di contrasto
al Digital Divide. Inoltre è presente un
forum dove tutti i volontari e non
potranno esprimere pareri, proporre
iniziative, esporre problematiche
sociali che funga da campanello di
allarme per l'associazione consentendole di eseguire interventi mirati alla
risoluzione di problematiche specifiche. Oltre a quanto già detto, per la
promozione di una coscienza sociale è
stato inserito sul sito un "database" di
pubblicazioni utili a chiunque voglia
approfondire le sue conoscenze su
svariate tematiche sociali e interculturali. Ultimo, ma non per importanza, un
calendario degli eventi che porrà l'attenzione dei visitatori sulle manifestazioni, sugli incontri e su altri momenti
rilevanti della vita dell'associazione e
per la comunità tutta.
Com'è facile intuire il lavoro risulta
intenso ma proficuo, cercheremo di
mettere a disposizione tutte le nostre
competenze per far si che nell'arco dei
prossimi sette mesi, tutto ciò che era
stato preventivato venga portato a termine. E se non basteranno, pensiamo
di continuare ancora con il nostro
impegno … da semplici volontari.
Angela, Antonio,
Tiziana e Valerio
CSVM 25
Servizio Civile Nazionale
Volontaria della
“Associazione Tribunale
Difesa Diritti dei Minori”
U
n sorriso, una stretta di mano,
uno sguardo, una breve frase
apparentemente senza significato assume il valore più bello che possa avere "Io
ci sono e ti ringrazio perché mi stai vicino". I bambini sono eccezionali, sanno
sempre darti qualcosa! E io, come
volontario del Servizio Civile presso
l'ospedale, ho questa grande fortuna!!! Il
servizio civile: è un incontro di due realtà, di due persone; è un incontro carico
di emozioni, attese e difficoltà. Difficoltà
perché non è sempre facile essere
volontari, essere presenti con un sorriso.Ma alla fine della giornata al momento dei saluti ti rendi conto di come quel
bambino ti cerca e tutto viene dimenticato. L'importante era esserci, e tu c'eri,
ci sarai anche domani.
svolgere compiti a casa, in quanto non
sollecitati dai propri genitori che sono
praticamente analfabeti, è nata la necessità di assicurare la nostra presenza
anche durante il pomeriggio, in moda tale
da permettere anche a loro di svolgere i
compiti assegnati dalle maestre, rendendo loro tutto più semplice. Descritto ciò,
la nostra esperienza a distanza di quattro
mesi non può che essere positiva, in
quanto riusciamo a cogliere da parte dei
bambini una maggiore partecipazione
alle attività proposte e discreti risultati.
Inoltre, il servizio civile ha dato la possibilità di conoscere una realtà prima a noi
sconosciuta e sulla quale avevamo molti
pregiudizi, oggi con la nostra assidua
presenza nella loro comunità abbiamo
imparato ad amarli ed a essere più
obbiettivi nei loro confronti. Per di più,
essere accettati dalla comunità Rom ci
ha reso più motivati nel portare avanti il
nostro lavoro e ad aiutare l’associazione
a raggiungere gli obbiettivi prefissati e
descritti nel progetto.
Serena Colonna
Caracciolo Francesco, Critelli Giulia
Lia Luana, Pupo Loredana
I volontari
dell’Associazione
“Terra di Confine”
I
l servizio civile rappresenta sicuramente un’esperienza educativa e
formativa per molti giovani che si affacciano al mondo del lavoro. Inoltre permette alle diverse associazioni operanti
nel sociale, di portare avanti numerosi
progetti avvalendosi della collaborazione
di noi volontari e di essere presenti sul
territorio laddove le problematiche si
fanno sentire maggiormente. In particolare noi volontari dell’associazione “Terra di
Confine” operiamo nel mondo dei piccoli Rom cercando di favorire la loro piena
integrazione scolastica e di evitare il
grave fenomeno dell’evasione, sostenendoli e affiancandoli durante le ore di lezione a scuola e non solo; infatti la nostra
attività non è limitata alle sole ore scolastiche ma bensì inizia dalle prime ore del
mattino con il “servizio sveglia” che consiste nel sollecitare i bambini a prepararsi per la scuola ed a rendere piacevole
l’attesa dello scuolabus che li accompagnerà a scuola. Rendendoci conto del
fatto che durante le ore pomeridiane, i
bambini rom non hanno l’abitudine di
I volontari
dell’Associazione
“Il Mantello”
I Volontari
dell’Associazione “San
Raffaele Arcangelo”
S
Servizio Civile! ..un’esperienza
fondamentale nella crescita e nello
sviluppo di un giovane.
