01/12/2010 Valutazione del rischio da stress lavoro correlato Proposta metodologica Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 1 La fonte Il D.Lgs 81/20081, in materia di salute e sicurezza negli ambienti di lavoro e le successive disposizioni integrative e correttive introdotte con il D.Lgs. 106/20092, impongono ai datori di lavoro di effettuare nell’ambito della più generale valutazione dei rischi la valutazione dello stress correlato al lavoro secondo quanto previsto dall’Accordo Quadro Europeo, siglato a Bruxelles l’8 ottobre 2004 tra UNICE, UEAPME, CEEP E CES3. Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 2 1 01/12/2010 Gli obblighi di valutazione dei rischi Art. 28 D. Lgs. 81/08 La valutazione di cui all’articolo 17, comma 1, lettera a), anche nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o dei preparati chimici impegati, nonché nella sistemazione dei luoghi di lavoro, deve riguardare TUTTI I RISCHI per la sicurezza e la salute dei lavoratori,……. Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 3 3 TUTTI I RISCHI ….ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro correlato, secondo i contenuti dell’accordo europeo dell’8 ottobre 2004, e quelli riguardanti le lavoratrici in stato di gravidanza, secondo quanto previsto dal D. Lgs. 151/01, nonché quelli connessi alle differenze di genere, all’età, alla provenienza da altri Paesi. Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 4 4 2 01/12/2010 Una proposta metodologica per la VDR La valutazione dello stress Lavoro correlato Gruppo di Lavoro del Network Nazionale per la Prevenzione Disagio Psicosociale nei Luoghi di Lavoro marzo 2010 Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 5 Le origini del network Dagli anni ’90 in risposta dalla crescente richiesta di riconoscimento clinico e medico-legale delle problematiche correlate al mobbing si è costituita, con distribuzione disomogenea sul territorio nazionale, una serie di strutture ciascuna delle quali con ricorso a professionalità disponibili e applicazione metodologie valutative proprie. L'origine autoreferenziale di tali strutture e la loro natura eterogenea all'interno del S.S.N. (Cliniche universitarie, Dipartimenti di Prevenzione, Dipartimenti di salute mentale, ecc.) ha fatto sì che si creassero approcci molto diversi tra loro. Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 6 3 01/12/2010 La struttura Laboratorio di Psicologia e Sociologia del Lavoro del Dipartimento Medicina del Lavoro dell'ISPESL ha successivamente promosso la costituzione di un gruppo di lavoro composto da esponenti dei Centri clinici per le patologie correlate a mobbing afferenti al S.S.N. Il gruppo ha assunto la denominazione di Network nazionale per la prevenzione del disagio psicosociale nei luoghi di lavoro, Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 7 Qual’è il tema Ciascuno di noi, in maniera del tutto soggettiva, in virtù del patrimonio ereditario e delle esperienze vissute, filtra le diverse richieste compensando individualmente lo stimolo stressogeno. “Per fronteggiare le situazioni, l’individuo mette in atto le proprie strategie comportamentali che vanno sotto il nome di coping (in italiano si potrebbe tradurre col termine cavarsela). Gli stili di coping dipendono appunto dalle caratteristiche del soggetto e dalle esperienze personali. Da ciò consegue la soggettività/individualità nella risposta di stress” (ISPESL, 2002). Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 8 4 01/12/2010 Il problema STRESS NEGATIVO “la risposta di adattamento può divenire disfunzionale, ossia non è più in grado di soddisfare l’obiettivo (in questo caso si parla di distress o stress negativo). Questo può verificarsi o perché le richieste sono eccessivamente intense o perché durano troppo a lungo, superando quindi le possibilità di compensazione del soggetto. Lo stress può colpire qualsiasi luogo di lavoro e lavoratore, indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda, dal settore di attività, dal livello gerarchico o dalla tipologia del rapporto di lavoro. Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 9 Il campo di indagine Il mondo del lavoro e lo stress correlato alle attività lavorative Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 10 5 01/12/2010 Stress secondo Accordo Quadro Europeo, 2008, art. 3 “… Lo stress non è una malattia, ma una situazione di prolungata tensione può ridurre l’efficienza sul lavoro e può determinare un cattivo stato di salute. Lo stress lavoro correlato può essere causato da fattori diversi come il contenuto del lavoro, l’eventuale inadeguatezza nella gestione dell’organizzazione del lavoro e dell’ambiente di lavoro, carenze nella comunicazione, ecc.” ( Accordo Quadro Europeo, 2008, art. 3). Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 11 Alla VDR stress Partecipano DDL RSPP e ASPP MC RLS Eventualmente anche Responsabile Risorse Umane Altri dirigenti .. E se necessario Consulenti e specialisti Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 12 6 01/12/2010 Una annotazione Più in qualsiasi altra valutazione è importante la partecipazione dei diversi aventi causa. Ricordiamo che fra le caratteristiche di questo processo 1. Le esperienze di valutazione sono per tutti iniziali non abbiamo a disposizione criteri scientifici consolidati e condivisi 2. Le parti sociali interessatte (DDL e lavoratori) è possibile che abbiano una visione conflittuale circa questo tema 3. In organizzazioni con un clima interno non sereno dovuto alle più svariate motivazioni questo tipo di valutazioni possono innescare ulteriori conflitti Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 13 Gli obiettivi della VDR Stress Ai fini del decreto legislativo 81/08 e dell’accordo europeo sullo stress, il target di riferimento per la valutazione dello stress non è il singolo lavoratore, ma il benessere organizzativo nel suo insieme. Questo dato può però essere anche acquisito tramite la percezione delle singole persone. L’elaborazione dei dati, ancorché raccolti con strumenti soggettivi, dovrà essere fatta tenendo presente il gruppo di riferimento e non i singoli lavoratori. Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 14 7 01/12/2010 Gli obiettivi di chi conduce la VDR (il DDL) Il DVR deve essere: 1. Assolutamente aderente e rispettoso della legge 2. Condurre a misure da adottare, l’organizzazione e la politica aziendale coerenti con Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 15 Caratteristiche del doc VDR art. 28 d.lgs. 81/08 1. Semplicità 2. Brevità 3. Comprensibilità 4. Ricondurre ad azioni concrete (programmi, attività) “ VDR come strumento operativo di pianificazione degli interventi aziendali e di prevenzione” Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 16 8 01/12/2010 Il metodo Due possibili percorsi: 1) Imprese sino a 10 dipendenti 2) Imprese con oltre 10 dipendenti Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 17 Imprese sino a 10 dipendenti E’ consentito autocertificare la valutazione Tuttavia, al fine di evitare un’azione autoreferenziale è opportuno: coinvolgere i lavoratori e il loro rappresentante, il Medico Competente, se previsto e possibilmente l’RLS Territoriale Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 18 9 01/12/2010 La proposta del network Si propone l’utilizzo delle prime dieci domande della check list “indicatori aziendali” Si deve procedere ad un ulteriore livello di approfondimento,(completamento della check list) ove: 1. il punteggio della check list di “indicatori aziendali” superi il valore di 20 2. emergano chiari indicatori di rischio (malattie professionali, casi conclamati di disagio lavorativo, ecc). Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 19 Check list “INDICATORI AZIENDALI” - 2 INDICI INFORTUNISTICI Assenze per malattia (non maternità, allattameto, congedo matrioniale) 3 ASSENZE DAL LAVORO 4 % FERIE NON GODUTE 5 % TRASFERIMENTI INTERNI RICHIESTI DAL PERSONALE 6 % ROTAZIONE DE PERSONALE (usciti-entrati) 7 PROCEDIMENTI/SANZIONI DISCIPLINARI N. di visite su richiesta del lavoratore al medico comepetente (D.Lgs. 81/2008, art.41 c2 lett c) 1 8 ASSENTI 9 10 = + PRESENTI SEGNALAZIONI FORMALIZZATE DEL MEDICO COMPETENTE DI CONDIZIONI STRESS AL LAVORO ISTANZE GIUDIZIARIE PER LICENZIAMENTO/ DEMANSIONAMENTO Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 20 10 01/12/2010 Fra questi % Assenze dal lavoro S’intendono : - permessi retribuiti - permessi per malattia - periodi di aspettativa per motivi personali - assenze ingiustificate - mancato rispetto dell’orario minimo di lavoro (ritardi, uscite anticipate, ecc.) Non si considera assenze quelle legata ad agitazione di carattere sindacale quali scioperi ed assemblee autorizzate. Formula di calcolo: [Num. ore lavorative perse / Num. ore lavoro potenziali