La Provincia di Firenze, da sempre impegnata nel diffondere
nel proprio territorio le migliori soluzioni per l’uso delle risorse
agroambientali e nel promuovere pratiche di gestione sostenibile
degli agroecosistemi, si è attivata nel proporre al mondo agricolo
in generale e alle proprie realtà locali in particolare, questo
Vademecum. Lo scopo è quello di affrontare e sviluppare il tema
sempre più attuale e sentito quale è il rapporto sinergico
tra agricoltura e biodiversità.
La presente pubblicazione quindi, oltre ad offrire suggerimenti
e spunti di riflessione, ha il merito di “calarsi” nelle criticità dei
nostri agrosistemi, elaborando e proponendo possibili soluzioni
attraverso l’applicazione di pratiche agronomiche e di gestione
ambientale, nonchè evidenziare le diverse opportunità tecniche
ed economiche che si presentano all’agricoltore capace
di sfruttare a proprio vantaggio quella preziosa risorsa
che è la biodiversità.
Pietro Roselli
Assessore all’Agricoltura
Provincia di Firenze
PERCHÉ UN VADEMECUM?
L’anno 2010 è l’Anno Internazionale della Biodiversità.
Sono trascorsi diciotto anni da quando a Rio de Janeiro nel 1992 fu firmata la Convenzione sulla Diversità biologica e otto da quando al vertice mondiale di Johannesburg i Capi di Stato di tutto il Mondo si sono accordati sulla
necessità di ridurre il tasso della perdita della biodiversità entro l’anno 2010. Nel 2004 è iniziato il Countdown, individuato come strategia globale tra governi (tra cui l’Italia), ONG, settori privati e semplici cittadini per conseguire
concreti obiettivi per l’arresto della perdita della biodiversità entro la data indicata, alla quale ci stiamo avvicinando
rapidamente.
Nel luglio 2009 l’Unione Europea ha pubblicato la prima relazione sullo stato di conservazione degli habitat e delle
specie tutelate dalla Direttiva 92/43/CEE, nella quale si rileva come “lo stato di conservazione di tutti i tipi di habitat associati ad attività agricole è molto peggiore di quello di altri tipi di habitat”, richiamando l’attenzione sulla
necessità di una maggiore consapevolezza del ruolo svolto dall’agricoltura nella conservazione della biodiversità
e dell’agroecosistema e nella costruzione e gestione dei paesaggi italiani.
La Provincia di Firenze, nel quadro delle attività di divulgazione e promozione nell’ambito del Piano Provinciale
dei Servizi di Sviluppo Agricolo e Rurale, ha avviato la redazione del presente vademecum, il cui obiettivo è fornire
uno strumento di informazione, scientificamente rigoroso ma di facile consultazione, a disposizione di quanti desiderino acquisire maggiore consapevolezza riguardo le potenzialità e gli effetti dell’attività agricola sul recupero, la
prevenzione e la salvaguardia degli habitat animali e vegetali e delle risorse paesaggistiche del nostro territorio.
Il vademecum è articolato in una parte generale che affronta il rapporto tra Agricoltura, Paesaggio e Biodiversità
descrivendone le problematiche più diffuse nel territorio della provincia di Firenze e in una serie di schede, riferite
a ciascuna filiera produttiva, nelle quali vengono delineate le principali criticità e suggeriti specifici interventi migliorativi.
L’elaborazione della guida è stata affidata ad un gruppo di lavoro costituito da diverse figure disciplinari – studio
Biosfera per gli aspetti naturalistici e studio Paesaggio2000 per gli aspetti paesaggistici - che, in collaborazione
con lo staff tecnico della direzione provinciale Agricoltura, Caccia e Pesca, ha predisposto e curato testi e disegni
del vademecum.
Gennaro Giliberti
Provincia di Firenze
SOMMARIO
Paesaggio/Biodiversità/Agricoltura
4
Cos’è successo al paesaggio agrario?
6
Il territorio fiorentino: le caratteristiche
7
Il territorio fiorentino: le principali criticità
8
“Uno X tutti, tutti X Uno”: buone pratiche
9
Fiore all’occhiello
25
A ciascuno il suo: interventi per filiera
29
Per chi vuol saperne di più
47
Riferimenti utili / Bibliografia
48
PAESAGGIO/BIODIVERSITÀ/AGRICOLTURA
Per capire meglio...
PAESAGGIO
BIODIVERSITÀ
AGRICOLTURA
Una determinata parte di territorio,
così come è percepita dalle
popolazioni, il cui carattere deriva
dall’azione di fattori naturali e/o
umani e dalle loro interrelazioni.
La variabilità degli organismi viventi
di qualsiasi fonte, inclusi, tra l’altro,
gli ecosistemi terrestri, marini e
gli altri ecosistemi acquatici e i
complessi ecologici dei quali fanno
parte; essa comprende la diversità
all’interno di ogni specie, tra le
specie e degli ecosistemi.
La coltivazione del fondo, la
selvicoltura, l’allevamento di
animali e le attività connesse.
Le attività connesse sono quelle
dirette alla manipolazione,
conservazione, trasformazione,
commercializzazione e
valorizzazione dei prodotti ottenuti
dalla coltivazione del fondo o del
bosco o dall’allevamento di animali,
nonché la fornitura di beni o servizi
mediante l’uso di attrezzature
o risorse dell’azienda agricola
comprese la valorizzazione del
territorio e del patrimonio rurale e
forestale, la ricezione e l’ospitalità.
[Convenzione Europea del Paesaggio
– CEP, Legge n.14, 9 gennaio 2006]
[Convenzione di Rio sulla diversità
biologica, 93/626/CEE]
[sintesi da Codice Civile art. 2135]
paesaggio biologicamente povero = agricoltura meno produttiva
paesaggio ricco di biodiversità = + fertilità - chimica di sintesi
... e fare scelte consapevoli
4
Il paesaggio è una risorsa di interesse comune ed ha
una propria dimensione economica e sociale,
oltre che ambientale.
UN PAESAGGIO “SANO” È
uno spazio eterogeneo in cui convivono specie diverse di piante e animali;
un luogo piacevole dove vivere e far vivere i nostri figli;
un luogo riconoscibile per la sua identità culturale e ambientale;
una ricchezza per chi lo utilizza responsabilmente.
UNA “BUONA” AGRICOLTURA È
una pratica produttiva rispettosa della terra che la
ospita;
una fonte di cibo di elevata qualità;
un’attività che recupera alcune pratiche colturali
tradizionali conciliandole con le moderne
conoscenze scientifiche;
uno strumento di valorizzazione del
patrimonio culturale e ambientale delle aree
rurali;
un contributo prezioso alla salvaguardia
delle specie in via di estinzione.
Etica della permacultura
La permacultura (permanent
+ agriculture) è un sistema per
la creazione di insediamenti
umani sostenibili che parte dal
riconoscimento che una cultura non
sopravvive a lungo senza una base
agricola sostenibile e senza un’etica
dell’uso della terra.
Lo scopo è creare sistemi
ecologicamente stabili
e economicamente produttivi,
in grado di provvedere ai bisogni
evitando ogni forma di sfruttamento
e inquinamento e quindi sostenibili
a lungo.
5
COS’È SUCCESSO AL PAESAGGIO AGRARIO?
(TRASFORMAZIONI DEL PAESAGGIO
DI IERI E PROBLEMI DI OGGI)
Le nostre campagne fino agli inizi degli anni ’50 erano caratterizzate da
una grande varietà di colture, con alberi e siepi a margine dei campi e
strade delimitate da filari e alberature; un paesaggio a misura d’uomo!
La grande diversità biologica nei campi, il mantenimento di elementi naturali, quali piante spontanee ed animali selvatici, ma anche la presenza
di manufatti, come i muretti a secco, garantiva il rispetto degli equilibri biologici.
Dal 2° dopoguerra ad oggi la crisi della mezzadria, la progressiva meccanizzazione delle pratiche agricole, l’abbandono delle campagne, lo sviluppo dell’industria chimica, con concimi a basso costo e di facile uso,
hanno modificato l’agricoltura e il suo paesaggio.
Oggi il paesaggio agroforestale manifesta i segni di un massiccio sfruttamento delle risorse: l’impoverimento della ricchezza vegetale e animale, l’estrema semplificazione delle relazioni colturali (monocolture, allevamenti senza terra), la mancanza di riciclo della sostanza organica, la
scomparsa degli elementi tradizionali dell’architettura rurale, la banalizzazione del paesaggio e l’aumento incontrollato del bosco.
Tratto da P. Fabbri,
Natura e Cultura del paesaggio agrario,
Cittàstudiedizioni,1997
6
IL TERRITORIO FIORENTINO: LE CARATTERISTICHE
LE COLTIVAZIONI
L’Area Fiorentina è caratterizzata da un’agricoltura residuale, prevalentemente ortiva e,
in minor misura vivaistica, nelle zone pianeggianti e da colture arborate nelle zone collinari
(olivo e vite).