Cinque mesi di pura e sana crescita, in
cui noi abbiamo constatato la vera
essenzialità della vita, raccogliendo i
vari frutti che una persona, pur essendo
anziana o disabile, può donarci.
La nostra esperienza, si sviluppa
seguendo la linea quotidiana della vita
di un anziano caratterizzata da una serie
di disagi dovuti alla loro non o parziale
autonomia, aiutandoli in una serie di
attività come anche un semplice dialogo, per poter affrontare meglio la giornata.
Inoltre,la nostra attività, continua occupandoci direttamente nell’aiuto e nell’assistenza di un bambino diversabile
con disturbi nell’apprendimento.
Tutto ciò, ci raggruppa in una grande ed
esplosiva voglia di VIVERE, avendo la
consapevolezza di non essere da soli
ma che c’è qualcuno che ci tende sempre la mano!
Giuseppe, Maria Lucia,
Nadia, Vincenzo
G
iunti ormai a metà del nostro
percorso di Servizio Civile,
accompagnato da un interessante
corso di formazione presso il CSV di
Catanzaro, possiamo affermare che
questa esperienza ci sta permettendo di
crescere sotto l'aspetto umanitario, psicologico e sociale. Prestiamo infatti servizio presso l'Associazione di volontariato "Il Mantello", per cui svolgiamo
un'attività di segretariato sociale in
attuazione del progetto "Banca del
tempo", in diversi centri sociali. Questo
progetto è rivolto a tutti i cittadini che
vogliono offrire gratuitamente prestazioni ed eventualmente richiederne altre.
Inoltre saltuariamente siamo di supporto
ai volontari che prestano assistenza
domiciliare agli anziani. Questo diretto
contatto con le persone e i loro problemi, ci regala la possibilità di sentirci utili
per qualcuno e di imparare tanto...
Fabio, Michela, Enza, Danilo
I volontari dell’Associazione S. Raffaele Arcangelo
CSVM 26
Servizio Civile Nazionale
Testimonianze dei volontari
I volontari della
“Associazione Genitori
Difesa Minori”
Che dire delle aspettative del Servizio
Civile?!
Tutti, di cordiale accordo,abbiamo
fatto le nostre constatazioni e, all’unisono, siamo arrivati ad un punto di
incontro, ovvero, che inizialmente
(anche se non è la prima esperienza
lavorativa),il disagio e la paura di non
essere all’altezza in questo settore si è
fatto sentire. Ma poi, conoscendoci
meglio ed esponendo le nostre considerazioni, ci siamo venuti incontro gli
uni con gli altri, e abbiamo evidenziato
che le cose stavano andando per il
verso giusto!!!
Potrebbero sembrare parole di circostanza, ma abbiamo davvero costruito
Rosetta Marcella con i volontari dell’AGDM: Michele, Luana, Valentina e Ilenia
un gruppo formidabile, solido, leale, che
va oltre il livello lavorativo. Siamo infatti
diventati anche amici nonostante il
nostro essere persone completamente
diverse.
Ormai siamo arrivati a metà percorso
lavorativo: ci auguriamo di continuare
sempre in questa direzione e soprattutto, di poter, anche dopo il Servizio
Civile, restare uniti come amici nella vita
di tutti i giorni e, chissà, di essere utili
agli altri per queste esperienze di solidarietà...
