ADOSITALIA Quello che deve sapere la volontaria SILVIA MILANI CENTRO ONCOLOGICO TRIESTE ADOSITALIA TRIESTE 13 novembre 2009 La prognosi del cancro 1970 PERDE VINCE 2000 Mammella - Anatomia EPIDEMIOLOGIA • E’ il tumore femminile più frequente • Più frequente : paesi industrializzati • In aumento nei paesi industrializzati e nei paesi in via di sviluppo • 1.000.000 nuovi casi/anno nel mondo CANCRO DELLA MAMMELLA Stime di incidenza al 2005 TRIESTE: 250 nuovi casi per anno N° casi FVG ITALIA 1.080 39.735 Tasso grezzo Tasso st.europ. 189 139 130 93 FATTORI DI RISCHIO: ETA’ • TRIESTE • DISTRIBUZIONE PER CLASSI DI ETA’ DEL CA MAMMARIO • CASISTICA CSO 1980-1995 2.583 CASI 25 20 15 % 10 5 0 <35 36-40 41-45 46-50 51-55 56-60 61-65 66-70 >70 FATTORI DI RISCHIO • FAMILIARITA’ rischio > 2-4 volte se 1 o più parenti di I° grado con tumore • NULLIPARITA’ rischio relativo=1,4 • PRIMA GRAVIDANZA dopo i 30 anni • DURATA ETA’ FERTILE • PRECEDENTE CA MAMMARIO • PREGRESSE BIOPSIE AL SENO • TERAPIE ORMONALI FATTORI DI PROTEZIONE • ALLATTAMENTO • PARITA’ ANALISI DI 47 STUDI EPIDEMIOLOGICI IN 30 PAESI: 50.302 DONNE CON CA SENO 96.973 CONTROLLI RISCHIO: 4,3% < PER OGNI ANNO DI ALLATTAMENTO 7% < PER OGNI GRAVIDANZA LANCET,360-9328,2002 TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA (HRT) NURSES HEALTH STUDY STUDIO COHORTE PROSPETTICO: HRT per più di 5 anni: rischio di cancro della mammella significativamente aumentato (solo in “current users”) rischio maggiore in donne con più di 60 anni aggiunta Pg ad E : rischio aumentato familiarita’, con HRT, non aumenta il rischio (COLDITZ G.A. NEJM 332:1589-93, 1995) TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA (HRT) WHI (Women’s Health Initiative Study Group) HRT R (N°:8506) (50-79 aa) PLACEBO (N°: 8102) m.f.u.: 5,2 aa E coniugati 0,625 mg/g + MPA 2,5 mg/g NIH: chiusura prematura dopo 3 aa: dei benefici JAMA 288: 321-33, 2002 rischi > TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA (HRT)-STUDIO WHI • RISCHIO* > % EVENTI CARDIACI:29 ICTUS: 41 TROMBOEMBOL.: 100 (primi 18-24 mesi) CA MAMMELLA: 26 (appare dopo il 2°a) * INDIPENDENTE da eta’,fumo,PAO,etc. • RISCHIO < % CA COLON: 37 FRATTURA ANCA: 24 DONNE tra 50 e 54aa: < SINT.VASOMOTORI Popolazione generale a 3 aa: nessun beneficio su QOL SEGNI E SINTOMI • NODULI, ISPESSIMENTI, RIGONFIAMENTI DEL SENO • NODULI ALL’ASCELLA • VARIAZIONI DELLA FORMA, RETRAZIONE, SECREZIONE O ECZEMA DEL CAPEZZOLO • RETRAZIONE O ERITEMA DELLA CUTE • VARIAZIONI DELLA CONFORMAZIONE DELLA MAMMELLA • INDIPENDENTEMENTE DALLA PRESENZA DI DOLORE ! AUTOESAME • METANALISI 1988 (Hill D.,White V.): NESSUNA EFFICACIA SU PRECOCITA’ DI DIAGNOSI (N+) • METANALISI 2001 (Baxter N.): NESSUNA RIDUZIONE DI MORTALITA’ • STUDIO CASO-CONTROLLO 1991 (Newcomb P.A.): > PRECOCITA’ • UTILITA’: > ATTENZIONE DIAGNOSI • MAMMOGRAFIA • TECNICA LOWDOSE • 2 PROIEZIONI • PRIMO ESAME: 4050 ANNI • FREQUENZA NON INFERIORE AI 2 ANNI DIAGNOSI • ECOGRAFIA DONNE DI ETA’ INFERIORE AI 35 ANNI SU INDICAZIONE DELLA MAMMOGRAFIA • RISONANZA MAGNETICA BASSA SPECIFICITA’ LIMITATA A SITUAZIONI PARTICOLARI • MAMMOLINFOSCINTIGRAFIA ESAME CITOLOGICO • SECREZIONE DAL CAPEZZOLO • AGOASPIRATO DA LESIONE SOSPETTA • IN CASO DI INOPERABILITA’ SCREENING CARATTERISTICHE DEL TUMORE • ALTA INCIDENZA • MIGLIORAMENTO DELLA PROGNOSI CON PRECOCITA’ DIAGNOSTICA • DIAGNOSI AFFIDABILE CON METODICHE POCO INVASIVE • COSTI SOCIALI ACCETTABILI PREVENZIONE • SCREENING: MX OGNI 2 ANNI PER LE DONNE TRA I 50 E I 69 ANNI • ESEGUIRE UNA MX A 40 ANNI, POI CON CONTROLLO PERIODICO SCREENING REGIONALE 2006: TRIESTE • • • • • • Donne esaminate (50-69 aa) 7.000 Risposta: 41% Esami di II livello: 600 Biopsie: 200 Tumori diagnosticati: 101 In fase iniziale: 85% STADI - TNM T(umore) N(odi) M(etastasi) Tx non definibile Nx non definibile Mx non definib. T0 non evidenziabile N0 negativo M0 assenti Tis in situ N1asc.omolat.mob. M1 presenti T1 2 cm-a; b; c; N2 a)asc.omol.fissi b) mammari int. pos. T2 5 cm N3 a)sottocl.omol; T3 > 5 cm b)mamm.int.e ascell T4 parete torac.-cute c)sopraclaveari ISTOLOGIA CARCINOMA DUTTALE IN SITU CARCINOMA LOBULARE INFILTRANTE PAGET COMEDOCARCINOMA MASTITE CARCINOMATOSA SARCOMA LINFOMA Cancro della mammella Riduzione della mortalità (UK 1970-2000) 21,3% (età 55 69) Contributo 6,4% : screening 14,9 % : terapia (Blanks BMJ 2000;321:655-9) TERAPIA CHIRURGIA RADICALE CONSERVATIVA RADIOTERAPIA LOCOREGIONALE SU METASTASI TERAPIA MEDICA } NEOADIUVANTE ADIUVANTE ORMONOTERAPIA FASE AVANZATA CHEMIOTERAPIA CHIRURGIA Mastectomia Quadrantectomia Tumorectomia RADIOTERAPIA • TRATTAMENTO LOCOREGIONALE • OBIETTIVO: ERADICAZIONE DI FOCI TUMORALI RESIDUI < RECIDIVE LOCALI > SOPRAVVIVENZA MECCANISMO D’AZIONE ONDE ELETTROMAGNETICHE O PARTICELLE SUBATOMICHE CAPACI DI IONIZZARE LA MATERIA PARTICOLARMENTE ATTIVA NELLE FASI G2 e S RADIOTERAPIA INDICAZIONI POST CHIRURGIA CONSERVATIVA TRATTAMENTO STANDARD POST MASTECTOMIA N POSITIVI: =/> 4 T3 (> 5 cm) STADIO III RADIOTERAPIA: INDICAZIONI CANCRO DELLA MAMMELLA LOCALMENTE AVANZATO CARCINOMA DELLA MAMMELLA INFIAMMATORIO RADIOTERAPIA DOPO CHIRURGIA CONSERVATIVA: Irradiazione della ghiandola mammaria residua e della parete toracica: 2 campi tangenziali contrapposti (45-50 Gy) Eventuale boost su letto tumorale: campo diretto con e- veloci (10 Gy) RADIOTERAPIA DOPO MASTECTOMIA RADICALE: IN PAZIENTI AD ALTO RISCHIO DI RECIDIVA LOCALE (50-80 % DELLE RECIDIVE LOCALI METASTASI A DISTANZA ENTRO 2 ANNI ) 45-50 Gy SU DRENAGGI LINFATICI (SOVRACLAVEARE CON APICE DELL’ASCELLA, MAMMARIA INTERNA) +/- PARETE TORACICA (FASCI DIRETTI SUI VARI BERSAGLI O FASCIO TANGENZIALE SU PARETE TORACICA E MAMMARIA INTERNA: ATTENZIONE A GIUNZIONE DEI VARI CAMPI !) RADIOTERAPIA COMPLICANZE • Cardiopatia ischemica, infarto del miocardio: EBCTCG-1995: metanalisi