L’Area del Mugello, oltre ad un’eccellenza delle produzioni zootecniche, è interessata
da colture foraggere e cerealicole, castagneti e marroneti.
Il Chianti è noto a livello internazionale per le sue produzioni vinicole
di alta qualità.
L’Area dell’Empolese Valdelsa si differenzia per una vocazione vitivinicola,
olivicolturale e cerealicola.
L’Area della Montagna Fiorentina con spiccata caratterizzazione forestale,
è interessata anche da colture varie (olivo, vite, fagioli, cereali).
L’Area del Valdarno presenta una produzione agricola estremamente diversificata.
I PRATI
I prati montani nel territorio della provincia di Firenze sono in gran parte
caratterizzati da una specie dominante il bromo (Bromus erectus): una
graminacea che cresce in condizioni di aridità e buona luminosità.
I brometi si differenziano in:
Xerobrometi nei versanti assolati, su suoli con scarsa profondità e con rocce,
si presentano con aspetto simile alla steppa e associati a specie xeriche come
l’eliantemo (Helianthemum nummularium);
Mesobrometi su suoli abbastanza profondi e con moderata aridità estiva,
caratterizzati dall’associazione con altre graminacee come Fienarola
dei prati (Poa pratensis) o Codolina comune (Phleum pratense),
leguminose e altre specie.
I prati senza il pascolo o senza interventi di sfalcio tendono a richiudersi naturalmente evolvendo
in arbusteti, impedendo la sopravvivenza di numerose specie di pregio naturalistico.
7
IL TERRITORIO FIORENTINO: LE PRINCIPALI CRITICITÀ
DIMINUZIONE DEGLI SPECCHI D’ACQUA
L’acqua è un fattore importantissimo in agricoltura, ma anche in natura; la creazione di piccoli stagni e laghetti circondati da una fascia di vegetazione è utile sia per
l’irrigazione che per gli animali. Questi ultimi infatti li utilizzano per i loro spostamenti
soprattutto quando non gradiscono l’ambiente artificiale creato dall’uomo. Tra le
specie in maggiore difficoltà ci sono gli Anfibi, (rane e rospi) che sono in netta diminuzione proprio per la scomparsa delle aree umide e della vegetazione tipica di
questi ambienti.
ASSENZA DI INSETTI SENTINELLA PER I RACCOLTI
Siepi e filari intorno ai campi costituiscono rifugio per insetti predatori utili all’agricoltore per salvaguardare il raccolto dall’aggressione di insetti infestanti. Tra le specie
arbustive e arboree locali più utili a tal fine troviamo: il pioppo bianco, il prugnolo,
l’acero campestre, l’evonimo, il sanguinello e il nocciolo che sono particolarmente
ricche di predatori di afidi!!! Nei vigneti è possibile utilizzare anche il rovo, habitat
ideale per alcune specie capaci di tenere sotto controllo gli insetti nocivi. Anche i
pipistrelli costituiscono un valido aiuto nella lotta contro gli infestanti: lasciare in vita
vecchi alberi nelle cui cavità possono trovare rifugio o dotarsi di piccole casette di
legno (bat-box) è un modo per salvare questa specie alleata dell’agricoltura!
RIDUZIONE DEGLI SPAZI DEDICATI AL PASCOLO
I pascoli sono di estremo interesse per gli allevatori poiché i prati costituiscono una
risorsa per l’allevamento del bestiame e sono anche dei preziosi scrigni di biodiversità. I pascoli ospitano numerosi fiori tra cui molte specie di Orchidee importanti per
il loro valore ecologico e costituiscono, inoltre, luogo di riproduzione e alimentazione
per molte specie di uccelli (averla piccola, succiacapre, tottavilla, calandro) e anche
di rapaci. Per tali ragioni è necessaria la conservazione di radure e chiari all’interno
delle aree boscate.
8
“UNO X TUTTI, TUTTI X UNO”: BUONE PRATICHE
Applicare buone pratiche agricole consente a tutta la collettività di beneficiare del lavoro di ognuno
e, ad ognuno, di trarre vantaggio dallo sforzo di tutti gli altri.
La reintroduzione delle siepi di campo, poiché costituisce rifugio e fonte di nutrimento per animali utili nella difesa
delle colture (basta scegliere le specie vegetali più adatte!), consente un minore uso di prodotti chimici, a lungo
andare nocivi per la salute, oltre che per la fertilità del terreno, assicurando cibo sano e di qualità.
La maggiore fertilità dei terreni ottenuta dalla diffusione di queste pratiche consente oltre ad un risparmio sui costi,
una qualità più elevata della produzione, maggiore appetibilità dei prodotti e quindi un maggiore guadagno.
Programma di Sviluppo Rurale
(PSR)
È uno strumento della Regione Toscana
per il finanziamento di interventi a
sostegno dell’agricoltura.
Gli ambiti interessati sono divisi in 4 assi:
1 migliorare la competitività delle
aziende agricole forestali
2 migliorare l’ambiente e lo spazio rurale
3 diversificare l’economia rurale
4 aumentare la qualità della vita nelle
zone rurali, la cooperazione fra
aziende, l’informazione e la promozione
dei prodotti.
9
PRIMO PASSO: CAMBIARE IL NOSTRO PUNTO DI VISTA
È essenziale comprendere che l’agricoltura non ha solo fine
produttivo che riguarda esclusivamente agricoltori e allevatori,
ma interessa anche l’intera popolazione a livello sociale e culturale
(può modificare i comportamenti e le abitudini alimentari delle
persone) e influenza gli equilibri ambientali (compromettendoli
o conservandoli a seconda di come è condotta).
Funzione ambientale,
funzione economica,
funzione sociale,
un’attività tante funzioni!
10
SECONDO PASSO: (RI)CONOSCERE I PROBLEMI...
CRITICITÀ LEGATE
ALLA FUNZIONE
AMBIENTALE
CRITICITÀ LEGATE
ALLA FUNZIONE
ECONOMICA
CRITICITÀ LEGATE
ALLA FUNZIONE
SOCIALE
Degrado ed erosione del suolo
Omologazione delle produzioni e
rischio di perdita di semi e frutti
antichi del territorio fiorentino
Scarsa partecipazione sociale nella
gestione del territorio agricolo
Semplificazione della struttura del
paesaggio agrario
Impoverimento delle comunità
viventi (flora e fauna)
Complessità della filiera produttiva
con scarsa redditività per i
produttori
Alterazione dei processi ecologici
(fitofarmaci e fertilizzanti)
Bassa competitività rispetto ai
paesi concorrenti
Riduzione della risorsa idrica
Ridotta conoscenza dei processi di
produzione alimentare
Scarsa sensibilità del pubblico
verso l’agricoltura sostenibile e il
consumo critico
Perdita di identità dei territori
...E TROVARE LE SOLUZIONI!
11
DEGRADO ED EROSIONE DEL SUOLO
Il suolo è una risorsa preziosa per tutta la collettività anche se in
gran parte di proprietà privata; degrado del suolo significa perdita
parziale o totale della sua integrità con conseguenze dannose
anche per altri aspetti di vitale importanza, come la qualità delle
acque, la salute umana, la sicurezza alimentare, la vita delle
specie animali e vegetali.
12
MITIGAZIONE
Per la conservazione e la difesa del suolo è necessario introdurre tecniche colturali in grado di garantire l’uso
corretto ed equilibrato degli elementi terra, aria ed acqua.
AZIONI
rispetto delle condizioni strutturali, delle condizioni di tempera dei terreni e dei limiti dei tempi di ritorno delle
colture per le lavorazioni del terreno;
introduzione di tecniche semplificate e miste (minimum tillage o no-tillage, lavorazioni superficiali 3-15 cm
di profondità, discatura, discissura) per ridurre il numero delle operazioni di preparazione del letto di semina,
evitando un eccessivo compattamento;
utilizzo di macchine ad organi di lavorazione rotativi (vangatrici e le zappatrici) con attenta calibratura della
velocità di avanzamento delle macchine operatrici;
uso di materiale organico di scarto (biomasse, acque di lavorazione dell’olivo opportunamente trattate) per
limitare la formazione di crosta superficiale (soprattutto nei suoli argillosi in mancanza di materia organica);
selezione delle colture in base alle specifiche caratteristiche del terreno, preferendo le varietà locali;
copertura con erbacee che favoriscano l’assorbimento di azoto anche in periodo critico e ne riducano la
lisciviazione, incrementino la sostanza organica nel terreno e attivino effetti biocidi verso gli organismi nocivi.
Finanziamenti: misure 214/221/223
del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013
13
SEMPLIFICAZIONE DEL PAESAGGIO AGRARIO
Il paesaggio agrario è un ecosistema costituito da un insieme di
componenti e relazioni il cui valore non è solo di natura ecologica
ma anche di testimonianza storica del lavoro dell’uomo, di qualità
estetica e percettiva legata al delicato rapporto uomo-natura.