Ilenia, Luana, Michele e Valentina
CSVM 27
Maria Cittadino
Referente Area Formazione CSV Catanzaro
Formazione
Fund Raising.
Formazione avanzata
“
I
l frutto più maturo del fundraising è la reciprocità. Ogni donazione diventa autentica non
solo quando si dona all’altro, ma quando in un dono fatto c’è anche un dono
accolto. Ciò che più qualifica una organizzazione nonprofit non è “semplicemente” il “far del bene”, ma la costruzione di nessi di relazionalità fra le persone e quindi la produzione di socialità.
La vera organizzazione nonprofit non si
limita a fare PER gli altri, l’organizzazione nonprofit fa CON gli altri.”
Stefano Zamagni
Presidente Commissione Scientifica AICCON
Il CSV di Catanzaro, insieme all’associazione AICCON, promotrice del programma universitario “The Fund
Raising School” dell’Università di
Bologna, sede di Forlì, sta attuando un
piano di formazione avanzata e personalizzata, seguita da un servizio di
sportello a quelle organizzazioni di
volontariato che ne hanno fatto richiesta e che hanno seguito presso il CSV
un percorso di base di Fund Raising in
precedenza.
Uno sportello attivo
presso il CSV di
Catanzaro fornirà, alle
associazioni coinvolte,
con il sostegno dei
docenti, assistenza ad
una concreta strategia
di “Fund Raising”
Si tratta di dare continuità a delle iniziative che, se non opportunamente
accompagnate, potrebbero rischiare di
non produrre frutto. Tutto ciò è anche
legato al fatto che le Associazioni di
volontariato hanno spesso difficoltà a
perseguire le proprie finalità anche per
problemi economici, o che comunque
le loro attività hanno poca visibilità
verso l’esterno.
Nasce così la necessità di sostenere le
strategie concrete delle OdV attraverso
un servizio di accompagnamento alla
raccolta fondi.
Il Fund Raising, infatti, richiede un’attenta programmazione ed una coerenza delle modalità di raccolta fondi con
la mission delle singole organizzazioni.
L’obiettivo dell’iniziativa è quello di:
• incentivare le associazioni nella raccolta fondi per finanziare le loro attività in un’ottica di progettazione
organica;
• fornire strumenti utili alle associazioni
nell’attuazione di efficaci strategie di
raccolta fondi;
• fornire le tecniche e gli strumenti
necessari per avviare ed organizzare
un fund raising efficace,
• sostenere le strategie concrete del
l’organizzazione attraverso un servi
zio di accompagnamento alla raccol
ta fondi.
Nove associazioni hanno già frequentato in aprile 2008 un modulo di forma-
zione avanzato tenuto da Andrea
Romboli, docente della Scuola, con la
trattazione, tra gli altri, dei seguenti
argomenti:
I mercati e gli strumenti di fundraising,
il piano di raccolta fondi, gli strumenti
di comunicazione della raccolta fondi, il
mercato delle persone: gli eventi.
L’attività proseguirà con l’attivazione di
uno sportello, in cui alcuni docenti
della “Fund Raising School”, con il loro
servizio di assistenza e accompagnamento forniranno strumenti utili alle
associazioni nell’attuazione di efficaci
strategie di raccolta fondi. Il servizio di
sportello sarà fruibile con cadenza
mensile per un totale di sette sessioni
nel periodo maggio – novembre 2008.
Spero che i prossimi numeri di “CSV
Magazine” possano raccontare i risultati ottenuti da queste nove associazioni che si sono messe in gioco e non
solo in termini di risultato quantitativo
della raccolta, ma auspicando ciò che
sostiene il Prof. Pier Luigi Sacco,
Direttore Scientifico di AICCON: “La
raccolta fondi deve riuscire a trasmettere ai donatori il senso del dono come
esperienza che contribuisce, spesso in
modo decisivo, allo sviluppo umano di
chi dona prima ancora di chi riceve …
Chi dà cerca per sé un senso… Donare
può significare prima di tutto entrare in
contatto con ambiti di esperienza nei
quali chi dona può mettere in gioco
aspetti della propria umanità che non si
ricordava nemmeno più di possedere.