di 36 studi randomizzati (1945-1985): > mortalità in radiotrattate, soprattutto per danno cardiaco e in donne > 60 aa. (15,3% vs 11,1%) SEER (206.523 donne) e Registro Tumori svedese (54.617 donne): > rischio infarto se Ca alla mammella sn Nixon –1998 (745 donne): non differenza • Polmonite attinica: acuta, sintomatica: rara (1%) se RT anche su sovraclaveare: 3 % fibrosi asintomatica: frequente, soprattutto apicale • Secondo tumore (sarcoma): 0,2% a 10 aa (Ist. G. Roussy) LINFEDEMA POSSIBILI CAUSE • NEOPLASTICA: metastasi linfonodali, compressione, invasione di un distretto vascolare • INFETTIVA: linfangite batterica • VASCOLARE: trombosi venosa profonda, edema d’origine cardiaca, renale, pregressa dissezione di stazioni linfonodali • METABOLICA: ipoalbuminemia, cachessia, paraneoplastica • TISSUTALE: sclerosi cicatriziale post-attinica, postchirurgica LINFEDEMA: PREVALENZA SVUOTAMENTO ASCELLARE ( > II LIVELLO) + RADIOTERAPIA 12 - 60 % CAMPIONAMENTO LINFONODALE + RADIOTERAPIA 6 - 32 % CAMPIONAMENTO ASCELLARE 0 - 21 % Browning C., Redman S. et al. NHMRC, Sydney 1998 LINFEDEMA -PREVALENZA DA SCLEROSI CICATRIZIALE POST-RADIOTERAPIA •DISSEZIONE ASCELLARE: RISCHIO 2-3 % •DISSEZIONE ASCELLARE + RADIOTERAPIA SU STAZIONE ASCELLARE: 13-18 % (LARSON,1986; DEWAR,1997; MEEK, 1998) LINFEDEMA •CARATTERISTICHE DELL’EDEMA: INCREMENTO LENTO, CUTE COLORITO NORMALE-PALLIDO •PERIODO MEDIO DI COMPARSA: 14 MESI DOPO L’INTERVENTO (FINO A 23 ANNI DOPO) LINFEDEMA: STADIAZIONE STADI GRADI • I: asintomatico, reversibile • II: > volume, reversibile • III: fibrotico, Stemmer +, irreversibile • IV: elefantiasi, pliche profonde irreversibile L I N F E D E M A • • • • • • 0: preedema: latente I: lieve: < 25% II: discreto: < 50% III: forte: < 100% IV: massivo: < 200% V : gigante: > 200% LINFEDEMA: PREVALENZA LINFONODO SENTINELLA 3% LINFONODO SENTINELLA + REINTERVENTO 17 % LINFEDEMA COMPLICANZE • TROFICHE: pachidermia, ipercheratosi, papillomatosi, fragilità ungueale • INFETTIVE: micosi, linfangite batterica, erisipela • OSTEO-ARTICOLARI: contratture muscolari, alterazioni posturali, scoliosi LINFEDEMA PROFILASSI FARE: Affinamento tecniche chirurgia-radioterapia precoce mobilizzazione postoperatoria EVITARE: • Ferite • Sforzi eccessivi • Surriscaldamento • Congelamento • Infezioni locali • Abiti stretti • Protesi fisiognomiche eccessivamente pesanti • Sovrappeso LINFEDEMA - TERAPIA TRATTAMENTO FARMACOLOGICO LINFANGITE: antibiotici, antinfiammatori TROMBOSI VENOSA: antiaggreganti, eparinici LINFEDEMA POST-CHIRURGICO, ATTINICO: venotonici: diuretici: ??? LINFEDEMA - TRATTAMENTO • • • • • • Posizione declive Linfodrenaggio Pressoterapia pneumatica sequenziale Bendaggio compressivo Guaina elastica Correzione sovrappeso •Laser, crioterapia, elettrostimolazione: ??? TERAPIA FARMACOLOGICA Tipo di Farmaco Tempo della Terapia Chemioterapia Adiuvante Ormonoterapia