La ricchezza degli elementi che lo caratterizzano garantisce la
permanenza di qualità paesaggistico-ambientali, la resistenza ai
cambiamenti di stato e la stabilità dell’intero sistema.
14
MITIGAZIONE
La conservazione della diversità del paesaggio agrario richiede l’attivazione di un insieme di pratiche a tutto campo; dal recupero di elementi in abbandono, al mantenimento delle testimonianze storiche, fino alla reintroduzione
di componenti e metodi colturali tradizionali e sostenibili.
AZIONI
restauro e reintroduzione di terrazzamenti, ciglionamenti e muri a secco come metodi di difesa idrogeologica
delle colture di versante e in quanto rifugio per l’erpetofauna (lucertole, serpenti, micromammiferi);
utilizzo di siepi e filari alberati lungo i campi con funzione di difesa dall’azione erosiva del vento;
costruzione di fasce di vegetazione al confine tra aree boscate e campi coltivati per favorire la naturale
depurazione del suolo da agenti inquinanti;
recupero delle colture promiscue (vite-olivo, vite-pioppo, vite-acero, vite-salice) e delle consociazioni per
rinforzare la resistenza delle colture all’aggressione di agenti nocivi;
mantenimento/piantagione di alberi lungo le strade campestri in quanto segni caratteristici del paesaggio
toscano e utili per il drenaggio dei suoli e come rifugio per numerosi invertebrati e vertebrati di varie specie;
uso di vegetazione autoctona (Salix alba, S.purpurea, Populus nigra, Populus alba, Alnus glutinosa) negli
interventi di rinaturalizzazione delle fasce fluviali;
limitazione dell’espansione del bosco e mantenimento degli spazi prativi;
conservazione/recupero dell’edilizia rurale storica e degli elementi dell’architettura minore (abbeveratoi,
fontanili, edicole votive, croci, tabernacoli).
Finanziamenti: misure 214/216
del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013
15
IMPOVERIMENTO DELLE COMUNITA’ VIVENTI
La ricchezza di specie vegetali e animali è una condizione
essenziale per la sopravvivenza dell’uomo sulla terra. L’equilibrio
dell’intero ecosistema planetario dipende dalla quantità e dalla
varietà di specie esistenti. Lo sfruttamento indiscriminato delle
risorse idriche, il consumo eccessivo
Risorse
di suolo, l’uso di fertilizzanti chimici,
fitogenetiche
Durante i secoli, l’uomo ha
fitosanitari e diserbanti, l’interruzione della
utilizzato circa 10.000 specie
continuità degli ambienti naturali, hanno
vegetali per alimentarsi,
ma oggi ne usa solo un
portato alla crescente riduzione degli
centinaio; ciò è stato causato
all’introduzione di un numero
habitat e di conseguenza alla scomparsa
di varietà commerciali
di alcune specie.
moderne limitato ed
uniforme. La conservazione
e la salvaguardia delle specie
vegetali sono necessarie
per permettere all’umanità
di far fronte a potenziali
minacce come le malattie, le
infestazioni delle piante.
16
MITIGAZIONE
Il miglioramento delle condizioni ambientali per la conservazione e l’aumento della diversità biologica può essere
raggiunto attraverso interventi mirati e specifici, ma soprattutto attraverso il riconoscimento che l’uomo è, al pari
delle altre specie viventi (e non al di sopra!), dipendente dallo stato di salute dell’intero ecosistema terrestre.
AZIONI
introduzione di colture ed associazioni vegetali e specie arbustive
fruttifere per favorire la presenza di fauna selvatica e il ripristino
della catena ecologica;
piantagione di siepi e filari arborei interpoderali con funzione
mellifera (i fiori attirano le api per la produzione di miele) e per gli
spostamenti della fauna (corridoi ecologici);
sostituzione delle recinzioni artificiali nelle aree a pascolo con siepi
naturali;
recupero di residui delle colture e stoppie quali fonti alimentari per
la microfauna e il miglioramento del suolo;
mantenimento di prati e radure utili alla conservazione della fauna
selvatica
conservazione di manufatti come fontanili e lavatoi utili per
l’abbeveraggio di uccelli e piccoli mammiferi;
attivazione di produzioni locali, varietà antiche e specie
addomesticate per conservare e sviluppare risorse fitogenetiche.
Corridoi ecologici
Le comunità animali e
vegetali, così come gli esseri
umani abitano città e paesi,
occupano i loro habitat
spostandosi lungo corridoi
costituiti da siepi, filari
alberati, fasce di vegetazione
e corsi d’acqua. Quando
queste “infrastrutture
ecologiche” sono interrotte
o rese inagibili, vengono
compromesse le possibilità
di spostamento, rifugio e
sosta e, per alcune specie,
anche i cicli di riproduzione
che avvengono in questi
ambienti.
Finanziamenti: misure 214/216/323
del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013
17
ALTERAZIONE DEI PROCESSI ECOLOGICI
L’alterazione dei processi ecologici è determinata in larga parte
dall’uso di prodotti chimici per la fertilizzazione, il diserbo e la
difesa dagli organismi dannosi per il raccolto. Le conseguenze
nocive di queste pratiche riguardano non solo l’inquinamento
delle falde acquifere, l’eliminazione di specie vegetali e animali
utili, l’interruzione della catena ecologica, ma anche la salute degli
esseri umani, che si nutrono dei prodotti trattati chimicamente (sui
quali restano in ogni caso residui di trattamento).
AGRICOLTURA CON AGRICOLTURA CON
MEZZI NATURALI
MEZZI CHIMICI
Suolo impoverito
Introduzione di sostanze nocive
Costi per i prodotti
Ripetizione periodica
dei trattamenti
Alterazione dei cicli biologici
18
Suolo arricchito di nutrienti
e sostanza organica
Riutilizzo di scarti e
residui delle colture
Efficacia a lungo termine
dei trattamenti
Rispetto dei cicli biologici
MITIGAZIONE
Attraverso l’introduzione di metodi di coltivazione biologica, biodinamica e integrata, nonché utilizzando una serie
di piccoli accorgimenti, molti dei quali già usati in passato, è possibile ridurre l’uso dei prodotti chimici e garantire
la qualità dei cibi, l’integrità dei terreni, la conservazione delle risorse.
AZIONI
uso limitato dei fertilizzanti nel rispetto delle condizioni d’impiego (dosaggio, periodo di utilizzo e numero
di trattamenti) e scelta in relazione alle specifiche condizioni dei suoli e delle colture;
conclusione dei trattamenti di fertilizzazione verso i bordi del campo per consentire alla fauna di
spostarsi ai margini;
riduzione degli interventi di diserbo solo per specifiche fasi colturali (pre-semina, pre e post-emergenza);
esclusione di prodotti chimici su siepi, fossi e bordi di campo per evitare la contaminazione delle specie
che vi trovano rifugio e nutrimento, nonché in caso di vento o pioggia per evitare di trasportare i residui;
esclusione dei pesticidi ed erbicidi nella zona di confine del
campo, per un’ampiezza compresa tra i 4 e i 10 m, per favorire il
mantenimento degli insetti utili;
sostituzione dei diserbanti e dei fertilizzanti di origine chimica con
metodi naturali quali pacciamatura, inerbimento e compost;
sostituzione dei trattamenti antiparassitari con l’introduzione di
organismi utili e feromoni (lotta biologica e integrata);
evitare l’incendio di stoppie, siepi e canneti poiché i prodotti della
combustione alterano la composizione dei suoli.
consultazione della direttiva 2009/128/CE sull’uso sostenibile dei
fitosanitari.
A causa della
progressiva
diminuzione
delle api è vietato
l’uso di fitofarmaci
contenenti neonicotinoidi,
probabili responsabili
della morte di tali preziosi
insetti.
Finanziamenti: misure 121/214
del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013
19
RIDUZIONE DELLA RISORSA IDRICA
L’acqua rappresenta una risorsa di valore inestimabile, dalla
sua disponibilità e accessibilità dipende la sopravvivenza di
tutti gli esseri viventi del pianeta. I rapidi cambiamenti climatici,
i processi di desertificazione in atto, l’accresciuto fabbisogno
idrico legato alle attività umane, l’immissione di sostanze
inquinanti nelle falde acquifere, hanno tuttavia portato ad una
progressiva riduzione della sua quantità e qualità.
20
MITIGAZIONE
In ambito agricolo l’acqua è un fattore indispensabile per assicurare l’efficiente sviluppo delle colture; un utilizzo
parsimonioso di questa risorsa è possibile con poco sforzo e consente di garantire un approvvigionamento equo
per tutti (piante, animali, uomini) e duraturo nel tempo, anche per le generazioni future. Le azioni di mitigazione
possono sostanzialmente ricondursi a due obiettivi principali: il miglioramento della capacità di drenaggio dei
suoli e la razionalizzazione della raccolta e dell’utilizzo dell’acqua.