Può diventare una chance decisiva per
ripensare un’idea di benessere diventata troppo soffocante nella sua monodimensionalità.”
CSVM 28
Giuseppe Merante
Referente Area Consulenza CSV Catanzaro
Consulenza
Introduzione
L
a rendicontazione sociale nasce
dall’esigenza di allargare ed integrare le informazioni aziendali, a valutazioni e a stime non concernenti solo
l’area di mercato e dei risultati economici patrimoniali di un’azienda, ma che
considerino anche le conseguenze
sociali della propria azione. Di questi
temi, che legano economia ed etica, si
iniziò a discutere, nei primi anni ’70,
negli ambienti accademici statunitensi
ed europei; un esempio pratico è stata
la promulgazione nel 1977 in Francia di
una legge che introdusse l’obbligo del
bilancio sociale, anche se nella pratica
spesso si traduceva in una elencazione
di dati sul personale. Ma è negli anni
novanta che si ha una rapida accelerazione degli studi e dell’applicazione
della rendicontazione sociale in tutti i
paesi industrializzati, i primi esempi
concreti di bilancio sociale sono stati,
infatti, realizzati in Europa continentale.
Attualmente si attraversa una fase di
vigoroso confronto internazionale cui
sono seguite nel 2001 la pubblicazione
del Libro Verde della Commissione
Europea in tema di responsabilità
sociale delle imprese e nel 2002 la
formulazione
delle
Sustainability
Reporting Guidelines da parte del
Global Reporting Initiative (centro di
collaborazione ufficiale del United
Nations Environment Programme).
Questo breve excursus per evidenziare
come dietro parole quali bilancio sociale, rendicontazione sociale, responsabilità sociale, vi siano studi ed approfondimenti sviluppati in ambito accademico, professionale ed aziendale,
che stabiliscono linee guida e pratiche
da seguire per la redazione di documenti attendibili di rendicontazione
sociale.
Il dovere
di informare
L
e linee guida sulla rendicontazione sociale nella pubblica amministrazione stabiliscono che “Ogni
istituzione è responsabile degli effetti
Il bilancio
di
missione
e il
bilancio
sociale
che la propria azione produce nei confronti dei suoi interlocutori e della
comunità. Tale responsabilità richiede
di dar conto della propria azione ai
diversi interlocutori, costruendo con
essi un rapporto fiduciario e di dialogo permanente. Ogni amministrazione
pubblica ha il dovere di rendere conto
relativamente ai propri ambiti di competenza, in quanto titolare di un mandato e della potestà di scegliere e
agire come interprete e garante della
tutela degli interessi e della soddisfazione dei bisogni della comunità”.
Dunque, ogni organizzazione ha il
dovere di rendere conto (accountability), ovvero di informare tutti gli interessati su come si è adempiuto alle
responsabilità nei loro riguardi.
Questo dovere si espleta sviluppando
appositi documenti che devono essere
redatti secondo criteri e principi che
rappresentino con fedeltà, correttezza,
buona fede, completezza, neutralità, il
comportamento dell’organizzazione.
...ogni organizzazione
ha il dovere di
rendere conto
(accountability),
ovvero di informare
tutti gli interessati su
come si è
adempiuto alle
responsabilità
nei loro riguardi.
A ben vedere un primo documento è il
bilancio, o meglio per le organizzazioni
di volontariato il rendiconto finanziario
con evidenza delle donazioni, dei lasciti e dei beni ricevuti secondo quanto
stabilito dall’art. 3 della legge 266/91.
A questo si aggiungono e si integrano
altri due documenti che ampliano lo
spettro di informazioni, ovvero il bilancio di missione e il bilancio sociale.
Il bilancio di missione è lo strumento
tramite il quale rappresentare informazioni qualitative, quantitative e monetarie dell’operato della Odv per monitorare e valutare, la conformità ai valori
etici ed alla missione dei risultati realizzati.