lavorabili da contratto] x 100 % Ferie non godute Intese come ferie maturate e non godute una volta trascorso il periodo previsto dalla legge per la relativa fruizione. Formula di calcolo: [Num. di giorni di ferie contrattualmente previste e maturate - Num. di giorni di ferie usufruite] x 100 Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 21 E poi .. % Trasferimenti interni richiesti dal personale Per trasferimento di personale si intende il passaggio di un dipendente da una “Unità Funzionale” interna all’impresa ad un’altra. Tale tipo di trasferimento di solito è teso a coniugare le esigenze personali dei dipendenti con quelle delle Unità Funzionali. Formula di calcolo: [(Num. richieste (*) di trasferimento / Num. trasferimenti avvenuti) / Num. totali lavoratori] x 100 (*) Per richieste tutte quelle pervenute (accettate e non accettate). % Rotazione del personale (uscitientrati) Con questo indicatore s’intende il ciclo di rinnovo o la sostituzione del personale, cioè la misura del tasso in cui una data impresa incrementa o perde il proprio personale. Formula di calcolo: [(Num. Lavoratori usciti + Num. Lavoratori entrati) / Num. totali lavoratori] x 100 Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 22 11 01/12/2010 I limiti del metodo Alcuni sono evidenti Il dato, considerata la ridotta numerosità del campione, assume scarsa affidabilità statistica Il dato molto spesso non è disponibile, in particolare disaggregato per mansione Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 23 L’imput.. “Se questo è il metodo che abbiamo deciso di impiegare dobbiamo organizzarci per iniziare a monitorare e raccogliere questi dati in modo coerente.” Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 24 12 01/12/2010 Imprese con oltre 10 dipendenti Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 25 Nel caso in cui si tratti di una impresa con più di 10 (5) dipendenti Primo livello: Valutazione con approccio verificabile Secondo livello: Valutazione con coinvolgimento diretto dei lavoratori Il Primo livello (check list con approccio verificabile) rispetto alle aziende sino a 10 è da subito più complesso e prende in considerazione: 1. indicatori aziendali (già visti) 2. indicatori di contesto lavorativo (area B) 3. indicatori di contenuto del lavoro (area C) Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 26 13 01/12/2010 Le indicazioni dell’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute del lavoro I fattori di rischio correlati allo stress si possono suddividere in due grandi categorie: 1. quelli relativi al contesto di lavoro di natura gestionale (i flussi comunicativi, il ruolo dell’organizzazione, il grado di partecipazione, l’interfaccia casa/lavoro, ecc); 2. quelli relativi al contenuto del lavoro di natura organizzativa (le problematiche connesse con l’ambiente di lavoro, quali i rischi tradizionali, i rischi infortunistici, quelli fisici, chimici, ecc. ma anche problematiche legate alla pianificazione dei compiti, ai carichi e ritmi di lavoro, all’orario di lavoro, ecc.) Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 27 contesto lavorativo (area B) CULTURA ORGANIZZATIVA Scarsa comunicazione, bassi livelli di sostegno per la risoluzione di problemi e lo sviluppo personale, mancanza di definizione degli obiettivi organizzativi RUOLO NELL’ORGANIZZAZIONE Ambiguità e conflitto di ruolo, responsabilità di altre persone SVILUPPO DI CARRIERA Incertezza / blocco della carriera insufficienza / eccesso di promozioni, bassa retribuzione, insicurezza dell’impiego, scarso valore sociale attribuito al lavoro AUTONOMIA DECISIONALE/CONTROLLO Partecipazione ridotta al processo decisionale, carenza di controllo sul lavoro (il controllo, specie nella forma di partecipazione, rappresenta anche una questione organizzativa e contestuale di più ampio respiro) RELAZIONI INTERPERSONALI SUL LAVORO Isolamento fisico o sociale, rapporti limitati con i superiori, conflitto interpersonale, mancanza di supporto sociale INTERFACCIA FAMIGLIA/LAVORO Richieste contrastanti tra casa e lavoro, scarso appoggio in ambito domestico, problemi di doppia carriera Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 28 14 01/12/2010 contenuto del lavoro (area C) AMBIENTE DI ATTREZZATURE LAVORO E Condizioni fisiche di lavoro, problemi inerenti l’ affidabilità, la disponibilità, l’idoneità, la manutenzione o la riparazione di strutture ed attrezzature di lavoro PIANIFICAZIONE DEI COMPITI Monotonia, cicli di lavoro brevi, lavoro frammentato o inutile, sottoutilizzazione, incertezza elevata CARICO/RITMI DI LAVORO Sovraccarico o sottocarico di lavoro, mancanza di controllo sul ritmo, alti livelli di pressione temporale ORARIO DI LAVORO Lavoro a turni, orari di lavoro rigidi, imprevedibili, eccessivamente lunghi o che alterano i ritmi sociali. Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 29 Si consideri preliminarmente che.. Il rischio, in tutte le valutazioni, è indicato come la risultante di R f(P;D) Nel caso dello stress si può assumere che: R_STRESS f(Fatt. contenuto del lavoro ; Fatt. dcontesto del lavoro) Il terzo elemento (area A – indicatori) che entra nella funzione di valutazione del rischio. Deve esser visto come un correttore, un indicatore che può rafforzare o ridurre gli elementi in ingresso (Area B e Area C) sulla base di parametri oggettivi (non a discrezione dei valutatori) ma effettivamente misurati sulla base di valori numerici e statistici. Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 30 15 01/12/2010 Per valutare in concreto i rischi si può procedere ad: 1. Associare a delle situazioni rilevabili dei giudizi sintetici di tipo qualitativo (alto, medio, ampio, stretto, moderato, ordinario, accettabile, ecc.) impostati secondo una scala preordinata nota, di tipo crescente/decrescente. 2. Alla scala di giudizi, per garantire maggiore fluidità al processo, è normalmente ì associata una scala di punteggi. 3. I diversi fattori valutati (cui il valutatore attribuisce un giudizio/punteggio) sono associati fra loro tramite un algoritmo (formula) che consente di ottenere un punteggio (e/o giudizio) relativo al livello di rischio. 4. Il valore ottenuto e la sua collocazione sulla scala di valutazione consente di attribuire un livello di priorità alle misure da adottare. Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 31 Il percorso operativo impresa con più di 10 (5) dipendenti La VDR è a cura del DDL ma il percorso può essere essere guidato dal Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP) coinvolgendo anche il MC e gli RLS e se pertinente con l’organizzazione aziendale : il responsabile dell’ufficio personale, il responsabile dell’ufficio legale, ecc.. Il metodo proposto dal NETWORK Si compone di una check list a punteggio per la rilevazione degli indicatori indiretti di stress, suddivisa fra : (Area A) indicatori aziendali (indici infortunistici, le assenze dal lavoro, le ferie non godute, ecc.) (Area B) indicatori di contesto (Area C) indicatori di contenuto Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 32 16 01/12/2010 INDICATORI B. AREA CONTESTO DEL LAVORO Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 33 FUNZIONE E CULTURA ORGANIZZATIVA INDICATORE pt SI pt NO 1 Diffusione organigramma aziendale 0 1 0 2 Presenza di procedure aziendali 0 1 0 3 Diffusione delle procedure aziendali ai lavoratori 0 1 0 4 Diffusione degli obiettivi aziendali ai lavoratori 0 1 0 5 Sistema di gestione della sicurezza aziendale. Certificazioni SA8000 e BS OHSAS 18001:2007 0 1 6 Presenza di un sistema di comunicazione aziendale (bacheca, internet, busta paga, volantini….) 0 1 7 Effettuazione riunioni/incontri tra dirigenti e lavoratori 0 1 8 Presenza di un piano formativo per la crescita professionale dei lavoratori 0 1 9 Presenza di momenti di comunicazione dell’azienda a tutto il personale 0 1 10 Presenza di codice etico e di comportamento 0 1 11 Presenza di sistemi per il recepimento e la gestione dei casi di disagio lavorativo 0 1 N Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 Correzioni pt 0 0 0 0 0 0 0 34 17 01/12/2010 RUOLO NELL’AMBITO DELL’ORGANIZZAZIONE pt N pt INDICATORE S I N O 1 I lavoratori conoscono la linea gerarchica aziendale 0 1 2 I ruoli sono chiaramente definiti 0 1 3 Vi è una sovrapposizione di ruoli differenti sulle stesse persone (capo turno/preposto/responsabile qualità) 0 1 Correzioni pt 1- 4 Accade di frequente che i dirigenti/preposti forniscano informazioni contrastanti circa il lavoro da svolgere 0 1 1- Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 35 EVOLUZIONE DELLA CARRIERA pt pt S I N N O INDICATORE Correzioni pt 1 Sono definiti i criteri per l’avanzamento di carriera 0 2 Esistono sistemi premianti in relazione alla corretta gestione del personale da parte dei dirigenti/capi 0 3 Esistono