AZIONI
mantenimento di una fascia di vegetazione naturale lungo i corsi
d’acqua variabile dai 5 ai 20 m oltre la vegetazione strettamente legata
alla riva;
DIM
DI
MEENS
SIO
ION
NII OTTTIM
MA
ALLI DE
D I LA
LAGHET
LAGH
GHEETTTI
GH
TI
PEER LA
LA COS
OSTTIITU
TUZZIIONE
ONE D
ON
DII HABIT
AB
BIT
ITATT
> 25
5 mq
eliminazione di interruzioni e sponde troppe ripide o cementificate;
introduzione di colture locali con un fabbisogno idrico contenuto;
differenziazione dei sistemi di irrigazione in relazione alle diverse
esigenze colturali;
sostituzione dei prelievi dalla falda con sistemi di raccolta delle acque
meteoriche;
realizzazione di sistemi terrazzati per potenziare la capacità
d’immagazzinamento idrico dei terreni;
riforestazione dei terreni agricoli marginali e/o inquinati delle fasce
periurbane, in linea con la politica forestale comunitaria per la lotta al
cambiamento climatico;
> 10
1 0m
mq
q
> 2.
2.50
500 mq
50
mq
> 10
10.0
000
0 mq
creazione di specchi d’acqua per l’irrigazione utili anche agli anfibi.
Finanziamenti: misure 121/214/216
del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013
21
CRITICITÀ LEGATE ALLA FUNZIONE ECONOMICA
dai problemi...
omologazione delle produzioni e rischio di perdita di semi e frutti antichi
del territorio fiorentino
complessità della filiera produttiva con scarsa redditività per i produttori
bassa competitività rispetto ai paesi concorrenti
... alle opportunità
Valutare le potenzialità degli impianti colturali e introdurre pratiche innovative,
recuperando anche varietà colturali antiche o pregiate (es. pesca regina di Londa,
mela San Giovanni...)
[finanziamenti dalle misure 123a, 214b2 del PSR]
Accorciare la filiera, puntando soprattutto sulla sperimentazione di forme di vendita
diretta, solidale e sostenibile (Gruppi di Acquisto Solidale, Farmer market)
[finanziamenti dalla misura123a]
Dotarsi di marchi e certificazioni per sostenere la qualità delle produzioni nel
confronto con i mercati nazionali ed internazionali
Attivare modalità di educazione e sensibilizzazione dei consumatori verso i prodotti
locali (vendita diretta a km 0) e la stagionalità delle produzioni
parola d’ordine...
22
CRITICITÀ LEGATE ALLA FUNZIONE SOCIALE
scarsa partecipazione sociale nella gestione del territorio agricolo
ridotta conoscenza dei processi di produzione alimentare
mancanza di sensibilità del pubblico verso agricoltura sostenibile
e consumo critico
perdita di identità culturale dei territori
coinvolgere direttamente i consumatori nel processo di gestione
agricola attraverso attività specifiche (raccolta in azienda, affitto di
piccoli orti, agriasilo...)
realizzare attività formative, didattiche, educazione ambientale
per adulti e bambini
[finanziamenti da misura 311del PSR]
partecipare a corsi e incontri di aggiornamento per acquisire
informazioni sulle tecniche innovative di coltivazione nel rispetto delle
necessità aziendali e delle esigenze paesaggistico-ambientali legate alle
specificità del territorio
[finanziamenti da misure 111,114 del PSR]
introdurre forme associative ai fini produttivi e commerciali per valorizzare
l’attività agricola e superare le debolezze strutturali dovute alla frammentazione
fondiaria e alla scarsa innovazione tecnologica della singola impresa
[finanziamenti dalla misura 124 del PSR - metodo Leader]
... diversificare
23
Aree protette
Un’area protetta individua una
porzione di territorio alla quale
la comunità riconosce un valore
naturalistico, culturale, storico
tale da necessitare di attenzioni
e cure speciali perché non vada
perduto. Questo non significa
escludere la presenza dell’uomo
o lo svolgimento delle sue
attività ma utilizzare le risorse
in modo compatibile con la loro
disponibilità e il loro valore.
24
Se il tuo terreno appartiene
ad un’area protetta, ad un SIC
Sito di Importanza Comunitaria)
o un SIR (Sito di Importanza
Regionale) della Rete Natura2000,
puoi richiedere un contributo
economico attraverso la misura
214a.3 del PSR!
FIORE ALL’OCCHIELLO
L’adozione di alcuni semplici accorgimenti, a prima vista lontani da
un ritorno immediato per l’agricoltore, invece è in grado di attivare
processi virtuosi i cui risultati sono apprezzabili a lungo termine e
agli occhi di un operatore sensibile e paziente.
Conservazione delle alberature morte o senescenti
Un albero, quando muore, viene abbattuto e il legno immediatamente allontanato. Il mantenimento in sito di
vecchi alberi o il ricollocamento di tronchi marcescenti rappresenta invece una pratica di grande valore ai fini
della conservazione della biodiversità.
Molte specie animali infatti (chirotteri, micromammiferi, uccelli, lucertole, coleotteri xilofagi) usano i vecchi alberi
come riparo temporaneo o come luogo di riproduzione.
Conservazione di muretti a secco e pietraie
Le numerose cavità che queste strutture presentano offrono un valido rifugio per molte specie (lucertola
muraiola e campestre, ramarro, biacco, cervone, piccoli mammiferi, anfibi e numerosi invertebrati). I muretti a
secco di campagna, tipici dei terrazzamenti della collina toscana, dovrebbero rimanere intatti. Qualcosa di simile
ai muretti a secco può essere ottenuto tramite accumulo di materiale inerte (pietraie), a scomparsa sotto una
copertura di sassi, in modo da formare un numero consistentedi nicchie.
25
Conservazione di anfratti
in vecchi edifici
Le vecchie case coloniche abbandonate o i ruderi rappresentano il luogo
ideale per il rifugio, lo svernamento e la riproduzione di molte specie animali,
in particolare per pipistrelli, uccelli, rettili. Nei casi in cui non sia possibile
mantenere in piedi queste strutture (o nei casi di ristrutturazione) si possono
mettere in atto alcuni accorgimenti per consentire agli animali di conservare
le “vecchie abitudini”:
• mantenimento degli accessi presenti o realizzazione di accessi alternativi; le aperture usate dai pipistrelli
sono di due tipi:
… accesso in volo, corrispondente in genere a siti di rifugio di grande volume (sottotetti e cantine), non
inferiori a 15-30 cm,
… accesso in arrampicata, corrispondente a siti di rifugio di piccolo volume con l’apertura, a forma circolare
o di fessura, di 2-5 cm di larghezza;
• conservazione delle condizioni microclimatiche: fattore negativo sono le correnti d’aria che possono essere
evitate con opportuni tramezzi;
• mantenimento delle condizioni di oscurità mediante pannelli, tende nere, reti per ombreggiature;
• mantenimento o creazione di appigli, come semplici superfici ruvide, o nel caso di superfici lisce, tavolette di
legno ruvide applicate in posizioni elevate;
• creazione di rifugi, che possono essere mattoni forati, elementi con fessure o cavità creati con tavolette in legno,
bat-box (cassette in legno o materiale refrattario);
• verifica di assenza di sostanze tossiche nelle travi e nelle pareti.
26
Cassette-nido
Molte specie di uccelli utilizzano per la riproduzione cavità nel legno
(Torcicollo), un tempo offerte dalle vecchie alberature. La realizzazione
di apposite cassette-nido, posizionate sugli alberi o in spazi idonei su
piedistalli, possono aiutare alcune specie nel loro ciclo biologico.
Cataste di legna
Cataste di legna, ceppi, tronchi e rami, opportunamente disposti, possono
ricreare condizioni ecologiche idonee al rifugio e allo svernamento per molte
specie animali come:
• rifugio temporaneo durante la fase terrestre e nel periodo invernale (tritoni);
• permanenza durante il giorno per sfruttarne l’umidità (rospi);
• area di caccia per gli invertebrati (lucertole, biacco, orbettino);
• sito riproduttivo o di letargo (riccio).
La legna deve essere disposta in modo tale da lasciare ampie nicchie per l’insediamento delle varie specie.
Mitigazione delle linee elettriche ad alta tensione
Molti uccelli utili all’agricoltura, come i rapaci (albanella reale e albanella minore) che predano le popolazioni
di roditori nei campi coltivati, vengono spesso folgorati dalle linee dell’alta tensione. Per ridurre la mortalità di
questi uccelli è possibile contattare l’Ente gestore delle linee elettriche per richiedere l’isolamento delle parti
sottotensione potenzialmente pericolose.
27
Un’azienda
ecologicamente
sostenibile:
1) adotta sistemi misti di coltivazione
e allevamento per utilizzare le
reciproche sinergie;
2) applica rotazioni colturali con erbacee
poliennali ricche di Leguminose, per
rifornire di sostanza organica il suolo e
arricchirlo di azoto;
3) garantisce una costante copertura
del suolo, anche con colture intercalari
in consociazione temporanea, per ridurre
l’esposizione al calore, al freddo e al vento
4) effettua coltivazioni policolturali, con
consociazioni erbacee/arboree, per
ridurre la necessità di prodotti chimici;
5) utilizza siepi, bordure, alberate, piccoli
incolti (canneti, fontanili, boschetti) per
innalzare il grado di complessità e stabilità
del sistema.