Nel bilancio sociale l’area di dati ed
informazioni fornita dal bilancio di missione viene allargata per rendicontare
su responsabilità, impegni, comportamenti e risultati delle azioni dell’organizzazione verso tutti gli stakeholder
(portatori d’interesse) interessati.
Perché il bilancio di
missione e il
bilancio sociale?
I
n realtà la domanda da porsi è: il
rendiconto previsto dall’art. 3 della
legge 266/91 risponde pienamente al
dovere di rendere conto ?
Per rispondere occorre effettuare una
breve riflessione, si consideri un’azienda profit dove lo scopo principale è il
fine di lucro, se il bilancio di tale azienda presenta un utile i soci valuteranno
positivamente la gestione, se presenta
una perdita avranno una valutazione
negativa. È evidente che il bilancio in
una impresa profit da conto dell’efficacia con cui ha operato l’azienda, in
quanto misura la capacità di raggiungere il fine sociale ovvero la produzione
di un utile.
Lo stesso bilancio o rendiconto in una
organizzazione di volontariato dove lo
scopo principale è il fine di solidarietà
sociale non ha la stessa potenza informativa che in un’azienda profit. Sapere
che l’organizzazione di volontariato
CSVM 29
Consulenza
presenta a fine anno un avanzo o un
disavanzo di gestione, fornisce un dato
parziale che non permette di valutare
l’efficacia operativa dell’organizzazione
nel raggiungimento del fine di solidarietà sociale e nella produzione di utilità
sociale. Anzi a ben vedere la presenza
di un certo avanzo potrebbe essere
indice di attenta ed economa gestione,
ma anche di celata inattività. Per poter
illustrare la capacità di seguire la missione occorre produrre un documento
definito come bilancio di missione, in
cui fornire informazioni su:
• Contenuto della missione;
• Attività realizzate per il suo perseguimento;
• Risultati relativi.
Dunque, in ambito istituzionale, le
organizzazioni di volontariato e gli enti
no profit in genere rispondono al dovere di rendere conto con la redazione del
rendiconto e del bilancio di missione.
L’ambito informativo superiore è quello
di rendicontare sulla responsabilità
sociale a cui si adempie con un docu-
mento definito bilancio sociale che va
oltre il perseguimento della missione
per rendere conto rispetto agli aspetti
rilevanti per tutti gli stakeholder dell’organizzazione, anche se non strettamente legati alla missione dell’organizzazione.
È opportuno precisare che non esiste
un obbligo di legge nel redigere tali
documenti, se non per il rendiconto,
ma esiste il dovere di rendere conto ai
terzi, dovere fondamentale per chi
opera principalmente con risorse non
proprie (erogazioni liberali, contributi),
dovere a cui si risponde adeguatamente realizzando quanto meno il bilancio
di missione.
Un processo
graduale
P
er l’adozione di tali documenti
nell’Organizzazione di volontariato di appartenenza, occorre un processo graduale, non esiste un modello
standard di bilancio di missione o di
bilancio sociale, esistono delle linee
guida, ed esiste un approccio operativo che è quello del miglioramento
continuo. Ovvero gradualmente ci si
può impegnare in una rendicontazione
sociale, avendo come primo obiettivo il
bilancio di missione.
Il ripercorrere l’attività dell’anno con la
misurazione in primis del raggiungimento della missione, vuol dire mettersi in discussione, facilitare la crescita
dell’intera organizzazione, con sistematiche occasioni di riflessione, analisi, confronto interno ed esterno.
Tale processo che promuove la consapevolezza sulla identità, la democrazia
sostanziale nell’organizzazione, la coerenza tra piano ideale ed operativo,
permette valutazioni non autoreferenziali e favorisce il dialogo ed il consolidamento della relazione fiduciaria con
gli stakeholder.