sistemi premianti in relazione al raggiungimento degli obiettivi di sicurezza 0 Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 1 1 1 36 18 01/12/2010 AUTONOMIA DECISIONALE – CONTROLLO DEL LAVORO pt N pt S I INDICATORE N O Correzioni pt 1 Il lavoro dipende da compiti precedentemente svolti da altri 0 2 I lavoratori hanno sufficiente autonomia per l'esecuzione dei compiti 0 1 3 I lavoratori hanno a disposizione le informazioni sulle decisioni aziendali relative al gruppo di lavoro 0 1 4 Sono predisposti strumenti di partecipazione decisionale dei lavoratori alle scelte aziendali 0 1 5 Sono presenti rigidi protocolli di supervisione sul lavoro svolto 0 1 1 1- 1- Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 37 RAPPORTI INTERPERSONALI SUL LAVORO pt N pt S I INDICATORE N O 1 Possibilità di comunicare con i dirigenti di grado superiore da parte dei lavoratori 0 1 2 Vengono gestiti eventuali comportamenti prevaricatori o illeciti da parte dei superiori e dei colleghi 0 1 3 Vi è la segnalazione frequente di conflitti / litigi 0 1 Correzioni pt 1- Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 38 19 01/12/2010 INTERFACCIA CASA - LAVORO pt N pt S I INDICATORE 1 Possibilità di effettuare la pausa pasto in luogo adeguato - mensa aziendale 2 Possibilità di orario flessibile 3 Possibilità di raggiungere il posto di lavoro con mezzi pubblici/navetta dell'impresa 4 Possibilità di svolgere lavoro part-time verticale/orizzontale N O Correzioni pt Se il risultato finale è uguale a 0, nella TABELLA FINALE CONTESTO DEL LAVORO alla voce “INTERFACCIA CASA LAVORO” si inserisce il valore -1. Se il risultato finale è superiore a 0, nella TABELLA FINALE CONTESTO DEL LAVORO alla voce “INTERFACCIA CASA LAVORO” si inserisce il valore 0. Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 39 Pt contesto Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 40 20 01/12/2010 Area C. indicatori di contenuto Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 41 AMBIENTE DI LAVORO ED ATTREZZATURE DI LAVORO 1 Esposizione a rumore sup. al secondo livello d’azione 2 Inadeguato comfort acustico (ambiente non industriale) 3 Rischio cancerogeno/chimico non irrilevante 4 Microclima adeguato 5 Adeguato illuminaento con particolare riguardo alle attività ad elevato impgno visivo (VDT, lavori fini, ecc.) 6 Rischio movimentazione manuale dei carichi 7 Disponibilità adeguati e confortevoli DPI 8 Lavoro a rischio di aggressione fisica/lavoro solitario 9 Segnaletica di sicurezza chiara, immediata e pertintente ai rischi 10 Esposizione a vibrazione superiore al limite d’azione 11 Adeguata manutenzione macchine ed attrezzature 12 Esposizione a radiazioni ionizzanti 13 Esposizione a rischio biologico Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 42 21 01/12/2010 PIANIFICAZIONE DEI COMPITI 1 Il lavoro subisce frequenti interruzioni 2 Adeguatezza delle risorse strumentali necessarie allo svolgimento dei compiti 3 E’ presente un lavoro caratterizzato da alta monotonia 4 Lo svolgimento della mansione richiede di eseguire più compiti contemporaneamente 5 Chiara definizione dei compiti 6 Adeguatezza delle risorse umane necessarie allo svolgimento dei compiti Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 43 CARICO DI LAVORO – RITMO DI LAVORO 1 I lavoratori hanno autonomia nella esecuzione dei compiti 2 Ci sono variazioni imprevedibili della quantità di lavoro 3 Vi è assenza di compiti per lunghi periodi nel turno lavorativo 4 E’ presente un lavoro caratterizzato da alta ripetitività 5 Il ritmo lavorativo per l’esecuzione del compito, è prefissato 6 Il lavoratore non può agire sul ritmo della macchina 7 I lavoratori devono prendere decisioni rapide 8 Lavoro con utilizzo di macchine ed attrezzature ad alto rischio 9 Lavoro con elevata responsabilità per terzi, impianti e produzione Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 44 22 01/12/2010 ORARIO DI LAVORO E’ presente regolarmente un orario lavorativo superiore alle 8 ore 1 2 Viene abitualmente svolto lavoro straordinario E’ presente orario di lavoro rigido (non flessibile)? 