28
AC
CIASCUNO IL SUO: INTERVENTI PER FILIERA
AGRITURISMO
CEREALICOLTURA
FLOROVIVAISMO
OLIVICOLTURA
ORTICOLTURA
SELVICOLTURA
VITICOLTURA
ZOOTECNIA
29
AGRITURISMO
filiera
L’Agriturismo è l‘attività agricola multifunzionale per eccellenza, poiché coniuga attività produttiva e ricettività rurale consentendo un buon
equilibrio tra sviluppo economico, tutela della biodiversità e qualità paesaggistica.
COSA NON VA?
COSA POSSIAMO FARE?
interferenze critiche con la conservazione del
paesaggio e degli habitat
interventi di miglioramento della qualità del paesaggio
e dell’agroecosistema
“artificializzazione” degli spazi aperti (parcheggi/piscine/piazzali/recinzioni) comporta perdita di suolo,
impermeabilizzazione del terreno, variazioni del microclima
monospecificità delle funzioni (produzione/ristorazione/alloggio) comporta oltre l’uso solo parziale delle
potenzialità offerte dall’attività agricola anche la banalizzazione del paesaggio
uso di specie vegetali esotiche (o in contrasto con la
vegetazione locale) comporta l’alterazione degli equilibri naturali, attira specie animali estranee all’ecosistema e potenzialmente dannose per le colture
uso eccessivo delle recinzioni con alterazione del paesaggio tipico delle resedi e dei piccoli manufatti
Edifici
utilizzo di rampicanti, balconi verdi e tetti a prato utili a proteggere dai venti, a isolare dal calore, a migliorare l’inserimento nel paesaggio e ad attirare specie
utili all’ambiente (farfalle, api,..)
Spazi aperti
realizzazione di siepi e filari continui lungo il margine
delle strade e delle proprietà utilizzando recinzioni
permeabili alla piccola fauna
uso di materiali drenanti, alberature e aiuole per le
aree a parcheggio
utilizzo di sistemi di fitodepurazione per le piscine;
raccolta delle acque piovane in specchi d’acqua utili
per l’irrigazione e per la fauna
creazione di piccoli ambienti naturaliformi a favore
degli uccelli e della fauna selvatica e per il controllo
del microclima
30
ombreggiatura
isolamento termico
raccolta acque meteoriche
vegetazione di
connessione
ambienti naturaliformi
CHI PAGA?
La misura 311 del PSR finanzia fino al 50% gli interventi negli spazi aperti, sui fabbricati aziendali, attività ricreative
e sportive connesse alle risorse naturalistiche, attività didattiche ed educative. La misura 216 finanzia fino al 90% gli
interventi non produttivi per il miglioramento degli spazi naturali e seminaturali del paesaggio agrario.
31
CEREALICOLTURA
filiera
Si tratta della forma più antica di agricoltura praticata nel bacino del
mediterraneo. Molti piatti della cucina tradizionale italiana sono basati
sull’uso di cereali. Oggi si assiste alla riscoperta di molte varietà antiche
quasi scomparse dopo l’industrializzazione delle pratiche colturali.
COSA NON VA?
interferenze critiche con la conservazione del
paesaggio e degli habitat
progressiva scomparsa della vegetazione spontanea
e degli animali utili alla difesa del raccolto
mortalità della piccola fauna selvatica durante le lavorazioni meccaniche
diminuzione della sostanza organica del terreno causata dall’intensità delle coltivazioni e dall’uso massiccio di fertilizzanti chimici
carenza di opere di canalizzazione idonee alla regimazione delle acque superficiali
riduzione/interruzione dei corridoi ecologici (siepi, filari, macchie di bosco)
COSA POSSIAMO FARE?
interventi di miglioramento della qualità del paesaggio
e dell’agroecosistema
avvicendamento delle colture per preservare la fertilità dei suoli in modo naturale limitando l’impiego di
fitofarmaci
preferenza di varietà locali e/o idonee alle caratteristiche agronomiche dei terreni
introduzione di colture a perdere ai margini poderali,
lungo canali e corsi d’acqua, quali habitat per lo spostamento, l’alimentazione e il rifugio della fauna selvatica, utili anche all’incremento delle risorse azotate
nel terreno
32
uso di accorgimenti specifici per ridurre il compattamento del suolo e l’impatto sulla fauna e flora selvatica (evitare la lavorazione simultanea dei terreni vicini,
tagliare/fertilizzare partendo dal centro del campo
verso l’esterno, usare la “barra d’involo” davanti ai
mezzi agricoli, alzare le barre di taglio, se possibile,
almeno 10 cm dal suolo,qualora si rinvengano nidi
non tagliare nei pressi per almeno 2-3 metri quadrati
attorno al nido...)
esclusione dell’aratura precoce delle stoppie, sfavorevole per la fertilità dei suoli (in quanto limitano la
presenza residua di semi, lo sviluppo di piante spontanee nutrienti, la presenza di invertebrati utili)
preferenza di metodi naturali per la concimazione dei
terreni (sovescio, semina e taglio di erba per le coltivazioni a grano, orzo e segale prima dell’aratura autunnale)
ripristino delle pratiche di regimazione idraulica sia
nei terreni collinari (evitare perdita di terreno fertile e
formazione di solchi di difficile percorribilità nelle fasi
del raccolto) che nei terreni pianeggianti (limitare ristagni idrici, sofferenza delle colture e diminuzioni
significative della produzione)
mantenimento e creazione di siepi, filari e radure prative tra i campi coltivati estensivi per ridurre l’uniformità del paesaggio agrario, migliorarne gli aspetti
percettivi, la qualità agronomica e favorire la continuità degli habitat
mantenimento di
radure tra i campi
avvicendamento
delle colture
tagliare/fertilizzare partendo
dal centro del campo
CHI PAGA?
La misura 214 prevede contributi per l’introduzione o il mantenimento di metodi biologici o integrati (sottomisure a1,a2)
e per la conservazione delle risorse paesaggistiche per i terreni che fanno parte della Rete NATURA2000 (sottomisura a3).
Contribuisce inoltre alle pratiche di riduzione dell’inquinamento idrico e di contenimento dell’erosione dei suoli. La misura
216 finanzia il ripristino di spazi naturali nel paesaggio agrario e gli interventi di supporto alla tutela degli habitat. La
misura 221 finanzia la realizzazione di fasce tampone, boschetti e filari.
33
FLOROVIVAISMO
filiera
La produzione vivaistica svolge un ruolo fondamentale per il miglioramento
delle prestazioni del materiale vegetale per il potenziamento delle qualità fitogenetiche e delle capacità adattive delle piante e costituisce un’utile riserva
per interventi di riqualificazione del paesaggio
COSA NON VA?
interferenze critiche con la conservazione del
paesaggio e degli habitat
alterazione delle caratteristiche dei suoli dovute alle
tecniche di preparazione dei terreni e all’impiego
massiccio di prodotti chimici per interventi fitosanitari
e nutrizionali
elevata specializzazione delle colture
eccessivo prelievo dalla falda per le pratiche irrigue
carenza di canalizzazioni di recupero delle acque meteoriche e disperse
impatto critico sul paesaggio delle strutture produttive
(impianti colturali, serre, stoccaggio materiali)
• mantenere le piante in elevata crescita, con rinvasi e fertilizzazione, per limitare l’aggressione delle
piante deboli o in stato di stress
eliminazione di tutti gli esemplari malati in caso di infestazione, per evitare la propagazione delle infezioni
a tutto il vivaio
regimazione delle acque in grado di prevenire forme
di erosione del suolo e limitare dilavamento, frane e
smottamenti del terreno
diminuzione dei prelievi di falda attraverso l’ottimizzazione delle pratiche irrigue (irrigazione localizzata, uso
di nebulizzazione fog system per le colture su bancali)
limitazione delle percolazioni e predisposizione di impianti di recupero delle acque disperse
COSA POSSIAMO FARE?
interventi di miglioramento della qualità del paesaggio
e dell’agroecosistema
canalizzazione e recupero dell’acqua piovana con piccoli invasi o cisterne di raccolta anche in abbinamento a vasche di fitodepurazione
recupero e riproposizione di cultivar locali (frutti dimenticati, antiche piante ornamentali) appartenenti
al patrimonio storico
riduzione degli interventi di fertilizzazione chimica per
evitare l’eccesso di nitrati nel suolo e la contaminazione della falda acquifera, preferendo l’uso di fertilizzanti naturali e/o organici
limitazione dell’uso di antiparassitari chimici considerando non solo l’efficacia del prodotto ma anche gli
effetti sull’ecosistema
conservazione degli elementi di caratterizzazione paesaggistica presenti nel sito (maglia regolare interpoderale, siepi e filari, grandi alberature isolate)
preferenza di metodi e pratiche preventive piuttosto
che curative:
predisposizione di misure di mitigazione e compensazione dell’impatto sul paesaggio per le strutture esistenti e di opportuni accorgimenti progettuali per
quelle di nuova realizzazione
• attenzione all’uso di componenti sterili per i substrati nella difesa contro funghi e parassiti,
34
• evitare ristagni idrici o ambienti eccessivamente
umidi,
raccolta dell’acqua
piovana e
fitodepurazione
mantenimento delle
formazioni naturali
per elevare la
complessità del
sistema
recupero di
elementi di
caratterizzazione
del paesaggio
alberature
con funzione di
mitigazione visiva
dell’impatto
CHI PAGA?