Riferimenti ed approfondimenti
“Principi di redazione del bilancio sociale” di GBS Gruppo di Studio per il Bilancio Sociale (2001);
“La rendicontazione sociale nel settore pubblico” di GBS Gruppo di Studio per il Bilancio Sociale (2005);
“Linee guida per il reporting di sostenibilità” di GRI Global Reporting Iniziative (2006);
Direttiva del Ministro del Dipartimento della Funzione pubblica sulla Rendicontazione sociale nelle amministrazioni pubbliche (2006);
“Linee Guida per la rendicontazione negli Enti Locali” dell’Osservatorio per la finanza e la contabilità degli Enti Locali del Ministero dell’Interno (2007);
Raccomandazioni della Commissione Aziende Non Profit del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed in particolare: “Il bilancio sociale nelle aziende
non profit: principi generali e linee guida per la sua adozione”.
“Linee guida per la redazione del bilancio di missione e del bilancio sociale delle OdV” che saranno presentate il 22 maggio 2008.
CSVM 30
recensioni
L'altro fratello. Relazione fraterna e disabilità
Autore: Giovanni G. Valtolina
Anno di pubblicazione: 2004
Codice ISBN: 88-464-6134-7
Collana: Serie di psicologia, pagine: 192
Editore: Franco Angeli - Recensione a cura di Maria Bombara
Se lo studio della famiglia con un figlio disabile è un campo poco esplorato dai ricercatori, ancora di
meno lo è per quanto riguarda una delle relazioni più significative e destinate a durare più a lungo, cioè
quella fraterna.
In questo libro, infatti, si esplora la relazione fraterna, di cui gli scienziati hanno recentemente “scoperto” la rilevanza nell’apporto che sullo sviluppo di un bambino esercita.
Nella prima parte del libro vengono esplorati i primi contributi dati dai ricercatori, dai quali già si evincono i vantaggi della comprensione dei processi d'adattamento familiare alla nascita di un bimbo disabile e l'importanza di sostenere tali processi, cruciali sia dal punto di vista del benessere della famiglia
e dei suoi diversi componenti, sia da quello dell'acquisizione delle diverse abilità da parte del bambino disabile. Nella seconda parte invece si approfondisce la relazione fraterna, valutando i vari casi (fratello disabile maggiore o minore, maschio o femmina, ecc.) e comparando le fasi della crescita di una
famiglia con e senza figlio disabile.
È un viaggio affascinante alla scoperta di questa realtà sia per chi vive il problema in prima persona, sia per
operatori e volontari che ci si devono confrontare. Superati i primi tecnicismi è un libro di piacevole lettura.
La valutazione dell’invalidità civile e della disabilità
Questo nuovo Manuale approfondisce sia le ragioni della distinzione tra invalidità civile e disabilità, fondamentale per comprenderne gli aspetti medico-legali nell’ordinamento italiano, sia i rispettivi metodi
valutativi, essenziali per accertare la condizione giuridica da cui derivano i diritti soggettivi volti al riequilibrio delle situazioni di disuguaglianza.
Un’indagine scrupolosa, completa e dettagliata, svolta nel giusto equilibrio tra interpretazione legislativa e valutazione medica, superando le difficoltà dovute all’utilizzo di linguaggi diversi.
Integrata inoltre dalla giurisprudenza, da schemi riepilogativi delle fasi procedurali e da singole tabelle
con le percentuali per il calcolo delle minorazioni, corredate di commenti applicativi.
Questa la struttura del volume, redatto da V. Micela, Avvocato, già autore del Manuale pratico dell’invalidità civile (esaurito) e F. Montanari, Medico con esperienza ventennale nelle commissioni di valutazione dell’invalidità.
Maggioli Editore - Novità aprile 2008
Pagine 380 - F.to cm. 17x24 - ISBN 4524.2 - euro 34,00
"Storie di calamai e altre creature": quando l'educatore è disabile
Il libro sarà accompagnato da una serie di incontri, sia pubblici sia nelle scuole di Bologna e provincia, per
raccontare dal vivo un progetto di educazione alla diversità che coinvolge alunni, insegnanti e genitori.