3 4 La programmazione dell’orario varia frequentemente 5 Le pause di lavoro sono chiaramente definite 6 E’ presente il lavoro a turni 7 E' abituale il lavoro a turni notturni 8 E’ presente il turno notturno fisso o a rotazione Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 45 Tabella finale DA RISCHIO BASSO RISCHIO MEDIO RISCHIO ALTO 0 18 35 A 17 34 67 LIVELLO DI RISCHIO RISCHIO BASSO 25% NOTE L’analisi degli indicatori non evidenzia particolari condizioni organizzative che possono determinare la presenza di stress correlato al lavoro. Ripetere la valutazione in caso di cambiamenti organizzativi aziendali o comunque ogni 2 anni. RISCHIO MEDIO 50% L’analisi degli indicatori evidenzia condizioni organizzative che possono determinare la presenza di stress correlato al lavoro. Per ogni condizione di rischio identificata si devono adottare le azioni di miglioramento mirate. Monitoraggio annuale degli indicatori. Se queste non determinano un miglioramento entro un anno, sarà necessaria la somministrazione di questionari soggettivi. RISCHIO ALTO + di 50% L’analisi degli indicatori evidenzia condizioni organizzative con sicura presenza di stress correlato al lavoro. Si deve effettuare una valutazione della percezione dello stress dei lavoratori. E’ necessario oltre al monitoraggio delle condizioni di stress la verifica di efficacia delle azioni di miglioramento. Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 46 23 01/12/2010 La normalizzazione del pt. dell’area A (indicatori aziendali) Se il risultato del punteggio è compreso tra 0 e 10, si inserisce nella tabella finale il valore 0 Se il risultato del punteggio è compreso tra 11 e 20 si inserisce nella tabella finale il valore 2 Se il risultato del punteggio è compreso tra 21 e 40 si inserisce nella tabella finale il valore 5 Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 47 La scelta circa il peso degli indicatori Max pt INDICATORI AZIENDALI 5 CONTESTO DEL LAVORO 26 CONTENUTO DEL LAVORO 36 Max pt 67 Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 7,5% 38,8% 53,7% 100,0% 48 24 01/12/2010 I limiti e le possibili correzioni Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 49 area A INDICATORI AZIENDALI peso 7,5% Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 50 25 01/12/2010 area A (indicatori aziendali) Gli indicatori aziendali (assenze dal lavoro, infortuni, segnalazioni, ecc…) presentano livelli modesti e non sono presenti anomalie. 1 Gli indicatori aziendali (assenze dal lavoro, infortuni, segnalazioni, ecc…) presentano limitate situazioni di picco che trovano però giustificazione logica nelle caratteristiche del gruppo omogeneo indagato 2 Gli indicatori aziendali (assenze dal lavoro, infortuni, segnalazioni, ecc…) presentano livelli allarmanti o anomalie tali da far ritenere necessaria una specifica indagine individuale 3 Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 51 area B CONTESTO DEL LAVORO peso 38,8 % Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 52 26 01/12/2010 CONTESTO DEL LAVORO peso fattori Pt Funzione e cultura organizzativa % 11 42,3% Ruolo nell’ambito dell’organizzazione 4 15,4% Evoluzione della carriera 3 11,5% Autonomia decisionale – controllo 5 19,2% Rapporti interpersonali sul lavoro 3 11,5% 26 100,0% Interfaccia casa lavoro –conciliazione vita/lavoro* Tot. Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 53 Diffusione organigramma aziendale La gerarchia aziendale è nota ai lavoratori in quanto diffusa con strumenti di comunicazione interna (se l'organizzazione e le dimensioni ne richiedono la necessità) Presenza di procedure aziendali Ai lavoratori è noto il proprio ruolo e i compiti da svolgere. Queste informazioni sono chiare (in quanto sono fatte fatto oggetto di specifica comunicazione, istruzione, ecc.) Diffusione delle procedure aziendali ai lavoratori Prima della immissione ad un compito in autonomia è prevista una fase di addestramento Diffusione degli obiettivi aziendali ai lavoratori Il lavoratore ha la possibilità di avere informazioni su come svolgere il proprio compito (istruzioni, responsabile di riferimento) Sistema di gestione della sicurezza aziendale. Certificazioni SA8000 e BS OHSAS 18001:2007 omesso Presenza di un sistema di comunicazione aziendale (bacheca, internet, busta paga, volantini….) Esiste un sistema di comunicazione aziendale circa politica, obiettivi e risultati conseguiti (bacheca, intranet e/o diretto nelle piccole aziende). Effettuazione riunioni/incontri tra dirigenti e lavoratori omesso Presenza di un piano formativo per la crescita professionale dei lavoratori Esiste un piano formativo per la crescita professionale Presenza di momenti di comunicazione dell’azienda a tutto il personale omesso