La misura 121 del PSR finanzia gli interventi finalizzati al risparmio delle risorse idriche. La misura 214 prevede
contributi a fondo perduto per la costituzione di corridoi ecologici e la promozione del risparmio idrico.
35
OLIVICOLTURA
filiera
La valorizzazione del patrimonio delle cultivar di un determinato territorio
(Frantoio, Leccino, Ogliarola, Pendolino e Seggianese in Toscana) è l’elemento che concorre alla conservazione delle caratteristiche organolettiche che definiscono la “tipicità”e la qualità dei prodotti
COSA NON VA?
interferenze critiche con la conservazione del
paesaggio e degli habitat
sostituzione delle tecniche tradizionali di concimazione a lento rilascio con metodi chimici
utilizzo eccessivo di trattamenti antiparassitari con ripercussioni negative sugli habitat di flora e fauna locali;
alterazione dell’equilibrio idrogeologico per progressiva eliminazione delle strutture colturali tradizionali
(terrazzi, ciglioni, muretti)
perdita di identità culturale legata alla configurazione
tradizionale dell’oliveto nel paesaggio toscano
COSA POSSIAMO FARE?
interventi di miglioramento della qualità del paesaggio
e dell’agroecosistema
integrazione dei prodotti chimici con tecniche biologiche per la conservazione della fertilità del terreno
(concimi fogliari, concimi organici, inerbimenti, consociazioni)
smaltimento corretto dei reflui oleari per consentirne
il recupero come ammendante
uso della potatura degli olivi per la formazione di cataste come rifugio invernale per la microfauna
preferenza di mezzi meccanici (sfalcio stagionale programmato) ai prodotti chimici per l’eliminazione delle
infestanti tra i filari
36
utilizzo della lotta integrata per la difesa delle colture
(prodotti naturali, antagonisti dei singoli parassiti animali e vegetali, fagoinibitori, rame, dispositivi di cattura massale per la mosca olearia e simili)
valutazione della idoneità del sito d’impianto in relazione alle caratteristiche del suolo, del clima e delle
esigenze colturali (ristagni idrici, soleggiamento, ventosità, siccità, necessità nutrizionali)
recupero/inserimento di strutture tradizionali (terrazzamenti, muri e ciglioni) per la difesa idrogeologica
dei versanti e rifugio per piccoli animali utili anche al
controllo delle infestanti
valorizzazione del patrimonio architettonico esistente
connesso alla presenza dell’olivo (fabbricati rurali,
frantoi, macchine ed edifici storici, pratiche della tradizione locale, artigianato) anche con finalità turisticoricreative e didattiche
terrazzamenti e
muretti a secco
siepi per il
nutrimento
della fauna
cataste di legna tra i filari
recupero delle
strutture
tradizionali
CHI PAGA?
La misura 214 del PSR finanzia sia l’introduzione sia il mantenimento di metodi di coltivazione biologica e integrata nonché
l’utilizzo di ammendanti di qualità per incrementare la sostanza organica nel terreno. Il premio consiste in un finanziamento
forfettario pari a 600 euro per ettaro per anno.
37
ORTICOLTURA
filiera
Nella storia dell’agricoltura mediterranea l’hortus, è lo spazio cintato da
un muro entro il quale il terreno è lavorato a beneficio degli alberi e degli
ortaggi, coltivati ai piedi degli alberi stessi.
COSA NON VA?
COSA POSSIAMO FARE?
interferenze critiche con la conservazione del
paesaggio e degli habitat
interventi di miglioramento della qualità del paesaggio
e dell’agroecosistema
produzione fortemente dipendente dagli eventi climatici
introduzione di tecniche di coltivazione biologica e
biodinamica
utilizzo di recinzioni per la difesa colturale
utilizzo di specie vegetali fruttifere per le siepi per fornire alimentazione agli animali domestici e selvatici e
rifugio agli insetti predatori
uso massiccio di prodotti chimici per diserbo, fertilizzazione e concimazione
carenza di opere di canalizzazione
prelievo diretto in falda (pozzi) per le esigenze di irrigazione
estensioni di impianti monoculturali con eliminazione
di vegetazione arborea ed arbustiva
recupero degli scarti vegetali per la fertilizzazione del
terreno (compostaggio)
coltivazione di specie locali e diversificazione delle
produzioni con conseguenze favorevoli per la tessitura agronomica (ortaggi da radice, da foglia, da frutto o
da fiore)
realizzazione di ecosistemi naturaliformi nei pressi
dell’area di coltura: boschetti, siepi, stagni, laghetti e
spazi prativi per garantire maggiore stabilità del sistema e per favorire la diversità floristica e faunistica
inerbimento e/o colture intercalari nei frutteti per la
protezione del suolo dall’erosione e dalle escursioni
termiche
canalizzazione e recupero delle acque meteoriche
con finalità irrigue
introduzione, in prossimità delle colture orticole, di
piccoli impianti con alberi da frutto
38
ecosistemi
naturaliformi
diversificazione colturale
impianto di
piccoli frutteti
canalizzazione acque meteoriche
CHI PAGA?
La misura 214 del PSR contribuisce alla introduzione e al mantenimento di metodi di agricoltura biologica o integrata,
nonché all’adozione di tecniche volte al mantenimento della fertilità e alla diffusione di pratiche utili a contenere
l’erosione dei suoli.
La misura 121 può finanziare gli investimenti rivolti a tecniche di risparmio idrico ed energetico.
39
SELVICOLTURA
filiera
Le funzioni di un bosco sono molteplici e tutte alleate di una buona agricoltura: rifugio per animali utili al controllo dei parassiti, diversificazione
della produzione, regolazione del microclima, legna da ardere, controllo
dell’erosione dei suoli.
COSA NON VA?
interferenze critiche con la conservazione del
paesaggio e degli habitat
diffusione dell’arboricoltura da legno o da carta con
impianti specializzati
rimboschimenti con specie alloctone (Robinia pseudoacacia, Douglasia menziesii)
gestione corretta del taglio (uso di metodi differenziati di matricinatura, tagli saltuari e non nel periodo primaverile)
valutazione delle capacità di riproduzione delle ceppaie del bosco ceduo per la continuazione del ceduo o
l’avviamento all’alto fusto
scarsità di boschi maturi con prevalenza di cedui
reintroduzione di latifoglie e di specie autoctone per
favorire la dinamica di rinaturalizzazione nei rimboschimenti a pino nero
degrado dei castagneti da frutto per riconversione in
castagneti da paleria
creazione di radure per favorire l’avvento di diverse
specie utili per l’equilibrio dell’ecosistema
attacchi da larve di insetti defoglianti
mancanza di opere di difesa idraulica
impiego di lotta biologica contro le avversità del bosco
e contro gli agenti infestanti
apertura di strade e piste per il taglio del bosco prive
di opere di canalizzazione e causa di ruscellamenti e
dissesti
mantenimento della lettiera, indispensabile per la pedofauna e la microfauna (es. salamandrina dagli occhiali, riccio, talpa)
espansione incontrollata della vegetazione arbustiva
del sottobosco possibile veicolo di propagazione d’incendi
conservazione degli alberi secolari ricchi di cavità idonee alla vita di numerose specie animali
aumento incontrollato del bosco per rinaturalizzazione di incolti e pascoli
verifica degli effetti dei rimboschimenti di protezione
nelle aree collinari e montane per la stabilità del soprassuolo ed il controllo dei ruscellamenti
realizzazione di fasce tagliafuoco con colture erbacee
per prevenire erosione e dissesto
COSA POSSIAMO FARE?
interventi di miglioramento della qualità del paesaggio
e dell’agroecosistema
aumento della diversità vegetazionale nel bosco misto
favorendo la crescita di specie secondarie
40
manutenzione in efficienza delle canalizzazioni e delle
piste forestali
valorizzazione della funzione sociale e ricreativa del
bosco diversificando le attività (bosco didattico, percorsi tematici, trekking ed escursionistica, sport con
gli animali)
A
bosco denso, massimo numero di
alberi per unità e superfice
B
bosco a crescita aperta, minimo
numero di alberi per unità di
superfice
C
bosco denso diradato, lo
sfoltimento produce legnami per
pali, gli alberi rimanenti forniscono
legname di buona qualità, le chiome
aperte consentono le colture
sottostanti
CHI PAGA?