In fase avanzata Terapie biologiche Neoadiuvante Terapie di supporto Chemioprevenzione Obiettivi della Terapia AUMENTO DELLE GUARIGIONI AUMENTO DELLA SOPRAVVIVENZA MIGLIORAMENTO DELLA QUALITA’ DI VITA MONOCHEMIOTERAPIA * Remissione completa: 30 % in leucemie e linfomi 10 - 15 % in tumori solidi * Indicazioni attuali: carcinoma tiroideo anaplastico carcinoma del pancreas linfomi non Hodgkin basso grado malignità situazioni cliniche particolari: performance status ridotto età avanzata malattie concomitanti trattamenti pregressi POLICHEMIOTERAPIA Basi teoriche: aumentare la distruzione di cellule tumorali senza un corrispondente aumento di tossicità contrastare la comparsa di cloni resistenti permettere una più rapida ripresa dei tessuti normali Scelta dei farmaci: Risultati: individualmente attivi non cross-resistenti con differente meccanismo d’azione con differente spettro di tossicità aumentata percentuale di risposte complete e parziali aumentata sopravvivenza senza malattia guarigione migliore qualità della vita Chemioterapia - Tossicità ACUTA CRONICA • Mielotossicità (infezioni,anemia,emorragie, rinvii terapia) • Nausea • Mucositi esfoliative • Alopecia • Cardiotossicità • Neurotossicità • Epatotossicità • Nefrotossicità • Fibrosi polmonare • • • • • Cardiotossicità Neurotossicità Epatotossicità Nefrotossicità Secondo tumore (Leucemia) TERAPIA DI SUPPORTO: gli antidoti • AntiHT3 – < nausea/vomito • G-CSF – < NF, < infezioni – < Mucositi – < Ritardi • EPO – No Trasfusioni – > QoL • Amifostina – < Tossicità RT • Gabapentin – < Neurotossicità • Dexarazoxano – < Cardiotossicità SVILUPPO DI UNA NEOPLASIA • TUMORE • PAZIENTE • • • • • FATTORI DI RISCHIO • EREDITARIETA’ • MALATTIE PREDISPONENTI • CONDIZIONI GENERALI • SIST. IMMUNITARIO • EFFICIENZA SANITARIA • LIVELLO SOCIOECONOMICO ORGANO TESSUTO GRADING CARATTERISTICHE CITOLOGICHE • POTENZIALE METASTATICO • STADIO FATTORI PROGNOSTICIPREDITTIVI STADIO ISTOLOGIA – GRADING ISTOLOGICO ANGIOINVASIONE RECETTORI ORMONALI: ESTROGENI – PROGESTERONE cERBb2 P53 Ki67 PROFILO GENICO FASE AVANZATA Sopravivenza (mesi) Mammella 1960 2003 20 40 Terapia adiuvante Riduzione del rischio di mortalità Riduzione del tasso annuale di mortalità Età Antra Tam Antra+Tam < 50 aa 38% 31% 57% 50-69 aa 20% 31% 45% >70 ? 31% ? aa EBCTCG Lancet 365- 2005 Chemioterapia adiuvante: conclusioni EBCTCG Lancet 365- 2005 Beneficio proporzionale simile in donne giovani ed anziane (<70 aa) Beneficio assoluto: > nelle giovani vs le anziane (3x a 10 e 15 aa) L’effetto maggiore sul tasso di ricadute si verifica nei primi 5 aa, indipendentemente dallo status linfonodale < 50 aa: riduzione rischio di ricaduta a 5 aa si mantiene = a 10 e 15 aa riduzione del rischio di mortalità aumenta: a 15 aa doppio che a 5 > 50 aa: riduzione maggiore del rischio di ricaduta nei primi 2 aa riduzione del rischio di mortalità si mantiene = a 15 aa Riduzione assoluta del rischio a 15 anni Età < 50 aa Ricaduta 12 % Mortalità 10 % > 50 aa 4% 3% TAXANI IN ADIUVANTE: AC x 4 vs AC x 4 +Taxolo x 4 Un Taxano può dare il 3 - 3,5 % in più in OS vs antracicline, come queste vs CMF TRASTUZUMAB • Il recettore 2 per il fattore di crescita epidermico umano (HER 2) è iperespresso nel 20-30 % dei carcinomi mammari. • L’iperespressione dei recettori HER 2 sulla superficie cellulare induce un’attivazione incontrollata della crescita cellulare e la trasformazione in cellula tumorale • Trastuzumab: anticorpo monoclonale ricombinante umanizzato anti HER 2 ad alta specificità RECETTORE HER2 : transduzione del segnale transmembrana Fattore di crescita Sito di legame Membrana plasmatica Attività della tirosinchinasi Transduzione del segnale al nucleo Citoplasma Nucleo Attivazione gene Divisione cellulare RISULTATI 1. Per i tumori mammari HER-2 positivi, l’aggiunta del Trastuzumab alla chemioterapia riduce il rischio di ripresa di malattia e/o di tumore controlaterale a 3 anni del 52%. 2. Il beneficio è presente in tutti i sottogruppi di pazienti. Comunque, non vi è ancora evidenza statisticamente significativa per le pazienti con linfonodi negativi. 3. L’aggiunta del Trastuzumab riduce la probabilità di metastasi a distanza del 53 % a 3 anni e il rischio di presentare metastasi a distanza diminuisce con il tempo. RISULTATI 4. I risultati, a un follow-up mediano di 2 anni dimostrano un vantaggio significativo in termini di sopravvivenza (riduzione del rischio relativo del 33%). 5. Possibile effetto collaterale: cardiotossicità per il trattamento concomitante chemioterapia + Trastuzumab. E’ necessario un attento monitoraggio della funzionalità cardiaca. TAMOXIFEN: AZIONI E-ANTAGONISTA O NMe2 MAMMELLA SNC VAGINA E-AGONISTA TAMOXIFEN UTERO TESSUTO OSSEO FEGATO TAMOXIFEN: EFFETTI CLINICI Riduzione ricaduta: 47% Riduzione mortalità: 26% Riduzione ca controlat: 50% Aumento ca endometrio: 2x dopo 2 anni di terapia 4x dopo 5 anni di terapia Aumento ictus: 1,43x Aumento embolia polmonare: 3x INIBITORI DELL‘AROMATASI • ANASTRAZOLO • LETROZOLO • ESAMESTANO AROMATASI IN POSTMENOPAUSA RISULTATI DELLA TERAPIA ADIUVANTE • Tutti i farmaci antiaromatasi si sono dimostrati più efficaci del Tamoxifen. • Riduzione del cancro controlaterale (~ 50%) • Riduzione delle recidive (~ 40 %) • Aumento della sopravvivenza libera da malattia (~40 %) • Aumento della sopravvivenza globale con Esamestano e ( in N+: 39 % ) con Letrozolo) ANTIAROMATASICI: A CHI PRESCRIVERLI Tumori ormonosensibili Donne in postmenopausa Aumentato rischio di ricaduta Controindicazioni Resistenza (c-erbB2 +) al Tamoxifen Valutare le possibili tossicità Attendere i risultati sul lungo periodo DIFFERENTE PROFILO DI TOSSICITA’ • Cancro dell’endometrio: nessun aumento • Complicanze tromboemboliche: minori • Sintomatologia vasomotoria, perdite