BOLOGNA - Arriva "Storie di calamai e altre creature straordinarie" (edizione Erickson), un libro nato
dal desiderio di dare una forma stabile all'esperienza ormai ventennale del progetto Calamaio, un progetto per l'integrazione realizzato dal Centro documentazione handicap di Bologna (Cdh) e che vede
le persone disabili nel ruolo di educatori. Il libro sarà accompagnato da una serie di incontri nelle scuole di Bologna e provincia per raccontare dal vivo questi "laboratori" di educazione alla diversità che
negli anni hanno coinvolto non solo gli alunni e le persone disabili ma anche gli insegnanti e i genitori.
Il progetto Calamaio è nato nel 1986 all'interno del Centro documentazione handicap di Bologna.
Ideato e progettato da animatori disabili e non, il progetto si rivolge a insegnanti e classi di ogni ordine e grado (dal nido alle scuole superiori), gruppi di volontariato ed educatori con l'intento di suggerire percorsi di integrazione che favoriscano la comprensione della diversità e un atteggiamento di
disponibilità nei confronti degli altri.
Per informazioni: Sandra Negri (coordinatrice del progetto Calamaio), Cdh di Bologna, tel. 051
6415005, sito web www.accaparlante.it.
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servizi del CSV di Catanzaro
TUTTI I SERVIZI SONO GRATUITI
STRUMENTI
Sono a disposizione delle OdV, su prenotazione:
Saletta riunioni capienza 10/15 posti, utilizzabile dal lunedì al venerdì.
Postazione informatica (computer, stampante, scanner)
Telefono/fax - Fotocopiatrice
Attrezzature
lavagna luminosa - pc portatile - videoproiettore - schermo portatile - lavagna a fogli mobili
registratore digitale - videocamera - macchina fotografica digitale - impianto di amplificazione
COMUNICAZIONE
Il CSV Catanzaro promuove la comunicazione delle OdV attraverso:
Spazio sul proprio sito internet - Newsletter settimanale
Redazione di articoli, organizzazione di conferenze stampa
Sostegno alla produzione di materiali promozionali (grafica, stampa)
PROMOZIONE DEL VOLONTARIATO
Il CSV promuove la cittadinanza attiva attraverso:
Spazio volontariato - Scuola e Volontariato - Volontariato e territorio
Reclutamento volontari - Servizio Civile Nazionale
CONSULENZE
Il CSV offre, previo appuntamento da fissare chiamando la segreteria almeno 2 giorni prima:
Consulenza giuridico-legale lunedì ore 15,30 – 18,30
Consulenza amministrativo-gestionale martedì ore 9,00 – 10,30
Consulenza progettazione sociale mercoledì/giovedì ore 10,00 – 12,30
Consulenza amministrativa-fiscale venerdì ore 15,30 – 18,30
DOCUMENTAZIONE
Banca dati - Biblioteca emeroteca - Manuali e pubblicazioni
FORMAZIONE
Percorsi formativi organizzati direttamente dal CSV
Laboratori formativi organizzati direttamente dal CSV
Corsi di formazione organizzati dalle associazioni di volontariato
Seminari/Workshop tematici
Sedi e Sportelli:
Catanzaro, via Fontana Vecchia s.n.c. - 88100
Tel. 0961.794607-794522 - Fax 0961.480168
www.csvcatanzaro.it - e-mail: [email protected]
dal lunedì al venerdì - Mattina: 9.00 - 12.30 - Pomeriggio: 16.00 - 18.00
Cropani c/o GAL Valle del Crocchio, c.da Pedecandela - 88051
Tel. 0961.965615 - e-mail: [email protected]
Mattina dal lunedì al venerdì 9.00 - 13.00 - martedì e giovedì pomeriggio 15.00 - 18.00
Lamezia Terme Prossima apertura - Soverato Prossima apertura
Staff operativo:
Direttore
Stefano Morena
[email protected]
Servizi Sportello
Giulia Menniti
[email protected]
Servizi Amministrativi
Pasquale Pignataro
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Area Comunicazione
Carlo Crucitti
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Area Consulenza
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Area Formazione
Maria Cittadino
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Area Promozione
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