Le misure del PSR che riguardano più da vicino il settore forestale sono la misura 122 che intende sostenere la
realizzazione a livello aziendale di una serie di azioni o interventi di miglioramento delle foreste con finalità produttive.
La misura 221 e 223 relative all’imboschimento di terreni agricoli e di superfici non agricole, la 226 per migliorare la
funzionalità degli ecosistemi forestali e la 227 per l’esecuzione di interventi quali miglioramento strutturale e funzionale
dei soprassuoli forestali esistenti, conservazione e miglioramento della biodiversità, potenziamento della stabilità
ecologica dei popolamenti forestali e protezione del suolo dall’erosione.
41
VITICOLTURA
filiera
La viticoltura sostenibile è frutto di un processo produttivo perfettamente
integrato con l’agroecosistema, economicamente vantaggioso per l’agricoltore, qualitativamente soddisfacente per il consumatore.
COSA NON VA?
interferenze critiche con la conservazione del
paesaggio e degli habitat
riduzione delle specie faunistiche e semplificazione
dell’agroecosistema dovute all’estensione e all’intensità delle coltivazioni (monocoltura)
eccesso di trattamenti antiparassitari con ripercussioni su flora e fauna locali, sulla qualità dei prodotti, sui
costi di produzione
alterazione dell’equilibrio idrogeologico legato alla
specializzazione colturale e alla disposizione in contrasto con la giacitura dei terreni (rittochino)
perdita di identità culturale legata ai caratteri tipici del
paesaggio toscano dovuta alla industrializzazione delle produzioni
COSA POSSIAMO FARE?
interventi di miglioramento della qualità del paesaggio
e dell’agroecosistema
introduzione di consociazioni colturali, siepi e filari per
rafforzare la capacità di difesa dell’agroecosistema
dall’aggressione di parassiti e malattie e favorire la
presenza di insetti predatori
coltivazione di varietà autoctone in quanto spesso più
resistenti alle patologie presenti nelle aree tradizionali d’impianto
42
attivazione di pratiche preventive (monitoraggio delle
condizioni climatiche, potatura secca e verde, lavorazioni meccaniche interfila e sulla fila, rincalzatura e
pacciamatura, sfalcio programmato e sovescio, compost, fertilizzanti organici)
copertura vegetale per limitare la diffusione di agenti
infestanti
utilizzo di tecnologie specifiche per limitare la quantità di fitofarmaci (irroratrici a tunnel)
rispetto dell’equilibrio geomorfologico dei terreni
nella disposizione dell’impianto colturale (riduzione
dell’ampiezza delle unità di coltivazione, rispetto
della giacitura naturale dei terreni e delle caratteristiche agronomiche per esposizione e selezione dei
vitigni)
interventi di regimazione idraulica per garantire
un’adeguata presenza d’acqua nel terreno per le stagioni a bassa piovosità, uso di pacciamatura ed inerbimento tra i filari per limitare l’erosione del suolo e
contenere le escursioni termiche
recupero di elementi tradizionali del paesaggio
agrario (rose sentinella a capo dei filari, tutori di
legno capofila o alberi tutori, siepi, alberature) utili
a favorire la presenza di flora e fauna selvatica e a
migliorare l’inserimento nel paesaggio degli impianti colturali
W la tradizione!!
la piantata offre a molti
uccelli un ambiente adatto
alla realizzazione del proprio
nido sia tra il fogliame sia nelle
cavità del legno.
CHI PAGA?
La misura 214 del PSR finanzia l’introduzione e il mantenimento di metodi di coltivazione biologica e integrata nonché la
riduzione delle unità di coltivazione specializzata. La stessa misura prevede contributi per la conservazione del suolo.
La misura 216 finanzia interventi a scopi non produttivi ma a favore della biodiversità come il recupero di elementi del
territorio di interesse ecologico e paesaggistico.
43
ZOOTECNIA
filiera
Cosi come le piante, anche gli animali sono capaci sia di interazione benefica e sinergica sia di associazione competitiva e negativa.
È necessario imparare a conoscere le relazioni virtuose per poterne trarre
il massimo vantaggio con il minimo sforzo
COSA NON VA?
COSA POSSIAMO FARE?
interferenze critiche con la conservazione del
paesaggio e degli habitat
interventi di miglioramento della qualità del paesaggio
e dell’agroecosistema
diminuzione delle specie erbacee dei pascoli dovute
all’iperpascolamento del bestiame bovino che seleziona le specie da mangiare
selezione delle aree di pascolo in siti non contaminati
da industrie, discariche, centrali, inceneritori, strade
di grande traffico
uso di prodotti di sintesi per l’alimentazione e/o la cura del bestiame
preferenza del pascolo semibrado che consente la
concimazione naturale dei terreni e l’alimentazione
diretta
degrado ed erosione del cotico erboso dovuto al carico eccessivo di bestiame (calpestamento e deiezioni)
con avvento di specie infestanti
progressiva scomparsa delle radure per colonizzazione arbustiva dei pascoli in abbandono
piantagione di colture foraggere diversificate in base
alle esigenze specifiche di ciascuna specie per garantire un’alimentazione regolare e sana e quindi una
minore esposizione alle malattie
separazione degli animali con recinti per prevenire la
trasmissione delle malattie da una specie all’altra e
consentire una migliore gestione del bestiame
riduzione della stagione di pascolo al periodo in cui
sia minima l’interferenza con il ciclo vegetativo di alcune specie vegetali (orchidee) e con la riproduzione
degli uccelli
dimensionamento, rotazione e diversificazione degli
animali al pascolo, anche attraverso la predisposizione di un piano di pascolamento
esclusione del pascolamento nelle aree a rischio di
erosione o con eccessiva pendenza
44
pascoli lontani da fonti di inquinamento
foraggere
diversificate
in base alla
specie
rotazione del
bestiame
separazione degli animali al pascolo
CHI PAGA?
Le misure 211 e 212 del PSR contribuiscono con un pagamento di 100 euro/ha/anno al mantenimento dei prati pascolo e
dei pascoli permanenti nelle aree montane e incentivano l’inserimento di colture foraggere per il bestiame. La misura 214b
sostiene l’utilizzo del piano di gestione del pascolo. La misura 215 prevede incentivi economici a sostegno del benessere
degli animali negli allevamenti. Il PSR finanzia inoltre con contributi variabili dal 50% al 60% gli investimenti mirati a
migliorare le condizioni igieniche e il benessere degli animali, l’innovazione dei processi produttivi e di commercializzazione.
45
Alla fine della storia, all’inizio del viaggio
Siamo giunti alla fine di questo vademecum e,
sperando di aver contribuito a fare un po’ di chiarezza
sull’importanza della biodiversità e sul ruolo essenziale
che l’agricoltura svolge per la sua conservazione, non
possiamo che augurarvi buon lavoro!
Legenda Misure PSR
111
11
11 - A
Az
zio
ioni
ni nel
ni
el cam
mpo de
ellla
a fo
orrrma
ma
m
az
ziion
io
on
ne pr
prof
ofe
esssi
sion
onale
alle e iin
a
nfo
form
form
maz
azio
zio
one
11
1
14 - U
Uttil
iliz
izzo
iz
zo dei ser
zo
ervi
rvizi
vizi
vi
zi di c
co
ons
nsul
nsul
ulen
len
e za
a
12
121
21 - Am
mmo
ode
dern
rn
nam
a en
ento
nto
o azi
zien
en
e
nde
e ag
grric
icol
olle
o
12
22 - Mi
Miigl
glio
gl
iorre
e val
alor
oriz
riz
izza
zazi
zion
one
e ec
econom
on
nom
mic
ca d
de
ell
l e fore
fo
ore
r st
se
12
24 - Coope
oope
oo
pera
azi
zion
one
e pe
er lo
o svi
vilu
ilu
upp
po di
di nuo
uov
uovi
vii pro
rod
do
ottti, pro
ott
r ce
cess
ssssi e te
ecn
cnol
olog
og
o
gie
e neii se
ettto
ori
ri
ag
grriico
c lo
o e ali
lime
entta
arre e in
n que
uello
lllo fo
fore
rest
sta
alle
21
2
11 - In
Ind
de
enn
enn
nnit
ità
à a fa
fav
vo
ore
ore
e del
elle
le zon
one
ne m
mo
ont
ntan
ne
21
2
12 - Ind
den
nniità
à per
er gllii a
agr
g ic
gr
icollto
tori
ri de
ellle zon
one ca
c ra
attter
eriiz
zza
zate
ate
t da sv
svan
anta
ta
agg
g in
gg
na
atura
tu
ura
rali
li div
li
ver
erse
s
se
dall
da
lle z
ll
zo
one mon
one
nta
tane
e
2 4 - Pa
21
Paga
gam
am
me
ent
ent
ntii ag
grro
oam
ambi
bien
ien
entta
ali
l
21
2
15 - Pa
Paga
game
ga
am
me
en
ntti pe
per ill ben
ne
essse
sere
re deg
egli
gli
li ani
nim
ma
alii
216 - So
21
S steg
stteg
egno
gno ag
glli in
inve
vest
stim
men
nttii non
n pro
odu
dutt
t iiv
vi
22
21 - Im
mbo
bosc
schi
h me
hi
ment
ment
nti
ti di
d ter
erre
reni
nii ag
n
grric
icol
oi
223 - Imbo
22
Im
mbo
bosc
osc
s h
hiime
m n
ntti d
dii su
up
perrfi
fici
cii non a
agr
gric
gr
col
ole
ole
226 - Riico
22
osttit
i uz
u io
ione
n de
ell pot
oten
nz
ziial
a e fo
fore
est
stal
ale
e ed
ed in
ntter
erve
en
ntti pr
p even
ev
e
ve
en
nti
tivii
227
22
7 - Inve
In
nve
vest
stiim
menti
enttii no
en
on
n pro
rodu
dutt
t iv
tt
ivii
311 - D
31
Diive
vers
r ifi
ifica
az
zio
i ne
n ina
natttiv
vittà non
non a
no
ag
gri
rico
ole
323 - Tu
32
Tute
ute
tela
a e riiq
quali
ua
ali
l fi
fica
cazi
ca
z on
zi
one
ne del
de
el pa
pa
atr
t im
tr
mon
nio
io rrur
ural
ural
ur
ale
le (n
( at
a ur
ural
ale
e e cu
c lttur
ura
alle)
le)
e)
46
PER CHI VUOL SAPERNE DI PIÙ
GLOSSARIO
Afide: è anche detto pidocchio delle piante e appartiene ad un gruppo di Insetti compresi nell’ordine dei Rhynchota.