Presenza di codice etico e di comportamento omesso Presenza di sistemi per il recepimento e la gestione dei casi di disagio lavorativo omesso Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 54 27 01/12/2010 RUOLO NELL’AMBITO DELL’ORGANIZZAZIONE 1 I lavoratori conoscono la linea gerarchica aziendale La gerarchia aziendale è nota ai lavoratori in quanto diffusa con strumenti di comunicazione interna (se l'organizzazione e le dimensioni ne richiedono la necessità) 2 I ruoli sono chiaramente definiti Ai lavoratori è noto il proprio ruolo e i compiti da svolgere. Queste informazioni sono chiare (in quanto sono fatte fatto oggetto di specifica comunicazione, istruzione, ecc.) 3 Vi è una sovrapposizione di ruoli differenti sulle stesse persone (capo turno/preposto/responsabile qualità) omesso 4 Accade di frequente che i dirigenti/preposti forniscano informazioni contrastanti circa il lavoro da svolgere omesso Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 55 EVOLUZIONE DELLA CARRIERA 1 Sono definiti i criteri per l’avanzamento di carriera omesso 2 Esistono sistemi premianti in relazione alla corretta gestione del personale da parte dei dirigenti/capi omesso 3 Esistono sistemi premianti in relazione al raggiungimento degli obiettivi di sicurezza Esistono sistemi premianti in relazione al raggiungimento di obiettivi aziendali (es. premi produzione) Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 56 28 01/12/2010 AUTONOMIA DECISIONALE – CONTROLLO DEL LAVORO 1 Il lavoro dipende da compiti precedentemente svolti da altri il ritmo di lavoro è determinato dall'avanzamento di una linea("catena", ecc.) 2 I lavoratori hanno sufficiente autonomia per l'esecuzione dei compiti I lavoratori possono svolgere i compiti decidendo in autonomia la sequenza delle fasi dell'attività da svolgere 3 I lavoratori hanno a disposizione le informazioni sulle decisioni aziendali relative al gruppo di lavoro I lavoratori possono svolgere i compiti decidendo in autonomia le modalità con cui eseguire il lavoro 4 Sono predisposti strumenti di partecipazione decisionale dei lavoratori alle scelte aziendali omesso 5 Sono presenti rigidi protocolli di supervisione sul lavoro svolto La mansione può essere liberamente interrotta dal soggetto per brevi pause I protocolli di supervisione sul lavoro svolto sono di tipo rigido (es. controllo n. pezzi o qualità a fine giornata) I protocolli di supervisione sul lavoro svolto prevedono audit o controlli su periodi lunghi (più di un mese) o semplici resoconti settimanali Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 57 RAPPORTI INTERPERSONALI SUL LAVORO 1 Possibilità di comunicare con i dirigenti di grado superiore da parte dei lavoratori Per i lavoratori è presente la possibilità di comunicare senza difficoltà con più livelli gerarchici superiori (non il solo superiore diretto) 2 Vengono gestiti eventuali comportamenti prevaricatori o illeciti da parte dei superiori e dei colleghi L'azienda ha diffuso, mediante comunicati o altro, la volontà della direzione di limitare i conflitti interpersonali e di penalizzare comportamenti scorretti 3 Vi è la segnalazione frequente di conflitti / litigi L'azienda ha una esperienza storica relativa a provvedimenti disciplinari adottati a seguito di comportamenti scorretti o di violenza sul luogo di lavoro. Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 58 29 01/12/2010 area C CONTENUTO DEL LAVORO peso 53,7 % Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 59 FUNZIONE E CULTURA ORGANIZZATIVA peso fattori Pt % Ambiente di lavoro ed attrezzature di lavoro 13 36,1% Pianificazione dei compiti 6 16,7% Carico di lavoro – ritmo di lavoro 9 25,0% Orario di lavoro 8 22,2% Tot. 36 100,0% Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 60 30 01/12/2010 AMBIENTE DI LAVORO ED ATTREZZATURE DI LAVORO Attività svolte in presenza costante di rumore tale da disturbare la comunicazione 1 Esposizione a rumore sup. al secondo livello d’azione 2 Inadeguato comfort acustico (ambiente non industriale) 3 Rischio cancerogeno/chimico non irrilevante Attività che comportano disconfort per la presenza costante di inquinanti chimici che richiedono l'uso di DPI per le vie respiratorie 4 Microclima adeguato Lavoro in ambienti con microclima particolarmente sfavorevole (caldo o freddo) 5 Adeguato illuminaento con particolare riguardo alle attività ad elevato impgno visivo (VDT, lavori