vaginali: minori • Osteoporosi: incremento ( maggior rischio di fratture) • Profilo lipidico: peggiore TERAPIA NEOADIUVANTE: La Storia La chemioterapia primaria fu usata, inizialmente, nelle pazienti con tumori mammari localmente avanzati ed inoperabili. Alla fine degli anni 80 dimostrò di aumentare la percentuale di chirurgia conservativa nelle pazienti con tumori operabili ma voluminosi. Da allora, con la disponibilità di farmaci più efficaci, è ulteriormente aumentata la possibilità di chirurgia conservativa. CHIRURGIA Mastectomia Quadrantectomia Tumorectomia TERAPIA NEOADIUVANTE e pCR pCR: Risposta patologica completa totale assenza all’esame istologico di cellule tumorali Ca mammario 20 % pCR : aumento della sopravvivenza RISULTATI Con 3 - 4 cicli di regimi tradizionali: Possibilità chirurgia conservativa : 70% pCR 5 % circa Con regimi contenenti nuovi farmaci e 6-8 cicli: Possibilità chirurgia conservativa : 80% pCR 15% circa Con 6-8 cicli contenenti antracicline seguiti da un regime efficace cross non-resistente (taxani): Possibilità chirurgia conservativa : 90% pCR 30% circa Con 4 cicli + Trastuzumab: pCr 20% PROFILO GENICO NEL CARCINOMA MAMMARIO Perou et al, Nature 2000 Chemioprevenzione del carcinoma mammario con Tamoxifene • NSABP – su 13.175 donne sane a rischio : < 49 % a 5 anni • OXFORD – - su 36.689 donne operate per ca: < 40 % a 20 anni 500 450 400 350 300 250 200 150 100 50 0 TAM Controlli NSABP OXFORD CARCINOMA MAMMARIO IL MIGLIORAMENTO A TRIESTE Sopravvivenza Diagnosi precoce + Terapia adiuvante Su base di popolazione 80 70 60 50 % 40 30 20 10 0 1970 2002 SI PUO’ FARE ANCORA MEGLIO Nuovi farmaci Nuove combinazioni Migliore utilizzo di vecchi farmaci Nuove conoscenze Progressi ricerca: clinica e di base Terapie individualizzate Migliore organizzazione sanita’ Aumento guarigioni Prolungamento sopravvivenza Miglioramento qualità della vita Distress e Paziente oncologico Distress: sgradevole esperienza multifattoriale emozionale di natura psicologica (cognitiva, comportamentale, emozionale) sociale e/o spirituale, che può interferire con la capacità di adattamento efficace al cancro, i suoi sintomi fisici, il suo trattamento. Si estende come un continuum, variando da comuni, normali sentimenti di vulnerabilità, tristezza e timore a problemi che possono diventare disabilitanti, come depressione, ansia, panico NCCN Practice guidelines for the management of psychosocial distress, Oncology 13: 113-147, 1999 L’Oncologia è disciplina peculiare per tre aspetti del rapporto col Paziente • La prognosi è a volte infausta • Il coinvolgimento emotivo sia del paziente che di chi lo assiste • La somministrazione di cure spesso debilitanti o invalidanti ed in alcuni casi a solo fine palliativo Trattamento del Cancro: approccio multidisciplinare Oncologo Patologo Chirurgo Volontariato Paziente Radiologo Infermieri Psicologo MMG