MARIE CURIE
UNA VITA PER LA SCIENZA
Biografia e scoperte
scientifiche…
Morena C.
Ezzeddine K.
UNA GRANDE SCIENZIATA
Maria Curie nasce nel 1867 a Varsavia, in Polonia.
Completa la scuola superiore all'età di 15 anni e decide di dedicarsi allo studio
della Fisica.
Nel 1891 si trasferisce in Francia, dove si iscrive all’Università parigina La
Sorbonne, l’unica scuola europea che accetta iscrizioni di donne.
Nel 1895 sposa Pierre Curie, un professore universitario, che diventerà il suo
compagno di laboratorio nella ricerca scientifica.
Nel 1897 nasce la figlia Irene. Nell’arco di questi anni, Marie si dedica allo
studio della radioattività. I due coniugi scoprono due nuovi elementi
chimici: il radio e il polonio.Questi due elementi si ricavavano da un
materiale non prezioso, anch’esso radioattivo, la pechblenda, che si fecero
portare dall’Austria perché era poco costoso.
Per ottenere il radio e il polonio, occorreva far bollire per ore e ore la
pechblenda. Un giorno riuscirono ad isolare il radio puro, che aveva il colore di
un blu intenso, inoltre scoprirono che emanava tre tipi di radiazioni, che
presero il nome di alfa, beta e gamma.
Per questa scoperta ricevettero il premio Nobel per la Fisica, nel 1903.
Dopo la morte di Pierre nel 1906, Marie continuò i suoi studi e riuscì ad isolare
il polonio e il radio puro. Nel 1911 le venne attribuito anche il premio Nobel per
la Chimica. Marie fu la prima donna a ricevere un Nobel.
Morì il 4 luglio del 1934, a causa della lunga esposizione alle sostanze
radioattive.
La sua biografia è stata scritta dalla figlia Irene in memoria della madre; in
seguito la figlia seguirà le orme della madre e riceverà anche lei un premio
Nobel per la Chimica.
TESTIMONIANZA DELLA FIGLIA EVA
Eva, la figlia secondogenita, nella biografia che dedicò
alla madre, ci racconta la straordinaria capacità di studio
di Maria ventenne, la sua forza di volontà, l’energia
senza pari che le permetteva di superare qualsiasi
ostacolo e soprattutto l’amore per la scienza e per il
sapere. Maria era talmente impegnata con lo studio e gli
esperimenti che trascurò i suoi amici e ogni contatto con
l’ambiente esterno.
Le abitazioni che Maria abiterà si somigliano per il poco
prezzo e per la mancanza di ogni comodità.
In queste piccole stanze non c’era né riscaldamento, né
illuminazione,né acqua.
Ella non poteva permettersi di avere freddo, perché non
aveva i soldi da poter comprare il carbone per
accendere la stufa. In certi giorni Maria mangiava solo
un pezzo di pane e del tè, perché non aveva il tempo di
cucinare.
Le sue giornate le trascorreva a studiare, scrivere
cifre ed equazioni, seguendo i corsi di matematica,
chimica e fisica. Trascorreva parecchie ore al
laboratorio di Fisica della Sorbona , a fare esperimenti e
a insegnare.
Ella era fiera della sua povertà, del suo lavoro e del suo
modo di vivere da sola e indipendente.
LE SCOPERTE
Maria iniziò a misurare la radiazione dell’uranio mediante la piezoelettricità,
scoperta dal marito Pierre, facendo ionizzare l’aria tra due elettrodi e provocando il
passaggio di una piccola corrente di cui misurava l’intensità in rapporto alla
pressione su un cristallo, necessaria a produrre un’altra corrente, tale da
bilanciare la prima. Tale sistema funzionò e il marito Pierre abbandonò il suo lavoro
per affiancare Maria in tali ricerche. Fu Maria a proporre il termine radioattività per
indicare la capacità dell’uranio di produrre radiazioni e dimostrò la presenza di tale
radioattività anche in un altro elemento:il torio.
Con il marito Pierre, saggiando il contenuto di uranio della pechblenda al fine di
raffinare tale elemento, rilevò che alcuni campioni erano più radioattivi di quanti lo
sarebbero stati se costituiti di urano puro e ciò implicava che nella pechblenda fossero
presenti elementi in quantità minore non rilevate dalla normale analisi chimica e che la
loro radioattività fosse molto alta.
Il passo successivo fu quello di esaminare tonnellate di pechblenda e, nel 1898, fu
isolata una piccola quantità di polvere nera radioattiva. In tale polvere era contenuto un
nuovo elemento dalle caratteristiche simili al tellurio che fu chiamato polonio in onore
del suo paese natale, la Polonia.
L’ulteriore lavoro conseguente al rilievo che quest’ultimo elemento, il polonio, non
potesse giustificare gli alti livelli di radioattività rilevati, la condusse sempre nel 1898,
alla scoperta di un elemento ancor più radioattivo del polonio avente proprietà
simili al bario e dal quale fu separato mediante cristallizzazione frazionata, che fu
chiamato radio per la sua intensa radioattività. Il resoconto di tale lavoro divenne nel
1903 la tesi del dottorato di Maria. Con una mossa insolita, Maria intenzionalmente non
depositò il brevetto internazionale per il processo di isolamento del radio, preferendo
lasciarlo “libero” affinché la comunità scientifica potesse effettuare ricerche in questo
campo senza ostacoli, in maniera tale da favorire il progresso in questo settore
scientifico. Nel 1921 effettuò un viaggio negli Stati Uniti per raccogliere i fondi monetari
necessari a continuare le ricerche sul radio; ovunque fu accolta in modo trionfante.
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Marie Curie - Istituto comprensivo Carpi Nord