fini, ecc.) Omesso 6 Rischio movimentazione manuale dei carichi Omesso 7 Disponibilità adeguati e confortevoli DPI Omesso 8 Lavoro a rischio di aggressione fisica/lavoro solitario 9 Segnaletica di sicurezza chiara, immediata e pertintente ai rischi Omesso 10 Esposizione a vibrazione superiore al limite d’azione Omesso 11 Adeguata manutenzione macchine ed attrezzature Omesso 12 Esposizione a radiazioni ionizzanti Omesso 13 Esposizione a rischio biologico Omesso Omesso L'ttività comporta altri disagi fisici dovuti all'ambiente di lavoro o più elementi contemporaneamente Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 61 PIANIFICAZIONE DEI COMPITI Il soggetto durante l'attività generalmente non si rapporta con colleghi e superiori gerarchici e decide in autonomia (compreso il lavoro in solitudine). 1 Il lavoro subisce frequenti interruzioni 2 Adeguatezza delle risorse strumentali necessarie allo svolgimento dei compiti La mansione comporta per il soggetto un ruolo di guida e coordinamento di gruppi di individui 3 E’ presente un lavoro caratterizzato da alta monotonia La mansione espone il soggetto a un rapporto diretto con il pubblico per attività di "sportello" o di vendita 4 Lo svolgimento della mansione richiede di eseguire più compiti contemporaneamente La mansione comporta per il soggetto attività di tipo lelefonico (centralino o call center) non intervallato da altre attività. 5 Chiara definizione dei compiti La mansione comporta per il soggetto un ruolo potenzialmente conflittuale con utenza e clienti ( recupero crediti, post vendita,ecc.) 6 Adeguatezza delle risorse umane necessarie allo svolgimento dei compiti La mansione comporta l'assistenza fisica, psicologica e/o la vigilanza a gruppi di persone con particolari problematiche (disabili, disagio sociale, ammalati, carcerati, ecc.) La mansione non comporta un carico né un ritmo di lavoro particolarmente rilevanti Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 62 31 01/12/2010 CARICO DI LAVORO – RITMO DI LAVORO 1 I lavoratori hanno autonomia nella esecuzione dei compiti La mansione comporta attenzione di tipo continuo (non distoglibile, es. guida) 2 Ci sono variazioni imprevedibili della quantità di lavoro La mansione comporta l'esecuzione di lavori di elevata precisione che comportano attenzione visiva intensa (es. lavori con "manualità fine") 3 Vi è assenza di compiti per lunghi periodi nel turno lavorativo La mansione comporta l'esecuzione di attività che richiedono attenzione visiva costante ed elevata (conteggi, attenzione ad uno schermo, ecc.) 4 E’ presente un lavoro caratterizzato da alta ripetitività Attività che comportano un ritmo di lavoro fisico elevato 5 Il ritmo lavorativo per l’esecuzione del compito, è prefissato Attività che comportano la vigilanza o la cura di gruppi di persone (comprese le attività educative) 6 Il lavoratore non può agire sul ritmo della macchina Il lavoro è caratterizzato da elevata monotonia (cicli brevi e ripetItivi) 7 I lavoratori devono prendere decisioni rapide Il lavoro è caratterizzato sequenze di operazioni complesse e a rischio di infortunio 8 Lavoro con utilizzo di macchine ed attrezzature ad alto rischio Una mancanza di attenzione del soggetto comporta quasi certamente un incidente (infortunio o danno a cose) 9 La mansione comporta attività diverse da quelle Lavoro con elevata responsabilità per terzi, elencate nelle celle sopra ma presenta un elevato impianti e produzione impegno fisico e mentale. Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 63 ORARIO DI LAVORO 1 E’ presente regolarmente un orario lavorativo superiore alle 8 ore Le attività considerate prevedono una durata inferiore a quattro ore giorno 2 Viene abitualmente svolto lavoro straordinario Le attività considerate prevedono un impegno superiore a quattro ore giorno e sino all'intero turno di lavoro E’ presente orario di lavoro rigido (non flessibile)? Le attività considerate anche se per periodi limitati (ma continuativi) comportano la necessità di svolgere lavoro straordinario (normalmente oltre 45 ore) settimanali 4 La programmazione dell’orario varia frequentemente Le attività vengono svolte anche in orario notturno (turni, reperibilità, ecc…) 5 Le pause di lavoro sono chiaramente definite 6 E’ presente il lavoro a turni 7 E' abituale il lavoro a turni notturni 8 E’ presente il turno notturno fisso o a rotazione 3 Relaz. 30.11.2010 Paolo Musi - M2 64 32