Alloctono: una specie che si è originata ed evoluta in un luogo differente da cui si trova.
Autoctono: specie originaria del luogo considerato.
Ciclo biologico: successione di fenomeni naturali che avvengono periodicamente.
Compostaggio: è il procedimento mediante il quale si ottiene il compost, detto anche terricciato o composta.
Esso avviene tramite la decomposizione e l’umificazione di un misto di materie organiche (come ad esempio
residui di potatura, scarti di cucina, letame, liquame o i rifiuti del giardinaggio come foglie ed erba sfalciata)
da parte di macro e microrganismi in condizioni particolari: presenza di ossigeno ed equilibrio tra gli elementi
chimici della materia coinvolta nella trasformazione.
Ecologia: è la disciplina che studia la biosfera ossia la porzione della terra in cui è presente la vita e le cui
caratteristiche sono determinate dall’interazione degli organismi tra loro e con l’ambiente circostante, o ancora
porzioni della biosfera medesima.
Ecosistema: insieme di esseri viventi in comunità tra loro interagenti. Composto da una parte vivente
(biocenosi) e una parte non vivente (biotopo).
Fitodepurazione: è un sistema naturale di depurazione delle acque di scarico costituito da un bacino
impermeabile riempito con materiale ghiaioso e vegetato da piante acquatiche. La depurazione avviene mediante
l’azione combinata tra substrato ghiaioso, piante, refluo e microrganismi presenti. Il sistema funziona in assenza di
energia aggiunta e quindi di parti elettromeccaniche. Ciò permette di definire l’impianto “ecocompatibile”.
Habitat: luogo in cui vive e svolge il proprio ciclo biologico una pianta o un animale.
Minimum tillage: in agronomia, è un nome generico che indica alcune tecniche di gestione del suolo basate
sull’adozione di lavorazioni che preparano il letto di semina con il minor numero di passaggi.
Pedofauna: tutti gli organismi animali che vivono in un suolo
Sostenibilità: Con riferimento alla società tale termine indica un “equilibrio fra il soddisfacimento delle esigenze
presenti senza compromettere la possibilità delle future generazioni di sopperire alle proprie” (Rapporto
Brundtland del 1987).
Risorse fitogenetiche: risorse riferite al patrimonio genetico delle piante. La loro conservazione è importante
per evitare la scomparsa delle specie.
Xilofago: animale che si nutre di legno.
47
RIFERIMENTI UTILI
Provincia di Firenze – Direzione agricoltura, caccia e pesca
www.provincia.fi.it - [email protected]
ARPAT - Agenzia regionale per la protezione ambientale della
Toscana www.arpat.toscana.it - [email protected]
ARSIA - Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione
nel settore agricolo forestale
www.arsia.toscana.it - [email protected]
ARTEA - Agenzia regionale toscana per le erogazioni in
agricoltura www.artea.toscana.it - [email protected]
Associazione dei Gruppi di Azione Locale toscani
www.assogaltoscana.it - [email protected]
Cia Firenze www.ciafirenze.it - [email protected]
Circondario Empolese-Valdelsa
www.circondario.empolese-valdelsa.it
[email protected]
Coldiretti Firenze
www.firenze-prato.coldiretti.it - [email protected]
Collegio degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati
www.agrotecnici.it - [email protected]
Collegio dei Periti Agrari e dei Periti agrari Laureati della Provincia di Firenze
www.peritiagrarifi.it - [email protected]
Confagricoltura Firenze
www.firenze.confagricoltura.it - [email protected]
Comunità Montana del Mugello
www.cm-mugello.fi.it - [email protected]
Comunità Montana Montagna Fiorentina
www.cm-montagnafiorentina.fi.it
[email protected]
GAL Start s.r.l www.gal-start.it - [email protected]
Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di Firenze
www.agronomiforestalifi.it - [email protected]
Regione Toscana www.regione.toscana.it - [email protected]
BIBLIOGRAFIA
IRPET, 2009. 11° rapporto “Economia e politiche rurali in Toscana”
PROVINCIA DI FIRENZE ASS. AGRICOLTURA CACCIA E PESCA.
Piano Faunistico-venatorio provinciale 2006-2010.
PROVINCIA DI FIRENZE ASS. AGRICOLTURA CACCIA E PESCA.
Piano provinciale per la Pesca nelle Acque Interne 2009-2014
48
PROVINCIA DI FIRENZE ASS. ALL’AMBIENTE.
Agenda 21 Locale: Piano d’azione Locale, strategie e linee
di azione per affrontare le priorità ambientali del territorio
provinciale.
PROVINCIA DI FIRENZE ASS. ALLE POLITICHE DELL’AMBIENTE E
DEL TERRITORIO, 2008. 2° Rapporto sullo stato dell’ambiente e
della sostenibilità della Provincia di Firenze
PROVINCIA DI FIRENZE. Piano Locale di Sviluppo Rurale della
Provincia di Firenze 2007-2013
REGIONE TOSCANA. Programma di Sviluppo Rurale della
Toscana 2007-2013
BETTINI G., GARGANI B. (STUDIO BIOSFERA), 2006. Guida
delle aree protette e biodiversità sul territorio della Provincia di
Firenze. Provincia di Firenze Direz. Agricoltura Caccia e Pesca
U.O Conservazione della natura e biodiversità
CAMPOLMI A., 2006. Indagine sul settore Agriturismo nella
Provincia di Firenze. Provincia di Firenze Ass. Caccia Pesca –
Centro Studi Turistici
ERMINI L., Linee guida gestionali per gli ambienti naturali e
semi-naturali lungo il corso dell’Arno. Collana AdArnum FrancoAngeli
GILIBERTI G., 2009. Atlante dell’Edilizia rurale della Provincia di
Firenze. Collana AdArnum - FrancoAngeli
GILIBERTI G., ULIVIERI L., 2007. Il paesaggio costruito- Ruralità
per immagini a Firenze. Provincia di Firenze. AION
GORRERI L., GALARDI L., 2008. I danni provocati dall’avifauna in
agroecosistemi. Felici Editori
LUCIANI R., 2005. Al Fuoco! Al Fuoco! Come amare e proteggere il
bosco. Provincia di Firenze. GIUNTI Progetti Educativi
MASCIARELLI L., 2009. Fauna selvatica e sicurezza stradale.
Provincia di Firenze Ass. alle Infrastrutture, Caccia e Pesca,
Oss. regionale Toscano sulla Gestione Faunistica
MAZZILLI R., 2009. Viticoltura sostenibile. Provincia di Firenze
Ass. all’Agricoltura in collaborazione con Stazione sperimentale
per la viticoltura sostenibile
SGOLASTRA A., 2007. Obiettivo Territorio. Collana AdArnum Franco Angeli
VANNI S., NISTRI A., 2005. Popolamento di anfibi in relazione allo
stato delle acque nei torrenti Mugnone e Terzolle (Firenze) .
Provincia di Firenze Ass. Agricoltura Caccia e pesca – Museo
di Storia Naturale Università degli Studi di Firenze Sezione di
Zoologia “La Specola”
Scarica